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Richiesta di preghiere

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Per la Richiesta di Preghiere è possibile da oggi utilizzare il MODULO che si trova qui a sinistra.

Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

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sabato 30 giugno 2012

Il giorno del sole

 

ultimacena

 

Elezione dei diaconi



D. Cosa è dunque la santa Messa?

R. La santa Messa, come si è accennato, la commemorazione e la rinnovazione del sacrificio con cui Gesù offrì se stesso, vittima innocente e di infinito valore, alla maestà di Dio per la gloria divina e la redenzione degli uomini; offerta consumata con la morte sulla croce.


D - Chi istituì la santa Messa?

R. Gesù stesso istituì la Messa nell’ultima cena, alla vigilia della sua morte e chiaramente ne indicò la natura di sacrificio dicendo: « Questo è il mio corpo che viene offerto per voi; questo è il calice del mio sangue, che viene sparso in remissione dei peccati ».

Affidandone poi agli apostoli la celebrazione, indicò che doveva farsi in memoria sua, cioè ricordando la sua morte », come commenta s. Paolo nella prima lettera ai Corinti (Cap. XI):

23Io, infatti, ho ricevuto dal Signore quello che a mia volta vi ho trasmesso: il Signore Gesù, nella notte in cui veniva tradito, prese del pane 24e, dopo aver reso grazie, lo spezzò e disse: "Questo è il mio corpo, che è per voi; fate questo in memoria di me". 25Allo stesso modo, dopo aver cenato, prese anche il calice, dicendo: "Questo calice è la nuova alleanza nel mio sangue; fate questo, ogni volta che ne bevete, in memoria di me". 26Ogni volta infatti che mangiate di questo pane e bevete di questo calice, voi annunziate la morte del Signore finché egli venga."


D. In qual modo la Chiesa attuò il comando di Gesù di rinnovare con la Eucarestia il sacrificio da lui offerto sulla croce?

R. La Chiesa, fin dall’epoca apostolica, inserì l’offerta del sacrificio eucaristico nell’adunanza dei fedeli, in quest’a adunanza, infatti, la Chiesa esplicava la sua missione; ovviamente il culto di Dio e quindi il sacrificio venne ad essere il centro e il momento essenziale dell’adunanza stessa.


D. In base a quali documenti potete asserire questo?

R. In base a tutti i documenti rimastici dalla prima antichità cristiana. Già s. Paolo nella lettera prima ai Corinti (Cap. XI) e s. Luca negli Atti degli Apostoli (Cap. XX: 7Il primo giorno della settimana ci eravamo riuniti a spezzare il pane e Paolo conversava con loro"), presentano la cena del Signore, o «lo spezzar del pane» — come allora si diceva per indicare l’Eucarestia — nell’adunanza dei fedeli; così la Didaché, che è documento antichissimo (metà del secolo II) e già introduce la parola Eucarestia; così più ampiamente s. Giustino martire, nella sua prima Apologia, scritta verso il 150 d.C.


D. Quando si teneva l’adunanza dei fedeli e che altro vi si faceva?

R. L’adunanza veniva tenuta il « primo giorno della settimana », come dicevano gli Ebrei, o il « giorno del sole » , come si esprimevano i pagani; cioè la domenica, come ben presto si chiamò, vale a dire il « giorno del Signore ».
Nell’adunanza si leggeva la S. Scrittura, che veniva commentata dalla parola viva dell’apostolo e più tardi del vescovo; si spezzava il pane a, cioè si consacrava l’Eucarestia e si distribuiva la Comunione; poiché la Chiesa è la famiglia dei figli di Dio, si raccoglieva anche, secondo l’uso consacrato da S. Paolo, la carità a favore dei bisognosi.


D. Potreste presentarci una descrizione di questa assemblea dei primi tempi cristiani?

R. Sì, dalla prima Apologia di s. Giustino martire, che così descrive la Messa celebrata a Roma verso il 150 d.C.:

« Il giorno detto del sole tutti dalla città e dalla campagna ci si raduna nello stesso luogo; e si leggono i Commentarij degli Apostoli e gli scritti dei Profeti, quando il tempo consente; quindi, appena il lettore ha terminato, il presidente tiene un discorso per ammonire ed esortare alla imitazione di cose tanto belle. Poi ci leviamo in piedi e facciamo preghiere; e, al termine della preghiera, si portano pane, vino e acqua; e il presidente fa con tutta la sua energia preghiere e rendimenti di grazie e il popolo esclama: Amen!
E delle cose sulle quali fu fatto il rendimento di grazie, si fa la distribuzione e comunione a ciascuno dei presenti e per mezzo dei diaconi se ne invia agli assenti
».

Quale poi fosse la preghiera che il presidente pronunciava sul pane, il vino e l’acqua offerti ha già detto s. Giustino precedentemente, descrivendo la riunione cristiana in occasione dell’accoglienza fatta ad un neofito:

« Colui che presiede ai fratelli, ricevuti il pane, il vino e l’acqua, rende lode e gloria al Padre di tutte le cose, per il nome del Figlio e dello Spirito Santo e a lungo pronuncia una eucaristia - ossia rendimento di grazie - per i doni da lui ricevuti».
«Per questa preghiera eucaristica » — soggiunge poi s Giustino — «il pane e il vino diventano il Corpo e il Sangue di Cristo; essa contiene infatti le parole di Gesù riferite dagli apostoli nei loro commentari detti evangeli: « Questo è il mio Corpo; questo è il mio Sangue ». « Perciò di quel pane e vino che chiamansi presso i cristiani « Eucarestia » — a nessuno è lecito partecipare, se non a chi ha ricevuto il battesimo e crede alla dottrina cristiana e vive come Cristo ha insegnato ».


D. Quali sono dunque gli elementi principali che emergono da questa descrizione?

R. Sono i seguenti: Una parte didattica con letture della sacra Scrittura dai Vecchio e dal Nuovo Testamento e con illustrazione a viva voce da parte del capo dell’assemblea. Un elemento eucologico con la preghiera di tutti, suggellata dal bacio di pace. Il sacrificio con un triplice momento: l’offerta dei fedeli; la grande preghiera consacratoria; e la comunione ai presenti e agli assenti:

« Il giorno detto del sole tutti ci si raduna nello stesso luogo; ... si leggono i Commentarii degli Apostoli e gli scritti dei Profeti; ... quindi il presidente tiene un discorso per ammonire ed esortare alla imitazione di cose tanto belle. Poi ci leviamo in piedi e facciamo preghiere; e, al termine della preghiera, si portano pane, vino e acqua; e il presidente fa con tutta la sua energia preghiere e rendimenti di grazie e il popolo esclama: Amen! » (S. Giustino, I Apologia)

Fonte: Card. Giacomo Lercaro - Il giorno del sole – Catechesi Liturgica sulla Santa Messa

Maria parla a Pietro dopo il suo rinnegamento

Duccio60

 

Pietra di mio Figlio, povero Pietro che sei stato, come tutti, tra le mani di Satana in quell'ora di tenebre, e non te ne sei accorto e pensi di aver agito da solo, vieni qui nel cuore della Madre dei figli di mio Figlio. Qui, Satana non può farti del male.

Ai piedi della Croce sono stata martirizzata da Lui e da voi e - non te ne sei accorto ? - ho chiamato i vostri spiriti così forte che penso che siano venuti realmente da me. E racchiusi nel mio cuore, o meglio deposti sul mio cuore, come i Pani della Proposizione, li ho tenuti sotto il bagno del suo Sangue e delle sue lacrime.

Ho potuto farlo perché Lui, attraverso Giovanni, mi ha reso Madre di tutta la sua discendenza...

Quanto ti ho desiderato !

Perché hai fatto aspettare tanto una Madre, povero Pietro, ferito e calpestato dal Demonio ?

Non sai che è il compito delle madri rimettere in ordine, di guarire, perdonare, ricondurre ?

Io ti riconduco a Lui.

Maria Valtorta
L'Evangelo come mi è stato rivelato
Volume 9, pg. 362 - 363

martedì 26 giugno 2012

Estratto della Lettera Apostolica “Rosarium Virginis Mariae” del Beato Giovanni Paolo II

GPII-17

Nel 2002 venne promulgata da Papa Giovanni Paolo II questa Lettera Apostolica che voleva riproporre all’attenzione dei Fedeli e del Clero questa “preghiera di grande significato, destinata a portare frutti di santità”.

