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Richiesta di preghiere

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Per la Richiesta di Preghiere è possibile da oggi utilizzare il MODULO che si trova qui a sinistra.

Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

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lunedì 30 gennaio 2017

La veggente Marija Pavlovic Lunetti a Radio Maria commenta con p. Livio il Messaggio del 25 gennaio 2017

La veggente Marija Pavlovic Lunetti a Radio Maria:

"Cari figli! Oggi vi invito a pregare per la pace. Pace nei cuori umani, pace nelle famiglie e pace nel mondo. Satana è forte e vuole farvi rivoltare tutti contro Dio, riportarvi su tutto ciò che è umano e distruggere nei cuori tutti i sentimenti verso Dio e le cose di Dio. Voi, figlioli, pregate e lottate contro il materialismo, il modernismo e l'egoismo che il mondo vi offre. Figlioli, decidetevi per la santità ed io, con mio Figlio Gesù, intercedo per voi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata”.

Marija: E’ un messaggio molto forte. La Madonna ci chiede di fare una scelta, una scelta per Dio e per le cose di Dio. In modo speciale chiede di pregare per la pace. La parola “pace” è sempre stata importante nei messaggi della Madonna, ma questa volta in modo particolare. Dice infatti che satana vuole rivoltarci tutti contro Dio, vuole distruggere nei cuori tutti i sentimenti verso Dio attraverso il materialismo, il modernismo e l’egoismo. Ce lo sta dicendo da tanti anni: al posto di Dio abbiamo messo l’io.

P. Livio: Mi colpisce quando dice: satana vuole farvi rivoltare tutti contro Dio, come se satana cercasse di spingere gli uomini al rifiuto della fede, di Dio: una guerra contro Dio.

Marija: Oggi tanti dicono che non hanno bisogno di Dio, si sentono loro stessi Dio. Ci crediamo immortali, più belli, più buoni, più intelligenti, al punto da non avere più bisogno di Dio. Invece la Madonna ci invita alla preghiera per la pace nei nostri cuori, nelle nostre famiglie e pace nel mondo, perché l’uomo senza pace è povero, è insicuro, incerto. Invece se siamo in pace con Dio, siamo in pace con tutta l’umanità. Basta guardare ai Paesi dove c’è la guerra, come la Siria. Un amico sacerdote dall’Africa mi ha mandato un messaggio: “Pregate perché anche qui c’è guerra!” Sono tanti i Paesi dove non c’è pace! La Madonna invoca la pace nei cuori e nelle famiglie. In tante famiglie la pace è distrutta, con tanti disordini. Nelle famiglie dove non si prega, dove non c’è Dio, non c’è neanche la pace.

P. Livio: Questo messaggio mi ha fatto tremare, perchè questa volta la Madonna ripete la parola "tutti“... come se satana volesse provocare nell’umanità una ribellione generale a Dio e distruggere tutto ciò che è bello, che è buono, che è santo.  

Marija: ... Io spero che questa povera umanità capisca che non conta l’avere, ma l’essere. Tanti giovani non si sposano, tanti non vogliono avere figli... Guardiamo al nostro corpo, al nostro benessere personale e siamo diventati così egoisti che non pensiamo al prossimo. Invece la Madonna ci dice: pregate e decidetevi per la santità. Ci sono delle ideologie moderne. Io lo vedo nella scuola, specie quando incontro persone giovani: pensano solo al loro benessere psicologico, economico, ecc. Anche persone buone. E’ là che il diavolo ha buon gioco. Certi guru, certe meditazioni orientali... Quando io ho, non mi interesso per gli altri. Questo è terribile. Quando diventiamo io, io, io, non c’è Dio.  

P. Livio: La Madonna vede la situazione meglio di noi, ma ci accorgiamo anche noi che, nel nostro mondo, Dio non è più al primo posto, ma mi colpisce che la Madonna ci dica che, davanti a questa realtà, dobbiamo reagire: "Decidevi per la santità“. Cioè, andare contro corrente, cominciando a ricostruire la presenza di Dio nei cuori.

Marija: E’ vero. Ieri abbiamo ricordato San Francesco di Sales, una persona colta, docile, bella, un ideale per tutti noi. Così altri santi. Per questo la Madonna tante volte ci dice di leggere la vita dei santi e di imitarli. Vedo nel mondo studentesco che stanno nascendo delle cose bellissime: quando hanno fatto esperienza di Dio, hanno il coraggio di testimoniare. E gli altri rimangono affascinati. Anche l’esperienza di fare del volontariato là dove c’è bisogno. A noi che stiamo al caldo, non è facile mettersi nei panni di coloro che sono al freddo, al gelo, senza casa, terremotati o nella guerra... Fare qualcosa per aiutarli. Credo che dovremmo essere più decisi. I primi cristiani erano riconosciuti come quelli che si amano, che condividono... Questo ci chiede la Madonna invitandoci a diventare santi.

P. Livio: La Madonna ci rivolge tre imperativi: Pregate! Lottate! Decidetevi!  La Madonna ci spinge a reagire di fronte a questo attacco dell’impero delle tenebre, che vuole distruggere tutto ciò che c’è di divino nel cuore degli uomini. Dobbiamo svegliarci dal sonno stanco delle nostre anime.

Marija: E’ vero. La Madonna ci invita a combattere, a lottare, a pregare; ci invita ad essere coloro che hanno la fede, la speranza e la carità. Ma dice anche: “Non siete soli, non dovete pensare in modo negativo, perché io sono con voi, perché mio Figlio è con voi”...

P. Livio: Oggi è la festa della conversione di San Paolo. E’ proprio la conversione il messaggio principale che la Madonna ripete a Medjugorje.

Marija: Sì, la Madonna ci invita a cambiare la nostra vita. Lo ha detto in modo molto concreto fin dall’inizio nel gruppo di preghiera, ai giovani, ma anche alle famiglie, chiamandoci ad un cammino. Per questo sono sorti i gruppi di preghiera nei quali ci aiutiamo gli uni gli altri, facciamo insieme un cammino, sostenendoci, condividendo. Sono nate delle amicizie bellissime... Un domani, quando saremo in Cielo, diremo “grazie” alla Madonna perché ci ha messo queste persone al nostro fianco, ci hanno aiutato, ci hanno compreso, stimolato e a volte anche spinto sulla via della santità. Come per me è stato Padre Slavko, che era stato mandato per controllarci e studiarci... Poi è nata un’amicizia profonda in Dio, nella preghiera, in questo cammino di santità... Quando preghiamo, quando siamo in Dio, diventiamo persone di speranza, perché la nostra speranza è Dio, è la Madonna. Allora pensiamo al Paradiso, alla vita eterna. E’ importante questo per quanti sono stanchi, afflitti, malati, che non ce la fanno più, che hanno tanti problemi... Chi non ha problemi? Tutti ne abbiamo, ma in Dio si risolvono... In questi 35 anni, a Medjugorje è cambiato tutto, ma anche adesso molti fanno esperienza della intimità con la Madonna e con Dio, soprattutto sulle Colline, specie al mattino presto o durante la notte o durante l’apparizione. Tutto ci porta alla vita soprannaturale. Medjugorje senza la Madonna è niente. Medjugorje è la Collina delle apparizioni, è la Collina della Croce, è l’Eucarestia, è l’Adorazione! ... Quando vedo delle persone inginocchiate per ore sui sassi o sul cemento, mi domando: dove vedi questo in qualche altra parte? E’ gente che vuole cambiare, tornare a casa rinnovata... grazie anche alla confessione. I confessionali sono sempre aperti. Tante volte a mezzanotte c’è ancora qualcuno nei confessionali... Ai sacerdoti che mi chiedono cosa possono fare a Medjugorje, io dico: vai nel confessionale, perché per un sacerdote la grazia più grande è il confessionale... Si, è vero: satana è forte, ma Dio è più forte e noi siamo con Dio. Certo la nostra umanità è fragile. Per questo la Madonna ci invita ad avvicinarci a Dio, alla preghiera, alla vita sacramentale, a farci guidare da un sacerdote e incamminarci sulla via della santità...

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Marija ha quindi pregato il “Magnificat” e il Gloria.

... e Padre Livio ha concluso con la benedizione.

Marija e P. Livio

 

Fonte: Medjugorje Oggi

sabato 28 gennaio 2017

Medjugorje, 25 gennaio 2017 Omelia della santa Messa serale


Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro:
«Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato.
Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Parola del Signore.

