Drop Down MenusCSS Drop Down MenuPure CSS Dropdown Menu

Richiesta di preghiere

* * * * *

Per la Richiesta di Preghiere è possibile da oggi utilizzare il MODULO che si trova qui a sinistra.

Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

* * * * *

domenica 31 luglio 2016

Messaggio a Marija del 25 luglio 2016

"Cari figli, vi guardo e vi vedo persi e non avete né la preghiera né la gioia nel cuore. Ritornate, figlioli, alla preghiera e mettete Dio al primo posto e non l'uomo. Non perdete la speranza che vi porto. Figlioli, questo tempo – ogni giorno - sia sempre più un cercare Dio nel silenzio del vostro cuore e pregate, pregate, pregate finché la preghiera diventi gioia per voi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata."

Commento di Padre Livio di Radio Maria al messaggio del 25 luglio

Questo è un messaggio breve, ma di una densità straordinaria.

La Madonna esordisce lasciandoci un po’ preoccupati. Questo messaggio riecheggia quello del 25 Aprile 2016, quando la Madonna ha detto: “Il mio Cuore Immacolato sanguina guardandovi nel peccato e nelle abitudini peccaminose. Vi invito: ritornate a Dio e alla preghiera affinché siate felici su questa terra”, e oggi dice: “Vi guardo e vi vedo persi, e non avete né la preghiera né la gioia nel cuore”.

Noi dobbiamo capire cosa vuol dire: “vi vedo persi”, vi siete persi!

In altre occasioni la Madonna ha detto: “vagate senza una meta, senza una direzione”. Perché questo accade? Questo accade perché, se non preghiamo, piano piano Dio si eclissa dall’orizzonte della nostra vita, viene estromesso dalla nostra vita, non è più la meta verso la quale dirigiamo il nostro cammino quotidiano, non è più la luce che illumina il nostro pensare, il nostro agire, tutta la nostra vita quotidiana.

Se non preghiamo perdiamo Dio, perdiamo la fede e quindi ci perdiamo, nel cuore abbiamo l’amarezza, l’amarezza che viene dalla delusione dell’effimero, perché l’effimero illude, ma poi delude e essendoci persi nell’effimero, non abbiamo la gioia nel cuore”.

Perché è così importante la preghiera? Perché la preghiera è l’esperienza di Dio, è come quando apriamo la finestra e vediamo la luce del sole, nella preghiera incontriamo Dio che è il fine, la meta della nostra vita e quindi verso questa meta noi organizziamo il nostro cammino.

E la Madonna ci dice cosa dobbiamo fare per guarire dalla malattia spirituale che è la delusione, l’angoscia, la mancanza del senso della vita, il vuoto, (il vuoto è la malattia esistenziale del nostro tempo): “Ritornate, figlioli, alla preghiera”.

Attenzione, qui c’è una frase di una densità straordinaria, quando dice: mettete Dio al primo posto e non l'uomo.

Questo è l’eco di altri messaggi della Madonna in cui dice: “volete costruire un mondo nuovo senza Dio, per questo non siete felici, perché senza Dio non c’è né futuro né salvezza eterna”.

Prima della fine del mondo ci sarà l’apostasia”, dice San Paolo, e l’apostasia è proprio questa: mettere l’uomo e non Dio al primo posto. Noi stiamo costruendo un mondo senza Dio, dove l’uomo si mette al posto di Dio e crede di essere il padrone del mondo, l’uomo “se ne fa un baffo del Creatore” e stabilisce leggi che non sono quelle dell’ordine divino, leggi eversive, specialmente in Europa e nell’occidente in generale, attraverso le quali l’uomo indica se stesso come padrone del mondo. Mettere l’uomo al primo posto significa costruire Babilonia, cioè la città simbolo dell’idolatria.

Proprio la nostra civiltà è sotto il giudizio divino.

Diceva Papa Benedetto XVI, nel suo primo discorso da Papa, nell’ottobre del 2005, ricevendo i Vescovi: “sull’occidente pende la spada di Damocle, perché ha messo non Dio, ma l’uomo al primo posto”.

Poi la Madonna ci dice che la sua presenza qui è motivo di speranza, ma “se non pregate, voi perdete la speranza che vi porto”.

Guardate che dalla situazione in cui si trova il mondo oggi, che è a rischio di autodistruzione, solo la Madonna ci può salvare e solo rispondendo alla Madonna possiamo salvarci, ed è Lei che ci indica la strada e la meta, che ci indica la luce della speranza in un nuovo mondo di pace.

È la Madonna che ci condurrà in quel mondo che noi speriamo, desideriamo, che noi vorremmo, forse non tanto per noi, quanto per i nostri figli, che abbiano un mondo migliore, non questo mondo nel quale gli uomini hanno messo se stessi al posto di Dio; ma se non ritorniamo a Lui, rischiamo di perdere la speranza e di vivere la dimensione globale della disperazione: Non perdete la speranza che vi porto.

Poi la Madonna, come spesso fa nei messaggio di Luglio, parla del tempo del riposo, che sia il tempo in cui cerchiamo Dio, troviamo Dio nella preghiera, troviamo Dio nella natura, troviamo Dio con la famiglia, troviamo Dio nella riflessione interiore, guardando dentro noi stessi e ascoltando i desideri profondi del nostro cuore e ci dice: figlioli, questo tempo - ogni giorno, cioè la ricerca di Dio deve essere la prima e più importante attività della giornata, trovare Dio, lodare Dio, ringraziarLo, benedirLo e servirLo, ogni giorno, questo tempo - ogni giorno”.

Il messaggio diffuso dalla Parrocchia non è stato tradotto bene e la traduzione che noi vi abbiamo offerto è esattamente quella letterale dalla lingua croata che rende bene anche in italiano:Figlioli, questo tempo - ogni giorno - sia sempre più un cercare Dio nel silenzio del vostro cuore e pregate, pregate, pregate finché la preghiera diventi gioia per voi”. Questo è il tempo del riposo, ma che sia un riposo in Dio.

La Preghiera illumina la mente, la depura, purifica e sgrava il cuore dalle preoccupazioni, dà una visione più elevata e piena di speranza, e i problemi che ci angosciano si ridimensionano nella luce di Dio, nella speranza che Dio ci aiuti, nella Sua presenza. La preghiera è vita, rinnova la mente, rinnova l’anima, infonde forza e benefica anche il corpo.

Preghiamo nel silenzio del nostro cuore, ma anche partecipando alla Messa quotidiana nel tempo delle vacanze, dedicando il tempo alla preghiera anche in famiglia, dedicando il tempo al dialogo con i figli e a cercare Dio nella bellezza della natura. Tutto questo ci rinnova spiritualmente, questa è l’indicazione che la Madonna ci dà.

Dio è in noi, bisogna saper ascoltare la Sua voce, “e pregate, pregate, pregate finché la preghiera diventi gioia per voi.

Chi prega non ha paura del futuro”, ha detto la Madonna, la preghiera dà luce, dà speranza, dà forza, dà coraggio.

È l’arma della battaglia, è l’arma della vittoria, e chi prega ha già vinto e porta la forza e la luce di Dio in questo mondo.

Poi la Madonna conclude: Grazie per aver risposto alla mia chiamata”, perché se non ci fossero persone che rispondono, non ci sarebbe più speranza a questo mondo.

Perciò, cari amici, ritorniamo alla preghiera, ritorniamo alla speranza e avremo la forza, il coraggio di affrontare le vicende della vita quotidiana.

Trascrizione dall’originale audio ricavata dal sito: www.medjugorjeliguria.it

venerdì 29 luglio 2016

Commento di Padre Livio e Marija al Messaggio del 25 luglio 2016

La veggente Marija Pavlovic Lunetti a Radio Maria:

"Cari figli! Vi guardo e vi vedo persi, e non avete ne la preghiera ne la gioia nel cuore. Ritornate, figlioli, alla preghiera e mettete Dio al primo posto e non l'uomo. Non perdete la speranza che vi porto. Figlioli, questo tempo sia per voi ogni giorno cercare Dio sempre più nel silenzio del vostro cuore e pregate, pregate, pregate fino a che la preghiera diventi gioia per voi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”

P. Livio:  La Madonna, dicendo "Vi guardo e vi vedo persi“, ci fa fare un esame di coscienza.

Marija: Io penso che la Madonna sta cercando di darci come ogni anno un compito per l’estate e dice: “Il mondo si sta perdendo, ma voi invece pregate perchè Io voglio che voi abbiate la gioia nel cuore”. La Madonna ci ripete ancora: “Pregate, pregate, pregate fino a che la preghiera diventi gioia per voi”. Vuole che noi ci innamoriamo della preghiera.

P. Livio: Con gli eventi terribili di questi giorni, molti sono in ansia, sono nella paura, cercano una protezione umana, ma la Madonna ci dice di cercare in Dio e nella preghiera la protezione, la serenità e la pace del cuore, approfittando anche di questo tempo estivo. Altre volte la Madonna ci ha detto di cercare Dio nel nostro cuore, di cercare il riposo in Dio.

Marija: Sì. La Madonna ci chiede di non perderci nelle cose degli uomini, nelle cose del mondo, le cose futili, ma dice: “Cercate Dio, mettete Dio al primo posto”. Questo lo ripete di continuo perchè è “povero è l’uomo che confida nell’uomo”, come dice la Sacra Scrittura. La Madonna ci dice: “Siete persi e non avete nè preghiera nè gioia nel cuore”. Per questo credo profondamente che, se non abbiamo la preghiera, non abbiamo la gioia. Se non guardiamo a Gesù, se non guardiamo alla Madonna e non li prendiamo come esempio per la nostra vita, noi siamo persi. Lei ci dice: “Confidate di più in Dio e nel divino e meno nell’uomo e nell’umano”.

P. Livio:  Se non si prega si perde Dio; è come se scomparisse dalla nostra vita.

Marija: Io credo che il nostro contatto con Dio è la preghiera, come sta dicendo la Madonna in tutti questi anni. Se noi dimentichiamo la preghiera, non importa se siamo donna, uomo, sacerdote, suora, ... il mondo ci mangia, ci travolge, ci distrugge e noi siamo persi. Se cominciamo a guardare con gli occhi di Dio, Lui ci dà la speranza e ci dà i Comandamenti; poi dipende tutto da noi.