In questo post vorrei riportare alla vostra attenzione alcuni brani salienti di questa lettera apostolica che aiutino a riflettere su molti aspetti e caratteristiche di questa preghiera.

Buona lettura.

“Rosarium Virginis Mariae”

Introduzione

Il Rosario, infatti, pur caratterizzato dalla sua fisionomia mariana, è preghiera dal cuore cristologico. Nella sobrietà dei suoi elementi, concentra in sé la profondità dell'intero messaggio evangelico, di cui è quasi un compendio. In esso riecheggia la preghiera di Maria, il suo perenne Magnificat per l'opera dell'Incarnazione redentrice iniziata nel suo grembo verginale. Con esso il popolo cristiano si mette alla scuola di Maria, per lasciarsi introdurre alla contemplazione della bellezza del volto di Cristo e all'esperienza della profondità del suo amore. Mediante il Rosario il credente attinge abbondanza di grazia, quasi ricevendola dalle mani stesse della Madre del Redentore.


Obiezioni al Rosario

C'è chi pensa che la centralità della Liturgia, giustamente sottolineata dal Concilio Ecumenico Vaticano II, abbia come necessaria conseguenza una diminuzione dell'importanza del Rosario. In realtà, come precisò Paolo VI, questa preghiera non solo non si oppone alla Liturgia, ma le fa da supporto, giacché ben la introduce e la riecheggia, consentendo di viverla con pienezza di partecipazione interiore, raccogliendone frutti nella vita quotidiana.

Forse c'è anche chi teme che essa possa risultare poco ecumenica, per il suo carattere spiccatamente mariano. In realtà, essa si pone nel più limpido orizzonte di un culto alla Madre di Dio, quale il Concilio l'ha delineato: un culto orientato al centro cristologico della fede cristiana, in modo che « quando è onorata la Madre, il Figlio [...] sia debitamente conosciuto, amato, glorificato ». Se riscoperto in modo adeguato, il Rosario è un aiuto, non certo un ostacolo all'ecumenismo! *

*L'ecumenismo è il movimento che tende a riavvicinare e a riunire tutti i fedeli cristiani e quelli delle diverse Chiese.

Via di contemplazione

Il Rosario si pone nella migliore e più collaudata tradizione della contemplazione cristiana. Sviluppatosi in Occidente, esso è preghiera tipicamente meditativa e corrisponde, in qualche modo, alla « preghiera del cuore » o « preghiera di Gesù » germogliata sull'humus dell'Oriente cristiano.

Preghiera per la pace e per la famiglia

Analoga urgenza di impegno e di preghiera emerge su un altro versante critico del nostro tempo,quello della famiglia, cellula della società, sempre più insidiata da forze disgregatrici a livello ideologico e pratico, che fanno temere per il futuro di questa fondamentale e irrinunciabile istituzione e, con essa, per le sorti dell'intera società. Il rilancio del Rosario nelle famiglie cristiane, nel quadro di una più larga pastorale della famiglia, si propone come aiuto efficace per arginare gli effetti devastanti di questa crisi epocale.

« Ecco la tua madre! » (Gv 19, 27)

Numerosi segni dimostrano quanto la Vergine Santa voglia anche oggi esercitare, proprio attraverso questa preghiera, la premura materna alla quale il Redentore moribondo affidò, nella persona del discepolo prediletto, tutti i figli della Chiesa: « Donna, ecco il tuo figlio! » (Gv 19, 26). Sono note le svariate circostanze, tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo, nelle quali la Madre di Cristo ha fatto in qualche modo sentire la sua presenza e la sua voce per esortare il Popolo di Dio a questa forma di orazione contemplativa. Desidero in particolare ricordare, per l'incisiva influenza che conservano nella vita dei cristiani e per l'autorevole riconoscimento avuto dalla Chiesa, le apparizioni di Lourdes e di Fatima, i cui rispettivi santuari sono meta di numerosi pellegrini, in cerca di sollievo e di speranza.

Maria modello di contemplazione

La contemplazione di Cristo ha in Maria il suo modello insuperabile. Il volto del Figlio le appartiene a titolo speciale. È nel suo grembo che si è plasmato, prendendo da Lei anche un'umana somiglianza che evoca un'intimità spirituale certo ancora più grande. Alla contemplazione del volto di Cristo nessuno si è dedicato con altrettanta assiduità di Maria. Gli occhi del suo cuore si concentrano in qualche modo su di Lui già nell'Annunciazione, quando lo concepisce per opera dello Spirito Santo; nei mesi successivi comincia a sentirne la presenza e a presagirne i lineamenti. Quando finalmente lo dà alla luce a Betlemme, anche i suoi occhi di carne si portano teneramente sul volto del Figlio, mentre lo avvolge in fasce e lo depone nella mangiatoia (cfr Lc 2, 7).

Da allora il suo sguardo, sempre ricco di adorante stupore, non si staccherà più da Lui. Sarà talora uno sguardo interrogativo, come nell'episodio dello smarrimento nel tempio: « Figlio, perché ci hai fatto così? » (Lc 2, 48); sarà in ogni caso uno sguardo penetrante, capace di leggere nell'intimo di Gesù, fino a percepirne i sentimenti nascosti e a indovinarne le scelte, come a Cana (cfr Gv 2, 5); altre volte sarà uno sguardo addolorato, soprattutto sotto la croce, dove sarà ancora, in certo senso, lo sguardo della 'partoriente', giacché Maria non si limiterà a condividere la passione e la morte dell'Unigenito, ma accoglierà il nuovo figlio a Lei consegnato nel discepolo prediletto (cfr Gv 19, 26-27); nel mattino di Pasqua sarà uno sguardo radioso per la gioia della risurrezione e, infine, uno sguardo ardente per l'effusione dello Spirito nel giorno di Pentecoste (cfrAt 1, 14).

I ricordi di Maria

Maria vive con gli occhi su Cristo e fa tesoro di ogni sua parola: « Serbava tutte queste cose meditandole nel suo cuore » (Lc 2, 19; cfr 2, 51). I ricordi di Gesù, impressi nel suo animo, l'hanno accompagnata in ogni circostanza, portandola a ripercorrere col pensiero i vari momenti della sua vita accanto al Figlio. Sono stati quei ricordi a costituire, in certo senso, il 'rosario' che Ella stessa ha costantemente recitato nei giorni della sua vita terrena.

Ed anche ora, tra i canti di gioia della Gerusalemme celeste, i motivi del suo grazie e della sua lode permangono immutati. Sono essi ad ispirare la sua materna premura verso la Chiesa pellegrinante, nella quale Ella continua a sviluppare la trama del suo 'racconto' di evangelizzatrice. Maria ripropone continuamente ai credenti i 'misteri' del suo Figlio, col desiderio che siano contemplati, affinché possano sprigionare tutta la loro forza salvifica. Quando recita il Rosario, la comunità cristiana si sintonizza col ricordo e con lo sguardo di Maria.

Rosario, preghiera contemplativa

Il Rosario, proprio a partire dall'esperienza di Maria, è una preghiera spiccatamente contemplativa. Privato di questa dimensione, ne uscirebbe snaturato, come sottolineava Paolo VI: « Senza contemplazione, il Rosario è corpo senza anima, e la sua recita rischia di divenire meccanica ripetizione di formule e di contraddire all'ammonimento di Gesù: 'Quando pregate, non siate ciarlieri come i pagani, che credono di essere esauditi in ragione della loro loquacità' (Mt 6, 7). Per sua natura la recita del Rosario esige un ritmo tranquillo e quasi un indugio pensoso, che favoriscano nell'orante la meditazione dei misteri della vita del Signore, visti attraverso il Cuore di Colei che al Signore fu più vicina, e ne dischiudano le insondabili ricchezze ».

Ricordare Cristo con Maria

Il contemplare di Maria è innanzitutto un ricordare. Occorre tuttavia intendere questa parola nel senso biblico della memoria (zakar), che attualizza le opere compiute da Dio nella storia della salvezza. La Bibbia è narrazione di eventi salvifici, che hanno il loro culmine in Cristo stesso. Questi eventi non sono soltanto un 'ieri'; sono anche l''oggi' della salvezza.

