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Richiesta di preghiere

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Per la Richiesta di Preghiere è possibile da oggi utilizzare il MODULO che si trova qui a sinistra.

Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

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venerdì 31 maggio 2013

Commento di Marija al messaggio da Medjugorje del 25 maggio 2013

"Cari figli! Oggi vi invito ad essere forti e decisi nella fede e nella preghiera affinché le vostre preghiere siano tanto forti da aprire il cuore del mio amato Figlio Gesù. Pregate figlioli, senza sosta affinché il vostro cuore si apra all’amore di Dio. Io sono con voi, intercedo per tutti voi e prego per la vostra conversione. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”

Commento di Marija al messaggio da Medjugorje del 25 maggio 2013

INFORMAZIONI:

* Il 14° Seminario internazionale per le coppie sposate si svolgerà a Medjugorje dal 3 al 6 luglio 2013 nel salone Giovanni Paolo II accanto alla chiesa. E’ possibile inviare le proprie adesioni al seguente indirizzo e-mail: seminar.marija@medjugorje.hr oppure al numero di fax e telefono: 00387-36-651999 all’attenzione di Marija Dugandzic. Il contributo spese al seminario è di EURO 40 per coppia.

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P. Livio: La Madonna all’inizio delle apparizioni ha detto che era venuta per risvegliare la fede. Oggi però, come ha detto anche Papa Francesco soprattutto ai giovani, per conservare la fede bisogna andare contro corrente.

Marija: E’ vero. D’altra parte io vedo che soprattutto i giovani quando vengono a Medjugorje e, attraverso la propria esperienza di preghiera, si incontrano con Dio e ritrovano la fede, a quel punto diventano forti testimoni della fede.

P. Livio: Voi veggenti avete avuto la grazia di vedere il Paradiso, l’inferno e il purgatorio, anzi due di voi sono stati portati fisicamente nell’aldilà, per cui non avete dubbi per quanto riguarda le verità della fede, ma anche voi vi farete tante domande su perché Dio agisce in un modo piuttosto che in un altro.

Marija: Proprio così: davanti a certe “croci”, a tanta sofferenza, la fame, la povertà e tante altre cose nel mondo, anche noi ci domandiamo: perché Dio permette queste cose? Ecco perché la Madonna ci invita ad essere forti nella fede, attaccati a Dio, perché se abbiamo Dio abbiamo tutto, come diceva S. Agostino. Davanti a queste domande la Madonna ci dice di pregare e di offrire, perché anche la nostra sofferenza ha un senso.

P. Livio: Ci sono tante mamme e papà che ci dicono: mio figlio non va più in chiesa, non crede più; cosa possiamo fare?

Marija: Io sempre dico che la nostra preghiera non ha limiti, non ha confini, non ha muri, arriva comunque. A volte noi possiamo solo pregare, poi il Signore fa, il Signore vede la nostra buona volontà, vede la nostra richiesta, il nostro desiderio, le nostre sofferenze, i nostri dolori. Quando siamo più preoccupati dobbiamo pregare. Questo chiede la Madonna: pregare con forza e senza sosta. E a chi è fragile nella fede, a chi la perde e si allontana ci chiede di dare loro l’esempio con la nostra vita. Noi cristiani parliamo con la testimonianza della nostra vita. Tante volte professiamo la fede ma poi nella pratica non siamo coerenti. Fin dall’inizio la Madonna ha detto: “Vivete i miei messaggi e metteteli in pratica”. Tante volte noi parliamo del digiuno ma non digiuniamo. No! Con la nostra vita dobbiamo dare l’esempio. Anche se è più difficile; è più facile predicare. Non c’è una parola efficace come la vita, come noi abbiamo visto in tanti sacerdoti, in tante persone che sono andate in Paradiso prima di noi. Soprattutto a Medjugorje abbiamo avuto una generazione di sacerdoti come Padre Janko Bubalo, Padre Stanko, Padre Jozo Vasilj, Padre Slavko, Padre Luka, che confessavano qui ogni giorno ore e ore, e con il loro esempio e testimonianza hanno abbracciato Dio e l’hanno messo al primo posto nella loro vita. Come fa il Papa Francesco, che con la sua vita e con messaggi piccoli e semplici sta dando un esempio molto forte di semplicità, di umiltà, di devozione, di amore: sta rispondendo con la sua vita al cento per cento. E’ quello che dovremmo fare tutti noi. Certo sappiamo che non è facile essere santi perché, per andare in Paradiso dobbiamo prendere la via stretta, non quella larga; invece oggi il mondo ci offre l’autostrada della perdizione.

P. Livio: Cosa vuol dire vedere la Madonna tutti i giorni?

Marija: Significa vivere il Paradiso. L’apparizione più lunga che ho avuto è durata 2 ore e mezza, ma di solito l’apparizione dura dai 5 ai 10 minuti: questo tempo è Paradiso, poi tutto il resto è “purgatorio”. Vedo che la Madonna chiede a tutti di tener viva in noi l’idea del Paradiso, quasi una fissazione, per ricordarci che la vita è corta in confronto all’eternità. Pensare sempre al Paradiso, come ripeteva S. Filippo Neri: “Paradiso! Paradiso!...” Quando uno si innamora di Dio, vive il Paradiso qui sulla terra anche se la sua vita è un purgatorio o un inferno. Così tanti santi, come Madre Teresa di Calcutta che ha vissuto in mezzo ai poveri, bambini che raccoglieva dalla strada, anziani che vivevano in un inferno di estrema povertà, sulla strada, spesso pieni di mosche, di vermi, con le ferite aperte… Lei trasformava questo “inferno” nel Paradiso. E questo dobbiamo fare anche noi nella vita quotidiana con la preghiera e con la carità.


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Marija ha quindi pregato il “Magnificat” e il Gloria.

... e Padre Livio ha concluso con la benedizione.

Marija e P. Livio

 

Fonte: trascrizione dell’originale pubblicato su Medjugorje Oggi

Commento di Padre Livio al Messaggio a Marija del 25 maggio 2013

"Cari figli, oggi vi invito ad essere forti e decisi nella fede e nella preghiera affinché le vostre preghiere siano tanto forti da aprire il Cuore del mio amato Figlio Gesù. Pregate, figlioli, senza sosta affinché il vostro cuore si apra all'Amore di Dio. Io sono con voi, intercedo per tutti voi e prego per la vostra conversione. Grazie per aver risposto alla mia chiamata."

Commento di Padre Livio di Radio Maria

al messaggio del 25 maggio 2013

Per capire l'importanza di questo messaggio, bisogna tener presente che questo messaggio ci accompagna, ci introduce nel mese di Giugno, che è il mese dedicato al Sacro Cuore di Gesù, festa che tra poco celebreremo, preceduta dalla festa del Cuore Immacolato di Maria.

Quindi non dobbiamo meravigliarci se al centro di questo messaggio ci sia da una parte “il Cuore del mio amato Figlio Gesù”, dall'altra i nostri cuori che si devono aprire all'Amore di Dio.

Quindi la Madonna ci invita, in questo mese di Giugno, all'incontro dei cuori, cioè del nostro cuore col Cuore di Gesù in modo tale che, come ha detto in un altro messaggio: “il nostro cuore, il suo Cuore, il Cuore di Gesù siano un solo cuore di amore e di pace”.

Questa è la prospettiva dunque, però quello che colpisce in questo messaggio è che la Madonna ci invita ad “essere forti e decisi nella fede e nella preghiera”, cioè la Madonna si rende conto, lo sa benissimo, ce lo ha ripetuto attraverso il Papa più volte, specialmente quando il Papa si è rivolto ai giovani e ha detto: “oggi dovete essere forti e decisi per andare contro corrente”, la Madonna sa che viviamo in un mondo che“è immerso nelle tenebre della menzogna e della morte”, come ha detto in tanti messaggi. Nell'ultimo messaggio a Mirjana ha detto: non correte sulla via della perdizione”.

Quindi la Madonna vede questa deriva del mondo che rischia di trascinare con sé molti cristiani, perché non sono forti e decisi nella fede, non hanno detto il loro “sì, sì!”. Come la Madonna ci ha detto più volte,rimangono come canne sbattute dal vento, si lasciano influenzare dalle menzogne del mondo, dalle false luci, dalle false gioie, dai falsi proclami, dai falsi profeti!

Molto spesso noi cristiani cerchiamo da una parte di accontentare il mondo che è dentro di noi e quindi schiacciamo l'occhio al mondo e dall'altra cerchiamo di tener buono Dio, perché abbiamo paura che ci manchi la Sua benedizione.

Cioè sono i famosi cristiani tiepidi di cui parla l'Apocalisse e di cui appunto Gesù dice: “poiché non sei né freddo, né caldo, ma sei tiepido, io ti rigetto, ti vomito fuori” e questa è la tentazione nella quale spesso molti di noi che abbiamo risposto alla chiamata viviamo, ma non abbiamo ancora preso una decisione irrevocabile, totale, radicale e cioè non abbiamo deciso per la preghiera, non abbiamo deciso per Dio, non abbiamo deciso per la conversione, non abbiamo deciso per il Paradiso, non abbiano deciso di combattere il peccato, non abbiamo ancora dato quella svolta radicale alla nostra vita per cui sbandiamo: un po' siamo di Dio, un po' siamo del mondo e così, in questo modo, non siamo né carne né pesce!

Il tempo che ci aspetta è un tempo di prova, c'è un vento forte, una bufera, gli alberi che non hanno radici profonde vengono sradicati, le case che non sono costruite sulla roccia vengono spazzate via.

Andiamo incontro a tempi in cui la bufera satanica sarà sempre più intensa, la seduzione sempre più forte, le prove sempre più dure e perciò dobbiamo essere saldi, radicati nella fede, forti nella fede.

Come si diventa forti e radicati nella fede?  Mediante la preghiera. Mediante la preghiera con la quale decidiamo la conversione, perché è nella preghiera che noi vediamo che non siamo né carne né pesce, che siamo incerti, che viviamo nel compromesso, un po' Dio, un po' il mondo, un po' zolfo, un po' acqua santa!

In questo modo il diavolo ci sradica come niente fosse. La Regina della Pace ha detto una volta: “vi agita come foglie al vento”, o peggio ancora, “satana si prende gioco di voi ed Io non posso aiutarvi, perché vi siete allontanati dal mio Cuore”.

Quindi la Madonna vuole che nella preghiera, nella preghiera continua, nel bussare al Cuore di Cristo senza interruzione, senza mai stancarsi, noi chiediamo la grazia della fortezza, della decisione, della perseveranza, della radicalità, in modo tale da entrare nella forza dell'amore. Come si entra nella forza dell'amore?

