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Richiesta di preghiere

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Per la Richiesta di Preghiere è possibile da oggi utilizzare il MODULO che si trova qui a sinistra.

Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

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martedì 25 febbraio 2014

Marja Pavlovic comunica a Radio Maria il Messaggio del 25 Febbraio 2014 da Medjugorje

 

 

grazie a Vittorio

Messaggio a Marija del 25 febbraio 2014

"Cari figli! Vedete, ascoltate e sentite che nei cuori di molti uomini non c'è Dio. Non lo vogliono perché sono lontani dalla preghiera e non hanno la pace. Voi, figlioli, pregate, vivete i comandamenti di Dio. Voi siate preghiera, voi che fin dallo stesso inizio avete detto „si“ alla mia chiamata. Testimoniate Dio e la mia presenza e non dimenticate figlioli, che Io sono con voi e vi amo. Di giorno in giorno vi presento al mio figlio Gesù. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”

venerdì 21 febbraio 2014

25 febbraio 2014: Veglia di Preghiera in attesa del Messaggio Mensile da Medjugorje nella chiese del SS. Salvatore


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Sabato sera 25 febbraio 2014, come ogni mese, in unione a tutti i gruppi di preghiera nello spirito di Medjugorje, di Bologna e tutta l'Italia in attesa del Messaggio da Medjugorje, veglia di preghiera aperta a tutti alle ore 20,45 nella Chiesa del SS. Salvatore largo Cesare Battisti Bologna, con Adorazione del Santissimo Sacramento e recita del Santo Rosario con la presenza e guida del sacerdote P. Roberto Viglino

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Con l’occasione ricordo anche l’altro appuntamento mensile del Gruppo di Preghiera Regina della Pace:
  • Sabato mattina 22 febbraio 2014: consueto pellegrinaggio mensile al Santuario della Madonna di S. Luca con partenza dal Meloncello alle ore 08:10: preghiera delle prime tre parti del S. Rosario salendo a piedi al Santuario, S. Messa alle ore 09:30 e quindi discesa pregando l’ultima parte del S. Rosario
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Il Gruppo di preghiera "Regina della Pace" si riunisce tutti i Giovedì sera nella Chiesina di Padre Marella in Via del Lavoro, 13 - Bologna alle ore 20:30:preghiamo il S. Rosario, facciamo la Consacrazione, celebriamo la S. Messa e facciamo l'Adorazione del SS. Sacramento.

giovedì 13 febbraio 2014

L’eucaristia

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PAPA FRANCESCO

UDIENZA GENERALE

Piazza San Pietro Mercoledì, 5 febbraio 2014

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Oggi vi parlerò dell'Eucaristia. L'Eucaristia si colloca nel cuore dell’«iniziazione cristiana», insieme al Battesimo e alla Confermazione, e costituisce la sorgente della vita stessa della Chiesa. Da questo Sacramento dell’amore, infatti, scaturisce ogni autentico cammino di fede, di comunione e di testimonianza.

Quello che vediamo quando ci raduniamo per celebrare l’Eucaristia, la Messa, ci fa già intuire che cosa stiamo per vivere. Al centro dello spazio destinato alla celebrazione si trova l’altare, che è una mensa, ricoperta da una tovaglia, e questo ci fa pensare ad un banchetto. Sulla mensa c’è una croce, ad indicare che su quell’altare si offre il sacrificio di Cristo: è Lui il cibo spirituale che lì si riceve, sotto i segni del pane e del vino. Accanto alla mensa c’è l’ambone, cioè il luogo da cui si proclama la Parola di Dio: e questo indica che lì ci si raduna per ascoltare il Signore che parla mediante le Sacre Scritture, e dunque il cibo che si riceve è anche la sua Parola.

Parola e Pane nella Messa diventano un tutt’uno, come nell’Ultima Cena, quando tutte le parole di Gesù, tutti i segni che aveva fatto, si condensarono nel gesto di spezzare il pane e di offrire il calice, anticipo del sacrificio della croce, e in quelle parole: “Prendete, mangiate, questo è il mio corpo … Prendete, bevete, questo è il mio sangue”.

Il gesto di Gesù compiuto nell’Ultima Cena è l’estremo ringraziamento al Padre per il suo amore, per la sua misericordia. “Ringraziamento” in greco si dice “eucaristia”. E per questo il Sacramento si chiama Eucaristia: è il supremo ringraziamento al Padre, che ci ha amato tanto da darci il suo Figlio per amore. Ecco perché il termine Eucaristia riassume tutto quel gesto, che è gesto di Dio e dell’uomo insieme, gesto di Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo.

Dunque la celebrazione eucaristica è ben più di un semplice banchetto: è proprio il memoriale della Pasqua di Gesù, il mistero centrale della salvezza. «Memoriale» non significa solo un ricordo, un semplice ricordo, ma vuol dire che ogni volta che celebriamo questo Sacramento partecipiamo al mistero della passione, morte e risurrezione di Cristo. L’Eucaristia costituisce il vertice dell’azione di salvezza di Dio: il Signore Gesù, facendosi pane spezzato per noi, riversa infatti su di noi tutta la sua misericordia e il suo amore, così da rinnovare il nostro cuore, la nostra esistenza e il nostro modo di relazionarci con Lui e con i fratelli. È per questo che comunemente, quando ci si accosta a questo Sacramento, si dice di «ricevere la Comunione», di «fare la Comunione»: questo significa che nella potenza dello Spirito Santo, la partecipazione alla mensa eucaristica ci conforma in modo unico e profondo a Cristo, facendoci pregustare già ora la piena comunione col Padre che caratterizzerà il banchetto celeste, dove con tutti i Santi avremo la gioia di contemplare Dio faccia a faccia.

Cari amici, non ringrazieremo mai abbastanza il Signore per il dono che ci ha fatto con l’Eucaristia! E' un dono tanto grande e per questo è tanto importante andare a Messa la domenica. Andare a Messa non solo per pregare, ma per ricevere la Comunione, questo pane che è il corpo di Gesù Cristo che ci salva, ci perdona, ci unisce al Padre. E' bello fare questo! E tutte le domeniche andiamo a Messa, perché è il giorno proprio della risurrezione del Signore. Per questo la domenica è tanto importante per noi. E con l'Eucaristia sentiamo questa appartenenza proprio alla Chiesa, al Popolo di Dio, al Corpo di Dio, a Gesù Cristo. Non finiremo mai di coglierne tutto il valore e la ricchezza. Chiediamogli allora che questo Sacramento possa continuare a mantenere viva nella Chiesa la sua presenza e a plasmare le nostre comunità nella carità e nella comunione, secondo il cuore del Padre. E questo si fa durante tutta la vita, ma si comincia a farlo il giorno della prima Comunione. E' importante che i bambini si preparino bene alla prima Comunione e che ogni bambino la faccia, perché è il primo passo di questa appartenenza forte a Gesù Cristo, dopo il Battesimo e la Cresima.

 

PAPA FRANCESCO

UDIENZA GENERALE  Piazza San Pietro
Mercoledì, 12 febbraio 2014

Cari fratelli e sorelle, buongiorno.

Nell’ultima catechesi ho messo in luce come l’Eucaristia ci introduce nella comunione reale con Gesù e il suo mistero. Ora possiamo porci alcune domande in merito al rapporto tra l’Eucaristia che celebriamo e la nostra vita, come Chiesa e come singoli cristiani. Come viviamo l’Eucaristia? Quando andiamo a Messa la domenica, come la viviamo? È solo un momento di festa, è una tradizione consolidata, è un’occasione per ritrovarsi o per sentirsi a posto, oppure è qualcosa di più?

Ci sono dei segnali molto concreti per capire come viviamo tutto questo, come viviamo l’Eucaristia; segnali che ci dicono se noi viviamo bene l’Eucaristia o non la viviamo tanto bene. Il primo indizio è il nostro modo di guardare e considerare gli altri. Nell’Eucaristia Cristo attua sempre nuovamente il dono di sé che ha fatto sulla Croce. Tutta la sua vita è un atto di totale condivisione di sé per amore; perciò Egli amava stare con i discepoli e con le persone che aveva modo di conoscere. Questo significava per Lui condividere i loro desideri, i loro problemi, quello che agitava la loro anima e la loro vita. Ora noi, quando partecipiamo alla Santa Messa, ci ritroviamo con uomini e donne di ogni genere: giovani, anziani, bambini; poveri e benestanti; originari del posto e forestieri; accompagnati dai familiari e soli… Ma l’Eucaristia che celebro, mi porta a sentirli tutti, davvero come fratelli e sorelle? Fa crescere in me la capacità di gioire con chi gioisce e di piangere con chi piange? Mi spinge ad andare verso i poveri, i malati, gli emarginati? Mi aiuta a riconoscere in loro il volto di Gesù? Tutti noi andiamo a Messa perché amiamo Gesù e vogliamo condividere, nell’Eucaristia, la sua passione e la sua risurrezione. Ma amiamo, come vuole Gesù, quei fratelli e quelle sorelle più bisognosi? Per esempio, a Roma in questi giorni abbiamo visto tanti disagi sociali o per la piaggia, che ha fatto tanti danni a quartieri interi, o per la mancanza di lavoro, conseguenza della crisi economica in tutto il mondo. Mi domando, e ognuno di noi si domandi: Io che vado a Messa, come vivo questo? Mi preoccupo di aiutare, di avvicinarmi, di pregare per coloro che hanno questo problema? Oppure sono un po’ indifferente? O forse mi preoccupo di chiacchierare: Hai visto com’è vestita quella, o come com’è vestito quello? A volte si fa questo, dopo la Messa, e non si deve fare! Dobbiamo preoccuparci dei nostri fratelli e delle nostre sorelle che hanno bisogno a causa di una malattia, di un problema. Oggi, ci farà bene pensare a questi nostri fratelli e sorelle che hanno questi problemi qui a Roma: problemi per la tragedia provocata dalla pioggia e problemi sociali e del lavoro. Chiediamo a Gesù, che riceviamo nell’Eucaristia, che ci aiuti ad aiutarli.

Un secondo indizio, molto importante, è la grazia di sentirsi perdonati e pronti a perdonare. A volte qualcuno chiede: «Perché si dovrebbe andare in chiesa, visto che chi partecipa abitualmente alla Santa Messa è peccatore come gli altri?». Quante volte lo abbiamo sentito! In realtà, chi celebra l’Eucaristia non lo fa perché si ritiene o vuole apparire migliore degli altri, ma proprio perché si riconosce sempre bisognoso di essere accolto e rigenerato dalla misericordia di Dio, fatta carne in Gesù Cristo. Se ognuno di noi non si sente bisognoso della misericordia di Dio, non si sente peccatore, è meglio che non vada a Messa! Noi andiamo a Messa perché siamo peccatori e vogliamo ricevere il perdono di Dio, partecipare alla redenzione di Gesù, al suo perdono. Quel “Confesso” che diciamo all’inizio non è un “pro forma”, è un vero atto di penitenza! Io sono peccatore e lo confesso, così comincia la Messa! Non dobbiamo mai dimenticare che l’Ultima Cena di Gesù ha avuto luogo «nella notte in cui veniva tradito» (1 Cor 11,23). In quel pane e in quel vino che offriamo e attorno ai quali ci raduniamo si rinnova ogni volta il dono del corpo e del sangue di Cristo per la remissione dei nostri peccati. Dobbiamo andare a Messa umilmente, come peccatori e il Signore ci riconcilia.

Un ultimo indizio prezioso ci viene offerto dal rapporto tra la celebrazione eucaristica e la vita delle nostre comunità cristiane. Bisogna sempre tenere presente che l’Eucaristia non è qualcosa che facciamo noi; non è una nostra commemorazione di quello che Gesù ha detto e fatto. No. È proprio un’azione di Cristo! È Cristo che lì agisce, che è sull’altare. E’ un dono di Cristo, il quale si rende presente e ci raccoglie attorno a sé, per nutrirci della sua Parola e della sua vita. Questo significa che la missione e l’identità stessa della Chiesa sgorgano da lì, dall’Eucaristia, e lì sempre prendono forma. Una celebrazione può risultare anche impeccabile dal punto di vista esteriore, bellissima, ma se non ci conduce all’incontro con Gesù Cristo, rischia di non portare alcun nutrimento al nostro cuore e alla nostra vita. Attraverso l’Eucaristia, invece, Cristo vuole entrare nella nostra esistenza e permearla della sua grazia, così che in ogni comunità cristiana ci sia coerenza tra liturgia e vita.