Imparare Cristo da Maria

Il primo dei 'segni' compiuto da Gesù – la trasformazione dell'acqua in vino alle nozze di Cana – ci mostra Maria appunto nella veste di maestra, mentre esorta i servi a eseguire le disposizioni di Cristo (cfr Gv 2, 5). E possiamo immaginare che tale funzione Ella abbia svolto per i discepoli dopo l'Ascensione di Gesù, quando rimase con loro ad attendere lo Spirito Santo e li confortò nella prima missione. Il passare con Maria attraverso le scene del Rosario è come mettersi alla 'scuola' di Maria per leggere Cristo, per penetrarne i segreti, per capirne il messaggio.

Una scuola, quella di Maria, tanto più efficace, se si pensa che Ella la svolge ottenendoci in abbondanza i doni dello Spirito Santo e insieme proponendoci l'esempio di quella « peregrinazione della fede », nella quale è maestra incomparabile. Di fronte a ogni mistero del Figlio, Ella ci invita, come nella sua Annunciazione, a porre con umiltà gli interrogativi che aprono alla luce, per concludere sempre con l'obbedienza della fede: « Sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto » (Lc 1, 38). 

Conformarsi a Cristo con Maria

Nel percorso spirituale del Rosario, basato sulla contemplazione incessante – in compagnia di Maria – del volto di Cristo, questo ideale esigente di conformazione a Lui viene perseguito attraverso la via di una frequentazione che potremmo dire 'amicale'. Essa ci immette in modo naturale nella vita di Cristo e ci fa come 'respirare' i suoi sentimenti.

Il Rosario ci trasporta misticamente accanto a Maria impegnata a seguire la crescita umana di Cristo nella casa di Nazareth. Ciò le consente di educarci e di plasmarci con la medesima sollecitudine, fino a che Cristo non « sia formato » in noi pienamente (cfr Gal 4, 19). Questa azione di Maria, totalmente fondata su quella di Cristo e ad essa radicalmente subordinata, « non impedisce minimamente l'unione immediata dei credenti con Cristo, ma la facilita ».

Supplicare Cristo con Maria

Cristo ci ha invitati a rivolgerci a Dio con insistenza e fiducia per essere esauditi: « Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto » (Mt 7, 7). Il fondamento di questa efficacia della preghiera è la bontà del Padre, ma anche la mediazione presso di Lui da parte di Cristo stesso (cfr 1Gv 2, 1) e l'azione dello Spirito Santo, che « intercede per noi » secondo i disegni di Dio (cfr Rm 8, 26-27). Noi infatti « nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare » (Rm 8, 26) e talvolta non veniamo esauditi perché « chiediamo male » (cfr Gc 4, 2-3).

A sostegno della preghiera, che Cristo e lo Spirito fanno sgorgare nel nostro cuore, interviene Maria con la sua intercessione materna. « La preghiera della Chiesa è come sostenuta dalla preghiera di Maria ».In effetti, se Gesù, unico Mediatore, è la Via della nostra preghiera, Maria, pura trasparenza di Lui, mostra la Via, ed « è a partire da questa singolare cooperazione di Maria all'azione dello Spirito Santo, che le Chiese hanno sviluppato la preghiera alla santa Madre di Dio, incentrandola sulla persona di Cristo manifestata nei suoi misteri ». Alle nozze di Cana il Vangelo mostra appunto l'efficacia dell'intercessione di Maria, che si fa portavoce presso Gesù delle umane necessità: « Non hanno più vino » (Gv 2, 3).

Annunciare Cristo con Maria

Il Rosario è anche un percorso di annuncio e di approfondimento, nel quale il mistero di Cristo viene continuamente ripresentato ai diversi livelli dell'esperienza cristiana. Il modulo è quello di una presentazione orante e contemplativa, che mira a plasmare il discepolo secondo il cuore di Cristo. In effetti, se nella recita del Rosario tutti gli elementi per un'efficace meditazione vengono adeguatamente valorizzati, ne nasce, specialmente nella celebrazione comunitaria nelle parrocchie e nei santuari, una significativa opportunità catechetica che i Pastori devono saper cogliere. La Vergine del Rosario continua anche in questo modo la sua opera di annuncio di Cristo. La storia del Rosario mostra come questa preghiera sia stata utilizzata specialmente dai Domenicani, in un momento difficile per la Chiesa a motivo del diffondersi dell'eresia. Oggi siamo davanti a nuove sfide. Perché non riprendere in mano la Corona con la fede di chi ci ha preceduto? Il Rosario conserva tutta la sua forza e rimane una risorsa non trascurabile nel corredo pastorale di ogni buon evangelizzatore.

Il Rosario « compendio del Vangelo »

Alla contemplazione del volto di Cristo non ci si introduce che ascoltando, nello Spirito, la voce del Padre, perché « nessuno conosce il Figlio se non il Padre » (Mt 11, 27

Misteri della gioia

Il primo ciclo, quello dei 'misteri gaudiosi', è effettivamente caratterizzato dalla gioia che irradia dall'evento dell'Incarnazione.

Misteri della luce

Passando dall'infanzia e dalla vita di Nazareth alla vita pubblica di Gesù, la contemplazione ci porta su quei misteri che si possono chiamare, a titolo speciale, 'misteri della luce'.

Misteri del dolore

Ai misteri del dolore di Cristo i Vangeli danno grande rilievo. Da sempre la pietà cristiana, specialmente nella Quaresima, attraverso la pratica della Via Crucis, si è soffermata sui singoli momenti della Passione, intuendo che è qui il culmine della rivelazione dell'amore ed è qui la sorgente della nostra salvezza. Il Rosario sceglie alcuni momenti della Passione, inducendo l'orante a fissarvi lo sguardo del cuore e a riviverli.

Misteri della gloria

« La contemplazione del volto di Cristo non può fermarsi all'immagine di Lui crocifisso. Egli è il Risorto! ». Da sempre il Rosario esprime questa consapevolezza della fede, invitando il credente ad andare oltre il buio della Passione, per fissare lo sguardo sulla gloria di Cristo nella Risurrezione e nell'Ascensione.

Il Rosario, via di assimilazione del mistero

La meditazione dei misteri di Cristo è proposta nel Rosario con un metodo caratteristico, atto per sua natura a favorire la loro assimilazione. È il metodo basato sulla ripetizione. Ciò vale innanzitutto per l'Ave Maria, ripetuta per ben dieci volte ad ogni mistero. Se si guarda superficialmente a questa ripetizione, si potrebbe essere tentati di ritenere il Rosario una pratica arida e noiosa. Ben altra considerazione, invece, si può giungere ad avere della Corona, se la si considera come espressione di quell'amore che non si stanca di tornare alla persona amata con effusioni che, pur simili nella manifestazione, sono sempre nuove per il sentimento che le pervade.

L'enunciazione del mistero

Enunciare il mistero, e magari avere l'opportunità di fissare contestualmente un'icona che lo raffiguri, è come aprire uno scenario su cui concentrare l'attenzione. Le parole guidano l'immaginazione e l'animo a quel determinato episodio o momento della vita di Cristo.

L'ascolto della Parola di Dio

Per dare fondamento biblico e maggiore profondità alla meditazione, è utile che l'enunciazione del mistero sia seguita dalla proclamazione di un passo biblico corrispondente che, a seconda delle circostanze, può essere più o meno ampio. Le altre parole, infatti, non raggiungono mai l'efficacia propria della parola ispirata. Questa va ascoltata con la certezza che è Parola di Dio, pronunciata per l'oggi e « per me ».

Il silenzio

L'ascolto e la meditazione si nutrono di silenzio. È opportuno che, dopo l'enunciazione del mistero e la proclamazione della Parola, per un congruo periodo di tempo ci si fermi a fissare lo sguardo sul mistero meditato, prima di iniziare la preghiera vocale. La riscoperta del valore del silenzio è uno dei segreti per la pratica della contemplazione e della meditazione.

Il « Padre nostro »

Dopo l'ascolto della Parola e la focalizzazione del mistero è naturale che l'animo si innalzi verso il Padre. Gesù, in ciascuno dei suoi misteri, ci porta sempre al Padre, a cui Egli continuamente si rivolge, perché nel suo 'seno' riposa (cfr Gv 1, 18).