Fratelli e sorelle, abbiamo sentito nella prima lettura che l’apostolo Paolo, che prima della conversione si chiamava Saulo, era un persecutore dei cristiani. E’ stato gettato a terra da Cristo Risorto per mezzo di una forte luce mentre era sulla via verso Damasco dove avrebbe dovuto prelevare dei cristiani. In quel momento è diventato cieco e ha sentito le parole “Saulo, Saulo, perchè Mi perseguiti?” Ha domandato: “Chi sei, o Signore?” “Io sono Gesù che tu perseguiti”.
A Damasco Anania gli ha ridato la vista con l’imposizione delle mani e poi è stato battezzato. Saulo, uno dei più grandi persecutori, è diventato Paolo, uno dei più grandi predicatori del Vangelo di Cristo. Ha scritto diverse lettere alle Chiese ed è diventato maestro, dottore e apostolo delle genti.
Ha percorso l’Asia ed è giunto a Roma predicando la Buona Novella. E’ rimasto fedele a Cristo fino a morire come martire sotto Nerone attorno al 65 dopo Cristo.
Se guardiamo la vita di Paolo possiamo vedere che era zelante nel seguire Gesù. E’ venuto dall’odierna Turchia fino a Gerusalemme come ebreo per poter frequentare le migliori scuole dal migliore rabbino dell’epoca che era Gamaliele. Come tutti i giovani era pieno di fervore e lui pensava che la sua missione fosse quella di distruggere la bestemmia che un semplice falegname di Nazaret si presentasse come Figlio di Dio. Per questa ragione catturava e uccideva i cristiani.
Quando guardiamo la sua conversione capiamo che non siamo stati salvati dalla Legge di Mosè, ma dalla Grazia di Cristo.
Noi siamo salvati da Cristo e non ci salviamo con le nostre opere.
Nella lettera ai Galati Paolo scrive: “Non vivo più io, ma in me vive Cristo. Quello che vivo nel corpo lo vivo nella fede. Fede nel Figlio di Dio che mi ha amato e ha consegnato Se Stesso per me”.
La conversione cristiana deve essere un’azione continua, un legame con Cristo. Lui cerca di modellarci sempre più con il nostro permesso.
Nella vita di san Paolo vediamo che non si è trattato solamente di un incontro con Cristo Risorto, ma egli ha continuato a crescere nel Vangelo che ha annunciato con grande coraggio.
La conversione di san Paolo ci induce a meditare sulla nostra conversione. Tanti di noi sono ferventi, vanno regolarmente alla santa Messa e non hanno bisogno di una conversione dalla vita malvagia. Spesso, però, c’è bisogno della conversione dall’opinione errata della vita cristiana.
Per esempio molti pensano che non si debba pregare molto, ma solo quando si ha tempo. Non bisogna essere fanatici e adempiere tutti i comandamenti. Non ci si impegna al massimo per fare ciò che ci chiede Cristo. Facciamo il minimo necessario.
Questo sicuramente è sbagliato.
D’altra parte tanti di noi sono legalisti: “Se andiamo alla santa Messa, diamo l’elemosina vuol dire che non pecchiamo e meritiamo il cielo”.
Cerchiamo di vivere la vita cristiana senza la croce con i soldi, i piaceri, il potere, senza alcun sacrificio per noi stessi o per cose che si fanno per Dio e per il prossimo.
Queste sono opinioni errate che dobbiamo cambiare.
Alcuni pensano di potersi salvare con le proprie opere senza la grazia. Dio non serve nemmeno.
Alcuni credono di poter vivere la propria fede da soli, senza incontrare il prossimo e senza fare opere di carità verso il prossimo.
Alcuni pensano che Dio voglia da noi una devozione personale senza cercare di trasmettere il Vangelo al prossimo: “Non devi parlare, testimoniare, annunciare…”
Si possono sicuramente citare anche altri esempi di opinioni errate riguardo alla fede cristiana. Tutto questo porta a non vivere secondo la fede.
Noi assomigliamo sempre più al mondo e non ci sforziamo di ricevere la grazia del Signore.
Tanti di noi che si dicono cristiani hanno bisogno della conversione dalla vita spirituale errataa e dall’idea di ciò che vuole il Signore da noi.
Il papa Benedetto XVI ad un’udienza del mercoledì ha detto: “Noi ci chiediamo che cosa significhi essere cristiano. Per noi il Cristianesimo non è una filosofia o una nuova morale. Siamo cristiani solo se incontriamo Cristo”.
Sicuramente Lui non si fa vedere come ha fatto con san Paolo con una luce forte per farlo diventare apostolo delle genti. Ma anche noi possiamo incontrare Cristo: nella Sacra Scrittura, nella preghiera, nella vita liturgica della Chiesa. Possiamo toccare il Cuore di Cristo e sentire che Lui sta toccando il nostro cuore. Solo nel rapporto personale con Lui noi diventiamo veri cristiani. Così attingiamo alla Sua Saggezza e alla Verità.
Preghiamo il Signore di illuminarci e di donarci l’incontro con la Sua presenza per darci la vera fede, il grande amore e il cuore aperto verso tutti. L’amore può cambiare tutto il mondo.
Così dice il Santo Padre.
Fratelli e sorelle, oggi in questa festa possiamo pregare per la conversione di tante persone che perseguitano Cristo in diversi modi.
Lo scorso anno ci sono state tante persecuzioni verso i cristiani; forse le più numerose dalla venuta di Cristo. Tanti pensano di perseguitare gli infedeli, mentre loro hanno scoperto la verità, come faceva san Paolo. Così pensano di dover perseguitare e cacciare i cristiani.
Preghiamo che conoscano Cristo che è la Verità e il Salvatore.
Preghiamo anche per la conversione di coloro che vivono nel peccato. A causa del peccato Cristo è stato crocifisso.
Oggi dobbiamo pregare anche per la nostra conversione e per la grazia di poter annunciare il Vangelo al prossimo. San Paolo ha scritto: “Povero me se non annuncio il Vangelo”.
San Paolo riceveva la forza di annunciare il Vangelo non solo dall’incontro con Cristo sulla via di Damasco, ma anche dalla celebrazione dell’Eucaristia assieme ai primi cristiani. Faceva quello che Gesù ha comandato di fare. Ha preso il pane e dopo aver ringraziato e averlo spezzato ha detto: “Questo è il Mio Corpo per voi. Fate questo in memoria di Me”.
Lo stesso Gesù che ha incontrato Paolo è qui questa sera per incontrare noi attraverso la Sua Parola e il Suo Corpo e il Suo Sangue che dona per noi.
Preghiamo per questo incontro, affinché anche noi possiamo vivere con coraggio la nostra fede. Cristo ci doni forza e grazia per cambiare la nostra vita e quella degli altri.
Amen

Fonte: IdM (registrazione audio di Flavio Deagostini – trascrizione A cura di Andrea Bianco )

mercoledì 25 gennaio 2017

Messaggio a Marija del 25 gennaio 2017

"Cari figli! Oggi vi invito a pregare per la pace. Pace nei cuori umani, pace nelle famiglie e pace nel mondo. Satana è forte e vuole farvi rivoltare tutti contro Dio, riportarvi su tutto ciò che è umano e distruggere nei cuori tutti i sentimenti verso Dio e le cose di Dio. Voi, figlioli, pregate e lottate contro il materialismo, il modernismo e l'egoismo che il mondo vi offre. Figlioli, decidetevi per la santità ed io, con mio Figlio Gesù, intercedo per voi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata”.

Marja Pavlovic comunica a R. Maria

il Messaggio del 25 Gennaio 2017

sabato 21 gennaio 2017

25 Gennaio 2017 : Veglia di Preghiera in attesa del Messaggio Mensile da Medjugorje nella Chiesina di Padre Marella

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Mercoledì sera 25 gennaio 2017, come ogni mese, nello spirito di Medjugorje e in unione con tutti i gruppi di preghiera d'Italia, si terrà la veglia di preghiera aperta a tutti in attesa del Messaggio a tutto il mondo, nella Chiesina di Padre Marella in Via del Lavoro n. 13,  Bologna, alle ore 21:00 : Adorazione del Santissimo Sacramento e preghiera del Santo Rosario, con la presenza e guida del sacerdote P. Roberto Viglino O.P.


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Con l’occasione ricordo anche gli altri appuntamenti del Gruppo di Preghiera Regina della Pace:

  • Giovedì 25 gennaio 2017:  si terrà la consueta Veglia di Preghiera  settimanale alle ore 20:30  presso la Chiesina  di  Padre Marella in Via del Lavoro, 13 a Bologna
  • Sabato 28 gennaio 2017: consueto pellegrinaggio mensile al Santuario della Madonna di S. Luca con partenza dal Meloncello alle ore 08:00 preghiera delle prime tre parti del S. Rosario salendo a piedi al Santuario, S. Messa alle ore 09:30 e quindi discesa pregando l’ultima parte del S. Rosario.

mercoledì 18 gennaio 2017

Un Messaggio a caso: Medjugorje, domenica 25 dicembre 1994 Natale del Signore

Cari figli! Oggi gioisco con voi e prego con voi per la pace. Pace nei vostri cuori, pace nelle vostre famiglie, pace nei vostri desideri, pace in tutto il mondo.
Il Re della pace oggi vi benedica e vi dia la pace. Io vi benedico e porto ognuno di voi nel mio cuore. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

