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Richiesta di preghiere

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Per la Richiesta di Preghiere è possibile da oggi utilizzare il MODULO che si trova qui a sinistra.

Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

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giovedì 29 novembre 2012

Novena dell’Immacolata (1)

Durante la Novena dell’Immacolata  ricordiamo anche di pregare come ha chiesto la Madonna a Medjugorje

Messaggio del 28 novembre 1983 (Messaggio straordinario)
Pregate! Pregate! Pregate ogni giorno durante la novena dell’Immacolata le preghiere di consacrazione ai Cuori di Gesù e Maria.


Messaggio del 27 novembre 1983 (Messaggio dato al gruppo di preghiera)
Pregate il più spesso possibile questa preghiera di consacrazione al Sacro Cuore di Gesù: “O Gesù, noi sappiamo che tu sei misericordioso e che hai offerto il tuo cuore per noi. Esso è incoronato dalle spine e dai nostri peccati. Noi sappiamo che tu ci supplichi costantemente affinché noi non ci perdiamo. Gesù, ricordati di noi quando siamo nel peccato. Per mezzo del tuo Cuore fa’ che tutti gli uomini si amino. Sparisca l’odio tra gli uomini. Mostraci il tuo amore. Noi tutti ti amiamo e desideriamo che tu ci protegga col tuo Cuore di buon pastore e che ci liberi da ogni peccato. Gesù, entra in ogni cuore! Bussa, bussa alla porta del nostro cuore. Sii paziente e non desistere mai. Noi siamo ancora chiusi perché non abbiamo capito il tuo amore. Bussa continuamente. Fa’, o Buon Gesù, che ti apriamo i nostri cuori almeno nel momento in cui ci ricordiamo della tua passione sofferta per noi. Amen”.

Messaggio del 28 novembre 1983 (Messaggio dato al gruppo di preghiera)
Rivolgetevi al mio Cuore Immacolato con queste parole di consacrazione: “O Cuore Immacolato di Maria, ardente di bontà, mostra il tuo amore verso di noi. La fiamma del tuo Cuore, o Maria, scenda su tutti gli uomini. Noi ti amiamo tanto. Imprimi nei nostri cuori il vero amore così da avere un continuo desiderio di te. O Maria, umile e mite di cuore, ricordati di noi quando siamo nel peccato. Tu sai che tutti gli uomini peccano. Donaci, per mezzo del tuo Cuore Immacolato, la salute spirituale. Fa’ che sempre possiamo guardare alla bontà del tuo Cuore materno e che ci convertiamo per mezzo della fiamma del tuo cuore. Amen”.

Novena dell’Immacolata

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1. Introduzione

Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Vieni Santo Spirito, riempi il cuore dei tuoi fedeli e accendi in noi il fuoco del Tuo amore.
V. Manda il Tuo Spirito, Signore, e tutto sarà ricreato.
R. E rinnoverai la faccia della terra.

Preghiamo.
O Dio, che con il dono dello Spirito Santo guidi i fedeli alla piena luce della verità, donaci di gustare nel medesimo tuo Spirito la vera sapienza e di godere sempre del suo conforto. Per Cristo Nostro Signore. Amen.

2. Orazione iniziale
Vergine purissima, concepita senza peccato, tutta bella e senza macchia dal primo istante, Ti venero oggi sotto il titolo di Immacolata Concezione. Il Tuo Divino Figlio mi ha insegnato, attraverso la Sua stima, rispetto e sottomissione a Te, quali onori e omaggi io Ti dovrei prestare. Tu sei il rifugio sicuro dei peccatori pentiti e per questo ricorro a Te, attraverso questa novena.  Sei la Madre di Misericordia cui presento le mie miserie e ti chiedo di aiutarmi, poiché, dopo Gesù, sei tutta la mia speranza. Con la Tua intercessione materna, Madonna piena di bontà e potere presso il Signore, Ti supplico di farmi ottenere … (indicare la grazia spirituale o materiale). Se ciò che Ti chiedo non è per la gloria di Dio ed il bene della mia anima, fammi avere quello che sia più conforme a entrambi.
Amen!

3. Orazione del giorno

Primo Giorno
O Immacolata Concezione, questo dolce nome m’invita ad avere fiducia in Te, mi porta conforto e fortifica la mia Fede. Maria, Madre mia, ho totale fiducia nella Tua potente intercessione presso il Signore e Ti chiedo di aiutarmi a conservare sempre accesa in mezzo al mondo la fiamma della Fede, che ho ricevuto nel Battesimo. Sii il mio soccorso, Immacolata Concezione e ottienimi dal Nostro Padre Celeste, per i meriti di Tuo Figlio, la grazia di … (enunciare la richiesta). Amen!

Secondo Giorno
O Immacolata Concezione, Tu più di qualunque altra creatura, conosci le mie debolezze e viltà. O Maria, aiutami a resistere alle tentazioni e Ti prego oggi in modo particolare per tutti quelli che soffrono nello spirito, nel cuore e nel corpo. Sii il mio soccorso,  Immacolata Concezione e ottienimi dal Nostro Padre Celeste, per i meriti di Tuo Figlio, la grazia di … (enunciare la richiesta). Amen!

Terzo Giorno
O Immacolata Concezione, Tu hai voluto, a Lourdes e a Fatima, indicarmi l’importanza e l’efficacia della preghiera e del sacrificio, contribuendo all’opera di salvezza delle anime. Dammi oggi una sete ardente di preghiera e sacrificio per amore delle anime più bisognose. Sii il mio soccorso, Immacolata Concezione e ottienimi dal Nostro Padre Celeste, per i meriti di Tuo Figlio, la grazia di … (enunciare la richiesta). Amen!

Quarto Giorno
O Immacolata Concezione, Madre mia, prendimi per mano, conducimi a Gesù, per scoprire, ascoltare e comprendere senza deformazione e in tutta purezza, verità e  chiarezza, la Parola di salvezza, così come il Tuo Divino Figlio l’ha rivelata. Sii il mio soccorso, Immacolata Concezione e ottienimi dal Nostro Padre Celeste, per i meriti di Tuo Figlio, la grazia di … (enunciare la richiesta). Amen!


Quinto Giorno
O Immacolata Concezione, Salute degli infermi, che guarisci i malati, prega per loro e intercedi per me. O Madre mia, sai bene che inciampo e molte volte cado. Aiutami ad alzarmi dalle mie cadute e a continuare il mio cammino, confidando nella tua materna sollecitudine. Ti affido oggi specialmente i malati e i disperati. Sii il mio soccorso, Immacolata Concezione e ottienimi dal Nostro Padre Celeste, per i meriti di Tuo Figlio, la grazia di … (enunciare la richiesta). Amen!

Sesto Giorno
O Immacolata Concezione, insegnami a vivere tutti i momenti della mia vita alla presenza di Dio e ad elevare i miei pensieri, il mio cuore e la mia anima al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo. Ti chiedo specialmente che Tu interceda con il Tuo potere e con il Tuo amore materno per la Santa Chiesa, per il Santo Padre e per tutti i pastori.  Che tutti siano una cosa sola! Sii il mio soccorso, Immacolata Concezione e ottienimi dal Nostro Padre Celeste, per i meriti di Tuo Figlio, la grazia di … (enunciare la richiesta).
Amen!

Settimo Giorno
O Immacolata Concezione, Ti chiediamo, oggi, con la semplicità dei bambini che, distaccati dai beni materiali e rassegnati alle sofferenze, camminiamo guidati dalla pratica delle Beatitudini verso il Regno del Cielo. Così, Madre mia, potremo già su questa  terra cominciare a conoscere la gioia celeste e cantare, con Te: Magnificat. Sii il mio soccorso, Immacolata Concezione e ottienimi dal Nostro Padre Celeste, per i meriti di Tuo Figlio, la grazia di … (enunciare la richiesta). Amen!

Ottavo Giorno
O Immacolata Concezione, Consolatrice degli afflitti, guarda le mie sofferenze e i miei dolori. Sii Colei che rimane sempre con me, anche quando i miei occhi si chiuderanno a questa terra ed io mi presenterò al Tuo Divino Figlio. Madre mia, custodiscimi sempre al Tuo fianco e stringimi vicino al Tuo cuore, perché è all’ombra della Croce che sono diventato Tuo Figlio. Vergine Maria, aumenta giorno per giorno il mio amore verso di Te ed il Tuo Divino Figlio. Sii il mio soccorso, Immacolata Concezione e ottienimi dal Nostro Padre Celeste, per i meriti di Tuo Figlio, la grazia di … (enunciare la richiesta). Amen!

Nono Giorno
O Immacolata Concezione, Madre mia, nel vuoto e, molte volte, nell’oscurità della mia vita, nell’oscurità del mondo moderno nel quale il male è potente, Ti supplico, portaci speranza e restaura la Nostra fiducia. Intercedi per me presso Tuo Figlio misericordioso, chiedendoGli il Suo perdono per le mie colpe e per quelle di tutta l’umanità. Sii il mio soccorso, Immacolata Concezione e ottienimi dal Nostro Padre Celeste, per i meriti di Tuo Figlio, la grazia di … (enunciare la richiesta). Amen!

4. Preghiere e Orazione finale

Recitare un Padre nostro, un’Ave Maria e un Gloria.

O Maria concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a te!

O Dio, che con l'Immacolata Concezione della Vergine, hai preparato al tuo Figlio una degna dimora e, in previsione della morte di Lui, l'hai preservata da ogni macchia, concedi anche a noi, per Sua intercessione, di giungere fino a Te, in purezza di spirito. Noi Te lo chiediamo per il Nostro Signore Gesù Cristo. Così sia!

martedì 27 novembre 2012

Supplica per la Festa della Medaglia Miracolosa

 

Da recitarsi alle 17 del 27 Novembre, festa della Medaglia, in ogni 27 del mese, ed in ogni urgente necessità.

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O Vergine Immacolata, noi sappiamo che sempre ed ovunque sei disposta ad esaudire le preghiere dei tuoi figli esuli in questa valle di pianto, ma sappiamo pure che vi sono giorni ed ore in cui ti compiaci di spargere più abbondantemente i tesori delle tue grazie.
Ebbene, o Maria, eccoci qui prostrati davanti a te, proprio in quello stesso giorno ed ora benedetta, da te prescelta per la manifestazione della tua Medaglia. Noi veniamo a te, ripieni di immensa gratitudine ed illimitata fiducia, in quest'ora a te sì cara, per ringraziarti del gran dono che ci hai fatto dandoci la tua immagine, affinché fosse per noi attestato d'affetto e pegno di protezione.
Noi dunque ti promettiamo che, secondo il tuo desiderio, la santa Medaglia sarà il segno della tua presenza presso di noi, sarà il nostro libro su cui impareremo a conoscere, seguendo il tuo consiglio, quanto ci hai amato e ciò che noi dobbiamo fare, perché non siano inutili tanti sacrifici tuoi e del tuo divin Figlio. Sì, il tuo Cuore trafitto, rappresentato sulla Medaglia, poggerà sempre sul nostro e lo farà palpitare all'unisono col tuo.
Lo accenderà d'amore per Gesù e lo fortificherà per portar ogni giorno la propria croce dietro a Lui. Questa è l'ora tua, o Maria, l'ora della tua bontà inesauribile, della tua misericordia trionfante, l'ora in cui facesti sgorgare per mezzo della tua Medaglia, quel torrente di grazie e di prodigi che inondò la terra. Fai, o Madre, che quest'ora, che ti ricorda la dolce commozione del tuo Cuore, la quale ti spinse a venirci a visitare e a portarci il rimedio di tanti mali, fai che quest'ora sia anche l'ora nostra: l'ora della nostra sincera conversione, e l'ora del pieno esaudimento dei nostri voti.
Tu che hai promesso proprio in quest'ora fortunata, che grandi sarebbero state le grazie per chi le avesse domandate con fiducia: volgi benigna i tuoi sguardi alle nostre suppliche. Noi confessiamo di non meritare le tue grazie, ma a chi ricorreremo, o Maria, se non a te, che sei la Madre nostra, nelle cui mani Dio ha posto tutte le sue grazie? Abbi dunque pietà di noi. Te lo domandiamo per la tua Immacolata Concezione e per l'amore che ti spinse a darci la tua preziosa Medaglia.
O Consolatrice degli afflitti, che già ti inteneristi sulle nostre miserie, guarda ai mali da cui siamo oppressi. Fai che la tua Medaglia sparga su di noi e su tutti i nostri cari i tuoi raggi benefici: guarisca i nostri ammalati, dia la pace alle nostre famiglie, ci scampi da ogni pericolo. Porti la tua Medaglia conforto a chi soffre, consolazione a chi piange, luce e forza a tutti. - Ma specialmente permetti, o Maria, che in quest'ora solenne ti domandiamo la conversione dei peccatori, particolarmente di quelli, che sono a noi più cari. Ricordati che anch'essi sono tuoi figli, che per essi hai sofferto, pregato e pianto. Salvali, o Rifugio dei peccatori, affinché dopo di averti tutti amata, invocata e servita sulla terra, possiamo venirti a ringraziare e lodare eternamente in Cielo. Cosi sia.