Le dieci « Ave Maria »

È questo l'elemento più corposo del Rosario e insieme quello che ne fa una preghiera mariana per eccellenza. Ma proprio alla luce dell'Ave Maria ben compresa, si avverte con chiarezza che il carattere mariano non solo non si oppone a quello cristologico, ma anzi lo sottolinea e lo esalta

Il « Gloria »

La dossologia trinitaria è il traguardo della contemplazione cristiana. Cristo è infatti la via che ci conduce al Padre nello Spirito. Se percorriamo fino in fondo questa via, ci ritroviamo continuamente di fronte al mistero delle tre Persone divine da lodare, adorare, ringraziare. È importante che il Gloria, culmine della contemplazione, sia messo bene in evidenza nel Rosario. Nella recita pubblica potrebbe essere cantato, per dare opportuna enfasi a questa prospettiva strutturale e qualificante di ogni preghiera cristiana.

La giaculatoria finale

Nella pratica corrente del Rosario, dopo la dossologia trinitaria segue una giaculatoria, che varia a seconda delle consuetudini. Senza nulla togliere al valore di tali invocazioni, sembra opportuno rilevare che la contemplazione dei misteri potrà meglio esprimere tutta la sua fecondità, se si avrà cura di far sì che ciascun mistero si concluda con una preghiera volta ad ottenere i frutti specifici della meditazione di quel mistero. In questo modo il Rosario potrà esprimere con maggiore efficacia il suo legame con la vita cristiana. Lo suggerisce una bella orazione liturgica, che ci invita a chiedere di poter giungere, meditando i misteri del Rosario, ad « imitare ciò che contengono e ad ottenere ciò che promettono ».

Tale preghiera finale potrà ispirarsi, come già succede, a una legittima varietà. Il Rosario acquista in tal modo anche una fisionomia più adeguata alle varie tradizioni spirituali e alle varie comunità cristiane.

La 'corona'

Strumento tradizionale per la recita del Rosario è la corona. Nella pratica più superficiale, essa finisce per essere spesso un semplice strumento di conteggio per registrare il succedersi delle Ave Maria. Ma essa si presta anche ad esprimere un simbolismo, che può dare ulteriore spessore alla contemplazione.

A tal proposito, la prima cosa da notare è come la corona converga verso il Crocifisso, che apre così e chiude il cammino stesso dell'orazione. In Cristo è centrata la vita e la preghiera dei credenti. Tutto parte da Lui, tutto tende a Lui,tutto, mediante Lui, nello Spirito Santo, giunge al Padre.

Avvio e chiusa

Sono vari, nella prassi corrente, i modi di introdurre il Rosario nei diversi contesti ecclesiali. In alcune regioni, si suole iniziare con l'invocazione del Salmo 69: « O Dio, vieni a salvarmi; Signore, vieni presto in mio aiuto », quasi ad alimentare nell'orante l'umile consapevolezza della propria indigenza; altrove, invece, l'avvio avviene con la recita del Credo, quasi a mettere la professione di fede a fondamento del cammino contemplativo che si intraprende. Questi e simili modi, nella misura in cui ben dispongono l'animo alla contemplazione, sono usi ugualmente legittimi. La recita è poi conclusa con la preghiera secondo le intenzioni del Papa, per allargare lo sguardo di chi prega sull'ampio orizzonte delle necessità ecclesiali. È proprio per incoraggiare questa proiezione ecclesiale del Rosario che la Chiesa ha voluto arricchirlo di sante indulgenze per chi lo recita con le debite disposizioni.

In effetti, se vissuto così, il Rosario diventa veramente un percorso spirituale, in cui Maria si fa madre, maestra, guida, e sostiene il fedele con la sua intercessione potente. Come stupirsi se l'animo sente il bisogno, alla fine di questa preghiera, in cui ha fatto intima esperienza della maternità di Maria, di sciogliersi nelle lodi per la Vergine Santa, sia nella splendida preghiera della Salve Regina, che in quella delle Litanie lauretane? È il coronamento di un cammino interiore, che ha portato il fedele a contatto vivo con il mistero di Cristo e della sua Madre Santissima.

La distribuzione nel tempo

Il Rosario può essere recitato integralmente ogni giorno, e non manca chi lodevolmente lo fa. Esso viene così a riempire di orazione le giornate di tanti contemplativi, o a tener compagnia ad ammalati ed anziani che dispongono di tempo abbondante. Ma è ovvio – e ciò vale a maggior ragione, se si aggiunge il nuovo ciclo dei mysteria lucis – che molti non potranno recitarne cheuna parte, secondo un certo ordine settimanale. Questa distribuzione settimanale finisce per dare alle varie giornate della settimana un certo 'colore' spirituale, analogamente a quanto la Liturgia fa con le varie fasi dell'anno liturgico.

Secondo la prassi corrente, il lunedì e il giovedì sono dedicati ai « misteri della gioia », il martedì e il venerdì ai « misteri del dolore », il mercoledì, il sabato e la domenica ai « misteri della gloria ». Dove inserire i « misteri della luce »? Considerando che i misteri gloriosi sono riproposti di seguito il sabato e la domenica e che il sabato è tradizionalmente un giorno a forte carattere mariano, sembra consigliabile spostare al sabato la seconda meditazione settimanale dei misteri gaudiosi, nei quali la presenza di Maria è più pronunciata. Il giovedì resta così libero proprio per la meditazione dei misteri della luce.

Questa indicazione non intende tuttavia limitare una conveniente libertà nella meditazione personale e comunitaria, a seconda delle esigenze spirituali e pastorali e soprattutto delle coincidenze liturgiche che possono suggerire opportuni adattamenti. Ciò che è veramente importante è che il Rosario sia sempre più concepito e sperimentato come itinerario contemplativo. Attraverso di esso, in modo complementare a quanto si compie nella Liturgia, la settimana del cristiano, incardinata sulla domenica, giorno della risurrezione, diventa un cammino attraverso i misteri della vita di Cristo, e questi si afferma, nella vita dei suoi discepoli, come Signore del tempo e della storia.

« Rosario benedetto di Maria, catena dolce che ci rannodi a Dio »

Quanto fin qui s'è detto, esprime ampiamente la ricchezza di questa preghiera tradizionale, che ha la semplicità di una preghiera popolare, ma anche la profondità teologica di una preghiera adatta a chi avverte l'esigenza di una contemplazione più matura.

A questa preghiera la Chiesa ha riconosciuto sempre una particolare efficacia, affidando ad essa, alla sua recita corale, alla sua pratica costante, le cause più difficili. In momenti in cui la cristianità stessa era minacciata, fu alla forza di questa preghiera che si attribuì lo scampato pericolo e la Vergine del Rosario fu salutata come propiziatrice della salvezza.

Oggi all'efficacia di questa preghiera consegno volentieri – l'ho accennato all'inizio – la causa della pace nel mondo e quella della famiglia.

 

Celebrato il trentunesimo anniversario delle apparizioni della Madonna

Anche quest’anno l’anniversario delle apparizioni della Madonna è stato celebrato solennemente a Medjugorje Lunedì 25 Giugno 2012, con numerosi pellegrini provenienti da tutti i continenti.

Oltre ai pellegrini locali della Croazia e della Bosnia Erzegovina, sono stati a Medjugorje in gruppi più consistenti anche pellegrini provenienti dall’Inghilterra, dagli Stati Uniti, dal Portogallo, dall'Irlanda, dalla Germania, dall'Austria, dalla Repubblica Ceca, dalla Polonia, dall'Ucraina, dall'Italia, dalla Romania, dalla Svizzera, dall'Uganda, dalla Slovacchia, dalla Cina, dalla Francia, dalla Slovenia e dalla Corea.

Oltre che con i consueti mezzi di trasporto, un notevole numero di pellegrini è giunto a Medjugorje a piedi per sciogliere i propri voti alla Regina della pace e ringraziare per le grazie loro elargite. I Sacerdoti si sono messi a disposizione per il Sacramento della Confessione a partire dalle quattro del mattino.

Durante la giornata nella Chiesa parrocchiale, presso l'Altare esterno e nella Cappella dell'Adorazione sono state celebrate ventisei Sante Messe.

Le Celebrazioni Eucaristiche in lingua croata sono state celebrate alle ore 5:00, 6:00, 7:00, 8:00, 9:00, 11:00 e 16:00, mentre il programma liturgico di preghiera serale è iniziato alle ore 18:00 con la preghiera del Rosario ed è proseguito con la Santa Messa delle ore 19:00.