«Ecco un messaggio che ci invita di nuovo alla pace, a pregare per la pace e in questa preghiera noi non siamo soli: la Madonna prega con noi. Domani saranno 13 anni e 6 mesi da quando la Madonna si è presentata come Regina della Pace, perché il terzo giorno delle apparizioni ha dato il messaggio: “Pace, pace, pace. Pace fra Dio e voi e pace fra di voi. In quel giorno, 26 giugno 1981, non abbiamo potuto capire tutto quello che poteva significare questo invito a pregare e digiunare per la pace. Ha aggiunto poi: “Con la preghiera e il digiuno si possono fermare anche le guerre’ Nel 1981 nessuno poteva immaginarsi una situazione come quella che è venuta dopo 10 anni di apparizioni. Adesso siamo quasi al quarto anno di guerra e questa situazione sicuramente ci aiuta a capire questo messaggio e anche, l’urgenza e il senso del messaggio. La Madonna dice “Io prego con voi per a pace e ha indicato diversi livelli: «Pace nei vostri cuori... ‘. Questo è sicuro e chiaro: la pace non si può imporre, la pace non può venire dal di fuori, la pace può venire dal di dentro, dal cuore. Quando c’è la pace nel cuore, naturalmente sarà possibile la pace anche in tutto il mondo. Ecco: la Madonna come Madre intercede per noi, Lei che è potente nella sua intercessione; prega per noi e con noi e questo ci dà sicuramente la speranza. Io credo che Ella voglia invitarci ad offrire al Signore tramite le mani di Lei Regina della Pace, la mancanza della pace nei nostri cuori, tutti i conflitti, tutto quello che in noi non va. Molte volte noi perdiamo la pace perché nel nostro cuore c’è l’orgoglio, manca l’umiltà; molte volte perdiamo la pace perché vogliamo avere sempre di più, perché siamo attaccati a noi stessi, alle persone, alle cose materiali; e quando qualche cosa non va perdiamo la pace. Così, pregando per la pace nei nostri cuori possiamo dire che la Madonna prega innanzitutto prega per ottenere ai nostri cuori la libertà: quanto più siamo liberi, tanto più facilmente la pace entrerà nel cuore. Questa pace della quale parla la Madonna è pace biblica, pace di cui parlava Gesù, pace che il mondo non può dare, ma solo il Signore. Questa pace non esclude la sofferenza, non esclude le lacrime, non esclude neanche i conflitti, perché tante volte i conflitti non dipendono da noi ma possiamo sempre avere la pace. Io oso dire che Gesù sulla croce è morto in pace perché poteva anche perdonare. Allora questa pace nei nostri cuori è la forza interiore con la quale possiamo superare tutti i problemi o portare le sofferenze e te croci in pace, non perdendo la speranza, non perdendo l’amore e la pazienza. Questo è molto, molto importante. E oggi se vogliamo vivere bene il Natale, la festa della nascita di Gesù, dobbiamo avere questa pace. Senza pace non possiamo festeggiare, senza pace non possiamo vivere nell’amore, non possiamo perdonare. Dopo viene la pace nelle famiglie. Quando i cari sono nella pace, come ho detto prima, naturalmente anche le famiglie saranno nella pace; ma noi tutti sappiamo quanti problemi e quanti conflitti esistono nelle nostre famiglie: prima fra i genitori, fra marito e moglie e dopo tanti conflitti e mancanza di pace fra genitori e figli, fra anziani e giovani. Molte famiglie soffrono proprio a causa di questa mancanza della pace: manca l’amore, manca il rispetto, manca il perdono. Poi la Madonna parla anche della pace nei nostri desideri. Io credo che con questo la Madonna tocca personalmente ognuno di noi e ci invita a chiederci dove viene la mancanza di pace. Se i nostri desideri sono disordinati, se le nostre intenzioni, quello che vogliamo avere, che vogliamo possedere, che vogliamo raggiungere non sono nell’ordine, naturalmente sarà difficile o impossibile avere la pace. Dal cuore puro, dal cuore libero, dal cuore che ama vengono anche i desideri puri e ordinati, i desideri leciti e permessi. Così nei nostri pensieri, nei nostri desideri, nei nostri sentimenti può e deve entrare la pace. Poi lii Madonna prega per la pace in tutto il mondo. Credo che non bisogna analizzare molto: vediamo che la pace è in vero pericolo dappertutto. Cominciano i conflitti anche in altre parti: sappiamo dei conflitti in Russia e in tanti altri Paesi. Se vogliamo contare quante volte la Madonna ha detto “pace”, possiamo dire che in questo messaggio ha ripetuto 7 volte “pace”. Mi ricordo che anche nel messaggio del 25 luglio 1990 ha detto 7 volte la parola “pace” e una settimana dopo è iniziato il conflitto nel Golfo e poi sono venute le tensioni da noi e la guerra. Io veramente vi invito adesso, in questa festa del Natale, a rinnovare l’intenzione di pregare per la pace, offrire qualche cosa per la pace e anche fare sacrifici per la pace. Se siamo in conflitto con qualcuno occorre pregare per ottenere la forza interiore per poter perdonare, riconciliarsi perché ogni mano diventi veramente mano aperta verso l’altro. Non il pugno con il quale possiamo abbattere l’altro, ma accettare con la mano aperta la mano dell’altro. La Madonna chiede e prega che il Re della pace oggi ci benedica e ci dia la pace. Questo è per noi un buon aiuto, un buon consiglio di come pregare, perché noi sappiamo che Gesù è Principe e Re della pace proprio perché in croce ha fatto l’ultimo esame sulla pace: ha perdonato a coloro che l’hanno crocifisso, a coloro che gli hanno fatto del male. Così Lui è il Re della pace e solo Lui può darcela, come ha detto anche nel Vangelo: “Il mondo non può darvi la pace; Io posso darvela” (cfr. Gv 14, 27). Ecco di nuovo un grande, forte invito per noi tutti e spero che oggi siamo pronti a diventare gente di buona volontà, gente che è pronta a dare gloria al Signore e diventare gente di pace. La prima cosa che possiamo fare sempre è pregare con la Madonna per ottenere questo dono.
La Madonna poi ci benedice. E come tantissime volte ha detto, soprattutto nelle feste, ripete che porta ognuno di noi nel suo cuore. Allora noi siamo i figli della Madonna; la Madonna è vera Madre e ci ama come la madre ama suo figlio e ci porta nel suo cuore. Ecco una occasione per diventare coscienti di quanto ci ama e anche un impulso per noi per permettere alla Madonna di portarci nel suo cuore: non scappare, non lasciarci portare dalle altre cose o dai cuori che non sono buoni come il cuore madre. Nel messaggio di novembre ci ha invitati a diventare simili a Lei; se noi Le permettiamo di portarci nel suo cuore, Lei ci porterà e noi potremo diventare simili a Lei. Con questo bel messaggio finiamo i messaggi dell’anno 94 e speriamo che la Madonna continui a guidarci nell’anno che viene.»

P. Slavko Barbaric

domenica 8 gennaio 2017

Commento di Padre Livio al messaggio del 2 gennaio 2017

Messaggio a Mirjana del 2 gennaio 2017

"Cari figli, mio Figlio era sorgente di amore e di luce quando, sulla terra, parlava al popolo di tutti i popoli. Apostoli miei, seguite la sua luce. Farlo non è facile: dovete essere piccoli, dovete farvi più piccoli degli altri e, con l’aiuto della fede, riempirvi del suo amore. Senza fede, nessun uomo sulla terra può vivere un’esperienza miracolosa. Io sono con voi, mi manifesto a voi con queste venute, con queste parole. Desidero testimoniarvi il mio amore e la mia cura materna. Figli miei, non perdete tempo facendo domande a cui non ricevete mai risposta: al termine del vostro percorso terreno, il Padre Celeste ve le darà. Sappiate sempre che Dio sa tutto, Dio vede, Dio ama. Il mio amatissimo Figlio illumina le vite e dissipa le tenebre; ed il mio materno amore, che mi porta a voi, è indicibile, misterioso, ma reale. Io esprimo i miei sentimenti verso di voi: amore, comprensione e materno affetto. A voi, apostoli miei, chiedo le vostre rose di preghiera, che devono essere le opere di misericordia: sono quelle le preghiere più care al mio Cuore materno. Le offro a mio Figlio, nato per voi. Egli vi guarda e vi ascolta. Noi vi siamo sempre vicini. Questo è un amore che chiama, unisce, converte, incoraggia e ricolma. Perciò, apostoli miei, amatevi sempre gli uni gli altri, ma soprattutto amate mio Figlio. Quella è l’unica via verso la salvezza, verso la vita eterna. Quella è la preghiera che mi è più cara, e che ricolma il mio Cuore del profumo di rose più soave. Pregate, pregate sempre per i vostri pastori, affinché abbiano la forza di essere la luce di mio Figlio. Vi ringrazio!"

Commento di Padre Livio al messaggio del 2 gennaio 2017

Come vedete, i messaggi dati attraverso la veggente Mirjana sono diversi, non solo per quanto riguarda la lunghezza, dai messaggi rivolti a Marija.

Quelli rivolti a Marija sono messaggi soprattutto per coloro che hanno accolto la chiamata, sono rivolti alla parrocchia e a tutti quelli che sono uniti spiritualmente a questa parrocchia di Maria, terminano infatti così: “Grazie perché avete risposto alla mia chiamata”.

I messaggi dati attraverso la veggente Mirjana terminano dicendo: “vi ringrazio”, perché rivolti ai credenti che sono anche lì presenti, ma anche a tutti quelli che Maria chiama suoi figli, ma che non conoscono ancora l'amore di Dio; quindi si dilunga di più, includendo anche loro.

In questo messaggio, per avere una chiave di lettura, vale la pena riprendere un'affermazione che ha fatto Mirjana a suo tempo, quando le è stato chiesto: “secondo te qual è il messaggio principale della Madonna?”, e benché la Madonna abbia detto più di una volta attraverso Marija, che il suo messaggio principale a Medjugorje è la conversione, Mirjana ha detto: “per me il messaggio principale della Madonna è l'Amore!

Effettivamente nei messaggi a Mirjana è soprattutto esplicitato in modo incredibile il tema dell'amore; la Madonna in questo messaggio non fa altro che parlare dell'amore di suo Figlio e del suo amore.

Ma chiama anche noi ad amare, dicendo appunto che l'amore per suo Figlio e fra noi è la preghiera che Le è più cara e che ricolma il suo Cuore del profumo di rose più soave. Questo messaggio è una sinfonia d'amore, l’amore materno di Maria, l'amore di suo Figlio, ma anche il nostro amore che viene ad esplicitarsi verso suo Figlio attraverso di Lei e poi attraverso le opere di misericordia verso i fratelli, fino ai pastori, pregando perché abbiano la forza di essere la luce di suo Figlio Gesù.

Quindi questa è la chiave, l'interpretazione di questo messaggio bellissimo. La Madonna esplicita quello che ha nel cuore quando dice: “sappiate sempre che Dio sa tutto, Dio vede, Dio ama”, “il mio amatissimo Figlio illumina le vite e “il mio amore materno mi porta a voi ed è un amore indicibile, misterioso, ma reale. Io esprimo i miei sentimenti verso di voi: amore, comprensione e materno affetto”. Poi parlando del suo amore e di quello di Gesù dice: ”Egli vi guarda e vi ascolta. Noi vi siamo sempre vicini. Questo è un amore che chiama, unisce, converte, incoraggia e ricolma”, la Madonna cerca di trovare le parole per esprimere l'amore che chiama, unisce, converte, incoraggia, ricolma. “Perciò dice, “voi apostoli miei, amatevi sempre gli uni gli altri, ma soprattutto amate mio Figlio”.

Io vi do un consiglio, mettete i messaggi del 2 e del 25 del mese in un luogo visibile, leggeteli tutti i giorni, sono una catechesi straordinaria, sono un commento materno del Vangelo, un dono unico che la Madonna ha fatto alla nostra generazione.

Adesso vediamo frase per frase.

Cari figli, mio Figlio era sorgente di amore e di luce quando, sulla terra, parlava al popolo di tutti i popoli”. Attenzione a questa frase, chi è il popolo di tutti i popoli? È il popolo di Israele perché è il popolo che viene da Abramo dal quale tutti i

popoli della terra sono stati benedetti.

Da Israele è nato Cristo e la Madonna è nata dal popolo ebraico, è una figlia di Israele. Questa espressione, “popolo di tutti i popoli”, riecheggia anche il titolo che la Madonna ha dato a se stessa, apparendo ad Amsterdam, dove si è qualificata come “la Signora di tutti i popoli”.

Il messaggio prosegue: “Apostoli miei, seguite la sua luce”, e la Madonna ammette che seguire Gesù non è facile, è necessaria l'umiltà. “Farlo non è facile: dovete essere piccoli, dovete farvi più piccoli degli altri e, con l’aiuto della fede, riempirvi del suo amore. Per seguire la luce di Gesù, bisogna essere piccoli, mediante l'umiltà si ha la fede, mediante la fede ci si nutre del Suo amore.

Senza fede, nessun uomo sulla terra può vivere un’esperienza miracolosa”, è l'esperienza della grazia, l'esperienza soprannaturale.

Senza la fede uno non può rinascere dall'acqua e dallo Spirito Santo, non può andare al di là delle cose visibili e terrene, non può entrare nel mondo del soprannaturale che è il mondo di Dio e della sua vita intima. Però si ha questa fede, essendo piccoli.

E qui la Madonna incomincia a dire quello che le sta a cuore: “Io sono con voi, mi manifesto a voi con queste venute, con queste parole. Desidero testimoniarvi il mio amore e la mia cura materna”, è innamorata di noi e non sa più in quale modo dirlo, come diceva Santa Caterina da Siena di Gesù: “È pazzo d'amore”.

