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Richiesta di preghiere

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Per la Richiesta di Preghiere è possibile da oggi utilizzare il MODULO che si trova qui a sinistra.

Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

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giovedì 31 dicembre 2015

MARIA SANTISSIMA MADRE DI DIO

 

Sandro-Botticelli-Alessandro-Filipepi-Madonna-col-Bambino-Madonna-col-Bambino-Chiamata-Anche-Madonna-del-Libro1

«Vergine Madre, figlia del tuo figlio, 
umile e alta più che creatura, 
termine fisso d’etterno consiglio,                                   

tu se’ colei che l’umana natura 
nobilitasti sì, che ‘l suo fattore 
non disdegnò di farsi sua fattura.                                   

Nel ventre tuo si raccese l’amore, 
per lo cui caldo ne l’etterna pace 
così è germinato questo fiore.                                        

Qui se’ a noi meridiana face 
di caritate, e giuso, intra ‘ mortali, 
se’ di speranza fontana vivace.                                      

Donna, se’ tanto grande e tanto vali, 
che qual vuol grazia e a te non ricorre 
sua disianza vuol volar sanz’ali.                                    

La tua benignità non pur soccorre 
a chi domanda, ma molte fiate 
liberamente al dimandar precorre.                               

In te misericordia, in te pietate, 
in te magnificenza, in te s’aduna 
quantunque in creatura è di bontate. »

(Par. XXXIII, 1-21)                      

lunedì 28 dicembre 2015

Col Rosario salveremo le nostre famiglia - CATECHESI DI PADRE LJUBO RIMINI 12 Gennaio 2007