La Santa Messa serale presso l'Altare esterno della Chiesa parrocchiale di Medjugorje è stata presieduta dal Dott. fra Ivan Sesar, Provinciale della Provincia Francescana di Erzegovina, e concelebrata da centosessantadue Sacerdoti.

La Celebrazione Eucaristica serale è stata accompagnata dal canto del coro „Regina della Pace“ di Medjugorje, diretto da suor Irena Azinović.

Al termine della Santa Messa, il Dott. fra Miljenko Šteko, Direttore del Centro Informativo „Mir“ Medjugorje, ha rivolto ai presenti saluti e parole di ringraziamento. Oltre alla moltitudine di giornalisti stranieri e locali che hanno registrato l'evento di Medjugorje, Radio „Mir“ Medjugorje ed il portale del CIMM hanno trasmesso in diretta il programma di preghiera, permettendo così agli altri mezzi di informazione collegamenti completi o temporanei.

Domenica 24 Giugno, la Santa Messa vigiliare delle ore 19:00 è stata presieduta dal Dott. fra Ivan Dugandžić e concelebrata da centotrentaquattro Sacerdoti.

Quel giorno si è svolta anche la tradizionale Ventunesima Marcia della Pace dal Convento di Sant'Antonio a Humac alla Chiesa parrocchiale di Medjugorje

Alcune foto della Santa Messa celebrata alle ore 19:00

(cliccare sull'icona qui sopra, in basso a sinistra, per avviare lo slideshow)

 

Fonte: © Informativni centar “Mir” Međugorje www.medjugorje.hr.

Video Commento di Padre Livio al Messaggio del 25 giugno 2012




Fonte: Radio Maria

Video La veggente Marija comunica il Messaggio del 25 Giugno 2012 a Radio Maria



 
Fonte: Facebook Radio Maria

Breve commento di Padre Livio al Messaggio del 25 giugno 2012

 

Cari amici,
nel 31mo anniversario delle apparizioni la Madonna ci ha dato il messaggio che più gli sta a cuore: la preghiera. Infatti tutti gli altri suoi messaggi sgorgano da questa sorgente inesauribile.

"In ogni momento sia essa il sapore e la gioia della vostra anima".

Ci ha anche rivelato il segreto di essere sempre con Lei:

"Se pregate, figlioli, voi siete con me".

La preghiera ci unisce a Dio e ci infonde la sua luce e la sua forza.

E' il ristoro e la gioia della nostra anima.

Preghiamo, preghiamo, preghiamo.

Siano lodati Gesù e Maria. Buona giornata

Padre Livio

Fonte: Facebook Radio Maria

Apparizione straordinaria a Ivan del 25 giugno 2012 sul Podbrdo alle ore 22:00

IVAN HA DETTO:

«Voglio descrivervi ciò che è più importante dell’incontro di stasera con la Madonna.

La Madonna è venuta a noi molto gioiosa e felice e all’inizio, come sempre, ci ha salutati tutti col suo materno saluto:

“Sia lodato Gesù, cari figli miei”.

Dopo questo la Madonna ha pregato per un tempo prolungato qui su tutti noi con le mani distese, poi ha benedetto tutti noi con la sua benedizione materna ed ha benedetto anche tutto ciò che avete portato perché venisse benedetto.

Poi io ho raccomandato tutti voi, tutti i vostri bisogni, tutte le vostre intenzioni, tutte le vostre famiglie ed in particolare tutti voi, malati presenti.

Poi la Madonna ha pregato per un tempo in particolare qui su di voi malati presenti.

Poi la Madonna ha continuato a pregare su tutti noi ed in questa preghiera se n’è andata nel segno della luce e della croce col saluto :

“Andate in pace, cari figli miei!”.

Voi stessi sapete che alcune ore fa la Madonna ha rivolto un messaggio per tutto il mondo.

Ascoltiamo il messaggio che Lei ha dato attraverso Marija:

"Cari figli! Con la grande speranza nel cuore anche oggi vi invito alla preghiera. Se pregate figlioli, voi siete con me, cercate la volontà di mio Figlio e la vivete. Siate aperti e vivete la preghiera; in ogni momento sia essa sapore e gioia della vostra anima. Io sono con voi e intercedo per tutti voi presso mio Figlio Gesù. Grazie per aver risposto alla mia chiamata”».


Fonte: Radio Maria

lunedì 25 giugno 2012

Apparizione annuale del 25 giugno 2012 ad Ivanka

La veggente Ivanka Ivanković Elez ha avuto la sua consueta apparizione annuale il 25 giugno 2012.
In occasione dell’ultima apparizione quotidiana del 7 maggio 1985 la Madonna, rivelandole il decimo ed ultimo segreto, disse a Ivanka che per tutto il resto della sua vita avrebbe avuto un’apparizione all’anno nel giorno dell’Anniversario delle apparizioni. Così è avvenuto anche quest’anno.
Ivanka ha avuto l’apparizione, durata 7 minuti, nella sua casa. All’apparizione era presente soltanto la famiglia di Ivanka.


Dopo l'apparizione la veggente Ivanka ha detto: La Madonna mi ha parlato del quinto segreto ed alla fine ha detto: „Vi do la mia benedizione materna. Pregate per le pace, la pace, la pace.“

Messaggio del 25 giugno 2012

"Cari figli! Con la grande speranza nel cuore anche oggi vi invito alla preghiera. Se pregate figlioli, voi siete con me, cercate la volontà di mio Figlio e la vivete. Siate aperti e vivete la preghiera; in ogni momento sia essa sapore e gioia della vostra anima. Io sono con voi e intercedo per tutti voi presso mio Figlio Gesù. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”

 

Apparizione straordinaria a Ivan stasera 25 giugno 2012 sul Podbrdo alle ore 22:00

Carissimi, Krizan ci ha comunicato che stasera, Lunedì 25 Giugno 2012, Ivan avrà una apparizione sul Podbrdo alle ore 22:00.
Fonte: IdM (aposto21)

Video ALLA MADRE «REGINA DELLA PACE»(L'inno di Medjugorje alla Madonna)




 

 

Inno di Medjugorje alla Madonna


In Italiano
 
   
Siam venuti, Madre cara,
da ogni parte della terra,
Ti portiam le nostre pene,
con le gioie e le speranze.
 
  Rit. O Regina della Pace,
il Tuo sguardo ci consoli,
su noi posa le Tue mani,
supplicando il Divin Figlio.
Guarda a Te la Chiesa intera,
Stella estrema di salvezza,
Ti preghiam con voce ardente:
rendi puri i nostri cuori.
 
  Rit. O Regina della Pace,
il Tuo sguardo ci consoli,
su noi posa le Tue mani,
supplicando il Divin Figlio.
Il Tuo piccolo Bijakovo,
Medjugorje tutta insieme,
han diffuso la Tua gloria
esaltando il Tuo bel Nome.
 
  Rit. O Regina della Pace,
il Tuo sguardo ci consoli,
su noi posa le Tue mani,
supplicando il Divin Figlio.
Per l’amore, o Madre cara,
che su noi hai riversato,
promettiam di diventare
più ferventi che in passato.
 
  Rit. O Regina della Pace,
il Tuo sguardo ci consoli,
su noi posa le Tue mani,
supplicando il Divin Figlio.
   
In Croato  
   

Došli smo ti Majko draga,
sa svih strana ove zemlje;
Donije smo Ti jade svoje,
i u njima svoje želje.

 
 

Rit. Pogledaj nas, utješi nas,
svoje ruke stavi na nas;
Svome Sinu preporuči,
Majko mira, moli za nas!

Cijela Crkva gleda u Te,
k`o u zvijezdu zadnjeg spasa.
Očisti nas, zagrli nas,
molimo Te iz sveg glasa.

 
 

Rit. Pogledaj nas, utješi nas,
svoje ruke stavi na nas;
Svome Sinu preporuči,
Majko mira, moli za nas!

Bijakovo Tvoje malo,
Međugorjr cijelo s njime,
razniješe tvoju slavu,
proslaviše Tvoju slavu!

 
 

Rit. Pogledaj nas, utješi nas,
svoje ruke stavi na nas;
Svome Sinu preporuči,
Majko mira, moli za nas!

Za svu ljubav, Majko draga,
što je ovdje, na nas izli.
Dajemo ti obećanje,
biti bolji, neg` smo bili!

 
 

Rit. Pogledaj nas, utješi nas,
svoje ruke stavi na nas;
Svome Sinu preporuči,
Majko mira, moli za nas!