Anche San Paolo parlava della follia di Dio; non ha voluto tenere per sé la sua divinità, ma si è fatto uomo arrivando fino alla croce!

La Madonna cerca sempre parole nuove per dirci quanto ci ama.

Allora chiediamo alla Madonna umilmente la grazia della luce della fede per capire quanto ci ama, da soli non riusciamo a capirlo, ce lo faccia capire Lei con il tocco della sua Grazia. Il suo amore è quello di una madre. Nulla è più bello e più grande dell'amore di una madre.

E quindi la Madonna dice: “Figli miei, non perdete tempo facendo domande a cui non ricevete mai risposta”, non potete capire tutto su questa terra. Non state lì a questionare con i dubbi della fede, con le cose che non capite: perché il dolore? Perché la malattia? Noi facciamo queste domande, perché siamo nell'oscurità; “al termine del vostro percorso terreno, avrete le risposte che cercate, il Padre Celeste ve le darà”.

Quando vedremo Dio a faccia a faccia, capiremo tutto, anche tanti misteri che avvolgono la nostra vita. Dio è molto più grande dei nostri pensieri e quindi non possiamo dire a Dio: perché, perché, perché, magari criticandoLo o giudicandoLo; casomai prendiamo atto che noi siamo piccoli con la nostra mente e se saremo umili riusciremo a capire i misteri di Dio.

Sappiate che Dio sa tutto, Dio vede, Dio ama”. “Quando sapete questo, entrate nella pace. Vi basti sapere che il mio amatissimo Figlio illumina le vite e dissipa le tenebre”, Lui è la luce della vita, “il mio materno amore, che mi porta a voi, è indicibile”, inesprimibile, non ci sono parole adeguate, è misterioso”, fate fatica a capirlo, ma reale”.

Io esprimo i miei sentimenti verso di voi: amore, comprensione e materno affetto”. Però anche voi, miei apostoli, dovete corrispondere a questo amore: “a voi, apostoli miei, chiedo le vostre rose di preghiera, che devono essere le opere di misericordia: sono quelle le preghiere più care al mio Cuore materno. Le offro a mio Figlio, nato per voi”. Le opere di misericordia che vengono dalla preghiera sono quelle a Lei più care.

Egli vi guarda e vi ascolta”; poi parla al plurale: “Noi vi siamo sempre vicini”. E qui ci sono quei cinque verbi che vi chiedo di imparare a memoria: “Questo è un amore, mio e di mio Figlio”, che chiama, chiama alla conversione, unisce”, ci unisce a Gesù e Maria e fra noi, “converte”, cambia il cuore, “incoraggia”, ci dà la speranza nel cammino della vita e ricolma”, riempie di gioia e di felicità.

Perciò, apostoli miei, amatevi sempre gli uni gli altri, ma soprattutto amate mio Figlio”, e quindi accogliete questo amore, amando mio Figlio e amandovi tra voi. “Quella è l’unica via verso la salvezza, verso la vita eterna”, su questa strada dell'amore voi andate verso la vita eterna.

Questa è la preghiera che mi è cara”, quella dell'amore, “e che ricolma il mio Cuore del profumo di rose più soave”.

Pregate, pregate sempre per i vostri pastori, affinché abbiano la forza di essere la luce di mio Figlio”, preghiamo invece di criticare e giudicare i pastori, perché da essi, dalle loro mani, ha detto la Madonna in altri messaggi, arriva la salvezza e la grazia che viene dal Cuore di Mio Figlio. “Vi ringrazio”.

Un messaggio, un poema. Un essere umano non è in grado di scrivere una cosa del genere. Queste parole non si trovano altrove, certo bisogna leggerle ovviamente con il cuore!

Trascrizione dall’originale audio ricavata dal sito: www.medjugorjeliguria.it

venerdì 6 gennaio 2017

giovedì 5 gennaio 2017

Angolo teologico – Riflessione sui Messaggi di Medjugorje di Don Renzo Lavatori (25) – Messaggi a Marija del 25 dicembre 2016 e a Mirjana del 2 gennaio 2017


Messaggio a Marija del 25 dicembre 2016
"Cari figli! Con grande gioia oggi vi porto mio Figlio Gesù perché Lui vi dia la Sua pace. Figlioli, aprite i vostri cuori e siate gioiosi affinché possiate accoglierla. Il cielo è con voi e lotta per la pace nei vostri cuori, nelle famiglie e nel mondo e voi, figlioli, aiutatelo con le vostre preghiere affinché sia così. Vi benedico con mio Figlio Gesù e vi invito a non perdere la speranza e che il vostro sguardo e il vostro cuore siano sempre rivolti verso il cielo e verso l’eternità. Così sarete aperti a Dio ed ai Suoi piani. Grazie per aver risposto alla mia chiamata”.

Commento teologico

Per una comprensione più aderente al messaggio, esso si può dividere in due parti: nella prima parte balza in primo piano il tema della gioia e della pace quale dono di Gesù; nella seconda parte si apre uno sguardo luminoso sulla speranza del cielo. Ci soffermiamo su ciascuna parte per cogliere gli aspetti più centrali e interessanti.

1. La gioia e la pace di Gesù. La Vergine inizia manifestando la sua gioia di essere portatrice del Figlio Gesù Cristo (Cristofora) allo scopo di farci percepire e gustare la pace che emana da Lui, il Re della pace: “con grande gioia vi porto il mio Figlio Gesù perché Lui vi dia la pace”. Non esiste la vera pace se non quella che proviene da Cristo, in quanto la sua pace si distingue da quella del mondo. La pace mondana indica soltanto l’assenza di guerra violenta e assassina, mentre la pace di Gesù tocca la profondità dell’animo umano.

In effetti la guerra più micidiale risiede nel cuore dell’uomo, da cui nascono rancore, invidia, orgoglio, gelosia, presunzione, egoismo, aggressività, violenza, predominio sugli altri, falsità. Tutti sentimenti che fanno scaturire l’opposizione e la malvagità verso i fratelli che condividono la medesima natura umana. Per questa ragione la guerra scaturisce dal di dentro di noi e si riversa al di fuori con grande cattiveria sia in famiglia che nella società, causando sofferenza e angoscia nei cuori, divisioni, tensioni, conflittualità fino a raggiungere vere tragedie. Se non siamo capaci di allontanare tali istinti di alterigia e di aggressione, la pace non si può ottenere né in noi né fuori di noi.

Ma chi può vincere le malvagità che albergano nel nostro animo? Esse sono espressione della radice di peccato e di morte che ognuno porta con sé. L’opera redentrice di Cristo è stata propriamente quella di liberarci, guarirci, distruggere in noi tali disordini passionali. Sta qui la fonte salutare che ci consente di trovare dentro di noi la vera pace del cuore, la serenità, la bontà, l’onestà e umiltà, che provengono dalla grazia divina ottenuta con il battesimo e poi con il sacramento della riconciliazione. Quando il nostro animo viene redento e purificato da tante cattiverie, esso trova la quiete interiore, la pace profonda. Questa pace del cuore produce la gioia e l’esultanza di chi ha scoperto il modo di essere e di vivere giusto, buono, benevolo, portatore di amore e di concordia.

Solo allora la guerra si allontana da noi e dalla faccia della terra. Altrimenti essa regna sovrana e indisturbata. Le parole o le chiacchiere che si fanno sui giornali o nei mass media oppure sugli incontri tra i grandi del mondo, contano poco; le alleanze politiche o economiche non reggono, perché ritorna impetuoso e presuntuoso l’orgoglio di primeggiare, l’istinto di distruzione e sopraffazione, l’avidità del denaro e il desiderio del potere a tutti i costi, anche a prezzo del versamento di sangue. La pace dunque è il dono che viene dal Cielo, cioè da Dio e che Gesù ha portato sulla terra con la sua nascita e poi con la passione, morte e risurrezione. Non vi è altra strada per fugare ogni tentativo belligerante se non la grazia salvifica di Cristo accolta nella fede e nell’adesione al suo amore infinito. Spetta a noi saperla valorizzare e vivere per trasformare il male in bene, l’egoismo nella donazione generosa, l’orgoglio nell’umiltà, la prepotenza nella docilità e benignità. Lo dice chiaramente la Madonna: “figlioli, aprite i vostri cuori e siate gioiosi affinché possiate accoglierla”.

Certamente non è facile arrendersi all’amore e per questo occorre lottare contro le correnti contrarie, tenebrose e menzognere. Non si deve demordere di fronte a quanto vorrebbe farci ripiombare negli istinti malvagi e deleteri. Ma sappiamo che con l’aiuto della grazia divina la lotta si vince e ogni rumore di guerra si acquieta, mentre tornano la pace e la gioia del cuore. L’arma spirituale più efficace per ottenere la vittoria della pace sulla guerra è la preghiera assidua, fervente, insistente. La strada da percorrere perciò è chiara e semplice. A noi l’impegno di seguirla passo dopo passo, giorno dopo giorno con grande fiducia e speranza. La certezza che la guerra sarà sconfitta sta nel fatto non siamo soli a lottare, ma Dio stesso con Cristo e per mezzo della Vergine Maria ci offre il suo appoggio onnipotente, per cui non dobbiamo temere né spaventarci ma affidarci totalmente al suo Amore infinito: “il Cielo è con voi e lotta per la pace nei vostri cuori, nelle famiglie e nel mondo e voi, figlioli, aiutatelo con le vostre preghiere affinché sia così”. Non resta che obbedire all’invito amorevole di Maria nostra Madre.

Grazie, o Vergine, per la premura con cui ti dedichi a noi tuoi miseri figli, perché possiamo trovare il sentiero giusto per ottenere il bene e la vita vera. Quante volte però facciamo i sordi e, chiusi nel nostro egocentrismo, non siamo disposti ad accettare quello che tu ci dici e ci ripeti con grande affetto. Basta con i nostri pensieri insensati. È ora di rimetterci nelle tue mani e assecondare i tuoi desideri e consigli preziosi. Sono essi a donarci uno spiraglio di luce e di conforto, di gioia e di pace. Grazie, o Maria, in te confidiamo e non saremo confusi in eterno!

