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Richiesta di preghiere

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Per la Richiesta di Preghiere è possibile da oggi utilizzare il MODULO che si trova qui a sinistra.

Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

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sabato 28 ottobre 2017

Omelia della santa Messa serale Medjugorje, 23 ottobre 2017


Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, uno della folla disse a Gesù: «Maestro, di' a mio fratello che divida con me l'eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?».
E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell'abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede».
Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: "Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così - disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!". Ma Dio gli disse: "Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?". Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».
Parola del Signore.


In ogni Paese ben organizzato chi lavora deve avere un conto in banca su cui viene versato il salario. Ma oltre ai lavoratori anche le persone disoccupate possono avere un conto corrente. Per esempio gli studenti che vivono lontano dalle loro famiglie possono ricevere i soldi da qualsiasi parte del mondo.
Con un conto corrente si possono versare e ritirare i soldi. Ci sono, però, situazioni in cui alcune persone hanno il conto corrente bloccato, così i soldi non vanno a queste persone, ma ai creditori.
Stimolato dalle letture di oggi vorrei riflettere non sui conti correnti bancari, ma sui conti della vita.
San Paolo dice che ciascuno di noi un giorno arriverà davanti al giudizio di Dio e ciascuno di noi farà i conti direttamente con Lui. Quindi esiste un certo “conto della vita” sul quale depositiamo qualcosa ogni giorno. Questo conto può essere bloccato.
Vorrei che riflettiamo su queste cose sta sera.
Nella prima lettura san Paolo dice che Abramo non esitò, ma si rafforzò nella fede e questo gli fu accreditato come giustizia. Quindi questo è stato versato sul suo conto della vita.
Così noi dobbiamo riflettere sul nostro conto della vita che alimentiamo tutti i giorni. Ogni giorno ci sono operazioni su tale conto: dobbiamo stare attenti a cosa versiamo e al fatto che non sia bloccato.
Non so se avete un conto e quanto vi avete sopra. Lo sapete solo voi e la vostra banca.
Sul nostro conto della vita solo Dio sa esattamente cosa vi è versato. Noi possiamo, nel nostro cuore, immaginare qualcosa di ciò che il conto contiene. I nostri vicini e familiari possono anche immaginare qualcosa. Solamente Dio, però, sa esattamente cosa contiene.
San Paolo dice che Abramo ha creduto. Anche noi crediamo in Colui che è risorto: Gesù nostro Signore. La nostra fede, quindi, viene messa su questo conto.
Com’è la nostra fede?
Riflettiamo sulla base della prima lettura.
Abramo non era soltanto un uomo che ha detto: “Io credo”.
Non si tratta di dire: “Credo che Dio esiste e credo nella Parola di Dio”.
Credere significa vivere come Dio mi dice.
La fede deve essere accompagnata dalle opere.
Dio ha detto ad Abramo: “Incamminati!” Lui è partito. Dio gli ha detto “la tua discendenza sarà numerosa” e lui ha creduto. Poi gli ha chiesto di sacrificare suo figlio Isacco e lui lo ha fatto.
Qualsiasi cosa Dio chieda ad Abramo lui la esegue.
Non sappiamo se ha avuto crisi di fede, ma sappiamo che ha obbedito in tutto a Dio.
San Paolo dice che di fronte alla promessa di Dio Abramo non esitò, ma si rafforzò nella fede e diede gloria a Dio.
