Drop Down MenusCSS Drop Down MenuPure CSS Dropdown Menu

Richiesta di preghiere

* * * * *

Per la Richiesta di Preghiere è possibile da oggi utilizzare il MODULO che si trova qui a sinistra.

Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

* * * * *

domenica 8 ottobre 2017

Omelia della Santa Messa serale Medjugorje, 4 ottobre 2017

Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo.
Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero».
Parola del Signore.

Cari fratelli e sorelle in Cristo, cari pellegrini, cari ascoltatori di radio Mir Medjugorje, dalla nostra esperienza sappiamo che Dio entra nella nostra vita più facilmente quando viviamo sconfitte e cadute. Non abbiamo paura delle sconfitte, perchè può essere un’occasione che Dio ha per entrare profondamente nella nostra vita per cambiarla.
L’uomo non si sente mai così piccolo quanto nella sconfitta e nella caduta.
Nel Vangelo che abbiamo appena sentito Gesù dice: “Ti lodo Padre, Signore del cielo e della terra, perchè hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli”.
Se noi guardiamo san Pietro vediamo che Gesù è entrato nella sua vita quando ha avuto una sconfitta.
Tutta la notte aveva pescato senza prendere nulla. Era deluso, perchè quel giorno non avrebbe guadagnato niente. In questa situazione arriva Gesù e predica proprio dalla sua barca. Pietro ascolta con attenzione. Se Pietro avesse avuto le reti piene dalla pesca sicuramente non avrebbe ascoltato con attenzione, perchè avrebbe pensato cosa fare con quei pesci, dove venderli e cosa fare con quei soldi. Invece così, grazie alla sconfitta e alla sua impotenza, apre gli occhi e le orecchie del cuore per sentire la chiamata di Gesù e per poter dire “sì” alla grazia.
Noi rispondiamo a Gesù non quando siamo potenti, ma quando siamo piccoli.
Guardiamo san Paolo. Quando cade sulla via di Damasco non può più camminare, non può vedere. E’ diventato infermo. In quella situazione sente la chiamata di Gesù e risponde.
Così è stato per diversi santi e in modo particolare per san Francesco che festeggiamo oggi.
Aveva tutto, ma voleva avere di più. Nella sua prima battaglia cade e si ammala. In quella situazione sente la chiamata di Gesù e risponde. Se avesse vinto e fosse diventato principe di Assisi sicuramente non avrebbe sentito la chiamata e la voce dalla croce. Invece così malato e ferito si ritira nella natura in preghiera e in meditazione stando in compagnia degli uccelli e dei fiori.
Nella piccola chiesa di san Damiano sente la voce di Gesù dalla croce che dice: “Francesco va e ripara la mia Chiesa che sta per crollare”. Gesù lo richiama nel grembo della Chiesa. Lo aveva chiamato in tutta la sua infanzia e giovinezza, ma Francesco non poteva sentire, perchè il suo cuore era colmo di rumori, di gioie, di interessi, di ricchezze e di glorie. Quando tutto questo si è calmato Francesco sente la voce di Cristo e non può non rispondere, perchè risveglia la vita, la gioia, tutto quello che non aveva mai provato.
La natura rimarrà sempre nel cuore di Francesco, perchè in essa ha scoperto la vicinanza del Signore.
Guardando la sua vita notiamo che si è innamorato di Dio attraverso la natura. In essa ha passato la maggior parte della sua vita: nei boschi, nelle grotte, sulle vie.
L’uomo di oggi passa la maggior parte del suo tempo tra quattro mura, davanti alla tv, al computer, a scuola o al lavoro. La natura diventa troppo spesso solamente un luogo dove rilassarsi per un attimo e non un posto di meditazione e di preghiera.
Se guardiamo la vita di Cristo vediamo che anche Lui passava la maggior parte del tempo in preghiera nella natura. Pregava anche nelle sinagoghe e nel Tempio, ma la maggior parte del tempo di preghiera lo trascorreva nella natura.
Quando parla del Regno di Dio usa le immagini della natura.
Quando guardiamo la natura abbiamo l’immagine che meglio di ogni altra cosa ci può avvicinare a comprendere il Regno di Dio, perchè la natura vive alla lettera la Volontà del Padre.
Un ciliegio non può dire: “Da oggi farò mele”. Neanche un cane può dire: “Da oggi miagolerò”. Neppure un leone dirà: “Da oggi mangerò solo erba”. Perchè essi fanno solo la Volontà del Padre.
Solo l’uomo può dire “no” alla Volontà del Padre, perchè è l’unico nel creato a poter decidere.
