Drop Down MenusCSS Drop Down MenuPure CSS Dropdown Menu

Richiesta di preghiere

* * * * *

Per la Richiesta di Preghiere è possibile da oggi utilizzare il MODULO che si trova qui a sinistra.

Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

* * * * *

martedì 4 giugno 2019

APERTURA DEL NUOVO SITO DEI "MESSAGGI DI MEDJUGORJE"

Annuncio a tutti i miei visitatori 

di aver creato un nuovo sito per 

I messaggi di Medjugorje



cliccare sopra il link seguente

==>  I Messaggi di Medjugorje  <==

Tutti i contenuti del presente link rimarranno attivi (Messaggi, Commenti, Articoli, Richiesta di preghiere, ecc ), ma i nuovi contenuti saranno ospitati tutti nel nuovo sito web sul quale vi prego di reindirizzarvi per aggiornavi a tutte le notizie fin'ora pubblicate in questo BLOG.

Buona navigazione

domenica 2 giugno 2019

Messaggio a Mirjana del 2 giugno 2019

“Cari figli soltanto un cuore puro ed aperto farà sì che conosciate davvero mio Figlio, e che tutti quelli che non conoscono il suo amore lo conoscano per mezzo di voi. Solo l’amore farà sì che comprendiate che esso è più forte della morte, perché il vero amore ha vinto la morte ed ha fatto in modo che la morte non esista. Figli miei, il perdono è una forma eccelsa d’amore. Voi, come apostoli del mio amore, dovete pregare per essere forti nello spirito e poter comprendere e perdonare. Voi, apostoli del mio amore, con la comprensione ed il perdono, date esempio d’amore e di misericordia. Riuscire a comprendere e perdonare è un dono per cui si deve pregare e di cui si deve aver cura. Col perdono voi mostrate di saper amare. Guardate, figli miei, come il Padre Celeste vi ama con un amore grande, con comprensione, perdono e giustizia. Come vi dà me, la Madre dei vostri cuori. Ed ecco: sono qui in mezzo a voi per benedirvi con la materna benedizione; per invitarvi alla preghiera e al digiuno; per dirvi di credere, di sperare, di perdonare, di pregare per i vostri pastori e soprattutto di amare senza limiti. Figli miei, seguitemi! La mia via è la via della pace e dell’amore, la via di mio Figlio. È la via che porta al trionfo del mio Cuore. Vi ringrazio!”.

martedì 28 maggio 2019

Messaggio a Marija del 25 maggio 2019

“Cari figli! Per la Sua misericordia, Dio mi ha permesso di essere con voi, di istruirvi e di guidarvi verso il cammino della conversione. Figlioli, tutti voi siete chiamati a pregare con tutto il cuore perché si realizzi il piano della salvezza per voi e tramite voi. Siate coscienti figlioli, che la vita è breve e vi aspetta la vita eterna secondo i vostri meriti. Perciò pregate, pregate, pregate per poter essere degni strumenti nelle mani di Dio. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”

lunedì 27 maggio 2019

domenica 26 maggio 2019

Approfondimenti della fede - Video - Catechesi: « Il legame tra lo Spirito Santo e Maria »


« Il legame tra lo Spirito Santo e Maria »: catechesi di don Renzo Lavatori presso il Monastero delle Benedettine - Fano (PS) - Domenica 18 maggio 2019.

venerdì 24 maggio 2019

Omelia della santa Messa Medjugorje, 21 maggio 2019


Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.
Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: "Vado e tornerò da voi". Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l'ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate.
Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il prìncipe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco».
Parola del Signore.

  
Cari fedeli, se dovessimo scegliere 5 parole che sono interpretate male sicuramente tre di esse sono: Dio, Amore e pace.
Nel Vangelo che abbiamo ascoltato Gesù parla della pace che Lui lascia. Sono le parole dell’Ultima Cena. Proprio quelle parole precedono l’inquietudine più grande avvenuta sia nella Sua Vita che in quella degli apostoli.
Dopo quelle parole segue il tradimento di Giuda, il rinnegamento di Pietro, paure, arresto, condanna, giudizio, passione e morte.
Nel mondo d’oggi si cerca di raggiungere la pace con falsi compromessi, con armi, violenza, giochi politici.
Con il termine “pace” gli stati potenti intendono il fatto di obbedire ai loro voleri e interessi. Se non si ubbidisce si usa la scusa della democrazia per fare guerre, creare caos, omicidi e ingiustizie che non saranno mai punite.
La pace di Cristo non è quella delle conferenze. Non è neppure quella che sostiene i dittatori. E’ la pace che scaturisce dalla fiducia del credente che Dio è scudo e protezione.
Una scrittrice inglese racconta una storia di un re che aveva due artisti nel suo castello. Essi erano sempre in conflitto tra di loro. Vedendo quella situazione insostenibile il re ha deciso di commissionare ad entrambi un quadro sullo stesso tema. Il pittore più bravo sarebbe rimasto nel castello. Il tema era la pace. Dopo una settimana entrambi hanno portato la loro opera.
Il primo ha portato un quadro bellissimo rappresentante colline verdi, un lago sulla cui superficie si vedeva il sole tramontare. Il re ha detto all’artista: “Il quadro è molto bello, ma mi fa addormentare”.
Il secondo artista ha rappresentato una cascata. Era tanto reale che quasi si sentiva il rumore dell’acqua cadere e risuonare sulle rocce. Il re ha risposto: “Questo quadro non descrive la pace, come avevo chiesto”. L’artista ha detto al re di continuare ad osservare il quadro.
Dopo un pò di tempo il re ha notato un dettaglio che gli era sfuggito prima: tra le rocce sotto la cascata c’era un cespuglio con un nido. Guardando meglio ha visto dentro un uccello con gli occhi mezzi chiusi che attendeva la nascita dei suoi piccoli. Era come se tutta l’acqua che cadeva vicino a lui non gli importasse assolutamente.
Il re era molto contento dell’opera e ha detto all’artista: “Hai trasmesso un grande messaggio: si può mantenere la pace anche durante le grandi tempeste della vita”.
Fratelli e sorelle, san Paolo dice nella lettera agli Efesini: “Cristo è la nostra pace”.
Da venti secoli Gesù ci ripete: “Vi lascio la pace. Vi do la Mia pace”. Lo dice a ciascuno di noi, affinchè con la nostra vita possiamo diffondere questo messaggio a tutto il mondo. Il dovere di ogni cristiano è portare la pace e la felicità nei vari luoghi della terra.
Il comportamento dei primi cristiani ha aiutato tanti a trovare il senso della vita. Essi portavano la pace nelle famiglie, nella società.
Il saluto di quell’epoca era un’invocazione alla pace.
La pace di Dio sarà sulla terrà finchè ci saranno sulla stessa i Suoi prediletti.
Cari fedeli, una grande parte del nostro apostolato consiste nel portare la pace a coloro che ci circondano.
Vorrei concludere con alcuni pensieri sulla pace che ci dona Cristo. Perchè l’uomo possa avere la vera pace deve essere in pace con Dio.
Sant’Agostino dice: “il nostro cuore è in quieto, Signore, finchè non riposa in Te”.
E’ veramente così. L’anima non ha la pace se non è in pace con la propria Sorgente.
Le ossa più dure del nostro corpo sono i denti. Se vengono trascurati, però, i batteri invisibili li distruggono, per quanto possano essere forti e sani. Simile è ciò che accade alla nostra anima. Essa è ciò che più nobile sia stato creato. Ma se si permette che il turbamento si radichi nell’anima essa sarà distrutta dal peccato. Se permettiamo che il peccato superi la forza della grazia quest’ultima non potrà agire.
L’inquietudine può andare oltre la vita terrena. Perciò preghiamo per i defunti, perchè trovino la pace in Dio.
L’uomo che non ha la pace in se stesso farà fatica ad averla con gli altri.
La sorgente della pace esterna è dentro di me. Se nel mio cuore ci sono rancore, amarezza, odio e invidia non posso avere la pace con gli altri. Anche se do la colpa agli altri la sorgente di questa inquietudine è in me.
L’invidia è lo stato in cui la felicità degli altri mi rende triste. Chi non può sopportare la felicità degli altri non troverà mai la propria.
E’ triste se cerco di portare la pace ovunque e non nella mia casa. E’ triste se cerco di non essere duro con gli altri e poi tutta la frustrazione la porto a casa mia.
Desiderando la pace nel nostro cuore evitiamo tutto ciò che provoca inquietudine: giudizi sbagliati, critiche…
Rivolgiamoci alla Beata Vergine Maria, Regina della Pace, e preghiamoLa per non perdere mai la gioia e la felicità, anche nei momenti in cui la prova colpisce la nostra famiglia e i nostri cari.
Preghiamo con il cuore: Regina della Pace, prega per noi.
Amen.

Preghiere serali a Medjugorje dal 17 al 23 maggio 2019

Venerazione alla Santa Croce del 17 Maggio 2019

presieduta da Fra Francesco Rizzi


Signore Gesù,
Tua Croce è per noi il segno del Tuo Amore e della Tua Misericordia..

Signore Gesù, aiutaci a pregare con fede davanti alla Croce...

Sacro Cuore di Gesù, desideriamo vivere con Te e da Te...

Gesù, la Tua Croce è scandalo per coloro che non credono, ma per i fedeli è...

Canto: Gesù (XS8)...

- Signore Gesù, la Tua Croce è per noi il segno del Tuo Amore e della Tua Misericordia. Grazie, Gesù, per le Tue Sante Piaghe. Grazie per il dono del Battesimo e dell’Eucaristia. Grazie per il dono della Spirito Santo. Signore, donaci il Tuo Spirito per rinnovarci nel cuore, nella mente e nel corpo. Signore Gesù, confidiamo in Te!

Canto: Veni, Sancte Spiritus...

- Signore Gesù, aiutaci a pregare con fede davanti alla Croce. Il Tuo Spirito possa illuminare i nostri cuori e le nostre menti per comprendere la profondità della Tua compassione verso l’umanità, verso i poveri peccatori. Confidiamo in Te e Ti preghiamo per tutti coloro che moriranno oggi: perdona loro i loro peccati e accoglili nel Tuo Regno. Gesù, confidiamo in Te!