Il cuore si riempie di fiducia e di speranza pensando alle parole di Gesù riportate nel Vangelo: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno» (Gv 6,54). Viviamo l’Eucaristia con spirito di fede, di preghiera, di perdono, di penitenza, di gioia comunitaria, di preoccupazione per i bisognosi e per i bisogni di tanti fratelli e sorelle, nella certezza che il Signore compirà quello che ci ha promesso: la vita eterna. Così sia!

 

 

BENEDETTO XVI

UDIENZA GENERALE

Aula Paolo VI Mercoledì, 11 gennaio 2012

La preghiera di Gesù nell'Ultima Cena

Cari fratelli e sorelle,

nel nostro cammino di riflessione sulla preghiera di Gesù, presentata nei Vangeli, vorrei meditare oggi sul momento, particolarmente solenne, della sua preghiera nell'Ultima Cena.

Lo sfondo temporale ed emozionale del convito in cui Gesù si congeda dagli amici, è l'imminenza della sua morte che Egli sente ormai vicina. Da lungo tempo Gesù aveva iniziato a parlare della sua passione, cercando anche di coinvolgere sempre più i suoi discepoli in questa prospettiva. Il Vangelo secondo Marco racconta che fin dalla partenza del viaggio verso Gerusalemme, nei villaggi della lontana Cesarea di Filippo, Gesù aveva iniziato «a insegnare loro che il Figlio dell’uomo doveva soffrire molto ed essere rifiutato dagli anziani, dai capi dei sacerdoti e dagli scribi, venire ucciso e, dopo tre giorni, risorgere» (Mc 8,31). Inoltre, proprio nei giorni in cui si preparava a dare l’addio ai discepoli, la vita del popolo era segnata dall'avvicinarsi della Pasqua, ossia del memoriale della liberazione di Israele dall’Egitto. Questa liberazione, sperimentata nel passato e attesa di nuovo nel presente e per il futuro, tornava viva nelle celebrazioni familiari della Pasqua. L’Ultima Cena si inserisce in questo contesto, ma con una novità di fondo. Gesù guarda alla sua Passione, Morte e Risurrezione, essendone pienamente consapevole. Egli vuole vivere questa Cena con i suoi discepoli, con un carattere del tutto speciale e diverso dagli altri conviti; è la sua Cena, nella quale dona Qualcosa di totalmente nuovo: Se stesso. In questo modo, Gesù celebra la sua Pasqua, anticipa la sua Croce e la sua Risurrezione.

Questa novità ci viene evidenziata dalla cronologia dell’Ultima Cena nel Vangelo di Giovanni, il quale non la descrive come la cena pasquale, proprio perché Gesù intende inaugurare qualcosa di nuovo, celebrare la sua Pasqua, legata certo agli eventi dell’Esodo. E per Giovanni Gesù morì sulla croce proprio nel momento in cui, nel tempio di Gerusalemme, venivano immolati gli agnelli pasquali.

Qual è allora il nucleo di questa Cena? Sono i gesti dello spezzare il pane, del distribuirlo ai suoi e del condividere il calice del vino con le parole che li accompagnano e nel contesto di preghiera in cui si collocano: è l’istituzione dell’Eucaristia, è la grande preghiera di Gesù e della Chiesa. Ma guardiamo più da vicino questo momento.

Anzitutto, le tradizioni neotestamentarie dell'istituzione dell'Eucaristia (cfr 1 Cor 11,23-25; Lc 22, 14-20; Mc 14,22-25; Mt 26,26-29), indicando la preghiera che introduce i gesti e le parole di Gesù sul pane e sul vino, usano due verbi paralleli e complementari. Paolo e Luca parlano dieucaristia/ringraziamento: «prese il pane, rese grazie, lo spezzò e lo diede loro» (Lc 22,19). Marco e Matteo, invece, sottolineano l’aspetto di eulogia/benedizione: «prese il pane e recitò la benedizione, lo spezzò e lo diede loro» (Mc 14,22). Ambedue i termini greci eucaristeìn eeulogeìn rimandano alla berakha ebraica, cioè alla grande preghiera di ringraziamento e di benedizione della tradizione d’Israele che inaugurava i grandi conviti. Le due diverse parole greche indicano le due direzioni intrinseche e complementari di questa preghiera. La berakha, infatti, è anzitutto ringraziamento e lode che sale a Dio per il dono ricevuto: nell’Ultima Cena di Gesù, si tratta del pane – lavorato dal frumento che Dio fa germogliare e crescere dalla terra – e del vino prodotto dal frutto maturato sulle viti. Questa preghiera di lode e ringraziamento, che si innalza verso Dio, ritorna come benedizione, che scende da Dio sul dono e lo arricchisce. Il ringraziare, lodare Dio diventa così benedizione, e l’offerta donata a Dio ritorna all’uomo benedetta dall’Onnipotente. Le parole dell’istituzione dell’Eucaristia si collocano in questo contesto di preghiera; in esse la lode e la benedizione della berakha diventano benedizione e trasformazione del pane e del vino nel Corpo e nel Sangue di Gesù.

Prima delle parole dell’istituzione vengono i gesti: quello dello spezzare il pane e quello dell’offrire il vino. Chi spezza il pane e passa il calice è anzitutto il capofamiglia, che accoglie alla sua mensa i familiari, ma questi gesti sono anche quelli dell’ospitalità, dell’accoglienza alla comunione conviviale dello straniero, che non fa parte della casa. Questi stessi gesti, nella cena con la quale Gesù si congeda dai suoi, acquistano una profondità del tutto nuova: Egli dà un segno visibile dell’accoglienza alla mensa in cui Dio si dona. Gesù nel pane e nel vino offre e comunica Se stesso.

Ma come può realizzarsi tutto questo? Come può Gesù dare, in quel momento, Se stesso? Gesù sa che la vita sta per essergli tolta attraverso il supplizio della croce, la pena capitale degli uomini non liberi, quella che Cicerone definiva la mors turpissima crucis. Con il dono del pane e del vino che offre nell'Ultima Cena, Gesù anticipa la sua morte e la sua risurrezione realizzando ciò che aveva detto nel discorso del Buon Pastore: «Io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio» (Gv 10,17-18). Egli quindi offre in anticipo la vita che gli sarà tolta e in questo modo trasforma la sua morte violenta in un atto libero di donazione di sé per gli altri e agli altri. La violenza subita si trasforma in un sacrificio attivo, libero e redentivo.

Ancora una volta nella preghiera, iniziata secondo le forme rituali della tradizione biblica, Gesù mostra la sua identità e la determinazione a compiere fino in fondo la sua missione di amore totale, di offerta in obbedienza alla volontà del Padre. La profonda originalità del dono di Sé ai suoi, attraverso il memoriale eucaristico, è il culmine della preghiera che contrassegna la cena di addio con i suoi. Contemplando i gesti e le parole di Gesù in quella notte, vediamo chiaramente che il rapporto intimo e costante con il Padre è il luogo in cui Egli realizza il gesto di lasciare ai suoi, e a ciascuno di noi, il Sacramento dell'amore, il «Sacramentum caritatis». Per due volte nel cenacolo risuonano le parole: «Fate questo in memoria di me» (1Cor 11,24.25). Con il dono di Sé Egli celebra la sua Pasqua, diventando il vero Agnello che porta a compimento tutto il culto antico. Per questo san Paolo parlando ai cristiani di Corinto afferma: «Cristo, nostra Pasqua [il nostro Agnello pasquale!], è stato immolato! Celebriamo dunque la festa … con azzimi di sincerità e di verità» (1 Cor 5,7-8).

L’evangelista Luca ha conservato un ulteriore elemento prezioso degli eventi dell'Ultima Cena, che ci permette di vedere la profondità commovente della preghiera di Gesù per i suoi in quella notte, l’attenzione per ciascuno. Partendo dalla preghiera di ringraziamento e di benedizione, Gesù giunge al dono eucaristico, al dono di Se stesso, e, mentre dona la realtà sacramentale decisiva, si rivolge a Pietro. Sul finire della cena, gli dice: «Simone, Simone, ecco: Satana vi ha cercati per vagliarvi come il grano; ma io ho pregato per te, perché la tua fede non venga meno. E tu, una volta convertito, conferma i tuoi fratelli» (Lc 22,31-32). La preghiera di Gesù, quando si avvicina la prova anche per i suoi discepoli, sorregge la loro debolezza, la loro fatica di comprendere che la via di Dio passa attraverso il Mistero pasquale di morte e risurrezione, anticipato nell’offerta del pane e del vino. L’Eucaristia è cibo dei pellegrini che diventa forza anche per chi è stanco, sfinito e disorientato. E la preghiera è particolarmente per Pietro, perché, una volta convertito, confermi i fratelli nella fede. L'evangelista Luca ricorda che fu proprio lo sguardo di Gesù a cercare il volto di Pietro nel momento in cui questi aveva appena consumato il suo triplice rinnegamento, per dargli la forza di riprendere il cammino dietro a Lui: «In quell’istante, mentre ancora parlava, un gallo cantò. Allora il Signore si voltò e fissò lo sguardo su Pietro, e Pietro si ricordò della parola che il Signore gli aveva detto» (Lc 22,60-61).

Cari fratelli e sorelle, partecipando all'Eucaristia, viviamo in modo straordinario la preghiera che Gesù ha fatto e continuamente fa per ciascuno affinché il male, che tutti incontriamo nella vita, non abbia a vincere e agisca in noi la forza trasformante della morte e risurrezione di Cristo. Nell’Eucaristia la Chiesa risponde al comando di Gesù: «Fate questo in memoria di me» (Lc 22,19; cfr 1Cor 11, 24-26); ripete la preghiera di ringraziamento e di benedizione e, con essa, le parole della transustanziazione del pane e del vino nel Corpo e Sangue del Signore. Le nostre Eucaristie sono un essere attirati in quel momento di preghiera, un unirci sempre di nuovo alla preghiera di Gesù. Fin dall’inizio, la Chiesa ha compreso le parole di consacrazione come parte della preghiera fatta insieme a Gesù; come parte centrale della lode colma di gratitudine, attraverso la quale il frutto della terra e del lavoro dell’uomo ci viene nuovamente donato da Dio come corpo e sangue di Gesù, come auto-donazione di Dio stesso nell'amore accogliente del Figlio (cfr Gesù di Nazaret, II, pag. 146). Partecipando all’Eucaristia, nutrendoci della Carne e del Sangue del Figlio di Dio, noi uniamo la nostra preghiera a quella dell’Agnello pasquale nella sua notte suprema, perché la nostra vita non vada perduta, nonostante la nostra debolezza e le nostre infedeltà, ma venga trasformata.

Cari amici, chiediamo al Signore che, dopo esserci debitamente preparati, anche con il Sacramento della Penitenza, la nostra partecipazione alla sua Eucaristia, indispensabile per la vita cristiana, sia sempre il punto più alto di tutta la nostra preghiera. Domandiamo che, uniti profondamente nella sua stessa offerta al Padre, possiamo anche noi trasformare le nostre croci in sacrificio, libero e responsabile, di amore a Dio e ai fratelli. Grazie.

 

La Gospa sulla S. Messa

Mirjana ha riferito: “Quando noi eravamo bambini, all’inizio delle apparizioni, la Gospa ci ha detto: “Figli miei, se dovete scegliere tra l’apparizione e la Santa Messa scegliete sempre la Santa Messa, perché durante la Santa Messa mio Figlio è con voi!”. “


Qui di seguito una serie di messaggi della Madonna con riferimento alla S. Messa:

 

Messaggio del 23 dicembre 1981 (Messaggio straordinario)
La messa di Natale sia celebrata a mezzanotte e non alla sera.

Messaggio del 19 febbraio 1982 (Messaggio straordinario)
Seguite attentamente la santa messa. Siate disciplinati e non chiacchierate durante la santa messa.

Messaggio del 2 settembre 1983 (Messaggio dato al gruppo di preghiera)
Non meravigliatevi se vi dico questo: voi siete proprio deboli perché pregate poco. Se siete molto occupati con lo studio o con il lavoro, pregate come minimo per mezz’ora al mattino e alla sera. Poi cercate altro tempo per la preghiera durante la giornata. Vi raccomando in modo particolare di partecipare alla messa quotidiana.