Si entra nella forza dell'amore aprendo il cuore all’amore di Gesù, vedendo il Suo amore intenso, vedendo come siamo amati e quindi anche noi aprirci al Suo amore, dedicare a Lui la nostra vita, amarLo sopra ogni cosa, fare i sacrifici che ci richiede, fare le battaglie che ci richiede, fare le rinunce che ci richiede, fino a dare la nostra vita per Lui, questa è una grazia troppo grande, però, se il Signore la dà, la prendiamo volentieri, perché questo, cari amici, è il seguace che la Madonna vuole, cioè vuole gente “forte e decisa nella fede e nella preghiera”. Se non abbiamo questa fortezza, questa decisione, dice la Madonna, non stanchiamoci di bussare al Cuore del suo amato Figlio, finché anche il nostro cuore si apra all'Amore di Dio.

Poi quando c'è l'amore di Dio dentro il cuore, per Dio si fa qualsiasi cosa! Tutte le grandi imprese, tutte le grandi conversioni, tutte le imprese più nobili, tutte le cose più belle, nascono dall'Amore di Dio, dal fatto che abbiamo deciso che l'Amore di Dio si impossessi dei nostri cuori e allora le cose più grandi sono alla nostra portata, perché Dio ce le fa fare, diventiamo strumenti della Sua gloria!

La Madonna poi dopo aver indicato quello che dobbiamo fare in questo mese di Giugno, cioè metterci davanti al Cuore di Cristo, bussare a questo Cuore, chiedere la forza e la decisione di essere radicali nel Suo amore, dice: “Io sono con voi,  intercedo per tutti voi e prego per la vostra conversione”, “vi accompagno, vi proteggo, vi prendo per mano, vi sollevo, vi consolo, vi guarisco, vi tengo sul Mio petto, vi tengo sulle Mie ginocchia, vi prendo per le mani”, insomma, tutte espressioni che la Madonna ci ha detto, perché è la Madre, è la Madre che ha il compito di portare tutti noi suoi figli a suo Figlio Gesù!

Fonte: “Trascrizione dall’originale audio ricavata dal sito: www.medjugorjeliguria.it

 

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Commento al Messaggio del 25 maggio 2013 (PDF)AnimationNEW

VISITAZIONE DELLA BEATA VERGINE MARIA

+ Dal Vangelo secondo Luca
In quei giorni, Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse:
«L’anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l’umiltà della sua serva.
D’ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l’Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.

 

La danza delle donne nel cortile di casa di cui parla oggi Luca è una delle più belle scene del vangelo. L'anziana Elisabetta, la sterile che diviene madre quando meno se lo aspetta e la dodicenne che diventa la porta d'ingresso per Dio nel mondo: due donne travolte dallo Spirito, inebriate dalla gioia che danzano e cantano la venuta di Dio in mezzo al suo popolo. La fede le avvolge e capiscono ciò che altri hanno solo intuito: Dio non si stanca del suo popolo, è fedele alle sue promesse, non viene meno alla sua Parola. Il canto di Maria è intessuto di citazioni bibliche, trasuda gioia ed entusiasmo, fa i complimenti a Dio. Che bello! A volte, invece, noi pensiamo: se la mia vita va bene allora Dio è buono, se va male è malvagio. Smettiamola di guardare al nostro piccolo mondo, proviamo a ragionare come persone di fede! Dio realizza il suo progetto e chiede a noi, se lo desideriamo, di partecipare alla storia della salvezza. Maria ha messo la sua vita a disposizione di Dio e Dio realizza, attraverso di lei, la salvezza dell'intera umanità. Il "sì" di Maria permette a noi, oggi, di credere in Dio, di vivere alla luce della sua presenza. Che anche la nostra vita diventi un "sì" per la salvezza dell'umanità! (FB-Paolo Curtaz)

 

 

Il mistero della Visitazione ci rivela che Maria è regina della comunicazione e dell’accoglienza.
Il Vangelo di Luca è un capolavoro: l' incontro fra le due donne è tutto un sussulto, un complimento, Giovanni Battista che riconosce il Messia dal grembo e scalcia; Elisabetta, anziana donna che vede imprevedibilmente realizzato il suo agognato sogno di maternità fa i complimenti alla piccola Maria.
Due donne, ciascuna delle quali porta un segreto difficile a comunicare, il segreto più intimo e più profondo che una donna possa sperimentare sul piano della vita fisica: l’attesa di un figlio. Elisabetta fatica a dirlo a causa dell’età, della novità, della stranezza. Maria fatica perché non può spiegare a nessuno le parole dell’angelo.
Quando si incontrano, Maria è regina nel salutare per prima, è regina nel saper rendere onore agli altri, perché la sua regalità è di attenzione premurosa e preveniente, quella che dovrebbe avere ogni donna. Elisabetta si sente capita ed esclama: “Benedetta tu tra le donne”. Immaginiamo l’esultanza e lo stupore di Maria che si sente a sua volta compresa, amata, esaltata. Sente che la sua fede nella Parola è stata riconosciuta.
Maria, ancora scossa da quando le è successo ( l' annuncio dell' Angelo Gabriele ) , comincia a ballare e a fare i complimenti a Dio, che salva. Nelle loro parole avvertiamo la tensione, lo stupore, l' inaudito che si realizza.
E' vero, allora: Dio ha scelto di venire, Dio si rende presente, Dio è qui.
( LaChiesa.it )

 

giovedì 30 maggio 2013

"Cristo ha istituito l'Eucarestia per renderci capaci di amare come Lui"

 

Cari fratelli e sorelle, la Chiesa nella sua sapienza educativa ha ritenuto opportuno istituire una celebrazione specificatamente dedicata alla venerazione del Corpo e del Sangue di Cristo, presenti realmente sotto i segni del pane e del vino eucaristici.

1. Cominciamo col chiederci: quale è il significato della presenza reale di Cristo nell’Eucarestia? Per trovare la risposta a questa domanda, mettiamoci alla scuola di S. Paolo, che abbiamo ascoltato nella seconda lettura. Nell’ultima cena Gesù compie alcuni gesti sul pane e dice alcune parole di spiegazione degli stessi. I gesti sono: «prese il pane»;  «rese grazie»; «lo spezzò». Cari fratelli e sorelle, non lasciamoci ingannare dalla semplicità di questa narrazione. Ognuno dei tre gesti ha un significato immenso.

«Prese il pane»: è il gesto che esprime la suprema libertà di Gesù nel dare inizio al dramma della sua passione. Egli aveva detto: «nessuno me la toglie [=la vita]; io la pongo da me stesso» [Gv 10, 18]. Come vedremo subito, “prendere il pane” significa non che Gesù si sottrae alla sua passione, ma che vi entra per sua decisione, accentandone preventivamente tutto lo svolgersi.

«Rese grazie»: è il gesto che esprime la profonda unione di Gesù col Padre nel compiere ciò che sta compiendo. Ne loda l’amore infinito, e dice la disponibilità piena a compiere l’opera che il Padre gli aveva commissionato. «Dio ha tanto amato il mondo, da dare il suo Figlio unigenito» [Gv 3, 16].

«Lo spezzò»: è il gesto che esprime in tutto il suo realismo il dramma della passione che sta per compiersi. E a questo momento, infatti, intervengono le parole: «questo è il mio corpo che è per voi; questo calice è la Nuova Alleanza nel mio sangue».

Cari fratelli e sorelle, il corpo è la nostra persona; noi non abbiamo semplicemente un corpo: siamo il nostro corpo. Questo è vero anche per Gesù, avendo la sua divina persona assunto la nostra natura umana. Le sue parole hanno dunque questo senso: “questo sono io stesso; io «per voi»; [cioè:] che mi dono per la vostra salvezza”. E’ la divina persona del Verbo nella sua umanità offerta e sacrificata, “spezzata”, che viene data a noi.

Gesù, in questo modo, ha deciso che il dono di Se stesso rimanesse sempre presente nella memoria della Chiesa, non solo come mero ricordo ma come una reale presenza: «fate questo in memoria di me». E’ di questa reale presenza; è di questa memoria che la Chiesa vive.

2. La ripetizione efficace dei gesti del Signore e l’obbedienza al comando del Signore di mangiare di questo pane e bere questo calice, costituisce  l’evento, il sacramento dell’Eucarestia nella sua integrità. La fede della Chiesa ci dona anche la certezza che terminata la celebrazione sacramentale, Cristo rimane veramente, realmente presente nel pane eucaristico. E la stessa Chiesa raccomanda vivamente che restiamo in adorazione del Signore presente nell’Eucarestia; che lo visitiamo nel suo Sacramento. Donde deriva questa raccomandazione?

Il Cristo che noi adoriamo nell’Eucarestia è lo stesso Cristo reso presente fra noi nella e dalla celebrazione della S. Messa. E’ il Cristo che dona Se stesso per ciascuno di noi: nell’atto supremo del suo amore. Come pensare di poter comprendere questo gesto, partecipando esclusivamente alla S. Messa? Non è forse necessario entrare nel cuore di Cristo sempre più profondamente, stando in adorazione alla sua Presenza?

Gesù ha istituito l’Eucarestia per unirci alla sua offerta, per renderci capaci di amare come Lui. Poiché non siamo delle cose, ma siamo persone, l’unione all’offerta di Gesù significa una vera purificazione e trasformazione della nostra libertà, che ci porta a vivere non più per se stessi ma per Colui che è morto per noi; a non essere di noi stessi, ma di Colui che si è donato per noi. Questa intima e profonda trasformazione della nostra libertà, della nostra persona, può avvenire solo se coltiviamo una vera intimità con Gesù, presente nell’Eucarestia. E’ ciò che abbiamo chiesto all’inizio di questa celebrazione: «fa che adoriamo con viva fede il santo mistero del tuo Corpo e del tuo Sangue, per sentire sempre in noi i benefici della redenzione».