2. La speranza del Cielo. Ci viene suggerito uno stratagemma efficace, per conservare la speranza del bene e della vita contro la tentazione della depressione e disperazione di fronte a tanto male che si sta diffondendo su tutta la faccia della terra. Questo stratagemma sta nell’elevare lo sguardo verso il Cielo, cioè alzare il volto dalla terrenità e sporcizia mondana, che spesso vuole mortificare e distruggere la nostra serenità e fiducia. Se siamo costantemente curvati verso la terra, senza accorgercene veniamo soffocati e oppressi da una infinità di malesseri e di sconvolgimenti, che attanagliano lo spirito e lo emarginano fino a farlo scomparire dal nostro animo. Allora si attua una vera prigionia e schiavitù che ci obbliga ad essere totalmente avvolti, coinvolti e travolti dalle tenebre e dalla cattiveria. In tal modo diventiamo insensibili ai valori più profondi e vitali, perdendo di vista il senso giusto delle cose e degli eventi, annientando lo slancio e la gioia di lavorare, vivere, impegnarsi, soffrire e sperare. Siamo ridotti alla stregua di macchine costrette alla catena di montaggio giorno e notte, trascurando quelle aspirazioni o elevazioni che potrebbero donarci uno spazio di luce e di respiro salutare, di un sano riposo nella libertà di poter esprimere sé stessi nella verità e nell’amore. La Vergine Maria ci invita a non lasciarci opprimere dalle cose terrene, ma ad alzare lo sguardo verso le altezze celesti, da dove provengono aria pura e luminosità calorosa.

Per attingere a quelle vette occorre innalzare il nostro spirito per allontanarci dalle nebbie ovunque diffuse e dal frastuono che risuona sulla terra. Ciò non significa estraniarci dai problemi concreti di ogni giorno, ma saperli vedere e vivere sotto una luce nuova e irraggiante che ci consente di affrontarli con chiarezza e saggezza, ottenendo ottimi risultati non solo per la nostra serenità e maturità personali, ma anche a livello di soluzioni fruttuose sulle questioni materiali, familiari, sociali. Ascoltiamo le sue parole: “vi invito a non perdere la speranza e che il vostro sguardo e il vostro cuore siano sempre rivolti verso il Cielo e verso l’eternità”. Parole di estrema importanza che dovrebbero rimanere costantemente dentro di noi ed essere incise nella nostra mente. Solo in questo modo potremo raggiungere effetti meravigliosi già su questa terra ma poi nella beatitudine eterna. Si tratta di una “regola sovrana” che va anteposta ad ogni altra visuale e aspettativa.

Se veramente vivessimo in tale dimensione celestiale, il nostro cammino sulle strade del mondo sarebbe molto più leggero, sereno e fruttuoso, constatando come le cose e i vari affari si affrontano e si risolvono con criteri più validi di qualsiasi ragionamento o sforzo umano. Dal Cielo, cioè da Dio, il Vivente e l’Amante della vita, troviamo la luce, la forza e la fiducia piena per procedere senza paure o sbigottimenti. Tenendo fisso lo sguardo lassù, avremo il piacere di procedere più speditamente e gioiosamente quaggiù. La ragione sta nel fatto che, stando uniti a Dio, noi possiamo usufruire del suo amore e della sua grazia, della sua stessa onnipotenza in modo da non essere schiacciati dalla aggressività del male e della morte che serpeggiano sulla terra, ma seguire i progetti benefici del Padre verso di noi: “così sarete aperti a Dio e ai suoi piani”. Che meraviglia!

Perché vogliamo restare sempre con il volto piegato verso il basso. Sapendo che respiriamo aria inquinata e velenosa? Poveri noi, esseri meschini e stolti! Eleviamo tutto il nostro essere, anima e corpo, verso le realtà celesti per vivere non già da bruti insensati ma da persone degne di condividere la medesima vita e beatitudine di Dio Padre Figlio e spirito Santo. La Vergine non fa altro che ricondurci su questa traiettoria per il nostro vantaggio sotto la spinta del suo amore materno. Decidiamoci una buona volta a mettere in pratica i suoi avvertimenti e non lasciarli cadere nel vuoto a nostro discapito. Non c’è più tempo da perdere. Questa è l’ora della grazia divina che attraverso la Vergine Madre ci viene benevolmente elargita.

Messaggio a Mirjana del 2 gennaio 2017
“Cari figli, mio Figlio era sorgente di amore e di luce quando, sulla terra, parlava al popolo di tutti i popoli. Apostoli miei, seguite la Sua luce. Farlo non è facile: dovete essere piccoli, dovete farvi più piccoli degli altri e, con l’aiuto della fede, riempirvi del Suo amore. Senza fede, nessun uomo sulla terra può vivere un’esperienza miracolosa. Io sono con voi, mi manifesto a voi con queste venute, con queste parole. Desidero testimoniarvi il mio amore e la mia cura materna. Figli miei, non perdete tempo facendo domande a cui non ricevete mai risposta: al termine del vostro percorso terreno, il Padre Celeste ve le darà. Sappiate sempre che Dio sa tutto, Dio vede, Dio ama. Il mio amatissimo Figlio illumina le vite e dissipa le tenebre; ed il mio materno amore, che mi porta a voi, è indicibile, misterioso, ma reale. Io esprimo i miei sentimenti verso di voi: amore, comprensione e materno affetto. A voi, apostoli miei, chiedo le vostre rose di preghiera, che devono essere le opere di misericordia: sono quelle le preghiere più care al mio Cuore materno. Le offro a mio Figlio, nato per voi. Egli vi guarda e vi ascolta. Noi vi siamo sempre vicini. Questo è un amore che chiama, unisce, converte, incoraggia e ricolma. Perciò, apostoli miei, amatevi sempre gli uni gli altri, ma soprattutto amate mio Figlio. Quella è l’unica via verso la salvezza, verso la vita eterna. Quella è la preghiera che mi è più cara, e che ricolma il mio Cuore del profumo di rose più soave. Pregate, pregate sempre per i vostri pastori, affinché abbiano la forza di essere la luce di mio Figlio. Vi ringrazio. “

Commento teologico

Anche in questo messaggio raccogliamo gli aspetti più importanti che offrono un mazzo di fiori splendenti e profumati: il primo fiore comporta l’amore – la luce – la fede; il secondo fiore contempla le cure materne di Maria, la Madre sempre unita al Figlio; il terzo fiore riguarda la nostra risposta di amore, orientata alla salvezza eterna. Ammiriamo un fiore dietro l’altro.

1. Amore – luce – fede. Anzitutto appare al primo posto la figura del Figlio, quale sorgente da cui emana abbondantemente l’amore e la luce: “mio Figlio era sorgente di amore e di luce quando, sulla terra, parlava al popolo di tutti i popoli”. Vi è un accostamento tra l’amore e la luce: l’amore indica la disponibilità del Figlio verso le creature umane, la sua totale generosa offerta di sé e della sua opera di salvezza, il suo slancio per unirsi con noi a comunicare la ricchezza della sua vita e la tenerezza del suo affetto; la luce rivela lo splendore che promana dalla sua verità eterna e perfetta, in modo che gli uomini possano vedere con chiarezza il suo messaggio di amore e il cammino per poterlo incontrare, accogliere e goderne. L’amore senza luce non appare in tutto il suo fascino e la sua bellezza e bontà; d’altra parte la luce, priva dell’amore, acceca l’animo e resta fredda, impetuosa e opprimente. Messe insieme, l’amore e la luce, sono espressione completa della figura di Gesù, Via Verità e Vita. Egli diventa una poderosa sorgente da cui scaturiscono queste due fonti: l’amore con i suoi raggi di calore e di soavità, con la sua potenza vitale e feconda; la luce con la sua luminosità dona chiarezza e visibilità a ogni cosa, la gioia di contemplare la verità eterna quale via per la vita immortale. L’amore sostiene ogni essere con il suo vigore, la luce lo fa risplendere nei suoi molteplici aspetti. L’amore spinge a desiderare il bene e a seguire il sentiero della vita, la luce fa capire e apprezzare ciò che è buono per distinguerlo dal male.

Ambedue, amore e luce, sono necessarie per una sana esistenza umana e cristiana. La Vergine ci insegna che il Figlio suo le possiede in pienezza e le diffonde nel nostro cuore e nella nostra mente, purché siamo disposti a farle entrare in noi in modo da vivere in fedeltà ad esse: “apostoli miei, seguite la sua luce. Farlo non è facile: dovete essere piccoli, dovete farvi più piccoli degli altri”. Ciò significa che per accogliere l’amore e la luce di Gesù è indispensabile l’atteggiamento di povertà e semplicità; occorre scostarci dalle cose inutili e dannose, per abbracciare pienamente l’amore e la luce di Cristo. L’umiltà del cuore si chiama fede quale porta spalancata per accoglierle ambedue.

Solo così potremo essere gli apostoli o i portatori nel mondo della redenzione compiuta dal Salvatore: “con l’aiuto della fede, [potete] riempirvi del suo amore. Senza fede, nessun uomo sulla terra potrà vivere l’esperienza miracolosa”. La visuale si allarga meravigliosamente, in quanto l’amore e la luce; calate dentro di noi con la fede, ci consentono non solo di essere apostoli tra gli uomini ma di poter sperimentare la divina potenza attraverso i suoi interventi miracolosi. Ci è concesso così di diventare strumenti per permettere a Dio di fare opere portentose. Che cosa di più commovente e sorprendente? Lasciamoci avvolgere con la fede viva e intensa dai raggi di amore e di luce che Gesù effonde su di noi come la Vergine suggerisce di fare.

2. Le cure materne. A questo punto la Vergine mostra con grande generosità la sua azione materna: “desidero testimoniarvi il mio amore e la mia cura materna”. Parole dolcissime e suadenti. Esse penetrano in noi causando una intima consolazione che scioglie ogni durezza di cuore, ogni egocentrica resistenza, in modo che da veri figli ci lasciamo sorreggere dal suo abbraccio. Propriamente per questo scopo, per esercitare cioè la sua missione materna, Ella sta in mezzo a noi: “Io sono con voi, mi manifesto a voi con queste venute, con queste parole”. Niente di più convincente per comprendere la sua solerzia e il suo venire e permanere sulla terra, accanto a noi. La cosa più sorprendente sta nel vedere come la sua premura materna sia sempre unita al Figlio. È Lui la vera luce che “illumina le vite e dissipa le tenebre”, mentre Lei è presso di Lui ed è inviata da Lui, che sostiene e irrora l’amore materno di Lei verso di noi: “il mio materno amore, che mi porta a voi, è indicibile, misterioso, ma reale”. In questo momento Maria apre confidenzialmente il suo animo con estrema franchezza e semplicità, che rivelano la purezza dei suoi sentimenti più intimi.