Messaggio del 15 ottobre 1983 (Messaggio straordinario)
Voi non partecipate alla messa come dovreste. Se sapeste quale grazia e quale dono ricevete nell’Eucaristia, vi preparereste ogni giorno per almeno un’ora. Dovreste anche confessarvi una volta al mese. Sarebbe necessario in parrocchia dedicare alla riconciliazione tre giorni al mese: il primo venerdì ed il sabato e la domenica successivi.

Messaggio del 26 novembre 1983 (Messaggio straordinario)
Prima della messa bisogna pregare lo Spirito Santo. Le preghiere allo Spirito Santo devono sempre accompagnare la messa.

Messaggio del 2 dicembre 1983 (Messaggio straordinario)
Siate buoni e venite a messa senza cercare scuse! Fatemi vedere che avete un cuore generoso!

Messaggio del 13 gennaio 1984 (Messaggio straordinario)
«La Messa è la forma più alta di preghiera. Non riuscirete mai a capirne la grandezza. Perciò siate umili e rispettosi durante la celebrazione e preparatevi a essa con molta cura. Vi raccomando di partecipare tutti i giorni alla Messa».

Messaggio del 4 febbraio 1984 (Messaggio dato al gruppo di preghiera)
Pregate perché avete molto bisogno della preghiera. Con la preghiera la vostra anima e il vostro corpo ritroveranno la pace. Alcuni di voi si sono abbandonati completamente a me, ma altri no. Appena finisce la messa si affrettano ad andarsene. No, così non è bene! Occorre che siano devoti e diano il buon esempio per risvegliare la fede anche negli altri. Per diventare davvero migliori devono pregare il più possibile e offrire il loro cuore consacrandolo a me.

Messaggio del 28 marzo 1984 (Messaggio dato al gruppo di preghiera)
Quando uscite da casa per recarvi a messa, cominciate già lungo il cammino a prepararvi e a raccogliervi spiritualmente. E dopo la messa, non uscite mai dalla chiesa senza aver ringraziato adeguatamente Dio.

Messaggio del 29 marzo 1984 (Messaggio dato al gruppo di preghiera)
Figli miei, voi dovete essere di un animo speciale quando vi recate a messa. Se voi foste consapevoli di chi andate a ricevere, saltereste di gioia nell’avvicinarvi alla comunione.

Messaggio del 30 marzo 1984 (Messaggio dato al gruppo di preghiera)
Bambini miei! Desidero che la santa messa sia per voi il regalo della giornata. Aspettatela, desiderate che essa cominci perché Gesù stesso si dà a voi durante la messa. Anelate dunque a quel momento in cui voi siete purificati. Pregate molto perché lo Spirito Santo rinnovi la vostra parrocchia. Se la gente assiste alla messa tiepidamente, ritorna a casa fredda e con il cuore vuoto.

Messaggio del 1 giugno 1984 (Messaggio straordinario)
Figli cari! Sforzatevi di partecipare alla messa come si deve.

Messaggio del 2 giugno 1984 (Messaggio straordinario)
Figli cari! Dovreste rinnovare le vostre preghiere allo Spirito Santo. Partecipate alla messa! E, dopo la messa, fareste bene a pregare in chiesa il Credo e i sette Pater Ave Gloria come si fa per Pentecoste.

Messaggio del 23 agosto 1984
"Pregate, pregate, pregate!". Marija dice che la Madonna ha inoltre raccomandato alla gente, in particolare ai giovani, di esser disciplinati durante la S.Messa.

Messaggio del 16 ottobre 1984 (Messaggio dato al gruppo di preghiera)
Desidero che il gruppo vada a messa quanto più è possibile.

Messaggio del 5 novembre 1984 (Messaggio dato al gruppo di preghiera)
Come gruppo non avrete più la messa dove volete, ma solo in chiesa. Voi dovete veramente pregare durante la messa, dovete arrivare a vivere la messa! Dovete inoltre pregare in gruppo due volte alla settimana. Almeno una volta dovete essere tutti presenti. Al martedì pregate il rosario anche con preghiere spontanee e nel secondo incontro settimanale dialogate sulla fede e sulla preghiera. Sarebbe bene che questo secondo incontro si facesse di sabato così che possiate più facilmente essere tutti presenti. Liberatevi dalla paura e parlate tutti sulla fede e sulla preghiera! Pregate come Gesù desidera! Se vi aprite e mi ubbidirete mettendo in pratica ciò che vi dico, il gruppo sarà mio ed io potrò donargli tutto!

Messaggio del 18 novembre 1984 (Messaggio dato al gruppo di preghiera)
Se è possibile, partecipate ogni giorno alla messa. Ma non come semplici spettatori, bensì come persone che nel momento del sacrificio di Gesù sull’altare sono pronte ad unirsi a lui per diventare con lui un medesimo sacrificio per la salvezza del mondo. Prima della messa preparatevi con la preghiera e dopo la messa ringraziate Gesù rimanendo un po’ di tempo con lui nel silenzio.

Messaggio del 7 marzo 1985
Cari figli, oggi vi invito a rinnovare la preghiera nelle vostre famiglie. Cari figli, spronate anche i più piccoli alla preghiera e che i bambini si rechino alla S. Messa. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!".

Messaggio del 21 novembre 1985
Cari figli! Desidero ricordarvi che questo è un tempo privilegiato per voi della parrocchia. D'estate dite che siete molto occupati. Adesso non avete particolari lavori nei campi; perciò lavorate su di voi personalmente! Venite a Messa, perché questo è un tempo che vi è dato in dono. Cari figli, sono in molti a venire regolarmente (a Messa), anche se fa cattivo tempo, perché mi vogliono bene e desiderano manifestare in modo speciale il loro amore. Vi chiedo di dimostrare il vostro amore col venire a Messa; il Signore vi ricompenserà largamente. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!

Messaggio del 3 aprile 1986

"Cari figli, Vi invito a vivere la Santa Messa. Molti di voi ne hanno sperimentato la bellezza, ma ciò sono anche coloro che non vengono volentieri. Io vi ho scelto, cari figli, e Gesù nella Santa Messa vi dà le sue grazie. Perciò vivete coscientemente la Santa Messa e la vostra venuta sia piena di gioia. Venite con amore ed accogliete in voi la Santa Messa. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!".

Messaggio del 25 aprile 1988

"Cari figli, Dio desidera farvi santi, perciò attraverso me vi invita all'abbandono totale. La santa Messa sia per voi vita! Cercate di comprendere che la Chiesa è la casa di Dio, il luogo dove io vi riunisco e desidero mostrarvi la strada che conduce a Dio. Venite e pregate! Non osservate gli altri e non criticateli. La vostra vita sia invece una testimonianza sulla strada della santità. Le Chiese sono degne di rispetto e consacrate, perché Dio - che si è fatto uomo - sta dentro di esse giorno e notte. Perciò figlioli, credete, e pregate che il Padre vi accresca la fede, e poi chiedete ciò che vi è necessario. Sono con voi e gioisco per la vostra conversione. Vi proteggo con il mio manto materno. Grazie per aver risposto alla mia chiamata!".

Messaggio da Medjugorje del 25 gennaio 1998

"Cari figli, oggi vi invito tutti di nuovo alla preghiera. Solo con la preghiera, cari figli, il vostro cuore cambierà e diventerà migliore e più sensibile alla parola di Dio. Figlioli, non permettete che Satana vi trascini e faccia di voi quello che vuole. Io vi invito a diventare responsabili e decisi e a consacrare a Dio ogni giorno, nella preghiera. La santa Messa non sia per voi un'abitudine, ma vita; vivendo ogni giorno la santa Messa voi sentirete il bisogno della santità e crescerete nella santità. Io vi sono vicina e intercedo presso Dio per ognuno di voi, affinché vi dia la forza per cambiare il vostro cuore. Grazie per aver risposto alla mia chiamata."

 

Qui di seguito un testo unico che riassume i pensieri e le raccomandazioni della Gospa sulla S. Messa.

La Gospa sulla S. Messa

Figli miei, se dovete scegliere tra l’apparizione e la Santa Messa scegliete sempre la Santa Messa, perché durante la Santa Messa mio Figlio è con voi!
La messa di Natale sia celebrata a mezzanotte e non alla sera.

Seguite attentamente la santa messa. Siate disciplinati e non chiacchierate durante la santa messa. Voi non partecipate alla messa come dovreste. Se sapeste quale grazia e quale dono ricevete nell’Eucaristia, vi preparereste ogni giorno per almeno un’ora. Siate buoni e venite a messa senza cercare scuse! Vi raccomando di partecipare tutti i giorni alla Messa. Quando uscite da casa per recarvi a messa, cominciate già lungo il cammino a prepararvi e a raccogliervi spiritualmente. E dopo la messa, non uscite mai dalla chiesa senza aver ringraziato adeguatamente Dio. Figli miei, voi dovete essere di un animo speciale quando vi recate a messa. Se voi foste consapevoli di chi andate a ricevere, saltereste di gioia nell’avvicinarvi alla comunione.

Se è possibile, partecipate ogni giorno alla messa. Ma non come semplici spettatori, bensì come persone che nel momento del sacrificio di Gesù sull’altare sono pronte ad unirsi a lui per diventare con lui un medesimo sacrificio per la salvezza del mondo. Prima della messa preparatevi con la preghiera e dopo la messa ringraziate Gesù rimanendo un po’ di tempo con lui nel silenzio! Venite a Messa, perché questo è un tempo che vi è dato in dono. Cari figli, sono in molti a venire regolarmente (a Messa), anche se fa cattivo tempo, perché mi vogliono bene e desiderano manifestare in modo speciale il loro amore. Vi chiedo di dimostrare il vostro amore col venire a Messa; il Signore vi ricompenserà largamente. Vi invito a vivere la Santa Messa. Molti di voi ne hanno sperimentato la bellezza, ma ciò sono anche coloro che non vengono volentieri. Io vi ho scelto, cari figli, e Gesù nella Santa Messa vi dà le sue grazie. Perciò vivete coscientemente la Santa Messa e la vostra venuta sia piena di gioia. Venite con amore ed accogliete in voi la Santa Messa.

Prima della messa bisogna pregare lo Spirito Santo. Le preghiere allo Spirito Santo devono sempre accompagnare la messa. La Messa è la forma più alta di preghiera. Non riuscirete mai a capirne la grandezza. Perciò siate umili e rispettosi durante la celebrazione e preparatevi a essa con molta cura. Bambini miei! Desidero che la santa messa sia per voi il regalo della giornata. Aspettatela, desiderate che essa cominci perché Gesù stesso si dà a voi durante la messa. Anelate dunque a quel momento in cui voi siete purificati. Pregate molto perché lo Spirito Santo rinnovi la vostra parrocchia. Se la gente assiste alla messa tiepidamente, ritorna a casa fredda e con il cuore vuoto. . Partecipate alla messa! E, dopo la messa, fareste bene a pregare in chiesa il Credo e i sette Pater Ave Gloria come si fa per Pentecoste. La santa Messa sia per voi vita! Cercate di comprendere che la Chiesa è la casa di Dio, il luogo dove io vi riunisco e desidero mostrarvi la strada che conduce a Dio. Venite e pregate! Non osservate gli altri e non criticateli. La vostra vita sia invece una testimonianza sulla strada della santità. Le Chiese sono degne di rispetto e consacrate, perché Dio - che si è fatto uomo - sta dentro di esse giorno e notte. La santa Messa non sia per voi un'abitudine, ma vita; vivendo ogni giorno la santa Messa voi sentirete il bisogno della santità e crescerete nella santità.