Card. Carlo Cafarra – Bologna, San Petronio - (30 Maggio 2013) © Innovative Media Inc.

lunedì 27 maggio 2013

Audio Marija e Padre Livio Commentano il Messaggio a Marija del 25 maggio 2013


 

Fonte: Radio Maria

Audio Commento di Padre Livio al Messaggio a Marija del 25 maggio 2013


 

Fonte: Radio Maria

Il Rosario di Madre Teresa

Quella notte del 1981, mi imbarcavo su un aereo, a Chicago, in Illinois; mi sedetti stanco. Mentre i passeggeri imbarcavano, l’aereo si riempiva del brusio delle conversazioni. D'improvviso la gente ammutolì (...) Mi girai per vedere cosa succedeva e restai a bocca aperta.
Due religiose avanzavano nel corridoio, vestite di un semplice abito bianco bordato di azzurro. Riconobbi subito il viso di una di loro, la pelle tutta rugosa, gli occhi di una calorosa intensità. Questo viso l’avevo visto sulla copertina della rivista Time. Le due religiose si fermarono e capii che la mia vicina di sedile sarebbe stata Madre Teresa.
Quando gli ultimi passeggeri si sedettero, Madre Teresa e la sua compagna di viaggio presero il loro rosario. Notai che ogni decina era formata da grani di differente colore. Madre Teresa mi spiegò, in seguito, che le decine rappresentavano le differenti parti del mondo e aggiunse: “Prego per i poveri e i moribondi di ogni continente.”
Le due donne si misero a pregare in maniera poco udibile, come un sussurro. Considerandomi un cattolico poco religioso, praticante più per abitudine, mi unii a questa preghiera, quasi senza rendermene conto. Madre Teresa si girò verso di me e in quel momento il suo sguardo mi invase con un sentimento di pace. “Giovanotto”, domandò, “recita spesso il rosario?” “No, davvero”, confessai. Lei mi prese le mani, scrutandomi e mi sorrise. “Ebbene, lo farà adesso.” E mi pose il rosario nelle mani. (...)
Dopo questo inatteso incontro in aereo, la mia vita cambiò. (...) Cerco adesso di ricordarmi che ciò che veramente conta non è il denaro, né i titoli o i beni, ma il modo con cui si amano gli altri.

Jim Dennison, U.S.A., 1981  - Fonte UMMitaliano

sabato 25 maggio 2013

Audio/Video Marija Pavlovic comunica il Messaggio del 25 Maggio 2013 a Radio Maria

 

 

grazie a Vittorio

Messaggio a Marija del 25 maggio 2013

"Cari figli! Oggi vi invito ad essere forti e decisi nella fede e nella preghiera affinché le vostre preghiere siano tanto forti da aprire il cuore del mio amato Figlio Gesù. Pregate figlioli, senza sosta affinché il vostro cuore si apra all’amore di Dio. Io sono con voi,  intercedo per tutti voi e prego per la vostra conversione. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”

Fonte: Sito Ufficiale della Parrocchia di Medjugorje

Apparizione straordinaria a Ivan del 24 maggio 2013 alle ore 22 alla Croce Blu

Carissimi, ecco quanto Krizan ci ha comunicato circa l’apparizione avuta da Ivan stasera, venerdì 24 maggio 2013, alla Croce Blu alle ore 22:00.

Ecco le parole di Ivan:

«Anche stasera la Madonna è venuta a noi molto gioiosa e felice e all’inizio ha salutato tutti noi col suo materno saluto:

« Sia lodato Gesù, cari figli miei! »

Poi la Madonna ha pregato per un periodo di tempo particolarmente su voi malati presenti e poi ha pregato per un periodo di tempo su tutti noi con le mani distese.

Dopo questo la Madonna oggi ha pregato per un tempo prolungato particolarmente per la pace nelle famiglie e ha pregato per la santità nelle famiglie.

Poi io ho raccomandato tutti voi, tutti i vostri bisogni, tutte le vostre intenzioni, tutte le vostre famiglie e, in particolare, gli ammalati.

Poi è seguita una conversazione privata fra me e Lei, che rimane solo tra noi.

Dopo questa conversazione la Madonna se n’è andata in preghiera, se n’è andata nel segno della luce e della croce col saluto:

« Andate in pace, cari figli miei! »

Voi stessi sapete che domani è il 25 e che ogni 25 del mese la Madonna si rivolge a noi con un suo messaggio che indirizza al mondo».

Fonte: IdM (apostolo21)

venerdì 24 maggio 2013

"Le apparizioni di Medjugorje antidoto alla fine del mondo"

 

Il direttore di Radio Maria: "La Madonna vede che l'uomo rifiuta Dio e può distruggere il pianeta. Perciò è venuta come regina della pace, per preservarci"

 

Insieme con il teologo francese René Laurentin, padre Livio Fanzaga, direttore di Radio Maria e autore con Diego Manetti de I segreti di Medjugorje, è uno dei massimi conoscitori del fenomeno delle apparizioni mariane nel villaggio della ex Jugoslavia.

Padre Livio, tra qualche settimana saranno 32 anni che la Madonna appare a Medjugorje: come va letto un fenomeno di così lunga durata?

«Queste sono le più lunghe apparizioni pubbliche da quando esistono le apparizioni mariane. Fanno parte di un piano che va da Fatima a Medjugorje come la Madonna stessa ha detto. Ovvero, che è venuta a completare quello che ha iniziato a Fatima riguardo a un tempo di pace per l'umanità. I veggenti stessi dicono che siamo ancora all'inizio di questo piano in parte realizzato con la conversione della Russia già in atto grazie alla riconquistata libertà religiosa. Per la maggior parte però deve ancora realizzarsi perché l'apostasia dalla fede è anch'essa in atto in Occidente e nel medesimo tempo il mondo per la prima volta nella storia umana è a rischio di autodistruzione».

È questo pericolo di autodistruzione a rendere indispensabile un'iniziativa così potente della Madre di Gesù?

«La Madonna ha detto di essere venuta per risvegliare la fede in un mondo nuovo che è senza Dio. La Madonna vede che stiamo costruendo un mondo senza Dio: per questo siete infelici e per questo non c'è né futuro né vita eterna. L'autodistruzione è una possibilità concreta: l'uomo può distruggere il pianeta sul quale vive e la Madonna è venuta come Regina della pace per preservarci».


Nel libro I segreti di Medjugorje che il Giornale pubblicherà da domani lei scrive dando un'indicazione metodologica che «dobbiamo saper leggere le vicende umane nella loro connessione con gli avvenimenti spirituali». Poi usa termini molto forti parlando di «scontro apocalittico», di «combattimento» tra le forze del male e del bene.

«La Madonna ha dato la visione teologica dell'attuale momento storico fin dai primi mesi dell'apparizione quando ha detto che è in atto una battaglia tra suo Figlio e Satana. Che suo Figlio avrebbe vinto, ma che anche Satana avrebbe avuto la sua parte».

Che parte sarebbe?

«Come già a Fatima, la Madonna ha detto che oggi molte anime vanno all'inferno».

Perché in questi messaggi trova grande spazio il ruolo di Satana. Normalmente siamo abituati a non parlarne, a considerarlo come un'entità di altri tempi...

«Il messaggio centrale di Medjugorje è che Gesù Cristo è il salvatore del mondo, e che il cielo è la meta cui dobbiamo tendere con tutte le nostre forze. Al centro c'è l'amore di Dio. Ma la Madonna parla a un mondo che in gran parte rifiuta Dio e quindi apre la prospettiva all'inferno. Una delle sue frasi ricorrenti è che “all'inferno ci va chi ci vuole andare”. Il catechismo parla di autoesclusione».


Lei scrive nel suo libro che con le sue apparizioni, con i suoi messaggi è come se la Madonna supplisse a «una mancanza di catechesi» e volesse guidare i cristiani attraverso le parole rivelate ai veggenti. È così?

«Non c'è dubbio che come non ha fatto in nessun'altra apparizione, a Medjugorje dà messaggi regolari che sono una vera e propria forma di evangelizzazione. Una evangelizzazione materna, semplice ma molto profonda e molto cattolica, cioè assolutamente conforme alla sana dottrina».


Ma non le pare che, grazie ai media, mai come in questi anni la catechesi del Papa, vicario di Cristo, sia divulgata in tutto il mondo?

«C'è un'impressionante sintonia fra ciò che la Madonna dice e ciò che gli ultimi tre papi, Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco, insegnano. Ovvero: la centralità della persona di Cristo. Da qui discende tutta la vita cristiana: i sacramenti, in modo particolare la confessione e l'eucarestia, la preghiera».


Insisto: non basta già seguire il magistero del Papa e dei vescovi per essere cristiani?

«Sì, certo. Però non bisogna dimenticare che la Madonna svolge un compito materno che non sostituisce quello della Chiesa ma lo sostiene».

Come possiamo inquadrare la scelta dei sei veggenti?

«A mio parere la cosa più significativa è la scelta di un paesino collocato dentro la famosa cortina di ferro. La Madonna ci ha preparato al crollo del comunismo che ha profetizzato fin dal 1981, ovvero dieci anni prima che avvenisse. Poi esortando al digiuno e alla preghiera ha ottenuto da lì che non scoppiasse la terza guerra mondiale come poteva accadere».

Questi sei ragazzi non avevano niente in particolare: perché sono stati scelti?
«Perché, secondo le parole della Madonna, “non erano né migliori né peggiori di altri”. Però bisogna dire che dopo 32 anni sono stati fedeli al loro compito, anche perché nei primi anni sono stati fatti oggetto di persecuzioni da parte dello Stato e della polizia politica anche con minacce alle famiglie, interrogatori, reclusioni improvvise».

Più che alla località di Medjugorje le apparizioni sono legate a loro: Marija vive in Italia, a Monza, Ivan trascorre lunghi periodi a Boston.

«Tutti i sei veggenti sono radicati a Bjakovici, la frazione di Medjugorje, a ridosso della collina delle prime apparizioni dove anche Marija e Ivan trascorrono buona parte dell'anno. È a Medjugorje che la Madonna dà particolari grazie, come Lei ha detto. Però queste apparizioni non sono legate al luogo, ma alla persona del veggente in qualsiasi parte della terra si trovi».

Qualcuno dice che in questi anni i veggenti si sono arricchiti.

«A Medjugorje tutte le famiglie vivono sull'accoglienza dei pellegrini. Non ci sono altre possibilità di lavoro. Tutti cercano di avere a disposizione almeno 50 letti per poter ospitare un pullman. Anche i veggenti, che hanno famiglie con parecchi figli, provvedono in questo modo al loro sostentamento. Casa e lavoro fanno parte del “pane quotidiano” che chiediamo al Signore. C'è anche da dire che a Medjugorje la domanda di alloggio è superiore all'offerta».

Perché è così importante la questione del crollo del comunismo? Mi pare non per una questione di classi e di censo, quanto per una questione filosofica: rappresenta la pretesa dell'uomo di fare senza Dio.

«La questione del comunismo riguarda la sua visione atea e materialistica della vita che però, negli anni, è stata supportata dallo Stato con la persecuzione della Chiesa. Non è tanto una questione politica, ma ideologica nel senso che questa visione rimane tuttora la vera grande tentazione del mondo moderno. Cioè l'uomo mette se stesso al posto di Dio. Pretende di salvarsi da solo, di essere autosufficiente».