Canto: Insegnaci, Signore, a perdonare come anche Tu ci hai perdonato!

           Insegnaci, Signore, ad amare come anche Tu ci hai amato!

           Signor Gesù (X3), pietà di me! (bis)

- Sacro Cuore di Gesù, desideriamo vivere con Te e da Te. Ti preghiamo: Sacro cuore di Gesù, trafitto sulla Croce per amore verso di noi, lavaci con il Tuo Sangue nel Sacramento della Confessione. Dio della vita e Signore dei cuori e delle nostre anime, Ti ringraziamo per il dono di Tua Madre: per mezzo del Suo Cuore, attiraci a Te e fa’ che il Suo Cuore Immacolato vinca. Gesù, dona la pace ai nostri cuori e liberali dal male. Signore, confidiamo in Te!

Canto: Sacro Cuore di Gesù, noi Ti amiamo!

           Sacro Cuore di Gesù, confidiamo solo in Te!

- Gesù, la Tua Croce è scandalo per coloro che non credono, ma per i fedeli è salvezza e Vita Eterna. Gesù, per il Tuo Sangue versato, per la sofferenza vissuta per i nostri peccati, per i dolori che hai accettato per amore verso di noi, abbi pietà di noi peccatori. Gesù, confidiamo in Te!

Kyrie, eleison...

Vi benedica Dio Onnipotente: Padre + e Figlio e Spirito Santo.

Amen.

Andate in pace.

Canto finale: Ave, Maria, Ave! Ave, Maria, Ave! (bis)

Fonte: Dalla Diretta.

(Trascrizione a cura di P. Armando Favero)


Adorazione Eucaristica del 18 Maggio 2019

presieduta da Fra Marinko Šakota


Gesù,
Ti chiediamo il dono dello Spirito Santo per avere i cuori aperti...

Gesù, Tu ci inviti: “Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi.”...

Gesù, Tu ami anche coloro che non sono buoni...

O Gesù, libera il mio amore dai condizionamenti...

Canto: Kumbaya, my Lord, Kumbaya...  O Lord, Kumbaya.

           Vieni a noi, Signor, vieni a noi... Signore, vieni a noi.   

- Gesù, noi Ti adoriamo! Ti chiediamo il dono dello Spirito Santo per avere i cuori aperti alla Tua Parola, per diventare attenti nell’ascolto di Te e aprire i nostri cuori al Tuo Amore.

Canto: Veni, Sancte Spiritus...

- Gesù, Tu ci inviti: “Amatevi gli uni gli altri come io ho amato voi.” Apri i nostri cuori, fa’ che conosciamo il Tuo Amore, per conosciamo come Tu ami.

Canto: Signore, aiutaci ad amarti sempre più!

           Signore, aiutaci ad amarci sempre più!

- Gesù, Tu ami anche coloro che non sono buoni. Tu ami Zaccheo, Matteo e i Pubblicani. Tu ami la donna che vogliono lapidare. O Gesù, insegnaci ad amare.

Canto: Insegnaci, Signore, a perdonare come anche Tu ci hai perdonato!

           Insegnaci, Signore, ad amare come anche Tu ci hai amato!

           Signor Gesù (X3), pietà di me! (bis)

- O Gesù, libera il mio amore dai condizionamenti, affinché io possa amare come Tu ami, anche quando è difficile, anche coloro che non mi amano.

Tantum ergo...Orazione.

Canto: O Christe, Domine Jesu...

Kyrie, eleison... Benedizione eucaristica. Dio sia benedetto..

Canto finale: Gospa, Maika moia, Kralica mira...

                            Zdravo, Kralice mira, Zdravo, Maiko ljubavi!

                            Zdravo (X3), Marijo! (bis)

Andate in pace...

Fonte: https://youtu.be/oXFY3kJ3rgM (Registrazione di Flavio Deagostini)

(Trascrizione a cura di P. Armando Favero)

Preghiera di guarigione del 21 Maggio 2018

guidata da fra Perica Ostojić

Alleluia, alleluia, alleluia...

Signore Gesù, come è bello ricevere il Tuo Corpo e il Tuo Sangue! Come è bello riceverti nel Sacramento dell’Eucaristia, dove Ti incontriamo come Dio vivente, Dio che mantiene la sua promessa che rimarrà con noi tutti i giorni fino alla fine del mondo! Come è bello, Signore, sapere che Tu non ci lasci soli, che anche stasera vieni in mezzo a noi, Tuoi discepoli, Tuoi fedeli. Tu desideri essere presente, con la Tua Parola desideri essere la Luce sul nostro cammino. Perciò, Signore, adesso io voglio lasciare tutto ciò che è mio e dedicarmi completamente a Te, godere questo momento della Tua Presenza, desidero sentire l’Amore che Tu mi doni, la pace che mi doni, desidero sentore la Tua grazia con la quale mi guidi. Adesso, più di ogni altra cosa, desidero sentire la Tua Misericordia. Signore, penetra dentro di me con la Tua Misericordia, purifica il mio cuore, purifica i miei pensieri, purificami da tutti i miei peccati. Fa’ che in questo incontro io possa essere sincero con Te, pregarti, incontrarti.

Hvala, Criste... Alleluia...

Signore Gesù, adesso desidero offrirti delle mie difficoltà fisiche. Desidero offrirti la mia stanchezza, il mio stress, tutte le oppressioni. Tu sai, Signore, che in queste circostanze non ho abbastanza amore verso gli altri, evito gli altri. Tutto questo, Signore, metto nelle Tue mani. Rafforza, Signore, la mia fede, aumenta l’amore, affinché io possa essere sempre il segno della Tua Presenza in questo mondo. Signore, guarisci tutte quelle malattie dell’anima e del corpo che hanno distrutto o indebolito la mia fede. Aiutami affinché io possa trarre la forza, sempre in ginocchio, ai piedi della Tua Croce. Con la Tua Croce tocca tutte le mie croci, con le Tue Piaghe tocca tutte le piaghe della mia vita. Aiutami, Signore, guardando la Tua Croce e la Tua Risurrezione, che anche le mie croci e i miei dolori possano contemplare la luce della Risurrezione. Cristo glorificato, glorificati anche nella mia vita. Con la gioia della Tua Risurrezione riempi il mio cuore, affinché io possa portare questa gioia agli altri, affinché io possa donare questa gioia agli altri e gli altri la vedano sul mio volto e la sentano in ogni incontro con me. Signore, Tu hai lasciato il Tuo Vangelo a noi, la Buona Novella. Perciò anch’io desidero portare questa gioia agli altri.

Thankyou, Jesus... Alleluia...

Signore Gesù, adesso Ti chiedo la forza della Tua Presenza. Allontana da me l’influsso di ogni male. Signore, quando Tu sei presente, aiutami a saper sperimentare la Tua Presenza nei momenti della prova. Fa’ che io non guardi alla mia forza ma alla forza che viene da Te, dall’incontro con Te. Signore, Ti prego per la guarigione, per la guarigione del cuore, dell’anima. Signore, guarisci il mio cuore da ogni gelosia, invidia, amarezza e riempi il mio cuore di Amore. Purifica la mia anima da ogni sporcizia, da ogni peccato, da ogni momento negativo che è rimasto impresso nella mia memoria. Signore, toccami. Tu sei Dio Onnipotente e credo che Tu adesso possa farlo. Hai bisogno del mio abbandono. In questo momento, Signore, senza riserva, desidero mettere tutta la mia vita nelle Tue mani, affinché Tu possa guidarmi, proteggermi. Signore, con la Tua Luce, illumina il m io cammino di vita. Lì dove sono le tenebre nella mai vita, accendi la Tua Luce. Guariscimi da ogni dipendenza, droga, alcool, sessualità sbagliata, giochi d’azzardo. Signore, con la forza della Tua Onnipotenza e della Tua Presenza, esortami a decidere di cambiare le cose negative della mia vita. Adesso, in questo momento, desidero decidermi per il cammino di Santità. Ti offro il mio passato, il mio presente e il mio futuro. Signore, desidero camminare con Te. Grazie, Signore, per il Tuo Amore, per la Tau Misericordia, per la Tua Grazia. Grazie per il Tuo Amore, perché Tu mi aspetti sempre. Grazie per la Tua Misericordia, perché mi perdoni sempre. Grazie per la Tua Grazia, perché continuamente mi attiri a Te. Grazie, Signore!

Kyrie eleison...

Voi tutti che siete presenti qui, le vostre famiglie e tutti coloro che sono nella vostra preghiera benedica Dio Onnipotente: Padre + e Figlio e Spirito Santo. Amen.

Fonte: https://youtu.be/1n4kUshM47g (Registrazione di Flavio Deagostini)

(Trascrizione e revisione a cura di P. Armando Favero)

Adorazione Eucaristica del 21 Maggio 2019

presieduta da Fra Marinko Šakota

Gesù, dirigi i nostri pensieri, la nostra volontà, i nostri sensi,... verso di Te...

apri i nostri occhi, affinché possiamo conoscere il Tuo Amore e la nostra dignità...

Gesù, noi Ti preghiamo: donaci la grazia di amare gli altri come Tu ci ami...

Canto: Vive Jesus, el Senor...

- Gesù, noi Ti adoriamo! Dirigi i nostri pensieri, la nostra volontà, i nostri sensi, il nostro cuore verso di Te, Gesù, affinché tutto il nostro essere possa essere nello stato, nell’attitudine di apertura e di accoglienza per guardare e ascoltare attentamente Te, o Gesù!

Canto: Risveglia in me il desiderio di Te, o mio Signor!

           Con la Tua grazia, rinnovami!

  Sii la mia vita, Gesù mio Salvator! (bis)

- Gesù, apri gli occhi dei nostri cuori, affinché possiamo conoscere il Tuo Amore e la nostra dignità, la dignità dei figli e delle figlie di Dio che Tu ci dai attraverso il Tuo Amore.