martedì 11 febbraio 2014

TESTIMONIANZA DI IVAN DRAGICEVIC Medjugorje, 14/08/12


Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.
Pater, Ave, Gloria.
Regina della Pace,
prega per noi.
Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo,
Amen.
Cari sacerdoti, cari amici in Cristo, all’inizio dell’incontro di questa mattina desidero salutarvi tutti di cuore.
Il mio desiderio è quello di poter condividere con voi le cose più importanti a cui ci invita la nostra santa Madre in questi 31 anni.
Vi voglio spiegare questi messaggi per capirli e viverli meglio.
Ogni volta che la Madonna si rivolge a noi per darci un messaggio le prime Sue parole sono: “Cari figli miei”. Perché Ella è la Madre. Perché ci ama tutti. Per Lei siamo tutti importanti. Non ci sono presso di Lei persone rifiutate. Lei è la Madre e noi tutti Suoi figli.
Durante questi 31 anni la Madonna non ha mai detto “cari croati”, “cari italiani”. No. Sempre la Madonna dice: “Cari figli Miei”. Lei si rivolge a tutto il mondo. Si rivolge a tutti i Suoi figli. Ci invita tutti con un messaggio universale, al ritorno a Dio, al ritorno alla pace.
Alla fine di ogni messaggio la Madonna dice: “Grazie cari figli, perché avete risposto alla Mia chiamata”. Anche questa mattina la Madonna vuol dire a noi: “Grazie cari figli, perché Mi avete accolta”. Perché avete accolto i Miei messaggi. Anche voi sarete strumenti nelle Mie Mani”.
Gesù dice nel santo Vangelo: “Venite a Me voi stanchi ed oppressi ed Io vi ristorerò; Io vi darò la forza”. Molti di voi sono venuti qui stanchi, affamati di pace, di amore, di verità, di Dio. Siete venuti qui dalla Madre. Per buttarvi nel Suo abbraccio. Per trovare presso di Lei la protezione e la sicurezza.
Siete venuti qui per donarLe le vostre famiglie e i vostri bisogni. Siete venuti per dirLe: “Madre, prega per noi e intercedi presso Tuo Figlio per ognuno di noi. Madre prega per tutti noi”. Lei ci porta nel Suo Cuore. Lei ci ha messi nel Suo Cuore.
Così dice in un messaggio: “Cari figli, se sapeste quanto vi amo , quanto vi voglio bene, potreste piangere di gioia”. Così grande è l’Amore della Madre.
Io non vorrei che oggi voi guardaste me come ad un santo, un perfetto, perché non lo sono. Io mi sforzo di essere migliore, di essere più santo. Questo è il mio desiderio. Questo desiderio è impresso profondamente nel mio cuore.
Non mi sono convertito tutto d’un colpo, anche se vedo la Madonna. Io so che la mia conversione è un processo, è un programma della mia vita. Ma io mi devo decidere per questo programma e devo perseverare. Ogni giorno devo lasciare il peccato, il male e tutto quello che mi disturba sul cammino della santità. Devo aprirmi allo Spirito Santo, alla grazia divina, accogliere la Parola di Cristo nel santo Vangelo e così crescere nella santità.
Però durante questi 31 anni una domanda si pone dentro di me ogni giorno: “Madre, perché proprio io? Madre, perché hai scelto proprio me? Ma Madre, non c’erano migliori di me? Madre, potrò compiere tutto ciò che Tu vuoi e nella maniera che vuoi?” Non c’è una giornata in questi 31 anni in cui non ci sono state queste domande dentro di me.
Una volta, quando ero solo all’apparizione, ho chiesto alla Madonna: “Perché hai scelto proprio me?” Lei ha fatto un bellissimo sorriso e ha risposto: “Caro figlio, sai: Io non cerco sempre i migliori”.
Ecco: 31 anni fa la Madonna mi ha scelto. Mi ha istruito alla Sua scuola. Scuola della pace, dell’amore, della preghiera. Durante questi 31 anni mi impegno ad essere un buon alunno in questa scuola. Ogni giorno desidero fare tutte le cose in maniera migliore possibile. Però credetemi: non è facile. Non è semplice essere con la Madonna ogni giorno, parlare con Lei ogni giorno. 5 o 10 minuti qualche volta. E dopo ogni incontro con la Madonna ritornare qui sulla terra e vivere qui sulla terra. Non è facile. Stare ogni giorno con la Madonna significa vedere il Paradiso. Perché quando viene la Madonna porta con sè un pezzo di Paradiso. Se voi poteste vedere la Madonna un secondo. Dico “solo un secondo”… Non so se la vostra vita sulla terra sarebbe ancora interessante. Dopo ogni incontro quotidiano con la Madonna io ho bisogno di un paio di ore per rientrare in me stesso e e nella realtà di questo mondo.
Qual è la cosa più importante a cui ci invita la nostra santa Madre?
Quali sono i messaggi più importanti?
Io vorrei evidenziare in modo particolare i messaggi essenziali attraverso i quali la Madre ci guida. Pace, conversione, preghiera con il cuore, digiuno e penitenza, fede forte, amore, perdono, santissima Eucarestia, confessione, santa Scrittura, speranza.
Vedete… I messaggi che ho appena detto sono quelli con cui la Madre ci guida.
Se viviamo i messaggi possiamo notare che in questi 31 anni la Madonna li spiega per meglio praticarli.
Le apparizioni iniziano nel 1981. Durante il secondo giorno delle apparizioni, la prima domanda che Le abbiamo posto è stata: “Chi sei? Come Ti chiami?” Ella ha risposto: “Io sono la Regina della Pace. Io vengo, cari figli, perchè mi manda Mio Figlio per aiutarvi. Cari figli, pace, pace e soltanto pace. Sia la pace. La pace regni nel mondo. Cari figli, la pace deve regnare tra gli uomini e Dio e tra gli uomini stessi. Cari figli, l’umanità si trova di fronte ad un grande pericolo. C’è il rischio dell’autodistruzione”.
Guardate: questi sono stati i primi messaggi che la Madonna, attraverso di noi, ha trasmesso al mondo.
Da queste parole capiamo qual è il più grande desiderio della Madonna: la pace. La Madre proviene dal Re della Pace. Chi può sapere meglio della Madre di quanta pace ha bisogno la nostra umanità così stanca? Di quanta pace hanno bisogno le nostre famiglie stanche. Di quanta pace hanno bisogno i nostri giovani stanchi. Di quanta pace ha bisogno la nostra Chiesa stanca.
La Madonna viene a noi come la Madre della Chiesa e dice: “Cari figli, se voi siete forti anche la Chiesa sarà forte. Se voi siete deboli anche la Chiesa sarà debole. Cari figli, voi siete la Mia Chiesa viva. Voi siete i polmoni della Mia Chiesa. Per questo, cari figli, vi invito: riportate la preghiera nelle vostre famiglie. Ogni vostra famiglia sia una cappella dove si prega. Cari figli, non c’è una Chiesa viva senza una famiglia viva”.
Ancora una volta: non c’è una Chiesa viva senza famiglia viva. Per questo motivo dobbiamo riportare la Parola di Cristo nelle nostre famiglie. Dobbiamo mettere al primo posto Dio nelle nostre famiglie. Insieme a Lui dobbiamo incamminarci nel futuro. Non possiamo noi aspettare che il mondo odierno guarisca o la società guarisca se non guarisce la famiglia. La famiglia deve guarire oggi spiritualmente. La famiglia oggi è spiritualmente malata. Queste sono le parole della Madre.
Non possiamo neanche aspettarci che ci siano più vocazioni nella Chiesa se non riportiamo la preghiera nelle nostre famiglie, perché Dio ci chiama nelle famiglie. Attraverso la preghiera familiare nasce un prete.
La Madre viene a noi e ci vuole aiutare su questo cammino. Lei ci vuole incoraggiare. Ci vuole consolare. Lei viene a noi e ci porta una cura celeste. Vuole fasciare i nostri dolori con così tanto amore e tenerezza e calore materno.
Lei ci vuole guidare verso la pace. Ma soltanto in Suo Figlio Gesù Cristo è la vera pace.
La Madonna dice in un messaggio: “Cari figli, oggi come mai prima l’umanità attraversa un momento pesante. Però la crisi più grande, cari figli, è la crisi della fede in Dio.Perché ci siamo allontanati da Dio. Ci siamo allontanati dalla preghiera. Cari figli, le famiglie e il mondo vogliono affrontare il futuro senza Dio. Cari figli, il mondo di oggi non vi può offrire la vera pace. La pace che vi dona questo mondo vi deluderà molto presto, perché soltanto in Dio è la pace. Per questo vi invito: apritevi al dono della pace. Pregate per il dono della pace, per il vostro bene.
Cari figli, oggi è scomparsa la preghiera nelle vostre famiglie”. Nelle famiglie c’è mancanza di tempo gli uni per gli altri: genitori per i figli, figli per i genitori. Non c’è neanche più fedeltà. Non c’è più amore nei matrimoni. Così tante famiglie stanche e distrutte. Avviene la dissoluzione della vita morale. Ma la Madre instancabilmente e pazientemente ci invita alla preghiera. Con la preghiera curiamo le nostre ferite. Affinché venga la pace. così ci sarà l’amore e l’armonia nelle nostre famiglie. La Madre ci vuole condurre fuori da questo buio. Ci vuole mostrare la via della luce; la via della speranza. La Madre viene a noi anche come Madre della speranza. Lei vuole riportare la speranza nelle famiglie di questo mondo.
La Madonna dice: “Cari figli, se non c’è la pace nel cuore dell’uomo, se l’uomo non ha la pace con se stesso, se non c’è la pace nelle famiglie, cari figli, non ci può essere neanche la pace nel mondo. Per questo vi invito: non parlate di pace, ma iniziate a viverla. Non parlate di preghiera, ma iniziate a viverla. Cari figli, solo col ritorno alla preghiera e alla pace può spiritualmente guarire la vostra famiglia”.
Le famiglie di oggi hanno una grande necessità di guarire spiritualmente.
Nel periodo che viviamo sentiamo spesso in tv che questa società è in una recessione economica. Ma il mondo di oggi non è soltanto in una recessione economica; il mondo di oggi è in una recessione spirituale. Una recessione spirituale genera tutti altri problemi da una recessione economica.
La Madre viene a noi. Lei vuole risollevare questa umanità peccatrice. Lei viene perché è preoccupata per la nostra salvezza. In un messaggio dice: “Cari figli, Io sono con voi. Io vengo a voi perché vi voglio aiutare affinché venga la pace. Però, cari figli, Io ho bisogno di voi. Con voi posso realizzare la pace. Per questo, cari figli, decidetevi. Lottate contro il peccato”.
La Madre parla in modo semplice.
Lei ripete così tante volte i Suoi appelli. Non si stanca mai.
Anche voi mamme oggi qui presenti a questo incontro Quante volte avete detto ai vostri figli “state buoni”, “studiate”, “non fare certe cose perché non vanno bene”? Penso che avrete ripetuto certe frasi mille volte ai vostri figli. Siete stanche? Spero di no. C’è tra voi una madre che può dire di essere stata così fortunata da dover dire queste frasi una sola volta a suo figlio senza doverle ripetere? Non c’è questa madre. Ogni madre deve ripetere. La madre deve ripetere perché i figli non si dimentichino. Così fa la Madonna con noi. La Madre ripete affinché noi non ci dimentichiamo.
Lei non è venuta per impaurirci, per punirci, per criticarci, per parlarci della fine del mondo, per parlarci della seconda venuta di Gesù. Lei non è venuta per questo. Lei viene a noi come la Madre della speranza.
In modo particolare la Madonna ci invita alla santa Messa. Dice: “Cari figli, mettete la santa Messa al centro della vostra vita”.
In un’apparizione, inginocchiati davanti a Lei, la Madonna ci ha detto: “Cari figli, se un domani doveste fare una scelta tra venire a me e la santa Messa, non venite da me. Andate alla santa Messa”. Perché andare alla santa Messa significa andare incontro a Gesù che si dona; donarsi a Lui; ricevere Gesù; aprirsi a Gesù.
La Madonna ci invita anche alla confessione mensile, a venerare la santa Croce, ad adorare il Santissimo Sacramento dell’altare.
In modo particolare la Madonna invita i sacerdoti ad organizzare e guidare adorazioni eucaristiche nelle proprie parrocchie.
La Madonna ci invita alla preghiera del santo Rosario nelle nostre famiglie. Ci invita alla lettura della Sacra Scrittura nelle nostre famiglie.
Ella dice in un messaggio: “Cari figli, la Bibbia sia in un posto visibile nella vostra famiglia. Leggete la Sacra Scrittura così nuovamente Gesù nasce nel vostro cuore e nella vostra famiglia”
Perdonate gli altri. Amate gli altri.
Io vorrei sottolineare particolarmente questo invito al perdono. . Durante questi 31 anni la Madonna ci invita al perdono. Perdonare noi stessi. Perdonare gli altri. Così possiamo aprire la via allo Spirito Santo nel nostro cuore. Perché senza perdono noi non possiamo guarire né fisicamente, né spiritualmente. Veramente noi dobbiamo perdonare.
Perdonare è veramente un grande dono. Per questo motivo la Madonna ci invita alla preghiera. Con la preghiera possiamo più facilmente accettare e perdonare.
La Madonna ci insegna a pregare col cuore. Tante volte ha ripetuto in questi 31 anni le parole: “Pregate, pregate, pregate, cari figli”. Non pregare soltanto con le labbra; non pregare in una maniera meccanica; non pregare guardando l’orologio per terminare il prima possibile. La Madonna desidera che noi dedichiamo tempo al Signore. Pregare con il cuore significa soprattutto pregare con amore, pregare con tutto il nostro essere. La nostra preghiera sia un incontro, un dialogo con Gesù.
Dobbiamo uscire da questa preghiera con la gioia e la pace. La Madonna dice: “Cari figli, la preghiera sia gioia per voi”. Pregate con gioia.
Cari figli, se volete andare alla scuola della preghiera dovete sapere che in questa scuola non ci sono soste o week end. Bisogna andarci ogni giorno.
Cari figli, se volete pregare meglio dovete pregare di più. Perché pregare di più è sempre una decisione personale, mentre pregare meglio è una grazia. Una grazia che viene data a quelli che pregano di più.
Noi spesso diciamo che non abbiamo tempo per la preghiera; non abbiamo tempo per i figli; non abbiamo tempo per la famiglia; non abbiamo tempo per la santa Messa. Lavoriamo tanto; siamo occupati con diversi impegni. Però la Madonna risponde a tutti noi: “Cari figli, non dite che non avete tempo. Cari figli, il problema non è il tempo; il vero problema è l’amore. Cari figli, quando un uomo ama qualcosa trova sempre il tempo per essa. Quando, però, un uomo non apprezza qualcosa non trova mai tempo per essa”.
Per questo motivo la Madonna ci invita così tanto alla preghiera. Se abbiamo l’amore troveremo sempre il tempo.
Durante tutti questi anni la Madonna ci sta svegliando da una morte spirituale. Ci vuole svegliare dal coma spirituale in cui il mondo e la società si trovano.
Lei ci vuole rafforzare nella preghiera e nella fede.
Anche questa sera durante l’incontro con la Madonna raccomanderò tutti voi. Tutti i vostri bisogni. Tutte le vostre famiglie. Tutti i vostri malati. Raccomanderò anche tutte le parrocchie da cui venite. Raccomanderò anche voi tutti sacerdoti presenti e tutte le vostre parrocchie.
Io spero che noi risponderemo alla chiamata della Madonna; che accoglieremo i Suoi messaggi e che saremo collaboratori nella costruzione di un mondo migliore. Un mondo degno dei figli di Dio.
Anche la vostra venuta qui sia un inizio del vostro rinnovamento spirituale. Quando tornerete nelle vostre case continuate con questo rinnovamento nelle vostre famiglie.
Spero che anche voi qui, in questi giorni a Medjugorje, seminerete un buon seme. Spero che questo buon seme cadrà su un buon terreno e porterà frutto.
Questo tempo in cui viviamo è un tempo di responsabilità. Per questa responsabilità accogliamo i messaggi a cui ci invita la nostra santa Madre. Viviamo ciò a cui ci invita. Siamo anche noi un segno vivo. Segno della fede viva. Decidiamoci per la pace.
Preghiamo assieme alla Regina della Pace per la pace nel mondo.
Decidiamoci per Dio, perché soltanto in Dio è la nostra unica e vera pace.
Cari amici, così sia.
Grazie.
Nel Nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.
Amen.
Pater, Ave, Gloria.
Regina della Pace,
prega per noi.