La Madonna insiste sul digiuno e la penitenza. È un cristianesimo un po' quaresimale quello che affiora da queste apparizioni?

«Quello che appare a Medjugorje è un cristianesimo centrato sulla preghiera, in particolare sui sacramenti dell'eucarestia e della confessione. Oggi la tentazione più grave è la perdita della fede e l'antidoto più efficace è la preghiera».

Credere nelle apparizioni di Medjugorje però non è vincolante per essere cristiani?

«Medjugorje è il più grande evento in duemila anni di cristianesimo. Perdere questa occasione di avere la Madonna come guida nel cammino spirituale è in un certo senso imperdonabile. Sarebbe insensato trascurare o snobbare un aiuto del genere».

La Chiesa però non l'ha ancora riconosciuto ufficialmente.

«La Chiesa non darà ufficialità finché l'evento non si sarà concluso. Ma nel medesimo tempo vigila su Medjugorje e si rallegra per le conversioni».

Fonte: Di Maurizio Caverzan – Il Giornale, 23 maggio 2013

giovedì 23 maggio 2013

mercoledì 22 maggio 2013

Apparizione straordinaria a Ivan del 4 maggio 2013 a Boston (USA)

 

Sabato 4 Maggio 2013, presso la Chiesa di San Leonardo a Boston, ha avuto luogo il quinto ed ultimo incontro pubblico del veggente Ivan Dragičević negli Stati Uniti:

“Questa notte Nostra Signora è arrivata molto gioiosa e felice. È venuta con tre angeli, ha salutato tutti noi con il Suo saluto

«Benedetto sia Gesù Cristo, miei cari figli!»

e dopo, ha disteso le Sue mani e per diverso tempo ha pregato individualmente su ciascuno dei sacerdoti presenti. Ha pregato su di loro nella Sua lingua madre e dopo, ha pregato su tutti i malati presenti qui stasera e per tutte le richieste presentate a Lei in forma scritta. Ha pregato in modo speciale per le parrocchie dalle quali arrivano tutti i sacerdoti qui presenti ed io, ho raccomandato a Lei in modo speciale, queste parrocchie e tutti i sacerdoti.

Dopo, Nostra Signora ha benedetto tutti noi con la Sua benedizione materna e tutti gli oggetti che abbiamo portato per esser consacrati. Ho successivamente raccomandato tutti voi a Lei, i vostri bisogni, le vostre famiglie ed in modo speciale, tutte le persone che hanno espressamente chiesto di essere raccomandate.

Dopo questo, Nostra Signora ha detto:

«Miei cari figli, oggi, Vostra Madre, gioisce insieme a voi. Grazie, miei cari figli per avermi detto un enorme si oggi. Grazie, miei cari figli, per aver pregato insieme a me e grazie, con le vostre preghiere, di permettermi di realizzare i miei progetti. In modo speciale, oggi, vi chiamo a pregare per i miei pastori, per la solida fede dei miei pastori. Grazie miei cari figli, per aver accettato i miei messaggi e per vivere i miei messaggi».

È seguita, quindi, una breve conversazione tra noi due finché in preghiera, si è allontanata.

È andata via nella luce e nel segno della croce con il saluto:

«Andate in Pace, miei cari figli!»

 

Fonte: dall’articolo originale su Sardegna Terra di Pace

Fonte: IdM

Video Medjugorje : Preghiera di Guarigione 20 Maggio 2013 ( Padre Danko)

 

 

Grazie a Vittorio

martedì 21 maggio 2013

Apparizione straordinaria ad Ivan del 20 maggio 2013, ore 22:00 sul Podbrdo

 

Carissimi, ecco ciò che Krizan ci ha comunicato sull'apparizione avuta da Ivan stasera, 20 maggio 2013, sul Podbrdo alle ore 22:00:

«Come ogni giorno, dopo l'incontro insieme alla Madonna, io vorrei avvicinare e descrivere un po' anche a voi l'incontro di stasera insieme a Lei. Anche stasera la Madonna è venuta a noi molto gioiosa e felice e all'inizio, come sempre, ci ha salutato tutti col suo materno saluto:

"Sia lodato Gesù, cari figli miei!".

Poi la Madonna per un tempo prolungato ha pregato qui su tutti noi con le mani distese e ha anche pregato in modo particolare su voi malati presenti.

Dopo questo la Madonna ha detto:

"Cari figli, anche oggi in modo particolare vi invito, in questo tempo di grazia: apritevi allo Spirito Santo. Cari figli, non permettete che il mondo vi guidi. Perciò che lo Spirito Santo vi guidi! Pregate, perseverate nella preghiera. Che lo Spirito Santo scenda sulle vostre famiglie che sono nel buio. La Madre prega insieme con voi e intercede presso suo Figlio. Grazie, cari figli, perché anche oggi avete risposto alla mia chiamata".

Dopo questo la Madonna ha benedetto tutti noi con la sua benedizione materna e ha benedetto tutto ciò che voi avete portato perché venisse benedetto. Io ho anche raccomandato tutti voi, tutti i vostri bisogni, le vostre intenzioni, le vostre famiglie e in particolar modo gli ammalati.

Poi la Madonna ha continuato a pregare qui su tutti noi e poi se n'è andata in preghiera, nel segno della luce e della croce, col saluto:

"Andate in pace, cari figli miei".

Grazie».

 

Fonte: IdM

lunedì 20 maggio 2013

Medjugorje: Lettura del Messaggio a Ivan ore 22 - 20 Maggio 2013

 

 

Grazie a Vittorio

Apparizione straordinaria a Ivan questa sera sul Podbrdo alle ore 22:00

 

Carissimi, Krizan ci ha appena comunicato che Lunedì 20 Maggio 2013, Ivan avrà una apparizione sul Podbrdo alle ore 22:00.

Fonte IdM

Viaggio a Medjugorje Quel messaggio dal cielo: "Amatevi e non giudicate"

Milioni di pellegrini ogni anno pregano la Madonna a Medjugorje. Parole segrete rivelate dai veggenti. Un posto mistico, dove il vero miracolo è la fede

Piedi nudi sulla roccia. Procedono lentamente. Una donna accompagnata da un'amica, forse una sorella. A piedi scalzi, sulla nuda pietra. Sugli spuntoni della pietra. Sulla roccia viva. Salgono, senza fiatare. Nel silenzio della notte. Sono vestite di scuro, né giovani né vecchie. Sostano davanti alle stazioni della via Crucis. Sulla pietraia delle apparizioni. Una collina appena illuminata. Mezz'ora di ascesa, poco più. Forse per un voto. Sulla pietraia impervia, tra i cespugli. Il posto delle apparizioni, sopra il villaggio di Bijakovici, frazione di Medjugorje, Erzegovina. Il Podbrdo che domina la valle. Qui, dal 24 giugno 1981, «una figura femminile luminosa» si mostra a sei veggenti. Affida loro dei messaggi. In continuità con le apparizioni di Fatima. Contengono dei segreti sulle sorti del mondo. In una visione escatologica, di scontro fra il potere delle tenebre e il regno della luce. I veggenti erano bambini e ragazzi. Ora sono adulti, uomini e donne sposati. La Jugoslavia era una Repubblica socialista federale. Si è divisa in piccoli Stati. C'è stata una guerra sanguinosa. Le apparizioni sono continuate e Medjugorje è stata risparmiata. Il regime comunista non poteva tollerarle. La polizia politica le ha osteggiate come ha potuto. Si calcola che dal 1981 al 1990 venti milioni di persone siano venute fin qui, pellegrine. Nonostante le difficoltà del viaggio. Nonostante l'ostilità dei governi. Nonostante l'assenza di pellegrinaggi ufficiali. Per Vittorio Messori quanto accaduto in questo paesino è «il maggior movimento di masse cattoliche del postconcilio». Ma non vengono solo cattolici. Anche curiosi, gente di tutti i tipi. Le due donne sono arrivate. Si inginocchiano davanti alla statua della Regina della Pace. Una statua semplice. Eretta per ricordare le prime rivelazioni. C'è un giardino nel quale i devoti depositano foglietti con le invocazioni. Non sono tantissimi. A Medjugorje si viene per chiedere guarigioni spirituali più che miracoli per la salute. I lampioncini sono candele sulla pietraia. Si prega. Silenzio tutto intorno. La donna a piedi nudi si alza. Quella che la segue, forse una sorella, le porge le scarpe per scendere. Domattina, davanti alla croce blu un po' più in basso, è attesa l'apparizione a Mirjana. Come avviene ogni secondo giorno del mese da quando la Madonna le affidò il decimo segreto, il 25 dicembre 1982. La notte sarà una lunga meditazione. Per migliaia di pellegrini l'attesa è cominciata quando sono saliti sui pullman che li hanno portati qui. Da Trento, da Cuneo, da Senigallia, da Como. Dalla Spagna, dalla Francia, dalla Germania, dalla Polonia. Molti hanno trascorso la notte in pullman. Ora si muovono a frotte, al seguìto di un sacerdote. Visitano le bancarelle. Sul piazzale dietro il santuario retto da frati francescani è in corso l'adorazione al Santissimo. Migliaia e migliaia di persone in silenzio. Code lunghissime per confessarsi, in tutte le lingue. Nei confessionali, ma anche all'aperto. Si alza il lamento di un violino. Ave marie e mercatini di souvenir. Come in tutti i luoghi di religiosità popolare. Devozione e negozi. Canti e bazar. Processioni, alberghi, pizzerie, code alle toelette, taxi. Bar con «lo spritz alla veneta». Campane che suonano. Inizia la messa in croato. Libriccini di preghiere, icone, boccette d'incenso, fazzoletti ricamati, articoli da campeggio, acquesantiere, medagliette, catenine, cartoline, gelati, crocifissi in legno pietra metalli vari, candele benedette, fotografie dei veggenti, ritratti dei veggenti, opuscoli con i segreti, manifesti con i segreti, la sede di Radio Maria, liquori e grappe di prugne, quadri a tema religioso, fotografie di Papa Francesco, rosari dovunque. Ci si può scandalizzare. Troppo mercato, troppo commercio. Folclore. Un evento religioso muove l'economia di un'ex villaggio: dov'è il male? Gestire una bancarella di rosari e immagini sacre è lavoro. Serve per mantenere una famiglia. Così come guidare il pullman che scarica in piazza i pellegrini. Quello di Chieti ha un display sul parabrezza dove scorre il testo di un messaggio: «Se sapeste quanto vi amo piangereste di gioia».
Vendere vestiti, biancheria e giornali va bene, vendere icone e candele no. Se si acquista un souvenir sul Mar Rosso o a Barcellona va bene, se lo si compra a Medjugorje no. Così pensa il mondo. «Non conformatevi», dice San Paolo.
È cominciata la notte che porterà all'appuntamento tra Mirjana e la Vergine. Sulla pietraia ci sono diversi gruppi, organizzati tra loro. Sacchi a pelo, chitarre, termos. Ognuno segue un proprio copione. Il risultato è confuso. Si sovrappongono i canti di un gruppo e quelli di un altro. Le pietre ammaccano. Arriva altra gente alla spicciolata. Gli spazi si restringono. Le ore trascorrono lente. Ci si appisola. Alle cinque un sacerdote inizia a guidare la recita del rosario. Canti ingenui, semplicissimi. Persino un Romagna mia trasformato in «Madonna mia». Persino un archeologico Glory glory alleluia. Si susseguono le ave marie: in croato, italiano, francese, inglese, tedesco, polacco. In cinese, in arabo, in una lingua africana. Tutto il mondo è qui. Si prega per «quelli che non amano, non credono, non adorano». E anche «per i nostri sacerdoti». Qualcuno lo fa con trasporto, con enfasi. Come ispirato. Sembra trasognato, occhi e mani rivolti verso l'alto, in un'estasi preventiva. Accenni di fanatismo. Finalmente, dopo le otto arriva una donna bionda con occhi chiari. Mirjana Dragicevic ha 48 anni, è sposata, madre di due figlie. È l'unica a conoscere tutti dieci i segreti. L'intenzione di preghiera che la Vergine le ha consegnato negli anni è «per i non credenti, quelli che non conoscono l'amore di Dio». Assembramenti, macchine fotografiche, telefonini. Poco prima delle nove la preghiera s'interrompe. Quasi tutti, migliaia e migliaia, sono in ginocchio. Dopo qualche minuto viene letto il messaggio che la Madonna le ha rivelato. In croato, in inglese, infine in italiano. «Cari figli, vi invito nuovamente ad amare e a non giudicare...». Il raduno si scioglie. Ci si accalca in discesa. Esodo verso il paese. Gente di tutte le etnie, in maggioranza donne. Gente dimessa. «Ti ringrazio Padre, perché hai nascosto queste cose ai grandi e ai sapienti e le hai fatte conoscere ai piccoli» (Matteo, 11, 25).
«Il messaggio di stamattina è molto forte», riflettono tra loro due ragazzi. Laggiù le due donne vestite di scuro camminano svelte.

Fonte : Di Maurizio Caverzan – Il Giornale, 19 maggio 2013

ndr: Molto bello l'articolo ... peccato che l'autore abbia commesso due imprecisioni:
1) "Sostano davanti alle stazioni della via Crucis": sul Podbrdo non ci sono le stazioni della Via Crucis, ma quelle dei Misteri della Gioia del Santo Rosario;
2) "Mirjana Dragicevic ha 48 anni, è sposata, madre di due figlie. È l'unica a conoscere tutti dieci i segreti": Mirjana non è l'unica a conoscere i 10 segreti, ma anche altri due veggenti Jacov (ultima apparizione il  12 settembre 1998 ) e Ivanka  (ultima apparizione il  7 maggio 1985).

Testo integrale con le risposte di Papa Francesco durante la Veglia di Pentecoste dedicata ai Movimenti

Avere il coraggio della fede senza essere cristiani inamidati, costruire una cultura dell’incontro, aiutare il prossimo soprattutto le famiglie, il cui destino è più importante dei bilanci delle banche. Questo in sintesi quanto espresso da Papa Francesco nel discorso rivolto sabato sera alle circa 200 mila persone che hanno gremito Piazza San Pietro per partecipare alla Veglia di Pentecoste dedicata ai Movimenti, le nuove Comunità, le Associazioni e le Aggregazioni laicali. Questo il testo integrale con le risposte a braccio del Papa a quattro domande:
Domanda 1
“La verità cristiana è attraente e persuasiva perché risponde al bisogno profondo dell’esistenza umana, annunciando in maniera convincente che Cristo è l’unico Salvatore di tutto l’uomo e di tutti gli uomini”. Santo Padre, queste Sue parole ci hanno profondamente colpito: esse esprimono in maniera diretta e radicale l’esperienza che ciascuno di noi desidera vivere soprattutto nell’Anno della fede e in questo pellegrinaggio che stasera ci ha portato qui. Siamo davanti a Lei per rinnovare la nostra fede, per confermarla, per rafforzarla. Sappiamo che la fede non può essere una volta per tutte. Come diceva Benedetto XVI nella Porta fidei: “la fede non è un presupposto ovvio”. Questa affermazione non riguarda soltanto il mondo, gli altri, la tradizione da cui veniamo: questa affermazione riguarda innanzitutto ciascuno di noi. Troppe volte ci rendiamo conto di come la fede sia un germoglio di novità, un inizio di cambiamento, ma stenti poi a investire la totalità della vita. Non diventa l’origine di tutto il nostro conoscere e agire. Santità, come Lei ha potuto raggiungere nella Sua vita la certezza sulla fede? E quale strada ci indica perché ciascuno di noi possa vincere la fragilità della fede?
Domanda 2
Padre Santo, la mia è una esperienza di vita quotidiana come tante. Cerco di vivere la fede nell’ambiente di lavoro a contatto con gli altri come testimonianza sincera del bene ricevuto nell’incontro con il Signore. Sono, siamo “pensieri di Dio”, investiti da un Amore misterioso che ci ha dato la vita. Insegno in una scuola e questa coscienza mi dà il motivo per appassionarmi ai miei ragazzi e anche ai colleghi. Verifico spesso che molti cercano la felicità in tanti itinerari individuali in cui la vita e le sue grandi domande spesso si riducono al materialismo di chi vuole avere tutto e resta perennemente insoddisfatto o al nichilismo per cui nulla ha senso. Mi chiedo come la proposta della fede, che è quella di un incontro personale, di una comunità, di un popolo, possa raggiungere il cuore dell’uomo e della donna del nostro tempo. Siamo fatti per l’infinito -“giocate la vita per cose grandi!” ha detto Lei recentemente -, eppure tutto attorno a noi e ai nostri giovani sembra dire che bisogna accontentarsi di risposte mediocri, immediate e che l’uomo deve adattarsi al finito senza cercare altro. A volte siamo intimiditi, come i discepoli alla vigilia della Pentecoste. La Chiesa ci invita alla Nuova Evangelizzazione. Penso che tutti noi qui presenti sentiamo fortemente questa sfida, che è al cuore delle nostre esperienze. Per questo vorrei chiedere a Lei, Padre Santo, di aiutare me e tutti noi a capire come vivere questa sfida nel nostro tempo. Quale è per Lei la cosa più importante cui tutti noi movimenti, associazioni e comunità dobbiamo guardare per attuare il compito cui siamo chiamati? Come possiamo comunicare in modo efficace la fede oggi?
Domanda 3
Padre Santo, ho ascoltato con emozione le parole che ha detto all’udienza con i giornalisti dopo la Sua elezione: “Come vorrei una Chiesa povera e per i poveri”. Molti di noi sono impegnati in opere di carità e giustizia: siamo parte attiva di quella radicata presenza della Chiesa lì dove l’uomo soffre. Sono una impiegata, ho la mia famiglia e, come posso, mi impegno personalmente nella vicinanza e nell’aiuto ai poveri. Ma non per questo mi sento a posto. Vorrei poter dire con Madre Teresa: tutto è per Cristo. Il grande aiuto a vivere questa esperienza sono i fratelli e le sorelle della mia comunità che si impegnano per lo stesso scopo. E in questo impegno siamo sostenuti dalla fede e dalla preghiera. Il bisogno è grande. Ce lo ha ricordato Lei: “Quanti poveri ci sono ancora nel mondo e quanta sofferenza incontrano queste persone". E la crisi ha aggravato tutto. Penso alla povertà che affligge tanti Paesi e che si è affacciata anche nel mondo del benessere, alla mancanza di lavoro, ai movimenti migratori di massa, alle nuove schiavitù, all’abbandono e alla solitudine di tante famiglie, di tanti anziani e di tante persone che non hanno casa o lavoro. Vorrei chiederle, Padre Santo: come io e tutti noi possiamo vivere una Chiesa povera e per i poveri? In che modo l'uomo sofferente è una domanda per la nostra fede? Noi tutti, come movimenti e associazioni laicali, quale contributo concreto ed efficace possiamo dare alla Chiesa e alla società per affrontare questa grave crisi che tocca l’etica pubblica, il modello di sviluppo, la politica, insomma un nuovo modo di essere uomini e donne?
Domanda 4
Camminare, costruire, confessare. Questo Suo “programma” per una Chiesa-movimento, così almeno l’ho inteso sentendo una Sua omelia all’inizio del Pontificato, ci ha confortati e spronati. Confortati, perché ci siamo ritrovati in una unità profonda con gli amici della comunità cristiana e con tutta la Chiesa universale. Spronati, perché in un certo senso Lei ci ha costretto a togliere la polvere del tempo e della superficialità dalla nostra adesione a Cristo. Ma devo dire che non riesco a superare il senso di turbamento che una di queste parole mi provoca: confessare. Confessare, cioè testimoniare la fede. Pensiamo ai tanti nostri fratelli che soffrono a causa di essa, come abbiamo sentito anche poco fa. A chi la domenica mattina deve decidere se andare a Messa perché sa che andando a Messa rischia la vita. A chi si sente accerchiato e discriminato per la fede cristiana in tante, troppe parti del nostro mondo. Davanti a queste situazioni ci pare che il mio confessare, la nostra testimonianza sia timida e impacciata. Vorremmo fare di più, ma cosa? E come aiutare questi nostri fratelli? Come alleviare la loro sofferenza non potendo fare nulla, o ben poco, per cambiare il loro contesto politico e sociale?
Risposte del Santo Padre Francesco
Buonasera a tutti!
Sono contento di incontrarvi e che tutti noi ci incontriamo in questa piazza per pregare, per essere uniti e per aspettare il dono dello Spirito. Io conoscevo le vostre domande e ci ho pensato – questo, quindi, non è senza conoscenza! Primo, la verità! Le ho qui, scritte.
La prima - “come lei ha potuto raggiungere nella sua vita la certezza sulla fede; e quale strada ci indica perché ciascuno di noi possa vincere la fragilità della fede?” - è una domanda storica, perché riguarda la mia storia, la storia della mia vita!
Io ho avuto la grazia di crescere in una famiglia in cui la fede si viveva in modo semplice e concreto; ma è stata soprattutto mia nonna, la mamma di mio padre, che ha segnato il mio cammino di fede. Era una donna che ci spiegava, ci parlava di Gesù, ci insegnava il Catechismo. Ricordo sempre che il Venerdì Santo ci portava, la sera, alla processione delle candele, e alla fine di questa processione arrivava il “Cristo giacente”, e la nonna ci faceva – a noi bambini – inginocchiare e ci diceva: “Guardate, è morto, ma domani risuscita”. Ho ricevuto il primo annuncio cristiano proprio da questa donna, da mia nonna! E’ bellissimo, questo! Il primo annuncio in casa, con la famiglia! E questo mi fa pensare all’amore di tante mamme e di tante nonne nella trasmissione della fede. Sono loro che trasmettono la fede. Questo avveniva anche nei primi tempi, perché san Paolo diceva a Timoteo: “Io ricordo la fede della tua mamma e della tua nonna” (cfr 2Tm 1,5). Tutte le mamme che sono qui, tutte le nonne, pensate a questo! Trasmettere la fede. Perché Dio ci mette accanto delle persone che aiutano il nostro cammino di fede. Noi non troviamo la fede nell’astratto; no! E’ sempre una persona che predica, che ci dice chi è Gesù, che ci trasmette la fede, ci dà il primo annuncio. E così è stata la prima esperienza di fede che ho avuto.
Ma c’è un giorno per me molto importante: il 21 settembre del ‘53. Avevo quasi 17 anni. Era il “Giorno dello studente”, per noi il giorno della Primavera – da voi è il giorno dell’Autunno. Prima di andare alla festa, sono passato nella parrocchia dove andavo, ho trovato un prete, che non conoscevo, e ho sentito la necessità di confessarmi. Questa è stata per me un’esperienza di incontro: ho trovato che qualcuno mi aspettava. Ma non so cosa sia successo, non ricordo, non so proprio perché fosse quel prete là, che non conoscevo, perché avessi sentito questa voglia di confessarmi, ma la verità è che qualcuno m’aspettava. Mi stava aspettando da tempo. Dopo la Confessione ho sentito che qualcosa era cambiato. Io non ero lo stesso. Avevo sentito proprio come una voce, una chiamata: ero convinto che dovessi diventare sacerdote. Questa esperienza nella fede è importante. Noi diciamo che dobbiamo cercare Dio, andare da Lui a chiedere perdono, ma quando noi andiamo, Lui ci aspetta, Lui è prima! Noi, in spagnolo, abbiamo una parola che spiega bene questo: “Il Signore sempre ci primerea”, è primo, ci sta aspettando! E questa è proprio una grazia grande: trovare uno che ti sta aspettando. Tu vai peccatore, ma Lui ti sta aspettando per perdonarti. Questa è l’esperienza che i Profeti di Israele descrivevano dicendo che il Signore è come il fiore di mandorlo, il primo fiore della Primavera (cfr Ger 1,11-12). Prima che vengano gli altri fiori, c’è lui: lui che aspetta. Il Signore ci aspetta. E quando noi Lo cerchiamo, troviamo questa realtà: che è Lui ad aspettarci per accoglierci, per darci il suo amore. E questo ti porta nel cuore uno stupore tale che non lo credi, e così va crescendo la fede! Con l’incontro con una persona, con l’incontro con il Signore. Qualcuno dirà: “No, io preferisco studiare la fede nei libri!”. E’ importante studiarla, ma, guarda, questo solo non basta! L’importante è l’incontro con Gesù, l’incontro con Lui, e questo ti dà la fede, perché è proprio Lui che te la dà! Anche voi parlavate della fragilità della fede, come si fa per vincerla. Il nemico più grande che ha la fragilità - è curioso, eh? - è la paura. Ma non abbiate paura! Siamo fragili, e lo sappiamo. Ma Lui è più forte! Se tu vai con Lui, non c’è problema! Un bambino è fragilissimo - ne ho visti tanti, oggi -, ma era con il papà, con la mamma: è al sicuro! Con il Signore siamo sicuri. La fede cresce con il Signore, proprio dalla mano del Signore; questo ci fa crescere e ci rende forti. Ma se noi pensiamo di poterci arrangiare da soli… Pensiamo che cosa è successo a Pietro: “Signore, io mai ti rinnegherò!” (cfr Mt 26,33-35); e poi ha cantato il gallo e l’aveva rinnegato per tre volte! (cfr vv. 69-75). Pensiamo: quando noi abbiamo troppa fiducia in noi stessi, siamo più fragili, più fragili. Sempre con il Signore! E dire con il Signore significa dire con l’Eucaristia, con la Bibbia, con la preghiera… ma anche in famiglia, anche con la mamma, anche con lei, perché lei è quella che ci porta al Signore; è la madre, è quella che sa tutto. Quindi pregare anche la Madonna e chiederle che, come mamma, mi faccia forte. Questo è quello che io penso sulla fragilità, almeno è la mia esperienza. Una cosa che mi rende forte tutti i giorni è pregare il Rosario alla Madonna. Io sento una forza tanto grande perché vado da lei e mi sento forte.
Passiamo alla seconda domanda.
“Penso che tutti noi qui presenti sentiamo fortemente la sfida, la sfida della evangelizzazione, che è al cuore delle nostre esperienze. Per questo vorrei chiedere a Lei, Padre Santo, di aiutare me e tutti noi a capire come vivere questa sfida nel nostro tempo, qual è per lei la cosa più importante cui tutti noi movimenti, associazioni e comunità dobbiamo guardare per attuare il compito cui siamo chiamati. Come possiamo comunicare in modo efficace la fede di oggi?”.
Dirò soltanto tre parole.
La prima: Gesù. Chi è la cosa più importante? Gesù. Se noi andiamo avanti con l’organizzazione, con altre cose, con belle cose, ma senza Gesù, non andiamo avanti, la cosa non va. Gesù è più importante. Adesso, vorrei fare un piccolo rimprovero, ma fraternamente, tra noi. Tutti voi avete gridato nella piazza “Francesco, Francesco, Papa Francesco”. Ma, Gesù dov’era? Io avrei voluto che voi gridaste: “Gesù, Gesù è il Signore, ed è proprio in mezzo a noi!”. Da qui in avanti, niente “Francesco”, ma “Gesù”! La seconda parola è: la preghiera. Guardare il volto di Dio, ma soprattutto – e questo è collegato con quello che ho detto prima – sentirsi guardati. Il Signore ci guarda: ci guarda prima. La mia esperienza è ciò che sperimento davanti al sagrario [Tabernacolo] quando vado a pregare, la sera, davanti al Signore. Alcune volte mi addormento un pochettino; questo è vero, perché un po’ la stanchezza della giornata ti fa addormentare. Ma Lui mi capisce. E sento tanto conforto quando penso che Lui mi guarda. Noi pensiamo che dobbiamo pregare, parlare, parlare, parlare… No! Làsciati guardare dal Signore. Quando Lui ci guarda, ci dà forza e ci aiuta a testimoniarlo - perché la domanda era sulla testimonianza della fede, no? Primo “Gesù”, poi “preghiera” - sentiamo che Dio ci sta tenendo per mano. Sottolineo allora l’importanza di questo: lasciarsi guidare da Lui. Questo è più importante di qualsiasi calcolo. Siamo veri evangelizzatori lasciandoci guidare da Lui. Pensiamo a Pietro; forse stava facendo la siesta, dopo pranzo, e ha avuto una visione, la visione della tovaglia con tutti gli animali, e ha sentito che Gesù gli diceva qualcosa, ma lui non capiva. In quel momento, sono venuti alcuni non-ebrei a chiamarlo per andare in una casa, e ha visto come lo Spirito Santo era laggiù. Pietro si è lasciato guidare da Gesù per giungere a quella prima evangelizzazione ai gentili, che non erano ebrei: una cosa inimmaginabile in quel tempo (cfr At 10,9-33). E così, tutta la storia, tutta la storia! Lasciarsi guidare da Gesù. E’ proprio il leader; il nostro leader è Gesù. E terza: la testimonianza. Gesù, preghiera – la preghiera, quel lasciarsi guidare da Lui – e poi testimonianza. Ma vorrei aggiungere qualcosa. Questo lasciarsi guidare da Gesù ti porta alle sorprese di Gesù. Si può pensare che l’evangelizzazione dobbiamo programmarla a tavolino, pensando alle strategie, facendo dei piani. Ma questi sono strumenti, piccoli strumenti. L’importante è Gesù e lasciarsi guidare da Lui. Poi possiamo fare le strategie, ma questo è secondario. Infine, la testimonianza: la comunicazione della fede si può fare soltanto con la testimonianza, e questo è l’amore. Non con le nostre idee, ma con il Vangelo vissuto nella propria esistenza e che lo Spirito Santo fa vivere dentro di noi. E’ come una sinergia fra noi e lo Spirito Santo, e questo conduce alla testimonianza. La Chiesa la portano avanti i Santi, che sono proprio coloro che danno questa testimonianza. Come ha detto Giovanni Paolo II e anche Benedetto XVI, il mondo di oggi ha tanto bisogno di testimoni. Non tanto di maestri, ma di testimoni. Non parlare tanto, ma parlare con tutta la vita: la coerenza di vita, proprio la coerenza di vita! Una coerenza di vita che è vivere il cristianesimo come un incontro con Gesù che mi porta agli altri e non come un fatto sociale. Socialmente siamo così, siamo cristiani, chiusi in noi. No, questo no! La testimonianza!
La terza domanda: “Vorrei chiederle, Padre Santo, come io e tutti noi possiamo vivere una Chiesa povera e per i poveri. In che modo l’uomo sofferente è una domanda per la nostra fede? Noi tutti, come movimenti, associazioni laicali, quale contributo concreto ed efficace possiamo dare alla Chiesa e alla società per affrontare questa grave crisi che tocca l’etica pubblica” – questo è importante! – “il modello di sviluppo, la politica, insomma un nuovo modo di essere uomini e donne?”.
Riprendo dalla testimonianza. Prima di tutto, vivere il Vangelo è il principale contributo che possiamo dare. La Chiesa non è un movimento politico, né una struttura ben organizzata: non è questo. Noi non siamo una ONG, e quando la Chiesa diventa una ONG perde il sale, non ha sapore, è soltanto una vuota organizzazione. E in questo siate furbi, perché il diavolo ci inganna, perché c’è il pericolo dell’efficientismo. Una cosa è predicare Gesù, un’altra cosa è l’efficacia, essere efficienti. No, quello è un altro valore. Il valore della Chiesa, fondamentalmente, è vivere il Vangelo e dare testimonianza della nostra fede. La Chiesa è sale della terra, è luce del mondo, è chiamata a rendere presente nella società il lievito del Regno di Dio e lo fa prima di tutto con la sua testimonianza, la testimonianza dell’amore fraterno, della solidarietà, della condivisione. Quando si sentono alcuni dire che la solidarietà non è un valore, ma è un “atteggiamento primario” che deve sparire… questo non va! Si sta pensando ad un’efficacia soltanto mondana. I momenti di crisi, come quelli che stiamo vivendo – ma tu hai detto prima che “siamo in un mondo di menzogne” –, questo momento di crisi, stiamo attenti, non consiste in una crisi soltanto economica; non è una crisi culturale. E’ una crisi dell’uomo: ciò che è in crisi è l’uomo! E ciò che può essere distrutto è l’uomo! Ma l’uomo è immagine di Dio! Per questo è una crisi profonda! In questo momento di crisi non possiamo preoccuparci soltanto di noi stessi, chiuderci nella solitudine, nello scoraggiamento, nel senso di impotenza di fronte ai problemi. Non chiudersi, per favore! Questo è un pericolo: ci chiudiamo nella parrocchia, con gli amici, nel movimento, con coloro con i quali pensiamo le stesse cose… ma sapete che cosa succede? Quando la Chiesa diventa chiusa, si ammala, si ammala. Pensate ad una stanza chiusa per un anno; quando tu vai, c’è odore di umidità, ci sono tante cose che non vanno. Una Chiesa chiusa è la stessa cosa: è una Chiesa ammalata. La Chiesa deve uscire da se stessa. Dove? Verso le periferie esistenziali, qualsiasi esse siano, ma uscire. Gesù ci dice: “Andate per tutto il mondo! Andate! Predicate! Date testimonianza del Vangelo!” (cfr Mc 16,15). Ma che cosa succede se uno esce da se stesso? Può succedere quello che può capitare a tutti quelli che escono di casa e vanno per la strada: un incidente. Ma io vi dico: preferisco mille volte una Chiesa incidentata, incorsa in un incidente, che una Chiesa ammalata per chiusura! Uscite fuori, uscite! Pensate anche a quello che dice l’Apocalisse. Dice una cosa bella: che Gesù è alla porta e chiama, chiama per entrare nel nostro cuore (cfr Ap 3,20). Questo è il senso dell’Apocalisse. Ma fatevi questa domanda: quante volte Gesù è dentro e bussa alla porta per uscire, per uscire fuori, e noi non lo lasciamo uscire, per le nostre sicurezze, perché tante volte siamo chiusi in strutture caduche, che servono soltanto per farci schiavi, e non liberi figli di Dio? In questa “uscita” è importante andare all’incontro; questa parola per me è molto importante: l’incontro con gli altri. Perché? Perché la fede è un incontro con Gesù, e noi dobbiamo fare la stessa cosa che fa Gesù: incontrare gli altri. Noi viviamo una cultura dello scontro, una cultura della frammentazione, una cultura in cui quello che non mi serve lo getto via, la cultura dello scarto. Ma su questo punto, vi invito a pensare – ed è parte della crisi – agli anziani, che sono la saggezza di un popolo, ai bambini… la cultura dello scarto! Ma noi dobbiamo andare all’incontro e dobbiamo creare con la nostra fede una “cultura dell’incontro”, una cultura dell’amicizia, una cultura dove troviamo fratelli, dove possiamo parlare anche con quelli che non la pensano come noi, anche con quelli che hanno un’altra fede, che non hanno la stessa fede. Tutti hanno qualcosa in comune con noi: sono immagini di Dio, sono figli di Dio. Andare all’incontro con tutti, senza negoziare la nostra appartenenza. E un altro punto è importante: con i poveri. Se usciamo da noi stessi, troviamo la povertà. Oggi – questo fa male al cuore dirlo – oggi, trovare un barbone morto di freddo non è notizia. Oggi è notizia, forse, uno scandalo. Uno scandalo: ah, quello è notizia! Oggi, pensare che tanti bambini non hanno da mangiare non è notizia. Questo è grave, questo è grave! Noi non possiamo restare tranquilli! Mah… le cose sono così. Noi non possiamo diventare cristiani inamidati, quei cristiani troppo educati, che parlano di cose teologiche mentre prendono il tè, tranquilli. No! Noi dobbiamo diventare cristiani coraggiosi e andare a cercare quelli che sono proprio la carne di Cristo, quelli che sono la carne di Cristo! Quando io vado a confessare - ancora non posso, perché per uscire a confessare… di qui non si può uscire, ma questo è un altro problema - quando io andavo a confessare nella diocesi precedente, venivano alcuni e sempre facevo questa domanda: “Ma, lei dà l’elemosina?” – “Sì, padre!”. “Ah, bene, bene”. E gliene facevo due in più: “Mi dica, quando lei dà l’elemosina, guarda negli occhi quello o quella a cui dà l’elemosina?” – “Ah, non so, non me ne sono accorto”. Seconda domanda: “E quando lei dà l’elemosina, tocca la mano di quello al quale dà l’elemosina, o gli getta la moneta?”. Questo è il problema: la carne di Cristo, toccare la carne di Cristo, prendere su di noi questo dolore per i poveri. La povertà, per noi cristiani, non è una categoria sociologica o filosofica o culturale: no, è una categoria teologale. Direi, forse la prima categoria, perché quel Dio, il Figlio di Dio, si è abbassato, si è fatto povero per camminare con noi sulla strada. E questa è la nostra povertà: la povertà della carne di Cristo, la povertà che ci ha portato il Figlio di Dio con la sua Incarnazione. Una Chiesa povera per i poveri incomincia con l’andare verso la carne di Cristo. Se noi andiamo verso la carne di Cristo, incominciamo a capire qualcosa, a capire che cosa sia questa povertà, la povertà del Signore. E questo non è facile. Ma c’è un problema che non fa bene ai cristiani: lo spirito del mondo, lo spirito mondano, la mondanità spirituale. Questo ci porta ad una sufficienza, a vivere lo spirito del mondo e non quello di Gesù. La domanda che facevate voi: come si deve vivere per affrontare questa crisi che tocca l’etica pubblica, il modello di sviluppo, la politica. Siccome questa è una crisi dell’uomo, una crisi che distrugge l’uomo, è una crisi che spoglia l’uomo dell’etica. Nella vita pubblica, nella politica, se non c’è l’etica, un’etica di riferimento, tutto è possibile e tutto si può fare. E noi vediamo, quando leggiamo i giornali, come la mancanza di etica nella vita pubblica faccia tanto male all’umanità intera. Vorrei raccontarvi una storia. L’ho fatto già due volte questa settimana, ma lo farò una terza volta con voi. E’ la storia che racconta un midrash biblico di un Rabbino del secolo XII. Lui narra la storia della costruzione della Torre di Babele e dice che, per costruire la Torre di Babele, era necessario fare i mattoni. Che cosa significa questo? Andare, impastare il fango, portare la paglia, fare tutto… poi, al forno. E quando il mattone era fatto doveva essere portato su, per la costruzione della Torre di Babele. Un mattone era un tesoro, per tutto il lavoro che ci voleva per farlo. Quando cadeva un mattone, era una tragedia nazionale e l’operaio colpevole era punito; era tanto prezioso un mattone che se cadeva era un dramma. Ma se cadeva un operaio, non succedeva niente, era un’altra cosa. Questo succede oggi: se gli investimenti nelle banche calano un po’… tragedia… come si fa? Ma se muoiono di fame le persone, se non hanno da mangiare, se non hanno salute, non fa niente! Questa è la nostra crisi di oggi! E la testimonianza di una Chiesa povera per i poveri va contro questa mentalità.
La quarta domanda: “Davanti a queste situazioni, mi pare che il mio confessare, la mia testimonianza sia timida e impacciata. Vorrei fare di più, ma cosa? E come aiutare questi nostri fratelli, come alleviare la loro sofferenza non potendo fare nulla o ben poco per cambiare il loro contesto politico-sociale?”.
Per annunciare il Vangelo sono necessarie due virtù: il coraggio e la pazienza. Loro [i cristiani che soffrono] sono nella Chiesa della pazienza. Loro soffrono e ci sono più martiri oggi che nei primi secoli della Chiesa; più martiri! Fratelli e sorelle nostri. Soffrono! Loro portano la fede fino al martirio. Ma il martirio non è mai una sconfitta; il martirio è il grado più alto della testimonianza che noi dobbiamo dare. Noi siamo in cammino verso il martirio, dei piccoli martìri: rinunciare a questo, fare questo… ma siamo in cammino. E loro, poveretti, danno la vita, ma la danno – come abbiamo sentito la situazione nel Pakistan – per amore a Gesù, testimoniando Gesù. Un cristiano deve sempre avere questo atteggiamento di mitezza, di umiltà, proprio l’atteggiamento che hanno loro, confidando in Gesù, affidandosi a Gesù. Bisogna precisare che tante volte questi conflitti non hanno un’origine religiosa; spesso ci sono altre cause, di tipo sociale e politico, e purtroppo le appartenenze religiose vengono utilizzate come benzina sul fuoco. Un cristiano deve saper sempre rispondere al male con il bene, anche se spesso è difficile. Noi cerchiamo di far sentire loro, a questi fratelli e sorelle, che siamo profondamente uniti – profondamente uniti! – alla loro situazione, che noi sappiamo che sono cristiani “entrati nella pazienza”. Quando Gesù va incontro alla Passione, entra nella pazienza. Loro sono entrati nella pazienza: farlo sapere a loro, ma anche farlo sapere al Signore. Vi pongo la domanda: pregate per questi fratelli e queste sorelle? Voi pregate per loro? Nella preghiera di tutti i giorni? Io non chiederò ora che alzi la mano colui che prega: no. Non lo chiederò, adesso. Ma pensatelo bene. Nella preghiera di tutti i giorni diciamo a Gesù: “Signore, guarda questo fratello, guarda a questa sorella che soffre tanto, che soffre tanto!”. Loro fanno l’esperienza del limite, proprio del limite tra la vita e la morte. E anche per noi: questa esperienza deve portarci a promuovere la libertà religiosa per tutti, per tutti! Ogni uomo e ogni donna devono essere liberi nella propria confessione religiosa, qualsiasi essa sia. Perché? Perché quell’uomo e quella donna sono figli di Dio. E così, credo di avere detto qualcosa sulle vostre domande; mi scuso se sono stato troppo lungo. Grazie tante! Grazie a voi, e non dimenticate: niente di una Chiesa chiusa, ma una Chiesa che va fuori, che va alle periferie dell’esistenza. Che il Signore ci guidi laggiù. Grazie.