Si può dire che il suo Cuore Immacolato vibra di un amore tenerissimo e commovente per ciascuno dei suoi figli: “Io esprimo i miei sentimenti verso di voi: amore, comprensione e materno affetto”. Sono tre espressioni limpide e incisive: anzitutto l’amore, quale dato fondamentale che irrora tutti i suoi gesti e le sue parole materne; poi la comprensione, nel senso che Ella ci conosce uno ad uno e condivide con ciascuno le particolari situazioni, sentendone il peso insieme alla gioia, la preoccupazione assieme all’esultanza, secondo una stupenda sinfonia di atteggiamenti materni di sublime nobiltà d’animo; infine l’affetto, che aggiunge ai due precedenti vocaboli un valore più concreto e umano nel segno di una vicinanza di Maria assidua e terrena, in modo che giunga a ciascuno di noi il flusso benefico di una affettuosità delicata e toccante.

O Vergine Maria. come sei bella nella tua magnifica fotografia che porgi ai nostri occhi e soprattutto al nostro cuore! Ne restiamo ammirati, sorpresi e gioiosamente coinvolti. Fa’ che il nostro sguardo e il nostro animo non si allontanino mai dalla tua presenza amorevolmente materna; fa’ che essa giunga nel profondo di noi stessi e ci accompagni quotidianamente nella nostra giornaliera esistenza. In particolare quando siamo affaticati, sfiduciati, dubbiosi e deboli, vogliamo far risuonare ogni volta queste tue meravigliose parole e questi tuoi squisiti sentimenti, colmi di un amore sconfinato, in modo che non ci sentiamo soli e abbandonati sotto l’imperversare delle prove e tentazioni, ma sorretti sempre dalle tue braccia. Tu sei per noi un rifugio e un’ancora di sostegno e di incoraggiamento. Di tutto questo ti ringraziamo sentitamente, o Madre clemente e pia, e ci impegniamo a dimostrarti che ti vogliamo bene sul serio e ci affidiamo in ogni momento a Te e ci tuffiamo filialmente nel tuo Cuore immacolato, dove troviamo pace, speranza e tanta forza per vivere da figli tuoi docili e fedeli. A Te, o Vergine santa, la nostra sincera risposta d’amore e obbedienza. Con Te e per mezzo tuo eleviamo a Dio Padre la nostra lode e il nostro ringraziamento per averci donato una Madre come Te, o Regina del cielo e della terra. Amen

3. La nostra risposta generosa. Maria ci chiede la nostra disponibilità per offrire a Lei in ricambio delle sue cure materne il nostro amore filiale con un mazzo di rose: “a voi, apostoli miei, chiedo le vostre rose di preghiera, che devono essere le opere di misericordia: sono quelle più care al mio Cuore materno”. Le rose, come sappiamo, non sono senza spine, ma proprio le spine pungenti le rendono più preziose e splendenti. Di fatto, quando compiamo le opere di bene in mezzo ai nostri familiari e amici, il sacrificio e le difficoltà non mancano mai. Sono precisamente quelle spine a fare delle rose i fiori più belli e profumati. L’offerta di amore, se è congiunta al dolore, diventa una donazione molto più pregevole, in quanto dimostra che alle parole e ai sentimenti si aggiungono i fatti. Sono questi che rendono credibili e gradevoli parole e gesti. Tutta la nostra vita perciò è coinvolta nella autentica devozione a Maria quale atteggiamento di sincero e concreto affetto filiale. In quel mazzo di rose sono comprese le varie vicissitudini, i momenti belli e tristi, le gioie e i dolori, le preoccupazioni e le speranze. Ella ce lo ripete: “quella è la preghiera che mi è più cara, e che ricolma il mio cuore del profumo di rose più soave”. A noi il compito di vivere e mostrare a Lei amorevolmente la nostra dedizione a seguire i suoi insegnamenti e farne la sostanza della nostra crescita spirituale.

D’altra parte, Ella non ci abbandona mai e assieme a suo Figlio ci sta accanto, mentre rivolge a Lui la intercessione per tutti noi, offrendo a Lui le rose che abbiamo donato a Lei. Si nota il suo intento fondamentale: portare i nostri cuori verso il Figlio, nostro unico e perfetto Salvatore e Redentore. Attraverso Maria raggiungiamo il Cristo, come dice l’antico adagio latino: ad Iesum per Mariam. Si va a Gesù per mezzo di sua Madre: “le offro a mio Figlio, morto per voi. Egli vi guarda e vi ascolta. Noi vi siamo sempre vicini”. Come non restare interiormente commossi e scossi da tale delicatezza materna! Propriamente questa unione della Madre con il Figlio ci consente di stare sereni e fiduciosi come bimbi svezzati in braccio alla Madre (salmo 130). Allora veramente la vita si presenta ricolma di luce, amore, gioia, speranza e tanta forza, in quanto rimaniamo fermamente avvinti a Lei che ci conduce al Figlio in un abbraccio di amore infinito: “questo è un amore che chiama, unisce, converte, incoraggia e ricolma”. Quanta abbondanza spirituale già su questa terra, quale caparra della eternità beata. Sorretti e avvolti da tanto amore, non resta altro che inneggiare con grande trasporto interiore al Signore nostro Dio Padre, Figlio, Spirito Santo, che ha voluto avvicinarsi a noi tramite Lei, la Vergine Immacolata, affinché noi piccole creature potessimo innalzarci fino a partecipare alle altezze della divinità per tutti i secoli. Amen

Don Renzo Lavatori


don_renzo_lavatoriDon RENZO LAVATORI, laureato in teologia e filosofia, membro della Pontificia Accademia di Teologia, docente di Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università Urbaniana e altre Università ecclesiastiche di Roma. Conosciuto per numerose pubblicazioni sui temi fondamentali della fede e per le sue trasmissioni mensili a Radio Maria. Tra le sue opere in particolare: Gli angeli. Storia e pensiero, Marietti, Genova 1991; Milano 2000.2003; Satana un caso serio. Saggio di demonologia cristiana, EDB, Bologna 1996; Gli Angeli, Newton-Compton, Roma 1996; Il diavolo tra fede e ragione, EDB, Bologna 2001; Antologia diabolica, UTET, Torino, 2008.

mercoledì 4 gennaio 2017

Omelia della santa Messa serale Medjugorje, 30 dicembre 2016


Dal Vangelo secondo Matteo
I Magi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre, fuggi in Egitto e resta là finché non ti avvertirò: Erode infatti vuole cercare il bambino per ucciderlo».
Egli si alzò, nella notte, prese il bambino e sua madre e si rifugiò in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Dall’Egitto ho chiamato mio figlio».
Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino».
Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelào al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nazareth, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».
Parola del Signore.