Io vengo da Medjugorje e ho chiesto a Maria Vergine di venire con me perché da solo senza di Lei non posso fare niente . 
C’è qualcuno che non è mai stato a Medjugorje ? (alzare la mano) Va bene. Importante non è stare a Medjugorje Importante è vivere nel cuore Medjugorje , soprattutto la Madonna. 
Come sapete, la Madonna è apparsa la prima volta a Medjugorje Il 24 Giugno 1981 sulla collina. Come testimoniano i veggenti, la Madonna è apparsa con Gesù Bambino in braccio. La Madonna viene con Gesù e ci porta a Gesù, ci guida a Gesù, come ha detto tante volte nei suoi messaggi. E’ apparsa a sei veggenti e ancora sta apparendo a tre veggenti e ad altri tre appare una volta all’anno,fino a quando apparirà ad uno solo. Ma la Madonna dice: “Io apparirò e sarò con voi finché l’Altissimo me lo permette.” Io sono un sacerdote a Medjugorje da sei anni. La prima volta sono venuto nel 1982 come pellegrino, ero ancora un ragazzino. Quando sono venuto non ho deciso subito di farLa entrare, ma ogni anno venivo come pellegrino, pregavo la Madonna e posso dire grazie alla Madonna mi sono fatto frate. Non c’è bisogno di vedere la Madonna con gli occhi, la Madonna si può vedere , tra virgolette, anche non vedendola con gli occhi. 
Una volta mi ha chiesto una pellegrina:” Perché la Madonna appare solo ai veggenti e non appare anche a noi?” I veggenti hanno chiesto una volta alla Madonna:” Perché non appari a tutti, perché solo a noi?” La Madonna ha detto:” Beati quelli che non vedono e credono” . Io direi anche beati quelli che vedono, perchè i veggenti hanno una grazia gratuita , gratis, vedere la Madonna, ma per questo non sono per niente privilegiati a noi che non la vediamo con gli occhi, perché nella preghiera si può conoscere la Madonna, il suo cuore immacolato, la profondità, la bellezza e la purezza del suo amore. Ha detto in un suo messaggio: “Cari figli, lo scopo delle mie apparizioni è che voi siate felici.” 
La Madonna non ci dice niente di nuovo, Medjugorje non serve perché noi, che leggiamo i messaggi della Madonna, sappiamo meglio degli altri, ma Medjugorje è innanzitutto un dono di Dio perché viviamo meglio il Vangelo. Per questo la Madonna viene. 
Quando spiego un messaggio, nei messaggi non troviamo nessuna cosa nuova. La Madonna non aggiunge niente al Vangelo o all’insegnamento della Chiesa. Prima di tutto la Madonna è venuta a svegliarci. Come ha detto Gesù nel Vangelo:” Quando il Figlio dell’uomo tornerà nella gloria, troverà la fede sulla terra?” Noi speriamo che qualcuno, almeno una persona sulla terra crederà a Gesù, quando lui tornerà nella gloria, quando tornerà io non so. 
Ma noi preghiamo oggi per la fede. La fede personale sparisce, per questo aumentano superstizioni, cartomanti, maghi e altre forme di paganesimo e tutte le altre cose del paganesimo nuovo, moderno. Per questo la Madonna viene per aiutarci, ma viene nella semplicità, come Dio è venuto nella semplicità. Noi sappiamo come: Gesù è nato a Betlemme, da una donna, Maria, sposa di Giuseppe, venuta in Betlemme, senza rumore, nella semplicità. Solo i semplici riconoscono che questo bambino, Gesù di Nazareth è il figlio di Dio, solo i semplici pastori e i tre Magi che cercano il senso della vita. Oggi noi qui siamo venuti per avvicinarci alla Madonna, perché ci aggrappiamo al suo cuore e al suo amore. La Madonna nei suoi messaggi ci invita: “ prima di tutto pregate il Rosario, perché il Rosario è una preghiera per i semplici, una preghiera comunitaria, una preghiera ripetitiva. La Madonna non ha paura di ripetere tante volte : “ Cari figli, satana è forte, con il Rosario in mano lo vincerete”. 
Voleva dire: pregando il Rosario vincerete satana, nonostante che lui sembri forte. Oggi prima di tutto è minacciata la vita . Tutti noi sappiamo i problemi, le croci . Qui in questa chiesa, a questo incontro non siete venuti solo voi, ma con voi sono venute anche tutte le persone , ogni vostra famiglia, tutte le persone che portate nel vostro cuore. Qui siamo nel nome di tutti loro, nel nome di tutti quelli della nostra famiglia che sono lontani, che a noi sembra che non credano, che non abbiano la fede. Ma è importante non criticare,non condannare. Noi siamo venuti per presentare tutti loro a Gesù e alla Madonna. Qui siamo venuti prima di tutto per permettere che la Madonna cambi il mio cuore, non il cuore dell’altro.
Siamo sempre portati come uomini, come umani, di cambiare l’altro. Proviamo a dire a noi stessi : “Dio, con le mie forze, con la mia intelligenza non posso cambiare nessuno. Solo Dio, solo Gesù con la Sua grazia, può cambiare, può trasformare, non io. Io posso solo permettere. Come dice la Madonna tante volte : “ Cari figli, permettete ! permettete !” Quanti ostacoli ci sono anche in noi quanti dubbi, quante paure che ci sono dentro di me ! Si dice che Dio esaudisce le preghiere subito, ma solo il problema è che non crediamo questo. Per questo Gesù, a tutti quelli che si avvicinavano a Lui con la fede, diceva .” la tua fede ti ha salvato “. Voleva dire: “ Tu mi hai permesso che io ti salvi, che la mia grazia ti guarisca, che il mio amore ti liberi. Mi hai permesso. ” 
Permettete. Dio aspetta il mio permesso, il nostro permesso. Per questo dice la Madonna:” Cari figli, io mi inchino, io mi sottometto alla vostra libertà.” Con quanto grande rispetto la Madonna si avvicina ad ognuno di noi, la Madonna non ci spaventa, non ci accusa, non ci giudica, ma viene con grande rispetto . Io ripeto che ogni suo messaggio è come una preghiera, una preghiera della madre. Non è solo che noi preghiamo la Madonna, ma io direi, Lei, nella sua umiltà, col suo amore, Lei prega il tuo cuore. Prega anche stasera la Madonna: “ Caro figlio, cara figlia, apri il tuo cuore, avvicinati a me, presenta a me tutti i tuoi cari, tutti i tuoi ammalati, tutti i tuoi che sono lontani. Caro figlio, cara figlia, permetti che il mio amore possa entrare nel tuo cuore, nei tuoi pensieri, nei tuoi sentimenti, nel tuo cuore povero, nel tuo spirito”. 
L’amore della Madonna, della Vergine Maria, vuole scendere su di noi, su tutti noi, su ogni cuore. Io vorrei dire due parole sulla preghiera. 
La preghiera è il mezzo più forte che esista. Io direi che la preghiera non è soltanto allenamento spirituale, la preghiera non è solo un precetto, un comandamento per la Chiesa. Io direi che la preghiera è la vita. Come il nostro corpo non può vivere senza il cibo, così il nostro spirito, la nostra fede, il nostro rapporto con Dio si spezza, non esiste, se non esiste, se non c’è la preghiera. Quanto io credo in Dio, tanto prego. Nella preghiera si manifesta la mia fede e il mio amore. La preghiera è il mezzo più forte, non c’è un altro mezzo. Per questo la Madonna per il 90% dei suoi messaggi sempre : “Cari figli pregate. Vi invito a pregare. Pregate col cuore. Pregate finché la preghiera non diventi per voi la vita. Cari figli,mettete Gesù al primo posto.” 
Se la Madonna conoscesse un altro mezzo, di sicuro non ce lo nasconderebbe, ai suoi figli non vuole nascondere niente. La preghiera io direi è un lavoro difficile e la Madonna nei suoi messaggi non ci dice quello che è facile, quello che ci piace, ma ci dice quello che è per il nostro bene, perché abbiamo la natura ferita di Adamo. E’ più facile guardare la televisione che pregare. Quante volte forse non abbiamo voglia di pregare, non ci sentiamo disposti a pregare. Quante volte satana cerca di convincerci che la preghiera è inutile. Tante volte nella preghiera ci sentiamo dentro vuoti e senza sentimenti. 
Ma tutto questo non è importante. Nella preghiera non dobbiamo cercare i sentimenti, quelli che siano, ma dobbiamo cercare Gesù, il Suo amore. Come tu non puoi vedere la grazia con gli occhi non puoi vedere la preghiera, la fiducia, la puoi vedere grazie ad un’altra persona che vede . Non puoi vedere l’amore dell’altro, ma lo riconosci dai gesti visibili. Tutte queste realtà sono spirituali e la realtà spirituale non la vediamo, ma la sentiamo. Abbiamo la capacità di vedere, di sentire, direi di toccare queste realtà che non vediamo con gli occhi, ma le sentiamo dentro interiormente. E quando siamo nella preghiera noi sappiamo la nostra pena. Oggi l’uomo io direi soffre e si trova in una situazione di ignoranza, ignoranza per le cose esistenziali, nonostante l’uomo abbia fatto tanti progressi nella tecnica, civiltà. In tutte le altre cose umane è ignorante. Non sa, nessuno degli uomini più intelligenti sa rispondere a queste domande che l’uomo forse non pone a se stesso, ma Dio pone dentro di lui. Da dove siamo venuti su questa terra? Cosa dobbiamo fare? Dopo la morte dove andiamo? Chi ha deciso che tu devi nascere? Quali genitori devi avere quando nasci? Quando nasci ? 
Nessuno ti ha chiesto tutto questo, la vita ti è stata donata. E’ ogni uomo nella propria coscienza si sente responsabile, non ad un altro uomo , ma si sente responsabile al suo Creatore , Dio , che non è solo nostro creatore, ma è nostro padre, Gesù ci ha rivelato questo. 
Senza Gesù noi non sappiamo chi siamo e dove andiamo. Per questo la Madonna ci dice: “ Cari figli, io vengo a voi come madre e voglio mostrarvi quanto Dio, vostro padre, vi ama. Cari figli, voi non siete coscienti di quanto Dio vi ama. Cari figli, se sapeste quanto vi amo piangereste di gioia”. Una volta i veggenti hanno chiesto alla Madonna: “ Perché sei tanto bella?”. Questa bellezza non è una bellezza visibile con gli occhi, è una bellezza che riempie, che ti attrae , che ti dona la pace. La Madonna ha detto: “ Sono bella perché amo”. Se anche voi amate sarete belli, così non avrete tanto bisogno di cosmetici ( questo lo dico io, non la Madonna). Questa bellezza, che proviene da un cuore che ama, ma un cuore che odia non può mai essere bello e attraente. Un cuore che ama, un cuore che porta la pace, di sicuro è sempre bello e attraente. Anche il nostro Dio è bello sempre, è attraente. Qualcuno ha chiesto ai veggenti: “ In questi 25 anni la Madonna è invecchiata un po’? “ I veggenti hanno detto : “ Noi siamo invecchiati, ma la Madonna è sempre uguale”, perché si tratta della realtà spirituale, del livello spirituale. Noi sempre cerchiamo di capire, perché viviamo nello spazio e nel tempo e noi non possiamo mai capire questo. L’amore , l’amore non ti invecchia mai, l’amore è sempre attraente. 
Oggi l’uomo non ha fame di cibo, ma tutti siamo affamati di Dio, dell’amore. Questa fame, se noi cerchiamo di saziarla con le cose, col cibo, diventiamo ancora più affamati. Io come sacerdote, sempre mi chiedo cosa c’è qui a Medjugorje che attrae tanta gente, tanti credenti, tanti pellegrini. Cosa vedono? E non si trova una risposta. Quando si viene a Medjugorje , non è un posto così attraente, non c’è niente da vedere umanamente parlando: sono due monti pieni di sassi e due milioni di souvenir-shops, ma c’è una presenza, un realtà che non si vede con gli occhi, ma si sente col cuore. Questo mi hanno confermato tanti, ma anch’io ho sperimentato che c’è una presenza, una grazia : qui a Medjugorje è più facile aprire il cuore, è più facile pregare, è più facile confessarsi. Dio anche leggendo la Bibbia , sceglie posti concreti, sceglie persone concrete attraverso le quali annuncia, opera. 
E l’uomo, quando si trova davanti ad un’opera di Dio, si sente sempre indegno, impaurito, si oppone sempre. Se vediamo anche Mosè si oppone e dice:”Non so parlare” e Geremia dice: “Sono un bambino”, anche Giona scappa perché si sente inadeguato a quello che Dio chiede, perché le opere di Dio sono grandi. Dio opera grandi cose attraverso le apparizioni della Madonna, attraverso tutti quelli che hanno detto sì alla Madonna. Anche nella semplicità della vita quotidiana Dio opera grandi cose. Se noi guardiamo al Rosario, il Rosario è simile alla nostra vita quotidiana, semplice, monotono è una preghiera ripetitiva. Così, se guardiamo la nostra giornata, ogni giorno facciamo le stesse cose, da quando ci alziamo, fino a quando andiamo a coricarci, tante cose facciamo ogni giorno. Così anche nella preghiera ripetitiva. Oggi, per così dire, il Rosario può essere una preghiera non capita bene, perché oggi nella vita si cerca sempre qualcosa di nuovo, ad ogni costo. 
Se Noi guardando la televisione, la pubblicità sempre ci deve essere qualcosa di diverso, o nuovo, creativo. 
Così, anche noi nella spiritualità cerchiamo qualcosa di nuovo. Invece la forza del cristianesimo non è in qualcosa sempre di nuovo, la forza della nostra fede è nella trasformazione , nella potenza di Dio che trasforma i cuori. Questa è la forza della fede e del cristianesimo. Come ha detto sempre la nostra cara Madre Celeste, una famiglia che prega insieme, rimane insieme. Invece una famiglia che non prega insieme, può rimanere insieme, ma la vita comunitaria della famiglia sarà senza pace, senza Dio, senza benedizione, senza grazie. Oggi , per così dire , nella società in cui viviamo , non è moderno essere cristiani, non è moderno pregare. Sono poche le famiglie che pregano insieme. Possiamo trovare mille scuse per non pregare, televisione, impegni, lavori, e tante cose , così cerchiamo di tranquillizzare la nostra coscienza . 
Ma la preghiera è un lavoro difficile. La preghiera è qualcosa che il nostro cuore profondamente anela, cerca, desidera, perché solo nella preghiera possiamo assaggiare la bellezza di Dio che vuole prepararci e donarci. Molti dicono che quando si prega il Rosario vengono tanti pensieri, tante distrazioni. Fra Slavko diceva che quelli che non pregano non hanno problemi con le distrazioni, solo quelli che pregano. Mala distrazione non è solo problema della preghiera, la distrazione è problema della nostra vita. Se noi cerchiamo e guardiamo nel nostro cuore più profondamente, vediamo quante cose, quanti lavori facciamo distrattamente, così. 
Quando guardiamo gli uni con gli altri , siamo proprio noi stessi, o distratti o addormentati La distrazione è problema della vita. Perché la preghiera del rosario ci aiuta a vedere il nostro stato spirituale, dove siamo arrivati. Il nostro Papa defunto Giovanni Paolo II ha scritto nella sua Lettera “Rosarium Virginia Mariae” tante cose belle, che sono sicuro che ha letto anche lui i messaggi della Madonna. 
In questa sua lettera ci ha incoraggiati di pregare questa preghiera bellissima, questa preghiera forte Io, nella mia vita spirituale, quando guardo al passato, all’inizio, quando mi sono svegliato spiritualmente a Medju , ho cominciato a pregare il Rosario, mi sentivo attratto da questa preghiera. Poi sono venuto nella fase della mia vita spirituale in cui ho cercato la preghiera di tipo diversa, la preghiera di meditazione. 
La preghiera del Rosario è una preghiera per così dire orale può diventare anche una preghiera contemplativa, una preghiera profonda, una preghiera che può riunire la famiglia, perché attraverso la preghiera del Rosario Dio ci dona la sua pace, la sua benedizione, la sua grazia. Solo la preghiera può rappacificare, tranquillizzare i nostri cuori. Anche i nostri pensieri. Non dobbiamo avere paura delle distrazioni nella preghiera. Dobbiamo venire a Dio così come siamo, distratti, assenti spiritualmente nel nostro cuore e mettere sopra la sua croce, sull’altare, nelle sue mani, nel suo cuore, tutto quello che siamo, distrazioni, pensieri, sentimenti, emozioni, colpe e peccati, tutto quello che siamo. Dobbiamo essere e venire nella verità e nella sua luce. Io sempre mi meraviglio e mi stupisco per la grandezza dell’amore della Madonna, per il suo amore di madre. Soprattutto nel messaggio che la Madonna ha dato al veggente Jakov nel messaggio annuale di Natale, la Madonna si è rivolta soprattutto alle famiglie e ha detto: “ Cari figli, desidero che le vostre famiglie diventino sante”. Noi pensiamo che la santità sia per altri, non per noi, ma la santità non è contro la nostra natura umana. La santità è ciò a cui più profondamente il nostro cuore anela, cerca. La Madonna, apparendo a Medjugorje non è venuta a rubarci la gioia, a privarci della gioia, della vita. Solo con Dio possiamo godere la vita, avere la vita. Come ha detto ha detto:” Nessuno può essere felice nel peccato”. 
E sappiamo bene che il peccato c’inganna, che il peccato è qualcosa che ci promette tanto, che è attraente. Satana non si presenta brutto, nero e con le corna, di solito si presenta bello e attraente e promette tanto, ma alla fine ci sentiamo ingannati, ci sentiamo vuoti, feriti. Sappiamo bene, io sempre dico questo esempio, che può sembrare banale, ma quando tu hai rubato in un negozio della cioccolata, dopo, quando la mangi, la cioccolata non è più così dolce. Anche l’uomo quando un marito che ha tradito la moglie o la moglie che ha tradito il marito non può essere felice, perché il peccato non permette di godere la vita, di avere la vita, di avere la pace. Il peccato, nel senso più ampio, il peccato è satana, il peccato è una forza che è più forte dell’uomo.L’uomo non può vincere il peccato con le proprie forze, per questo abbiamo bisogno di Dio, abbiamo bisogno del Salvatore. 
Non possiamo salvare noi stessi, le nostre opere buone non ci salvano di sicuro,non ci salverà nemmeno la mia preghiera, la nostra preghiera. Ci salva solo Gesù nella preghiera, ci salva Gesù nella confessione che facciamo, Gesù nella S. Messa, Gesù in questo incontro salva. Nient’altro. Che questo incontro sia un’occasione,un dono, un mezzo, un momento attraverso il quale Gesù e la Madonna vogliono venire da te, vogliono entrare nel tuo cuore perché tu stasera diventi credente, colui che vede, dice, crede davvero in Dio. Gesù e la Madonna non sono persone astratte, nelle nuvole. Il nostro Dio non è qualcosa di astratto, un qualcosa che è lontano dalla nostra vita concreta. Il nostro Dio è diventato un Dio concreto, è diventato persona e ha consacrato, con la sua nascita, ogni momento della vita umana, dal suo concepimento fino alla morte. Il nostro Dio ha per così dire assorbito ogni momento, tutto il destino umano, tutto quello che tu vivi. 
Io sempre dico, quando parlo ai pellegrini a Medjugorje: “ La Madonna è qui” La Madonna qui a Medju si incontra, si prega, si sperimenta, non come una statua di legno o un essere astratto, ma come una madre, come una madre viva, una madre che ha il cuore. Molti quando vengono a Medjugorje dicono:” Qui a Medjugorje si sente una pace, ma quando si torna a casa, tutto questo svanisce”. Questo è il problema di ognuno di noi. E’ facile essere cristiani quando siamo qui in chiesa, il problema è quando torniamo a casa ,se allora siamo cristiani. Il problema è dire:” Lasciamo Gesù in chiesa e torniamo a casa senza Gesù e senza la Madonna, invece di portare nel cuore la grazia di loro con noi, di assumere la mentalità, i sentimenti di Gesù, le sue reazioni, di cercare di conoscerlo meglio e permettere che Lui trasformi me ogni giorno e sempre di più. Come ho detto, parlerò meno e pregherò di più . E’ arrivato il momento di preghiera. 
Quello che io desidero augurare a voi è che dopo questo incontro, dopo questa preghiera, la Madonna venga con te. 
Va bene.