Canto: Grazie, Gesù... Alleluia...

- Gesù, noi Ti preghiamo: donaci la grazia di amare gli altri come Tu ci ami, e di perdonare gli altri come Tu ci perdoni.

Canto: Veni, Sancte Spiritus...

Tantum ergo...Orazione.

Canto: O Christe, Domine Jesu...

Kyrie, eleison... Benedizione eucaristica. Dio sia benedetto..

Canto finale: Zdravo, Kralice mira, Zdravo, Maiko ljubavi!

                     Zdravo (X3), Marijo! (bis)

Andate in pace...

Fonte: https://youtu.be/-X95LFuiBJc (Registrazione di Flavio Deagostini)

(Trascrizione a cura di P. Armando Favero)

Adorazione Eucaristica del 23 Maggio 2019

presieduta da fra Zvonimir Pavičić

Signore Gesù, più di piegare le ginocchia davanti a Te, Tu ci chiedi  di adorarti con tutto il nostro essere...

Signore Gesù, Tu ci inviti a rimanere nel Tuo Amore...

Signore, grazie perché sei vicino a noi, diventando nostra forza, ristoro...

Canto: Gesù, T’adoriamo... Gloria, Alleluia...  

- Ti adoriamo, Signore Gesù Cristo, nel santissimo Sacramento dell’altare. Nella Tua semplicità Tu Ti doni a noi. Ti doni a noi come il pane per poter tendere a Te con cuore e adorarti. Più di adorati col cuore, più di piegare le ginocchia davanti a Te, Signore, Tu chiedi a noi di adorarti con tutto il nostro essere, di adorarti con il modo di vivere, perché Tu vuoi che noi siamo i Tuoi veri figli, i Tuoi discepoli e di adorarti con tutta la nostra vita. Questa  adorazione della Tua Chiesa è l’ispirazione di vivere così, è un incoraggiamento che viene da Te e Tu ci doni la Tua Presenza in mezzo a noi. Perciò, Signore, donaci il coraggio in questi momenti di adorazione. Donati a noi perché possiamo adorarti con tutto il cuore, pregarti, venerarti cantando a Te e ammirare la Tua grandezza.

Canto: Jubilate Deo, omnis terra. Servite Domino in laetitia!

           Alleluia, alleluia! In laetitia! (bis)...

- Signore Gesù, Tu ci inviti a rimanere nel Tuo Amore, Tu ci inviti a rimanere nel Tuo amandoci gli un i gli altri, come Tu hai amato noi, Tu ci inviti a rimanere nel Tuo Amore vivendo le Tue parole e osservando i Comandamenti che Tu ci hai lasciato. Signore, Tu sai quanti litigi ci sono tra noi e quanto hanno distrutti i rapporti interumani, a causa della mancanza di perdono, a causa della paura, della sfiducia. Ci sono tante situazioni che solo Tu puoi sanare, o Signore, che Tu puoi sanare con la Tua grazia. Signore, opera in noi, opera per mezzo di noi, così che noi possiamo amare col Tuo Amore. Perciò noi possiamo amare il prossimo vivendo un quotidiano migliore. Signore, solo in Te possiamo fare questo. Aiutaci affinché, contemplando te in questa adorazione eucaristica, possiamo diventare sempre più simili a Te, che da Te riceviamo quello che è Tuo. Tu sei l’Amore e la Misericordia. Signore, fa che assomigliamo a Te amando i nostri fratelli e sorelle, amando tutte le creature, perché ce lo insegni Tu. Con questo Amore rimaniamo sempre in Te e Tu in noi.

Canto: Fiducia sei per noi (X2), Pane Vivo dentro di noi!

           Fiducia sei per noi (X2), perché sei Vivo dentro di noi!

- Signore, grazie perché sei vicino a noi. In questo modo così semplice Tu Ti doni a noi e così diventi la nostra forza, il nostro ristoro e tutto nostro. Signore, dona  ai nostri cuori la consapevolezza della Tua Presenza così che con questa adorazione eucaristica partecipiamo all’adorazione celeste, nella quale Ti adorano tutti i Santi e tutta la Chiesa che prega per noi. Signore, fa’ che anche noi, aiutati dalla Tua grazia, dopo la vita terrena, possiamo adorarti in eterno e restare così immersi nel Tuo Amore che non finisce mai.

Tantum ergo...Orazione. Kyrie, eleison... Benedizione eucaristica. Dio sia benedetto..

Canto finale: Gospa, Maika moia, Kralica mira...

Fonte:  Dalla Diretta

(Trascrizione e revisione a cura di P. Armando Favero)

Omelia della santa Messa Medjugorje, 16 maggio 2019


Dal Vangelo secondo Giovanni
[Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù] disse loro:
«In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica.
Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: "Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno". Ve lo dico fin d'ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono.
In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».
Parola del Signore.

Cari pellegrini, per spiegare il Suo rapporto con il Padre e con noi Gesù usa tante immagini. Nel Vangelo di oggi usa l’immagine del servo e del padrone. Il rapporto tra servo e padrone è il tema dell’Ultima Cena.
Anche se siamo nel tempo pasquale ritorniamo nel cenacolo. Gesù è con i Suoi discepoli a tavola. Ha ancora qualcosa da dire loro. Lava i piedi agli apostoli e li invita a servire. Parla loro dell’umiltà.
Gesù conosce bene i loro pensieri e il loro desiderio di mostrarsi più grandi e più degni di onori degli altri. Gli apostoli pensano ai primi posti, mentre Gesù insegna l’umiltà e la semplicità.
L’uomo spesso è tentato a voler essere il primo. Ha paura a riconoscere le doti degli altri per paura che le proprie perdano importanza.
I monaci del deserto dicevano che l’umiltà è la virtù più grande.
Adesso ritorniamo a noi. Guardiamo la nostra interiorità. Domandiamoci: come è il mio servizio? Come sta la mia umiltà? Chi servo? Il mio servizio è nello spirito dell’umiltà o voglio mostrare qualcosa?
Nella società in cui viviamo non è di moda servire ed essere umili. Come si può entusiasmare i giovani al servizio se in tv ogni giorno vengono invitati ad essere i primi? Perfino vengono spinti a calpestare gli altri per realizzare i propri interessi egoistici.
Oggi bisogna sapere tutto, fotografare tutto, scrivere tutto, pubblicare tutto. Purtroppo non c’è più privacy.
Se facciamo tutto per interesse o per renderlo pubblico che premio avremo?
Siamo venuti qui alla scuola di Gesù. Come gli apostoli dobbiamo imparare e ripetere tutti i giorni le materie dell’umiltà e del servizio agli altri.
Gli apostoli non hanno capito subito le Parole di Gesù. Avevano bisogno di tempo.
Dopo la Resurrezione hanno capito e hanno testimoniato la Sua Vita con le loro vite.
Grazie a Dio anche oggi ci sono cristiani che con umiltà e fedeltà servono i loro cari nelle famiglie e le persone che sono nel bisogno. Non vogliono nessuna pubblicità e non si aspettano gratitudine. Sono guidati dall’amore di Dio. Nell’Amore di Dio e nei Sacramenti trovano la forza per la propria vita.
Giuda, invece, pensa in modo diverso dagli apostoli. Egli pensa come tradire Gesù. Molto presto si alza da tavola, abbandona la comunità e se ne và per la sua strada. Questa via l’ha portato alla perdizione.
Tale via non è buona e non porta alla vita. Dobbiamo stare attenti e dobbiamo evitarla. Oggi, purtroppo, tanti vivono nella cecità spirituale e camminano sulle vie di Giuda pensando che questa sia la vera via.
Perciò Gesù desidera ammonire i discepoli dicendo che la vicenda di Giuda non deve scoraggiarli. Ammonisce anche tutti noi, perchè desidera che nella nostra libertà accettiamo il ruolo del discepolo. Bisogna decidersi con coscienza di accostarsi a Gesù.
Sappiamo dalla storia che molti hanno giurato fedeltà a Gesù e poi si sono allontanati. Sembravano i più fedeli.
In passato e anche oggi ci sono colpe grandi da parte dei cristiani, ma questo non ci deve sorprendere e scoraggiare nella nostra vita di fede. Dobbiamo rimanere affianco a Gesù fino alla fine della nostra vita nonostante le sfide e le difficoltà.
Cari fratelli e sorelle, eccoci qui alla Mensa del Signore. Siamo seduti come i Suoi apostoli.
Si rivolge a noi, discepoli di oggi. Desidera insegnarci, incoraggiarci e mostrarci la via.
Cosa abbiamo in testa in questi istanti? Cosa pensiamo in questo momento? Pensiamo alla Parola di Dio oppure siamo occupati in altri pensieri?
Queste Parole di Gesù forse ci sembrano troppo esigenti. Forse qualcuno di noi pensa di alzarsi da questa Mensa Eucaristica per andare per la propria via. Forse qualcuno di noi è scoraggiato e non trova più supporto presso gli uomini e a volte gli sembra che Dio ci abbia abbandonati.
Per noi fedeli non esistono altre vie. Vale la pena camminare per le vie di Gesù. Si tratta della strada più sicura per giungere alla vera vita.
Ci saranno difficoltà e cadute, ma su questo cammino possiamo rialzarci e proseguire. L’amore, l’umiltà e la semplicità caratterizzano questo cammino.
Il Vangelo ci dice che quando molti si sono allontanati da Gesù Egli ha chiesto ai 12: “Forse anche voi volete andar via?” Ma Pietro ha risposto: “Signore, da chi andremo? Solo Tu hai Parole di vita eterna e noi sappiamo e crediamo che Tu sei il Santo di Dio!” Ripetiamolo anche noi assieme a san Pietro.
Questo brano del Vangelo che abbiamo sentito termina con la missione donata ai discepoli. Gesù li rende uguali a Sé: chi accoglie colui che è mandato da Gesù accoglie Gesù Stesso. Chi accoglie Gesù accoglie il Padre Celeste.
Come Gesù ha mandato i Suoi discepoli oggi manda anche noi a coloro che non Lo hanno ancora conosciuto o si sono allontanati da Lui o dalla Chiesa. Ci manda a testimoniare l’Amore di Dio.
Su questo cammino ci aiuti l’intercessione potente della Vergine Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, che è rimasta fedele a questo cammino testimoniando l’Amore di Dio.
Amen.
Sia lodato Gesù Cristo.

sabato 18 maggio 2019

Approfondimenti della fede - Video - Via Crucis a Medjugorje - Meditazioni di don Renzo Lavatori

Messaggio straordinario a Ivan del 17 Maggio 2019 alla Croce Blu alle ore 22:00

Carissimi, ecco ciò che Ivan ha comunicato circa l’apparizione da lui avuta stasera, venerdì 17 maggio 2019, alla Croce blu alle ore 22:00.