Salve Regina e tre volte "O Maria, concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a Te".

Fonte: IdM

La Medaglia Miracolosa

Cari fratelli,
vi presentiamo l’apparizione della Madonna a Rue du Bac, conosciuta per la "Medaglia Miracolosa".
È una piccola medaglia della Madonna per eccellenza, perché è l'unica da Lei ideata e voluta, già conosciuta in quasi tutto il mondo e  chiamata “miracolosa” per le grazie, i prodigi e i miracoli che le vengono attribuiti.

La Medaglia fu coniata, e tante furono le guarigioni spirituali e corporali che si ottennero, che dal popolo riconoscente fu battezzata appunto  "Miracolosa".
Portiamola dunque con fede; portiamola sempre; procuriamola a tutti quelli a cui vogliamo assicurare la specialissima protezione promessa da Maria SS.

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Santa Caterina e la Medaglia Miracolosa

Ma dove e come ha avuto origine la Medaglia miracolosa? Essa risale al 1830. La sua origine è veramente meravigliosa. Si può dire che questa medaglietta è "miracolosa " già nel suo nascere.

Siamo a Parigi. Ci troviamo nella Casa Madre delle Suore di San Vincenzo de' Paoli e Santa Luisa de Marillac, le Figlie della Carità. Tra le novizie c'è un'umile suora che si chiama Suor Caterina Labouré, oggi Santa. A quest'umile novizia, nascosta e sconosciuta, avverranno alcuni dei fatti più straordinari che possono capitare a una creatura sulla terra: le apparizioni della Vergine Immacolata. Perché a Suor Caterina? ... Perché proprio a lei? ..

Perché era una Suora tanto umile, tanto semplice, tanto angelica...

La conferma più splendida della lode di Gesù agli umili la troviamo nel comportamento di S. Caterina dopo i fatti straordinari: ella seppe tenere nascosto il segreto delle apparizioni della Madonna per ben 46 anni, ossia fino alla morte, rivelandolo soltanto al suo confessore. A questi "piccoli" Dio dona le cose più grandi.

"Ecco un'altra Mamma!"

clip_image002Fin da piccina, S. Caterina Labouré ebbe nel Cuore una devozione così tenera e filiale verso la Madonna che quando le morì la mamma, ella riunì i fratellini ai piedi di una statuina di Maria e disse loro "Non abbiamo più la mamma: ecco un'altra Mamma!"

Visse così, laboriosa e pura, fino alla sua giovinezza.

La Sposa di Gesù.

Finalmente, superati ostacoli amarissimi, la pia giovane poté entrare nel noviziato delle Figlie della Carità, a Parigi, in Rue du Bac.

Ecco il proposito fondamentale scritto da lei stessa con semplicità:

"Prenderò Maria per modello al principio delle mie azioni, e penserò come Ella avrebbe fatto il dovere che sto per compiere".

La Madonna le appare

clip_image003"Venuta la festa di S. Vincenzo (19 luglio) la buona Madre Marta (la direttrice delle novizie) ci fece alla vigilia un'istruzione sulla devozione dovuta ai Santi e specialmente sulla devozione alla Madonna. Questo mi accese sì gran desiderio di vedere la SS. Vergine, che andai a letto col pensiero di vedere in quella stessa notte la mia buona Madre Celeste era tanto tempo che desideravo vederla. Essendoci stato distribuito un pezzettino di tela di una cotta di S. Vincenzo, ne tagliai una metà e la inghiottii. Così mi addormentai col pensiero che S. Vincenzo mi avrebbe ottenuto la grazia di vedere la Madonna.

Alle undici e mezzo mi sento chiamare per nome: "Suor Labouré! Suor Labouré!" Svegliatami, guardo dalla parte donde veniva la voce, che era dal lato del passaggio del letto. Tiro la cortina e vedo un fanciullino vestito di bianco, dai quattro ai cinque anni, il quale mi dice:

"Venite in cappella; la Madonna vi aspetta". Mi venne subito il pensiero mi sentiranno! Ma quel fanciullo è pronto a rispondermi "State tranquilla: sono le undici e mezzo e tutti dormono profondamente. Venite che vi aspetto".

Vestitami in fretta, mi diressi verso quel fanciullo che era restato in piedi senza avanzarsi oltre la spalliera del letto.

Il fanciullo mi seguì, o meglio, io seguii lui dovunque passava, tenendosi sempre alla mia sinistra. Erano accesi i lumi da per tutto dove noi passavamo, il che molto mi sorprendeva. Assai più meravigliata però rimasi all'ingresso della cappella, quando l'uscio si aprì, appena il fanciullino l'ebbe toccato con la punta di un dito. La meraviglia poi fu al colmo quando vidi tutte le candele e tutte le torce accese, come alla Messa di mezzanotte. Però non vedevo ancora la Madonna.

Il fanciullo mi condusse nel presbiterio accanto alla poltrona del Signor Direttore, dove io mi posi in ginocchio, mentre il fanciullino rimase tutto il tempo in piedi. Parendomi il tempo troppo lungo, ogni tanto guardavo per timore che le suore vegliatrici passassero dalla tribuna".

"Ecco la Madonna"

"Finalmente giunse il sospirato momento. Il fanciullino mi avvertì, dicendomi: "Ecco la Madonna, eccola!".

Sentii un rumore come il fruscio di vesti di seta venire dalla parte della tribuna, presso il quadro di S. Giuseppe, e vidi la S.Vergine che venne a posarsi sui gradini dell'altare dal lato del Vangelo. Era la SS. Vergine, ma tutta simile a Sant'Anna, solo il volto non era lo stesso.

Io ero incerta se si trattasse della Madonna. Ma il fanciullino che era lì mi disse "Ecco la Madonna!". Dire ciò che provai in quel momento e ciò che succedeva in me, mi sarebbe impossibile. Mi sembrava di non riconoscere la Madonna. Quel fanciullino mi parlò allora non più con voce di bambino, ma d'uomo alto e robusto; e disse parole forti. Io, guardando la Santissima Vergine, spiccai allora un salto verso di Lei, ed inginocchiatami sui gradini dell'altare, appoggiai le mani sulle ginocchia di Maria...

Fu quello il momento più dolce della mia vita".

"Io sarò con voi"

"Dire tutto ciò che provai mi sarebbe impossibile. La Madonna mi spiegò come dovevo comportarmi col mio direttore e parecchie cose che non debbo dire; m'insegnò il modo di regolarmi nelle mie pene e mostrandomi con la sinistra i piedi dell'altare, mi disse di andarmi a gettare ai piedi dell'altare ad espandervi il mio cuore, aggiungendo che colà io avrei ricevuto tutti i conforti a me necessari.

"Figlia mia -mi disse la Madonna- Dio vuole affidarvi una missione. Avrete molto da soffrire, ma soffrirete volentieri, pensando che si tratta della gloria di Dio. Avrete la grazia; dite tutto quanto in voi succede, con semplicità e confidenza. Vedrete certe cose, sarete ispirata nelle vostre orazioni; rendetene conto a chi è incaricato dell'anima vostra".

Io chiesi allora alla SS.Vergine la spiegazione delle cose che mi erano mostrate (la Santa allude ad alcune visioni avute precedentemente). E Maria rispose: "Figlia mia, i tempi sono molto tristi; gravi sciagure stanno per colpire la Francia; il trono sarà rovesciato; tutto sarà sconvolto da disgrazie d'ogni specie. (Dicendo questo la Madonna aveva l'aspetto molto addolorato). Ma venite ai piedi di questo altare; qui le grazie saranno sparse su tutti... sopra tutte le persone che le chiederanno con fiducia e fervore, sui piccoli e sui grandi...".

"Figlia mia, io mi compiaccio di spandere le mie grazie sulla comunità (vostra). Io l'amo molto, ma ho della pena, perché vi sono (in essa) degli abusi: la regola non è osservata, la regolarità lascia a desiderare, vi è una grande rilassatezza nelle due comunità (Preti della Missione e Figlie della Carità); dillo a colui che è incaricato di voi, benché non sia ancora superiore. Egli sarà fra qualche tempo incaricato in modo speciale della (vostra) Comunità; egli deve fare tutto il possibile per rimettere la regola in vigore, diteglielo da parte mia".

"Ch'egli vegli sulle cattive letture, sulla perdita di tempo e sulle visite. Allorché la regola sarà rimessa in vigore, vi sarà una Comunità che verrà ad unirsi alla vostra.

"Ma sopraggiungeranno grandi mali; il pericolo sarà grande, ma non temete, il buon Dio e S.Vincenzo proteggeranno la comunità... (La Vergine era sempre triste). Io stessa sarò con voi, ho sempre vegliato su di voi; vi accorderò molte grazie... Verrà un momento in cui il pericolo sarà grande e tutto sembrerà perduto, ma io sarò con voi; abbiate fiducia. Avrete prove evidenti della mia visita e della protezione di Dio e di quella di S. Vincenzo sulle due Comunità.

"In altre comunità vi saranno vittime (La SS.Vergine aveva le lacrime agli occhi dicendo questo); vittime vi saranno nel clero di Parigi e lo stesso Arcivescovo morrà (di nuovo la Madonna versò lacrime). Figlia mia, la Croce sarà disprezzata; per le vie scorrerà sangue; il mondo intero sarà nell'afflizione. (Qui la Vergine Santa non poteva più parlare un gran dolore Le era dipinto sul volto)...".

clip_image004"Non ripresi più sonno"
"Quanto tempo restassi con la Madonna, non saprei dire tutto quello che so è che, dopo di avermi lungamente parlato, se ne andò scomparendo come ombra che svanisce, dirigendosi verso la tribuna, per quella parte da cui era venuta. Alzatami dai gradini dell'altare, rividi il fanciullino al posto dove l'avevo lasciato, il quale mi disse: "È partita!". Rifacemmo lo stesso cammino, trovando sempre tutti i lumi accesi e tenendosi quel bambino sempre alla mia sinistra.

Credo che quel bambino fosse il mio angelo custode, resosi visibile per farmi vedere la Madonna; io infatti l' avevo molto pregato di ottenermi un tal favore. Era vestito di bianco e portava con sé una luce miracolosa, ossia era sfolgorante di luce, dell'età dai quattro ai cinque anni.

Tornata a letto, sentii suonare le due e non ripresi più sonno".

La Medaglia Miracolosa

Era il 27 novembre. Questa è l'apparizione più importante e fondamentale. In essa l'umile Santa Caterina ebbe la rivelazione della celebre Medaglia miracolosa, e la Madonna le spiegò in che cosa consisteva la missione che voleva affidarle. Una missione vasta quanto la terra. Proprio lei, l'umile e ignorata Suor Caterina, veniva eletta perché facesse conoscere a tutti gli uomini il celeste pegno di misericordia che l'Immacolata si degnava donare all'umanità. E Suor Caterina si metterà all'opera non risparmiandosi nelle prove e nelle sofferenze a cui verrà sottoposta. Era sicura dell'aiuto di Colei che è la Regina dell'universo, e prima o poi, quindi, sarebbe arrivata l'ora della diffusione di questa medaglina, piccolo tesoro di grazia. Per Suor Caterina, del resto, dovette essere ben poca cosa sacrificarsi senza risparmio per la Regina Immacolata che l'aveva inebriata delle sue celestiali apparizioni. Ella stessa ha descritto in modo dettagliato anche questa seconda e più celebre apparizione. Leggiamola con amore.

Bellezza indescrivibile

"Il 27 novembre 1830, che capitava il sabato antecedente alla prima domenica di Avvento, alle cinque e mezzo di sera, facendo la meditazione in profondo silenzio, mi parve di sentire dal lato destro della cappella un rumore come il fruscio di una veste di seta. Avendo volto lo sguardo a quel lato, vidi la Santissima Vergine all'altezza del quadro di San Giuseppe. La sua statura era media, e la sua bellezza tale che mi è impossibile descriverla. Stava in piedi, la sua veste era di seta e di color bianco-aurora, fatta, come si dice, à la vierge ("alla vergine"), cioè accollata e con maniche lisce. Dal capo le scendeva un velo bianco sino ai piedi. Aveva i capelli spartiti e una specie di cuffia con un merletto di circa tre centimetri di larghezza, leggermente appoggiato sui capelli. Il viso era abbastanza scoperto; i piedi poggiavano sopra un globo; o meglio, sopra un mezzo globo, o almeno io non ne vidi che una metà (più tardi la Santa confesserà di aver visto sotto i piedi della Vergine anche un serpente color verdastro chiazzato di giallo).

Le sue mani, elevate all'altezza della cintura, mantenevano in modo naturale un altro globo più piccolo che rappresentava l'universo. Ella aveva gli occhi rivolti al cielo, e il suo volto diventò risplendente, mentre presentava il globo a Nostro Signore.