P. Livio:  Cosa vuol dire la Madonna con la frase: "Non perdete la speranza che vi porto“?

Marija: La presenza della Madonna per noi è speranza. Noi crediamo che la presenza della Madonna a Medjugorje sia un rinnovamento della Chiesa, ma anche un rinnovamento di tutti noi. La Madonna, come ha fatto con i primi cristiani che erano persi, spaventati perchè Gesù era morto sulla Croce con una orribile morte, così vede oggi che non c’è più speranza, non c’è Dio, non c’è cultura di Dio. Anche il linguaggio non è più cristiano. La Madonna ci sta ripetendo che dobbiamo cambiare il nostro modo di vivere e anche il modo di parlare, altrimenti siamo persi. La Madonna dice: “Io vi porto la speranza”, perchè la speranza è in Dio. Uno che è in Dio è tranquillo, ha la pace. Uno che non ha Dio, è un disperato, un poveraccio, una persona sempre in ricerca, mai contenta. Anche i medici dicono che il credente è una persona più positiva. La Madonna vuole che diventiamo sempre più aperti, più positivi. Oggi tantissime persone hanno paura di viaggiare, hanno paura dove c’è la folla, hanno paura anche di andare in Chiesa per paura degli attentati, ma la Madonna ci dice di non perdere la speranza.

P. Livio: Voi avete avuto una terribile guerra e adesso sembra che la guerra stia arrivando anche in tutta l’Europa, eppure ancora non comprendiamo che grande dono abbiamo di avere qui la Madonna in mezzo a noi che ci aiuta.

Marija: ... Oggi è una guerra subdola di questi pazzi, di questi fanatici... Non ci sentiamo protetti, non possiamo vivere senza telefono, senza cellulare, senza internet e siamo sempre più schiavi di queste cose. Pensiamo che possa arrivare un attentato, un pazzo e così viviamo nella paura, mentre la Madonna ci sta chiedendo di non perdere la speranza.

P. Livio: Se noi ci dedichiamo alla preghiera, ci dedichiamo a Dio, ci affidiamo a Dio, possiamo vivere tranquillamente, senza paure.

Marija: Tante volte dico che la cosa più importante è che siamo pronti quando arriva il nostro momento. Purtroppo oggi abbiamo dimenticato che siamo poveri uomini, poveri peccatori, poveri mortali e sembra che dobbiamo vivere un milione di anni. Invece no, la Madonna ci sta preparando, è presente in mezzo a noi per dirci che la nostra vita è come un fiore: oggi c’è, domani non c’è. Così ha detto in un messaggio. ... La Madonna ci sta portando al Paradiso, ci sta invitando alla gioia di vivere, a cominciare ad amarci come i primi cristiani, a condividere. Perchè siamo diventati egosti, prepotenti, non ci fidiamo del prossimo e nemmeno di Dio; e sempre più siamo isolati e abbiamo paura di tutto. Invece la Madonna ci dice di non avere paura e di vivere nella preghiera e nella gioia... La vita è bella, unica, irripetibile e dobbiamo viverla nel suo splendore, facendo il bene. Il passato non possiamo cambiarlo, ma il futuro sì; e la Madonna ci chiede di cambiare il nostro futuro, di pregare anche con la nostra vita, con il nostro esempio, con i gruppi di preghiera, di vivere insieme nella gioia, nell’amore, nell’armonia, nei Comandamenti di Dio.

P. Livio: Per questo periodo estivo di riposo, la Madonna dice: "Questo tempo sia per voi ogni giorno cercare Dio sempre più nel silenzio del vostro cuore”: gustare Dio, trovarLo e con Lui affrontare il cammino.

Marija: ... Purtroppo oggi non sappiamo più gustare la bellezza del creato come faceva S. Francesco. Non sappiamo più parlare tra noi. e la Madonna ci invita a pregare “fino a che la preghiera diventi gioia”. Uno che prega fa anche azioni concrete, uno che prega ama, uno che prega perdona, uno che prega gioisce, uno che prega è una persona positiva, aperta. Questo chiede la Madonna da noi, chiede che ogni giorno sempre di più ci avviciniamo al Paradiso.

P. Livio: Noi siamo preoccupati di questa guerra terroristica...

Marija: Io di questa guerra non ho paura. Ho paura della guerra che facciamo nell’intimo del nostro cuore, della guerra che facciamo nel grembo delle madri. Là è la guerra! Andate a vedere negli ospedali quanti aborti, quanti bambini non nati! Là è la guerra! Perchè abbiamo ormai la cultura della morte. Io penso che questo è il crimine più grande, più grande di Auschwitz, e che si compie nell’indifferenza, mentre la Madonna ci chiede di rispettare la vita umana. A me non fanno paura 10 pazzi, ma coloro che vogliono far passare per normale la cultura della morte, quelli che uccidono i bambini non nati, anche a volte di 5 o 6 mesi, questo mi fa paura. Quando una mamma ammazza il figlio, io piango, piango nel mio cuore. Questa è la guerra contro Dio e contro di noi. Tante volte, parlando con uomini e donne, mi dicono: “il mio matrimonio non è più uguale, nella vita abbiamo consumato aborti e non c’è più pace”. Questa è la cosa più terribile, perchè la culla più bella è la famiglia: è la culla della santità, la culla dell’amore, la culla della gioia di Dio. Ma oggi la famiglia è distrutta perchè non c’è Dio e la cultura moderna vuole distruggere questo rapporto con Lui. ...

La Madonna chiede che siamo santi. “Abbracciate la via della santità”, ci dice. Io lo auguro a me, a te e a tutti: che questa santità prevalga su ogni cosa. Allora vincerà la preghiera, la vita positiva e saremmo gioiosi, saremo le mani allungate di Dio per il bene dei fratelli... Oggi abbiamo fatto la processione con la statua di S. Giacomo... Ora comincia l’adorazione che continuerà tutta la notte e pregheremo per voi... Ci stiamo preparando per accogliere i giovani nel loro ritiro annuale di preghiera, testimonianze, adorazioni... di gioia dal 1° al 6 agosto...

<<< >>>

Marija ha quindi pregato il “Magnificat” e il Gloria.

... e Padre Livio ha concluso con la benedizione.

Marija e P. Livio

lunedì 25 luglio 2016

Messaggio a Marija del 25 luglio 2016

"Cari figli! Vi guardo e vi vedo persi, e non avete ne la preghiera ne la gioia nel cuore. Ritornate, figlioli, alla preghiera e mettete Dio al primo posto e non l'uomo. Non perdete la speranza che vi porto. Figlioli, questo tempo sia per voi ogni giorno cercare Dio sempre più nel silenzio del vostro cuore e pregate, pregate, pregate fino a che la preghiera diventi gioia per voi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”

Marija Pavlovic comunica a R. Maria il Messaggio del 25 Luglio 2016 da Medjugorje

 

venerdì 22 luglio 2016

25 luglio 2016 : Veglia di Preghiera in attesa del Messaggio Mensile da Medjugorje nella Chiesina di Padre Marella




Lunedì sera 25 luglio 2016, come ogni mese, in unione a tutti i gruppi di preghiera
nello spirito di Medjugorje, di Bologna e tutta l'Italia in attesa del Messaggio da Medjugorje,
veglia di preghiera aperta a tutti, alle ore 21,00 nella Chiesina di Padre Marella
in Via del Lavoro n. 13 Bologna, con Adorazione del Santissimo Sacramento,
preghiera del Santo Rosario e Coroncina della Divina Misericordia, con la presenza e guida
del sacerdote P. Roberto Viglino


mercoledì 13 luglio 2016

La Madonna, ci porta sempre a Gesù e ci riconduce al Vangelo.

La Madonna, ci porta sempre a Gesù e ci riconduce al Vangelo.
Già nel 1981 aveva detto:

Messaggio del 19 settembre 1981 (Messaggio straordinario)
Perché fate tante domande? Ogni risposta é nel Vangelo.

e poi nel 1982:

Messaggio del 12 novembre 1982 (Messaggio straordinario)
Non andate in cerca di cose straordinarie, ma piuttosto prendete il Vangelo, leggetelo e tutto vi sarà chiaro.

e infine nel 1984 ci esorta:

Messaggio del 28 febbraio 1984 (Messaggio straordinario)
«Pregate. Vi può sembrare strano che io parli sempre di preghiera. Tuttavia vi ripeto: pregate. Non esitate. Nel Vangelo avete letto: “Non affannatevi per il domani... A ciascun giorno basta la sua pena”. Non preoccupatevi dunque per il futuro. Limitatevi a pregare e io, vostra Madre, mi prenderò cura di tutto il resto».

Fonte: Medjugorje Varese

martedì 12 luglio 2016

Medjugorje: che cosa ho visto, perche ci vado

Che cosa ho visto a Medjugorje?

A Medjugorje non ho trovato maestri di fede, ma testimoni.
Non ho visto strade affollate da santi,ma confessionali assediati da pellegrini, desiderosi di incontrare il Signore.
Non sono stato attratto dalle parole,ma dal silenzio adorante l’Eucaristia.
Non ho vissuto momenti di fede nuova,ma solo di profonda volontà a rinnovarmi in Cristo, guidato da Maria,sua madre.
Non ho sentito messaggi estranei al Vangelo,ma inviti a viverlo,ad ascoltare la voce di Dio. Qui ho amato ancora di più la Chiesa,che si rende  viva nella preghiera di moltissimi giovani in ginocchio,con gli occhi fissi su di un altare all’aperto, dove odorano  il profumo della presenza di Cristo e di Maria.

Perchè vado a Medjugorje ?

Vado a Medjugorje non perchè attratto dai veggenti, ma solo dal respiro di Dio, che mi avvolge e mi accarezza, ogni volta che inizio a salire il Podbrdo e il Krizevac.
Cammino lentamente e prego.
Non mi fermo mai, se non per alzare gli occhi al cielo e ringraziare Gesù, per avermi data la gioia di essere in Lui figlio della stessa Madre, Maria.
Non cerco miracoli o eventi straordinari, anche se tutto si veste di mistero, che si fa luce sul volto di ogni pellegrino, le cui labbra sorridono di fede.