 

Fonte: IdM trad. Andrea Bianco

Beata Maria Vergine di Lourdes - Giornata Mondiale del Malato

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Beata Maria Vergine di Lourdes (o Nostra Signora di Lourdes o Nostra Signora del Rosario o, più semplicemente, Madonna di Lourdes) è l’appellativo con cui la Chiesa cattolica e i fedeli venerano la Madre di Gesù in rapporto ad una delle più venerate apparizioni mariane.
Il nome della località si riferisce al comune francese di Lourdes, nel cui territorio - tra l'11 febbraio ed il 16 luglio 1858 - la giovane Bernadette Soubirous, contadina quattordicenne del luogo, riferì di aver assistito a diciotto apparizioni di una “bella Signora” in una grotta poco distante dal piccolo sobborgo di Massabielle. A proposito della prima apparizione, Bernadette affermò : “Io scorsi una signora vestita di bianco. Indossava un abito bianco, un velo bianco, una cintura blu ed una rosa gialla su ogni piede.” Questa immagine della Vergine, vestita di bianco e con una cintura azzurra che le cingeva la vita, è poi entrata nell'iconografia classica.
 
Nel luogo indicato da Bernadette, come teatro delle apparizioni, fu posta nel 1864 una statua della Madonna. Intorno alla grotta delle apparizioni è andato nel tempo sviluppandosi un imponente santuario dove si recano, ogni anno, oltre cinque milioni di visitatori (credenti e non credenti) provenienti da ogni parte del mondo.
 
Dettaglio delle principali apparizioni, secondo il racconto di Bernadette:
11 febbraio :  prima apparizione. La Signora recita il Rosario, Bernadette si unisce a lei. Al termine della preghiera, la Signora svanisce.
18 febbraio : terza apparizione. Per la prima volta la Signora rivolge la parola a Bernadette : “Potete avere la gentilezza di venire qui durante quindici giorni?”.
21 febbraio : sesta apparizione. La voce si è sparsa e Bernadette viene seguita alla grotta da circa cento persone. Nelle apparizioni successive la folla cresce, alla quindicesima saranno circa ottomila. Al termine Bernadette è interrogata dalla polizia.
25 febbraio : nona apparizione. Su richiesta della Signora, Bernadette scava con le mani nel terreno e trova una sorgente d'acqua.
1° marzo : dodicesima apparizione. Si verifica il primo miracolo: una donna di nome Caterina Latapie immerge il suo braccio slogato nell'acqua della fonte, e riacquista la mobilità dell'arto.
25 marzo : sedicesima apparizione. Finalmente la Signora, che fino ad allora non aveva voluto dire il proprio nome, risponde alla domanda con queste parole pronunciate in dialetto guascone, l'unica lingua che Bernadette comprendeva: “Que soy era Immaculada Councepcio ” (“Io sono l’Immacolata Concezione”).
Quattro anni prima, l’8 dicembre 1854, il Beato Pio IX (Giovanni Maria Mastai Ferretti, 1846-1878) con la bolla “Ineffabilis Deus”, aveva dichiarato l'Immacolata Concezione di Maria un dogma, cioè una verità della fede cattolica, ma questo Bernadette non poteva saperlo. Così, nel timore di dimenticare tale espressione per lei incomprensibile, la ragazza partì velocemente verso la casa dell’abate Peyramale, ripetendogli tutto d’un fiato la frase appena ascoltata.
 
L’abate, sconvolto, non ha più dubbi. Da questo momento il cammino verso il riconoscimento ufficiale delle apparizioni può procedere speditamente. Infatti, entrando alla Basilica Superiore, sulla parete destra in basso, si può leggere incisa nel marmo la dichiarazione solenne del Vescovo, Mons. Laurence, sulle Apparizioni : “Riteniamo che Maria Immacolata, Madre di Dio, è realmente apparsa a Bernadette Soubirous, l'11 febbraio 1858 ed i giorni seguenti, in numero di diciotto volte, nella grotta di Massabielle, nei pressi della città di Lourdes; che questa apparizione riveste tutti i caratteri della verità, e che i fedeli hanno ragioni fondate a crederla certa. Sottoponiamo umilmente il nostro giudizio al giudizio del Sovrano Pontefice, che è incaricato di governare la Chiesa universale .”
 
Questa dichiarazione del Vescovo di Tarbes è capitale: 4 anni dopo le apparizioni, il 18 gennaio 1862, le riconosce autentiche in nome della Chiesa.
 
SANTA MESSA PER IL 150° ANNIVERSARIO DELLE APPARIZIONI

OMELIA DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI

Prairie, Lourdes
Domenica, 14 settembre 2008

Signori Cardinali, caro Mons. Perrier,
cari Fratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio,
cari pellegrini, fratelli e sorelle
,

Andate a dire ai sacerdoti che si venga qui in processione e che si costruisca una cappella”.È il messaggio che Bernadette ricevette dalla “bella Signora” nell’apparizione del 2 marzo 1858. Da 150 anni i pellegrini non hanno mai cessato di venire alla grotta di Massabielle per ascoltare il messaggio di conversione e di speranza che è loro rivolto. Ed anche noi, eccoci qui stamane ai piedi di Maria, la Vergine Immacolata, per metterci alla sua scuola con la piccola Bernadette.

Ringrazio in modo particolare Mons. Jacques Perrier, Vescovo di Tarbes e Lourdes, per la calorosa accoglienza che mi ha riservato e per le parole gentili che mi ha rivolto. Saluto i Cardinali, i Vescovi, i sacerdoti, i diaconi, i religiosi e le religiose, così come tutti voi, cari pellegrini di Lourdes, in special modo i malati. Siete venuti in grande numero a compiere questo pellegrinaggio giubilare con me e ad affidare le vostre famiglie, i vostri parenti ed amici, e tutte le vostre intenzioni a Nostra Signora. La mia riconoscenza va anche alle Autorità civili e militari, che hanno voluto essere presenti a questa Celebrazione eucaristica.

Quale mirabile cosa è mai il possedere la Croce! Chi la possiede, possiede un tesoro!(Sant’Andrea di Creta, Omelia X per l’Esaltazione della Croce: PG 97, 1020). In questo giorno in cui la liturgia della Chiesa celebra la festa dell’Esaltazione della santa Croce, il Vangelo che avete appena inteso ci ricorda il significato di questo grande mistero: Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché gli uomini siano salvati (cfr Gv 3,16). Il Figlio di Dio s’è reso vulnerabile, prendendo la condizione di servo, obbedendo fino alla morte e alla morte di croce (cfrFil 2,8). E’ per la sua Croce che siamo salvati. Lo strumento di supplizio che, il Venerdì Santo, aveva manifestato il giudizio di Dio sul mondo, è divenuto sorgente di vita, di perdono, di misericordia, segno di riconciliazione e di pace. “Per essere guariti dal peccato, guardiamo il Cristo crocifisso!” diceva sant’Agostino (Tract. in Johan.,XII,11). Sollevando gli occhi verso il Crocifisso, adoriamo Colui che è venuto per prendere su di sé il peccato del mondo e donarci la vita eterna. E la Chiesa ci invita ad elevare con fierezza questa Croce gloriosa affinché il mondo possa vedere fin dove è arrivato l’amore del Crocifisso per gli uomini, per tutti gli uomini. Essa ci invita a rendere grazie a Dio, perché da un albero che aveva portato la morte è scaturita nuovamente la vita. È su questo legno che Gesù ci rivela la sua sovrana maestà, ci rivela che Egli è esaltato nella gloria. Sì, “Venite, adoriamolo!”. In mezzo a noi si trova Colui che ci ha amati fino a donare la sua vita per noi, Colui che invita ogni essere umano ad avvicinarsi a Lui con fiducia.

E’ questo grande mistero che Maria ci affida anche stamane, invitandoci a volgerci verso il Figlio suo. In effetti, è significativo che, al momento della prima apparizione a Bernadette, Maria introduca il suo incontro col segno della Croce. Più che un semplice segno, è un’iniziazione ai misteri della fede che Bernadette riceve da Maria. Il segno della Croce è in qualche modo la sintesi della nostra fede, perché ci dice quanto Dio ci ha amati; ci dice che, nel mondo, c’è un amore più forte della morte, più forte delle nostre debolezze e dei nostri peccati. La potenza dell’amore è più forte del male che ci minaccia. E’ questo mistero dell’universalità dell’amore di Dio per gli uomini che Maria è venuta a rivelare qui, a Lourdes. Essa invita tutti gli uomini di buona volontà, tutti coloro che soffrono nel cuore o nel corpo, ad alzare gli occhi verso la Croce di Gesù per trovarvi la sorgente della vita, la sorgente della salvezza.

La Chiesa ha ricevuto la missione di mostrare a tutti questo viso di un Dio che ama, manifestato in Gesù Cristo. Sapremo noi comprendere che nel Crocifisso del Golgota è la nostra dignità di figli di Dio, offuscata dal peccato, che ci è resa? Volgiamo i nostri sguardi verso il Cristo. È Lui che ci renderà liberi per amare come Egli ci ama e per costruire un mondo riconciliato. Perché, su questa Croce, Gesù ha preso su di sé il peso di tutte le sofferenze e le ingiustizie della nostra umanità. Egli ha portato le umiliazioni e le discriminazioni, le torture subite in tante regioni del mondo da innumerevoli nostri fratelli e nostre sorelle per amore di Cristo. Noi li affidiamo a Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, presente ai piedi della Croce.