«Anche oggi, come ogni giorno dopo l’incontro con la Madonna, vorrei avvicinare e descrivere anche a voi ciò che è più importante dell’incontro di stasera.

Anche oggi la Madonna è venuta a noi molto gioiosa e felice.

Ci ha salutato tutti col suo materno saluto:

“Sia lodato Gesù, cari figli miei!”.

Poi ha steso le mani qui ed ha pregato su tutti noi, ha pregato in particolare su tutti voi malati. Poi ha detto:

“Cari figli, anche oggi vi invito in modo particolare: pregate per le mie intenzioni, per i miei piani che desidero realizzare con la mia venuta. Pregate specialmente per i pastori, per la Chiesa, per la fede forte dei sacerdoti. Grazie, cari figli, per aver anche oggi risposto alla mia chiamata”.

Poi la Madonna ci ha benedetto con la sua benedizione materna ed ha benedetto tutto quello che avete portato perché venisse benedetto.

Come sempre, anche oggi io ho raccomandato tutti voi: le vostre necessità, le vostre intenzioni, le vostre famiglie.

Poi la Madonna ha pregato per un periodo di tempo in particolare per la pace nelle famiglie.

Poi se n’è andata in preghiera, nel segno della luce e della croce, col saluto:

“Andate in pace, cari figli miei!”».

venerdì 17 maggio 2019

Omelia della santa Messa Medjugorje, 14 maggio 2019


Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi. Rimanete nel mio amore. Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore, come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore. Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena.
Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi. Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io vi comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre mio l'ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo conceda. Questo vi comando: che vi amiate gli uni gli altri».
Parola del Signore.


Gesù aveva due gruppi di discepoli: i 12 e i 72. Entrambi sono stati chiamati dal Signore fin dall’inizio della Sua opera pubblica, cioè dal Suo Battesimo al Giordano.
Ha chiamato personalmente i 72 per essere partecipi della Sua opera nella realizzazione del Regno di Dio sulla terra. Loro hanno capito le cose in maniera un pò diversa. Dopo il discorso duro sull’Eucaristia fatto a Cafarnao molti si sono allontanati da Lui e non Lo hanno più seguito. Non sappiamo quanti siano rimasti. Questi erano ascoltatori delle Sue prediche e testimoni dei Suoi prodigi.
I 12 hanno scelto di rimanere con Lui. Gesù li ha inviati a predicare e a scacciare i demoni.
Uno di loro, Giuda, è rimasto con i 12 fino all’ultima Cena, quando ha tradito e più tardi si è suicidato.
Dopo la Resurrezione e l’Ascensione di Gesù gli 11 pensavano di dover proteggere l’insegnamento di Gesù, ma anche il numero degli apostoli che Gesù aveva chiamato. Così hanno scelto il dodicesimo apostolo al posto di Giuda.
Avevano dei criteri ben precisi: il candidato doveva essere scelto tra i 72 e doveva essere testimone della Resurrezione di Gesù. I candidati erano due: Barsabba e Mattia. Forse Mattia era stato quel discepolo senza nome che assieme a Cleofa aveva incontrato Gesù sul cammino verso Emmaus ed avevano cenato insieme.
Gli apostoli hanno pregato guidati da Pietro: “Tu Signore che conosci il cuore di tutti mostra quale di questi due hai scelto per prendere il posto che Giuda ha abbandonato per andarsene nel luogo che gli spettava”. La sorte è caduta su Mattia.
Tutto è accaduto prima della discesa dello Spirito Santo nella Pentecoste.
Anche oggi Gesù chiama i ragazzi per diventae sacerdoti e le ragazze per diventare religiose. Attraverso i Sacramenti e attraverso la Parola invita i sacerdoti a rimanere apostoli e a non diventare traditori. Ma la strada dalla schiavitù alla libertà è dura. Sia che si tratti di libertà spirituale che fisica. Abbiamo sentito tante volte che gli Israeliti hanno camminato nel deserto per 40 anni per entrare nella terra promessa. Ogni uomo e ogni popolo è in cammino verso la propria terra promessa, ma ogni giorno sente di essere lontano dal traguardo e sente sotto i piedi la sabbia calda del deserto. Si imbatte nella sorgente senz’acqua, nel deserto senza oasi. Suda, piange. Prega, si inginocchia. Alza gli occhi stanchi, alza le mani stanche e và avanti. Ma alla fine del cammino c’è un altro cammino. Il cammino verso l’infinito, verso la vita eterna. Strada facendo ciascuno protesta come facevano gli Israeliti nel deserto: “Perchè ci hai fatto uscire dalla schiavitù dell’Egitto? Perchè ci provi così tanto? Perchè vuoi che moriamo di fame e di sete nel deserto? Vuoi che sparisca il popolo che Tu hai scelto? Vuoi che sparisca dalla terra l’uomo che è il culmine della Tua creazione?” Poi Dio ha avuto pietà. Dopo che Mosè ha colpito la roccia con il bastone è scaturita l’acqua. E’ venuta anche la manna dal cielo.
Ma non c’è voluto tanto tempo per la prossima protesta. “Facci tornare nella schiavitù dell’Egitto dove c’erano pentole piene di cibo. Siamo nauseati dalla manna. Ma che Dio è quello che ci da sempre lo stesso cibo? Facciamoci noi il nostro dio. Facciamo un vitello d’oro. Quello sarà il nostro dio”.
Hanno fatto il vitello d’oro e lo hanno adorato. Ma Dio và oltre. Non guarda il loro cuore duro, ma li guida verso la terra promessa. “Mosè scendi e ferma il Mio popolo eletto, perchè ha in mente solo pane e divertimenti”.
All’uomo Dio manda i profeti che però vengono uccisi. Ma Dio và oltre. Manda Gesù, Suo Figlio, ma Giuda ha pensato “ecco l’erede; uccidiamoLo e tutto sarà nostro!”
Dio fa di tutto per realizzare l’alleanza. Fa di tutto per rimanere con l’uomo e salvarlo, per salvare me e te.
Finalmente arriva l’Ultima Cena. Qui Dio ha voluto rimanere per sempre con l’uomo. In questa Cena Gesù ha detto: “Ho voluto con tutto il Mio Cuore fare la Pasqua con voi”.
Fratelli e sorelle, non siamo ammirati dall’Amore di Gesù? E’ un Amore che non si può non vedere. O Lo accetti o Lo rifiuti. O sei apostolo o traditore. O sei Giuda o sei Mattia.
Questa sera la domanda è posta a te e a me.
All’uomo corrotto satana non da pace. Aveva già messo nel cuore di Giuda di tradire. L’Ultima Cena - che Gesù aveva tanto desiderato - è appesantita dal peccato e tradimento di Giuda.
Le nostre riunioni liturgiche non sono forse appesantite dai nostri peccati?
Rinunciamo a tutte le opere delle tenebre!
O Giuda, se fossi rimasto lì saresti rimasto puro. Un puro non và verso le tenebre. Avresti capito che nonostante tutto ciò che avevi fatto Dio sarebbe rimasto “il Dio con noi”.
E’ evidente che Giuda aveva vissuto come una volpe e poi ha fatto la sua fine.
Poco dopo Gesù nell’orto degli ulivi gli ha detto: “Amico, perchè sei venuto qui?” “Maestro, per baciarTi”. “Perchè sei venuto?” “Maestro, per tradirTi”.
Giuda non era mai stato tanto vicino a Gesù come nel momento in cui Lo ha baciato, ma nello stesso istante non era mai stato così lontano da Lui, perchè con quel bacio Lo ha tradito.
Il cuore umano non è mai contento. Gli manca sempre qualcosa. Appena rriva all’obiettivo gli vengono numerosi altri desideri. Nonostante tutto Dio và oltre per salvare l’uomo.
Gli hanno ucciso il Figlio. Gli abbiamo ucciso il Figlio, ma non ci abbandona. Rimane l’Emmanuele, il Dio con noi.
Rimane sotto le specie divine. Nell’Eucaristia ci offre la vita eterna.
Perchè? Ce lo domandiamo?
Soltanto perchè ci ama. Soltanto per questo motivo.
Questo è l’Amore, fratelli e sorelle.
San Mattia che ricordiamo oggi ci invita a lasciare l’uomo peccaminoso che abbiamo dentro e a lavarci interiormente per diventare uomini di luce. Uomini che non camminano nelle tenebre, degni della chiamata ricevuta.
Cari fedeli, ciò che è costato tanto a Cristo a noi non può non costare.
La Sua Passione e Resurrezione ci invitano a lodarLo e ringraziarLo sempre.
Dobbiamo cercare di lasciare sul Volto sofferente di Gesù la gioia e le opere buone e non il bacio di tradimento.
Per l’intercessione dell’apostolo Mattia Dio ci aiuti.
Amen.

Omelia della santa Messa Medjugorje, 13 maggio 2019


Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei».
Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.
Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza».
Parola del Signore.