Fonte: Fil Oltre

lunedì 11 luglio 2016

Commento di Padre Livio al messaggio a Mirjana del 2 luglio 2016

Messaggio a Mirjana del 2 luglio 2016

"Cari figli, la mia presenza reale e vivente in mezzo a voi deve rendervi felici, perché questo è il grande amore di mio Figlio. Egli mi manda in mezzo a voi affinché, con materno amore, io vi dia sicurezza; affinché comprendiate che dolore e gioia, sofferenza e amore fanno sì che la vostra anima viva intensamente; affinché vi inviti nuovamente a celebrare il Cuore di Gesù, il cuore della fede: l’Eucaristia. Mio Figlio, di giorno in giorno, nei secoli ritorna vivente in mezzo a voi: ritorna a voi, anche se non vi ha mai abbandonato. Quando uno di voi, miei figli, ritorna a Lui, il mio Cuore materno sussulta di felicità. Perciò, figli miei, ritornate all’Eucaristia, a mio Figlio. La strada verso mio Figlio è difficile e piena di rinunce ma, alla fine, c’è sempre la luce. Io capisco i vostri dolori e le vostre sofferenze e, con materno amore, asciugo le vostre lacrime. Confidate in mio Figlio, poiché Egli farà per voi quello che non sapreste nemmeno chiedere. Voi, figli miei, voi dovete preoccuparvi soltanto per la vostra anima, perché essa è l’unica cosa che vi appartiene sulla terra. Sudicia o pura, la porterete davanti al Padre Celeste. Ricordate: la fede nell’amore di mio Figlio viene sempre ricompensata. Vi chiedo di pregare in modo particolare per coloro che mio Figlio ha chiamato a vivere secondo Lui e ad amare il loro gregge. Vi ringrazio!"

Commento di Padre Livio al messaggio del 2 luglio 2016

È un messaggio dove ogni frase è un poema. Sono persino imbarazzato a commentare questo messaggio della Madonna, per cui la prima raccomandazione che vi faccio è di leggerlo e meditarlo parola per parola, per tutto il mese, perché è di una ricchezza spirituale straordinaria.

La mia presenza reale e vivente in mezzo a voi deve rendervi felici, perché questo è il grande amore di mio Figlio”.

La Madonna rileva, come già in altri messaggi, che c’è il pericolo che la sua presenza diventi un’abitudine, qualcosa di scontato, qualcosa che non commuove, che non interpella, come quando andiamo a Messa per abitudine e non ci rendiamo conto che Cristo è vivo sull’altare, così può avvenire per quanto riguarda questa esperienza straordinaria delle sue Apparizioni, non dico per i veggenti, ma per noi che ormai ci abbiamo fatto l’abitudine e non ci rendiamo conto che la Madonna è presente in modo reale, viva e ci dà parole che non passeranno.

Prima di tutto ricordiamoci di questa grazia immensa che ci ha concesso Gesù: la presenza reale e vivente della Madonna in mezzo a noi.

È Gesù stesso che La invia: Egli mi manda affinché, con materno amore, vi dia sicurezza”. La Madonna dà oggi una nuova spiegazione a motivo di questa sua presenza, perché ci vede incerti nella fede, ci vede stanchi, ci vede dubbiosi, ci vede barcollanti o ci vede che vaghiamo nel mare dell’effimero senza una direzione e, con quella dolcezza che la Madonna trasmette in tutti messaggi, ci rende saldi nella fede,

affinché comprendiate che dolore e gioia, sofferenza e amore”, che sono le vicende della vita, sono animate dalla grazia, e nelle vicende quotidiane possiamo scrivere una pagina di amore nei libri dell’eternità,

dolore e gioia, sofferenza e amore non sono qualcosa che ci schianta o qualcosa di effimero che passa, ma sono realtà che fanno sì che la vostra anima viva intensamente”, vivendo tutto nella fede.

E poi dice la ragione forse ultima, più profonda per cui Gesù l’ha mandata: “affinché vi inviti nuovamente a celebrare il Cuore di Gesù, il cuore della fede: l’Eucaristia”.

Le parole della Madonna sono l’interpretazione materna del Vangelo di suo Figlio, Lei è l’Ancella del Signore e ci fa capire che è qui per riportarci a suo Figlio, presente nell’Eucarestia.

Il fine ultimo per cui suo Figlio L’ha mandata è perché ci riporti a Lui, e ci riporti a Lui attraverso la chiamata alla preghiera, la chiamata alla fede, la chiamata alla conversione, la chiamata alla Confessione, ma tutto questo ha come scopo l’unirci a Cristo nell’Eucarestia.

Per tanto tempo la Madonna ha insistito sulla conversione e sulla Confessione, ma è perché conversione e Confessione sono per portarci all’Eucarestia, che è il cuore della fede.

La Madonna già dall’inizio aveva organizzato la parrocchia di Medjugorje sulla Santa Messa quotidiana ogni sera e aveva invitato tutti i parrocchiani a partecipare e fino ad oggi si celebra anche con tutti i pellegrini.

Nell’Eucarestia è presente Cristo vivo, nella formulazione teologica, catechetica diciamo che nell’Eucarestia è presente Gesù Cristo realmente presente col suo Corpo, Sangue, Anima e Divinità.

La Madonna ci spiega l’Eucarestia con una frase molto semplice: “mio Figlio ritorna vivente in mezzo a voi”, Cristo ritorna realmente vivente, risorto, nello splendore della sua gloria, è realmente presente.

La Madonna fa una certa analogia tra la sua presenza reale e vivente, Lei appare con il Corpo reale e i veggenti l’hanno toccata più volte, diversa dalla presenza spirituale della Madonna che c’è ovunque nel mondo, come in tutti i santuari mariani, ma lì a Medjugorje è reale e vivente.

Così per analogia possiamo dire che Gesù è spiritualmente presente ovunque, ma nell’Eucarestia, ogni giorni, attraverso “i secoli ritorna vivente in mezzo a voi”, realmente presente, con la sua umanità e la sua divinità, “ritorna a voi, anche se non vi ha mai abbandonato”.

Io sono con voi fino alla fine dei secoli”, dice Gesù, non ci ha mai abbandonato, Lui è presente con il suo spirito, con la sua grazia, con la sua parola, con i Sacramenti, ma nell’Eucarestia ritorna vivente in mezzo a noi. Quindi l’Eucarestia non solo ci dà la grazia, come tutti i Sacramenti, ma ci dà l’Autore stesso della grazia che è il Figlio di Maria.

Il ritorno a Cristo non è qualcosa di impalpabile, è un cammino di fede, di preghiera, di conversione, di Confessione e poi l’Eucarestia.

Solo nell’Eucarestia Gesù è presente, realmente vivente.

Quando uno di voi, miei figli, ritorna a Lui, il mio Cuore materno sussulta di felicità”. Quando la Madonna ci vede che, in grazia di Dio, con fede noi torniamo a Gesù e Lo riceviamo nell’Eucarestia, il suo Cuore sussulta di felicità.

Perciò, figli miei, ritornate all’Eucaristia, a mio Figlio”, tornare a Gesù significa tornare alla Confessione e alla Comunione.

La strada verso mio Figlio è difficile”, lo sappiamo benissimo. Gesù ha detto di passare dalla porta stretta e camminare sulla via ripida, che non è larga come quella del demonio piena di false luci, di false gioie e di trappole, ma “piena di rinunce”, bisogna rinunciare alle seduzioni, all’effimero e al male, “ma, alla fine, c’è sempre la luce”.

Si è contenti, mai nessuno si troverà pentito per aver seguito Gesù, invece sempre si troverà pentito di aver seguito il demonio.

Io capisco i vostri dolori e le vostre sofferenze e, con materno amore, asciugo le vostre lacrime”, non sempre la Madonna ci toglie i dolori e le sofferenze, però ci toglie la disperazione, ci asciuga le lacrime, ci dà sempre la speranza.

Confidate in mio Figlio, poiché Egli farà per voi quello che non sapreste nemmeno chiedere”. La Madonna ha detto un volta che la preghiera ottiene miracoli, chi confida in Gesù vedrà le meraviglie della sua potenza, e la sua potenza sarà quella di far trionfare l’amore nel momento in cui sembra che il principe di questo mondo stia per vincere. Se ci convertiamo, se ci pentiamo, se ci affidiamo, se siamo umili, farà “quello che non sapreste nemmeno chiedere”, ci porterà nel Cuore stesso della Santissima Trinità.

Voi, figli miei, voi dovete preoccuparvi soltanto per la vostra anima”. Di cosa dobbiamo preoccuparci: dei problemi economici, della salute? I tempi nei quali viviamo sono talmente difficili e pieni di trappole che noi dobbiamo stare attenti, raccolti, fissi su questo obiettivo: la salvezza eterna della nostra anima, dobbiamo conservarci puri, umili, semplici, in modo tale che il Padre Celeste ci abbracci nel momento della nostra morte. Preoccupandoci delle anime degli altri, noi operiamo anche per la nostra anima, “perché essa è l’unica cosa che vi appartiene sulla terra”, noi di là andiamo soltanto con la nostra anima, non con le nostre case, con le nostre cose, né con i nostri soldi, di fronte all’anima tutto il resto è polvere, l’anima è tutto ciò che noi abbiamo e che siamo.

Questa anima, “sudicia o pura, la porterete davanti al Padre Celeste”. Quante volte la Madonna ci ha richiamato allo sbocco della vita, all’Eternità, al giudizio personale. La Madonna ci ricorda questa realtà che a volte noi preti abbiamo quasi paura di dire. “Che giova all’uomo guadagnare il mondo intero se poi perde la sua anima?” Con parole materne la Madonna commenta questa frase del Vangelo.

Ricordate: la fede nell’amore di mio Figlio viene sempre ricompensata”, chi si affida a Gesù e alla sua misericordia, sa che Gesù non lo tradirà mai.

Poi quella meravigliosa espressione con cui parla dei sacerdoti: “Vi chiedo di pregare in modo particolare per coloro che mio Figlio ha chiamato a vivere secondo Lui e ad amare il loro gregge”, a vivere come Lui, poveri, obbedienti, casti e pieni di fede, ci chiede di pregare per tutti i sacerdoti, i vescovi e il Papa. “Vi ringrazio!"

Da quale cuore può venire questo messaggio? Questi sarebbero messaggi banali come dice qualche studioso da quattro soldi? Ogni frase è un poema divino. Queste parole possono venire soltanto dal Cuore di Maria.

Trascrizione dall’originale audio ricavata dal sito: www.medjugorjeliguria.it

sabato 9 luglio 2016

Omelia della santa Messa serale Medjugorje, 7 luglio 2016


Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, disse Gesù ai suoi apostoli:
«Strada facendo, predicate, dicendo che il regno dei cieli è vicino. Guarite gli infermi, risuscitate i morti, purificate i lebbrosi, scacciate i demòni.
Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date. Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture, né sacca da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché chi lavora ha diritto al suo nutrimento.
In qualunque città o villaggio entriate, domandate chi là sia degno e rimanetevi finché non sarete partiti.
Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne è degna, la vostra pace scenda su di essa; ma se non ne è degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglie e non dà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dei vostri piedi. In verità io vi dico: nel giorno del giudizio la terra di Sòdoma e Gomorra sarà trattata meno duramente di quella città».
Parola del Signore


Ave Maria…
Maria Regina della Misericordia,
prega per noi.
Cari fratelli e sorelle, cari ascoltatori, in questi giorni a Medjugorje, riflettendo assieme ai sacerdoti e ai seminaristi sulla bellezza della Misericordia di Dio, ho spesso utilizzato degli esempi della mia infanzia, quando da bambino ho custodito le pecore con i bambini del mio paese. Ho testimoniato questa cosa davanti ai sacerdoti e ora lo farò davanti a voi. La testimonianza di un pastore di pecore che mi aiuta oggi nella mia vita sacerdotale.
Questa sera vi presenterò un’immagine della vita da pastore. Gesù faceva anche così:prendeva le immagini della vita di ogni giorno, in modo che ognuno potesse capire.
Quando custodite le pecore capita che una cada in un rovo. Per esempio in uno di more. Le more sono zuccherate e succulente, ma in mezzo ai cespugli ci sono tante spine. Ci sono dei rami lunghi e spinosi. Quando la pecora entra nel cespuglio di more vede i frutti e le foglie che vuole mangiare, ma entra in questi rami spinosi. Si comincia a girare e rigirare e più vuole togliersi da questi rami e più ne rimane impigliata. Spesso mi è capitato di dover salvare delle pecore in queste condizioni.
Ti spiace di quello che capita a questa pecora. Quando la vedi ti accorgi che ha paura. E’ terrorizzata. La sua paura cresce, perchè non sa che tu sei là per liberarla, per risolvere il suo problema. Allora devi farla un pò soffrire. Devi spingerla, perchè lei vuole liberarsi da sola. Ma quando la liberi da questo rovo è molto contenta e ritorna verso il resto del gregge. Ma questa pecora è ferita.
Mi è capitato una volta che una pecora ha passato tutta la notte nel cespuglio spinoso. Quando l’ho scoperta era quasi morta. Non riusciva neanche più a dimenarsi. Aveva delle ferite profonde dappertutto.
Mi ricordo che mia madre faceva un balsamo con delle erbe che metteva sulle sue piaghe, affinchè guarisse il più presto possibile.
Cari fratelli e sorelle, questa è l’immagine dell’uomo che si è inviischiato nel peccato alla ricerca di cibo saporito ed è rimasto imprigionato. E’ necessario allora che qualcuno lo liberi. Gesù lo libera attraverso i suoi sacerdoti.
Ed è per questo che durante questi giorni noi riflettiamo su quanto sia importante l’opera di Misericordia, quando salvi un’anima ferita dal peccato, quando pensi a lei e guarisci le sue ferite, quando te ne curi.
Ricordatevi della parabola del buon samaritano che ha trovato quell’uomo ferito. E che cosa fa? Si mette lì a curare le sue ferite versando olio e vino. E’ l’immagine della santa Messa, l’immagine dell’Unzione dei malati, l’immagine della preghiera quando il sacerdote prega per l’anima ferita e la libera dal potere del maligno e dal potere del peccato.
Fratelli e sorelle, qualche giorno fa ero seduto qui, davanti all’altare e mi sono accorto che c’è un’immagine di Maria dove c’è scritto “Madre di Misericordia”. Riflettevo su quest’immagine durante questi giorni e nei miei pensieri emergeva il testo del Magnificat.
Ve lo dirò in latino e dopo vi dirò perchè. C’è scritto: “Et Misericordia Eius…” Non so perchè in croato l’abbiamo tradotto come “bontà”. Non si parla di bontà, ma così è stata fatta la traduzione croata. La Sua Bontà… Ma è stato scritto: “La Sua Misericordia si stende su coloro che Lo temono di generazione in generazione”.
Ci sono due cose che desidero dire.
Durante questi giorni noi meditiamo sul mistero della Misericordia di Dio: quanto Dio sia grande, quanto Dio è Amore. Abbiamo sentito nella prima lettura tratta dal profeta Osea come c’è scritto come il nostro Dio sia pieno di Amore e di Misericordia. Si dice che Dio si abbassa sulla miseria dell’uomo e desidera liberarlo, prenderlo per mano. Sono parole di consolazione. Che bella lezione! Il nostro Dio è veramente misericordioso e buono. E’ Amore.
Detto questo, che cosa ha dimenticato l’uomo di oggi? E’ una cosa molto importante. Nel Magnificat sta scritto: “La Sua Misericordia si stende su quelli che Lo temono”. Ma col timore di Dio.
Perchè gli uomini fanno così tanti peccati oggi? Perchè fanno queste cose continuamente? Perchè mancano del timore di Dio.
La Bibbia dice che l’inizio della Sapienza è il timor di Dio.
Per questo ho detto ai sacerdoti che prego per un’intenzione particolare, cioè che il Papa dopo l’anno della Misericordia nella chiesa apra un anno del timore di Dio. Perchè oggi il mondo non ha più timore di Dio.
I padri e le mamme che uccidono i loro figli oggi temono Dio?
Noi sacerdoti temiamo Dio quando non annunciamo Gesù crocifisso, morto e risorto?
I nostri politici che dicono di essere cristiani hanno timore quando votano per delle leggi che sono contro natura e contro la Volontà di Dio?
C’è timore di Dio? Tutti vogliamo la Misericordia.
Un santo ha detto che desideriamo la Misericordia a buon mercato. Vogliamo che Dio abbia pietà di noi, che sia misericordioso, ma al tempo stesso che possiamo continuare a fare quello che vogliamo.
Questa non è la Misericordia di Gesù. Questa è una falsa misericordia. E’ una misericordia diversa da quella di Dio, perchè la Sua Misericordia e il Suo Amore si estendono su quelli che Lo temono.
Dio da la Misericordia soltanto a quelli che Lo temono, perchè gli altri hanno messo loro stessi dei limiti a questa Misericordia.
Cari credenti, preghiamo durante questa santa Messa Per questo doppio dono: che noi possiamo sentire come san Francesco nella nostra vita la bellezza della Misericordia, dell’Amore di Dio, ma preghiamo per il dono del timore di Dio. San Francesco sentiva la bellezza della Misericordia, lui che temeva Dio. Ma non si trattava di una paura umana. Era un timore figliale, nobile, bello. Dio mi ha dato tutto e mi ama, come non temerLo? E’ come un bambino che ha dei genitori tanto buoni e ha paura di ferirli, non perchè ha paura dei genitori, ma per non offendere il loro amore, perchè gli hanno dato tutto.
E’ un tale timore che l’uomo d’oggi dovrebbe avere. E’ quello di cui l’uomo di oggi ha bisogno.
Preghiamo per questa intenzione in questo santuario della Vergine Maria in cui invochiamo la Regina della Pace e della Misericordia.
Ella preghi, affinchè noi riceviamo questo dono. La grazia di ricevere nei nostri cuori la Misericordia di Dio e al tempo stesso di temere il nostro Dio.
Amen.
Siano lodati Gesù e Maria.

Fonte: IdM (registrazione audio di Flavio Deagostini – trascrizione A cura di Andrea Bianco )

giovedì 7 luglio 2016

Angolo teologico – Riflessione sui Messaggi di Medjugorje di Don Renzo Lavatori (19) – Messaggi a Ivan (straordinario) del 24 giugno 2016, a Marija del 25 giugno 2016 e a Mirjana del 2 luglio 2016

Messaggio straordinario del 24/06/2016 (Ivan)

"Cari figli, vengo a voi e desidero guidarvi. Per amore desidero guidarvi verso mio Figlio: Egli è l’amore. Prego per tutti voi, cari figli, ed intercedo presso mio Figlio. Perciò, perseverate, cari figli, nella preghiera! Pregate in particolare per la pace. Grazie, cari figli, per aver risposto anche oggi alla mia chiamata."

Commento teologico

La caratteristica più significativa sta nella ripetizione quasi a ogni piè sospinto della frase: "Cari figli ", per ben quattro volte in questo breve messaggio. Perché questa insistenza di tale qualificazione filiale verso di noi piccoli poveri cristiani? La ragione viene espressa subito nelle parole di Maria: "per amore desidero guidarvi verso mio Figlio ". Ciò significa che Ella vuole vedere in noi l'impronta o l’immagine meravigliosa di suo Figlio, il Verbo incarnato che Ella ha tenuto racchiuso nel suo corpo verginale e lo ha inserito nella nostra storia umana quale fermento e farmaco di salvezza e redenzione. Lo stesso amore con cui ha accolto e accudito suo Figlio, la Vergine lo riversa su di noi affinché ne sentiamo tutta la dolcezza e la tenerezza. Si può dire che Ella congiunge noi a Gesù per formare con Lui la famiglia dei suoi figli prediletti. Da qui sorge nel suo cuore materno la cura e la premura per ciascuno di noi, in quanto in noi rivede suo Figlio e rivive il suo slancio materno con la medesima dedizione e generosità. Questo aspetto apre una luce radiosa per comprendere il profondo rapporto che ci lega a Maria nostra dolcissima Madre.

L'unico legame di amore, vissuto da Maria nei confronti di Gesù, si ripercuote nei nostri confronti. Scaturisce così la necessità di essere conformi al Figlio suo, di imprimere in noi i lineamenti di Gesù, in modo che l'Unione tra noi e Maria sia sempre più profonda e meravigliosa, in similitudine e partecipazione a quella effusione di amore che ha tenuto strettamente congiunti i cuori della Madre e del Figlio. Non esiste perciò una vera vitale devozione mariana se non viene collegata e radicata nella nostra conformità a Cristo, nella sequela quotidiana alla sua Parola, alla sua grazia, per essere "cristificati" a immagine del Figlio Gesù. Stupendo intreccio di salvezza: è Cristo che ci affida a Maria ed è Maria che ci porta a Cristo. Per questa ragione Ella insiste di tornare a Gesù e metterlo al centro della nostra vita. Spetta a noi vivere fino in fondo un tale vincolo di unione e comunione tra la Vergine, il Figlio e ciascuno di noi suoi figli. Grazie o Vergine Maria di ricordarci e stimolare i nostri animi per inserirci nel vincolo di amore che tu vuoi imprimere nei nostri cuori.

 

Messaggio a Marija del 25 giugno 2016

"Cari figli! Ringraziate Dio con me per il dono che Io sono con voi. Pregate, figlioli, e vivete i comandamenti di Dio perché siate felici sulla terra. Oggi, in questo giorno di grazia desidero darvi la mia benedizione materna di pace e del mio amore. Intercedo per voi presso mio Figlio e vi invito a perseverare nella preghiera perché con voi possa realizzare i miei piani. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”

Commento teologico

In questo breve messaggio emergono alcuni aspetti di particolare rilievo. Il primo, che colpisce il cuore di chi legge, proviene dalla bellissima espressione: "perché siate felici sulla terra ". Tutti cercano con ansia la felicità anche su questa terra. Ma di quale felicità si tratta? La Vergine lo dice molto chiaramente che essa non proviene soltanto dai beni materiali e dalla ricchezza, ma viene prodotta da due orientamenti che devono albergare nel nostro cuore: la preghiera costante e la fedeltà ai divini comandamenti, come viene detto espressamente: "pregate, figlioli, e vivete i comandamenti di Dio".

Dentro queste due traiettorie possiamo comprendere il vero significato di felicità.

Essa si compone fondamentalmente di due elementi vitali: la preghiera che tiene unito il nostro spirito con lo Spirito di Dio in una stretta comunione di reciproca conoscenza e intesa; l'adesione concreta alle leggi divine, che ci consente di vivere ogni momento nella verità e nell’amore, cioè nella gioia e nella luce del cuore. Se ci allontaniamo da questi due pilastri, noi restiamo prigionieri delle realtà terrestri e veniamo privati della libertà e serenità spirituali. In tal modo ricadiamo nella schiavitù degli interessi che causano ansie e sofferenze, perdendo la quiete interiore e scatenando di conseguenza apprensione, agitazione, conflittualità. Diventiamo come dei forsennati e agitati, privi di saggezza e discernimento, lasciandoci coinvolgere in situazioni complesse e insolubili. Di fatto perdiamo "la felicità" vera che viene vissuta nella comunione con la verità e l'amore di Dio e dei fratelli.

In tale contesto appare propizia la materna benedizione che la Vergine ci dona, quale suggello e caparra di piena felicità per il regno dei cieli: "desidero darvi la mia benedizione materna di pace e del mio amore". In tal modo portiamo in noi un senso intimo di una gioia e speranza che non tramontano mai neanche nei momenti più difficili e tumultuosi della umana esistenza. Se restiamo saldamente ancorati alla preghiera e alla fedeltà al divino Volere, nulla è nessuno potrà separarci dall'amore di Gesù e dalla sua grazia, protetti e difesi dalla materna benedizione di Maria.

La Vergine conclude dicendo: "con voi possa realizzare i miei piani". Quali sono i piani o progetti di Maria? Ella lo spiega bene che i suoi piani corrispondano esattamente a quelli del Padre celeste, il quale vuole che tutti i suoi figli giungano alla salvezza eterna. A tale scopo la Vergine continua a stare in mezzo a noi, affinché non perdiamo il tesoro più prezioso, quello di poter conquistare la piena felicità nella beatitudine del paradiso. Ciò corrisponde alla finalità per cui il Figlio di Dio si è fatto carne ed è morto e risorto per ricondurci al Padre e renderci partecipi del banchetto eterno di amore e felicità senza fine.  Non trascuriamo tale invito di Maria nostra Madre, altrimenti rischiamo di perderci per sempre.

La tua materna benedizione ci accompagni ogni giorno, o Vergine Maria, per non sentirci mai soli e sventurati ma figli tuoi docili e fiduciosi.  Grazie del tuo amore che non conosce né sosta né stanchezza ma è sempre pronto a venire in soccorso di noi diletti figli tuoi.

 

Messaggio a Mirjana del 2 luglio 2016

“Cari figli, la mia presenza reale e vivente in mezzo a voi deve rendervi felici, perché questo è il grande amore di mio Figlio. Egli mi manda in mezzo a voi affinché, con materno amore, io vi dia sicurezza; affinché comprendiate che dolore e gioia, sofferenza e amore fanno sì che la vostra anima viva intensamente; affinché vi inviti nuovamente a celebrare il Cuore di Gesù, il cuore della fede: l’Eucaristia. Mio Figlio, di giorno in giorno, nei secoli ritorna vivente in mezzo a voi: ritorna a voi, anche se non vi ha mai abbandonato. Quando uno di voi, miei figli, ritorna a lui, il mio Cuore materno sussulta di felicità. Perciò, figli miei, ritornate all’Eucaristia, a mio Figlio. La strada verso mio Figlio è difficile e piena di rinunce ma, alla fine, c’è sempre la luce. Io capisco i vostri dolori e le vostre sofferenze e, con materno amore, asciugo le vostre lacrime. Confidate in mio Figlio, poiché Egli farà per voi quello che non sapreste nemmeno chiedere. Voi, figli miei, voi dovete preoccuparvi soltanto per la vostra anima, perché essa è l’unica cosa che vi appartiene sulla terra. Sudicia o pura, la porterete davanti al Padre Celeste. Ricordate: la fede nell’amore di mio Figlio viene sempre ricompensata. Vi chiedo di pregare in modo particolare per coloro che mio Figlio ha chiamato a vivere secondo lui e ad amare il loro gregge. Vi ringrazio”.

Commento teologico

Vi sono contenuti due aspetti di grande importanza: il primo riguarda la tematica piuttosto impegnativa ma stupenda dell'armonico rapporto tra il dolore e l'amore, come è stato vissuto da Gesù e da Maria stessa. Ella parla non per astrazione ma per personale esperienza. Maria è la Madre addolorata e la causa della nostra letizia. Lo dice con estrema chiarezza: "io vi dono sicurezza, affinché comprendiate che dolore e gioia, sofferenza e amore fanno sì che la vostra anima viva intensamente ". Ci si chiede sorpresi come possano stare insieme due realtà che sembrano diametralmente opposte? Appare un paradosso quello che dice la Vergine, mostrando come la sofferenza si accompagni al gaudio e il dolore sia fonte di amore. Come è possibile tutto questo? Ella lo afferma, lo insegna e lo ha vissuto. Sotto la croce il suo dolore di Madre è sconfinato, ma il suo amore per il Figlio in obbedienza alla volontà del Padre la sostiene e le dona la forza dì accogliere la morte del Figlio come un evento di grazia e di salvezza per l'umanità. Proprio in ragione di questa sofferenza vissuta per totale dedizione di amore, Maria diventa partecipe della redenzione di Cristo e si fa nostra corredentrice. Tale congiunzione della massima sofferenza con l'offerta di piena oblazione trasforma il dolore nella suprema grazia della redenzione, che costituisce l'origine della vittoria della vita sulla morte e della gioia sulla sofferenza. In effetti, se ben riflettiamo, il dolore, frutto del peccato e della malvagità del mondo, se viene preso per sé stesso diventa insopportabile e motivo di disperazione e distruzione; ma se invece viene sostenuto, irrorato, animato dall'amore, esso non solo viene vissuto con maggiore serenità, ma porta con sé la forza vitale che consente di non sopraffare il nostro animo ma di essere causa di speranza e di fiducia. D'altronde l'amore, per essere vero ed efficace, deve dimostrare di saper accettare anche il dolore, non fine a sé stesso ma quale segno e testimonianza di un amore talmente grande che sostiene e supera ogni dolore. Questo costituisce il mistero dell’amore immenso attuato nella massima sofferenza della croce vissuta dal Figlio e con lui dalla Madre. Per questo Ella ce lo ripete e desidera inculcarlo nel nostro cuore, per essere, come Lei, addolorati e sereni, sofferenti e fiduciosi, afflitti e vittoriosi.

Nel messaggio vi è un altro aspetto che va sottolineato, quando dice: "voi, figli miei, voi dovete preoccuparvi soltanto per la vostra anima, perché essa è l'unica cosa che ci appartiene sulla terra". Parole sacrosante! Oggi purtroppo non si parla più della salvezza eterna dell'anima, che è lo scopo unico e ultimo della nostra esistenza umana. La Vergine afferma che l'anima costituisce la cosa che ci appartiene quale unica nostra proprietà. Il resto non lo possediamo in proprio ma solo in prestito per la breve durata della esistenza terrena. Da qui l'assoluta importanza di conservare e abbellire la nostra anima quale valore primario per la vita eterna. La Vergine sta qui in mezzo a noi per ricordarci con animo accorato che tutte le cose del mondo, a cui siamo molto attaccati, scompaiono con la morte. Ciò che rimane è il bene vissuto nella fede e nell'amore. Altrimenti l'anima resta "sudicia", infangata nella polvere della terra e priva di quella unica cosa necessaria: la salvezza portata da Cristo e accolta amata vissuta con la pienezza della nostra adesione.

O Vergine Maria, ti ringraziamo perché ci riporti ogni volta all'essenziale della vita, disincantandoci dai veleni e dai falsi idoli che vogliono allontanarci dall'amore per tuo Figlio che solamente ci conduce alla beatitudine eterna. Donaci, o Madre pietosa, l'aiuto materno per seguire serenamente e coraggiosamente i tuoi insegnamenti fonte di sapienza e di perenne letizia. O Clemente, o Pia, o dolce Vergine Maria. Amen

Don Renzo Lavatori


don_renzo_lavatoriDon RENZO LAVATORI, laureato in teologia e filosofia, membro della Pontificia Accademia di Teologia, docente di Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università Urbaniana e altre Università ecclesiastiche di Roma. Conosciuto per numerose pubblicazioni sui temi fondamentali della fede e per le sue trasmissioni mensili a Radio Maria. Tra le sue opere in particolare: Gli angeli. Storia e pensiero, Marietti, Genova 1991; Milano 2000.2003; Satana un caso serio. Saggio di demonologia cristiana, EDB, Bologna 1996; Gli Angeli, Newton-Compton, Roma 1996; Il diavolo tra fede e ragione, EDB, Bologna 2001; Antologia diabolica, UTET, Torino, 2008.

Omelia della santa Messa serale Medjugorje, 5 luglio 2016


Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, presentarono a Gesù un muto indemoniato. E dopo che il demonio fu scacciato, quel muto cominciò a parlare. E le folle, prese da stupore, dicevano: «Non si è mai vista una cosa simile in Israele!». Ma i farisei dicevano: «Egli scaccia i demoni per opera del principe dei demoni».
Gesù percorreva tutte le città e i villaggi, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il vangelo del Regno e guarendo ogni malattia e ogni infermità. Vedendo le folle, ne sentì compassione, perché erano stanche e sfinite come pecore che non hanno pastore. Allora disse ai suoi discepoli: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe perché mandi operai nella sua messe!».
Parola del Signore


Ave Maria…
Maria, Madre di Misericordia
prega per noi.
Rifugio dei peccatori, Regina della Pace
prega per noi.

Cari fratelli sacerdoti, cari pellegrini del mondo intero, cari ascoltatori, ci riunisce tutti qui la Madre, Regina della Pace, Regina di Misericordia e dell’Amore. Riunisce i propri figli. Non dimentichiamoci una cosa: la Madre riunisce i propri figli da 35 anni.
Ascoltatemi bene. Ci riunisce per la guerra, per un combattimento spirituale.
Spero che mi abbiano sentito bene tutti quelli che sono qui questa sera. Tutti coloro che in questi 35 anni sono venuti qui a Medjugorje a questa sorgente di Misericordia, tutti voi avete avuto questa chiamata per una battaglia.
Non è una questione di che guerra si tratti, perchè è una guerra spirituale, una guerra d’amore. La guerra dell’Amore contro l’odio. La guerra tra le tenebre e la luce. Tra Dio e il diavolo.
Quelli che vengono qui a Medjugorje scelgono chiaramente il lato da cui stare. In questa guerra non ci sono neutri. Ognuno che è venuto qui questa sera si è messo da una parte. Si è messo sotto la bandiera di Cristo, la bandiera della Misericordia e dell’Amore. Si è messo dal lato dell’armata dell’Immacolata.
Abbiamo visto all’inizio del Vangelo che Gesù sceglie 72 persone. Sappiamo che ne ha scelte 12 che sono i collaboratori che Gli stavano più vicino, che erano il Suo braccio destro. Erano sempre con Lui. Ma Gesù sceglie altri 72 discepoli.
I Padri della Chiesa dicono che i 72 discepoli sono l’immagine di tutti i credenti in Gesù. Un’armata di cristiani innumerevoli che sono stati battezzati nel Nome di Gesù e che si sono messi sotto il Suo stendardo.
Uno scrittore della Chiesa spiega il numero 72, perchè nulla nella Bibbia è per caso. In una giornata ci sono 24 ore. Abbiamo bisogno di 24 ore, affinchè la terra giri intorno a se stessa. In queste 24 ore i discepoli di Gesù sono chiamati ad annunciare la gloria del Padre Celeste, dello Spirito Santo e di Gesù. La Trinità. La cifra 3. Tre volte 24 fa 72.
Ogni sacerdote non deve avere un tempo di lavoro. Noi dobbiamo essere sacerdoti di Cristo 24 ore al giorno. Ma ogni militare di Cristo non deve avere un tempo di lavoro. Deve appartenere a Gesù 24 ore su 24. Questo se diciamo veramente di appartenerGli, altrimenti saremo dei tiepidi. Gesù ci parla in modo critico della tiepidezza e desidera che siamo pienamente accanto a Lui.
I 72 sono ognuno di voi che siete venuti qui. La Gospa vi ha chiamati qui. Vi ha chiamati e desidera che torniate a casa per testimoniare la Misericordia di Suo Figlio, che voi siate Suoi apostoli.
Gesù, quando sceglie i 72, li manda due a due. Sant’Agostino dice che questa cifra 2 significa che ogni discepolo di Gesù deve essere armato nel suo apostolato, nella battaglia spirituale con due amori: quello per Dio e quello verso l’uomo. Due comandamenti d’Amore.
Ma noi sappiamo che Dio ci da sempre un altro, affinchè nelle nostre vite possa consolarci, incoraggiarci, dirci cosa fare.
Nell’Antico Testamento Mosè ricevette suo fratello Aronne. Josua ricevette Caleb. Qualcuno che stia assieme.
Gesù cerca una presenza dei propri apostoli. La presenza di Sua Madre, perchè non è bene che l’uomo sia da solo. Sopratutto nella battaglia spirituale noi abbiamo bisogno dell’altro.
San Francesco cercava questo con i propri fratelli, perchè cercava in ogni modo di assomigliare a Cristo. Quando mandava i suoi frati ad annunciare li mandava sempre due a due. Questo ha una ragione: perchè è Gesù che desidera che sia così.
Il 9 luglio di quest’anno la Chiesa festeggerà il ricordo dei martiri di Gorkuma. In Belgio o nei Paesi Bassi, non mi ricordo. Essi, prima di essere martirizzati, furono portati in processione. Essi andavano come degli agnelli in processione dietro all’Eucaristia. Cantavano, si consolavano l’un l’altro e si confessavano, prima di essere appesi come delle pecore.
Quanto importante è avere l’altro. Anche per noi sacerdoti durante questo seminario in questi giorni.
Possa tu avere accanto a te un confratello prete e dirgli: “Ho bisogno di confessarmi. Ti prego, prega per me”.
E’ molto importante avere l’altro. Dio ci manda l’altro e attraverso di lui ci parla. L’altro è sempre la voce divina nella nostra vita.
Voi che siete nel Sacramento del matrimonio sappiate che è una benedizione, perchè la moglie ha il marito e il marito ha la moglie. L’un l’altro si aiuteranno.
Tu devi poggiare la tua testa su qualcuno quando è difficile, perchè preghi per te e ti dia una parola di incoraggiamento.
L’altro nella mia vita è il Cuore di Gesù sul quale devo appoggiare la mia testa come Giovanni.
Una terza cosa. Gesù dice nel Vangelo di oggi che la messe è abbondante e non ci sono molti operai.
In questi giorni testimoniavo ai sacerdoti quanto è stata importante per me Medjugorje sul cammino per diventare sacerdote, affinchè potessi lavorare nella messe di Gesù. Non soltanto io. Qui la Madonna ha chiamato migliaia di persone a diventare sacerdoti per il proprio Figlio.
Per questo Medjugorje è così grande. La Vergine chiama migliaia di sacerdoti.
Credeteci. Questo è il più grande miracolo di Medjugorje.
Qui nascono vocazioni spirituali. Queste non possono nascere dove non c’è l’opera e il Dito di Dio. E’ il miracolo di Medjugorje.
Dio chiama i Suoi sacerdoti, affinchè entrino e facciano parte della Sua evangelizzazione.
San Giovanni Slatusti dice che il Signore non desidera scoraggiarci. Ci sono molti travagli da superare, ma noi seminiamo e portiamo frutto. Questo solo se siamo nel Signore.
La quarta cosa che è molto importante in questo Vangelo, come ho detto all’inizio, è che il Signore ci manda nella battaglia. Tra l’altro sapete che un re o un comandante devono armare bene i soldati.
Gesù forse non ha Misericordia? Ci dice: “Vi mando come agnelli in mezzo ai lupi”. Senza armi… Abbiamo l’impressione che sia così. Perchè un piccolo agnello è tenero, non ha unghie nè corna. Un agnellino è così tenero e non ha nulla con cui difendersi.
Oggi con un sacerdote ho parlato dell’esperienza della mia vita pastorale quando ero bambino. Quando si è piccoli ci sono delle scene che si scrivono nella memoria per la vita.
Se una pecora da alla vita un agnello e fa freddo e lei non ha abbastanza latte lo si prende, lo si porta a casa e gli si da il latte con il biberon come ad un bambino. Tu educhi l’agnello e quando crescerà non avrà paura di nulla. L’uomo potrà andare verso di lui con un coltello, ma lui gli andrà incontro, perchè in ogni uomo vedrà un salvatore, colui che gli ha offerto la vita. Tu potrai andare da lui e tagliargli la gola, ma lui muoverà la sua coda.
Gesù cerca questo da noi, perchè Lui ha fatto la stessa cosa. Come un piccolo agnello semplice si è fatto sgozzare per far scendere il Proprio Sangue sulle nostre anime per darci l’Amore e la Misericordia e si offre nelle nostre mani.
Ma se qualcuno ti chiede di fare un miglio con lui fanne due! Se qualcuno ti chiede il mantello dagli anche la tunica! Pregate per quelli che vi perseguitano.
Queste sono le armi di Gesù.
E’ una follia agli occhi di questo mondo, ma per noi è salvezza. E’ una forza di consolazione. Senza queste armi non possiamo essere cristiani.
Guardate i cristiani di oggi nel mondo. Quelli che vengono sgozzati, crocifissi. Vicino al mare i fondamentalisti hanno sgozzato dei copti e questi ultimi hanno guardato il cielo e hanno unito la loro vita alla Vita di Cristo, l’Agnello immolato.
Questo è il Cristianesimo, fratelli e sorelle. Non abbiamo altre armi.
Le 5 pietre che la Gospa ci da qui sono le armi con cui dobbiamo armarci. Il Rosario, la Messa, la Confessione, la Sacra Scrittura e il digiuno. Queste sono le armi in mano al cristiano. Quando hai queste armi in mano non hai più paura di nulla, perchè ti sei reso simile a Gesù.
C’è ancora un’altra cosa nel Vangelo di questa sera.
Con che cosa Gesù desidera armarci? Con la Sua pace. “Vi lascio la pace. Vi do la Mia pace”.
Colui che ha la pace nel cuore e si appoggia sul Cuore di Gesù non ha paura di nulla, neanche della bomba atomica.
Perchè il mondo di oggi ha paura? Perchè è pieno di inquietudini? Anche noi sacerdoti.Per quale motivo abbiamo paura? Perchè non abbiamo pace nel cuore.
Se tu hai Gesù e la Sua pace nel tuo cuore non avrai paura di nulla.
E’ proprio a questo che la Vergine ci chiama qui a Medjugorje. “Abbiate Mio Figlio nel cuore”. Questo significa: “Portate la Sua pace nel cuore”.
A questo punto che ci siano tuoni o guerre voi avrete la pace.
Mi ricordo che quando qui su questo territorio c’erano voci di guerra ovunque c’era mancanza di pace. Sono venuto a Medjugorje col cuore pieno di pace. C’era la guerra in queste terre, ma il mio cuore era pieno di pace.
Cari fratelli e sorelle, non dimenticate che quando andate via da questo luogo santo dovete custodire la pace di Gesù nel vostro cuore, perchè viviamo in tempi difficili. Tempi di un grande combattimento spirituale nel quale partecipiamo dal lato di Gesù. Potremo andare contro tutte le forze del male di questo mondo unicamente se portiamo la pace di Gesù nel nostro cuore.
Ripeto: l’uomo che ha la pace nel cuore non ha paura di nulla, perchè Gesù in quel momento conduce la sua vita.
Con questi pensieri a voi tutti con tutto il cuore auguro la pace. La pace di Gesù vi conduca nella vita con l’intercessione della Vergine Maria.
Amen.
Siano lodati Gesù e Maria.

Fonte: IdM (registrazione audio di Flavio Deagostini – trascrizione A cura di Andrea Bianco )

mercoledì 6 luglio 2016

Messaggio a Mirjana del 2 luglio 2016

“Cari figli la mia presenza reale e vivente in mezzo a voi deve rendervi felici, perché questo è il grande amore di mio Figlio. Egli mi manda in mezzo a voi affinché, con materno amore, io vi dia sicurezza; affinché comprendiate che dolore e gioia, sofferenza e amore fanno sì che la vostra anima viva intensamente; affinché vi inviti nuovamente a celebrare il Cuore di Gesù, il cuore della fede: l’Eucaristia. Mio Figlio, di giorno in giorno, nei secoli ritorna vivente in mezzo a voi: ritorna a voi, anche se non vi ha mai abbandonato. Quando uno di voi, miei figli, ritorna a lui, il mio Cuore materno sussulta di felicità. Perciò, figli miei, ritornate all’Eucaristia, a mio Figlio. La strada verso mio Figlio è difficile e piena di rinunce ma, alla fine, c’è sempre la luce. Io capisco i vostri dolori e le vostre sofferenze e, con materno amore, asciugo le vostre lacrime. Confidate in mio Figlio, poiché Egli farà per voi quello che non sapreste nemmeno chiedere. Voi, figli miei, voi dovete preoccuparvi soltanto per la vostra anima, perché essa è l’unica cosa che vi appartiene sulla terra. Sudicia o pura, la porterete davanti al Padre Celeste. Ricordate: la fede nell’amore di mio Figlio viene sempre ricompensata. Vi chiedo di pregare in modo particolare per coloro che mio Figlio ha chiamato a vivere secondo lui e ad amare il loro gregge. Vi ringrazio”.

ScanImage31

Video

Audio - Commento di p. Livio di Radio Maria

 

 

Omelia della santa Messa serale Medjugorje, 4 luglio 2016

Omelia della Santa Messa vespertina presieduta da fra Marinko Šakota in occasione dell'inizio del 21° seminario internazionale per sacerdoti che si terrà fino al 9 luglio 2016 dal tema: " Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro." (Lc 6, 36). "Alla scuola della Madonna".

Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, [mentre Gesù parlava,] giunse uno dei capi, gli si prostrò dinanzi e disse: «Mia figlia è morta proprio ora; ma vieni, imponi la tua mano su di lei ed ella vivrà». Gesù si alzò e lo seguì con i suoi discepoli.
Ed ecco, una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, gli si avvicinò alle spalle e toccò il lembo del suo mantello. Diceva infatti tra sé: «Se riuscirò anche solo a toccare il suo mantello, sarò salvata». Gesù si voltò, la vide e disse: «Coraggio, figlia, la tua fede ti ha salvata». E da quell'istante la donna fu salvata.
Arrivato poi nella casa del capo e veduti i flautisti e la folla in agitazione, Gesù disse: «Andate via! La fanciulla infatti non è morta, ma dorme». E lo deridevano. Ma dopo che la folla fu cacciata via, egli entrò, le prese la mano e la fanciulla si alzò. E questa notizia si diffuse in tutta quella regione.
Parola del Signore


Cari fratelli e sorelle, cari sacerdoti, Gesù dice a questa donna che soffriva da 12 anni di emorragia: “Abbi fede. La tua fede ti ha salvata”. Sono delle parole meravigliose e potenti.
Fratelli e sorelle, noi desideriamo entrare nel significato profondo di queste parole di Gesù. Attraverso di esse ha detto una cosa veramente importante. Una cosa dalla quale dipendeva la guarigione di questa donna ed è proprio la fede.
Questa donna ha creduto nell’Amore e nella Misericordia di Dio. Fratelli e sorelle, questo è ciò che Dio vuole. Soltanto questo Lui desidera, cioè che noi crediamo in Lui e nel Suo Amore. Non soltanto bisogna credere che Dio esiste, ma la fede deve crescere. Bisogna credere e avere fiducia in Dio.
Queste parole meravigliose riguardo alla fiducia in Dio sono state pronunciate da santa Teresina di Gesù Bambino. Desidero citarle per farvi avvicinare a questo. Ella diceva: “L’uomo non è caro a Dio per le sue virtù e per i suoi meriti, ma lo è a causa di una fiducia smisurata nella Misericordia di Dio. Da quando mi è stato dato di capire l’Amore del Cuore di Gesù riconosco che ha cacciato dal mio cuore ogni paura. Sì. Sento che se la mia coscienza portasse tutti i peccati che è possibile commettere io mi butterei con il cuore spezzato dal pentimento tra le braccia di Gesù. Perchè io so quanto ama il figlio prodigo che torna verso di Lui. Dio non ha bisogno delle nostre opere, ma ha sete del nostro amore”.
Quello che offende Dio nel nostro cuore è la nostra mancanza di fiducia.
Per quale motivo la fede è così importante? Per quale motivo Gesù mette l’accento su questa fiducia in Dio?
Fratello e sorella, immagina che tu ami una persona e questa persona non creda al tuo amore. Come ti sentiresti? Prova ad immaginare che tu come sposo ami tua moglie e lei non ci crede. Non ha fiducia in te. Non crede che tu la ami. Che sentimento triste!.
Oppure tu ami tuo marito e lui non ha fiducia in te. Dubita continuamente di te. Non ha fiducia. Quanto è doloroso! Oppure tu che sei genitore vuoi bene a tuo figlio e lui non ha fiducia in te.
Oppure noi sacerdoti che andiamo verso gli altri e desideriamo il loro bene e loro, invece, non hanno fiducia in noi. Quanto fa male!
Gesù desidera dire, fratelli e sorelle, quanto per Dio è doloroso quando non crediamo nel Suo Amore, quando non crediamo che ci ama davvero, quando non crediamo che ci perdona. Quanto Gli fa male! Questo Lo ferisce direttamente nel Cuore.
Desidero sottolineare ancora questo attraverso una piccola storia che è dolce e infantile, però contiene un messaggio importante.
Si tratta della storia di un ragazzino che era andato nella stalla con i pastori. Si è guardato intorno e ha visto Maria, Giuseppe e un Bambino nella mangiatoia. Racconta: “Ho guardato questo Bambino e Lui mi ha guardato. Improvvisamente ho avuto paura e ho avuto le lacrime agli occhi. Allora Gesù mi ha chiesto: ‘Perchè piangi?’ ‘Perchè non Ti ho portato nulla’. E Gesù ha risposto: ‘Desidererei tanto ricevere qualcosa da te’. ‘Ma io Ti darei tutto quello che ho’. E Gesù: ‘Desidererei ricevere tre cose da parte tua’. Il ragazzino Lo interrome: ‘Ti posso dare la mia bicicletta, il mio libro e il mio cappottino’. ‘No, no. Non ho bisogno di tutto questo. Non sono venuto sulla terra a causa di questo. Quello che desidero da te è qualcosa di completamente diverso’. Il ragazzino ha riflettuto e poi ha chiesto: ‘Ma di cosa hai bisogno?’ ‘Dammi il tuo ultimo compito di scuola’. ‘Ma lo sai che il mio maestro mi ha detto che non era buono? Non gli è piaciuto’. E Gesù: ‘Per questo lo voglio’. ‘Ma perchè?’ ‘Perchè desidero che tu Mi dia tutto quello che non viene apprezzato abbastanza. Poi desidero avere da te un altro dono: il tuo bicchiere’. ‘Ma io l’ho rotto!’ ‘Dammi tutto quello che hai rotto nella tua vita, perchè desidero ripararlo. Potresti darmi tutto questo?’ ‘E’ difficile, ma se Tu mi aiuti posso farlo’. Gesù ha ripreso: ‘Portami la risposta che hai dato alla tua mamma quando hai rotto il bicchiere’. Il ragazzino si è messo la mano sulla fronte e è scoppiato a piangere: ‘Non ho fatto cadere il bicchiere, ma l’ho buttato per romperlo, perchè ero arrabbiato con mamma’. ’Sì, portaMi sempre le tue bugie, la tua collera, le tue delusioni, il tuo odio e tutte le cose cattive. Io ti perdonerò’ e ti prenderò per mano per portarti più lontano’. Il ragazzino improvvisamente ha sentito la pace entrare nel suo cuore e tornare la gioia.
E’ una piccola storia che dice tanto su Dio, sul Suo Amore, sulla Sua Misericordia.
In quest’anno della Misericordia indetto da Papa Francesco, in questo seminario per i sacerdoti, noi desideriamo camminare verso ciò che Lui ci da su questo tema ed aprirci al mistero del Cuore di Dio. Questo mistero è la Sua Misericordia.
A volte non capiamo la Misericordia di Dio. A volte si tratta di qualcosa di strano per noi alla quale vorremmo opporci.
Raccontano che in Russia, durante il comunismo, il termine “Misericordia” era stato eliminato dai dizionari. Non era più necessario. Era qualcosa che prima era esistito, ma che non poteva più esistere durante il comunismo.
Anche noi a volte ci opponiamo alla Misericordia. E’ interessante vedere come alcune volte ci opponiamo e altre volte la desideriamo.
Quando questo riguarda i peccati degli altri non vogliamo la Misericordia. Vogliamo che Dio non sia misericordioso e non lo vogliamo essere neanche noi. Ma quando si tratta di noi e del nostro peccato allora sì vogliamo che Dio sia misericordioso e desideriamo anche che gli altri siano misericordiosi verso di noi. Abbiamo dei criteri con pesi diversi per avvicinarci alla Misericordia di Dio.
Ma che cos’è la Misericordia di Dio? La Misericordia è al servizio della Giustizia e della Volontà di Dio. La Volontà di Dio è giusta. La sua Volontà è quella di salvarci, di ritrovare la pecorella perduta. La Volontà di Dio è di ritrovare il figlio perduto, di abbracciarlo, di riportarlo a casa, di vedere i Suoi due figli seduti a tavola assieme.
Questa è la Volontà di Dio. Questa è la Giustizia di Dio. Bisogna accogliere l’ultimo figlio, perchè era perduto ed è stato ritrovato. E’ così che si è manifestata la Sua Volontà e la Sua Misericordia.
Questa donna del Vangelo ha creduto per 12 anni. Ma in chi ha creduto? Nei medici o in altre persone che la guardavano come qualcuno di inferiore? Altri la evitavano, perchè credevano che fosse impura.
Lei ha creduto.
Dio desidera aiutarla. Gesù è nella gioia quando questa donna desidera toccare il lembo del Suo mantello, credendo che questo gesto l’aiuterà. Gesù è nella gioia, perchè finalmente crede in Lui. “Grazie. La tua fede ti ha salvata”.
Fratelli e sorelle, Gesù trova sempre delle motivazioni per salvarci. Desidera andare incontro all’uomo, a Zaccheo, alla donna che deve essere lapidata. Egli trova sempre delle ragioni per dire: “E’ un figlio di Abramo; è un figlio di Dio”.
Dice per questa donna: “Chi di voi non ha peccato. Ha fatto un peccato e voi? Anche voi peccate. Io desidero aiutarla”.
Per questa ragione trova sempre delle buone motivazioni per aiutare la persona.
La persona, invece, che non è misericordiosa trova sempre delle ragioni per non praticare la misericordia, per giudicare, per condannare. Anche una sola ragione, un solo peccato è sufficiente per condannare l’uomo.
Per Dio, per Gesù è diverso. Non è così.
Per questo apriamoci alla Misericordia di Dio che si manifesta in modo così bello e profondo in ogni Eucaristia e in questa Eucaristia.
Amen.

Fonte: IdM (registrazione audio di Flavio Deagostini – trascrizione A cura di Andrea Bianco )

Omelia della santa Messa Medjugorje, 3 luglio 2016


Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi.
Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.
In qualunque casa entriate, prima dite: "Pace a questa casa!". Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all'altra.
Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: "È vicino a voi il regno di Dio". Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: "Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino". Io vi dico che, in quel giorno, Sòdoma sarà trattata meno duramente di quella città».
I settantadue tornarono pieni di gioia, dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». Egli disse loro: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra serpenti e scorpioni e sopra tutta la potenza del nemico: nulla potrà danneggiarvi. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto perché i vostri nomi sono scritti nei cieli».
Parola del Signore


Fratelli e sorelle, purtroppo noi abbiamo le guerre, le ingiustizie, le inquietudini, la povertà, la violenza, le crisi di diversi generi. Nella vita di tanti di noi spesso si svolgono veri e propri drammi personali e familiari.
Il mondo e le anime sono il palcoscenico su cui avviene lo scontro tra il bene e il male.
Dio vede tutto questo, lo permette e ci invita alla gioia. Ci invita a incoraggiarci a vicenda. Ognuno di noi è chiamato, affinchè nella gioia possa scegliere la parte della pace e del bene.
Anzi nella Parola di Dio che abbiamo sentito oggi il Signore ci chiede di gioire, di esultare, indipendentemente dalle difficoltà. Invece oggi la gente gioisce troppo poco.
La malattia dell’uomo moderno si chiama depressione. Si vive sotto stress. Si vive nelle preoccupazioni dell’oggi e del domani. Dobbiamo guadagnare sempre di più per poter avere sempre di più e spendere sempre di più.
Pochi pensano alla pace, alla gioia, alla felicità e alla consolazione.
Da questo vuoto viene la droga, l’alcol, il gioco d’azzardo, la pornografia, la magia e il bisogno di altre concupiscenze .
Non è strano, perchè quando l’uomo non ha come base Dio diventa la preda del nemico di Dio e così vaga nel pericolo di perdersi completamente.
In questa situazione si trovavano anche i concittadini del profeta Isaia che abbiamo sentito nella prima lettura. Erano appena tornati dalla schiavitù in Babilonia e dovevano rimettere a posto Gerusalemme e il suo Tempio. Erano tornati in pochi e questa ricostruzione era abbastanza lenta. Tra il popolo regnava l’apatia. Dio manda tra di loro il profeta che li invita a gioire e ad esultare.
Dio si è paragonato ad una madre. Gerusalemme in ebraico è al femminile. Come madre Lui ha promesso la pace e la consolazione agli israeliti.
Dio, attraverso il profeta Isaia, li ha chiamati alla fiducia e al lavoro. La madre o il padre prendono il proprio figlio tra le mani, lo appoggiano al petto, lo accarezzano, così che il bambino non deve preoccuparsi, non deve avere paura. Anzi, dovrebbe obbedire.
Quello che Dio ha iniziato con Gerusalemme non và perso.
Dio ci ha mandato proprio questo messaggio attraverso il profeta Geremia quando ha detto: “Io conosco le Mie intenzioni con voi. Intenzioni di pace e non di disgrazia. Per darvi il futuro e la speranza”.
Fratelli e sorelle, questo vale per tutti i tempi. Vale per Israele, ma vale anche per la Chiesa di Dio. Vale per tutti gli uomini e per tutti i popoli.
Dio vuole la pace e promette la salvezza al Suo popolo. Il Salmo 85 lo dice con queste parole: “Il Signore promette la pace al Suo popolo, ai Suoi fedeli, a coloro che ritornano a Lui”
Da questa fiducia nella Parola del Signore provviene la gioia di noi credenti. Qui troviamo il motivo per avere la gioia e per esultare.
Lui veramente regna con potenza, come ci ha ricordato il Salmo che abbiamo sentito poco fa. Il Signore ha detto: “I regni si distruggeranno quando la Voce del Signore si farà sentire e la terra tremerà”.
Questo ci dice che Dio è sul palcoscenico di questo mondo e di ciascuno di noi. Lui non è lontano o assente.
La nostra fede che abbiamo come dono di Dio e la nostra appartenenza alla Chiesa dal giorno del Battesimo sono un aiuto fondamentale, affinchè possiamo riconoscere ed incontrare Dio Onnipotente e buono.
Nella seconda lettura l’apostolo Paolo esprime questo legame con Dio. La sofferenza che ha subito lo avvicina a Gesù. Lui si vanta di questa croce. La croce è l’unica misura per lui. In questo legame con Dio Paolo trova la forza per le sue opere.
Proprio questa forza, questa unione sono il segno per riconoscere noi cristiani, la Chiesa e ciascuno di noi.
A noi, fratelli e sorelle, non servono antidepressivi. Come l’apostolo Paolo noi possiamo abbracciare le nostre croci e questo è sufficiente per essere col Signore.
Ci serve qualcosa di più di essere col Signore, nella Sua grazia, essere in unione con Lui?
Nel rito del Battesimo si cita questa frase: “Sei diventato una nuova creatura. Ti sei rivestito di Cristo”.
Così gioiosi, rivestiti della croce di Cristo, rafforzati dal Suo Spirito e resi nuove creature , possiamo essere consapevoli che siamo nella messe in cui ci ha mandato il Signore. Solo da nuove creature possiamo vivere la nostra missione.
La nostra missione consiste nell’essere la gioia per gli altri, essere la consolazione, essere la cura per le ferite.
Questa è la missione che ha dato anche ai 72 discepoli. Tutti siamo inviati agli altri. La Chiesa è stata mandata agli uomini di tutti i tempi a portare pace, gioia e consolazione.
Questo offre Dio ad ogni uomo. Ad ognuno che accetta Cristo Risorto come via, verità e vita.
Un predicatore ha detto così: “Ci sono tante persone che aspettano da noi parole di consolazione; ci sono tanti malati e anziani che hanno bisogno di una nostra visita; ci sono tanti poveri che hanno bisogno del nostro aiuto; c’è tantissima gente che è senza speranza e ha fame di pace. Non sentiamo la nostra responsabilità? Oppure la nascondiamo sotto un tappeto? Questo non riguarda solo noi sacerdoti, religiosi e quei pochi laici che abbiamo in parrocchia o coloro che pregano nelle loro case. Questo riguarda tutto il popolo di Dio, tutti noi. Perchè tutta la Chiesa, ciascuno di noi, è mandata in questo tempo, lì dove la Provvidenza divina ci ha messi a testimoniare la speranza che è in noi, ad essere la medicina per gli altri. Nessuno non può dire di esserlo, perchè tutti siamo mandati e nessuna scusa è valida”.
Una catechista dell’Africa ha discusso con i presenti su come bisogna divulgare il Vangelo, come catechizzare oggi. Lei ha raccontato come fanno loro in Africa. Voi sapete bene che purtroppo l’Africa è ancora troppo povera. Lei ha detto: “Nel Paese in cui vogliamo portare il Vangelo non portiamo alcun libro. Mandiamo una famiglia, in modo che la gente possa vedere cos’è la vita cristiana. Non può esserci un modo più semplice”.
Perciò, fratelli e sorelle, il Signore ci aiuta, affinchè, attraverso la testimonianza della gioia che arriva da Cristo, gli uomini che incontriamo possano vedere cos’è la vita cristiana e così possano trovare la propria pace, consolazione e gioia in Cristo attraverso la Chiesa.
I nostri nomi siano scritti in alto nel cielo, perchè siamo stati nella messe del Signore.
Amen.

Fonte: IdM (registrazione audio di Flavio Deagostini – trascrizione A cura di Andrea Bianco )