Tutto ad un tratto le sue dita si ricoprirono di anelli, ornati di pietre preziose, le une più belle delle altre, le une più grosse e le altre più piccole, le quali gettavano dei raggi gli uni più belli degli altri questi raggi partivano dalle pietre preziose; le più grosse gettavano raggi più grandi, e le più piccole raggi meno grandi, sicché tutta se ne riempiva la parte inferiore, e io non vedevo più i suoi piedi...".

"Fate coniare una medaglia..."

"Mentre io ero intenta a contemplarla, la Santissima Vergine abbassò gli occhi verso di me e intesi una voce che mi disse queste parole: "Questo globo che vedete rappresenta tutto il mondo, in particolare la Francia ed ogni singola persona...". Io qui non so ridire ciò che provai e ciò che vidi, la bellezza e lo splendore dei raggi così sfolgoranti! ... E la Vergine Santissima aggiunse: "Sono il simbolo delle Grazie che io spargo sulle persone che me le domandano", facendomi così comprendere quanto è dolce pregare la Santissima Vergine e quanto Ella è generosa con le persone che La pregano; quante grazie Ella accorda alle persone che gliele cercano e quale gioia Ella prova nel concederle. In quel momento, io ero e non ero... Non so.... io godevo. Ed ecco formarsi intorno alla SS.Vergine un quadro alquanto ovale, sul quale in alto, a modo di semicerchio dalla mano destra alla sinistra di Maria si leggevano queste parole scritte a lettere d'oro: "O Maria, concepita senza peccato, pregate per noi che ricorriamo a Voi".

Allora si fece sentire una voce che mi disse: "Fate coniare una medaglia su questo modello; tutte le persone che la porteranno, riceveranno grandi grazie specialmente portandola al collo; le grazie saranno abbondanti per le persone che la porteranno con fiducia... ". All'istante mi parve che il quadro si voltasse e io vidi il rovescio della Medaglia. Vi era la lettera M (iniziale del nome Maria) sormontata da una croce senza crocifisso che aveva come base la lettera I (iniziale del nome Iesus, Gesù). Più sotto poi vi erano due cuori, uno circondato da spine (quello di Gesù), l'altro trapassato da una spada (quello di Maria). Dodici stelle infine circondavano il tutto. Poi tutto disparve, come qualcosa che si spegne, ed io sono rimasta ripiena non so di che, di buoni sentimenti, di gioia, di consolazione".

DIFFONDIAMO LA MEDAGLIA MIRACOLOSA 

Una delle prime a ricevere la Medaglia Miracolosa, fu la stessa Santa Caterina Labouré, la quale, quando l'ebbe tra le mani, la baciò, e poi disse: "Ora bisogna diffonderla ".

Da queste parole dell'umile Santa, la piccola Medaglia prese il via, e rapida come una minuscola cometa, fece il giro del mondo intero. Si pensi che nella sola Francia, nei primi dieci anni, ne vennero coniate e vendute ben settantaquattro milioni. Perché questa prodigiosa diffusione? Per la fama di "Miracolosa " che ben presto si meritò dal popolo.

Grazie e miracoli si moltiplicavano via via operando conversioni e guarigioni, aiuti e benedizioni per le anime e per i corpi.

 

CORONCINA DELLA MEDAGLIA MIRACOLOSA

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O Vergine Immacolata della Medaglia Miracolosa, che, mossa a pietà dalle nostre miserie, scendesti dal cielo per mostrarci quanta cura prendi alle nostre pene e quanto ti adoperi per allontanare da noi i castighi di Dio e ottenerci le sue grazie, soccorrici in questa presente nostra necessità e concedici le grazie che ti domandiamo.

Ave Maria.O Maria concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a Te. (tre volte).

O Vergine Immacolata, che ci hai fatto dono della tua Medaglia, quale rimedio a tanti mali spirituali e corporali che ci affliggono, come difesa delle anime, medicina dei corpi e conforto di tutti i miseri, ecco che noi la stringiamo riconoscenti sul nostro cuore e ti domandiamo per essa di esaudire la nostra preghiera.

Ave Maria. O Maria concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a Te. (tre volte).

O Vergine Immacolata, che hai promesso grandi grazie ai devoti della tua Medaglia, se ti avessero invocato con la giaculatoria da Te insegnata, noi, pieni di fiducia nella Tua parola, ricorriamo a Te e Ti domandiamo, per a Tua Immacolata Concezione, la grazia di cui abbiamo bisogno.

Ave Maria. O Maria concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a Te. (tre volte).

 

Fonte: IdM

lunedì 26 novembre 2012

LA MEDAGLIA MIRACOLOSA

 

Carissimi, il 27 Novembre è alle porte. Questa data rappresenta per noi cattolici un evento di straordinaria importanza poiché inizia il processo della diffusione della Medaglietta Miracolosa che la Vergine Santissima ha voluto donare a noi tutti per le mani di Santa Caterina Labouré nel 1830 a Rue du Bac in Parigi. Innamorati di Maria divulgherà un argomento a puntate su questo straordinario evento, che verrà così diviso in alcuni punti:

clip_image001 Descrizione della Medaglietta;

clip_image001[1] Perché va diffusa?;

clip_image001[2] Effetti della Medaglia Miracolosa;

clip_image001[3] Commenti e particolarità.

In questa puntata tratteremo i primi due punti riportando alcuni scritti, testimonianze e informazioni sulla Medaglia Miracolosa.

DESCRIZIONE

clip_image002E' stato detto che la medaglia miracolosa è un "piccolo libro di fede" e un "piccolo trattato di mariologia". Basta esaminarla con attenzione infatti per leggervi le grandi verità che esprimono il disegno di Dio e il ruolo tutto speciale di Maria in questo piano. Innanzitutto Maria appare come Madre che vede i suoi figli nei pericoli (siamo nel periodo in cui le conseguenze della Rivoluzione francese, dopo un tempo di calma apparente, fanno sentire ovunque i loro tremendi effetti) e offre loro un mezzo di grazia che li scampi dal male e li richiami al bene. Ventiquattro anni prima della definizione del dogma, la Madonna vi è proclamata come l'<<Immacolata >>, colei che schiaccia il capo al demonio, segno di sicura speranza nella lotta fra bene e male che costituisce il significato profondo della storia.

Le braccia allargate verso il basso, con una miriade di raggi splendenti che partono dalle sue mani rappresentano la beata Vergine Maria come madre della divina grazia. Tutte le grazie che gli uomini ricevono, tutte, senza eccezione, vengono dal suo cuore, passano per le sue mani. I raggi di luce sono originati dalle pietre di anelli che la madonna porta alle dita, ma alcune di queste pietre sono scure. Santa Caterina chiede perchè, e la Vergine risponde: sono grazie che nessuno mi chiede...

Nel rovescio della medaglia è simboleggiata la corredenzione di Maria. La fonte della grazia è la croce di Gesù e il suo cuore trafitto. Qui la croce è intrecciata con la M di Maria e, accanto al cuore di Gesù, sta il suo trafitto dalla spada: <<anche a te una spada trafiggerà l'anima>>. A maria, nuova Eva, Dio dice: <<con dolore partorirai figli>>. Lei è infatti la Donna dellApocalisse che ci partorisce alla vita della grazia. Dice San Luigi di Monfort: <<Lo Spirito Santo non dà origine in Dio ad un'altra persona divina, ma manifesta la sua fecondità in Maria sua sposa. Con lei, in lei, da lei, egli ha generato il suo capolavoro, Dio fatto uomo e continua a dare la vita nel tempo ai membri di questo capo divino. Quanto più lo Spirito Santo trova in un'anima Maria sua sposa amabile e indissolubile, tanto più vi opera con potenza divina per generarvi Gesù>>.

PERCHE' VA DIFFUSA?

Padre Aladel, confessore di S. Caterina Labourè e il primo promotore della coniazione e della diffusione della Medaglia miracolosa in tutto il mondo, scrive una esortazione all'apostolato rivolte a tutti noi:

"Oh, cresca e si estenda sempre più il culto di Maria concepita senza peccato, questo culto così dolce, così adatto a far discendere sulla terra le be­nedizioni del Cielo! Oh, se noi conoscessimo il do­no di Maria, se comprendessimo il suo grande amo­re per noi! Portate la Medaglia Miracolosa! Portatela voi bambini, questa cara Medaglia, questo dolce ricor­do della più tenera fra le Madri. Imparate ed amate ripetere la sua breve preghiera: "O Maria concepi­ta...". Stella del Mattino, Ella sarà felice di guidare i vostri primi passi e di conservarvi nell'innocenza. Portatela voi giovani e ripetete spesso fra i tan­ti pericoli che vi circondano: "O Maria concepi­ta...". Vergine senza macchia, Ella vi preserverà da ogni pericolo. Portatela voi padri e madri di famiglia e la Madre di Gesù spanderà su di voi e sulle vostre fa­miglie abbondanti benedizioni. Portatela voi, anziani e malati. Soccorso dei cristiani, Maria accorrerà in vostro aiuto per santi­ficare i vostri dolori e per consolare i vostri giorni. Portatela voi, anime consacrate a Dio e non stancatevi di dire: "O Maria concepita...". Regina dei vergini e delle vergini, Ella farà germogliare nel giardino del vostro cuore i fiori e i frutti che devo- no essere le delizie dello Sposo e formare la vostra corona nel giorno delle nozze dell'Agnello. E voi pure peccatori anche se foste piombati nell'abisso delle più grandi miserie, anche se la di­sperazione si fosse impadronita dell'anima vostra, levate lo sguardo verso la Stella del Mare: vi resta la compassione di Maria. Prendete la Medaglia e gri­date dal profondo del vostro cuore: "O Maria conce­pita...". Rifugio dei peccatori, Ella vi tirerà fuori dall'abisso nel quale siete caduti e vi ricondurrà sui sentieri fioriti della giustizia e del bene".

Seminiamo la Medaglia con fede nella sua origi­ne divina e con fiducia nella sua miracolosa poten­za. Seminiamola con coraggio e con costanza senza rispetto umano, senza stancarci mai. La Medaglia sia la nostra medicina più efficace, il nostro regalo preferito, il nostro ricordo e il nostro grazie più sin­cero, per tutti.

DIFFONDIAMO LA MEDAGLIA MIRACOLOSA

Una delle prime a ricevere la Medaglia Miracolosa, fu la stessa Santa Caterina Labouré, la quale, quando l'ebbe tra le mani, la baciò, e poi disse: "Ora bisogna diffonderla ".

Da queste parole dell'umile Santa, la piccola Medaglia prese il via, e rapida come una minuscola cometa, fece il giro del mondo intero. Si pensi che nella sola Francia, nei primi dieci anni, ne vennero coniate e vendute ben settantaquattro milioni. Perché questa prodigiosa diffusione? Per la fama di "Miracolosa " che ben presto si meritò dal popolo.

Grazie e miracoli si moltiplicavano via via operando conversioni e gua­rigioni, aiuti e benedizioni per le anime e per i corpi. 

PIU' DI UN MILIARDO DI MEDAGLIE!!

Qualche mese dopo le apparizioni, Suor Caterina è inviata al ricovero di Enghein (Parigi, 12°) per curare gli anziani. La giovane suora si mette al lavoro. Ma una voce interiore insiste: si deve far coniare la medaglia. Caterina ne riparla al suo confessore, Padre Aladel.

Nel Febbraio 1832 scoppia a Parigi una terribile epidemia di colera, che provocherà più di 20.000 morti! In Giugno le Figlie della Carità cominciano a distribuire le prime 2.000 medaglie, fatte coniare da Padre Aladel.

Le guarigioni si moltiplicano, come le protezioni e le conversioni. Fu un avvenimento straordinario. Il popolo di Parigi chiamò la medaglia «miracolosa».

Nell'autunno 1834 c'erano già più di 500.000 medaglie. Nel 1835 nel mondo intero ce n'era già più di un milione. Nel 1839 la medaglia era diffusa in più di dieci milioni di esemplari.

Alla morte di suor Caterina, nel 1876, si contava già più di un miliardo di medaglie!

DIFFONDIAMOLA ANCHE NOI!

clip_image003La missione affidata dalla Madonna a S. Caterina Labouré, di diffondere la Medaglia Miracolosa, non riguarda solo S. Caterina, ma riguarda anche noi. E noi dovremmo sentirci tutti onorati di far nostra questa stessa missione di Grazia. Quante anime generose si sono mosse con fervore instancabile per portare ovunque e donare a chiunque questo dono della Madonna! Pensiamo, anzi­tutto, a S. Caterina Labouré che si fece distributrice zelante della Medaglia per più di 40 anni! Tra i vecchi e gli ammalati, tra i soldati e i bambini, là dove la Santa passava con il suo angelico sorriso, donando a ognuno la Meda­glina. Persin o sul letto di morte, poco prima dell'agonia, ella preparava ancora pacchetti di Medaglie da distribuire! La sua fede, speranza e carità, la sua preghiera e il suo candore di vergine consacrata rendevano tanto più feconda di Grazia ogni Medaglina che ella distribuiva per sanare, illuminare, aiutare, convertire tanti bisognosi.