Video Medjugorje 31° Anniversario





Fonte: Radio Maria

sabato 23 giugno 2012

Solo Grazie - Figli del Divino Amore - Medjugorje


Apparizione straordinaria a Ivan del 22 giugno 2012 sul Podbrdo alle ore 22

Ivan ha detto:

«Ecco ciò che è più importante dell’incontro di stasera con la Madonna, descritto con queste parole che io ho:

Anche stasera la Madonna è venuta a noi molto gioiosa e felice e, all’inizio, ci ha salutati col suo materno saluto:

“Sia lodato Gesù, cari figli miei”.

Dopo questo la Madonna ha pregato qui su tutti noi con le mani distese per un tempo prolungato, ha pregato nella sua lingua aramaica.

Dopo questo ci ha benedetti tutti con la sua benedizione materna ed ha benedetto tutto ciò che avete portato perché venisse benedetto.

La Madonna stasera ha pregato in modo particolare qui su voi malati presenti, poi la Madonna ha detto:

Cari figli, anche oggi vi invito di nuovo: decidetevi per Gesù, decidetevi ed andate insieme a Lui nel futuro.
Sono con voi, cari figli, perché mio Figlio mi ha permesso di rimanere così tanto insieme a voi, perché desidero guidarvi, istruirvi, educarvi, desidero guidare tutti voi a mio Figlio, desidero guidare tutti voi al Paradiso.
Perciò anche oggi vi invito di nuovo: decidetevi per Lui, mettetelo al primo posto nella vostra vita.
Cari figli, questo mondo in cui voi vivete è passeggero, perciò decidetevi: decidetevi per la pace, vivete la pace; decidetevi per la preghiera, pregate, cari figli, pregate, pregate. Grazie, cari figli, anche oggi per aver risposto alla mia chiamata.

Poi io ho raccomandato tutti voi, tutti i vostri bisogni, le vostre intenzioni, le vostre famiglie e in modo particolare tutti i malati.

Poi è seguita una conversazione mia con la Madonna e della Madonna con me, che resta solo tra di noi, e dopo questa conversazione la Madonna se n’è andata in preghiera nel segno della luce e della croce col saluto:

“Andate in pace cari figli miei”.

Questo stasera è ciò che è stato più importante, detto con queste mie parole. Grazie!».


Fonte: Radio Maria

venerdì 22 giugno 2012

Apparizione straordinaria a Ivan, stasera sul Podbrdo alle ore 22:00


Carissimi, Krizan ci ha comunicato che stasera, Venerdì 22 Giugno 2012, Ivan avrà una apparizione sul Podbrdo alle ore 22:00.
Fonte: IdM (aposto21)

Padre Nostro

SermonOnTheMount

 

VANGELO (Mt 6,7-15)
Voi dunque pregate così.

+ Dal Vangelo secondo Matteo

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Pregando, non sprecate parole come i pagani: essi credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno prima ancora che gliele chiediate.
Voi dunque pregate così:
Padre nostro che sei nei cieli,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno,
sia fatta la tua volontà,
come in cielo così in terra.
Dacci oggi il nostro pane quotidiano,
e rimetti a noi i nostri debiti
come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori,
e non abbandonarci alla tentazione,
ma liberaci dal male.
Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe».

Messaggio del 14 marzo 1985
(Messaggio dato al gruppo di preghiera)


Figli cari! Da oggi bisogna modificare il programma che avete seguito fino ad ora.
Non potrete più pregare il rosario, nè il martedì nè il giovedì, e neanche dialogare al sabato. Vi avevo chiesto di pregare al martedì il rosario di Gesù, al giovedì i misteri dolorosi, e al sabato di scambiarvi le esperienze. Ma non lo avete compreso completamente.
E allora, figli miei, è necessario che ritorniate indietro, ricominciando dalla prima classe della preghiera.
Voi infatti non sapete ciò che è fondamentale nella vita di preghiera: pregare il Padre Nostro, pregare la preghiera del mattino e della sera, affidarsi a me. Dovete imparare prima questo per poter poi pregare bene il rosario.
Stasera allora proverete a pregare un Padre Nostro radicale, e non un Padre nostro pregato superficialmente. Cercate stasera di avvicinarvi a quel Padre per il quale pregate, al quale dovete anelare ogni giorno e del quale la vostra anima deve aver sete. Non lasciate che vada perso questo tempo in cui imparate ad entrare nella preghiera.
E non dimenticate: La preghiera non è completamente preghiera finché il vostro cuore non sarà felice.
Ora dunque meditiamo il Padre Nostro, frase per frase, e impariamo a pregarlo.

“Padre nostro che sei nei cieli”: Dio è proprio il Padre vostro! Perché avete paura di lui? Tendetegli le vostre mani perché egli si è concesso a voi come Padre e vi ha dato tutto. Se i vostri padri terreni fanno tanto per voi, pensate quanto più fa il vostro Padre celeste! I vostri padri terreni vi amano, ma il vostro Padre celeste vi ama ancora di più. I vostri padri terreni possono anche adirarsi con voi, Dio no. Dio vi offre solo e sempre amore, misericordia e tenerezza.
“Sia santificato il tuo nome”: se dunque il Padre celeste vi ha donato tutto, come potete non rispettarlo, come potete non amarlo? Lodate e benedite il suo santo nome! Testimoniate anche ai peccatori che egli è Padre, il Padre di tutti, e come tale va servito e glorificato.
“Venga il tuo regno”: siate consapevoli che senza di lui non potete far nulla. Siate coscienti che se il suo regno non è presente in voi, siete deboli. I vostri “regni” passano, il suo no. Ristabilite il suo regno nel vostro cuore.
“Sia fatta la tua volontà come in cielo così in terra”: pregate Dio perché vi faccia comprendere che i regni che voi vi costruite sono destinati a finire. Fate sprofondare questi vostri regni perché la volontà di Dio possa essere per voi l’unico vero regno. Impegnatevi a fare subito, da questo momento, ora, la volontà di Dio. Pregate perché i vostri cuori si aprano al Signore e possiate rispettarlo e ubbidirgli come lo fanno gli angeli. E pregate perché qui sulla terra tutto possa diventare santo come in Cielo.
“Dacci oggi il nostro pane quotidiano”: chiedete al Padre celeste specialmente il pane per la vostra anima. Chiedetegli che questo pane non vi manchi mai affinché possa diventare cibo che nutre la vostra vita spirituale e che vi santifichi per la vita eterna. Il pane quotidiano vi aiuta a capire ciò che si deve fare ma sappiate che questo nutrimento non vi può essere dato se non pregate.
“Rimetti a noi i nostri debiti”: voi pregate che vi siano rimessi i vostri peccati nella stessa misura in cui voi li rimettete ai vostri debitori, senza rendervi conto che se i vostri peccati fossero rimessi veramente così come voi li rimettete agli altri, sarebbe una ben misera cosa. Dio invece perdona sempre e subito quando voi glielo chiedete affinché anche voi possiate perdonare a coloro ai quali finora non eravate capaci di farlo. Supplicatelo per questa grazia!
“E non ci indurre in tentazione”: supplicate Dio affinché non permetta che siate tentati con grandi prove. Riconoscete la vostra debolezza. Pregatelo che possiate superare ogni prova per non cadere in peccato.
“Ma liberaci dal male”: pregate Dio che vi protegga da ogni forma di male. Supplicatelo perché vi faccia comprendere quanto di positivo c’è nelle prove che egli permette così che possiate trarne giovamento e compiere un ulteriore passo verso la vita eterna.
“Amen”: Così sia, Signore! Tutto sia fatto come vuoi tu'!

Video Incontro con Ivan del 16 giugno 2012 a Medjugorje


martedì 19 giugno 2012

25 giugno 2012 - Veglia di preghiera in S. Salvatore in occasione del 31° anniversario delle Apparizioni a Medjugorje

 

Ricordo questo messaggio:

Messaggio del 2 febbraio 1982 (Messaggio straordinario)
Vorrei che la festa in onore della Regina della pace fosse celebrata il 25 giugno. Proprio quel giorno, infatti, i fedeli sono venuti per la prima volta sulla collina.

nel quale la Madonna ci ha chiesto di festeggiare l’anniversario delle apparizioni il 25 giugno.

Quest’anno ricorre il 31° anniversario!