Per accogliere nelle nostre vite questa Croce gloriosa, la celebrazione del Giubileo delle apparizioni di Nostra Signora di Lourdes ci fa entrare in un cammino di fede e di conversione. Oggi Maria viene incontro a noi per indicarci le vie d’un rinnovamento della vita delle nostre comunità e di ciascuno di noi. Accogliendo il Figlio suo, che Ella ci presenta, siamo immersi in una sorgente viva in cui la fede può ritrovare un vigore nuovo, in cui la Chiesa può fortificarsi per proclamare con sempre maggior audacia il mistero di Cristo. Gesù, nato da Maria, è Figlio di Dio, unico salvatore di tutti gli uomini, che vive ed agisce nella sua Chiesa e nel mondo. La Chiesa è inviata dappertutto nel mondo per proclamare quest’unico messaggio ed invitare gli uomini ad accoglierlo mediante un’autentica conversione del cuore. Questa missione, che è stata affidata da Gesù ai suoi discepoli, riceve qui, in occasione di questo Giubileo, un soffio nuovo. Che al seguito dei grandi evangelizzatori del vostro Paese, lo spirito missionario, che ha animato tanti uomini e donne di Francia nel corso dei secoli, sia ancora la vostra fierezza e il vostro impegno!

Seguendo il percorso giubilare sulle orme di Bernadette, l’essenziale del messaggio di Lourdes ci è ricordato. Bernadette è la maggiore di una famiglia molto povera, che non possiede né sapere né potere, è debole di salute. Maria la sceglie per trasmettere il suo messaggio di conversione, di preghiera e di penitenza, in piena sintonia con la parola di Gesù: “Hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli” (Mt 11,25). Nel loro cammino spirituale i cristiani sono chiamati essi pure a far fruttificare la grazia del loro Battesimo, a nutrirsi di Eucaristia, ad attingere nella preghiera la forza per testimoniare ed essere solidali con tutti i loro fratelli in umanità . E’ dunque una vera catechesi che ci è proposta sotto lo sguardo di Maria. Lasciamo che la Vergine istruisca pure noi e ci guidi sul cammino che conduce al Regno del Figlio suo!

Proseguendo nella sua catechesi la “bella Signora”rivela il suo nome a Bernadette: “Io sono l’Immacolata Concezione”. Maria le rivela così la grazia straordinaria che ha ricevuto da Dio, quella di essere stata concepita senza peccato, perché “ha guardato l’umiltà della sua serva”(Lc 1,48).  Maria è questa donna della nostra terra che s’è rimessa interamente a Dio e ha ricevuto da Lui il privilegio di dare la vita umana al suo eterno Figlio. “Sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto” (Lc 1,38). Essa è la bellezza trasfigurata, l’immagine dell’umanità nuova. Presentandosi così in una dipendenza totale da Dio, Maria esprime in realtà un atteggiamento di piena libertà, fondata sul pieno riconoscimento della sua vera dignità. Questo privilegio riguarda anche noi, perché ci svela la nostra dignità di uomini e di donne, segnati certo dal peccato, ma salvati nella speranza, una speranza che ci consente di affrontare la nostra vita quotidiana. E’ la strada che Maria apre anche all’uomo. Rimettersi completamente a Dio è trovare il cammino della libertà vera. Perché volgendosi a Dio, l’uomo diventa se stesso. Ritrova la sua vocazione originaria di persona creata a sua immagine e somiglianza.

Cari fratelli e sorelle, la vocazione primaria del santuario di Lourdes è di essere un luogo di incontro con Dio nella preghiera, e un luogo di servizio ai fratelli, soprattutto per l’accoglienza dei malati, dei poveri e di tutte le persone che soffrono. In questo luogo Maria viene a noi come la madre, sempre disponibile ai bisogni dei suoi figli. Attraverso la luce che emana dal suo volto, è la misericordia di Dio che traspare. Lasciamoci toccare dal suo sguardo: esso ci dice che siamo tutti amati da Dio, mai da Lui abbandonati! Maria viene a ricordarci che la preghiera, intensa e umile, confidente e perseverante, deve avere un posto centrale nella nostra vita cristiana. La preghiera è indispensabile per accogliere la forza di Cristo. “Chi prega non spreca il suo tempo, anche se la situazione ha tutte le caratteristiche dell’emergenza e sembra spingere unicamente all’azione” (Enc. Deus caritas est, n. 36). Lasciarsi assorbire dalle attività rischia di far perdere alla preghiera la sua specificità cristiana e la sua vera efficacia. La preghiera del Rosario, così cara a Bernadette e ai pellegrini di Lourdes, concentra in sé la profondità del messaggio evangelico. Ci introduce alla contemplazione del volto di Cristo. In questa preghiera degli umili noi possiamo attingere grazie abbondanti.  

La presenza dei giovani a Lourdes è anche una realtà importante. Cari amici, qui presenti stamattina intorno alla Croce della Giornata Mondiale della Gioventù, quando Maria ricevette la visita dell’Angelo, era una giovane ragazza di Nazaret che conduceva la vita semplice e coraggiosa delle donne del suo villaggio. E se lo sguardo di Dio si posò in modo particolare su di lei, fidandosi di lei, Maria vuole dirvi ancora che nessuno di voi è indifferente per Dio. Egli posa il suo sguardo amoroso su ciascuno di voi e vi chiama ad una vita felice e piena di senso. Non lasciatevi scoraggiare davanti alle difficoltà! Maria fu turbata all’annuncio dell’angelo venuto a dirle che sarebbe diventata la Madre del Salvatore. Essa sentiva quanto era debole di fronte alla onnipotenza di Dio. Tuttavia disse “sì” senza esitare. Grazie al suo “sì” la salvezza è entrata nel mondo, cambiando così la storia dell’umanità. A vostra volta, cari giovani, non abbiate paura di dire “sì” alle chiamate del Signore, quando Egli vi invita a seguirlo. Rispondete generosamente al Signore! Egli solo può appagare le aspirazioni più profonde del vostro cuore. Siete in molti a venire a Lourdes per un servizio attento e generoso accanto ai malati o ad altri pellegrini, mettendovi così sulle orme di Cristo servo. Il servizio reso ai fratelli e alle sorelle apre il cuore e rende disponibili. Nel silenzio della preghiera, sia Maria la vostra confidente, lei che ha saputo parlare a Bernadette rispettandola e fidandosi di lei. Maria aiuti coloro che sono chiamati al matrimonio a scoprire la bellezza di un amore vero e profondo, vissuto come dono reciproco e fedele! A coloro tra voi che Egli chiama a seguirlo nella vocazione sacerdotale o religiosa, vorrei ridire tutta la felicità che vi è nel donare totalmente la propria vita a servizio di Dio e degli uomini. Siano le famiglie e le comunità cristiane luoghi nei quali possano nascere e maturare solide vocazioni a servizio della Chiesa e del mondo!

Il messaggio di Maria è un messaggio di speranza per tutti gli uomini e per tutte le donne del nostro tempo, di qualunque Paese siano. Amo invocare Maria come Stella della speranza (Enc. Spe salvi, n.50). Sulle strade delle nostre vite, così spesso buie, lei è una luce di speranza che ci rischiara e ci orienta nel nostro cammino. Mediante il suo “sì”, mediante il dono generoso di se stessa, ha aperto a Dio le porte del nostro mondo e della nostra storia. E ci invita a vivere come lei in una speranza invincibile, rifiutando di ascoltare coloro che pretendono che noi siamo prigionieri del fato. Essa ci accompagna con la sua presenza materna in mezzo agli avvenimenti della vita delle persone, delle famiglie e delle nazioni. Felici gli uomini e le donne che ripongono la loro fiducia in Colui che, nel momento di offrire la sua vita per la nostra salvezza, ci ha donato sua Madre perché fosse nostra Madre!

Cari fratelli e sorelle, in questa terra di Francia, la Madre del Signore è venerata in innumerevoli santuari, che manifestano così la fede trasmessa di generazione in generazione. Celebrata nella sua Assunzione, essa è la Patrona amata del vostro Paese. Sia sempre onorata con fervore in ciascuna della vostra famiglie, nelle vostre comunità religiose e nelle parrocchie! Vegli Maria su tutti gli abitanti del vostro bel Paese e sui pellegrini venuti numerosi da altri Paesi per celebrare questo Giubileo! Sia per tutti la Madre che circonda d’attenzione i suoi figli nelle gioie come nelle prove! Santa Maria, Madre di Dio e Madre nostra, insegnaci a credere, a sperare e ad amare con te. Indicaci la via verso il regno del tuo Figlio Gesù! Stella del mare, brilla su di noi e guidaci nel nostro cammino! (cfr Enc. Spe salvi, n.50). Amen.

domenica 9 febbraio 2014

Una bellissima intervista di Padre Slavko Babaric a Vicka del giugno 1996

 