(Nella foto: L'altare delle apparizioni in Rue du Bac a Parigi, dove la Santa Vergine, indicandolo con la mano, disse a Suor Caterina:" Venite ai piedi di quest'altare; qui, le grazie saranno sparse, su tutte le persone, che le chiederanno con fede e fervore", in più,  la cosa commovente è che la Santa Vergine ha trovato anche il tempo di sedersi sulla sedia lì posta, per incontrare e ascoltare Caterina.")

Anche S. Teresa di Liseaux ...

Un altro esempio gentile e luminoso è quello di Santa Teresina. Questa cara Santa, fin da fanciulla dovette intuire bene il valore della Medaglia miracolosa se si industriava davvero molto a distribuirla. Una volta, in casa sua, riuscì a far prendere la Medaglia a una domestica che non si comportava bene, facendosi promettere che l'avrebbe portata al collo fino alla morte. Un'altra volta, sempre a casa, mentre alcuni operai stavano lavorando, l'an­gelica Teresina prese delle Medagline e andò a metterle nelle tasche delle loro giacche appe­se... Le sante industrie di chi ama! Pensiamo al S. Curato d'Ars che, quando usciva per il paese, portava sempre le tasche gonfie di Medagliette e Crocifissi, e tornava sempre con le tasche sgonfie... Pensiamo al grande S. Giovanni Bosco che faceva portare la Medaglia al collo ai suoi ragazzi, e in occasione dello scoppio del colera assicurò che il colera non avrebbe contagiato nessuno di quelli che portavano la Medaglia. E fu proprio così. Pensiamo anche a S. Pio X, al B. Guanella, al B. Orione e a molti altri zelantissimi apostoli, così attenti a servirsi di ogni mezzo per far conoscere   e amare la Madonna. Con tanto affetto si sono interessati di questa cara Medaglina! Un altro straordinario apo­stolo, il P. Pio da Pietralcina, non fu inferiore agli altri nella diffusione delle sante Medagline. Anzi! Ne teneva in cel­la e nelle tasche; ne distribuiva ai figli spirituali, ai penitenti, agli ospiti; le mandava in regalo a gruppi di persone; una volta ne mandò quindici a una famiglia composta di quindici persone, genitori e tredici figli. Alla sua morte, nelle tasche gli trovarono un mucchietto di quelle Medagline che egli donava con tanto zelo. Tutto serve a chi ama. Voglia­mo farlo anche noi questo piccolo apo­stolato di amore alla Madonna? 

S. Massimiliano Kolbe

Un modello gigante di apostolo dell'Immacolata e della Medaglia Miracolosa fu indubbiamente San Massimiliano Maria Kolbe. Egli potreb­be anche essere chiamato il Santo della Medaglia Miracolosa. Basti pensare il suo grande movimento mariano a raggio mondiale, la Milizia dell'Immacolata, contrassegnato dalla Medaglia Mira­colosa, che tutti i suoi membri hanno l'obbligo di portare indosso come distintivo.

"La Medaglia Miracolosa -diceva il Santo- è il segno esteriore della consa­crazione all'Immacolata ".

"Medaglia Miracolosa deve costituire un mezzo di prim'ordine nella conversione e santificazione degli altri, perché essa ci ricorda di pregare per chi non ricorre a Maria, non la conosce e la bestemmia".

Il Santo diceva che le Medaglie Miracolose sono come i "proiettili",le "munizioni", le "mine"; esse hanno un potenziale misterioso, capace di far breccia nei cuori murati, negli animi ostinati, nelle volontà indurite e inca­tenate al peccato. Una Medaglina può essere un raggio laser che brucia, penetra e risana. Può essere un richiamo di Grazia, una presenza di Grazia, una sorgente di Grazia. In tutti i casi, per ogni persona, illimitatamente.

Per questo San Massimiliano portava sempre con sé le Medagline, le dava a chiunque poteva, le collocava dapper­tutto, sui banchi dei negozianti, sui treni, sulle navi, nelle sale d'aspetto.

"Bisogna distribuire la Medaglia Miracolosa ovunque è possibile ai fan­ciulli..., ai vecchi e, soprattutto, ai gio­vani, perché sotto la protezione di Maria abbiano la forza sufficiente per resistere alle innumerevoli tentazioni e pericoli che oggi li insidiano. Anche coloro che non entrano mai in Chiesa, che hanno paura della Confessione, si fanno beffe delle pratiche religiose, ridono delle ve­rità della Fede, sono immersi nel fango dell'immoralità...: a tutti costoro biso­gna assolutamente offrire la Medaglia dell'Immacolata e sollecitarli perché la portino volentieri, e, contemporanea­mente, pregare con fervore l'Immaco­lata per la loro conversione ".

Personalmente, San Massimiliano non iniziava nessuna impresa anche materiale senza affidarsi alla Medaglia Miracolosa. Così, quando egli si trovo nella necessità di procurare un terrene più ampio per costruire la Città dell'Immacolata (Niepokalanow), appena adocchiato un terrene adatto, per prima cosa vi butto delle Medagline Miracolose, poi vi portò e collocò une statuetta dell'Immaco­lata. Per un intoppo imprevisto, sembrò che la cosa naufragasse; ma quasi d'incanto, alla fine, tutto si risolse cor la completa donazione de. terreno a San Massimiliano. Alla scuola di queste Santo mariano dei nostri tempi dobbiamo imparare anche noi muoverci armati di questi`"proiettili". L'Immacolata voglia che noi contribuiamo efficacemente all'attuazione d quella che era una vivissima spera nza d San Massimiliano, e cioè che "col tempo non vi sarà un'anima che non indossi la Medaglia Miracolosa ". 

 

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Carissimi amici, continuiamo il nostro tema sulla Medaglia Miracolosa descrivendone, in questa seconda parte, i grandi effetti che ne ha prodotto e che attualmente ne produce. Sono testimonianze di religiosi e religiose, di Santi, di gente comune che hanno vissuto personalmente le Grazie che Maria ha voluto donarci anche per mezzo della sua Medaglia Miracolosa:

UN GRANDE PROMOTORE DELLA MEDAGLIA MIRACOLOSA: S. Massimiliano Kolbe

clip_image001Padre Kolbe ha scelto la Medaglia Miracolosa come segno per la Milizia dell’Immacolata. Così leggiamo nel primo Statuto tra le condizioni di appartenenza alla M.I.: «portare la Medaglia miracolosa» e poi un’indicazione: «il mezzo speciale sia la diffusione della Medaglia miracolosa». La spiegazione la possiamo trovare nella storia della Medaglia miracolosa che san Massimiliano narra tante volte: «La cosiddetta Medaglia miracolosa è universalmente conosciuta. La sua origine risale all’anno 1830, e l’anima fortunata alla quale la Ss. Vergine Maria Immacolata si manifestò è Caterina Labouré, a quell’epoca novizia delle Suore della Misericordia, in via “du Bac” a Parigi... Subito cominciarono a verificarsi degli strepitosi miracoli di conversione, mentre la Medaglietta era richiesta con tanto entusiasmo che nei primi dieci anni ne furono coniati ben 80 milioni di esemplari. Non è giusto, quindi, che anche noi, consacrandosi all’Immacolata senza riserve, orniamo il nostro petto con la Medaglia miracolosa? Questa Medaglia, dunque, è il segno esterno della consacrazione all’Immacolata: è la seconda condizione» (SK 1011). Padre Kolbe, come scrive a fra Paolo Moratti da Zakopane il 26 gennaio 1926, era consapevole che per far parte della M.I è essenziale la consacrazione personale all’Immacolata mentre la Medaglia miracolosa ne è l’espressione esteriore più importante: «Strettamente parlando è la consacrazione alla Madonna Immacolata (anche con atto interno) secondo lo spirito di M.I. cioè come strumento incondizionato e totale in vita, morte ed eternità, come la Sua proprietà, che costituisce l’essenza di M.I. La Sua Medaglia è il segno esterno della consacrazione e fonte di tante grazie da Essa promesse. È dunque una parte integrante, non però essenziale». Egli è convinto che l’Immacolata stessa vuole usare la Medaglia miracolosa come un suo strumento: «I mezzi: quelli che Ella stessa vuole. Durante la manifestazione della Medaglia miracolosa Ella ha dettato una giaculatoria: questa, perciò, è la nostra preghiera, e in essa noi includiamo tutti gli uomini. Ella ci ha dato la Medaglia miracolosa: questa perciò, è la nostra pallottola, che ci serve per colpire nei cuori» (SK 991Q).

<< SONO EBREO DI RAZZA >>

La Madonna quindi è Corredentrice e perciò stesso Mediatrice universale di tutte le grazie, come insegna San Pio X. E soprattutto per la grazia delle grazie, ossia la salvezza finale, rivolgiamoci alla Divina Corredentrice: Ella sa fare di ogni peccatore un giusto, di ogni redento un Santo. Ci conforti il racconto di una della tante conversioni operate dalla Madonna per mezzo della Medaglia miracolosa. Riportiamo l'episodio dalla vita di San Massimiliano M. Kolbe. Durante la degenza nel sanatorio di Zakopane, egli non pensò certamente di starsene inerte. Proprio lui amava ripetere ai suoi confratelli "Non possiamo dormire fino a quando una sola anima resterà sotto il dominio di satana". Per cui, anche ammalato a Zakopane, si diede da fare. Tra l'altro ogni giovedì teneva una conferenza ai giovani studenti atei del sanatorio. Dopo pochi giovedì, quattro di essi si convertirono. Soltanto uno, tra i più giovani, pur seguendo attentamente le conferenze del Santo, mostrava di non avere a che fare con lui, allontanandosi immediatamente alla fine di ogni riunione. Ma un giovedì si avvicinò e gli disse "Vorrei salutarla, padre; è l'ultima volta che ci vediamo. Le mie condizioni si sono aggravate, non potrò lasciare il letto, è la fine...". Poi gli confidò -Sono ebreo di razza e di religione. -Verrò a trovarti. -Impossibile, lei lo sa, è proibito far visita agli ammalati gravi. -Verrò lo stesso. Ed infatti non solo ci andò, ma lo battezzò, gli diede la S. Comunione, gli impartì l'Unzione degli infermi e poi gli mise al collo la Medaglia miracolosa. -Sei contento? ... Dimmi, che cosa ti turba ancora, ragazzo? -La mamma... L'arrivo della mamma. Sua madre era un'ebrea fanatica. -Non temere sarai già in Paradiso quando arriverà.
Infatti il giovane morì alle 11, mentre la mamma arrivò soltanto a mezzogiorno. E quando venne, fece un gran baccano a causa della conversione del figlio. Immediatamente gli strappò dal petto la Medaglia miracolosa e cacciò in cattivo modo San Massimiliano. -Ma, post factum...-, commentava il Santo raccontando l'episodio al fratello fra' Alfonso.

<< SIGNORE, SI CONFESSI >>

Quando P. Kolbe si trovava a Zakopane fece la conoscenza di un certo intellettuale.
Ad ogni incontro lo pregava "Signore, si confessi". Ma quegli soleva rispondere: "Nulla da fare, Reverendo; la rispetto, Padre, ma non andrò a confessarmi, forse un'altra volta...". Dopo alcune settimane, questo signore, prima di partire, venne da P. Kolbe per accomiatarsi. Le ultime parole di P. Massimiliano furono: "Signore, vada a confessarsi...".
"La prego, Reverendo, non ho tempo, devo andare in fretta alla stazione".
"Allora accetti almeno questa Medaglia miracolosa".
Il signore accettò per cortesia la medaglietta e si recò subito alla stazione ferroviaria. Intanto P. Massimiliano cadde in ginocchio per implorare dall'Immacolata la conversione dell'ostinato.
Oh, meraviglia! dopo un istante qualcuno bussa alla porta ed entra il medesimo signore che aveva tanta fretta di prendere il treno. Sin dalla soglia esclama "Padre, la prego di confessarmi"!.

IL SANTO CURATO D’ARS

Una giovane si confessa dal Santo Curato d’Ars e tra le altre cose afferma di aver partecipato ad un ballo e chiede consiglio al Santo.

Ø “Non avete notato nulla a quel ballo?”, le chiese il Santo.

Ø “No, Padre”.

Ø “Non c’era un giovanotto brillante che ha fatto ballare tutte le ragazze, meno voi?”.

Ø “Mi ricordo che era molto attraente, ma mi incuteva un po’ di paura”.

Ø “E null’altro?”.

Ø “No, solo che quando uscì, scorsi delle scintille sotto i suoi piedi”.