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Insieme con gli altri Gruppi di Preghiera di Bologna ci ritroveremo nella Chiesa di S. Salvatore – Via C. Battisti, 16 alle ore 20:45 per la celebrazione della S.Messa seguita dall’Adorazione Eucaristica.

Partecipiamo numerosi per seguire le funzioni liturgiche e quindi per ascoltare il Messaggio Mensile che la Madonna continua a darci un mese dopo l’altro in questo lungo tempo di grazia nel quale ci sta accompagnando.

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Video Apparizione a Ivanka (vecchio video)



 
Fonte: Radio Maria

sabato 16 giugno 2012

CONSIGLI BENEVOLI AGLI ATEI PER LA DEBOLEZZA DELLE LORO ARGOMENTAZIONI CONTRO LA PRESENZA DI DIO


Dio esiste o non esiste? Nei confronti di questo problema, vecchio e risaputo, l'atteggiamento umano e variegato e offre una casistica multiforme. Meritano particolare attenzione non solo sotto il profilo psicologico, ma anche sotto quello rigorosamente logico quanti potremmo denominare "atei dichiarati", i quali, oltre ad essere personalmente "convinti", si propongono di riuscire anche "convincenti".
Ma per diventare "convincenti" non basta che proclamino con chiarezza e con forza la loro persuasione della non esistenza di Dio; occorre che la sorreggano con argomentazioni ineccepibili. Bisogna cioè che adducano «prove» intrinsecamente valide. Sul piano psicologico però è più facile che essi arrivino a una specie di agnosticismo tacito e implicito, piuttosto che a una vera certezza priva di dubbi. Trapela talvolta dal loro atteggiamento come una vigile e timida preoccupazione, a dispetto delle continue dichiarazioni di un ostentato ateismo. Sono proprio gli "atei dichiarati" a richiamare con più frequenza nei loro discorsi il nome di Dio, quasi nell'ansia di ribadire il loro "autoconvincimento".
Nel 1961 fummo tutti sorpresi dalla notizia che il 12 aprile di quell'anno un'astronave sovietica aveva compiuto una rivoluzione attorno alla Terra. Aveva a bordo l'ufficiale di aviazione Jurij Alekseevic Gagarin, che così divenne il primo astronauta della storia. Ci giunse poi la notizia di una singolare dichiarazione attribuita allo stesso Gagarin. Nel suo straordinario viaggio spaziale – egli rilevava – non aveva trovato alcuna traccia di una eventuale presenza di Dio. La dominante cultura sovietica era dunque entrata in possesso, se non di una prova, almeno di un serio indizio della verità della sua tesi ateistica.
Dal canto mio, ho subito pensato: meno male! Sarebbe stato un bel guaio, se egli avesse trovato qualche traccia della Divinità. Come prendere sul serio l'ipotesi che si arrivasse a Dio non attraverso la conversione interiore e l'atto di fede (come ci ha insegnato il messaggio di Cristo), ma con il semplice ausilio di un propellente adatto e proporzionato allo scopo?
A ben pensarci, si poteva anzi ravvisare in quella frase una certa comicità involontaria: in effetti la navicella russa, al cospetto dell'immensità dello spazio celeste, si era staccata dalla crosta terrestre in una misura oggettivamente esigua e del tutto trascurabile (almeno ai fini dei nostri interessi "teologici").
Le parole convenienti (mi dicevo), che Gagarin avrebbe dovuto mormorare per non sfiorare il ridicolo, sarebbero state piuttosto quelle dell'intelligenza e del buon senso di Blaise Pascal: « Le silence eternel de ces espaces infinis m'effraie » (Il silenzio eterno di questi spazi infiniti mi sgomenta).
Come si vede, agli "atei dichiarati" è consentito "ipotizzare" che Dio non esista, è consentito "desiderare" che Dio non esista, è consentito "sperare" che Dio non esista; ma, parlando propriamente, non possono "sapere" se Dio esiste o non esiste. Il discorso sembrerà paradossale, ma va addirittura detto che un elenco aprioristico, universale e sistematico di "ciò che non esiste" è precluso alle nostre facoltà conoscitive: è un privilegio esclusivo del Dio onnisciente (supposto che un Dio siffatto ci sia).
«Dopo Auschwitz non e più possibile credere in Dio». Gli "atei dichiarati", nel loro tentativo di essere anche "convincenti" si sono avvalsi talora di questo "luogo comune" che è circolato dopo la conclusione della Seconda guerra mondiale. Mette conto di cercar di capire il senso dell'espressione e di darne una valutazione critica.
«Dopo Auschwitz non è più possibile credere in Dio». Vale a dire: come si fa a supporre che esista un Essere – per definizione intrinsecamente onnisciente e onnipotente – che non sia intervenuto a impedire tanto orrore? O non ne è stato capace, e allora dov'è la sua decantata onnisciente onnipotenza? O non ha avuto alcuna ripugnanza verso questa spavalda violazione di ogni principio morale e non ha avuto nessuna pietà per tanta gratuita e immeritata sofferenza. In sintesi: un essere così debole, così cieco, così impietoso, non merita proprio di esistere.
Non è che con l'esclusione dell'ipotesi dell'esistenza di Dio, sarebbe eliminato ogni orrore dalla vicenda umana. Auschwitz non per questo cesserebbe di essere una nefandezza irrimediabilmente avvenuta. Un'umanità abbandonata a una sofferenza atroce inevitabile, intrinsecamente ingiusta e irragionevole, senza nessuna prospettiva di rettifica e di indennizzo, sarebbe una pura e totale assurdità. Ma ciò che è assurdo, per definizione, è ciò che non può esistere. Se Dio non ci fosse, il male del mondo incomberebbe su di noi con tutta la sua opprimente opacità. Ma se Dio c'è, ci sarà oltre tutti i tormenti e le atrocità di quaggiù uno spazio ultimo e risolutivo, dominato da una superiore equità e da una trascendente misericordia. Solo se l'ultima parola su di noi sarà pronunciata da una Divinità, ci riesce di continuare a sperare che i conti possano essere un giorno pareggiati e l'assurdo sia vinto. Solo chi attende una vita ben diversa oltre questa nostra vita miserabile, può credere in un trascendente recupero di una giustizia che sulla terra appare continuamente oltraggiata. Questa e perciò la mia conclusione: «Dopo Auschwitz non è più possibile non credere in Dio».
In realtà, lo slogan davvero efficace proposto implicitamente a tutti dagli "atei dichiarati" e un richiamo alla "invisibilità" di Dio. Sono molti gli uomini che con semplicità e spensieratezza si lasciano impressionare dall'osservazione che nessuno e mai riuscito a vedere Dio. Perché dovremmo preoccuparci di uno che nessuno e mai riuscito a incontrare?, essi si dicono.
La stessa narrazione evangelica lo afferma esplicitamente: «Dio, nessuno lo ha mai visto» (Gv 1,18): paradossalmente su questo punto gli atei, come si vede, si accordano con la parola di Dio. Va detto però che il testo sacro prosegue, aggiungendo subito una notizia nella quale viene proclamato esplicitamente il mistero e il prodigio della "epifania": «Dio, nessuno lo ha mai visto: proprio il Figlio unigenito, che e nel seno del Padre, lui lo ha rivelato» (Gv 1,18).

Giacomo Biffi

 

Fonte: Avvenire, 23/05/2012
Pubblicato su BASTABUGIE n.248

Alcune foto storiche (Fonte: Radio Maria)

 

I veggenti (da sinistra): Mirjana, Vicka, Jacov, Ivanka e Marija

Mirjana, Vicka, Ivanka, Jacov e Marija

 

I veggenti (da sinstra): Ivan, Marija, Jacov, Vicka, Ivanka e Padre Slavko sulla destra

Padre Slavko, Ivan, Vicka, Jacov, Ivanka

 

        Foto aerea di Medjugorje nel 1981 … che differenza con OGGI!Medjugorje, foto aerea del 1981

La Parrocchia di Medjugorje si trova in Erzegovina, situata in Bosnia Erzegovina. Comprende cinque paesini (Medjugorje, Bijakovici Vionica Surmanci, Miletina) e prende il nome da Medjugorje, il paese più grande. Il nome è di origine slava è vuol dire "Territorio tra i due monti".