Sia lodato Gesù Cristo.
Cari fratelli e sorelle, cari fedeli, abbiamo sentito il Vangelo d’oggi. L’ultima frase ci dice veramente tanto: “Io sono venuto perchè abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”.
Gesù è venuto perchè possiamo avere la vita. Non una vita qualsiasi, ma la vita in abbondanza.
La vita prima di Gesù si limitava a ceercare la speranza e il modo di sopravvivere. Ci si domandava perchè l’uomo fosse sulla terra.
Gesù ci porta la risposta. Siamo creati per amore. Siamo creati a causa dell’Amore di Dio e dobbiamo rispondere a questo Amore.
Adamo ed Eva non erano responsabili della vita che era stata loro donata. Hanno peccato, ma il Padre Celeste non ci ha lasciati soli. Ci ha mandato Gesù Cristo, affinchè ci donasse la vita in abbondanza. Lui è la porta e “chi entra attraverso di Me sarà salvato”.
Immaginiamo la vita in Israele al tempo di Gesù. C’erano tanti pastori e tante greggi. Per proteggere le pecore e gli agnelli dai briganti e dagli animali selvatici le chiudevano di notte nel recinto. Al mattino il pastore apriva il recinto e chiamava le pecore con il loro nome. Queste subito lo seguivano. Ecco perchè Gesù ci dice: “Io conosco le Mie pecore e le mie pecore conoscono Me. Mi seguono perchè conoscono la Mia Voce”.
Oggi non possiamo sentire la Voce di Gesù in modo umano, ma possiamo farlo in modo spirituale. Dio, per mezzo degli scrittori sacri, ci ha lasciato la Parola di Gesù per leggerLa e viverLa.
Nonostante ci siano tante voci sulla terra possiamo riconoscere la Voce di Dio che ci invita a seguire la Sua via. Il mondo ci invita al piacere e i mezzi tecnologici e la televisione ci danno soluzioni che spesso non sono quelle giuste. Per questa ragione abbiamo bisogno del dono del discernimento per poter distinguere ciò che viene dal male e ciò che viene dal Signore.
Il Signore ci dona una soluzione ai nostri quesiti: la Sacra Scrittura. E’ il libro più tradotto del mondo. Penso che non ci sia lingua in cui non sia stato tradotto, in modo che nessuno possa dire di non essere stato raggiunto dalla Sacra Scrittura. Dio ci da il grande dono di poterLa leggere.
La Bibbia non deve solamente stare nelle nostre vetrinette ad accumulare polvere. La Bibbia deve essere letta per trarne la forza per vivere e per fare discernimento.
La Parola di Dio non è solo sulla carta, ma è “viva ed operante”. E’ più forte di qualsiasi spada.
Il libro della Genesi dice: “Dio disse… e fu”. Questo più volte. Quando Dio parla succede qualcosa. La Parola di Dio crea. La Sua Parola non ritorna a Lui senza frutto.
Ecco perchè Dio ha messo la Sua Parola a nostra portata.
San Giovanni all’inizio del suo Vangelo dice che la Sua Parola è Gesù Cristo. Accogliere la Parola significa accogliere il Signore Stesso.
Abbiamo tanti impegni di lavoro e familiari, ma dobbiamo trovarne anche per stare con Dio, con la Sua Parola, con i Sacramenti e in particolare con la santa Messa. Dio ci ha donato Suo Figlio, affinchè sia per noi la Porta per entrare nella salvezza, nella vita eterna, nel Regno dei Cieli.
Cerchiamo di essere le pecore di Cristo. Ci conosce per nome, perchè ha versato per noi il Suo preziosissimo Sangue.
La Parola di Dio ci dice che “Dio ci ha scritti nel Palmo della Sua Mano”. Perciò troviamo il tempo per stare con Lui per ricevere ciò di cui abbiamo bisogno per camminare su questa terra, per riconoscere la Sua Volontà e poter iniziare già a vivere la vita eterna.
Se passiamo attraverso la Porta che è Lui Stesso il Signore ci garantisce la vita eterna.
Cerchiamo di essere in conformità con il Vangelo con le nostre opere, parole e pensieri. Così il Signore può dare una benedizione abbondante per noi, per le nostre famiglie, parrocchie, patrie e per il mondo intero.
Il Signore ci accompagni su questo cammino con la Sua benedizione.
Amen.

Omelia della santa Messa Medjugorje, 12 maggio 2019


Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono.
Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano.
Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».
Parola del Signore.


Fratelli e sorelle, il pastore è l’immagine della vita. Ai tempi di Gesù era un’immagine normale, mentre oggi è inusuale.
Per capire bene questa immagine dobbiamo andare con la nostra mente nell’epoca di Gesù. La sera i pastori chiudevano le pecore nell’ovile per proteggerle dai lupi. Al mattino il pastore chiamava le pecore. Le chiamava tutte per nome. Esse lo seguivano, perchè lo conoscevano a causa della sua voce.
Questa immagine fa esclamare a Gesù: “Io sono il Buon Pastore. Le Mie pecore conoscono la Mia Voce e Mi seguono”.
E’ importante sottolineare che Gesù prende questa immagine del pastore per spiegare la Sua missione. Il pastore era una classe sociale inferiore e disprezzata. Ma davanti a Dio non ci sono classi sociali inferiori. Dio ama tutti senza eccezioni. Siamo tutti uguali.
“Io sono il Buon Pastore”. Ci sono anche dei cattivi pastori, dei mercenari, coloro che vendono bugie, violenza e immoralità.
A volte ci poniamo la domanda: In che modo possiamo conoscere la Voce di Gesù? Chi di noi segue Gesù? Chi si mette al Suo seguito? Gesù risponde dicendo: “Io sono il Buon Pastore. Do la Mia Vita per le Mie pecore. Non come il mercenario che scappa quando il pericolo arriva”, perchè in realtà le pecore non gli appartengono.
Buon Pastore può essere solo Colui che da la Sua Vita e la Cui Voce è riconosciuta da coloro che sono più forti del proprio egoismo e sono capaci di dare la propria vita per gli altri.
Colui che pensa soltanto a se stesso non è in grado di riconoscere la Voce di Dio.
Colui che a cumula ricchezze non riconoscerà Dio, perchè Egli si dona interamente e non da mai solo le briciole dalla Sua tavola.
Non c’è nulla in comune tra Dio e l’egoismo, tra Dio e l’avarizia, tra Dio e l’orgoglio. L’orgoglio è una forma di avarizia intellettuale.
Il problema delle vocazioni sacerdotali e religiose è senza dubbio legato al comportamento della comunità cristiana. Il Pastore può chiamare quanto vuole, ma la comunità egoista non Lo sente. La società che riduce la vita al piacere diventa allergica a Dio e Lo rifiuta. Per Dio la vita vuol dire “dare”, invece gli egoisti prendono soltanto.
In occidente ci sono poche vocazioni. Le chiese, i monasteri e i conventi vengono venduti.
Qui noi siamo ad un passo dall’occidente. Ci sono sempre meno vocazioni. Di chi è la colpa? Principalmente c’è un desiderio di ricchezza. La famiglia è diventata una comunità di 4 elementi. prima la famiglia era composta da 10 persone. In molte famiglie non c’è più la preghiera serale. Le conseguenze sono: omicidi, aborti, suicidi, droga, divorzi.
Si tratta di conseguenze che sono causate dall’infelicità. L’uomo è solo ed infelice. Non si sente capito. E’ nervoso. Non viene neppure capito da coloro per i quali accumula ricchezze.
Dominique La Pierre nel libro “La città della gioia” scrive le sue esperienze a Calcutta nei quartieri più poveri. Nei confronti dei più poveri venivano in aiuto delle anime generose. Ha potuto vedere la gioia, cosa che non vedeva da tanto tempo nei paesi ricchi. In quei quartieri poveri le persone si conoscono e si aiutano a vicenda.
Il grande amico dei poveri francese Abè Pierre ha detto: “L’uomo è stato ingannato”. Siamo stati ingannati e lo siamo ancora da coloro che dicono che tenere per sè la ricchezza rende felici. Non è vero. La ricchezza non rende felici. Ciò che rende felici è fare il bene.
Un missionario che era in mezzo agli indios in Perù ha creato un movimento che si chiama “Movimento dei servitori dei poveri del terzo mondo”. Lo scopo è quello di proporre ai giovani del nostro tempo la possibilità di fare un’esperienza di gioia al servizio dei poveri e attraverso questo servizio trovare il senso della propria vita. E’ qualcosa di magnifico. E’ secondo la logica del Vangelo.
Non molto tempo fa è stata pubblicata una lettera di una suora della Carità di Madre Teresa. Ella scriveva: “Cara mamma, sono stata mandata all’ospedale per i lebbrosi. Dovevo pulire per terra. Non so se si può chiamare pavimento quello che stavo pulendo. Dovevo pulire anche i letti dei malati. Mamma, grazie per avermi dato la vita, perchè oggi posso darla agli altri”.
Fratelli e sorelle, Quando qualcuno vive donandosi la sua vita ha un altro gusto. E’ felice ovunque si trovi. Questa è la vera ricchezza.
Le vocazioni nascono tra coloro che sentono la Voce del Pastore e sono pronti a donare la propria vita.
L’immagine del pastore evoca l’idea della vita come un cammino. Tutti siamo in cammino e guai a noi se ci dimentichiamo di questa realtà.
Tomas Merton ha scritto: “Se avete paura dell’amore non siate sacerdoti. Se avete paura delle persone non celebrate la Messa, perchè quando cominciate a celebrare lo Spirito di Dio si sveglia in voi come un gigante; apre la porta del vostro santuario privato e invita tutti ad entrare nel vostro cuore”.
Ci saranno vocazioni sacerdotali e religiose quando i nostri padri, le nostre madri e noi stessi capiremo che il bene è fondato sull’amore e l’amore non esclude nessuno. Per questa ragione la Vergine nel messaggio del 25 aprile 1983 dice: “Oggi vi invito tutti a svegliare i vostri cuori all’amore. Io vorrei che voi svegliaste l’amore nelle vostre famiglie. Là dove c’è turbamento e odio regni l’amore, perchè quando c’è l’amore nel vostro cuore c’è la preghiera”.
Fratelli e sorelle, quando c’è la preghiera nella famiglia e si partecipa alla Mensa Eucaristica domenicale la famiglia è aperta alla vita e non si limita a pochi figli e così diventa suolo fertile per le vocazioni.
Per l’ingtercessione della nostra Madre Maria il Signore mandi santi operai nella Sua messe e accordi alla Chiesa una moltitudine di vocazioni religiose e sacerdotali.
Amen.
fra Karlo Lovrić

Omelia della santa Messa Medjugorje, 11 maggio 2019


Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono.
Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano.
Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».
Parola del Signore.