Ø “Ora ci siamo, figlia mia. Quel giovanotto elegante era il diavolo. Sapete perché non vi ha invitato a ballare con  lui?”.

Ø “Non so”.

Ø “Perché portate al collo la Medaglia Miracolosa che lo ha tenuto lontano!”.

UN CASO DI POSSESSIONE

Ecco un altro episodio che testimonia sempre di più la veridicità della promessa della Madonna.
Una vedova cinese aveva un unico figlio che amava con tutta se stessa. Ma un brutto giorno il demonio si impossessò di lui. Vagava il povero figliolo di qua e di là senza trovare pace; tutti lo fuggivano proprio come quell'ossesso di cui ci parla il Vangelo. Un cristiano, che venne a sapere del fatto, volle aiutare quel giovane e consolare la madre disperata. Aveva con sé una Medaglia miracolosa; la prese in mano e la mostrò al giovane ossesso il quale immediatamente fu liberato dal demonio, per la potenza della Vergine Immacolata raffigurata in quella Medaglia.

 

ROCHEFORT E LA SANTISSIMA VERGINE

Cassagnac ha riferito di un incidente di duello che egli ha avuto con Rochefort, a proposito di un articolo da questi scritto su Maria Antonietta.

"Era il 1º gennaio. Cadevano enormi fiocchi di neve e il bianco manto saliva fino alle ginocchia. Mi hanno consegnato la pistola per caricare le sei palle, che Rochefort aveva ferocemente preteso e che io avevo accettato con la sprovvedutezza tipicamente giovanile forse, con la certezza che non sarebbe stato necessario usarle tutte, poiché una sola sarebbe  sufficiente.

"Rochefort ha sparato sbagliando il bersaglio. Io ho risposto e lui è caduto. L'ho creduto morto, visto che la palla lo aveva colpito dove io avevo mirato: in pieno fianco. Destino singolare quello di Rochefort! Egli è quasi sempre ferito in duello. Gli assistenti lo hanno circondato. Molto sorpreso, il medico ha constatato che, invece di averlo trafitto da lato a lato, come sarebbe dovuto succedere, fatalmente, egli non aveva ricevuto che una violentissima contusione.

Pertanto, la palla era stata deviata. Cosa l'aveva fatta deviare? Il medico ha cercato e, sempre più sorpreso, ci ha mostrato una medaglia forata dalla palla, esattamente una medaglia della Vergine che una mano amica aveva cucito segretamente nella cintura dei pantaloni. Senza questa miracolosa medaglia, Rochefort sarebbe caduto morto".

<< CHE EGLI VENGA ADESSO … >>

Otto soldati moribondi vengono condotti in ospedale, uno di essi rifiuta di confessarsi. Allora una Suora fa scivolare una medaglia della Vergine Santissima sotto il cuscino del povero infermo. Il giorno seguente, lui chiama la Suora e le dice: -

 

Devo morire qui come un cane? Sono cristiano e desidero confessarmi. - Io le ho proposto questo ieri e lei mi ha detto "no" e ha perfino cacciato via il sacerdote - ha risposto la Suora. - È vero, mi dispiace di essermi comportato in questo modo. Che egli venga adesso.

<< LA VERGINE SANTA MI HA SALVATO! >>

Così racconta la suora di un orfanotrofio: "Alla vigilia dell'Immacolata Concezione, ho distribuito ai bambini le medaglie della Vergine Maria, raccontando loro alcuni miracoli alla portata della loro comprensione infantile. Ho terminato dicendo loro che se avessero portato sempre questa preziosa medaglia, la Santa Vergine li avrebbe preservati da qualsiasi incidente. La nostra buona Madre non ha tardato molto a confermare questa certezza, e lo ha dimostrato in una maniera alquanto sorprendente: nel pomeriggio dell'11 dicembre, alle sei, un bambino di cinque anni, di nome Giuseppe, giocava davanti alla sua casa con altri bimbi pressapoco della sua età.

Uno di questi, più grande di lui, lo spinse con una forza tale che alla fine il piccolo cadde sotto la ruota di una carrozza di passaggio in quel momento. La ruota passò sopra la gamba del povero bambino. Udendo le grida disperate, sua madre accorse in lacrime, sollevò da terra il suo povero piccolo Giuseppe, che pensava avesse la gamba triturata, così lo portò dentro casa. - Che sorpresa! - Egli era sano e salvo. Non si è potuto neanche scorgere il segno della ruota che, prima, tutti i testimoni della scena assicuravano di aver visto passare sulla sua gamba.

Soltanto Giuseppe non era sorpreso, il quale ha escalamato: "È vero, mamma, non ho sofferto alcun male. È vero quello che ci disse l'altro giorno la Suora che la Santa Vergine ci avrebbe protetto sempre se noi avessimo portato la sua medaglia", così baciava, con tutto il cuore, questa medaglia a lui così cara. Il giorno dopo, la madre venne a raccontarci piena di emozione "il miracolo che la Santa Vergine aveva fatto al suo piccolo Giuseppe". Le persone che avevano visto il bambino sotto la ruota della carrozza ed altre che avevano sentito parlare dell’ incidente, lo interrogavano a questo riguardo, ma a tutti egli rispondeva mostrando la sua medaglia: - E’ la Vergine che mi ha salvato!

LA MEDAGLIA DI BUGEAUD

Bugeaud aveva conservato sempre con sé la medaglia di sua figlia, nei pericoli delle sue diciotto campagne militari nel corso delle quali tanti valorosi erano caduti al suo fianco sotto i colpi degli arabi. Questa medaglia era ancora appesa al suo collo quando egli morì, a 65 anni, dando sfoggio dei più ammirevoli sentimenti. Ecco un episodio che conferma la sua fiducia nella Madre di Dio. In un giorno di combattimento, accortosi, due ore dopo la partenza di aver dimenticato la sua medaglia, chiamò uno spahi e gli disse: "Mio bravo soldato, il tuo cavallo arabo può fare quattro leghe all'ora. Ho lasciato la mia medaglia appesa nella mia tenda, nell'accampamento. Io non posso cominciare una battaglia senza di essa. Darò ordine di fermare la truppa e di aspettarti per un'ora, orologio alla mano". Il cavaliere partì a tutto galoppo ed ritornò un'ora dopo. Nel momento in cui consegnò la medaglia al vecchio combattente, egli la baciò alla presenza del suo stato maggiore, la collocò al petto, dicendo ad alta voce: "Adesso posso avanzare. Con la mia medaglia, non sono stato mai ferito. Avanti, soldati! Andiamo a sconfiggere i cabila!"

SALVE DA UNA VALANGA

Una valanga si era riversata su un villaggio delle Alpi. I soldati inviati a prestare soccorso alla popolazione trovarono sotto le macerie una donna e sua figlia che avevano trascorso dodici ore di sofferenze indescrivibili. La madre raccontò che sua figlia era rimasta svenuta per parecchie ore credendola morta. Anche lei, desiderava farlo, per non agonizzare per molto tempo sopra il piccolo cadavere. All'improvviso, sentì la mano gelida di sua figlia toccarla.

- Margherita! - Dove siamo, mamma? - Poverina, siamo nelle mani di Dio. Era buio completo e le due infelici avevano fatto il sacrificio delle loro vite. Al cader della sera, esse udirono un rumore sordo: erano i colpi di piccone dei soldati che andavano a soccorrerle. Solamente allora, queste poverette, sepolte vive, sentirono rinascere la speranza. - Forza! Siamo qui, da questa parte. Per amor di Dio e della Vergine Maria, avanti! Verso le cinque del pomeriggio erano salve. I capelli della madre erano diventati tutti bianchi durante queste dodici ore. Le due mostravano la medaglia che ognuna portava al collo, dicendo: - Ecco qui la salvezza e la vita!

RITORNO AL BENE

Un ragazzo che, ahimè, si era allontanato da Dio fin dall'infanzia aveva una madre molto devota e buona. Un giorno egli si ammalò gravemente. La morte si avvicinava rapidamente ma egli non voleva sentir parlare di Dio né di religione. Tutto ciò che la sua povera mamma tentava di fare per lui era invano. Lei prese allora una Medaglia Miracolosa e la mise nel letto del malato, senza che lui se ne accorgesse. All'improvviso, il ragazzo cominciò ad agitarsi molto e rivolto a sua madre le disse: - Cosa hai messo nel mio letto? Non riesco più a dormire. La madre tentava di calmarlo, senza comunque dire quello che aveva fatto. Costretta ad assentarsi per un po' lasciò solo il ragazzo che sebbene molto debilitato, sceso dal letto, scoprì la medaglia. Furente, prese l'immagine di Maria, si trascinò fino alla porta e gridò verso sua madre: - Io non ho bisogno di queste cose, io! La Vergine Santissima, trattata in questa maniera così indegna da questo povero infelice, ebbe, comunque, pietà di lui e, con un miracolo quasi inaudito di misericordia, lo fece mutare completamente. Egli chiese alla madre di cercare un sacerdote e quando questi venne, egli se confessò col più ardente pentimento. Il giorno successivo il giovane moriva serenamente, dopo aver ricevuto tutti i sacramenti della Chiesa.

(Rivista Araldi del Vangelo, Novembre/2005, n.22, p. 32 – 35)

LA TESTIMONIANZA DI COME LA MEDAGLIA MIRACOLOSA HA SALVATO UN ATEO

La storia che racconto ha dell'in­credibile e solo se uno ha Fede può crederci. Sono un'insegnante di scuola elementare, vivo in provincia di Fro­sinone, sono sposata e curo molto l'edu­cazione religiosa ed umana dei miei figli. Anch'io ho ricevuto una ottima educazione religiosa e adesso com­prendo meglio di allora quanto è importante pregare fin da bambini. Ai miei figli parlo molto di Gesù e della Madonna, trasmetto loro non tanto le mie convinzioni, ma ciò che il Signore e sua Madre oggettivamente sono, alla luce del Vangelo e di questi duemila anni di storia cristiana.

I miei alunni mi vogliono molto bene, notano che io li amo veramente e che i miei rimproveri e le esortazioni vogliono solamente aiutarli. Tra le diverse pratiche devozionali, sono impegnata a diffondere a tutti quelli che incontro la Medaglia Miracolosa. Ho una Fede cieca sulla sua efficacia e potenza. D'altronde, la Madonna lo ha detto nell'apparizione nel 1830 a Santa Caterina Labouré: "Coloro che la porteranno al collo, riceveranno grandi Grazie". Per l'amore che nutro verso la Madonna e la convinzione sulla im­portanza della Medaglia, ogni mese compro 300 Medaglie Miracolose e le regalo a tutti coloro che incontro

Un giorno, uscendo da scuola, ho in­contrato un conoscente che non vedevo da anni, un uomo impegnato in politica, di famiglia anticlericale. Un non cre­dente che condannava sempre la Chiesa e quasi in ogni occasione trovava prete­sti per diffamare i Sacerdoti. Lo ricordo diversi decenni fa non come una persona buona, aveva un grande culto della sua persona, si considerava il migliore in tutto. Ma Gesù è venuto ed è morto anche per lui, anzi, proprio lui Gesù vuole salvare. Era la pecorella smarrita.

Incontrando questo amico, in un istante pensai che era inutile dare la Medaglia, era sprecata, ma subito dopo pensai dove fosse finita la mia Fede. Tenevo le Medaglie proprio per i peccatori. Ricordai l'incredibile conver­sione dell'ebreo Alfonso Ratisbonne nella Chiesa di Sant'Andrea delle Fratte a Roma, proprio perché aveva ricevuto la Medaglia e la portava addosso.

Così, dopo i convenevoli, presi con amore e tanta Fede la Medaglia da dare al mio amico. Lui guardò la Medaglia, poi guardò me stupito, come a doman­darmi se veramente mi ero ricordata della sua irreligiosità. Con molto garbo mi disse che non poteva prenderla per il fatto che non crede a nulla, e la rifiutò. Io tirai fuori le mie convinzioni, la mia Fede la mostrai tutta davanti, fino al punto di dire: "Anche se tu non credi in Dio, perché rifiuti l'idea che questo Dio esiste, ti vuole bene e ti vuole salvare dall'inferno? Come puoi essere certo che Dio non esiste? Chi te lo ha detto e chi può affermare questo con certez­za? ".