Fonte:

Sito web della Regina della Pace

domenica 27 dicembre 2015

Bosnia-Erzegovina, viaggio tra le ferite del conflitto e il desiderio di rinascita


Ho trovato quest’articolo su Repubblica di oggi e ho voluto leggerlo con attenzione, curioso di vedere e capire come l’avvrebbero descritta.
Sono stato estremamente stupefatto, poi non più di tanto, dell’estrema superficialità con cui hanno descritto l’aspetto spirituale di questi luoghi in quanto hanno dovuto obbligatoriamente parlare di Medjugorje. E tuttavia lo hanno fatto quasi con risentimento, con la consapevolezza di voler trascurare volutamenteanche il minimo afflato spirituale. Tutto è descritto senza alcun ritegno in maniera quasi per ridicolizzare i luoghi, coloro che vi abitano e coloro che qui giungono come luogo di pellegrinaggio. Ovviamente non mancano le sottolineature circa il mancato riconoscimento da parte della Chiesa, anche questo in maniera estremamente secca e superficiale. Il tutto è poi “condito” da numerosi “errori “ che denotano una conoscenza assai supeficiale dei luoghi, specie quelli del pellegrinaggio. Ho indicato in rosso questi passi che sicuramente i lettori del mio blog riconosceranno facilmente.
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Dal monte della Croce di Medjugorje al ponte di Mostar, alla scoperta delle contraddizioni di una terra segnata dalla guerra del 1990, che ha lasciato traccia nei cuori delle persone
di AGNESE ANANASSO
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Conflitti, asperità e spiritualità. La Bosnia Erzegovina è da sempre una terra complessa, senza pace, la cui morfologia riflette la sua essenza, come un tessuto che, rivoltato, mostra la sua trama e il suo ordito. Ogni anno la piccola località di Medjugorje è meta di pellegrinaggio di migliaia di persone, credenti e non, cristiani praticanti o semplici curiosi. Il due di ogni mese, intorno alla Croce Blu, ai piedi della collina delle Apparizioni, il Podbrdo, alle prime ore del giorno una folla di credenti si riunisce in preghiera per assistere all’Apparizione della Vergine ai veggenti. Queste apparizioni, la prima nel 1981, non sono state riconosciute dalla Chiesa come fenomeni  “soprannaturali”, benché la scienza, dopo aver sottoposto i veggenti ad esami di ogni tipo, non abbia saputo spiegare cosa appaia ai loro occhi nell’istante dell’apparizione.
Proprio questo “non riconoscimento” di Medjugorje, al contrario di Lourdes o San Giovanni Rotondo, rende questo luogo veramente “aperto” a tutti, anche ai non cristiani, anche a chi semplicemente sente il desiderio di raccogliersi, di pensare lontano dalla vita quotidiana, spogliandosi di ruoli, etichette e pensieri a volte inutili, per osservare con un po' di distacco la realtà.
Orientarsi non è semplicissimo, perciò può tornare comunque utile acquistare una guida, anche in loco, visto che qui, i vari negozi di souvenir e prodotti tipici, sono “tarati” su una clientela italiana. L'italiano è in pratica la seconda lingua più diffusa, dopo quella locale.

Due tappe fondamentali sono la salita del Podbrdo, scandita da 5 bassorilievi in bronzo raffiguranti i misteri gloriosi, e quella del monte della Croce (Krizevac), con le tappe della via Crucis. Entrambe si presentano come un percorso aspro, sconnesso, una montagna di sassi, che vista dal basso sembra impossibile da scalare. Il segreto sta nel non guardare verso la cima ma guardare solo i propri piedi, passo dopo passo, senza scoraggiarsi. Fermandosi, scivolando anche, ma senza mollare, senza tornare indietro. E’ stupefacente vedere come anche persone anziane, zoppicanti, sovrappeso, riescono ad arrivare in cima. E addirittura a tornare a valle. Intere. I più “temerari” tentano l'impresa di arrampicarsi scalzi, sfidando pietre aguzze e molto spesso rese scivolose dall'umidità della notte. (ndr ovviamente l’aspetto spirituale non è preseo in nessuna considerazione, solo l’aspetto esteriore della salita su un monte “qualsiasi”).  
Senza arrivare a questo, il consiglio è di attrezzarsi con scarpe da ginnastica o da trekking. Il Podbrdo risulta, oltre che più breve, anche meno difficile rispetto al Krizevac per cui, mentre per il primo basta prevedere un paio d’ore al massimo, per il secondo è bene riservarsi una mattinata intera. Sulla vetta del Krizevac nel 1933 è stata piantata la grande Croce Bianca, diventata poi il simbolo del cammino. La fatica di arrivare in cima viene ripagata dal panorama: una vallata stupenda, selvaggia, capace di infondere pace e serenità, anche se che queste terre restano ancora profondamente segnate dalle ferite della guerra fratricida del 1990, combattuta tra serbi, croati e bosgnacchi, dopo la dissoluzione della Jugoslavia. (ndr ancora una volta l’aspetto del turismo e del paesaggismo prevale, anche se si parla di aspetti spirituali).
Sia il Podbrdo che il Krisevac sono facilmente raggiungibili in una ventina di minuti a piedi, ma per chi vuole prenedere il taxi, bastano pochi euro per coprire il tragitto. Andando a piedi verso la collina delle Apparizioni, si può tagliare per i campi, dove gli abitanti della zona si schierano sulle stradine in terra battuta mettendo in bella mostra i prodotti locali artigianali: dal miele di melograno ai merletti, ai guanti, fino ai cimeli religiosi. Tutto in vendita a pochissimo: per esempio un chilo di miele costa 2-3 euro. (ndr idem c.s.)
Perdersi a Medjugorje è impossibile ma se dovesse succedere basta guardare in alto e cercare il campanile della parrocchia, punto di riferimento per tutti i pellegrini. La particolarità di questa chiesa è la capacità di accogliere centinaia di fedeli, con grandi spazi esterni e con un’intera area destinata alla confessione, con ben 25 confessionali. Alle spalle dell'edificio, in un piccolo emiciclo è collocata la statua del Cristo Risorto, un’enorme scultura in bronzo e rame, che nasconde un mistero: da un piccolo foro vicino al ginocchio destro esce in continuazione, 365 giorni l’anno a qualsiasi temperatura, piccole gocce di un liquido non bene identificato. La statua è stata smontata e analizzata alla ricerca di un sistema di canalizzazione interno ma i risultati scientifici non hanno portato a nessun esito se non alla spiegazione che si tratta di un semplice trasudo. Per i fedeli invece quello che sgorga senza sosta dalla gamba sarebbe un siero "guaritore". Ecco perché molte persone si avvicinano alla statua per asciugarlo con dei piccoli fazzoletti e portarlo così agli ammalati. (ndr ed ora abbiamo aggiunto anche un piccolo “giallo”)
Contrariamente a quanto si potrebbe credere l’immagine simbolo di Medjugorje, il volto della Regina della Pace, il cui viso è il più fotografato al mondo, non si trova nella parrocchia del paese ma a una trentina di chilometri, nel santuario (??) di Tihajlina. Qui, all’inizio degli anni 80, venne esiliato (??) Padre Jozo, perseguitato dai Comunisti e strenuo difensore dei veggenti e delle apparizioni. Il frate raccontò di avervi trovato una statua bellissima della Madonna. Dopo averla ripulita e restaurata questa prese sembianze umane davanti ai suoi occhi. Fu Padre Jozo, su input della Madonna (??) , a immortalarne il volto e a divulgarne le foto in tutto il mondo.
A pochi chilometri da Tihajlina, in mezzo al territorio brullo e sassoso della campagna, c’è una piccola oasi, un eden inaspettato: le cascate di Kravica, che in estate si trasformano nella “spiaggia” dove trovano refrigerio gli abitanti locali. Le cascate sono alte quasi 30 metri e sgorgano da pareti di tufo ricoperte di licheni, muschi, erba, per finire in un bacino circondato da rigogliose piante di agnocasto e pioppo. In inverno, quando il rumore della folla si spegne, diventa un luogo ideale dove potersi immergere nella natura, ascoltandone i suoni e respirandone i profumi.
Tappa immancabile è la città di Mostar, a circa 30 chilometri da Medjugorje, il cui minuscolo centro storico è diviso a metà dal ponte a dorso di mulo che sovrasta il fiume Narenta. Ponte tristemente noto per essere stato bombardato e distrutto durante il conflitto del 1990. Quello che si vede oggi è la ricostruzione di un ponte costruito oltre 500 anni fa, completamente a secco, e che era sopravvissuto a ben due guerre mondiali. Tutte le tecnologie moderne non sono bastate per rifarlo a secco, quindi quello di oggi è realizzato con il cemento. È al tramonto che Mostar, grazie a una sapiente illuminazione, si trasforma in uno spettacolo per gli occhi e per il cuore, che fa passare in secondo piano la sensazione di trovarsi quasi in un suk, tra negozietti che vendono souvenir arabeggianti, bar che servono il caffè alla turca e l’eco degli altoparlanti che diffondono la voce del muezzin. Proseguendo oltre l'acciottolato, sbucando sulla strada principale alle spalle del centro storico, ci si ritrova in un'altra Mostar, quella degli edifici fantasma, dei palazzi sventrati, trivellati dai colpi d'arma da fuoco. La Mostar del cimitero islamico, fatto di lapidi su cui la data di morte ricorrente è il 1993 e l'età media delle vittime è sotto i 30 anni. Segni indelebili del conflitto, come lo sono le sole due chiese cristiane rimaste, contro le 32 moschee  (ndr ovviame si sottace il perchè di questa mostruosa differenza, considerato che Mostar era una città quasi completamente cristiana), costruite in ogni angolo della cittadina, sfruttando gli spazi verdi tra un edificio e l'altro. Ma a dominare la città non sono i minareti, bensì il campanile della chiesa francescana dei Santi Pietro e Paolo, edificata nel 1866, distrutta durante la guerra e ricostruita nel 2000. Il campanile, con i suoi 107 metri di altezza, non solo svetta sulle moschee ma è anche il più alto di tutta la Bosnia-Erzegovina. Un desiderio di rivalsa, una sfida lanciata dai cristiani ai musulmani, simbolo di un Paese ferito, che vive in una pace solo apparente. (ndr direi che più che pace si tratta di esservi sottomessi)