Cari fratelli e sorelle, la Chiesa pone oggi davanti a noi Gesù, Giuseppe e Maria. Possiamo dire che si tratta dello stesso mistero che abbiamo contemplato nella celebrazione della nascita di Gesù.
Nella celebrazione del Natale abbiamo lodato il Signore per il fatto che Dio si è fatto vicino a noi, Dio è diventato uomo, Dio è diventato uno di noi e ha camminato e parlato con noi. Oggi guardiamo l’umanità di Gesù e vediamo che ha vissuto in una famiglia. Ha vissuto la Sua Vita spirituale nella Vita concreta e si trovava nelle condizioni in cui ci troviamo tutti noi.
Noi vogliamo contemplare il mistero di questa sacra Famiglia e vogliamo imparare da Gesù che ha vissuto una vita familiare. Osserviamo questa famiglia dai primi momenti, da quando nella vita di Maria è apparso l’angelo con il messaggio che sarebbero diventati i genitori del Figlio di Dio. Li seguiamo nel loro entusiasmo, nelle loro paure. Li vediamo nella loro fede, nell’attesa. Vediamo come gioiscono nell’organizzare il loro matrimonio.
Vediamo che Gesù, Giuseppe e Maria hanno passato tutto quello che stanno vivendo le nostre famiglie oggi.
Ma se noi leggiamo bene i Vangeli possiamo vedere che questa Famiglia ha avuto già dai primi giorni le proprie croci. La loro non è stata una vita irreale, tra le nuvole, ma proprio una vita terrena con le difficoltà, le incertezze e i pericoli. Forse proprio per questo per noi è facile avvicinarci alla Sacra Famiglia. Per questo possiamo imparare da loro.
Nella preghiera all’inizio della Messa abbiamo chiesto di imparare dalla Sacra Famiglia le virtù. Abbiamo chiesto di imparare ad avere amore reciproco.
Quali virtù vediamo? Per prima cosa vediamo che Giuseppe e Maria attraversano gioie, entusiasmi, difficoltà rimanendo aperti per il Signore.
Il punto principale del Vangelo di oggi è il momento in cui l’angelo parla nel sonno a Giuseppe. E Giuseppe ha messo in pratica ciò che il Signore gli ha comandato. Anche Maria faceva così. Questo è il fondamento della Sacra Famiglia. Questa è la famiglia che ha il cuore e l’orecchio aperti al Signore. E’ disposta a ascoltare la Parola del Signore e a vivere ciò che il Signore chiede a lei.
Questa è la lezione più importante. Questo è il messaggio che oggi ci dona la Sacra Famiglia.
Quando gioiamo, ma anche quando siamo schiacciati fino a terra dalla croce rimaniamo aperti al Signore, in modo tale da poter chiedere: “Signore, cosa devo fare? Non so cosa fare, non so dove andare. Signore, parlami Tu”. Dobbiamo anche fare ciò che il Signore ci dice.
Quando noi ci apriamo al Signore? Quando Gli porgiamo il nostro orecchio? Quando preghiamo.
Nella preghiera noi ci apriamo totalmente a Lui e così può toccare la nostra famiglia. Quando non so dove andare prego e, ispirato dal Signore, nelle tenebre trovo la via.
Non dimentichiamo mai questa cosa: qualsiasi cosa accada nella nostra famiglia apriamoci al Signore e tendiamo a Lui il nostro orecchio.
La Madonna ci istruisce in tutta la storia della Chiesa e ci dice: “Fate tutto quello che vi dirà Mio Figlio”. Sappiamo cosa è successo a Cana di Galilea quando hanno fatto ciò che Gesù aveva detto a quella giovane famiglia nata proprio in quel luogo.
Spesso nei nostri problemi ci basiamo sulle nostre forze e non riusciamo a risolverli. Ci chiediamo: “Ma perchè non è cambiato nulla?” Perchè non abbiamo chiesto la forza e la luce del Signore.
Oggi osserviamo questa bella virtù della fede e della preghiera. Invitiamo le nostre famiglie a pregare insieme. La preghiera è il cuore della vita familiare. E’ il momento in cui Dio si incarna in ogni famiglia. E’ una cosa bellissima. Diciamo: “Vieni Signore. Parlaci. IncarnaTi nelle nostre famiglie”.
Altre virtù della Sacra Famiglia possiamo trovarle nella lettera di san Paolo ai Colossesi che abbiamo letto questa sera. Paolo dice ai mariti: “Amate le vostre mogli e non trattatele con durezza.” Paolo suppone che i mariti possano essere duri con le mogli. Ma anche le mogli possono esserlo con i mariti o i bambini con i genitori. Possiamo essere duri nei confronti degli anziani quando sono infermi e non hanno più le forze.
Paolo ci insegna a non essere duri e violenti nelle parole. Noi siamo spesso violenti proprio in esse. Le parole spesso fanno peggio di un pugno.
Purtroppo in tante famiglie avviene anche una violenza fisica.
La Sacra Famiglia che oggi celebriamo doni a tutti noi di avere più mitezza, più misericordia, più amore, perchè ogni membro della mia famiglia è sacro. Io non sono padrone di nessuno.
L’altro consiglio che Paolo da per la famiglia lo rivolge ai figli e dice: “Obbedite ai genitori in tutto”.
Obbedire gli uni gli altri e sentirci a vicenda sono virtù di cui tutti abbiamo bisogno. Sono virtù di cui tutti abbiamo bisogno per avere una bella famiglia. Ma non solo nella famiglia. Ovunque in cui si vive in una comunità serve la virtù dell’ascolto. Ma per ascoltare l’altro dobbiamo avvicinarci a lui e stare zitti. Quando noi parliamo non possiamo sentire l’altro. Se parliamo di noi, dei nostri piani, dei nostri dolori sicuramente non possiamo sentire l’altro. Così spesso noi viviamo gli uni accanto agli altri e non gli uni con gli altri, perchè non siamo capaci di ascoltare.
Quante famiglie ruotano attorno alla televisione. Tutta la sala e tutti i mobili sono in funzione della televisione. Così abbiamo famiglie sedute che guardano per ore ciò che viene detto loro da quella scatola.
Quando vogliamo calmare i bambini perchè non ci diano fastidio accendiamo computer, tablet, tv… Così è tutto a posto. Tutto è in pace, perchè il bambino gioca. Ma in realtà abbiamo costretto il bambino a stare zitto. In realtà abbiamo ostacolato il necessario dialogo con il bambino.
Se andiamo al bar possiamo vedere che ci sono gruppi di giovani e ognuno tiene in mano lo smartphone. Sono insieme, ma non parlano e non si ascoltano. Quasi quasi non esistono l’uno per l’altro.
Noi, fratelli e sorelle, abbiamo dimenticato di ascoltarci a vicenda. Stiamo insieme, ma non ci ascoltiamo.
San Paolo dice ai figli di ascoltare i genitori, perchè questo piace al Signore.
Il consiglio per tutti noi è quello di ascoltare il prossimo. Ascolta come sta l’altro. Ascolta cosa il tuo prossimo porta nella sua vita e di cosa vuole parlarti.
La terza virtù a cui bisogna fare attenzione per una vita familiare è quella di non alimentare l’amarezza.
San Paolo dice: “Non esasperate i vostri figli”. Esasperare significa rendere la vita amara a qualcuno. Ma questo riguarda tutti noi, perchè sappiamo che siamo capaci di far la vita amara agli altri, renderla brutta e pesante. Siamo anche capaci di rendere la vita bella e dolce al prossimo.
Come facciamo a far diventare la vita amara agli altri? In questo certamente siamo perfetti.
Solo un piccolo esempio. I genitori rendono la vita amara al figlio quando di lui vedono solo quello che è negativo. Vedono solo i suoi sbagli e lo rimproverano per quello che avrebbe potuto fare. Allora il bambino diventa avvelenato da queste parole e pensieri negativi. Così anche per questa ragione i giovani spesso diventano depressi. Si ritirano in se stessi.
Fratelli e sorelle, preghiamo oggi Gesù Bambino, Maria e Giuseppe per la grazia della mitezza e dell’ascolto, di saper smettere di parlare per sentire il prossimo e per la grazia di poter far diventare la vita bella al nostro prossimo.
Ci aiuti il Signore.

Fonte: IdM (registrazione audio di Flavio Deagostini – trascrizione A cura di Andrea Bianco )

lunedì 2 gennaio 2017

Messaggio a Mirjana del 2 gennaio 2017

“Cari figli, mio Figlio era sorgente di amore e di luce quando, sulla terra, parlava al popolo di tutti i popoli. Apostoli miei, seguite la Sua luce. Farlo non è facile: dovete essere piccoli, dovete farvi più piccoli degli altri e, con l’aiuto della fede, riempirvi del Suo amore. Senza fede, nessun uomo sulla terra può vivere un’esperienza miracolosa. Io sono con voi, mi manifesto a voi con queste venute, con queste parole. Desidero testimoniarvi il mio amore e la mia cura materna. Figli miei, non perdete tempo facendo domande a cui non ricevete mai risposta: al termine del vostro percorso terreno, il Padre Celeste ve le darà. Sappiate sempre che Dio sa tutto, Dio vede, Dio ama. Il mio amatissimo Figlio illumina le vite e dissipa le tenebre; ed il mio materno amore, che mi porta a voi, è indicibile, misterioso, ma reale. Io esprimo i miei sentimenti verso di voi: amore, comprensione e materno affetto. A voi, apostoli miei, chiedo le vostre rose di preghiera, che devono essere le opere di misericordia: sono quelle le preghiere più care al mio Cuore materno. Le offro a mio Figlio, nato per voi. Egli vi guarda e vi ascolta. Noi vi siamo sempre vicini. Questo è un amore che chiama, unisce, converte, incoraggia e ricolma. Perciò, apostoli miei, amatevi sempre gli uni gli altri, ma soprattutto amate mio Figlio. Quella è l’unica via verso la salvezza, verso la vita eterna. Quella è la preghiera che mi è più cara, e che ricolma il mio Cuore del profumo di rose più soave. Pregate, pregate sempre per i vostri pastori, affinché abbiano la forza di essere la luce di mio Figlio. Vi ringrazio. “
 
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Commento della veggente Marija Pavlovic Lunetti a Radio Maria per il Messaggio del 25 dicembre 2016

La veggente Marija Pavlovic Lunetti a Radio Maria:

"Cari figli! Con grande gioia oggi vi porto mio Figlio Gesù perché Lui vi dia la Sua pace. Figlioli, aprite i vostri cuori e siate gioiosi affinché possiate accoglierla. Il cielo è con voi e lotta per la pace nei vostri cuori, nelle famiglie e nel mondo e voi, figlioli, aiutatelo con le vostre preghiere affinché sia così. Vi benedico con mio Figlio Gesù e vi invito a non perdere la speranza e che il vostro sguardo e il vostro cuore siano sempre rivolti verso il cielo e verso l’eternità. Così sarete aperti a Dio ed ai Suoi piani. Grazie per aver risposto alla mia chiamata”.

Marija: Oggi, come ad ogni Natale, la Madonna è apparsa con Gesù Bambino in braccio. Era contenta, gioiosa e alla fine ci ha dato la benedizione assieme a Gesù Bambino, facendo il segno della croce come fa il sacerdote.

P. Livio: Invece quattro anni fa, Natale 2012, c’è stato quel fatto, unico nella storia di Medjugorje, quando è stato il Bambino Gesù a dare il messaggio.

Marija: La Madonna quel giorno non ci ha dato il messaggio, ma Gesù Bambino si è messo in piedi e ha detto: “SONO LA VOSTRA PACE. VIVETE I MIEI COMANDAMENTI”.

P. Livio: C’è una frase che mi sembra di vedere per la prima volta: "Il Cielo è con voi e lotta per la pace nei vostri cuori...“ Come se nei nostri cuori ci sia una lotta tra la pace e la guerra, fra l’amore e l’egoismo...

Marija: Sì, è una lotta che, come dice la Madonna, comincia nei nostri cuori, nelle nostre famiglie e nel mondo.

P. Livio: Quindi se vogliamo che ci sia la pace nel mondo, dobbiamo cominciare questa lotta in noi stessi.

Marija: Esattamente. Per questo Lei ci invita ad essere sempre più “rivolti verso il Cielo e verso la vita eterna”. In tanti messaggi Lei ha detto: “Quando pensate al Paradiso, diventate più disponibili, più aperti alla speranza”.

P. Livio: La Madonna spesso ci invita a guardare al Cielo e all’eternità. Forse è perchè noi guardiamo troppo alla terra e finiamo per farci la guerra tra noi.

Marija: Sì, ci attacchiamo troppo alla terra e alle cose terrene. Invece la Madonna in questi anni ci sta invitando a rivolgerci di più al Cielo e alle cose celesti, alla vita eterna.

P. Livio: Vedo che in questi ultimi tempi la Madonna ci invita a "non perdere la speranza". Come se noi avessimo perso la nostra fiducia in Dio oppure che pensassimo che il male sia troppo forte e che noi non possiamo vincerlo.

Marija: Io credo che oggi il mondo sia molto negativo: non conta più su Dio e sul suo aiuto, ma confida solo in sè stesso. Invece la Madonna ci invita a collaborare con Dio. Lo dice anche in questo messaggio: “aiutateLo con le vostre preghiere”. Lui ci aiuta e ci chiede di non perdere la speranza.

P. Livio: Secondo te qual’è la ragione di questa lunga permanenza della Madonna tra noi? In alcuni messaggi recenti, anche quello dato a Mirjana il 2 dicembre scorso, la Madonna dice che Lei intende guidarci anche per il futuro. Come se su questa generazione ci fosse un attacco...

Marija: Sì, siamo nella lotta, come dice la Madonna. Dobbiamo lottare non solo contro questo mondo pagano, ma anche con noi stessi, perchè tante volte ciò che è pagano entra in noi. Invece la Madonna vuole che scegliamo Dio e i suoi Comandamenti, che viviamo questo cammino con Dio. Lei ripete che dobbiamo confidare in Dio, lasciarci guidare da Lui e anche collaborare con Lui pregando, facendo piccoli sacrifici, fioretti, anche per la salvezza dell’umanità. Come hanno fatto i veggenti di Fatima, che, pur così piccoli, si mettevano una specie di cilicio (una corda con i nodi) per soffrire. Oggi non sappiamo più cosa significa sacrificio e mettiamo l’io al posto di Dio.