Ascoltando le mie parole, i suoi occhi si illuminarono, rimase in silenzio, ma rispose che non poteva accettare la Medaglia. lo insistetti, invitandolo a prenderla `perché la Madonna ti vuole bene e ti vuole salvare dalla perdizione eterna. Perché ti spaventi di questa piccola Medaglia? ". Solo a queste parole la prese, senza dire nulla. Ma era solo per non dispiacermi

Non lo vidi per un certo tempo, quasi due mesi, prima che succedesse l'incre­dibile. Una mattina entro in classe e un bambino mi invita da parte per dirmi qualcosa. Queste le sue parole: "Mae­stra, questa notte ho fatto un sogno. Ho visto un uomo e mi ha detto di dirvi che si chiama Alberto e che ha ricevuto una Medaglia Miracolosa da lei e che lui subito non voleva accettarla, ma poi la prese. Tenendo la Medaglia addosso cominciò a sentire una attrazione per la Medaglia e recitò la preghiera che c'è scritta (O Maria concepita senza peccato, prega per noi che ricorriamo a Te). Lui cominciò a recitare questa preghiera e a dire alla Madonna di pregare per lui. La settimana scorsa lui è morto e grazie alla Medaglia che aveva avuto da lei, non è andato all'inferno, ma si è salvato. Grazie alla Medaglia della Madonna. Mi ha detto di dire tutto questo a lei e che lui la ringrazia e prega dal Purgatorio per lei ".

Non sapevo se gridare dalla gioia o svenire per terra per quanto era avvenuto. In un momento pensai a tutti coloro a cui avevo dato la Medaglia. Dove sono tutti loro? La Madonna li avrà allora salvati tutti! Ero pentita per non avere fatto un apostolato più forte con la Medaglia Miracolosa. Ora ne farò di più.

Il bambino non conosceva né il mio amico e né l'episodio della Me­daglia regalata a lui. Veramente la Madonna aveva salvato il mio amico e con il sogno lo aveva manifestato a me, affinché continuassi a diffondere questa santa e benedetta Medaglia Miracolosa. Scoprii ancora di più la potenza della Medaglia Miracolosa e adesso la diffondo con maggiore convinzione. È il mezzo di Grazie. La Madonna ci dona immense benedizioni e Grazie per mezzo di questa Medaglia! Diciamolo a tutti! Offriamo a tutti questa santa e be­nedetta Medaglia e facciamola portare addosso.

È meglio conservare questi pochi soldi in banca o spenderli in cose inutili, oppure, comprare le Medaglie Miracolose per fare del bene e ricevere grandi Grazie anche voi dalla Madonna?

Però mi chiedo: basta portare la Medaglia addosso? Non occorre avere Fede chi la riceve? Il fatto stesso che una persona accetta la Medaglia è già un consenso verso la Madonna? Come vorrei capire meglio tutto, ma a me basta avere la convinzione che la Madonna quale Regina di ogni essere umano, vuole salvare tutti, e coloro che tengono la Medaglia Miracolosa addosso e prestano Fede verso la Madonna, in un modo o in un altro, la Madre di Dio li salverà dalla perdizione.

È vero che l'efficacia della Medaglia dipende dalla nostra Fede, dalla nostra preghiera e dai nostri sacrifici.

Questa è la vittoria di Maria San­tissima, l'anticipo del trionfo del suo Cuore Immacolato.

CONVERSIONE DEL GIOVANE RATISBONA

Nel 1842 una notizia diffusa dalla stampa corse ovunque, commosse tutta l’Europa ed ebbe una ripercussione mondiale. Il barone Teodoro de Bussières chiese al giovane Alfonso Tobia Ratisbona, fidanzato, ebreo di razza e di religione (ma che, in quanto alla fede confesserà: “Non credevo più neanche in Dio, ero un razionalista”), avvocato, amante dei divertimenti mondani, di portare la Medaglia Miracolosa e di recitare il “Ricordati”, preghiera composta da San Bernardo. Il barone si mise subito a pregare intensamente per il suo amico. Ratisbona passando davanti alla Chiesa di S. Andrea delle Fratte, a Roma, si sentì inaspettatamente chiamato ad entrare. Improvvisamente la Chiesa intera scomparve. In un grande fascio di luce gli apparve la Madonna uguale a come si vede sulla Medaglia Miracolosa. Ratisbona si inginocchia. La Madonna non gli dice nulla, ma lui comprende tutto: comprese l’errore e l’orrore dello stato in cui si trovava, la deformità del peccato, la bellezza della religione cattolica. Il barone Bussières trovò Alfonso col volto rigato di pianto. Non riusciva a rispondere alle sue domande, ma aveva in mano la Medaglia Miracolosa e copriva di baci l’immagine della Vergine. Subito andò a confessarsi. In quello stesso anno si fece novizio gesuita, più tardi sacerdote col nome di padre Alfonso Maria Ratisbona. Morì in concetto di santità.

IN UNA MISSIONE

In un ospedale delle Missioni, a Macao, un povero pagano stava per morire. La sua missionaria aveva tentato più volte di avvicinarlo alla fede ma era sempre stata respinta a volte con ostilità. All’improvviso, visto che era ormai agli sgoccioli della sua vita, la sua decide di mettere una Medaglia Miracolosa tra il lenzuolo e il materasso e poi si mette a pregare intensamente il Santo Rosario, ripetendo al suo interno la preghiera della Medaglia Miracolosa. Alle 21,00 l’agonizzante apre gli occhi, la chiama e inaspettatamente le dice: “Sorella muoio. Battezzami”. Tremante di commozione la suora prende un bicchiere d’acqua, ne versa qualche goccia sulla fronte del morente e pronuncia le parole sante che danno la grazia e la vita. “adesso non ho più paura di morire – mormora l’agonizzante so dove vado”. E spira baciando il Crocifisso.

CORPO INCORROTTO DI S. CATERINA LABOURE'

Santa Caterina morì il 31 dicembre 1876. Il 21 marzo 1933 (57 anni dopo) il suo corpo venne esumato e fu trovato incorrotto. Un medico schiuse le palpebre della Santa e indietreggiò carico di meraviglia: gli occhi azzurri di Santa Caterina che avevano contemplato la Madonna apparivano palpitanti di vita. Il 27 luglio 1947 Caterina Labouré fu proclamata santa. Oggi, qualunque fedele può venerare il corpo incorrotto della Santa, esposto nella Casa delle Figlie della Carità a Parigi. Papa Gregorio XVI aveva fatto affiggere l’immagine della Vergine della Medaglia nella sua Croce pettorale e la distribuiva alle persone che gli facevano visita. Il 7 dicembre 1838 approvò ufficialmente la Medaglia Miracolosa e dichiarò che il suo simbolismo era in perfetta sintonia con l’insegnamento della Chiesa circa la funzione di Maria come Mediatrice di grazia e il privilegio del suo Immacolato Concepimento. Papa Pio XII citò gli avvenimenti di Rue du Bac nell’Enciclica per il centenario di Lourdes (2/7/1957) e durante le sue udienze distribuiva le Medaglie Miracolose ai fedeli di tutto il mondo.

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Carissimi amici, continuiamo il nostro tema sulla Medaglia Miracolosa descrivendone, in questa terza ed ultima parte, le grandi particolarità che la contraddistinguono, che la rendono indispensabile per tutti coloro che amano Maria. La Medaglia Miracolosa è la nostra compagna di tutti i giorni che va onorata e pregata. Tutti noi dobbiamo affidarci a Lei ripetendo più volte la giaculatoria: O MARIA CONCEPITA SENZA PECCATO, PREGA PER NOI CHE A TE RICORRIAMO!

LA MEDAGLIA MIRACOLOSA RIMEDIO ALLA CECITA' DEL MONDO INTERO

clip_image001[10]Pio XI, il 19 luglio 1931, in occasione del processo di beatificazione di Caterina Labouré, accennando ai mali che affliggevano la Chiesa, disse:

«In questi giorni risplende la Medaglia Miracolosa, come per richiamarci in modo visibile e tangibile che alla preghiera tutto è permesso, anche i miracoli, e soprattutto i miracoli. In ciò sta la specialità magnifica della Medaglia Miracolosa, e noi abbiamo bisogno di miracoli. È già un gran miracolo che i ciechi vedano... ma vi è un altro miracolo che dobbiamo domandare a Maria Regina della Medaglia, ed è che vedano quelli che non vogliono vedere...».

La Medaglia miracolosa, portata con fiducia da tanti cattolici in tutto il mondo, continua ancor oggi la sua silenziosa, ma portentosa missione. L'ultimo grande miracolo che i fedeli le chiedono insistentemente è proprio la dissipazione delle tenebre che avvolgono il mondo moderno: trionfi la luce della verità, i ciechi vedano e vedano anche quelli che si ostinano a non vedere. La potenza e la misericordia della Madonna non hanno limiti, come ci dimostra la miracolosa conversione dell'ebreo Ratisbonne che, ai suoi piedi, «cadde ebreo e si rialzò cristiano».

LA MEDAGLIA MIRACOLOSA E NOI

Che cosa dice a noi la Medaglia miracolosa? Ci mostra solo i grandissimi privilegi di Maria SS.? O ci indica anche una via di comportamento? Per chi sa capire tutte le lezioni che la Medaglia miracolosa offre, è chiaro che essa non ci riguarda solo perché ci presenta i privilegi sublimi della Madonna, ma vuole anche essere un piccolo programma di vita cristiana ispirato a quelle verità mariane fecondissime di virtù. È questo un contenuto di valore della Medaglia, che ne rafforza la potenza giustamente ritenuta "Miracolosa". Infatti, la Medaglia miracolosa e stata nel corso del tempo un mezzo efficacissimo per ravvivare nel popolo la pratica della perfetta vita cristiana. E ricordiamo a questo proposito l'associazione delle Figlie di Maria Immacolata, che ha posto per suo distintivo la Medaglia miracolosa e che tante giovani ha preservato da pericoli morali e ha avviato alla santità. Basti pensare, ad esempio, che S.Teresina di Gesù Bambino apparteneva alle Figlie di Maria.

E' VENUTA IN NOSTRO AIUTO

Non dimentichiamo che la Medaglia è sorta in un secolo movimentatissimo per l'Europa intera e difficilissimo per la Chiesa. La Rivoluzione francese faceva sentire ovunque le sue funeste conseguenze. Con essa ogni principio di autorità proveniente dall'alto era stato scardinato. Tante anime brancolavano di qua e di là, languendo nel dubbio della fede, causato dal razionalismo settecentesco. L'uomo si era reso schiavo, tremendamente schiavo di se stesso, proprio nel momento in cui aveva voluto liberarsi di Dio. Ma noi dobbiamo lamentare ancor più oggi le teorie aberranti dei contestatori che hanno scardinato ogni autorità, dei dissacratori che gridano dappertutto l'autonomia del creato, degli adoratori dell'uomo che proclamano fino all'ossessione il valore assoluto dell'uomo celebrato e idolatrato, come se l'uomo non fosse più un povero essere squilibrato, impasto di vergogne innominabili, di passioni animalesche e di perfido egoismo da "rinnegare" (Lc 9,2 3 ), da "odiare " (Gv 1 2,2 5 ). Quale strazio per un cuore di Madre vedere i Suoi figli andare ciecamente e follemente alla deriva, a sfasciarsi contro gli scogli, come una nave che non conosce più la sua rotta! Si mosse allora la Madonna per aiutare i suoi figli. E offrì loro un mezzo potente e prestigioso, ma apparentemente di nessun conto né pregio una piccola Medaglia.

PERCHE' LA MADONNA SCELSE PROPRIO UNA MEDAGLIA, CIOE' UN MEZZO COSI' UMILE? RISPONDIAMO:

1-Perché è nello stile dell'onnipotenza di Dio servirsi di cose inconsistenti per abbattere quelle che si credono imbattibili. Il piccolo e gentile Davide abbatté il possente Golia. "Dio sceglie ciò che nel mondo è debole per confondere ciò che è forte. Sceglie ciò che per il mondo non ha valore e nobiltà, ciò che non è, per ridurre a nulla ciò che è" (1 Cor 1,27-29). Così, per abbattere la tracotante superbia dell'uomo che si autoidolatra e l'insania del suo miserabile orgoglio, nulla di più salutare che un pezzetto di metallo di nessun pregio da portare indosso... questo pezzetto di metallo di nessun pregio è così simile a quella pietra che Davide mise nella fionda per abbattere il gigante Golia!

2 -Inoltre, la scelta di un mezzo così umile fa risaltare interamente la potenza di Dio e di Maria. Qualsiasi mezzo prestigioso o almeno non così insignificante avrebbe potuto far credere che i miracoli ottenuti fossero in qualche modo da attribuirsi ad esso. La piccola medaglina, invece, ha tutta l'inconsistenza delle cose da niente. Tutto il bene che opera non può che discendere dall'alto (Gc 1,17).

3 -Infine, una medaglina possiamo tutti procurarcela, anche se molto poveri. Non così qualcosa di più prezioso. Ed era necessario che si trattasse di un mezzo di grazia che tutti potessero facilmente avere, perché i bisogni, allora come oggi, riguardavano l'umanità intera. La medaglina ha realizzato tutti questi vantaggi insieme costa pressoché nulla, si fa accettare facilmente, insegna verità fondamentali, richiama alle virtù più vitali e preziose.