Cerchiamo di entrare nei panni di Abramo. Era un uomo vecchio. Sua moglie era anziana. Dio gli promette che la sua discendenza avrebbe ereditato la Terra Promessa. Lui e lei erano vecchi. Secondo l’esperienza cosa si può dire? “Questo è impossibile! Una cosa del genere non può succedere. Siamo anziani e non possiamo più avere figli”.
Ma nonostante questo Abramo crede a Dio. Crede che Dio avrebbe compiuto le Sue promesse.
Ad un certo momento Abramo pensa: “A cosa mi serve tutto quello che ho? Sarà tutto dei miei servi”. E Dio gli risponde: “No! Il figlio che hai avuto con la tua serva non sarà l’erede. Tu avrai un figlio con tua moglie”.
E Abramo crede. Questa è la fede.
In cosa sta la forza di Abramo? L’esperienza gli dice una cosa e invece lui crede a Dio. L’esperienza gli dice “questo non può essere” e lui crede e dentro di sè dice “sarà così”.
E’ la fede.
Io vorrei che ciascuno di noi avesse una tale fede.
Una fede così l’ha avuta la Beata Vergine Maria.
Tutti noi siamo venuti oggi qui a Medjugorje da Lei, dalla Regina della Pace. Vogliamo imitarLa, seguirLa.
Cosa Le diceva l’esperienza? La donna non poteva rimanere incinta, perchè non conosceva uomo. L’angelo Le dice: “Lo Spirito Santo discenderà su di Te” Lei risponde: “EccoMi”.
Esaminiamo la nostra vita.
La nostra fede ci può essere accreditata come lo è stata ad Abramo?
Ciascuno di noi risponda per se stesso.
Dio mi può accreditare questa fede? E’ come quella di Abramo? E’ molto difficile.
Anche se credo e desidero credere come Abramo succede che più spesso credo a me stesso, alla mia esperienza, piuttosto che a Dio e alla Sua Parola.
Crediamo a Gesù quando ci invita ad amare i nostri nemici, a perdonarli?
Immaginiamo che una persona uccida tuo figlio o tua figlia. Gesù ti dice: “Perdona l’assassino”. Noi rispondiamo: “No! E’ impossibile. Chi lo può fare?”
Sì, è possibile. Colui che crede può farlo.
Cosa dice oggi Gesù nel Vangelo? Dice che la tua vita non è nelle cose che possiedi. Io rispondo: “Come posso vivere se non ho acqua, cibo, abigliamento?” Gesù risponde: “La tua vita non sta in queste cose”.
Noi, secondo la nostra esperienza, diciamo: “Sì, la vita è in queste cose, perchè se non ci fossero io morirei”.
Tante volte crediamo più alla nostra esperienza e a ciò che dice il mondo che a ciò che dice Gesù o a ciò che Dio chiede da noi.
All’inizio della Messa abbiamo ricordato san Giovanni da Capestrano, uno dei 4 pilastri della vita meditativa.
Diceva che dobbiamo vivere come san Francesco.
Come viveva san Francesco? Prendendo ogni Parola di Dio sul serio. Questa è la fede. A noi si può accreditare una tale fede o no? Temo che teniamo più a noi stessi, a ciò che è di moda, a ciò che dice il mondo piuttosto che alle cose di Dio.
Ci manca il coraggio, la decisione che avevano Abramo, la Vergine Maria, san Francesco e tanti santi. E’ come se avessimo il freno a mano tirato.
Diciamo “Gesù, credo a Te, ma…” C’è sempre il “ma”.
Sì è possibile! Questa è la fede: avere più fiducia in Gesù che in noi stessi; credere più a Lui che ai propri occhi, al proprio cuore e alla ragione.
Preghiamo per avere una tale fede e che ci possa essere accreditata.
Se non ho una tale fede cosa ci sarà sul mio conto della vita?
La seconda cosa su cui desidero riflettere brevemente con voi è il conto bloccato.
Abbiamo sentito nel Vangelo parlare di quell’uomo ricco. La sua terra aveva dato un raccolto abbondante.
Ha pensato dentro di sè: “Che farò adesso? Demolirò i miei magazzini e ne farò altri più grandi. Dirò a me stesso: ‘Riposati, mangia, bevi, divertiti’” Questo dirà alla propria anima.