Perciò andiamo nella natura per imparare da essa come ascoltare la Volontà del Signore per poter vivere secondo essa ammirando il Signore attraverso le Sue creature.
Qui a Medjugorje saliamo volentieri in silenzio sul Krizevac. Siamo in mezzo alla natura che vive la Volontà del Padre, per imparare ad ascoltare, ad abbandonarci a tale Volontà, a morire a noi stessi.
Per Francesco l’acqua non è solo acqua, la pietra non è solo pietra, il fuoco non è solo fuoco, il vento non è solo vento. Per lui l’acqua è “sorella acqua”, la pietra è “sorella pietra”, il fuoco è “frate fuoco” e il vento è “frate vento”. In questo modo cambia il rapporto con le creature.
Quando noi cominciamo a pensare così cambia il nostro rapporto con il Creatore che dobbiamo servire e venerare con umiltà.
Frate Leone ha scritto che un giorno in cui san Francesco era ammalato è stato trasportato in spirito vicino ad un fiume impetuoso. Vedendo alcuni frati che portavano dei pesi Francesco ha ordinato loro di passare il fiume. Alcuni sono riusciti ad arrivare a metà, altri più avanti, ma nessuno è arrivato all’altra riva. Tutti sono affogati. Poi è giunto un altro gruppo di frati. Essi non avevano nulla sulle spalle, perchè vivevano la santa povertà.Questi potevano tranquillamente passare il fiume impetuoso e giungere all’altra riva.
Al termine della visione frate Leone è tornato in sé. San Francesco, conosciuto in spirito che frate Leone aveva avuto una visione, lo ha chiamato a sé e ha chiesto: “Cosa hai visto?” Dopo aver sentito tutta la visione san Francesco ha detto: “Quello che hai visto è la verità. Il grande fiume è questo mondo. I frati che sono affogati nel fiume sono coloro che non hanno seguito i consigli del Vangelo, ma sopratutto la santa povertà. Coloro che hanno attraversato il fiume senza difficoltà sono coloro che non vogliono nulla di questa terra. Non hanno nulla in questo mondo, ma sono contenti. Qualsiasi cosa essi usino non si legano ad essa. Sono liberi per Dio. Essi seguono continuamente Cristo nudo sulla croce e sono disposti a portare con gioia il giogo dell’obbedienza. Perciò essi facilmente passano da questa vita alla vita eterna”.
Fratelli e sorelle, Francesco è nato nudo ed è morto nudo, perchè non ha voluto avere nulla. Ha seguito fino in fondo Cristo nella povertà e nell’umiltà.
Guardando umanamente vediamo che Francesco nella sua vita non ha fatto nessuna grande opera, non ha scritto nessun libro. Non ha costruito né scuole né chiese. Ne ha restaurato solamente due. Ma lui ha vissuto per il prossimo. Si è fatto consumare come questa candela sull’altare. Con il suo esempio portava la pace, la speranza, ma sopratutto la gioia. Ha amato e con umiltà ha servito, come ha fatto il suo Maestro Gesù.
Nel romanzo “San Francesco il povero di Dio” viene descritto un episodio nello spirito di san Francesco.
Frate Leone, fedele amico di san Francesco, gli ha confessato di avere peccato. Francesco è rimasto a lungo in silenzio. Frate Leone attendeva la risposta di condanna di Francesco. Quando non ce la faceva più di aspettare ha chiesto: “Frate Francesco, che penitenza mi dai per i miei peccati?” Francesco ha risposto: “Siccome hai peccato io non prenderò né pane né acqua per tre giorni e per tre notti”. “Ma non hai peccato tu - ha detto frate Leone - ho peccato io. Punisci me e non te!” “E’ la stessa cosa. Noi siamo una cosa sola. Io ho peccato con te e tu digiuni con me. Già da tanto tempo viviamo assieme e non hai capito questo? Vai e il Signore ti benedica”.
Da questo episodio possiamo capire lo spirito di Francesco. Lui considera i peccati dei suoi fratelli propri peccati. Per questi egli prende su di sè i peccati, come Cristo che è morto sulla croce per i nostri peccati, per pagare il riscatto per essi.
Per Francesco era un grande mistero l’Amore di Cristo sulla Croce, Amore che portava gioia. Ma c’era una domanda: come è possibile che gli uomini non si accorgano di ciò?
Egli diceva: “L’Amore non è amato”.
Non è strano che la croce abbia parlato a Francesco. Le croci parlano sempre. Quello che è strano è che noi non la sentiamo parlare.
Amen.
Sia lodato Gesù Cristo.

Registrazione di Flavio Deagostini – Trascrizione A. Bianco

Nessun commento: