"Cari figli, vi invito nuovamente ad amare e non a giudicare. Mio Figlio, per volontà del Padre Celeste, è stato in mezzo a voi per mostrarvi la via della salvezza, per salvarvi e non per giudicarvi. Se volete seguire mio Figlio, non giudicherete, ma amerete, come il Padre Celeste ama voi. Anche quando state più male, quando cadete sotto il peso della croce, non disperatevi, non giudicate, ma ricordate che siete amati e lodate il Padre Celeste per il suo Amore.
Figli miei, non deviate dalla strada per cui vi guido. Non correte verso la perdizione. La preghiera ed il digiuno vi rafforzino, affinché possiate vivere come il Padre Celeste vorrebbe; affinché siate i miei apostoli della fede e dell'amore; affinché la vostra vita benedica coloro che incontrate; affinché siate una cosa sola col Padre Celeste e con mio Figlio. Figli miei, questa è l'unica verità, la verità che porta alla vostra conversione e poi alla conversione di tutti coloro che incontrate e che non hanno conosciuto mio Figlio, di tutti coloro che non sanno cosa significa amare. Figli miei, mio Figlio vi ha donato i pastori: custoditeli, pregate per loro. Vi ringrazio!"
Commento di Padre Livio al messaggio del 2 aprile 2013
Il Messaggio è estremamente ricco di pensieri, potremmo dire che ogni affermazione della Regina della Pace avrebbe bisogno di una meditazione specifica, quindi noi cerchiamo di cogliere qualcosa di un messaggio che dobbiamo meditare tutto questo mese di maggio.
Non c’è dubbio che l’ammonimento fondamentale di questo messaggio riguarda il giudicare. Potremmo dire che la Madonna sta commentando quel brano del Vangelo delle Beatitudini in cui Gesù dice: “non giudicate, non condannate, ma perdonate”.
Questo è lo spunto evangelico dove Gesù ci proibisce di giudicare.
A questo riguardo per comprendere la posizione di Cristo e anche della Madonna e quindi anche la nostra posizione, dobbiamo mettere a fuoco che Dio ci ammonisce, ci proibisce di giudicare le persone, cioè di giudicare la loro responsabilità morale, mentre noi possiamo giudicare quello che una persona pensa, i suoi scritti, le sue affermazioni, quello che una persona dice e anche giudicare i comportamenti di una persona. Per esempio se una persona uccide un’altra persona, questo comportamento è inaccettabile, quindi noi giudichiamo i comportamenti, se una persona dice una falsità noi diciamo che ha detto una falsità.
Quindi questo fa parte del discernimento cristiano, cioè c’è un giudizio che è necessario, un giudizio dello Spirito Santo, un giudizio della fede che riguarda non le persone nella loro responsabilità morale, ma riguarda quello che dicono, quello che insegnano, quello che affermano, quello che scrivono e anche come si comportano.
Giudicando i comportamenti, le affermazioni e ovviamente tutto quello che dice una persona, i suoi pensieri, noi facciamo del discernimento spirituale e quindi, come dice San Paolo “omnia probate, quod bonum est, tenete”, cioè “vagliate tutto e trattenete ciò che è buono”.
Invece ci viene proibito severamente di giudicare le persone.
Per quale motivo? Ci sono tantissimi motivi, ma il motivo principale è questo: noi non possiamo conoscere la responsabilità morale delle persone, noi non possiamo leggere nel cuore delle persone, noi non possiamo saper qual è il loro grado di vicinanza o di lontananza da Dio, noi non possiamo sapere qual è la responsabilità morale dei loro comportamenti, dei loro pensieri, noi non possiamo conoscere i loro condizionamenti, non ci è possibile, ci è coperto l’accesso al cuore delle persone, là dove solo Dio può arrivare, là dove solo Dio può giudicare, là dove solo Dio può operare. E quindi il giudizio spetta a Dio.
Noi possiamo giudicare ciò che una persona dice, ciò che una persona pensa, come un persona si comporta, per cui, se una persona si comporta male diciamo: quella persona si è comportata male, ma noi non possiamo giudicare o condannare, perché c’è proprio una stretta connessione tra il giudicare e il condannare le persone, perché non conosciamo il loro grado di responsabilità morale.
Qui subentra l’altra ragione per cui non dobbiamo giudicare le persone.
La Madonna mette bene in evidenza che chi giudica le persone si preclude il cammino di conversione, perché si comporta come il fariseo nella parabola del pubblicano e del fariseo.
In quella parabola il pubblicano guarda se stesso, si ritiene indegno di Dio, si batte il petto e chiede perdono. Quindi si mette di fronte a Dio, non giudica quello che gli sta vicino, ma guarda il male che è in lui, sa che anche lui sarà giudicato, non giudica gli altri e quindi si inginocchia e chiede perdono ed esce da quella preghiera giustificato. Invece il fariseo non guarda dentro di sé, non guarda il suo peccato, ma giudica l’altro che gli è vicino e dice: io non sono mica come quello lì, che fa questo, fa quello…
Quindi, chi giudica gli altri non guarda se stesso. Non guardando se stesso, non vede il suo peccato, non se ne pente e si preclude il cammino di conversione, per cui la Madonna arriva a dire che di questo passo noi ci incamminiamo sulla via della perdizione.
Ecco perché giudicare gli altri è un grave pericolo, perché esprime l’atteggiamento di chi è accecato, non guarda se stesso, non vede il suo peccato, non si pente, si pregiudica la conversione.
È per questo che la Madonna ci dice: “non deviate dalla strada per cui vi guido”, della conversione, “non correte verso la perdizione”.
Poi la Madonna ci dà l’esempio di Gesù che è venuto non per giudicare, ma Gesù ha messo in evidenza il male che è in noi e quindi ha riportato i Comandamenti al loro primitivo splendore. Gesù ci ha dato la luce perché ognuno di noi veda i suoi peccati, se ne penta e si converta.
Gesù è venuto per salvare, non per giudicare le persone.
Questo è il tempo non del giudizio sulle persone, che può dare comunque soltanto Dio, ma è il tempo in cui Dio è venuto qui, sulla terra per salvarle, il tempo in cui noi, come Gesù, non dobbiamo perderci, perdere tempo, far del male a noi stessi giudicando gli altri.
Il nostro problema è salvare noi stessi e aiutare gli altri a salvarsi.
La Madonna ci dice “guardate mio Figlio”, il quale “è stato in mezzo a voi per mostrarvi la via della salvezza, per salvarvi e non per giudicarvi”, così noi stessi, nel medesimo modo, dobbiamo guardare ai nostri peccati, pentirci dei nostri peccati, convertirci e poi noi possiamo portare alla conversione tutti quelli che incontriamo, che non hanno conosciuto Gesù e che non sanno neanche che cosa significhi amare e quindi, se noi, invece di giudicare le persone, preghiamo per loro, le amiamo e diamo loro testimonianza, noi, per queste persone, saremo una benedizione, la nostra vita benedirà coloro che incontriamo.
C’è anche un altro passaggio di questo messaggio che forse è un po’ implicito, ma che andrebbe, a mio parere, messo in evidenza là dove la Madonna dice: “anche quando state più male, quando cadete sotto il peso della croce, non disperatevi, non giudicate, ma ricordate che siete amati, e lodate il Padre Celeste per il suo Amore”.
C’è non solo la tentazione di giudicare e condannare gli altri, ma c’è anche la tentazione di giudicare Dio.
Giudichiamo Dio, perché a qualcuno dà le grazie e a noi non le dà e secondo noi Dio ci manda troppi pesi, troppe croci e quindi, dice la Madonna, attenzione, “quando state male, quando cadete sotto il peso della croce”, non giudicate Dio, non mormorate contro Dio, non disperatevi, ma ricordate che il Padre Celeste vi sta potando, perché diate frutto, e quindi ricordate che, anche sotto la croce, quando siete sotto questo peso, “ricordate che siete amati”. Invece di giudicare Dio, “lodate il Padre Celeste per il suo Amore”.
La Madonna dice: “non deviate dalla strada per cui vi guido, non correte verso la perdizione”.
Infine uno dei temi che sta tanto a cuore alla Madonna, che da due anni porta avanti in tutti i messaggi che dà a Mirjiana, riguarda il giudizio che noi diamo sui Sacerdoti. Una volta ha detto: “non andate a Messa per criticare il Sacerdote, andate a Messa per incontrare mio Figlio”.
La Madonna ci vuole tenere le labbra chiuse. Non giudicare i pastori, ma attenzione, non giudicare i pastori non significa che non dobbiamo giudicare quello che dicono, perché, nel caso doloroso che qualche prete dicesse delle eresie, dicesse cose che non vanno bene, noi dobbiamo giudicare, ma giudichiamo quel che dice, non la sua persona, non parliamo male di quella persona, diciamo: quello che ha detto è sbagliato. Ha detto che il diavolo non c’è? È sbagliato. Ha detto che l’inferno non c’è? È sbagliato. Ha detto che quello che la Chiesa ritiene un peccato grave non è peccato? È sbagliato.
Quindi quando la Madonna ci dice di non giudicare i pastori, soprattutto i sacerdoti con cui noi abbiamo il contatto più immediato, significa che non dobbiamo giudicare la loro vita, criticare la loro vita, dobbiamo tenere le labbra chiuse, non hanno bisogno, dice la Madonna, delle nostre critiche, hanno bisogno delle nostre preghiere. Oggi dice una parola bellissima: “custoditeli, pregate per loro”.
È un messaggio che ci provoca un profondissimo esame di coscienza, che dobbiamo veramente fare e abbiamo tanto da cui emendarci.
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