  
Il decimo capitolo di Giovanni apre il tema della bontà del “Buon Pastore”. Non si tratta di un tema sconosciuto o particolarmente nuovo nel Nuovo Testamento.
Non è sconosciuto perchè si trova già nell’Antico Testamento.
Il termine “Buon Pastore” è presente in tutta la storia della salvezza.
Per capire questo breve testo di Giovanni che la liturgia ci offre questa sera possiamo lasciarci aiutare dal profeta Ezechiele al capitolo 34. Gran parte di questo testo riguarda Dio come Buon Pastore.
Come inizia Ezechiele? Dio come gli rivela questo argomento? Egli dice che i pastori di Israele, che Dio ha messo affinchè si occupino del Suo popolo, non fanno ciò per cui Egli li ha chiamati. “Voi non vi curate dei poveri. Non li fortificate. Non li nutrite. Non curate i malati. Non aiutate coloro che si sono smarriti a ritornare. Non andate verso di loro e non li riportate sul cammino diritto”.
Il profeta Ezechiele continua con le parole divine: “Io Stesso Mi occuperò delle Mie pecore, poichè voi non lo fate. Io stesso verrò e mi occuperò della pecora ferita. La curerò. Quella che si era smarrita la riporterò all’ovile”.
Leggendo questo Vangelo di Giovanni in cui si parla del Buon Pastore vediamo come questa profezia di Ezechiele si realizza. Questo libro era stato scritto molto prima della venuta di Gesù. Adesso vediamo queste parole profetiche realizzate. Noi cristiani capiamo la Parola di Dio attraverso Gesù Cristo. Egli è la Chiave e il Centro di tutta la Santa Scrittura. E’ con questa Chiave che noi possiamo CapirLa. Egli è questo Pastore. In Ezechiele è stato profetizzato: “Io Stesso verrò”. Le Parole di Dio si sono davvero realizzate. Dio è venuto davvero. Dio è l’Emmanuele, il Dio con noi. Egli è il Pastore.
Nel Vangelo possiamo vedere in ogni episodio che Gesù è il Buon Pastore. Se, per esempio, prendiamo il brano dell’adultera vediamo che nessuno si occupava di lei. I capi dei sacerdoti la giudicavano. Era maledetta. Improvvisamente lei incontra la bontà di Dio. Lei era una piccola pecorella perduta, ferita e offesa. Gesù la riporta alla vita. Lei incontra il Suo Amore e improvvisamente risorge. E’ una donna nuova.
Matteo il pubblicano era un uomo che tra i giudei era visto come un peccatore. A nessuno interessavano le sue problematiche interiori. Nei suoi confronti c’era solo giudizio. Incontra una Persona buona; incontra la Bontà di Dio che gli dice: “Vieni, seguiMi”. Improvvisamente la vita di quest’uomo risorge. Era una vita sbagliata. Anch’egli è una piccola pecorella smarrita, ferita, giudicata, condannata, rifiutata. Egli viene liberato, guarito e torna alla vita.
Se noi leggiamo anche i brani della guarigione del paralitico o della resurrezione di Lazzaro ci è rivelata la Bontà di Dio come Buon Pastore.
In quest’istante ci troviamo duemila anni più tardi e la Stessa Bontà di Dio giunge fino a noi. Arriva fino al nostro essere qui a Medjugorje. Il cielo è aperto. Si tratta della Stessa Voce del Pastore. Egli è buono. L’eternità giunge fino a noi.
La Chiesa, attraverso la liturgia, apre uno spazio in cui noi possiamo incontrare la Bontà di Dio. Nella Sua Bontà noi possiamo essere resuscitati.
La parte centrale di questo testo di Giovanni è la frase: “Le Mie pecore ascoltano la Mia Voce”. La Voce del Buon Pastore.
Perchè è così? Sappiamo che attraverso le parole e la voce entrano in gioco diversi elementi. Adesso io sto parlando e voi sentite il tono e il ritmo della mia voce. Sentite il mio modo di parlare. Attraverso questi elementi ci sono molte cose che io non ho detto, ma che giungeranno fino a voi. La voce umana è qualcosa di originale, ma al tempo stesso è qualcosa di universale.
Se vediamo le cose in questo modo sarà molto più chiaro come la Voce di Gesù trasformava le vite umane.
L’Amore di Gesù ci raggiunge anche ora nelle nostre vite dolorose e sofferenti. Lì troviamo la vera Vita.
Nella celebrazione dell’Eucaristia anche se noi non sentiamo con le nostre orecchie la Sua Voce la sentiamo con le orecchie del nostro cuore. E’ quella Voce che guarisce e libera.
San Giovanni sottolinea che il Signore conosce le Sue pecore. Ciò significa che conosce tutto quello che mi causa sofferenza interiore: i miei rimorsi, le mie cadute, le mie tiepidezze. Il Signore ci dona il Suo Amore come il sole ci dona la sua luce. Il Vangelo arriva fino a noi e ci pone una domanda severa: Chi sono le pecorelle che mi sono state affidate? Mi occupo di loro, delle loro sofferenze, problematiche oppure mi occupo del mio cibo? Chi è al centro? Sono io o le pecorelle che il Signore mi ha affidato?
Coloro che Dio mi ha affidato cosa sentono nella mia voce? C’è collera in essa? C’è rifiuto, mancanza di accettazione, giudizio? Oppure nella mia voce c’è qualcosa che assomiglia alle caratteristiche di Gesù? Cosa ricevono gli altri dalla mia voce? E’ una domanda molto importante.
Questo semplice Vangelo ci chiede anche se abbiamo la capacità di ascoltare. In modo particolare ascoltare ciò che c’è nella pecorella affidataci. Ascoltare il suo dolore, percepire il suo smarrimento. Ho questa capacità di ascolto?
La quarta domenica di Pasqua, la domenica del Buon Pastore, ci invita a sperimentare qualcosa della bontà di Dio. Qualcosa che si riversa in noi in modo abbondante. Possiamo fare l’esperienza di ascoltare questa Voce da cui ci sentiamo accettati ed amati. Possiamo fare esperienza dell’Amore che è dato a me, piccola pecorella, affinchè io a mia volta possa trasferirlo alle altre piccole pecorelle che mi sono state affidate.
Dio realizzi tutto questo.

Omelia della santa Messa Medjugorje, 5 maggio 2019


Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando già era l'alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po' del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.
Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».
Parola del Signore.


Cari fratelli e sorelle, siamo nel tempo pasquale. E’ un periodo di grande gioia, perchè il Signore è risorto ed è presente vivo in mezzo a noi.
La Chiesa vive della fede in Gesù risorto. Non è soltanto la comunità di coloro che condividono l’insegnamento dottrinale o etico di Gesù o ammirano il Suo insegnamento; la Chiesa crede che Dio ha resuscitato Gesù, facendo di Lui il Signore e il Capo.
Noi come possiamo riconoscerLo? Come possiamo sentire la Sua presenza? Come possiamo sentire la forza del Suo Spirito nella nostra vita? Come possiamo testimoniare?
A queste domande cerca di rispondere il Vangelo d’oggi con l’affermazione del discepolo che Gesù amava: “E’ il Signore!”
Da dove viene questa sua esclamazione? Quale esperienza ci porta a fare un’esclamazione del genere?
Il Vangelo ci mostra 7 discepoli. Assieme vanno a pescare sul lago di Tiberiade, come avevano fatto tante volte prima di incontrare il Signore. Stanno compiendo un atto che per loro era ordinario. Avevano tanta esperienza in questo ambito. Tante volte avevano esperimentato la gioia di pescare bene, ma questa volta sono delusi. Le loro aspettative sono svanite. Ma proprio in questa situazione riconoscono il Signore. I discepoli avevano pescato tutta la notte, ma il loro impegno non aveva portato frutto.
Al culmine della stanchezza e della delusione arriva la Parola che invita loro a tentare nuovamente e a risvegliare la fiducia. I discepoli sarebbero potuti crollare davanti alla stanchezza e alla delusione, ma obbediscono. Si fidano della Parola di Gesù e gettano di nuovo le reti.
Possiamo ricordare l’episodio che ci racconta l’evangelista Luca in cui Pietro risponde al Signore: “Getterò le reti sulla Tua Parola”. Anche qui il Signore chiede a Pietro di gettare nuovamente le reti dopo aver pescato tutta la notte senza aver preso nulla. Pietro abbandona i suoi calcoli, controlla i suoi sentimenti e mette tutto in gioco. I discepoli si abbandonano alla Parola del Signore e succede il miracolo. Nel miracolo sentono la presenza di Gesù Risorto che non abbandona i Suoi discepoli, ma li accompagna sempre sul loro cammino di fede e di vita. Le reti sono piene ma non si sono rotte.
I cuori sono di nuovo pieni di gioia e di meraviglia.
Succede un incontro inatteso. Questo incontro avviene in modo eucaristico, nello spezzare il pane e nel condividerlo da parte di Gesù ai discepoli.
Il Vangelo di oggi nuovamente descrive la dinamica di fede in cui prevale l’iniziativa del Signore sulla debolezza umana. L’iniziativa prende il sopravvento se l’uomo lascia spazio all’opera dello Spirito e se non si scoraggia e continua a credere al Signore e al Suo Vangelo.
Cari fratelli e sorelle, è bello pensare che questa dinamica ci riporti la Verità sulla Celebrazione domenicale dell’Eucaristia. Veniamo alla Messa stanchi ed oppressi per la vita di fretta nel desiderio di trovare nella Parola di Gesù e nel Pane spezzato la Verità in tutta la Sua forza e splendore. E’ la dinamica della fede dei discepoli che vivono sempre di un dono. A loro viene richiesto di rimanere sempre perseveranti nella fiducia nonostante il fatto che i risultati della loro missione non siano sempre splendidi.
I discepoli sono segnati dalla fiducia nelle promesse del Signore e dalla fiducia che sa guardare in faccia le difficoltà e rimanere fedeli nella testimonianza.
Essi sanno e sperimentano ogni giorno che bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini. Questa è l’esperienza della benedizione di Dio sulla nostra vita che si rinnova sempre e rinnova tutti noi, donandoci sempre la libertà e il coraggio che fa di noi uomini poveri veri testimoni del Vangelo.
Nel brano di oggi Gesù Risorto desidera dirci anche: “Spesso non mi riconoscete. Non mi vedete nel fratello, nell’amico, nello straniero, nel povero, nel tossicodipendente, nell’ammalato. State attenti: Io sono anche in loro e non solo nel tabernacolo. Se dite di amare Me amate anche loro”.
Un monaco antico viveva da solo nel deserto dove non c’era nemmeno una casa o un albero. Un giorno si è inginocchiato a pregare con le braccia levate al cielo e le mani giunte. Alcuni uccelli, stanchi dal volo, si sono messi a saltellare sulle sue mani, sulle braccia e sul suo capo. Alla fine si sono fermati sulle mani giunte in preghiera. Era il posto ideale. Qui hanno fatto un nido. Poco dopo sono arrivati anche i cuccioli. Il monaco pregava il Signore di riuscire a rimanere in questa posizione scomoda per essere utile agli uccelli. Pregava così: “Il destino di queste piccole creature è nelle mie mani come il mio destino è nelle Tue mani. Aiutami Signore”.
Cari fratelli e sorelle, questo monaco nel deserto si è preso cura di questi uccelli. Il Signore lo ha esaudito nella sua preghiera. E noi?
Il Vangelo di oggi esorta a non riconoscere solamente Gesù nella Sua Parola o nello spezzare il Pane, ma a riconoscerLo anche nelle persone che ci sono vicine e che chiedono da noi aiuto, amicizia e compagnia.
Preghiamo il Signore affinchè ci illumini nella fede per poterLo sempre riconoscere. Lui Risorto. Lui che ha vinto la morte, il peccato e ogni male. Lui che ci libera e desidera averci nella gloria eterna.
Amen.
fra Dragan Ružić