Come arrivare. Se non si vuole viaggiare con gruppi e associazioni religiose, si possono acquistare pacchetti che includano volo charter più soggiorno per 3-4-5 giorni. Il consiglio è cercare di arrivare in aereo a Mostar, che dista solo una trentina di chilometri da Medjugorije, anziché arrivare a Sarajevo o Zagabria, che distano circa tre ore di bus. L'alternativa è arrivare via mare, partendo da Ancona o da Bari. Medjugorje offre una vasta offerta di alloggi per tutte le tasche, dagli hotel con la spa agli affittacamere.
(ndr ovviamente l’ulteriore alternativa via terra da Trieste e poi per la bella e comoda autostratada che conduce alle porte di Medjugorje non è presa in considerazione, e neppure il bel pellegrinaggio che si vive, viaggiando in pullman).
Fonte: Repubblica

venerdì 25 dicembre 2015

Messaggio a Marija del 25 dicembre 2015

"Cari figli! Anche oggi vi porto mio figlio Gesù tra le braccia e da esse vi do la Sua pace e la nostalgia del Cielo. Prego con voi per la pace e vi invito ad essere pace. Vi benedico tutti con la mia benedizione materna della pace. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”




Marija Pavlovic comunica a R. Maria il Messaggio del 25 Dicembre 2015

Messaggio annuale a Jakov del 25 dicembre 2015

"Cari figli, tutti questi anni che Dio mi permette di essere con voi sono un segno dell’immenso amore che Dio ha verso ciascuno di voi e un segno di quanto Dio vi ama. Figlioli, quante grazie vi ha dato l’Altissimo e quante grazie vuole donarvi. Ma, figlioli, i vostri cuori sono chiusi, vivono nella paura e non permettono che l’amore di Gesù e la sua pace prendano possesso dei vostri cuori e regnino nelle vostre vite. Vivere senza Dio è vivere nella tenebra e non conoscere mai l’amore del Padre e la sua cura per ciascuno di voi. Perciò figlioli, oggi in modo particolare pregate Gesù affinché da oggi la vostra vita sperimenti una nuova nascita in Dio ed affinché la vostra vita divenga una luce che si emani da voi. In questo modo diventerete testimoni della presenza di Dio nel mondo anche per ogni uomo che vive nella tenebra. Figlioli, io vi amo e intercedo ogni giorno presso l’Altissimo per voi.Grazie per aver risposto alla mia chiamata."

giovedì 24 dicembre 2015

Miljana parla dello zio Padre Slavko Barbaric


Miljana Soldo (nipote di Padre Slavko Barbaric, famoso frate francescano di Medjugorje, teologo e psicoterapeuta, ideatore del festival internazionale dei giovani a Medjugorje) parla dello zio raccontando alcuni episodi inediti.

Padre Slavko, anche in qualità di psicoterapeuta, fu inviato nel 1982 a Medjugorje per studiare le apparizioni; diventò un fervente apostolo della Regina della pace.
Miljana racconta anche la sua esperienza vissuta a Medjugorje in relazione alla pace interiore, ai segni soprannaturali, all'importanza della preghiera e dell'incontro con Gesù durante la consacrazione.
Stigmatizza inoltre l'idolatria dei veggenti.
Video testimonianza di Miljana Barbaric dove troverete anche questo episodio

e del quale riporto un breve riassunto qui sotto: 



“All'inizio delle apparizioni, quando ancora avvenivano nella Parrocchia, venne invitato a partecipare a una di queste un sacerdote che, non convinto che li apparisse la Madonna, nascose nella tasca un'ostia consacrata per sentirsi protetto, per paura che tutto fosse opera del demonio ... (e nessuno era a conoscenza di questo.)...
La Madonna apparendo quel giorno, guardando tra i presenti disse a Vicka tutta felice: "Oggi c'è anche mio Figlio". Una delle veggenti penso' che si riferisse a Padre Slavko e glielo comunicò. ma lui non seppe dare spiegazioni ... e disse: “Avete chiesto alla Madonna?” E la veggente disse: "Si si, abbiamo chiesto ma lei solo sorrideva"... allora sentite le parole della veggente su quello che aveva detto la Madonna, il sacerdote presente tutto scosso e emozionato si fece avanti e disse: "Io so perché la Madonna ha detto questo” e mostrò l'ostia consacrata che aveva con lui in tasca e da quel momento non ebbe più nessun dubbio che la Madonna apparisse ..."

«La paura è la speranza» : Il Natale e quel bambino che ci libera dalla paura




La natività di Cristo dipinta dalla scuola di Giotto nella Basilica di Assisi
Le luci di Natale risplendono di nuovo nelle nostre strade, l’«operazione Natale» è in pieno svolgimento. E per un istante anche la Chiesa viene fatta partecipe, per così dire, della congiuntura favorevole: quando cioè, nella Notte santa, le chiese si stipano di tanta gente che però, in seguito, per molto tempo passerà ancora dinanzi alle loro porte come a qualcosa di molto lontano ed estraneo, come a qualcosa che non la riguarda. Eppure, in questa notte, per un istante Chiesa e mondo sembrano riconciliarsi. Ed è bello! Le luci, l’incenso, la musica, lo sguardo delle persone che ancora credono; e, infine, il misterioso, antico messaggio del bambino che nacque molto tempo fa a Betlemme ed è chiamato il redentore del mondo: «Cristo, il salvatore, è qui!». Questo ci commuove; eppure, i concetti che in quel momento udiamo - «redenzione», «peccato», «salvezza» - suonano come parole che ci giungono da un mondo lontano, da un tempo ormai passato: forse era bello quel mondo, ma, in ogni caso, non è più il nostro. O lo è invece?
Il mondo in cui sorse la festa di Natale era dominato da un sentimento diffuso molto simile al nostro. Si trattava di un mondo in cui il «crepuscolo degli dei» non era un modo di dire, ma un fatto reale. Tutt’a un tratto, gli antichi dèi erano divenuti irreali: non esistevano più e gli uomini non potevano più credere in quello che, per generazioni, aveva dato senso alla loro vita. Ma l’uomo non può vivere senza un senso, ne ha bisogno come del pane quotidiano. E così, tramontati gli antichi astri, egli dovette cercare nuove luci. Ma dov’erano?
Una corrente abbastanza diffusa gli offriva come alternativa il culto della «luce invitta», del sole, che giorno dopo giorno fa il suo corso sulla terra, sicuro di vincere e forte quasi come un dio visibile di questo mondo. Il 25 dicembre, al centro com’è dei giorni del solstizio invernale, soleva essere commemorato annualmente come il giorno natalizio della luce che si rigenera in tutti i tramonti, garanzia radiosa che, in tutti i tramonti delle luci caduche, la luce e la speranza del mondo non vengono meno e che da tutti i tramonti si diparte una strada che conduce a un nuovo inizio. Le liturgie della religione del sole molto abilmente si erano così appropriate di una paura e insieme di una speranza originarie dell’uomo. L’uomo primitivo, che un tempo avvertiva l’arrivo dell’inverno nel progressivo allungarsi delle notti d’autunno e nel progressivo indebolirsi della forza del sole, ogni volta si era chiesto pieno di paura: «Il sole dorato ora morirà? Ritornerà? O non sarà vinto quest’anno (o in uno degli anni a venire) dalle forze malvagie delle tenebre, tanto da non ritornare mai più?». Sapere che ogni anno tornava un nuovo solstizio d’inverno dava in fondo la certezza della sempre nuova vittoria del sole, del suo certo, perpetuo ritorno. È la festa in cui si compendia la speranza, anzi, la certezza dell’indistruttibilità delle luci di questo mondo. Quest’epoca, nella quale alcuni imperatori romani, con il culto del sole invitto, cercarono di dare ai loro sudditi una nuova fede, una nuova speranza, un nuovo senso in mezzo all’inarrestabile crollo delle antiche divinità, coincise col tempo in cui la fede cristiana tentò di guadagnare il cuore dell’uomo greco-romano. Ed essa trovò proprio nel culto del sole uno dei suoi antagonisti più insidiosi. Si trattava di un segno fin troppo visibile agli occhi degli uomini, molto più visibile e attraente del segno della croce nel quale giungevano gli annunciatori della fede in Cristo. Eppure, la loro fede e la loro luce invisibile ebbero il sopravvento sul quel messaggio visibile col quale l’antico paganesimo cercò di affermarsi.
Molto presto i cristiani rivendicarono a sé il 25 dicembre, il giorno natalizio della luce invitta, e lo celebrarono come il giorno della nascita di Cristo, in cui essi avevano trovato la vera luce del mondo. Dicevano ai pagani: «Il sole è buono e noi ci rallegriamo quanto voi per la sua continua vittoria. Ma il sole non possiede alcuna forza da se stesso. Può esistere e avere forza solo perché Dio lo ha creato. Esso quindi ci parla della vera luce, di Dio. Ed è il vero Dio che si deve celebrare, la sorgente originaria di ogni luce, non la sua opera, che non avrebbe alcuna forza senza di lui. Ma questo non è ancora tutto e nemmeno la cosa più importante. Non vi siete accorti infatti che esistono un’oscurità e un freddo rispetto ai quali il sole è impotente? Sono quell’oscurità e quel freddo che provengono dal cuore ottenebrato dell’uomo: odio, ingiustizia, cinico abuso della verità, crudeltà e degradazione dell’uomo...». E a questo punto ci accorgiamo d’improvviso quanto tutto questo sia per noi stimolante e attuale, sentiamo che il dialogo del cristiano con gli adoratori romani del sole è come il dialogo del credente di oggi col suo fratello non credente, è il dialogo incessante tra fede e mondo. Certo, la paura primitiva che il sole un giorno potrebbe scomparire ormai non ci agita più: la fisica, col fresco soffio delle sue formule chiare, l’ha scacciata da tempo.
È vero, la paura primitiva è passata, ma è anche scomparsa la paura in assoluto? O l’uomo non continua forse a essere definito dalla paura, a tal punto che la filosofia di oggi indica la paura proprio come «esistenziale fondamentale» dell’uomo? Quale epoca della storia dell’umanità ha, più della nostra, sperimentato una paura maggiore di fronte al proprio futuro? Forse l’uomo di oggi si accanisce così tanto nel presente solo perché non sopporta di guardare negli occhi il futuro: il solo pensarvi gli procura degli incubi. Non temiamo più che il sole possa essere sopraffatto dalle tenebre e non tornare; ma abbiamo paura del buio che proviene dagli uomini; scoprendo solo così quella vera oscurità che, in questo secolo di disumanità, abbiamo sperimentato più spaventosamente di quanto le generazioni che ci hanno preceduto avrebbero mai potuto immaginare. Abbiamo paura che il bene nel mondo divenga impotente, che non abbia più senso scegliere la verità, la purezza, la giustizia, l’amore, perché ormai nel mondo vale la legge di chi meglio sa farsi strada a gomitate, visto che il corso della storia sembra dare ragione a chi è senza scrupoli e brutale, non ai santi. E, d’altronde, non vediamo forse di fronte ai nostri occhi dominare il denaro, la bomba atomica, il cinismo di coloro per i quali non esiste più nulla di sacro? Spesso ci sorprendiamo in preda al timore che, alla fine, non vi sia alcun senso nel caotico corso di questo mondo; che, in fondo, la storia del mondo distingua solo fra gli sciocchi e i forti... Domina la sensazione che le forze oscure aumentino, che il bene sia impotente: ci assale più o meno quella stessa sensazione che, un tempo, prendeva gli uomini quando, in autunno e in inverno, il sole sembrava combattere la sua battaglia decisiva: «La vincerà? Il bene conserverà il suo senso e la sua forza nel mondo?».
Nella stalla di Betlemme ci è dato il segno che ci fa rispondere lieti: «Sì». Perché quel bambino, il Figlio unigenito di Dio, è posto come segno e garanzia che, nella storia del mondo, l’ultima parola spetta a Dio, proprio a quel bambino lì, che è la verità e l’amore. È questo il senso vero del Natale: è il «giorno di nascita della luce invitta», il solstizio d’inverno della storia del mondo che, nell’andamento altalenante di questa nostra storia, ci dà la certezza che anche qui la luce non morirà, ma ha già in pugno la vittoria finale.