Padre Slavko: Dimmi, Vicka, tu e gli altri veggenti siete diversi dagli altri vostri coetanei?
Vicka: Io non ritengo che siamo diversi dagli altri nostri coetanei. Noi siamo chiamati ad essere diversi, ma cerchiamo di essere come gli altri e, quello che è importante, noi diffondiamo il messaggio della Vergine, poiché Lei ci ha scelti. Non abbiamo nulla di speciale rispetto alle altre persone, ma solo la responsabilità di fare quello che la Madonna dice.
Padre Slavko: Dicci quello che la Regina della Pace desidera(va) dai veggenti e se ha raggiunto quello che desidera(va).
Vicka: La Vergine desidera che noi diveniamo realmente i portatori dei suoi messaggi. Per quanto mi riguarda, posso dire che mi impegno realmente per portare a termine questa missione che la Vergine si aspetta da me.
Padre Slavko: Spesso, durante le apparizioni sono presenti molte persone. In che modo la Madonna giudica i peccatori e, per esempio, te?
Vicka: Agli occhi della Vergine non ci sono differenze tra me ed un peccatore, come dice Lei. Lei spera che questo peccatore si corregga e si converta. Forse Lei lo ama, di più e gli offre più amore di quanto ne offra a me, perché la Vergine desidera salvarlo e liberarlo dal peccato.
Padre Slavko: La Vergine, con i Suoi messaggi a Medjugorje, incita gli uomini a cambiare. Cosa bisogna fare perché più gente accolga i messaggi e cambi?
Vicka: La Vergine ci invita sempre ad accogliere i messaggi. Spesso dice che noi siamo rapidi nell'accettarli, ma poi ci "raffreddiamo" e non viviamo più rispettandoli, come se ci stancassimo. Lei dice che le farebbe piacere se cambiassimo lentamente nel cuore, nel nostro io. Dal momento che diciamo che siamo pronti a cambiare e ad accogliere questo dono, Dio troverà il modo per farci perseverare su questa strada e non ci saranno problemi. La cosa fondamentale è essere convinti della decisione,
Padre Slavko: La Vergine parla con te dei frutti delle apparizioni e dei Suoi messaggi?
Vicka: Certamente. Ella dice di ottenere frutti sufficienti, ma ancora una volta tutto questo dipende da noi e dalla nostra disponibilità a cogliere i messaggi della Vergine. Infatti, la Vergine, non fa nulla per forza. Tutto dipende dalla nostra volontà, poiché Dio ha donato a noi tutti la libertà. La Vergine non è venuta per costringere a credere, o per dirci: "Credi; tu devi credere". Chi vuole credere, crede e chi non vuole ha questo diritto.
Padre Slavko: Potresti descriverci, sulla base delle tue conoscenze basate sugli incontri con la Vergine, come deve essere oggi il cristiano; cosa si aspetta la Madre di Dio?
Vicka: La Vergine non si aspetta nulla di speciale. Ella dice che non è qui per portare nuovi messaggi, per dirci qualcosa di nuovo, ma è qui per svegliarci, perché ci siamo assopiti ed allontanati dai Suoi messaggi. Pertanto, qui non c'è nulla di nuovo. Dobbiamo soltanto rinnovare le parole delle Sacre Scritture e vivere in base ad esse.
Padre Slavko: La Regina della Pace parla sempre con dolcezza, anche quando ci rimprovera. Ma in questa amorevolezza della madre ci sono anche delle richieste forti nel senso della conversione, preghiera, digiuno e totale abnegazione. Come vedi, la vita nella Fede?
Vicka: Io non direi che la Vergine ci rimprovera, non nel vero senso della parola. La Vergine ha sempre il sorriso sul volto, ma a volte ho avvertito la Sua tristezza. Quando appare, mi accorgo subito se è triste o felice. Ha sempre delle parole gentili e fino ad ora non l'ho mai sentita rimproverarci. Il rimprovero della Vergine è, forse, solo il Suo amore ed il fatto che ci ami tanto.
Padre Slavko: Hai conosciuto direttamente la Beata Vergine Maria, i desideri e la volontà di Dio verso di noi. In base a questa tua esperienza, come vedi il ritorno a Dio: cioè, la gente torna a Dio?
Vicka: Sì, la gente torna a Dio e tutto questo si è visto soprattutto nell'aspetto della Vergine negli ultimi tempi: è molto più felice. Ma d'altro canto il numero non è quello che la Vergine desidera e si aspetta.
Padre Slavko: Quanto bisogna impegnarsi per dare inizio alla conversione e vivere in sintonia con i messaggi?
Vicka: Non ci vuole un grande sforzo. La cosa principale è desiderare la conversione. Se la si vuole, arriverà e non si dovrà compiere nessuno sforzo. Fino a quando si continuerà a lottare, ad avere delle lotte interiori, questo vuol dire che non si è decisi a compiere questo passo; è inutile lottare se non si è convinti fino in fondo di voler chiedere a Dio la grazia della conversione. La conversione è una grazia e non arriva a caso, se non la si desidera. La conversione è tutta la nostra vita. Oggi chi può dire: "Io mi sono convertito"? Nessuno. Dobbiamo camminare lungo la strada della conversione. Chi dice di essersi convertito mente, non ha neppure iniziato. Chi dice di volersi convertire è già sulla strada della conversione e prega tutti i giorni per questo.
Padre Slavko: Come è possibile conciliare il ritmo e la velocità della vita odierna con i principi dei messaggi della Vergine?
Vicka: Oggi si vive di fretta e dobbiamo rallentare il ritmo. Se continuiamo a vivere con questa velocità, non otterremo nulla. Non bisogna pensare: "Devo, devo". Se c'è la volontà di Dio, tutto si farà. Il problema siamo noi, siamo noi quelli che imponiamo il ritmo a noi stessi. Se ci diciamo "Piano!", anche il mondo cambierà. Tutto questo dipende da noi, non è un errore di Dio, ma nostro. Noi abbiamo voluto questa velocità ed abbiamo pensato che non fosse possibile fare diversamente. In questo modo non siamo liberi e non lo siamo perché non lo vogliamo. Se vuoi essere libero, troverai il modo per esserlo.
Padre Slavko: Quali preghiere raccomanda in modo particolare la Regina della pace?
Vicka: Lei raccomanda in modo particolare di recitare il Rosario; questa è la preghiera che le è più cara, che comprende misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi. Tutte le preghiere che si recitano col cuore, dice la Vergine, hanno lo stesso valore.
Padre Slavko: Sin dall'inizio delle apparizioni i veggenti, per noi normali credenti, si sono trovati in una posizione privilegiata. Voi siete a conoscenza di molti segreti, avete visto il Paradiso, l'Inferno e il Purgatorio. Vicka, cosa si prova a vivere con i segreti rivelati dalla Madre di Dio?
Vicka: Fino ad ora la Madonna mi ha rivelato nove segreti dei dieci possibili. Per me non è assolutamente un peso, perché quando me li ha rivelati, Ella mi ha donato anche la forza per sopportarli. Io vivo come se neppure ne fossi a conoscenza.
Padre Slavko: Sai quando ti rivelerà il decimo segreto?
Vicka: Non lo so.
Padre Slavko: Pensi ai segreti? Ti è difficile portarli? Ti opprimono?
Vicka: Certamente ci penso, perché in questi misteri è contenuto il futuro, ma non mi opprimono.
Padre Slavko: Sai quando verranno rivelati agli uomini questi segreti?
Vicka: No, non lo so.
Padre Slavko: La Vergine ha descritto la Sua vita. Puoi dirci qualcosa, a riguardo, adesso? Quando sarà nota?
Vicka: La Vergine mi ha descritto tutta la Sua vita, dalla nascita all'Assunzione. Per il momento non posso dire nulla a riguardo, perché non mi è consentito. L’intera descrizione della vita della Vergine è contenuta in tre libretti nei quali ho descritto tutto quello che mi ha detto la Vergine. A volte scrivevo una pagina, a volte due e a volte solo mezza pagina, a seconda di quello che ricordavo.
Padre Slavko: Tutti i giorni sei costantemente presente dinanzi alla tua casa natale a Podbrdo e preghi e parli con amore, con il sorriso sulle labbra, ai pellegrini. Se non sei a casa, visiti i paesi di tutto il mondo. Vicka, cosa interessa maggiormente i pellegrini durante l'incontro con i veggenti, e quindi anche con te?
Vicka: Tutte le mattine d'inverno inizio a lavorare con la gente verso le nove e d'estate verso le otto, perché così posso parlare con più persone. Arriva gente con problemi disparati e da vari paesi, ed io cerco di aiutarli come posso. Cerco di ascoltare tutti e di dire loro una buona parola. Cerco di trovare tempo per tutti, ma talvolta è davvero impossibile, e questo mi dispiace, perché penso che avrei potuto fare di più. Tuttavia, negli ultimi tempi ho notato che la gente fa sempre meno domande. Ad esempio, una volta sono stata ad una conferenza con circa mille partecipanti e c'erano americani, polacchi, in tutto cinque autobus di cechi e slovacchi e così via; ma la cosa interessante è che nessuno mi ha chiesto nulla. Per loro era sufficiente che pregassi con loro e dicessi un paio di parole perché fossero felici.
Padre Slavko: Ci sono persone che vogliono parlarti a quattrocchi e costoro cosa si aspettano da te?
Vicka: Naturalmente ce ne sono, e credo che tutti abbiano qualche problema che li assilla e che desiderano risolvere. La gente da me si aspetta innanzitutto che io sia aperta e che riferisca il messaggio della Vergine e che dia loro speranza. Lo ripeto ancora, mi impegno per quanto mi è possibile, e vedo che, dopo aver parlato con me, la gente è contenta.
Padre Slavko: Tu praticamente non hai una tua vita privata. Sei sempre al servizio dei pellegrini, dei malati, e partecipi agli incontri di preghiera. Tutto questo ti stanca?
Vicka: No. Questa è una grazia divina e la volontà di Dio non potrebbe mai infastidirmi. Spesso dico che, se l'uomo vuole realizzare qualcosa, deve mettersi al servizio della Vergine e fare quello che Lei desidera, e in questo modo nulla lo infastidirà. Spesso dico che non posso ottenere tutto quello che vorrei, ma almeno mi impegno al massimo.
Padre Slavko: La preghiera, gli incontri con la gente e con i pellegrini, tutto quello che fai, lo fai sempre con il sorriso sulle labbra. Non ti arrabbi mai?
Vicka: Non so, non c’è motivo per arrabbiarsi. Non so perché l'uomo si arrabbi. Indipendentemente da quello che mi dicono, non mi arrabbio, accetto tutto senza arrabbiarmi. Forse, si tratta solo di una grazia particolare, o forse è una questione di carattere, non so... Non mi salta proprio in mente di arrabbiarmi,.
Padre Slavko: La tua famiglia avverte il peso di tutto questo?
Vicka: Sì, ma lo hanno accettato. Dio ha concesso loro questo dono e penso realmente che essi siano in grado di portarlo. La mia famiglia è fantastica. Essi sanno che tutte le mattine incontro i gruppi di pellegrini e, quando finisco, sono a loro disposizione. La mia famiglia non esercita pressioni né costituisce una minaccia per il mio rapporto con i pellegrini.
Padre Slavko: Ti stancano questi impegni e tutta questa gente?
Vicka: Non mi sento minimamente stanca. Mai. La mia giornata inizia sempre presto e prosegue fino a tarda notte. Tutti i giorni.
Padre Slavko: Sei spesso insieme con i malati. Qual'é la tua esperienza?
Vicka: Ci sono persone malate. Ma sono più malati quelli che lo sono nello spirito, e non quelli che sono malati fisicamente. La gente ha bisogno di una parola di incoraggiamento, cerca solo la forza. Oggi è difficile dire che la malattia è un grande dono di Dio, è difficile dire ad un uomo: ecco, questo cancro o qualsiasi altra malattia è un dono di Dio. In realtà, la Vergine dice che la malattia è un dono di Dio, poiché Egli sa perché ha concesso questo dono a me, a te o a chiunque altro, e vuole che noi siamo pazienti. Nulla viene dato a caso; tutto ha un suo perché e dobbiamo quindi dire: "Grazie, grazie Dio per questo dono e se ne hai altri, sono pronto ad accoglierli. Donami anche la forza perché possa fare tutto questo per Te con il cuore e con amore". Una volta la Vergine ha anche detto che noi non possiamo neppure immaginare il valore che la nostra sofferenza ha agli occhi di Dio.
Padre Slavko: Come si sentono i malati gravi quando sono con te?
Vicka: Alla gente fa piacere perché prego con loro, li incoraggio, riferisco il messaggio della Vergine. La gente si sente subito meglio.
Padre Slavko: Vicka, cosa sono per te la Collina delle apparizioni, il monte Krizevac, o la chiesa?
Vicka: Il luogo delle apparizioni è quello in cui è presente la Vergine, dove c'è il Suo segno; Lei viene qui. Krizevac è un luogo di umiliazione, qui si recita la Via Crucis, è un vero Calvario. La Vergine viene da noi al Krizevac quando andiamo con il gruppo di preghiera. E' un grande momento. Anche la chiesa è un luogo davvero speciale, perché la Vergine dice che la S. Messa è il momento più importante. Vai a Podbrdo e al Krizevac e torni in chiesa e fai tutto quello che è importante nel corso della giornata; ma la S. Messa è la cosa più importante. La Vergine ha detto: "La presenza di Dio in chiesa è più importante della mia presenza qui". La Vergine vuole mettere in evidenza l'importanza della presenza di Gesù.
Padre Slavko: Da noi c'è stata la guerra, la gente ha sofferto ed ora si preoccupa per il futuro, per il lavoro e per la vita. Anche nel resto del mondo gli uomini si preoccupano per il lavoro, lo stipendio, il futuro. Dappertutto si corre o ci si affretta per qualche motivo. Come è possibile conciliare questo stile di vita con quello che la Vergine vuole da noi?
Vicka: L’uomo si preoccupa e si affanna troppo. C'è troppa paura di perdere e non bisogna aver timore. Dio non abbandona nessuno, e la testimonianza siamo noi che abbiamo vissuto l'esperienza della guerra. Tutti noi dobbiamo esaminarci, trovare tempo per la nostra famiglia ed abbandonarci alla volontà di Dio, perché Lui ci guidi. Chi si preoccupa per le cose materiali è mille volte più povero di chi si preoccupa della ricchezza spirituale. Non c'è nulla di più forte dello spirito di Dio e dell'amore della Vergine: questo deve essere chiaro. Se ricerchiamo questo, il nostro cuore si riempirà e tutti i problemi scompariranno. Se oggi volessero donarmi il mondo, io direi: grazie, non mi interessa; io sono felicissima di quello che ho e nessuno potrebbe esserlo di più. Se si è contenti di quello che si ha, si andrà avanti; se, invece, non ci si accontenta, si perderà anche quello che si ha.
Padre Slavko: In una apparizione la Vergine ha detto di essere la Regina della pace. Uno dei principali messaggi ed inviti agli uomini è stato quello alla pace. Tu, come ragazza, come hai vissuto questo invito, lo hai compreso, considerando che nel nostro territorio, e neppure in Europa, non c'è stata la guerra?
Vicka: Qui vorrei correggerla. La Vergine durante un'apparizione ha detto: "Io sono la Beata Vergine Maria"; ed alcuni giorni dopo: "Io sono la Regina della pace e sono venuta per portare la pace". Tutto questo mi ha interessato molto, perché la Vergine dice: "Sono venuta per portarvi la pace". Si, allora c'era abbastanza pace in Europa e non capivo perfettamente cosa volesse dire. Ma in tutti i messaggi la Madonna ha costantemente ripetuto: "Pregate per la pace"; "Con la preghiera ed il digiuno si possono fermare le guerre", ecc. Avevamo talvolta sentito delle guerre in Iran ed Iraq, ma non sapevamo neppure dove si trovassero, fino a quando la guerra non si è verificata da noi. La Vergine ha detto che è stata tra noi per dieci anni e ci diceva di aiutarLa a fermare quella guerra, ma non abbiamo risposto al Suo invito.
Padre Slavko: Negli incontri attuali la Vergine parla della pace o della guerra?
Vicka: Attualmente la Vergine parla soprattutto della famiglia e dei giovani che oggi si trovano in una situazione molto difficile, come ho già detto. Ci invita anche alla pace, a quella dello spirito, quella di cui l'uomo ha bisogno per trovare lo spirito. Attualmente non dice nulla a proposito delle guerre.
Padre Slavko: Nel mondo di oggi l'aborto è un grave problema. Ne hai parlato con la Madonna?
Vicka: Una volta la Vergine mi ha detto che le persone che praticano l'aborto commettono un grave peccato. I bambini abortiti sono dei piccoli angeli e della loro morte dovranno rispondere le persone che l'hanno causata. Bisognerebbe chiedersi quante persone nel mondo muoiono a causa della guerra e quante nel grembo materno. Ci si rammarica per coloro che muoiono in guerra, ma non si pensa ai feti come a degli esseri umani. Non c'è differenza tra una persona morta a causa della guerra ed un bambino morto a causa dell'aborto. La responsabilità è unica, ma sembra che l'uomo faccia tacere la sua coscienza.
Padre Slavko: La vita familiare è il fondamento di una sana vita cristiana. Quali messaggi della Vergine sarebbero fondamentali per la realizzazione della vita cristiana nella famiglia?
Vicka: La Vergine dice che Le farebbe particolarmente piacere se nelle nostre famiglie recitassimo il Rosario. I genitori devono pregare insieme con i figli, perché Satana non possa nulla contro di noi. In particolar modo, negli ultimi tempi la Vergine ha messo in evidenza la potenza di Satana. Satana vuole ostacolarci in tutto: nella nostra pace, nelle nostre famiglie. Per questo motivo la Vergine ci chiede di recitare il Rosario, e questa è l'arma più potente contro di lui. Solo così, con la preghiera, la Comunione, il colloquio e con la lettura quotidiana della Bibbia, la famiglia di oggi potrà resistere. Naturalmente sta ai genitori iniziare a pregare in famiglia; ma al giorno d'oggi purtroppo, sono più i figli ad iniziare che non i genitori. Ad ogni modo per la Vergine non è importante chi inizia, ma la cosa fondamentale è iniziare. Se in famiglia c’è qualcuno che si oppone a tutto questo, non bisogna forzarlo, ma lasciarlo alla sua volontà. Noi siamo lì per aiutarlo con la nostra vita ed il nostro esempio e perché la nostra preghiera raggiunga il suo cuore e lo apra alla gioia. Per questo dobbiamo essere pazienti, perché gridando, o ancor peggio ingiuriando, non otterremo nulla. Solo con il nostro esempio potremo invitare al cambiamento.