P. Livio: Forse oggi non sappiamo più neanche cosa siano i Comandamenti, mentre la Madonna in un messaggio ha detto che sono indicatori di strada sulla via della santità.

Marija: Sì. Tu sei libero e puoi andare contro, ma sarà la tua condanna. Per questo la Madonna e anche Gesù Bambino ci invitano a vivere i Comandamenti. Se vuoi vivere bene, in pace con Dio, vivi i Comandamenti che Lui ha dato.

P. Livio: Oggi il Papa nella benedizione „Urbi et orbi“ ha fatto un panorama preoccupante di tante guerre che ci sono nel mondo, cominciando dalla Siria. Ho pensato che ora comprendiamo perchè la Regina della Pace è qui con noi: con tutte le armi che ci sono, queste guerre potrebbero portare l’umanità ad una catastrofe.

Marija: E’ vero, ma Gesù e la Madonna sono con noi e lottano con noi per la pace e noi dobbiamo collaborare con la nostra preghiera. Loro ci danno questa speranza... Una persona che ha fede è una persona in pace in ogni situazione... Gesù è presente... Lui ha detto: “Dove sono riuniti due o tre nel mio nome, Io sono con loro”. Ci crediamo o no? La Madonna ci invita a credere. Le sue parole e il suo amore ci riempiono di gioia e ci stimolano a camminare verso l’eternità.

P. Livio: Che effetto ti fa vedere un bambino appena nato e pensare che quello è Dio?

Marija: E’ una gioia immensa. Aspettiamo Natale con una gioia speciale, perchè qui è vissuto come la festa della famiglia. E quando la Madonna arriva con Gesù Bambino, è per noi un’esperienza strepitosa, enorme. Non abbiamo parole per descrivere questo. E quando vediamo Gesù che ci dà la sua benedizione insieme con la Madonna, per noi è come se il Cielo si apra e scenda qui sulla terra. Che gioia vedere questi grandi atti di amore di Dio: la presenza della Madonna e ancor più la presenza di Gesù!

P. Livio: Se il Bambino Gesù dà la benedizione vuol dire che è un Bambino ripieno della sua autorità divina. Anche quando ha parlato nel 2012 lo ha fatto con autorità divina, benchè fosse un bambino... Il fatto che tu hai visto la Madonna con Gesù Bambino, ci conferma nella fede. Noi crediamo perchè il mistero del Natale è raccontato nei Vangeli, però le apparizioni mariane ci aiutano a confermare e rafforzare la nostra fede. Capisci che il Natale è qualcosa di molto vivo, reale, che ci accompagna e che diventa presente per noi nella preghiera.

Marija: E’ vero. La presenza della Madonna è così reale che è diventata parte della nostra vita.

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Marija ha quindi pregato il “Magnificat” e il Gloria.

... e Padre Livio ha concluso con la benedizione.

Marija e P. Livio

Fonte: Medjugorje oggi

Commento di p. Livio al Messaggio a Marjia del 25 dicembre 2016

"Cari figli, con grande gioia oggi vi porto mio Figlio Gesù perché Lui vi dia la Sua pace. Figlioli, aprite i vostri cuori e siate gioiosi affinché possiate accoglierla. Il Cielo è con voi e lotta per la pace nei vostri cuori, nelle famiglie e nel mondo e voi, figlioli, aiutatelo con le vostre preghiere affinché sia così. Vi benedico con mio Figlio Gesù e vi invito a non perdere la speranza e che il vostro sguardo e il vostro cuore siano sempre rivolti verso il Cielo e verso l’Eternità. Così sarete aperti a Dio ed ai Suoi piani. Grazie per aver risposto alla mia chiamata".

Commento di Padre Livio di Radio Maria al messaggio del 25 dicembre

Questo messaggio è molto semplice ed è centrato sul Natale: la Madonna è apparsa con il Bambino Gesù in braccio ed è venuta a portare il Bambino Gesù che è la nostra pace, il Re della pace!

Se accoglieremo il Re della pace, come la Madonna ha detto in un altro messaggio di Natale, questo secolo sarà un secolo di pace e di prosperità.

Gesù è la nostra pace, il Verbo di Dio, facendosi uomo, mediante la Sua passione e la Sua morte in croce e la Sua resurrezione, ha ottenuto il perdono dei peccati. Noi siamo diventati figli di Dio, perché Gesù ha dato agli uomini la possibilità di riconciliarsi con Dio, di sentire il Suo amore, la Sua paternità, la Sua infinita misericordia.

Nel medesimo tempo Gesù è la nostra pace, perché, unendoci a Lui, ci ha reso fratelli fra noi, dandoci il precetto dell'amore.

Ecco dunque il significato che è racchiuso nelle prime parole della Madonna: “con grande gioia oggi vi porto mio Figlio Gesù perché Lui vi dia la Sua pace”. La Madonna, come ci ha descritto Marija, era piena di gioia. Il compito di Maria è quello di portarci Gesù e di portarci a Gesù, ovviamente non soltanto il giorno di Natale.

Quindi se Dio ci porta la sua pace attraverso suo Figlio Gesù, voi “figlioli, aprite i vostri cuori e siate gioiosi affinché possiate accoglierla”.

La luce risplende nelle tenebre, dice il Vangelo di Giovanni, ma le tenebre non l'hanno accolta. “Il mondo odia i cristiani, ma prima di odiare i cristiani ha odiato il Figlio di Dio”, ha detto il Papa, l'amore di Dio non è accolto, non è vissuto, non è tenuto in gran conto o anche odiato.

La Madonna ci porta Gesù nostra pace nella gioia e noi dobbiamo aprire i cuori per accoglierla, non c'è dono più grande della pace.

Anche sotto il profilo esistenziale quand'è che noi siamo felici? La felicità può essere il bagliore di un attimo, è ben difficile che la felicità sia una fiamma che brucia sempre, perché poi ci sono tante traversie nella vita.

Si può sfuggire all'inquietudine, all’angoscia, alla disperazione, alla sofferenza con la fede dell'amore di Dio, la certezza dell'amore di Dio, del Suo perdono, camminando nella vita con la pace nel cuore.

Si tratta di accogliere Gesù nella nostra vita, seguirLo, stringere con Lui un'amicizia che nessuna bufera della vita possa rompere.

Poi c'è una frase che la Madonna non aveva mai detto: “Il Cielo è con voi e lotta per la pace nei vostri cuori”, una frase molto vera anche sotto il profilo esistenziale, cioè la pace è una conquista, è un dono, ma aprire il cuore e far sì che questo dono regni nel nostro cuore e sia una presenza stabile è lotta quotidiana, è combattimento spirituale.

Con l'aiuto della grazia dobbiamo combattere perché la pace regni in noi, perché il perdono regni in noi, perché la grazia regni in noi, perché il bene regni in noi, perché la luce regni in noi. È una lotta interiore fra le tenebre e la luce, fra il male e il bene, fra la menzogna e la verità.

Il destino della pace nel mondo dipende proprio dall'esito della battaglia che si fa in ogni cuore.

Questo è certamente uno dei messaggi fondamentali della Regina della Pace e cioè che se vogliamo la pace nelle famiglie, nei rapporti umani e nel mondo, dobbiamo far vincere la pace nei nostri cuori. Ogni volta che un cuore perdona invece di vendicarsi, ogni volta che un cuore accoglie l'invito alla conversione invece che indurirsi, non soltanto cambia la vita di quella persona, ma cresce la pace nel mondo, tante gocce di pace fanno il mare della pace, tante gocce di odio fanno il mare dell'odio.

E così la pace vince anche “nelle famiglie e nel mondo e voi, figlioli, aiutate il cielo con le vostre preghiere affinché sia così”. Non siamo soli in questa lotta per il bene, per la pace, per la verità, ma la potenza della grazia opera nei nostri cuori e noi dobbiamo cooperare con le nostre preghiere affinché il Cielo vinca con noi, in noi e attraverso di noi. Allora possiamo porci la domanda: “Io che cosa posso fare perché vinca la pace? Io che cosa posso fare perché vinca il bene?

Noi stessi dobbiamo essere i portatori della pace, i testimoni della pace, operando prima di tutto in noi, poi nelle nostre famiglie e nella società.

Nel cuore di ognuno si decide il futuro dell'umanità.

La Madonna conclude il messaggio dicendo: “Vi benedico con mio Figlio Gesù”, come ci ha detto Marija nella sua telefonata, anche Gesù Bambino ha benedetto insieme alla Madonna, Gesù benedice con la benedizione di Dio, la Madonna benedice con la sua benedizione materna.

Spesso le difficoltà della vita sia a livello personale che a livello sociale e storico, fanno sì che siamo tentati di scoraggiarci, e diciamo: “Dio dov’è? Perché Dio non ci aiuta?”, Molte volte gettiamo la spugna e diciamo: il male è troppo forte, e questa è una tattica del diavolo per disarmarci, e invece la Madonna ci dice: “vi invito a non perdere la speranza”, perché, come diceva San Paolo, “se Dio è con noi, chi sarà contro di noi?

Il catastrofismo e il pessimismo sono una tentazione dalla quale dobbiamo guardarci. Dobbiamo avere invece lo sguardo della speranza sia a livello soprannaturale che a livello umano. Non ottimisti nel senso di essere sradicati dalla realtà, ma trovare le motivazioni per dare speranza alle persone, per indicare obiettivi di miglioramento per i quali impegnarci. Infine l’invito della Madonna che si è ripetuto tante volte in questi ultimi tempi: “che il vostro sguardo e il vostro cuore siano sempre rivolti verso il Cielo e verso l’Eternità”, è un invito che ha un valore particolare, perché siamo in un tempo in cui gli uomini sono come quelli descritti da Platone nella caverna, sono nella caverna al buio e quando arriva il salvatore quasi non vorrebbero uscire. Viviamo come se fossimo tutti rinchiusi in un serraglio nel quale nascere e morire.

È una visione della vita disperata, degradante, che genera angoscia.

Questa visione pessimistica della vita sta provocando il crollo della natalità, alla fin fine uno decide di godersi quel poco che può godersi e si guarda bene dal mettere al mondo delle nuove creature. Solo nella fede e con lo sguardo all’Eternità si scopre la bellezza e la grandezza della vita.

E “così”, camminando nella gioia, sia pure con la fatica quotidiana, verso la Gerusalemme Celeste, “sarete aperti a Dio ed ai Suoi piani”, piani di misericordia e di pace. “Grazie per aver risposto alla mia chiamata".

Trascrizione dall’originale audio ricavata dal sito: www.medjugorjeliguria.it