di Joseph Ratzinger
(© 2015 Libreria Editrice Vaticana, traduzione di Pierluca Azzaro)

Fonte: Corriere della Sera

lunedì 21 dicembre 2015

Padre Slavko: Cari figli! Oggi vi invito a prepararvi alla venuta di Gesù

Noi già sappiamo che la Madonna con i suoi messaggi segue l'anno liturgico. Anche in questo messaggio, invitandoci alla preparazione per la venuta di Gesù, ci chiede di prepararci per la Sua nascita, il Suo Natale. 

Purificate i vostri cuori così da essere pronti a ricevere Gesù a Natale. Non lasciate che le cose materiali prendano il sopravvento sul Natale di Gesù! Figli cari, nasce Gesù: ricevetelo con cuore gioioso! (16 dicembre 1984)
 
Subito si vede che la Madonna ci invita a pensare alla preparazione interiore, alla preparazione del cuore. La preparazione esteriore probabilmente fra qualche giorno sarà visibile su tante strade, in tanti negozi, con tutto quello che si fa per ricordare che il Natale si avvicina. E' bene prepararsi così, perché, quando aspettiamo una persona cara, prepariamo in modo speciale le nostre case, il nostro cortile, scriviamo "benvenuto", portiamo i fiori… E’  importante, ma più importante è la preparazione del cuore. 
Il Suo cuore era preparato; infatti l'Angelo Le ha detto: "Tu sei piena di grazia". Dal momento della Sua concezione fino al momento ultimo della Sua vita sulla terra, il cuore di Maria era preparato per Gesù. Quando ha detto: "Sia fatta la Tua volontà", Gesù poteva diventare uomo nel Suo seno, incarnarsi. Così la Madonna vuole che anche i nostri cuori siano preparati a ricevere Gesù, che Gesù possa dimorare nel nostro cuore. 
Poi la Madonna ci dice alcune cose concrete. Prima cosa è la santa confessione. "Confessione" per noi è il sacramento della riconciliazione: cercare un sacerdote, dire i peccati, riconoscerli e anche pentirsi. Per noi è molto importante riconoscere il peccato, ciò che abbiamo fatto in negativo con le parole o con i comportamenti. Ma un segno della crescita interiore è quando cominciamo a vedere le cose buone che non abbiamo fatto: le omissioni. Una brutta parola che abbiamo detto a qualcuno la confesseremo di sicuro chiedendo anche il perdono; ma non bisogna dimenticare che anche una parola buona che non abbiamo detto può offendere come la parola brutta che abbiamo detto; o un buon consiglio che non abbiamo dato a qualcuno può danneggiare come un consiglio cattivo che abbiamo dato. Dobbiamo allora pregare per fare una buona confessione riconoscendo il peccato e pentendoci, ma dobbiamo anche vedere tutte le omissioni che abbiamo fatto e stiamo facendo. 
Vi invito anche a pregare per i sacerdoti, i vostri confessori, affinché possano diventare la mano misericordiosa, la mano prolungata del Signore: la confessione non è solo il perdono dei peccati, la riconciliazione, ma anche la guarigione interiore. 
Dopo una confessione fatta così come la Madonna desidera, Ella ci invita a deciderci per la santità. Anche nell'invito alla santità, troviamo prima l'invito alla guarigione, al perdono e dopo alla crescita nelle virtù. Chi cresce nell'amore verso Dio, verso gli altri e anche verso se stesso, nella pace, nella gioia e nella fiducia, può dire che cresce anche nella santità. La Madonna aggiunge che, sia la conversione, sia la decisione per la santità, devono cominciare "oggi e non domani"; perché tutti siamo un po' tentati dalla pigrizia spirituale a rimandare al domani, ma questo non va bene: "oggi". Questo "oggi" ci ricorda anche l'oggi dell'eternità e nell'eternità esiste solo un "oggi". Anche nella spiritualità della Madonna questo "oggi" è importante. Il passato bisogna darlo alla misericordia del Signore, il domani bisogna darlo alla provvidenza del Signore, al Suo amore; ma oggi dobbiamo fare tutto quello che possiamo fare, perché il bene che non abbiamo fatto oggi non possiamo farlo domani. Qui bisogna diventare di nuovo coscienti per non rimandare, non aspettare. 
Qui occorre una grande decisione per noi tutti: pregare per poter rispondere oggi. Pregare anche per tutti coloro che non sono decisi, che aspettano, che rimandano; per quelle persone nelle quali le abitudini del peccato hanno preso, hanno danneggiato o ferito la libertà o la volontà. 
La Madonna ci invita poi a prendere la via della salvezza perché vuole mostrarci la strada verso il cielo, verso il paradiso. Gesù è venuto: è Lui la salvezza, Lui offre la salvezza al mondo. E naturalmente Maria, dalla quale è nato Gesù, non vuole altro che mostrarci e avvicinarci a Gesù. Se noi Le permettiamo di avvicinarci a Gesù, significa che abbiamo intrapreso la via della salvezza e così anche la strada verso il paradiso. 
Maria ci invita ad essere "Suoi". Come Madre vuole che stiamo vicini a Lei e non solo vicini, ma vuole che diventiamo proprio "i Suoi"; e con Lei possiamo deciderci per la santità. Forse noi, così come siamo, peccatori, deboli, abbiamo anche paura a parlare di santità o deciderci a diventare santi, ma con Lei possiamo dire che tutto è possibile. 
Alla fine del messaggio ci invita ad accettare la preghiera con serietà. Avendo Lei parlato tantissime volte sulla preghiera nei messaggi, avremmo dovuto già capire che senza la preghiera non può succedere proprio niente. Ed ecco il triplice invito: "Pregate, pregate, pregate". Il tempo dell'Avvento è sempre per noi cristiani un invito speciale alla preghiera, alla preparazione per la venuta di Gesù; e molti che hanno lasciato la Messa, la confessioni, la preghiera, in questi giorni di sicuro avranno più forza per decidersi di cominciare a pregare. 
Vediamo allora di rinnovare la preghiera a livello personale, a livello della famiglia, nei gruppi di preghiera e anche nelle parrocchie: che in queste settimane prima di Natale tutta la Chiesa diventi proprio Chiesa che prega. 
Spero che questi pensieri ci aiuteranno ad andare avanti nel vero senso della preparazione al Natale. 
Signore, Dio, Padre onnipotente, con Maria vogliamo ringraziarTi per la venuta del Tuo Figlio Gesù e con Lei Ti chiediamo: dacci la grazia e prepara i nostri cuori, le nostre famiglie e tutta la Chiesa per la venuta del Tuo Figlio come hai preparato il Cuore di Maria. Dacci la grazia di una buona confessioni: che nella confessione possiamo riconciliarci con Te, con noi stessi e con gli altri; che nella confessione possiamo anche guarire. Ti preghiamo per tutti i sacerdoti perché siano buoni strumenti nella Tua mano. Dacci anche la grazia e il desiderio di diventare santi. Liberaci da tutto quello che ci tenta a rimandare la conversione al domani. Dacci la grazia di accettare il cammino della salvezza e riprendere la strada per il cielo. Dio vi benedica: nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Pace. Buona preparazione. 

Padre Slavko Barbaric

sabato 19 dicembre 2015

Come è organizzata la giornata di SER Gänswein ...


«Il giorno comincia con la Santa Messa insieme con papa Benedetto, segue il tempo per la preghiera, il breviario e la colazione. 
Dopo vado in Prefettura e inizio il mio servizio accanto a papa Francesco: ci sono le udienze, gli incontri ufficiali e così via. Terminati questi appuntamenti, torno in ufficio per preparare gli impegni successivi.
All'ora di pranzo faccio rientro al monastero per desinare con papa Benedetto. Dopo mangiato facciamo una piccola passeggiata, segue un breve riposo, poi recitiamo insieme il Rosario camminando nei Giardini Vaticani. Dopo torno di nuovo in ufficio per abbassare la montagna della posta, firmare lettere, ricevere persone. Verso le 19.30 torno a casa per cenare con papa Benedetto e le Memores.
La sera poi è il tempo per fare il segretario del Papa Emerito: sbrigare la posta arrivata e preparare tutto per il giorno seguente».