UMILTA', GRATITUDINE, PENITENZA

La Medaglia miracolosa, presentandoci la Madonna come Immacolata, ci ricorda la verità fondamentale del peccato originale, verità cui purtroppo, oggi più che ieri, molti insensati non vogliono credere, pur sperimentandone nelle loro carni le tremende conseguenze. Altro che "nativa bontà dell'uomo" teorizzata nel '700 da Gian Giacomo Rousseau! Per riparare quel primo peccato e tutti i peccati conseguenti, fu necessaria la morte di Gesù, il Verbo Incarnato; fu necessario il sacrificio di Maria, la Madre di Dio. Povera Madre che dovette dare la morte a Suo Figlio dopo averGli donato la vita! Questo dobbiamo saper leggere nella Medaglia miracolosa, in quella Croce, in quei due Cuori sacratissimi, l'uno circondato di spine, l'altro trafitto da una spada. Da parte nostra, quindi, ci vogliono umiltà e gratitudine. Umiltà per la nostra cattiveria, per i nostri peccati che sono la causa di tanto dolore in Gesù e Maria. Gratitudine per la carità sconfinata che Gesù e la Madonna hanno esercitato verso di noi, pagando tutto di persona nel tremendo sacrificio del Golgota. Inoltre, dobbiamo sentirci anche spronati al sacrificio e alla penitenza, per ricambiare, sia pure in piccola misura, tanta generosità di Gesù e di Maria. La penitenza è essenziale alla vita cristiana. "Se non fate penitenza -disse Gesù- perirete tutti" (Lc 13,5); e ancora "Se qualcuno vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e mi segua " (Mc 8,34). E quale virtù più necessaria della penitenza potrebbe raccomandarci la Medaglia miracolosa oggi, in questa società edonista, materialista e carnalista, tutta protesa solo al benessere e ai piaceri senza limiti?

AMARE ED IMITARE MARIA

clip_image002[6]La Medaglia miracolosa ci invita ancor di più a riconsiderare i nostri doveri verso Maria SS., che sono essenzialmente i doveri dei figli verso la loro Madre Celeste. Da quando Gesù dalla Croce ci affidò alla Madonna nella persona di S. Giovanni Evangelista (Gv 19,26), Maria non ci ha mai abbandonato. Ha soccorso popoli e nazioni nei momenti più terribili della loro storia; si è chinata e ha pianto con ognuno di noi in tante ore difficili che solo noi e Lei conosciamo. Maria è Madre di tutti e di ognuno in particolare e il Suo amore materno non subisce divisioni essendo quasi infinito. Ma noi che cosa abbiamo fatto per Lei? Ci siamo veramente dimostrati Suoi figli affezionati? Questi interrogativi forse ci pesano sulla coscienza perché scoprono a noi stessi tanta mancanza d'amore verso una Madre così dolce e sublime. Ebbene, non perdiamo ancora tempo. Ciascuno di noi riprenda o cominci ad amare Maria. Sentiamola vicina, perché Ella stessa ha voluto sentirci vicini; sentiamola Mamma, perché Ella ha voluto sentirci figli. Ella è anche la nostra dolcissima Regina. Ebbene, dobbiamo avere il santo orgoglio di essere Suoi sudditi, di obbedirLe con gioia in ogni cosa, di combattere generosamente per Lei, per la Sua gloria, perché Ella possa regnare con Gesù in "ogni cuore che batte sulla terra", come diceva quello splendido cavaliere dell'Immacolata che fu San Massimiliano Maria Kolbe. In particolare, quando la Madonna si presenta come Immacolata, vuole da noi soprattutto l'imitazione della Sua purezza verginale. Oggi Ella vuole che noi, uomini del ventesimo secolo, luridi e sozzi in tanta vita di lussuria universale, impariamo a guardare di nuovo il cielo, a guardare Lei, la Sempre Vergine, la Purissima. In ogni sforzo che faremo per amarLa -ricordiamolo- Ella sarà sempre accanto a noi per aiutarci incessantemente con tutte le grazie che ci occorrono e di cui Ella è Tesoriera e Dispensatrice. Quante cose, quindi, la Madonna ci insegna, ci chiede e ci offre con la piccola Medaglia miracolosa! Portandola addosso bisogna essere consapevoli che, almeno indirettamente e implicitamente, sia professione di fede in queste verità e ci si impegna a un comportamento d'amore tutto particolare verso la nostra Celeste Madre e Regina Immacolata.

 

Fonte: IdM

domenica 25 novembre 2012

Marija comunica il Messaggio del 25 Novembre a Radio Maria


La veggente di Medjugorje Marija Pavlovic comunica il Messaggio del 25 Novembre 2012 a Radio Maria.


Fonte: Radio Maria Facebook

Messaggio del 25 novembre 2012

"Cari figli! In questo tempo di grazia vi invito tutti a rinnovare la preghiera. Apritevi alla Santa confessione perchè ognuno di voi accetti col cuore la mia chiamata. Io sono con voi e vi proteggo dall' abisso del peccato e voi dovete aprirvi alla via della conversione e della santità perchè il vostro cuore arda d'amore per Dio. DateGli il tempo e Lui si donerà a voi, e così nella volontà di Dio scoprirete l'amore e la gioia della vita. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”

mercoledì 21 novembre 2012

«L’unico atto degno di un uomo è inginocchiarsi davanti a Dio». Il Diario di Etty Hillesum

 

È in libreria per Adelphi l’edizione integrale del Diario (1941-1943) di Etty Hillesum. Chi è questa scrittrice e intellettuale ebrea morta a 29 anni ad Auschwitz e sconosciuta ai più, ma che meriterebbe di essere riscoperta? Tempi ne parlò già anni fa, in occasione della pubblicazione (allora parziale) dei suoi scritti. Vi riproponiamo quegli articoli con alcuni brani tratti dalDiario e dalle Lettere. Per chi voglia ulteriormente approfondire, oggi su Avvenire Marina Corradi  (ndr: lo pubblico qui sotto) ha scritto un articolo su di lei.

«Otto quaderni fittamente ricoperti da una scrittura minuta e quasi indecifrabile – e da allora non ho mai distolto la mente da ciò che vi ho trovato: la vita di Etty Hillesum. Questi quaderni narrano la storia di una donna di Amsterdam di ventisette anni. Abbracciano tutto il 1941 e il 1942. Erano gli anni in cui in tutta l’Europa si rappresentava il dramma dello sterminio. Etty Hillesum era ebrea, e scrisse un contro-dramma». Così scrive J.G. Gaarlandt nella sua introduzione alla prima edizione inglese (1983) del Diariodella giovane ebrea. Diario che, per tramite dell’amica Maria Tuinzing, la stessa Etty, poco prima della sua deportazione ad Auschwitz (dove morirà il 30 novembre 1943, appena due mesi dopo il suo arrivo al campo di sterminio che inghiottì l’intera famiglia Hillesum: i genitori e un fratello di Etty vennero trucidati dai nazisti il giorno stesso del loro arrivo in Polonia, l’altro fratello, Jaap, morì sulla strada del ritorno ad Amsterdam) aveva affidato allo scrittore Klaas Smelik, che lo studioso olandese Gaarlandt conobbe nel 1980 e di cui iniziò la pubblicazione in lingua originale l’anno successivo.
Etty scrisse Diario e Lettere negli anni dell’occupazione nazista dell’Olanda e durante il suo soggiorno al campo di concentramento di Westerbork, dove furono internati gli ebrei olandesi. Tutti i costi per la costruzione e il mantenimento del campo furono sostenuti con la confisca dei beni e delle proprietà degli ebrei. Da Westerbork transitarono e da lì furono condotti ai campi di sterminio su 102 treni di deportati, 107mila ebrei olandesi. Ne sopravvissero 5200.

27 febbraio, venerdì mattina, le dieci…
Mercoledì mattina presto, quando con un gruppo numeroso ci siamo trovati in quel locale della Gestapo, i fatti delle nostre vite erano tutti eguali: eravamo tutti nello stesso ambiente, gli uomini dietro la scrivania, come quelli che venivano interrogati. Ciò che qualificava la vita di ciascuno era l’atteggiamento interiore verso quei fatti. Si notava subito un giovane che camminava su e giù con un’espressione palesemente scontenta, assillato e tormentato. Cercava in continuazione pretesti per urlare a quei disgraziati ebrei: «Mani fuori dalle tasche per favore…», ecc. Per me era da compiangere più di coloro a cui stava urlando; e questi, a loro volta, facevano pena nella misura in cui erano impauriti. Quando mi sono presentata davanti alla scrivania, mi ha urlato improvvisamente: «Che ci trova di ridicolo?». Avrei risposto volentieri: «Niente, tranne lei», ma per diplomazia m’è parso meglio lasciar stare. «Lei ride tutto il tempo», continuava a urlare lui. E io in tutta innocenza: «Non me ne accorgo proprio, è la mia faccia normale». E lui: «Per favore non dica scemenze, vada fffuori», con una faccia che voleva dire: tra poco mi sentirai. Credo che questo fosse il momento psicologico in cui avrei dovuto spaventarmi a morte, ma quel trucco l’ho capito troppo in fretta. In fondo, io non ho paura. Non per una forma di temerarietà, ma perché sono cosciente del fatto che ho sempre a che fare con esseri umani, e che cercherò di capire ogni espressione, di chiunque sia e fin dove mi sarà possibile. E il fatto storico di quella mattina non era che un infelice ragazzo della Gestapo si mettesse a urlare contro di me, ma che francamente io non ne provassi sdegno – anzi, che mi facesse pena, tanto che avrei voluto chiedergli: hai avuto una giovinezza così triste, o sei stato tradito dalla tua ragazza? (…)

Di sera, le nove…
Ci è stato proibito di passeggiare sul Wandelweg, ogni misero gruppetto di due o tre alberi è dichiarato bosco e allora sulle piante è inchiodato un cartello con la scritta: vietato agli ebrei. Questi cartelli diventano sempre più numerosi, dappertutto. E ciò nonostante, quanto spazio in cui si può ancora stare e essere lieti e far musica e volersi bene. (…)

Mercoledì mattina, le sette e mezzo
È così trascinante e ardente, il mio Agostino-a-stomaco-vuoto. Un raffreddore di testa ora non mi fa più perdere completamente l’equilibrio, però non è un piacere. Buon giorno, scrivania disordinata! (…)

Sabato sera, mezzanotte e mezzo…
Certo che ogni tanto si può esser tristi e abbattuti per quel che ci fanno, è umano e comprensibile che sia così. E tuttavia: siamo soprattutto noi stessi a derubarci da soli. Trovo bella la vita, e mi sento libera. I cieli si stendono dentro di me come sopra di me. Credo in Dio e negli uomini e oso dirlo senza falso pudore. La vita è difficile, ma non è grave. Dobbiamo cominciare a prendere sul serio il nostro lato serio, il resto verrà allora da sé: e “lavorare a se stessi” non è proprio una forma d’individualismo malaticcio. Una pace futura potrà essere veramente tale solo se prima sarà stata trovata da ognuno in se stesso – se ogni uomo si sarà liberato dell’odio contro il prossimo, di qualunque razza o popolo, se avrà superato quest’odio e l’avrà trasformato in qualcosa di diverso, forse alla lunga in amore se non è chiedere troppo. È l’unica soluzione possibile. E così potrei continuare per pagine e pagine. Quel pezzetto d’eternità che ci portiamo dentro può essere espresso in una parola come in dieci volumoni. Sono una persona felice e lodo questa vita, la lodo proprio, nell’anno del Signore 1942, l’ennesimo anno di guerra. (…)

3 luglio 1942…
Un po’ più tardi. E se anche non avessi avuto niente da questa giornata – neppure, da ultimo, questo positivo e aperto confrontarmi con la morte – non dovrei dimenticare quel soldato tedesco kasher (persona come si deve, per bene, ndt), che si trovava al chiosco col suo sacco di carote e cavolfiori. Prima, sul tram, le aveva messo in mano un biglietto, e poi c’era stata quella lettera che dovrò ben leggere una volta: gli ricordava tanto la figlia di un rabbino che lui aveva potuto ancora assistere giorno e notte, sul suo letto di morte. E stasera è andato a farle visita. E quando Liesl me l’ha raccontato, ho saputo all’istante che stasera avrei dovuto pregare anche per quel soldato tedesco. Una delle tante uniformi ha ora un volto. Ci saranno ancora altri volti su cui potremo leggere e capire qualcosa. E questo soldato soffre anche lui. Non ci sono confini tra gli uomini sofferenti, si patisce sempre da una parte e dall’altra e si deve pregare per tutti. Buona notte. (…)

Venerdì…
Un giorno pesante, molto pesante. Un “destino di massa” che si deve imparare a sopportare insieme con gli altri, eliminando tutti gli infantilismi personali. Chiunque si voglia salvare deve pur sapere che se non ci va lui, qualcun altro dovrà andare al suo posto. Come se importasse molto se si tratti proprio di me, o piuttosto di un altro, o di un altro ancora. È diventato ormai un “destino di massa” e si dev’essere ben chiari su questo punto. Un giorno molto pesante. Ma ogni volta so ritrovare me stessa in una preghiera – e pregare mi sarà sempre possibile, anche nello spazio più ristretto. E, come fosse un fagottino, io mi lego sempre più strettamente sulla schiena, e porto sempre più come una cosa mia quel pezzetto di destino che sono in grado di sopportare: con questo fagottino già cammino per le strade. (…)