Omelia della santa Messa Medjugorje, 1 maggio 2019


Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.
Parola del Signore.


Fratelli e sorelle, una storia racconta di un uomo ricco. Dopo essere morto è andato davanti a san Pietro. Il santo gli dice: “Adesso pensa bene a cosa vuoi, perchè qui ognuno riceve tutto quello che vuole”. L’uomo ha desiderato per sè un castello, pasti prelibati e la cantina piena d’oro.
San Pietro lo ha condotto ad un castello ricchissimo. Ogni giorno riceveva da mangiare e da bere ciò che desiderava. Nella cantina c’era oro e perle preziose. Per un certo tempo l’uomo era felice. Più tardi ha cominciato ad annoiarsi. Contare oro non lo divertiva più. Il mangiare non gli piaceva più.
San Pietro è tornato dopo 1000 anni e gli ha domandato: “Va tutto bene?” L’uomo si è lamentato che nel castello la vita è misera: nessuno si prende cura dell’altro. Se l’eternità è così si tratta di un grande inganno.
Pietro ha risposto: “Tu non sai dove ti trovi. Pensi di essere in cielo, ma in realtà sei all’inferno. Tu lo hai scelto”.
Fratelli e sorelle, possiamo domandarci come mai questo uomo si sia ingannato. Ha scelto ciò a cui teneva di più al mondo: gloria, denaro, potere. Ha scelto tutti i valori materiali e umani e non ha scelto la via giusta.
Gesù ha detto: “Io sono la Via, la Verità e la Vita”. Non esiste un’altra salvezza. C’è solo questo cammino da percorrere.
Nel Vangelo che abbiamo sentito questa sera abbiamo visto che gli ascoltatori di Gesù non erano pronti a fare quel cammino. Non erano pronti ad accettare l’insegnamento di Gesù. Essi erano coloro dai quali Gesù si aspettava una risposta positiva.
Gli scribi e i farisei mostravano resistenza a Gesù, ma come è possibile che lo facessero anche coloro che erano cresciuti con Lui? In Gesù non vedevano il Cristo. L’ostacolo era proprio il fatto che Lo conoscevano e dicevano: “Giacomo, Simone e Giuda sono i Suoi fratelli. Lui è di Nazaret”.
E’ uno dei più particolari momenti del Nuovo Testamento. Non riescono ad accettare che in una persona ci sia Dio e l’uomo. Conoscono i Suoi miracoli, prodigi, insegnamenti, predicazione e si domandano da dove Gli venga sapienza e prodigi. Conoscono i Suoi genitori, le sorelle e i fratelli. Dentro di loro c’è un ostacolo, una resistenza che non permette all’Amore di Gesù di entrare. Forse erano buoni, vivevano la legge e i precetti, ma non erano pronti a fare un passo in più. Si erano cementati nelle loro posizioni e non volevano che nella loro vita cambiasse nulla. Hanno fallito e perso la vicinanza di Dio Stesso.
Anche oggi si sente spesso dire che non bisogna cambiare nulla o intraprendere vie diverse. Dove è arrivato lo Spirito Santo ha cambiato tutto. Ha cambiato l’animo umano, il cuore e non esiste più ciò che non è buono. E’ importante essere aperti allo Spirito Santo, perchè accenda sempre il Suo fuoco d’Amore.
Gesù non è riuscito a trovare seguito nella Sua patria per i pregiudizi e per la durezza del cuore della gente con la quale è cresciuto. Non erano pronti a cambiare.
Spesso i pregiudizi sono anche per noi un ostacolo per migliorarci.
Una storia racconta che una famiglia era sulla spiaggia. I bambini facevano il bagno e giocavano con la sabbia. E’ arrivata una vecchietta con i vestiti sporchi e rotti. I suoi capelli svolazzavano al vento. Bisbigliando raccoglieva cose dalla sabbia e le metteva nel suo sacchetto. I genitori hanno invitato i bambini ad allontanarsi facendo attenzione alla vecchietta. Lei, passando vicino a loro, donava sempre un sorriso, ma i bambini non hanno mai contraccambiato. Una settimana dopo, prima di andare via, i genitori hanno capito che la donna raccoglieva pezzettini di vetro affinchè i bambini non si facessero male.
Ecco un esempio che ci fa comprendere che dobbiamo pregare per il dono di non avere pregiudizi verso gli altri.
Dobbiamo iniziare a guardare gli uomini con gli Occhi di Dio.
San Giuseppe aveva un cuore giusto e l’anima giusta. La Chiesa fin dall’inizio ha riconosciuto in lui il protettore della Sacra Famiglia, colui che ha custodito Gesù e Maria.
Molti stati sono consacrati a san Giuseppe: Austria, Belgio, Svezia, dal 687 la Croazia. Il Concilio Vaticano II ha consacrato tanti altri stati a san Giuseppe. Eppure lui non ha detto neppure una parola. Il Vangelo di Matteo e quello di Luca lo nominano 4 volte. Su di lui sono stati scritti 12 versetti. Era grande, ma non perchè famoso, bensì per la grandezza del suo cuore.
Il Vangelo dice di lui che era “giusto” e questo è il titolo più grande nella Bibbia. Piaceva a Dio, era fedele e credeva all’angelo di Dio.
Lui era il primo a pregare e lavorare. Giuseppe non pregava soltanto o lavorava soltanto. Ha fatto entrambi, perchè era un uomo completo.
Il beato croato Stepinac nel 1941 ha parlato ai giovani di una pietra di saggezza che qualsiasi cosa toccasse veniva trasformata in oro. Il Creatore ha dato questa pietra ad ogni uomo. Questa pietra ha due facce. Su quella superiore c’è scritto “preghiera” e su quella inferiore “lavoro”. Se si omette una delle due cose questa pietra perde il suo potere miracoloso.
Giuseppe era sempre aperto all’ubbidienza a Dio e al Suo piano.
Dio ha un piano sia con te che con me. Forse sei deluso, sei anziano, hai perso un caro, forse sei venuto a cercare la pace nella tua anima. Tutti siamo venuti per vari motivi. Dio li conosce.
Anche per te ha un progetto, ma forse tu pensi di non esserne degno e di essere troppo piccolo o pieno di peccati, ma non è vero. Ogni uomo è importante per Dio e per ogni uomo ha un progetto, in qualsiasi stato d’animo esso si trovi.
Elenco alcuni personaggi della Bibbia. Abramo era anziano, ma ha fatto opere grandi e ha compiuto tutto ciò che Dio gli ha chiesto. Noè beveva qualche volta, Mosè balbettava. Il profeta Amos sapeva solo raccogliere fichi. Davide era troppo giovane, ma si toglie la protezione donatagli da Saul e và verso Golia. Vuole essere libero.
I personaggi della Bibbia hanno strutture psichiche, età, professioni diverse, ma ciò che era comune è che il loro sguardo era rivolto verso Dio. Erano pieni di speranza, perchè non si appoggiavano alle loro forze.
Perchè il mondo ha paura oggi? Perchè ci fidiamo dell’uomo e non di Dio.
San Giuseppe pregava, ma gli piaceva anche lavorare. Noi viviamo in una società in cui il lavoro si apprezza sempre di meno. Si impiega troppo poco tempo nel lavoro e se ne dedica troppo al piacere o ai social. Questo lega l’uomo, specialmente i giovani. Invece di emanare gioia, perchè sono giovani e hanno la salute, la forza e la vita davanti a loro i ragazzi si chiudono in se stessi, entrano in depressione, cominciano a bere, a prendere tranquillanti o droghe. Questo ha riflessi negativi sulla salute mentale. Fuggono dalla vita reale e non hanno fiducia in se stessi. Si perde anche il tempo libero.
Un bambino di 7 anni dice al papà che sta leggendo il giornale: “Papà, io so usare internet”. “Va bene” e continua a leggere il giornale. “Papà, io so usare facebook”. “Papà, io so usare lo smartphone”. Continua in questo modo elencando tutto ciò che sa usare. Alla fine chiede: “Papà, tu cosa usavi quando eri piccolo?” Il papà lo guarda e dice: “Figlio mio, io usavo la mia testa”.
Fratelli e sorelle, anche a noi può succedere che dimentichiamo l’essenziale.
Preghiamo il Signore che ci dia la capacità di distinguere ciò che è essenziale da ciò che non lo è.
Nell’incontro tra l’uomo e Dio la prima reazione dell’uomo è la paura e la fuga. Non dice subito “eccomi, Signore”. L’uomo fugge e solo quando torna in sè ritorna a Dio e desidera realizzare il Suo progetto.
La Madonna dice: “Questo è tempo di grazia. Sfruttate questo tempo”.
Per me Medjugorje è bella quando ci sono giovani da tanti paesi. Si vede che la Chiesa è giovane e bella. Non è una vecchietta con il bastone che fra poco morirà. Qui a Medjugorje si vede il vero Volto della Chiesa che ha riconosciuto tutto ciò che succede in questi 38 anni mandando l’Arcivescovo Hoser che è direttamente sottomesso al Santo Padre per osservare e per guidare l’opera pastorale.
Qui si sono convertiti milioni di persone e hanno trovato Dio.
La Madonna non ha mai indicato Se Stessa. Ha sempre detto: “Ecco Mio Figlio”. Dice come alle nozze di Cana: “Fate quello che Lui vi dirà”.
La nostra epoca non ha bisogno di giovani che stanno a letto a dormire o che non conoscono il senso della vita. Ha bisogno di giovani che appartengono a Dio e uno dei modi per farlo è la preghiera del Rosario.
La Madonna dice: “Cari figli, pregate il Rosario col cuore”. Cosa significa pregare col cuore? Significa pregare con amore. E’ successo a tutti noi di pregare in modo meccanico. In macchina, quando siamo da soli, passeggiando.
A Dio dobbiamo dare le parti più belle del nostro giorno.
Dobbiamo dire a Dio: “Adesso pregherò con amore. Comunque sia questa è la mia intenzione”. La preghiera è lo spazio dove opera Dio.
Anche noi qui preghiamo due Rosari al giorno. Non per riempire il tempo, ma per prepararci alla santa Messa.
La Madonna ci invita al digiuno, alla lettura della Bibbia, alla Confessione mensile. Ogni mese bisogna andare in confessionale e dare al Signore tutti i nostri peccati, debolezze, incapacità.
Santa Teresa di Gesù Bambino ha detto una volta: “Anche se avessi compiuto tutti i peccati del mondo mi butterei tra le braccia di Gesù, perchè so che Lui non mi condanna, Lui mi salva. Dio mi ama”.
Qui, fratelli e sorelle, si sono convertite milioni di persone.
Spesso chiedo ai pellegrini: “Perchè siete venuti qui?” La risposta è sempre uguale: “Padre, qui sento in modo particolare l’Amore di Dio e la vicinanza della Madonna”.
Fratelli e sorelle radunati attorno all’altare di Cristo, mentre abbiamo davanti a noi l’esempio di san Giuseppe che era uomo di preghiera e lavoro, mentre riflettiamo sul dono che il Cielo ci ha mandato a Medjugorje, preghiamo il Signore di donarci occhi nuovi del cuore e dell’anima per poter guardare gli uomini con gli Occhi di Dio.
Preghiamo in questa santa Messa affinchè il Signore ci dia il dono della preghiera per poter pregare ogni giorno due o tre Rosari per ottenere il dono del perdono. Non deve esistere nemmeno una persona che non possiamo vedere. Qui a Medjugorje tanti hanno perdonato.
Vi racconto un’altra breve storia anche se qui ne ho sentite migliaia sul perdono.
Una pellegrina italiana era in lite con suo fratello per la divisione dei beni. Lei era inquieta e non riusciva a dormire. Dalle sue amiche ha sentito che qui la Regina della Pace dona la pace ad ogni cuore. Non aveva capito bene, ma è venuta qui con un gruppo. Sentiva tutti dire che avevano segni o sensazioni. In una settimana lei non aveva sentito nulla. E’ andata in Confessione. Il sacerdote le.ha detto: “Devi perdonare tuo fratello”. “Ma come? Non posso!” “Questa è l’unica via. Non c’è un’altra possibilità”. Tornata a Roma ha preso la metropolitana alla stazione termini per tornare a casa sua. Aveva sempre il pensiero di non poter perdonare suo fratello. All’improvviso si è aperta la porta e lei si è trovata davanti suo fratello. Entrambi hanno allargato le braccia e si sono abbracciati. In quel momento è avvenuto il perdono.
Nessuno è andato via da Medjugorje senza essere cambiato. Basta dire a Dio: “Sono qui. Opera nel mio cuore e nella mia anima. Credo che sei Dio presente nell’Eucaristia. Mi hai creato e mi ami. Metto me stesso, la mia famiglia, la mia vita e coloro che si sono raccomandati alle mie preghiere nelle Tue Mani”. Dio ci benedirà tutti.
Amen.
Sia lodato Gesù Cristo.
fra Danko Perutina