SER Gänswein


(grazie ad Adriana per la segnalazione)



Cardinal Vinko Puljic: Medjugorje è il più grande confessionale in Europa




Cardinal Vinko Puljić,



Giovedì 17 dicembre 2015 il portale telematico “Brotnjo.info” ha pubblicato ampi stralci di una lunga conversazione con Sua Eminenza il Cardinal Vinko Puljić, Arcivescovo di Sarajevo.
Egli ha detto che Medjugorje è una parrocchia posta sotto la giurisdizione del Vescovo locale di Mostar. La parrocchia è guidata dai Frati Francescani che si occupano della sua gestione e organizzazione. “Finché non sarà presa una diversa decisione”, ha detto Puljic,  “la gente ha il diritto di venire a pregare Dio e fare penitenza”.

“Medjugorje è il più grande confessionale in quest’area, non solo nei Balcani, ma anche in Europa. Questo fatto va in qualche modo apprezzato. Una decisione sul santuario non cambia nulla, è solo una questione di gestione amministrativa. Per quanto riguarda la questione delle apparizioni e dei messaggi, essi saranno ancora studiati dalla Chiesa. Non si procederà così velocemente. La Chiesa non ha fretta, ma arriva sempre al traguardo. Quindi  io non sono preoccupato né per l'atteggiamento del Santo Padre né per quello della Congregazione per la Dottrina della Fede. Per me è più importante che le persone che vengono qua,  mantengano la fede pregando correttamente, affinché rafforzino la loro fede e ritornino a casa confortati“,
ha detto Puljic.

giovedì 17 dicembre 2015

Il Messaggio Salvifico della Divina Misericordia


Si è svolta ieri pomeriggio -16 dicembre 2015 - presso l’Antoniano di Bologna, la conferenza di don Renzo Lavatori sull'attualissimo tema
Il Messaggio Salvifico della Divina Misericordia

Ritengo di fare cosa gradita proponendovi la registrazione audio della conferenza

sabato 12 dicembre 2015

Beata Vergine di Guadalupe



L'apparizione, il 9 dicembre 1531, della "Morenita" all'indio Juan Diego, a Guadalupe, in Messico, è un evento che ha lasciato un solco profondo nella religiosità e nella cultura messicana. L'evento guadalupano fu un caso di “inculturazione” miracolosa: meditare su questo evento significa oggi porsi alla scuola di Maria, maestra di umanità e di fede, annunciatrice e serva della Parola, che deve risplendere in tutto il suo fulgore, come l'immagine misteriosa sulla tilma del veggente messicano, che la Chiesa ha di recente proclamato santo.
Che cosa era accaduto in quel lontano secolo XVI in Messico?  La mattina del 9 dicembre 1531, mentre sta attraversando la collina del Tepeyac per raggiungere la città, un indio di nome Juan Diego e’ attratto da un canto armonioso di uccelli e dalla visione dolcissima di una Donna che lo chiama per nome con tenerezza. La Signora gli dice di essere "la Perfetta Sempre Vergine Maria, la Madre del verissimo ed unico Dio" e gli ordina di recarsi dal vescovo a riferirgli che desidera le si eriga un tempio ai piedi del colle. Juan Diego corre subito dal vescovo, ma non viene creduto.
Tornando a casa la sera, incontra nuovamente sul Tepeyac la Vergine Maria, a cui riferisce il suo insuccesso e chiede di essere esonerato dal compito affidatogli, dichiarandosene indegno. La Vergine gli ordina di tornare il giorno seguente dal vescovo, che, dopo avergli rivolto molte domande sul luogo e sulle circostanze dell’apparizione, gli chiede un segno. La Vergine promette di darglielo l'indomani. Ma il giorno seguente Juan Diego non può tornare: un suo zio, Juan Bernardino, è gravemente ammalato e lui viene inviato di buon mattino a Tlatelolco a cercare un sacerdote che confessi il moribondo; giunto in vista del Tepeyac decide perciò di cambiare strada per evitare l’incontro con la Signora. Ma la Signora è là, davanti a lui, e gli domanda il perchè di tanta fretta. Juan Diego si prostra ai suoi piedi e le chiede perdono per non poter compiere l’incarico affidatogli presso il vescovo, a causa della malattia mortale dello zio. La Signora lo rassicura, suo zio è già guarito, e lo invita a salire sulla sommità del colle per cogliervi i fiori. Juan Diego sale e con grande meraviglia trova sulla cima del colle dei bellissimi "fiori di Castiglia": è il 12 dicembre, il solstizio d’inverno secondo il calendario giuliano allora vigente, e ne' la stagione ne' il luogo, una desolata pietraia, sono adatti alla crescita di fiori del genere.
Juan Diego ne raccoglie un mazzo che porta alla Vergine, la quale però gli ordina di presentarli al vescovo come prova della verità delle apparizioni. Juan Diego ubbidisce e giunto al cospetto del presule, apre il suo mantello e all’istante sulla tilma si imprime e rende manifesta alla vista di tutti l'immagine della S. Vergine. Di fronte a tale prodigio, il vescovo cade in ginocchio, e con lui tutti i presenti. La mattina dopo Juan Diego accompagna il presule al Tepeyac per indicargli il luogo in cui la Madonna ha chiesto le sia innalzato un tempio. Nel frattempo l'immagine, collocata nella cattedrale, diventa presto oggetto di una devozione popolare che si è conservata ininterrotta fino ai nostri giorni. La Dolce Signora che si manifestò sul Tepeyac non vi apparve come una straniera. Ella infatti si presenta come una meticcia o morenita, indossa una tunica con dei fiocchi neri all’altezza del ventre, che nella cultura india denotavano le donne incinte. E’ una Madonna dal volto nobile, di colore bruno, mani giunte, vestito roseo, bordato di fiori. Un manto azzurro mare, trapuntato di stelle dorate, copre il suo capo e le scende fino ai piedi, che poggiano sulla luna. Alle sue spalle il sole risplende sul fondo con i suoi cento raggi. L'attenzione si concentra tutta sulla straordinaria e bellissima icona guadalupana, rimasta inspiegabilmente intatta nonostante il trascorrere dei secoli: questa immagine, che non è una pittura, ne' un disegno, ne' è fatta da mani umane, suscita la devozione dei fedeli di ogni parte del mondo e pone non pochi interrogativi alla scienza, un po’ come succede ormai da anni col mistero della Sacra Sindone.
Nel 1936, il premio Nobel per la Chimica ha la possibilità di analizzare due fili, uno rosso e uno giallo, provenienti da frammenti della tilma di Juan Diego. I risultati delle analisi, condotte con le tecniche più sofisticate allora disponibili, sono incredibili: sulle fibre non vi è traccia di coloranti, né vegetali, né animali, né minerali.
Di tutte le cose incredibili che si possono dire sull'immagine miracolosamente impressa sulla tilma di Juan Diego, certamente la più sconvolgente è quella relativa agli occhi della Madonna. Una commissione di scienziati, applicando al dipinto il metodo di ingrandimento usato dalla Nasa, ha scoperto impresse nelle Sue pupille delle microscopiche immagini di persone, come se si trattasse di una fotografia: Juan Diego, il vescovo e altri ignoti personaggi che si trovavano stupefatti e in preghiera. Esattamente cio' che vedevano in quel momento gli occhi della Madonna del dipinto durante il miracolo nella stanza del vescovo il 12 dicembre 1531. La presenza di queste immagini negli occhi è, innanzi tutto, la conferma definitiva dell'origine prodigiosa dell'icona guadalupana: è materialmente impossibile dipingere tutte queste figure in cerchietti di circa 8 millimetri di diametro, quali sono le iridi della Madonna di Guadalupe, e per di più nell'assoluto rispetto di leggi ottiche totalmente ignote nel secolo XVI.
Un altro studio scientifico che ha dato risultati molto interessanti è quello relativo alla disposizione delle stelle sul manto della Vergine, disposizione che sembra tutt'altro che casuale. Don Mario Rojas Sánchez ha identificato sulla tunica una "mappa" dei principali vulcani del Messico; quanto alle stelle, lo stesso sacerdote ha potuto accertare, grazie alla collaborazione di alcuni astronomi e dell'osservatorio Laplace di Città di Messico, che esse corrispondono alle costellazioni presenti sopra Città di Messico al solstizio d'inverno del 1531 - solstizio che, dato il calendario giuliano allora vigente, cadeva il 12 dicembre - viste però non secondo la normale prospettiva "geocentrica", ma secondo una prospettiva "cosmocentrica", ossia come le vedrebbe un osservatore posto "al di sopra della volta celeste".
Nostra Signora di Guadalupe, che appare a Juan Diego in piedi, vestita di sole, non solo gli annuncia che è nostra madre spirituale, ma lo invita –come invita ciascuno di noi - ad aprire il proprio cuore all'opera di Cristo che ci ama e ci salva.
Preghiera alla Madonna di Guadalupe
Vergine Immacolata di Guadalupe, Madre di Gesù e Madre nostra, vincitrice del peccato e nemica del Demonio, Tu ti manifestasti sul colle Tepeyac in Messico all'umile e generoso contadino Giandiego.
Sul suo mantello impri­mesti la Tua dolce Immagine come segno della Tua presenza in mezzo al popolo e come garanzia che avresti ascoltato le sue preghiere e addolcito le sue sofferenze.
Maria, Madre amabilissima, noi oggi ci offriamo a te e con­sacriamoper sempre al tuo Cuore Immacolato tutto quanto ci resta di questa vita, il nostro corpo con le sue miserie, la nostra anima con le sue debolezze, il nostro cuore con i suoi affanni e desidèri, le preghiere, le sofferenze, l'agonia.
O Madre dolcissima, ricòrdati sempre dei tuoi figli.
Se noi, vinti dallo sconforto e dalla tristezza, dal turbamento e dall'angoscia, dovessimo qualche volta dimenticarci di te, allora, Madre pietosa, per l'amore che porti a Gesù, ti chiediamo di proteggerci come figli tuoi e di non abbandonarci fino a quando non saremo giunti al porto sicuro, per gioire con Te, con tutti i Santi, nella visione beatifica del Padre. Amen.
Salve Regina
Fonte: IdM

martedì 8 dicembre 2015

Festa dell'Immacolata Concezione del B.V. Maria



E voi, figli miei, 
voi avete bisogno di me,
mi cercate,
venite a me
e fate gioire il mio Cuore materno.
Io ho ed avrò sempre amore per voi, per voi che soffrite e che offrite i vostri dolori e le vostre sofferenze a mio Figlio e a me.
Il mio amore cerca l’amore di tutti i miei figli
ed i miei figli cercano il mio amore.
(Messaggio del 2/12/2015)