La Parrocchia venne fondata nel 1892 e affidata alla protezione di San Giacomo, patrono dei pellegrini. Solo cinque anni dopo venne completata la vecchia chiesa Parrocchiale, che per l'epoca era abbastanza grande e bella. Essendo stata costruita su un terreno instabile, iniziò immediatamente a deteriorarsi con rischio di crollo e, dopo la prima Guerra mondiale, si iniziò a pensare alla costruzione di una nuova Chiesa che venne ultimata e benedetta il 19 Gennaio 1969. I costruttori senza neppure sapere il perché, ma spinti da un impulso interiore, la costruirono molto grande rispetto al numero dei parrocchiani di allora. Quando si sono verificate le apparizioni in molti hanno avuto una risposta. Dopo le apparizioni, la Chiesa è stata gradualmente sistemata, così come lo spazio che la circonda. I resti della vecchia Chiesa sono conservati nel parco a sinistra del Santuario, lungo il percorso della Croce.

(Liberamente tratto da FRA SLAVKO BARBARIC, "Seguimi col cuore", Centro Informativo "Mir" - Medjugorje, 1997).

“Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore”

presentazione al tempio[3]

 

Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Luca 2,41-51.


I genitori di Gesù si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua.
Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo l'usanza; ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori sene accorgessero.
Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.
Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava.
E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.
Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo».
Ed egli rispose: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?».
Ma essi non compresero le sue parole.
Partì dunque con loro e tornò a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore.

Meditazione del giorno:

San Giovanni Eudes (1601-1680), sacerdote, predicatore, fondatore di istituti religiosi
L'ammirabile cuore di Gesù, libro 9 ; cap. 4


“Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore”

        Tra le feste della Vergine Maria, quella del suo cuore è come il cuore e la regina delle altre, perché il cuore è la sede dell'amore e della carità.Quale il soggetto di questa solennità? Il cuore della Figlia unica e prediletta dell'eterno Padre; il cuore della Madre di Dio; il cuore della Sposa dello Spirito Santo; il cuore della Madre più buona di tutti i fedeli.E' un cuore totalmente ardente d'amore per Dio, e totalmente infiammato di carità per noi.

        E' tutto amore per Dio, poiché non ha mai amato niente altro che Dio solo, e ciò che Dio voleva che amasse in lui e per lui. E' tutto amore, perché la beata Vergine ha sempre amato Dio con tutto il cuore, l'anima e le forze (Mc 12,30). E' tutto amore perché non solo ha sempre voluto ciò che Dio voleva e non ha mai voluto nulla che Egli non volesse, ma anche perché ha sempre riposto la sua gioia nell'amatissima volontà di Dio.

        E' tutto amore per noi. Ella ci ama con lo stesso amore con cui ama Dio, poiché è Dio che vede e ama in noi. E ci ama con lo stesso amore con cui ama l'Uomo Dio, suo Figlio Gesù. Poiché ella sa che è nostro capo,nostra testa, che noi siamo sue membra (Col 2,19) e di conseguenza siamo uno con lui.

 

Fonte: Vangelo del Giorno

Cuore Immacolato di Maria

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Nella Sacra Scrittura, il vocabolo «cuore» è alla base del rapporto religioso-morale dell´uomo con Dio.
Il cuore è al centro di tutta la vita spirituale dell´uomo; è principio di vita, memoria, pensiero, volontà, interiorità: il cuore è inteso come sede dell´incontro con Dio.
L´espressione «cuore immacolato», applicato a Maria è divenuta di uso corrente in seguito alla definizione del dogma dell´Immacolata concezione e raggiunse la massima diffusione negli anni 1942-1952, a motivo degli avvenimenti di Fatima che determinarono la consacrazione del mondo al Cuore immacolato a cui seguì una moltitudine di altre consacrazioni da parte di istituzioni ed individui.

Il fondamento biblico della festa

La devozione al cuore di Maria ha il privilegio singolare di poter contare su due testi chiave del Nuovo Testamento. Essi sono: «Maria, da parte sua, conservava tutte queste cose, meditandole nel suo cuore» (Luca 2,19); «Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore» (Luca 2,51).
Dai due testi appare la profondità dell´associazione interiore di Maria all´opera salvifica di suo Figlio. Tutto ciò che si compie nel corpo paziente del Figlio, si compie nell´anima e nel cuore della madre che viene rappresentata come protesa, nell´intimo del suo cuore, all´ascolto e all´approfondimento della parola di Dio.
Viene sottolineato l´atteggiamento contemplativo di Maria sui Misteri della vita di Gesù: possiamo pensare a Maria che, dopo l´annuncio dell´angelo, si interroga sui disegni di Dio a suo riguardo e ripete la sua risposta di accettazione: «Si faccia di
me, secondo la tua parola» (Luca 1,37). È la preghiera di adesione piena alla volontà di Dio.
Ci viene così insegnato che conservare nel cuore «tutte» le cose (parole e fatti che riguardano il Signore, è un impegno permanente della fede cristiana, per tutti, in ogni tempo e in ogni luogo).
Si ricorda per «attualizzare» il passato nel presente. Si ricorda per far partecipi, per comunicare ad altri, per trasmettere.
Lungo le varie tappe dell´anno liturgico, noi «facciamo memoria» di tutte le parole e di tutti i gesti compiuti dal Signore Gesù: come Maria li mettiamo a confronto, li riviviamo, soprattutto nell´ora della prova.
Ha detto Giovanni Paolo II: «L´atteggiamento di Maria ispira la nostra fede: quando soffiano le tempeste e tutto sembra naufragare, ci sostenga la memoria di quanto il Signore ha fatto in passato» (Angelus del 31 luglio 1983).

La maturazione storica della festa

L´origine storica della festa è abbastanza recente, come è ricordato nell´Esortazione apostolica Marialis Cultus di Paolo VI che annovera la memoria del Cuore immacolato della beata Vergine Maria tra le «memorie o feste che esprimono orientamenti emersi nella pietà contemporanea» (MC 8).
La commemorazione liturgica è fissata il giorno che segue la solennità del Cuore di Gesù, ritornando così all´origine storica di questa devozione.
San Giovanni Eudes (1601-1680) che fu padre, dottore e primo apostolo di questa devozione, come risulta dalle dichiarazioni di Leone XIII (1903) e di Pio X (1909), non separava mai i due Cuori nei suoi progetti liturgici.
Con alcuni suoi discepoli, nel 1648, il santo cominciò a celebrare la festa del Cuore di Maria, componendo i testi liturgici per la Messa; ma solo nel 1805 Pio VII decise di permetterne la celebrazione a tutti quelli che ne avrebbero fatto esplicita richiesta.
Nel 1864 alcuni vescovi chiesero al Papa la consacrazione del mondo al Cuore di Maria. La prima nazione che si consacrò al Cuore di Maria fu l´Italia, in occasione del Congresso Mariano di Torino del 1897.
Nel secolo XX nuovi avvenimenti prepararono il grande trionfo liturgico della devozione al Cuore di Maria e in particolare le apparizioni di Fatima e le rivelazioni fatte alla mistica portoghese Alessandrina de Balazar. Il 31 ottobre 1942, nel venticinquesimo anniversario delle apparizioni di Fatima, Pio XII consacrava la Chiesa e il genere umano al Cuore immacolato di Maria e, con il decreto del 1944, istituiva la festa universale del Cuore di Maria, fissando la celebrazione al giorno 22 agosto, ottava dell´Assunta, per invocare la pace. Successivamente, la celebrazione venne fissata, come memoria facoltativa, il giorno dopo la solennità del Sacro Cuore di Gesù,
La devozione al Cuore di Maria è sempre stata, nel corso della sua storia, fonte inesauribile di vita interiore per le anime mariane.
San Francesco di Sales fa del cuore della Vergine Maria il luogo di incontro delle anime con lo Spirito Santo. Al momento della Comunione, il nostro cuore diventa come quello di Maria: come lei e con lei ospitiamo Gesù, ci nutriamo della Sua parola e diveniamo suoi annunciatori.
Così preghiamo nella colletta della Messa: «O Dio, che hai preparato una degna dimora dello Spirito Santo nel cuore della beata Vergine Maria, per sua intercessione, concedi anche a noi, tuoi fedeli, di essere tempio vivo della tua gloria». Quella gloria senza fine che con Maria speriamo di godere un giorno nella visione del suo Figlio.

Gianni Sangalli

Fonte www.donbosco-torino.it  (IdM)