23 luglio, giovedì sera, le nove
Le mie rose rosse e gialle si sono completamente schiuse. Mentre ero là, in quell’inferno, hanno continuato silenziosamente a fiorire. Molti mi dicono: come puoi pensare ancora ai fiori, di questi tempi. Ieri sera, dopo quella lunga camminata nella pioggia, e con quella vescica sotto il piede, sono ancora andata a cercare un carretto che vendesse fiori e così sono arrivata a casa con un gran mazzo di rose. Ed eccole lì, reali quanto tutta la miseria vissuta in un intero giorno. Nella mia vita c’è posto per tante cose. E ho così tanto posto, mio Dio. Oggi, mentre passavo per quei corridoi così affollati, ho sentito improvvisamente un gran desiderio d’inginocchiarmi sul pavimento di pietra, in mezzo a tutta quella gente. L’unico atto degno di un uomo che ci sia rimasto di questi tempi è quello d’inginocchiarci davanti a Dio. (…)

Mercoledì mattina, le nove (aspettando dal dottore)
Spesso, a Westerbork, quando andavo in giro con quei chiassosi, litigiosi e fin troppo attivi membri del Consiglio Ebraico, mi veniva da pensare: su, lasciatemi essere un pezzetto della vostra anima. Lasciatemi essere la baracca in cui si raccoglie la parte migliore, che esiste sicuramente in ognuno di voi. Io non ho bisogno di far così tanto, io voglio solo esserci. Lasciatemi essere l’anima in questo corpo. E prima o poi trovavo in ognuno di loro un gesto o uno sguardo più nobile, di cui credo fossero appena coscienti. E me ne sentivo il custode.(…)

Domenica sera…
Il mio cuore è una chiusa che ogni volta arresta un flusso ininterrotto di dolore. (…)
«Dopo la guerra, due correnti attraverseranno il mondo: una corrente d’umanesimo e un’altra di odio». Allora ho saputo di nuovo che avrei preso posizione contro quell’odio.

23 settembre…
Vedi, Klaas: quell’uomo era pieno di odio per quelli che potremmo chiamare i nostri carnefici, ma anche lui avrebbe potuto essere un perfetto carnefice e persecutore di uomini indifesi. Eppure mi faceva tanta pena. Riesci a capirci qualcosa? Non aveva mai contatti amichevoli coi suoi compagni, e se questo succedeva agli altri lui li guardava di sottecchi con un’espressione così affamata (potevo vederlo e osservarlo in continuazione, in quel luogo si viveva senza muri). Più tardi, un collega che lo conosceva da anni mi aveva raccontato alcuni particolari della sua vita. Nei primi giorni della guerra si era buttato in strada dal terzo piano ma non era riuscito ad ammazzarsi, come doveva pur essere sua intenzione. In seguito ci aveva riprovato, questa volta sotto una macchina, ma anche questo tentativo era fallito. Poi aveva trascorso qualche mese in un istituto per malattie mentali. Era paura, tutta paura. Era un giurista così brillante e acuto e nelle discussioni accademiche aveva sempre l’ultima e decisiva parola. Ma nel momento decisivo era saltato giù dalla finestra. Sua moglie doveva camminare per casa in punta di piedi e lui faceva delle scenate ai figli atterriti. Ma faceva tanta, tanta pena. Che vita è mai questa? (…)

12-10-42…
Un’anima è fatta di fuoco e di cristalli di roccia. È una cosa molto severa e dura in senso vetero-testamentario, ma è anche dolce come il gesto delicato con cui la punta delle sue dita sfiorava le mie ciglia. (…)
Si vorrebbe essere un balsamo per molte ferite.
(Qui si interrompe il Diario di E.H.)

Dalle Lettere di E.H.
A Maria Tuinzing, 2 settembre 1943
…Io scrivo di nuovo un po’ di tutto alla rinfusa e poche cose buone. Ogni tanto qui si è terribilmente stanchi ed è proprio così che mi sento stamattina, ma questa lettera deve partire tra poco, quindi scarabocchio ancora qualcosetta. Potete spedire o recapitare le lettere di Mechanicus che accludo? È grazie a lui che posso far partire questa mia. Tutta la famiglia di Jopie è ora in ospedale, si fatica a tenere in vita il bimbetto più piccolo.
Come eravamo giovani solo un anno fa su questa brughiera, Maria, ora siamo un tantino più vecchi. Noi stessi non ce ne rendiamo veramente conto: siamo stati marchiati dal dolore, per sempre. Eppure la vita è meravigliosamente buona nella sua inesplicabile profondità, Maria – devo ritornare sempre su questo punto. E se solo facciamo in modo che, malgrado tutto, Dio sia al sicuro nelle nostre mani, Maria. Qui non sono affatto all’altezza della situazione, non riesco a “far fronte” a tutte le persone che vogliono coinvolgermi nei fatti loro, spesso sono troppo, troppo stanca. Per favore, guarda una volta Käthe con occhi amichevoli da parte mia, e accosta la tua guancia a quella di papà Han, anche da parte mia. E state ancora bene insieme? E mi saluti la mia cara scrivania, il più bel posto di questa terra? E Swiep e Wiep e Hesje e Frans e gli altri? Ti guardo un momento in faccia, mia cara, e non dico più molto.
Etty

A Christine van Nooten, 7 settembre 1943
Christien, apro a caso la Bibbia e trovo questo: «Il Signore è il mio alto ricetto». Sono seduta sul mio zaino nel mezzo di un affollato vagone merci. Papà, la mamma e Mischa sono alcuni vagoni più avanti. La partenza è giunta piuttosto inaspettata, malgrado tutto. Un ordine improvviso mandato appositamente per noi dall’Aia. Abbiamo lasciato il campo cantando, mamma e papà molto forti e calmi, e così Mischa. Viaggeremo per tre giorni. Grazie per tutte le vostre buone cure.
Alcuni amici rimasti a Westerbork scriveranno ancora a Amsterdam, forse avrai notizie? Anche della mia ultima lunga lettera? Arrivederci da noi quattro.
Etty

(Questa è l’ultima lettera che si conosca di Etty. Segue la deportazione ad Auschwitz dell’intera famiglia Hillesum. Papà, mamma e il fratello Mischa vengono trucidati lo stesso giorno del loro arrivo in Polonia.Secondo un’informativa della Croce Rossa Internazionale Etty è morta ad Auschwitz il 30 novembre 1943).

Fonte: Tempi

 

Etty Hillesum, la Shoah e la Croce

L’edizione integrale in italiano del Diario (1941-1943) di Etty Hillesum che esce oggi per Adelphi è un momento importante nella riscoperta di questa giovane ebrea morta a Auschwitz. Una figura straordinaria ma, almeno da noi, ancora da molti non conosciuta; benché chi la legga finisca spesso con l’innamorarsene.
Nata nel ’14 in Olanda, la Hillesum studia e vive nella Amsterdam occupata dai nazisti. Ebrea ma non praticante, frequenta ambienti intellettuali non credenti, e conduce, come dirà con le sue parole, «una vita libera e sregolata». L’incontro con lo psicoterapeuta ebreo Julius Spier, fuggito dalla Germania nazista, la riconduce alla lettura dell’Antico Testamento, e alla domanda di un Dio di cui, impara da Spier, bisogna avere «il coraggio di tornare a pronunciare il nome». Ma la storia incombe: la persecuzione in Olanda cresce, gli ebrei devono portare la stella gialla, si pianifica la deportazione. Questa pressione tragica sembra agire su Etty come un catalizzatore che in pochissimi anni la trasforma, anzi la trasfigura. Mentre avverte che il nemico vuole l’annientamento degli ebrei, misteriosamente Etty cresce, in un dialogo sempre più serrato con un Dio al quale non chiede la propria salvezza, ma di condividere il destino del suo popolo, e di farsene voce. La ragazza che scrive da Westerbork, il campo di raccolta degli ebrei olandesi, sembra già molto distante dalla fanciulla che lietamente passava da un uomo all’altro, vorace di amore e di vita. In lei, che muore ad Auschwitz nel settembre 1943, a 29 anni, si è compiuta una sbalorditiva metamorfosi.
Per questo a chi non ha mai letto la sintesi del Diario pubblicata da Adelphi negli anni ’80 ci verrebbe da consigliare di cominciare la conoscenza della Hillesum dalle Lettere, pure già edite da Adelphi, in un percorso cronologico inverso. Giacché le Lettere sono le ultime cose scritte da Etty a Westerbork, fino al giorno della deportazione in Polonia; pagine struggenti, tese, dal fondo della ferocia e del male, ad affermare la fiducia in un Dio, nonostante tutto, padre. In un Dio per il quale, in tanto strazio, la giovane ebrea si sente in dovere di «cercare un tetto»; e quel tetto è lei stessa, che vorrebbe accogliere in sè la paura e la disperazione di vecchi, madri, bambini in partenza, sui treni stracarichi di cui non si sa, ma ormai si intuisce, il destino.
Leggendo le Lettere si capisce chi era diventata, alla fine, la ragazza delle prime pagine del Diario. Che all’inizio del ’41 era una giovane donna anticipatrice, diremmo quasi, delle ragazze degli anni Settanta ; libera da tradizioni e fedi, desiderosa solo di vivere e capire e mettersi alla prova. Una che, quando Spier le dice che la sera lui prega, è tentata di domandargli, sbalordita e impertinente: «E cosa dice, quando prega?».
Ma sotto la vivacità una inquietudine rode Etty. Ne sono l’evidenza le poche righe che accennano a un figlio che rifiuta perchè «voglio risparmiargli il dolore. Rimarrai nella condizione protetta di chi non è ancora nato e sii riconoscente, essere in divenire». Abortire, dunque, perché la vita è male (benché la tragedia ebraica in atto rendesse realistica una simile visione).
Eppure nulla impedisce la metamorfosi. La Parola delle Scritture ha una parte forte in questo cammino interiore. LaPrima lettera ai Corinzi - il celebre brano sulla carità - opera in Etty misteriosamente: «come una verga da rabdomante che sferzava il fondo duro del mio cuore, facendone improvvisamente scaturire sorgenti nascoste. D’un tratto mi sono ritrovata inginocchiata e l’amore sprigionato scorreva di nuovo dentro di me...» (Un passo, per inciso, che nella sintesi Adelphi anni ’80 non compariva, benché certo non irrilevante per comprendere la Hillesum).
E mentre il cerchio attorno agli ebrei olandesi si chiude, e ciascuno cerca, come può, di salvarsi, la ragazza si inoltra per i sentieri dell’Antico Testamento, ma anche in Rilke, e nel Vangelo, che da ultimo cita ripetutamente. Ama Agostino, e c’è un’eco agostiniana quando scrive: «Dentro di me c’è una sorgente molto profonda. E in quella sorgente c’è Dio. A volte riesco a raggiungerla, più sovente essa è coperta da pietre e sabbia: allora Dio è sepolto. Allora bisogna dissotterrarlo di nuovo».
E più si fa fitto il buio, più la Hillesum sente crescere, dentro, un segreto tesoro. Ne è meravigliata lei stessa: «Com’è strana la mia storia, la storia della ragazza che non sapeva inginocchiarsi...».
Umanamente inconcepibile è il suo stare di fronte al male assoluto dell’Olocausto. Davanti alle madri disperate, ai vecchi balbettanti e smarriti che all’alba vengono imbarcati sui treni, la sua risposta è, prima, una inesausta preghiera; poi, nelle Lettere, concluderà: «Io non posso fare niente, io posso solo prendere il dolore su di me, e soffrire». (La Croce come istintivamente abbracciata).
Ci si può chiedere perché solo ora si arrivi alla edizione integrale italiana, e come mai una figura così grande sia ancora poco nota. Forse è perché, volontaria nel campo di Westerbork dove poi finirà rinchiusa, in una sincerità da grande cronista scriveva che anche tra i perseguitati si alza a volte un persecutore - come l’Oberdienstleiter ebreo, in stivaloni neri e stella gialla, che nelle Lettere sorveglia un treno in partenza? O forse perché a un  certo moralismo cattolico del primo dopoguerra la "sregolatezza" giovanile di Etty non piaceva? Ma chi oggi legge il Diario integrale (800 pagine, tre volte la edizione anni ’80, e con un ricco apparato di note), e vede come quella giovane donna sia rinata, nel fondo dell’inferno, e come ostinatamente affermi che la vita è «comunque buona e degna di essere vissuta», chiude queste pagine e tace. Sbalordito e grato di quanto Dio possa trasformare gli uomini - se, semplicemente, lo cercano.

Fonte: Avvenire – articolo di Marina Corradi