Le Apparizioni della B.V. Maria

 

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Molte sono le apparizioni nella storia della Chiesa. Più che il loro messaggio, è il fatto stesso dell'apparizione che esige una nostra riflessione.
Non sembra che aggiungano nulla a quanto già noi conosciamo per fede: è come se d'improvviso si facesse visibile un mondo sempre presente, ma che abitualmente rimane nascosto, come se gli occhi dell'uomo acquistino un nuovo potere visivo e non abbiano più soltanto la capacità di vedere solo questo mondo e quanto vi avviene.
Ma che cosa di fatto possono significare le apparizioni per la Chiesa, e in modo particolare per coloro che hanno avuto la facoltà di vedere ciò che noi non vediamo?
Mi sembra che sia fondamentale che noi, dalle apparizioni, abbiamo certezza di un mondo di luce, di un mondo che è presente ma rimane invisibile e non appare che per una volontà del tutto gratuita, ma che rimane un privilegio e un dono.
È dunque prima di tutto il riconoscimento della presenza vittoriosa del bene, perché quello che appare fa parte certo del mondo di Dio.
Questo mondo divino rende testimonianza di una vittoria del bene; è perciò un dono certo di Dio che nei momenti più gravi e difficili in cui tutto sembra sommerso dal male, garantisce che il male non ha potere in quel mondo in cui tuttavia noi cristiani siamo stati introdotti dalla grazia divina.
Lo sappiamo per fede, ma nella nostra esperienza umana è come se il male sopraffacesse ogni cosa, e fosse vana ogni speranza.
Qual è questo mondo di luce che gratuitamente appare?
Generalmente è la Vergine Maria, e anche qui noi dobbiamo chiederci come mai al mondo del peccato risponda il mondo di Dio e la presenza della Vergine pura.
Prima ancora della Madonna è il Cristo che risorgendo nella sua umanità dovrebbe fare presente il mondo divino e la vittoria sul male.
Perché dunque la Vergine?
È certo, come ci insegna la liturgia, perché in Lei è la creazione intera che si è rinnovata; è Lei stessa la nuova creazione non contaminata dal male e vittoriosa.
L'apparizione anticipa dunque la vittoria di Cristo sul male?
L'apparizione della Vergine assicura che proprio la creatura già in atto primo è liberata dai condizionamenti cui è stata sottoposta soprattutto dal peccato, ma anche dalla sua condizione stessa di creatura.
Di fatto, queste apparizioni rendono testimonianza di una libertà che la creazione per sé, anche indipendentemente dal peccato, non sembra poter avere: la libertà dai condizionamenti del tempo e dello spazio...
Nelle apparizioni dunque si anticipa in qualche modo la manifestazione della vittoria del Cristo sulla potenza del male che continuamente sembra minacciare di morte il mondo presente.
Non solo anticipa, ma anche fa presente il mondo redento, anche se questo mondo rimane invisibile. Dio non assicura anticipatamente a quanto Egli ha stabilito la manifestazione della vittoria sulle forze disgregatrici, sulla potenza della morte, ma con le apparizioni ci assicura la Sua presenza.
L'apparizione non è dunque una azione di Dio sulla immaginazione dell'uomo; credo che non si possa negare la sua oggettiva realtà; veramente è la Vergine santa che appare, veramente gli uomini entrano in rapporto con Lei e con il suo Figlio divino.
Così l'uomo vive in due mondi: uno visibile che tuttavia è destinato a finire, e un mondo invisibile che non potrebbe essere violato da coloro che lo negano.
È questo il vero mondo che Dio ha redento; la Vergine non può abbandonare i suoi figli prima della manifestazione pubblica e solenne della sua vittoria sul male.
Madre di tutti, essa non potrebbe separarsi da noi che viviamo nella pena, sottoposti ad ogni tentazione, incapaci di sottrarci alla morte.
Essa non appartiene più al mondo di quaggiù, ma la sua presenza nelle sue apparizioni ci assicura che il mondo divino è già presente, e la prova non potrà superare la grazia, soprattutto non potrà impedire mai alla Vergine Madre di soccorrere i figli che si trovano coinvolti nel combattimento contro le potenze dell'inferno.
Il mondo di Dio non solo è reale, ma non è minimamente separato dal mondo di quaggiù: è il mondo di quaggiù che potrebbe essere separato dal mondo redento.
Le apparizioni dicono dunque la duplice dimensione della vita dell'uomo.
Egli vive in un mondo in cui Dio sembrerebbe assente e per la fede invece vive nel mondo di Dio.
L'uomo è come diviso da queste due dimensioni; facendo parte del mondo presente egli sembra vivere nel "mondo dell'assenza", ma vive anche nel mondo di una creazione già rinnovata dalla presenza di Dio.

 

don Divo Barsotti

venerdì 4 dicembre 2015

Angolo teologico – Riflessione sui Messaggi di Medjugorje di Don Renzo Lavatori (12) – Messaggio a Marja del 25 novembre 2015 e Messaggio a Mirjana del 2 dicembre 2015

Messaggio a Marija del 25 novembre 2015

"Cari figli! Oggi vi invito tutti: pregate per le mie intenzioni. La pace è in pericolo perciò figlioli, pregate e siate portatori della pace e della speranza in questo mondo inquieto nel quale satana attacca e prova in tutti i modi. Figlioli, siate saldi nella preghiera e coraggiosi nella fede. Io sono con voi e intercedo davanti a mio figlio Gesù per tutti voi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”


Commento teologico di Don Renzo Lavatori

Un messaggio molto breve ma incisivo. Esso abbraccia alcuni aspetti importanti del momento difficile che viviamo:

1. Uno riguarda la preghiera che questa volta assume un risvolto particolare. Da una parte Maria in modo solenne e autorevolmente materno rivolge un invito pressante: “pregate secondo le mie intenzioni”. Dall’altra parte si rivolge a “tutti” senza alcuna eccezione; ciò significa che la preghiera riguarda la totalità dei suoi figli, volendo sottolineare che si tratta di qualcosa di molto importante se tutti devono essere coinvolti. In effetti l’unione di tutti nella preghiera costituisce una forza spirituale poderosa, di cui Maria sente la necessità e l’urgenza. Pertanto non si può fare i sordi o rimanere indifferenti, come se fosse la solita richiesta ripetuta ogni volta e di cui non cogliamo il significato vitale. Si tratta invece di un’arma molto vigorosa che Ella mette nelle nostre mani per sconfiggere tanti malanni. La preghiera diventa il baluardo preponderante a cui arroccarci per affrontare e superare le gravi difficoltà odierne, dentro e fuori della Chiesa. Da tenere presente che occorre una preghiera corale, cioè comunitaria, fatta dall’insieme di più persone con la medesima fede e calore. Si capisce così come siano cari al Cuore immacolato di Maria gli incontri di gruppi che si ritrovano a pregare assieme più volte, nella settimana e al mese, sia nelle chiese come nelle case, piccole chiese domestiche. Maria aggiunge che la preghiera deve essere indirizzata a Dio “secondo le sue intenzioni”. Quali sono le intenzioni di Maria? Non si scappa, perché risulta chiaro che se Ella è nostra Madre, non ha altro interesse che la salvezza dei suoi figli sotto tutti gli aspetti, fisico, psichico, sociale, spirituale, familiare. Mettendo la nostra preghiera filiale nel suo Cuore materno, di fatto diamo alla preghiera un’impronta potente che ci assicura la divina protezione e la sua grazia liberatrice e guaritrice. Attraverso sua Madre Gesù non può non intervenire in nostro soccorso; Lui stesso lo ha stabilito sulla croce e lo ha dimostrato in antecedenza alle nozze di Cana, in cui compie il miracolo del vino proprio in ragione dell’intervento della Madre.

2. Un secondo aspetto concerne la pace, “che è in pericolo”, come tutti possiamo constatare dietro gli eventi sanguinosi a cui assistiamo quotidianamente. Ma di quale pace si tratta? A noi fa impressione la guerra fratricida e sanguinosa, che rimane un drammatico flagello e una minaccia sull’umanità, ma per ottenere la vera duratura pace non bastano i rapporti diplomatici o le armi da fuoco che aizzano sempre odio, la pace viene attuata e assicurata se proviene dal Cielo, cioè da suo Figlio. Per questa ragione occorre pregare incessantemente e con grande fede, sapendo che chi prega porta nel suo cuore Dio, il suo Amore, il fuoco ardente dello Spirito Santo, la sua luce, la sua santità, porta la serenità e la quiete, allontanando ogni potenza avversa che si accanisce contro di noi o si annida dentro di noi per strapparci la speranza dal cuore. La pace perciò comincia da noi stessi e dal nostro intimo amore di Dio, che dovrebbe costantemente abitare in noi.

3. Un terzo aspetto consiste nel renderci conto che “Satana attacca e prova in tutti i modi”. Si tratta perciò di una guerra anzitutto spirituale che va combattuta strenuamente con le armi spirituali, di cui la preghiera è l’artefice principale, la fonte inesauribile della vera pace che allontana le insidie del Maligno e ci libera da ogni avversità. In tal modo diventiamo “portatori della pace e della speranza in questo mondo inquieto”. Parole veritiere che aprono l’animo non al turbamento ma ad una grande fiducia e che devono calare nella nostra vita concretamente e gioiosamente. La potenza divina è più forte di ogni altra forza umana e diabolica. La preghiera ci assicura di essere sorretti da tale potenza onnipotente. Maria ne è la mediatrice e colei che “intercede per noi davanti al Figlio suo Gesù”. Siamo dunque sinceramente pronti alla richiesta della Vergine che sta in mezzo a noi e ci sostiene, ci illumina, ci conforta, ci difende e prega per noi mentre chiede a noi di pregare secondo le sue intenzioni in un mirabile scambio di amore e di comunione tra Cielo e terra. Veramente un tale legame mantiene salda la nostra fede che si fa coraggiosa e fiduciosa. Se Maria, che ha sconfitto l’antico serpente, sta accanto a noi, non dobbiamo mai perdere la speranza e la gioia del cuore. A Lei si innalza il nostro affetto, la nostra docilità e la nostra confidente filiale preghiera:

Grazie, o Vergine Santa, del tuo amorevole conforto e sostegno. Sei una meravigliosa Madre di noi tuoi piccoli deboli figli. Ti vogliamo tanto bene e ci stringiamo attorno a Te nella certezza di trovare in Te il rifugio sicuro e sereno come quello dei bimbi in braccio alla Madre. Allontana le insidie del nemico infernale, converti i cuori a tuo Figlio affinché l’umanità possa ritrovare nella grazia divina un tempo di quiete e di bontà.

 

Messaggio a Mirjana del 2 dicembre 2015

“Cari figli, io sono sempre con voi, perché mio Figlio vi ha affidato a me. E voi, figli miei, voi avete bisogno di me, mi cercate, venite a me e fate gioire il mio Cuore materno. Io ho ed avrò sempre amore per voi, per voi che soffrite e che offrite i vostri dolori e le vostre sofferenze a mio Figlio e a me. Il mio amore cerca l’amore di tutti i miei figli ed i miei figli cercano il mio amore. Per mezzo dell’amore, Gesù cerca la comunione tra il Cielo e la terra, tra il Padre Celeste e voi, miei figli, la sua Chiesa. Perciò bisogna pregare molto, pregare ed amare la Chiesa a cui appartenete. Ora la Chiesa soffre ed ha bisogno di apostoli che, amando la comunione, testimoniando e dando, mostrino le vie di Dio. Ha bisogno di apostoli che, vivendo l’Eucaristia col cuore, compiano opere grandi. Ha bisogno di voi, miei apostoli dell’amore. Figli miei, la Chiesa è stata perseguitata e tradita fin dai suoi inizi, ma è cresciuta di giorno in giorno. È indistruttibile, perché mio Figlio le ha dato un cuore: l’Eucaristia. La luce della sua risurrezione ha brillato e brillerà su di lei. Perciò non abbiate paura! Pregate per i vostri pastori, affinché abbiano la forza e l’amore per essere dei ponti di salvezza. Vi ringrazio!”


Commento teologico di Don Renzo Lavatori

In questo messaggio sono posti in evidenza tre grandi ambiti della nostra vita cristiana: uno è quello dell’Amore e il secondo è quello della Chiesa, ambedue incentrati nella Eucaristia.

1. Non dobbiamo mai stancarci di riflettere sull’amore che costituisce il cuore pulsante dell’esistenza umana e cristiana. La Vergine insiste giustamente, perché se non si vive di amore, di fatto si va incontro alla morte. L’amore porta la vita, la fecondità, l’eternità, mentre l’egoismo e l’odio causano la distruzione, la sterilità, l’infelicità. Il primo viene da Dio, il secondo da Satana e dal peccato degli uomini. Pertanto il discorso assume un valore fortissimo: o stiamo da una parte o dall’altra. Non si può rimanere in mezzo, nella incertezza e nell’ambiguità, nella confusione e nel dubbio. Il tempo che viviamo ci porta a tale radicale determinazione di scelta concreta e fattuale tra la salvezza voluta e portata da Gesù o la disfatta, la cattiveria, insinuata e diffusa dal Maligno. Non c’è più spazio né tempo per i compromessi tra l’una e l’altra sfera che si dissociano in modo assoluto. Ogni stato di falso accomodamento non regge nell’ora presente così gravida di oscurità e di tempeste. La decisione per Gesù deve essere chiara, forte e indiscussa, altrimenti ci troviamo in mano ad una drammatica rovina non solo a livello terreno ma anche per l’attuazione del Regno di Dio. Da qui provengono le parole di Maria: “Io ho e avrò sempre amore per voi, per voi che soffrite e offrite i vostri dolori e le vostre sofferenze a mio Figlio e a me”. Se noi entriamo dentro questo flusso di amore materno e filiale tra Maria e noi, veramente la nostra vita e, in essa, la vita della Chiesa e del mondo cambierà rotta e potrà ritrovare la via della giustizia, della pace e della concordia. Proprio Lei, la nostra dolcissima Madre, è stata scelta da Gesù sulla croce, per essere affidata a noi figli suoi tramite il discepolo, come noi siamo stati affidati a Lei nostra Madre: “Io sono sempre con voi, perché mio Figlio vi ha affidati a me”. La volontà suprema di Gesù crocifisso diventa la fonte da cui scaturisce l’amore materno di Maria e il nostro amore filiale verso di Lei. Nasce così il legame strettissimo e reciproco fra Lei e ciascuno di noi. Ella lo sente fortemente e ce lo dice con grande semplicità e trasporto, anche noi dobbiamo capirlo, sentirlo profondamente, viverlo concretamente e quotidianamente. L’unione tra Maria e noi diventa un baluardo di serenità e di forza, di conforto e di difesa. Cerchiamo di accogliere il gesto generoso e benevolo di Gesù del dono di sua Madre, facciamolo calare nel nostro animo come un tesoro impareggiabile e prezioso, quale roccia incrollabile dell’amore, che come una dolce catena unisce il Cielo alla terra e la terra al Cielo: “il mio amore cerca l’amore di tutti i miei figli e i miei figli cercano il mio amore”. In tal modo Ella ci accomuna a Gesù suo Figlio e al Padre celeste per formare una sola, grande famiglia: la Chiesa.

2. Di fatto il secondo nucleo del messaggio verte propriamente sulla Chiesa, in quanto noi, figli di Maria, formiamo la Chiesa di Cristo, il nuovo popolo di Dio, il corpo mistico di cui Cristo è il Capo e lo Spirito Santo è come l’anima, il gregge di cui Gesù è pastore, la sposa dell’Agnello immolato e glorioso. A questo punto lo sguardo della Vergine si volge precisamente sulla Chiesa e ne descrive la triste situazione, che comprende due lati: da una parte il lato doloroso della “Chiesa che soffre ed ha bisogno di apostoli che, amando la comunione, testimoniando e dando, mostrino le vie di Dio”. Qui si mette in evidenza il periodo difficile e critico in cui la Chiesa vive tra difficoltà e problemi sia all’esterno con le persecuzioni e gli attacchi offensivi e violenti sia all’interno con scandali, divisioni e contrasti, confusioni e disorientamenti. Dall’altra parte la Vergine afferma con chiarezza e verità che “la Chiesa è indistruttibile”, nel senso che le porte degli inferi non prevarranno contro di lei. Le parole di Gesù, che Maria fa sue, offrono sicurezza e coraggio. Occorre procedere e andare avanti con grande lena e fiducia. La Chiesa appartiene a Cristo e nessuno può strapparla dalle sue mani vittoriose sulla croce e nella risurrezione. Egli ne è il Pastore vigile e attento, lo Sposo amorevole e vigoroso, il Capo autorevole e glorioso. Noi ne siamo le membra che, restando avvinte al Capo, portano vita, salute e crescita a tutto il corpo. Infatti, nonostante le persecuzioni, le avversità e i tradimenti, “la Chiesa è cresciuta di giorno in giorno”. Anche oggi essa cresce, si sviluppa, si purifica e si rinnova. Tale certezza non deve mai venir meno, neanche nei momenti più terribili, per conservare sempre la fiducia e il coraggio del nostro cammino cristiano.

3. Il centro di tale forza e vitalità indistruttibile della Chiesa è data propriamente dalla Eucaristia, che costituisce “il cuore pulsante della Chiesa”. Noi ce ne rendiamo conto? Apprezziamo il dono immenso e meraviglioso del sacramento eucaristico? Dobbiamo ricuperare il senso vitale e salutare della Eucaristia, farmaco dell’immortalità e di felicità, vita della nostra vita, vincolo indissolubile di comunione tra tutte le membra dell’unico corpo ecclesiale. Da qui l’importanza di mettere Gesù sacramentato al centro della nostra vita spirituale sia con la partecipazione viva e raccolta alla santa Messa, sia con l’adorazione silenziosa e prolungata davanti al SS.mo Sacramento. Lì solo attingiamo luce, grazia, energia, serenità per vivere pienamente la nostra fede e attuare l’amore di Gesù per i fratelli più bisognosi. L’Eucaristia deve diventare il punto di attrazione, del desiderio intimo, della contemplazione a tu per tu con Gesù nel reciproco guardarsi amoroso, con tutto il nostro essere immerso in Lui e coinvolto nella sua potenza infinita di amore. Da lì, da quella Fonte inesauribile di risurrezione, acquistiamo sempre nuova linfa per essere più freschi e vivi fino all’incontro eterno con il Cristo glorioso nella beatitudine celeste per ringraziarlo del dono immenso della Eucaristia: O Gesù, sulla croce ci hai lasciato il dono meraviglioso di tua Madre, nell’ultima cena, prima della tua passione, ci hai donato il tuo stesso corpo e sangue per essere nostro cibo e bevanda, nutrirci di te stesso ed essere avvolti dal tuo amore infinito, un amore perenne, volendo restare in mezzo a noi per tutti i giorni del tempo terreno. Nulla di più grande avremmo potuto mai pensare, mio caro Gesù! Nascono così i tre grandi amori che formano la ricchezza e la bellezza della Chiesa: il Cristo crocifisso e risorto, l’Eucaristia quale memoriale della sua pasqua e caparra della vita immortale, la Vergine Maria quale madre amorevole e compagna di viaggio nel pellegrinaggio terreno. Grazie, o Signore Gesù. A te la lode e la gloria nei secoli dei secoli.

 


don_renzo_lavatoriDon RENZO LAVATORI, laureato in teologia e filosofia, membro della Pontificia Accademia di Teologia, docente di Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università Urbaniana e altre Università ecclesiastiche di Roma. Conosciuto per numerose pubblicazioni sui temi fondamentali della fede e per le sue trasmissioni mensili a Radio Maria. Tra le sue opere in particolare: Gli angeli. Storia e pensiero, Marietti, Genova 1991; Milano 2000.2003; Satana un caso serio. Saggio di demonologia cristiana, EDB, Bologna 1996; Gli Angeli, Newton-Compton, Roma 1996; Il diavolo tra fede e ragione, EDB, Bologna 2001; Antologia diabolica, UTET, Torino, 2008.
Don Renzo Lavatori ha recentemente pubblicato un altro volume sull’angelologia: L' angelo, un fascio di luce sul mondo, La Fontana di Siloe, Torino, 2014 (cliccare sul link per ordinarlo)

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