Questo è il conto bloccato: si tratta dell’egoismo.
Questo uomo non ha pensato nemmeno un momento agli altri, ai vicini di casa, ai poveri. Solamente a sè e al proprio futuro.
Se guardiamo umanamente non ha torto. Ha pensato: “Forse l’anno prossimo non ci sarà un buon raccolto”. Ricordiamo Giuseppe in Egitto che soffriva la fame. E’ meglio avere di più che di meno nei magazzini. Chissà… Forse domani non avrò nulla… Avrò qualcosa per il domani.
Quell’uomo non ha pensato per nulla al suo prossimo. Non ha pensato di dare a coloro che non hanno.
Questo vuol dire avere il conto della vita bloccato: guardare solo a se stessi. Un uomo che guarda solo alla propria pelle e non guarda Dio e gli altri non ha nulla da mettere sul proprio conto della vita. Usa tutto sulla terra e il suo conto della vita è vuoto.
Può avere milioni di dollari o di euro sui conti correnti bancari, ma sul conto della vita c’è un grande zero, perchè lo ha bloccato.
L’uomo che ama il prossimo, che ama Dio, che pensa al prossimo e lo aiuta, che loda Dio deposita in modo abbondante sul suo conto della vita.
Forse non siamo nella situazione di questo ricco. Forse non abbiamo la campagna. Forse non abbiamo nemmeno l’appartamento, perchè siamo in affitto. Forse lottiamo per il pane quotidiano.
Ciascuno di noi, però, ha qualcosa che potrebbe dare ad un altro.
Per esempio il tempo. A chi do il mio tempo? Sono avaro col mio tempo?
Al mattino vado a scuola o al lavoro, ma cosa faccio con il mio tempo libero? Penso a Dio, al mio prossimo, a qualcuno che è ammalato o solo? Lo chiamo? Vado a visitarlo?
Ciascuno di noi può farlo.
Oppure penso soltanto a me stesso? Adesso mi addormento. Dopo guardo la tv.
Chi pensa soltanto a se stesso con il proprio egoismo blocca il conto della vita.
Siamo anche noi così oppure no?
Cosa faccio con i talenti che Dio mi ha dato? Le mie mani sono pulite e le do al mio fratello che non le ha? La mia bocca la uso per coloro che non possono parlare?
Possiamo essere egoisti in tutto.
Immaginiamo che nella nostra parrocchia vengano raccolti aiuti per i poveri. Darò qualcosa di ciò che è mio? Oppure pensero solamente a me? Darò il mio tempo alla parrocchia?
Se è così il mio conto della vita è bloccato e bisogna sbloccarlo.
Preghiamo Dio perchè ci liberi dall’egoismo e il nostro cuore sia largo per il prossimo.
San Paolo dice: “Il mio cuore è largo per tutti voi. C’è posto per tutti”.
Nel mio cuore c’è posto per Dio, per i fratelli e le sorelle, per i vicini di casa, per la famiglia e sopratutto per i poveri?
Se il nostro cuore è chiuso preghiamo Dio perchè allarghi il nostro cuore.
E’ bellissima la preghiera al Sacro Cuore che dice: “Gesù mite e umile di Cuore rendi il nostro cuore simile al Tuo”.
Allarga il nostro cuore, Gesù, affinchè non siamo più egoisti.
Ciascuno presenterà il proprio conto davanti a Dio per il proprio operato. Questo arriverà presto.
Il nostro conto come sarà? Bloccato o no? Dipende da noi.
Preghiamo il Signore perchè ci dia la fede forte che avevano Abramo, la Beata Vergine Maria e gli altri santi.
Ci aiuti a credere di più a Lui e alla Sua Parola piuttosto che a noi e alla nostra esperienza.
PreghiamoLo perchè liberi i nostri cuori dall’egoismo, affinchè quando un giorno faremo i conti con Dio potremo stare davanti a Lui in pace e con gioia.
Dio sarà felice nel sapere che avremo vissuto non soltanto per noi, ma anche per la Sua maggior gloria e per il nostro prossimo.
Amen

Fonte: video a cura F. Deagostino – Trascrizione A. Bianco

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