 

Fonte: News.va

giovedì 16 maggio 2013

Incontro di Mirjana con i pellegrini a Medjugorje il 1 maggio 2013

TRASCRIZIONE DI UNA PARTE DELLA TESTIMONIANZA DI MIRJANA - 1° MAGGIO 2013
[Abbiamo trascritto una parte di questa testimonia in cui Mirjana parla dei
sacerdoti come di un ponte per il trionfo del Cuore Immacolato di Maria; dei
segreti e del suo incontro con Giovanni Paolo II].


MIRJANA - Se qualcuno è privilegiato, secondo quello che ho capito io guardando i messaggi del 2 mese, per nostra Madre privilegiati sono i nostri sacerdoti. Lei non dice mai che cosa devono fare loro, ma Lei sempre dice ciò che dobbiamo fare noi per loro. La Madonna dice: “Loro non hanno bisogno del vostro giudizio, delle vostre critiche, hanno bisogno delle vostre preghiere e del vostro amore, perché Dio giudicherà loro come erano come sacerdoti, ma giudicherà voi per il vostro comportamento verso i sacerdoti”.
Lei dice: “Se voi, figli miei, perdete rispetto per i sacerdoti, piano piano perdete rispetto per la Chiesa e dopo per il Signore”. Ogni due del mese quando la Madonna ci dà la benedizione, Lei dice: “Io vi do la mia benedizione materna, ma più importante è la benedizione che potete ricevere sulla terra: quella che vi danno i sacerdoti, perché tramite loro mio Figlio vi benedice”. Lei ha detto anche: “Non dimenticate di pregare per i vostri pastori, loro hanno mani benedette da mio Figlio”. Per questo, io vi prego, quando tornate alle vostre parrocchie, fate vedere come deve essere il nostro comportamento con i sacerdoti, fate vedere che siete stati alla scuola della Madonna. Se il vostro parroco non fa come voi pensate che deve fare, non andare in giro a giudicare: prendi il rosario, prega per lui. Quello è il modo di aiutarlo, non con il giudizio; perché in questo mondo nel quale viviamo c’è tanto giudizio, e così poco amore. La Madonna vuole che noi siamo riconosciuti tramite amore e non che tentiamo di fare quello che può fare solo nostro Signore. La Madonna ha detto una volta, quando era molto decisa: “Come vi permettete di giudicare quelli che mio Figlio ha scelto: solo Lui ha diritto di giudicare”.
Mi dispiace che non posso dirvi di più su tutto quello a cui la Madonna ci sta preparando in tutti questi anni, ma vi posso dire una cosa: C’è il tempo che noi viviamo adesso, è il nostro tempo, e c’è il tempo del trionfo del Cuore di Nostra Madre; tra questi due tempi c’è un ponte, e quel ponte sono i nostri sacerdoti. Per questo la Madonna insiste tanto, soprattutto negli ultimi tempi, sulla preghiera per loro, perché quel ponte deve essere molto forte per poterci passare tutti. La Madonna dice: “Con loro trionferò”. Ora, senza i nostri sacerdoti, non c’è trionfo del Cuore di Nostra Madre. 


Domanda a Mirjana sul perché conosceremo i segreti tre giorni prima.
MIRJANA – Subito i segreti. I segreti sono segreti, e io penso che noi non siamo quelli che teniamo [probabilmente nel senso di “custodiamo”] i segreti. Io penso che Dio è quello che tiene i segreti. Prendo me come esempio. Gli ultimi medici che mi hanno esaminato, mi hanno ipnotizzato; e, sotto ipnosi, mi hanno fatto ritornare al tempo delle prime apparizioni nella macchina della verità. Questa storia è molto lunga. Per accorciare: quando ero nella macchina della verità potevano sapere tutto quello che volevano, ma sui segreti niente. Per questo io penso che Dio è quello che tiene i segreti. Il significato dei tre giorni prima si capirà quando Dio lo dirà. Ma io vi voglio dire una cosa: non credete a quelli che vi vogliono spaventare, perché una Mamma non è venuta sulla terra per distruggere i suoi figli, la Madonna è venuta sulla terra per salvare i suoi figli. Come può il Cuore di nostra Madre trionfare se i figli sono distrutti? Per questo la vera fede non è la fede che viene dalla paura; vera fede è quella che viene dall’amore. Per questo come sorella vi consiglio: mettetevi nelle mani della Madonna, e non preoccupatevi per niente, perché Mamma penserà a tutto.

Domanda: Ci puoi dire qualcosa del tuo incontro con Giovanni Paolo II?
MIRJANA – Quello è stato un incontro che io non dimenticherò mai nella mia vita. Sono stata a San Pietro con un sacerdote italiano insieme agli altri pellegrini. E il nostro Papa, santo Papa, passava e dava benedizione a tutti, e così anche a me, e stava andando via. Quel sacerdote lo ha chiamato, dicendogli: “Santo Padre, questa è Mirjana di Medjugorje”. E Lui è tornato di nuovo indietro e mi ha dato di nuovo la benedizione. Così ho detto al sacerdote: “Non c’è niente da fare, Lui pensa che ho bisogno di doppia benedizione”. Dopo, nel pomeriggio, abbiamo ricevuto una lettera con un invito a recarci l’indomani a Castel Gandolfo. La mattina dopo ci siamo incontrati: eravamo soli e in mezzo ad altre cose il nostro papa mi ha detto: “Se io non fossi Papa, già sarei venuto a Medjugorje. So tutto, seguo tutto. Proteggete Medjugorje perché è speranza per tutto il mondo; e chiedi ai pellegrini di pregare per le mie intenzioni”. E, quando il Papa è morto, dopo qualche mese è venuto qua un amico del Papa che ha voluto rimanere in incognito. Ha portato le scarpe del Papa, e mi ha detto: “Il Papa aveva sempre tanto desiderio di venire a Medjugorje. E io scherzando gli dicevo: Se tu non vai, porto le tue scarpe, così, in modo simbolico, camminerai anche tu su quella terra a cui vuoi bene così tanto. Così ho dovuto mantenere la promessa: ho portato le scarpe del Papa”.

da PER MARIA - MEDJUGORJE E DIAKONIA
Martedì 14 maggio 2013

grazie ad Emanuela Info da Medju

 

Video Preghiera di Guarigione a Medjugorje 15 maggio 2013


 

grazie a Vittorio

martedì 14 maggio 2013

Messaggio Straordinario del 28 Aprile 2013 (Ivan Dragičević) a Middletown in New Jersey (USA)

Ivan in preghiera
               Ivan in preghiera – Foto di Saint Mary, Mother of God Church
Domenica 28 Aprile 2013, presso la Chiesa di Santa Maria Madre di Dio a Middletown in New Jersey, ha avuto luogo il terzo dei quattro incontri pubblici previsti da Ivan Dragičević negli Stati Uniti.
Dopo la messa e l’omelia di padre Jeff Kegley, alla presenza di tantissimi fedeli e di diversi sacerdoti della zona appositamente accorsi per la serata speciale, il veggente di Medjugorje ha avuto l’apparizione della Regina della Pace che ha dato il seguente messaggio:
Cari figli, in questo tempo di Grazia, vi invito a diventare amici di Gesù, pregate per la pace nei vostri cuori e lavorate per la vostra conversione individuale. Figlioli, solo in quel modo sarete capaci di diventare testimoni della Pace e dell’Amore di Gesù nel mondo. Apritevi alla preghiera, cosicché la preghiera diventi una necessità. Convertitevi figlioli e lavorate cosicché la vostra anima venga a conoscere Gesù ed il Suo Amore. Vi sono vicina e benedico tutti voi. Siate testimoni di Pace in ogni parte e portate Pace nel resto di questo mondo. Io sono con voi ed intercedo presso Dio per ognuno di voi. Non abbiate paura, perché colui che prega non sente il Male e non ne è caratterizzato nel suo cuore. Grazie miei cari figli, per aver risposto alla chiamata.
Ivan, successivamente, ha preso la parola ed ha affrontato diversi temi che spesso ricorrono nelle parole della Madonna: la crisi della famiglia, della moralità e l’importanza della pace. La preghiera, in particolare, è fondamentale in quanto senza di essa non si può avere pace, perdono, amore e speranza. Essa nutre e purifica le nostre anime. Le famiglie devono essere come cappelle: le vocazioni vengono dalla preghiera in famiglia e senza di essa, si perde la vocazione sacerdotale. La crisi della fede è un pericolo reale; il mondo, vuole andare verso un futuro privo dell’amore di Dio.
Il veggente poi ha detto che spesso viene avvicinato da sacerdoti e vescovi, i quali gli chiedono perché, nonostante la Chiesa, i Sacramenti e la Bibbia, Maria appaia da così lungo tempo senza dire nulla di nuovo. La risposta è semplice:”sì, abbiamo la Chiesa, i Sacramenti, la Bibbia, ma li stiamo vivendo pienamente?“. Per meglio spiegarsi, ha fatto l’esempio delle madri terrene: esse non si stancano mai di ripeterci di fare questo o quello al fine di portarci sulla retta via. Allo stesso modo, la Madonna, non si stanca mai di condurci, ripetendosi finché non la ascolteremo. Fino a quando questo non averrà, lei non ci dirà nulla di nuovo.
Infine, Ivan ha riferito come, per Nostra Signora, la recessione della quale oggi si sente tanto parlare in tutto il mondo, è solo spirituale e affinché Lei possa combattere il male e il peccato attraverso di noi, dobbiamo mettere la Santa Messa al centro della nostra vita e così pure le visite di adorazione e le confessioni mensili. Inoltre, ci ricorda che Gesù dona se stesso ogni giorno nella Santa Messa, quindi, dobbiamo andare da Lui. Siamo i polmoni della Chiesa, noi siamo la Chiesa viva. Non abbiamo solo bisogno di perdonare gli altri, ma abbiamo bisogno di perdonare noi stessi e dobbiamo aprire il cuore allo Spirito Santo.
Senza queste cose non è possibile guarire spiritualmente, emotivamente e fisicamente.
[Fonte: dawnsfaithconnection.wordpress.com]
La testimonianza di Ivan - Foto di Saint Mary, Mother of God Church
               La testimonianza di Ivan – Foto di Saint Mary, Mother of God Church

grazie della segnalazione a Vittorio.
Fonte originale: Sardegna Terra di Pace