 

Fonte: Medjugorje tutti i giorni

sabato 8 febbraio 2014

Commento di Padre Livio al messaggio del 2 febbraio 2014

"Cari figli, con materno amore desidero insegnarvi la sincerità, perché desidero che, nel vostro operare come miei apostoli, siate corretti, decisi, ma soprattutto sinceri. Desidero che con la grazia di Dio siate aperti alla benedizione. Desidero che, col digiuno e la preghiera, otteniate dal Padre Celeste la consapevolezza di ciò che è naturale, santo, divino. Colmi di consapevolezza, sotto la protezione di mio Figlio e la mia, sarete miei apostoli che sapranno diffondere la Parola di Dio a tutti coloro che non la conoscono, e saprete superare gli ostacoli che si troveranno sulla vostra strada. Figli miei, con la benedizione, la Grazia di Dio scenderà su di voi e voi potrete conservarla col digiuno, la preghiera, la purificazione e la riconciliazione. Avrete l’efficacia che vi chiedo. Pregate per i vostri pastori, affinché un raggio della grazia di Dio illumini le loro vie. Vi ringrazio”.


Commento di Padre Livio al messaggio del 2 febbraio 2014

Come sapete l’Apparizione del 2 del mese a Mirjana avviene perché la Madonna desidera pregare con tutti i presenti per coloro che non conoscono l’amore di Dio, che non credono e quindi hanno bisogno della nostra preghiera, ma anche della nostra testimonianza.

Il messaggio del 2 febbraio ha un valore particolare perché è la presentazione di Gesù al tempio e c’è la profezia di Simeone che Gesù sarebbe stato di inciampo, ma anche di resurrezione per molti e che una spada avrebbe trafitto l’anima di Maria; a Maria e Giuseppe viene annunciata la Croce.

La Croce, in questo pezzo di Vangelo, è la sofferenza di Gesù e della Madonna per tutti quelli che non credono e non si aprono all’amore di Dio.

Un messaggio piuttosto lungo e anche articolato.

Questo messaggio comunque non dice cose nuove rispetto al motivo dominante dei messaggi della Madonna, che vorrei subito focalizzare perché riusciate a capire la radice del ragionamento della Madonna, della Sua preoccupazione, perché c'è per ben tre volte la parola “desidero”.

Poi alla fine dice: “avrete l'efficacia che vi chiedo”, quindi questo sta ad indicare che la Madonna ci vuole scuotere, vuole che rispondiamo, che diamo frutto, che siamo strumenti efficaci nonostante la nostra debolezza.

Vuole svegliarci dal sonno: “Io desidero, desidero, desidero”, indica un motivo, un motivo ricorrente in questo messaggio.

Che cosa vuole la Madonna? Che cosa chiede?

La Madonna chiede che noi siamo i Suoi apostoli e che siamo i Suoi apostoli efficaci; cioè che portiamo veramente la luce della verità, soprattutto la tenerezza, l'amore di Dio ai non credenti, a chi non conosce l'amore di Dio. Questo vuole la Madonna!

Allora dice: “per essere miei apostoli, per avere l'efficacia che vi chiedo, dovete essere persone sincere”. Che cos'è la sincerità? La sincerità è molto più che non dire bugie, la sincerità nel campo spirituale significa che noi dobbiamo avere una fede vera, cioè quando parliamo di Gesù Cristo, parliamo di qualcuno che conosciamo, che amiamo, che è presente nel nostro cuore, che ci ha preso, come dice San Paolo “afferrati da Cristo”, che è diventato l'amore della nostra vita, che è diventato Colui col quale abbiamo stretto un'amicizia intima, profonda.

Questo vuole la Madonna, cioè che noi quando parliamo di Gesù Cristo, quando Lo testimoniamo, quando Lo diffondiamo, siamo sinceri, cioè non vuole che noi con la parola parliamo di Gesù Cristo, ma nel cuore non c'è Gesù Cristo, perché c'è il peccato, c'è l'oscurità, perché ci sono le passioni, perché c'è la tiepidezza, magari c'è la stanchezza spirituale, c'è la mondanità spirituale, come ama dire Papa Francesco.

Allora, quando nel nostro cuore c'è la mondanità spirituale, noi non siamo sinceri, non siamo corretti, non siamo decisi, non siamo aperti alla grazia che ci inonda, che ci viene da Dio, dal Padre attraverso il Cuore di Gesù.

Quindi la Madonna dice “attenzione che se Cristo non è vivo nei vostri cuori, siete cembali squillanti, non avrete l'efficacia che vi chiedo”.

Perciò la Madonna ci invita a lavorare nel cuore per essere sinceri in quello che noi testimoniamo, come se io adesso sto parlando della Madonna, ma poi tutto sommato non è che mi interessi più di tanto, non è che io sia innamorato della Madonna, non è che io sia pronto a rischiare qualcosa per la Madonna, parlo perché devo parlare, parlo perché mi viene qualche vantaggio e parlo perché così almeno vendo qualche libro in più, mi faccio qualche pellegrinaggio in più.

È lo spirito del mercenario! La Madonna dice “state attenti a non essere mercenari, siate sinceri, siate veri apostoli”. Questa è la sincerità con la quale noi dobbiamo fare i conti, perché a volte inganniamo noi stessi.

Come dice la Madonna: “dite Gesù, Maria, sgranate il rosario, poi dentro il vostro cuore non è pulito”.

Strumentalizziamo la religione, lavoriamo per la nostra gloria, come dice il Papa “c'è in noi la mondanità spirituale”.

Allora la Madonna dice “soltanto se dentro di voi siete sinceri, corretti, decisi, c'è Gesù vivo nei vostri cuori”, “avrete l'efficacia che vi chiedo” e “avrete anche quella consapevolezza, quel discernimento, attraverso il digiuno e la preghiera”.

Cos'è il digiuno? È la rinuncia al male, al peccato, alle passioni.

Il digiuno a pane e acqua è come la propedeutica, per rinunciare alla fame di mondo, per mettere Dio al primo posto, è una specie d'iniziazione alla rinuncia per mortificare le passioni, per dire no alle passioni.

La preghiera è l'unione con Dio, attraverso la mortificazione della fame di mondo, attraverso il nutrimento della preghiera noi soddisfiamo la fame di Dio, in questo modo noi otteniamo la consapevolezza, cioè il discernimento, riusciamo a capire ciò che è secondo la legge di Dio, ciò che è santo, ciò che è divino.

Cioè in poche parole noi con la preghiera e il digiuno otteniamo quel discernimento che ci aiuta a capire qual è la volontà di Dio, da realizzare, da mettere in pratica e allora, col cuore purificato, col cuore ricolmo della grazia, col cuore del discernimento spirituale, con la sapienza di Dio, che otteniamo col digiuno e la preghiera, siamo in grado di capire qual è la volontà di Dio e così: “sarete miei apostoli che sapranno diffondere la Parola di Dio a tutti coloro che non la conoscono, e saprete superare gli ostacoli che si troveranno sulla vostra strada”.

In poche parole la Madonna ci chiama alla sincerità del cuore, alla pulizia del cuore, al cuore che si fonde col Cuore di Gesù, al cuore che ha rinunciato alle passioni.

Quindi discernere la volontà di Dio, in questo modo noi otterremo la grazia per diffondere la Parola di Dio e quindi per essere efficaci, ma anche per superare tutti gli ostacoli che troviamo e non solo per ottenere questa grazia, ma anche per conservarla, per perseverare, per andare avanti.

Questo messaggio è un trattato di ascetica e di mistica.

La   Madonna ci invita ad operare nel nostro cuore, perché possiamo avere un cuore sincero, corretto, deciso, aperto, consapevole cioè col discernimento, in modo tale che possiamo essere testimoni della Parola, possiamo superare gli ostacoli, possiamo perseverare nel diffondere la Parola di Dio e con preghiera e digiuno, insieme alla purificazione dalle passioni, insieme alla riconciliazione col sacramento della penitenza che ci aiuterà a perseverare, voi sarete efficaci”.

Insomma è difficile racchiudere in una formula quello che dice la Madonna, ma, tentando di sintetizzare, la Madonna ci dice che soltanto chi è convinto è radicato in Gesù Cristo e Gesù Cristo è il suo più grande amore, soltanto chi è convinto, convince, chi recita, non convince, chi è tiepido, non convince, è un cembalo squillante.

L'evangelizzazione, cioè la diffusione dell'amore di Dio, la luce di Dio, la verità di Dio ai non credenti non è una tecnica di dialogo, non è un operazione di marketing, non è proselitismo, come dice il Papa, ma è irradiazione, come diceva Papa Benedetto riguardo all'apostolato.

In fondo questo è il concetto base di cui parla la Madonna: “volete essere miei apostoli, che Cristo sia radicato in voi e così Lo irradiate, così sarete efficaci, non lasciate spegnere questa fiamma di irradiazione, ma alimentatela con la preghiera, con il digiuno, con la purificazione e con la riconciliazione”.

E poi la Madonna ci invita ancora una volta, e lo fa da tre anni a questa parte, in passato aveva detto “i pastori” intendendo tutti gli ordini sacerdotali, il Papa, i Vescovi e i Sacerdoti, “non hanno bisogno delle vostre critiche, hanno bisogno delle vostre preghiere e del vostro sostegno”, la Madonna ci invita ancora una volta: “pregate per i vostri pastori, affinché un raggio della grazia di Dio illumini le loro vie”.

Questo dunque è il nostro compito, la Madonna instancabilmente ci richiama, Lei sa il perché!

Fonte: “Trascrizione dall’originale audio ricavata dal sito: www.medjugorjeliguria.it