Omelia della santa Messa Medjugorje, 30 aprile 2019


Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».
Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro di Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».
Parola del Signore.


Nella liturgia del periodo dopo Pasqua leggeremo il libro degli Atti degli apostoli, perchè nel nostro cuore e nella nostra mente rimanga impressa la comunità della prima Chiesa. Essa ha affrontato tutte le tribolazioni possibili: persecuzioni, dubbi, perplessità, carcere, punizioni.
Paolo è entrato nella comunità cautamente e in seguito ha iniziato a predicare senza freni e inizia la sua opera.
I giovani cristiani - oppressi e senza possibilità di sopravvivere - a costo di perdere tutto, averi e la vita stessa, annunciano e testimoniano Gesù Cristo crocifisso e risorto.
Sulle spalle di questa piccola comunità sta il futuro del Regno di Dio nel mondo. Quei cristiani sono instancabili e non hanno paura nella loro missione.
Il Signore risorto è entrato nella loro vita.
”In Verità, in Verità Io vi dico: chi crede in Me farà le opere che faccio Io e ne farà ancora più grandi, perchè Io vado al Padre”. Così dice Gesù nel Vangelo secondo Giovanni.
Gesù Cristo incarnato nella Chiesa, nel comportamento e nella predicazione.
Molto probabilmente gli apostoli erano meravigliati per ciò che avveniva per mezzo delle loro mani. Hanno cacciato i demoni, hanno guarito.
Questi segni esteriori dovevano avere la Sorgente altrove. Il libro degli Atti degli apostoli indica questa Sorgente. Dice che loro rispettavano l’insegnamento di Gesù, la vita comune, lo spezzare il pane e la preghiera. Erano un cuore solo e un’anima sola. Ciò che apparteneva ad uno apparteneva a tutti. Nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era in comune. A nessuno mancava nulla. Testimoniavano la resurrezione di Gesù.
Tutto ciò non significa che essi non pensassero in modo diverso l’uno dall’altro e che non ci fossero diverbi. C’erano e lo dicono anche gli Atti degli apostoli. Si parla di divisioni, mancanza di chiarezza. Ma la comunità di Gesù era fondata sulla certezza che nonostante tutte le difficoltà sarebbe resistita e si sarebbe diffusa.
Prima di tutto dobbiamo sottolineare che rispettavano l’insegnamento ricevuto. Significa che testimoniavano la resurrezione di Gesù come fondamento della loro fede. Quando non erano d’accordo su certe questioni non veniva mai messa in dubbio la morte e resurrezione di Gesù. Se così non fosse stato la comunità non sarebbe resistita e cresciuta. Davanti ai loro occhi l’immagine del Risorto era chiara e non vi erano incertezze: “Mio Signore e mio Dio”.
Rispettavano la vita comune sia nei beni materiali che in quelli spirituali. La comunione dei beni materiali non era una norma o un precetto per diventare cristiani, ma con il Battesimo, con il quale si erano incamminati sulla stessa via di Gesù che aveva esortato a rinunciare al diritto legittimo a possedere beni materiali, hanno messo tutto ciò che apparteneva loro al servizio della comunità. Non si cancella la proprietà privata, ma si investe nel bene di tutti.
Gesù diceva: “I poveri li avrete sempre con voi”. Riflettere così e fare così era un bene comune. Tra di loro nessuno mancava di nulla.
Essi rispettavano la Celebrazione Eucaristica, cioè lo spezzare il pane e rispettavano la preghiera. Questo tiene in buona salute la comunità e il rispetto gli uni per gli altri e la responsabilità reciproca.
Senza l’energia spirituale che si riceve dalla preghiera il cristiano rimane senza fiato e senza spirito.
Senza la preghiera la vita religiosa diventa tiepida e si può solamente sopravvivere.
L’Eucaristia era ed è il bene di tutti i battezzati. Senza di Essa sparisce la vita dei fedeli.
Un forte punto di riferimento per la piccola comunità cristiana era la Madre di Gesù: Maria. Il libro degli Atti degli apostoli nel primo capitolo dice: “Tutti erano uniti in preghiera assieme ad alcune donne, sopratutto con Maria, la Madre di Gesù, e con i Suoi fratelli”. Con questa frase Maria sparisce dalla scena, ma riappare tutte le volte che la Chiesa si trova nella paura, nelle angosce, nelle incertezze. Lei è un aiuto per i cristiani per tornare alla preghiera, all’Eucaristia, alla comunione dei beni.
La Madonna lo fa anche qui a Medjugorje. Lei ha le parole per aiutare la comunità della Chiesa a guarire dalle incertezze, dai dubbi.
Ci dona la Sua parola sia quando la chiediamo che quando riteniamo di non avere bisogno di alcun insegnamento, nè dall’alto nè dalla terra. La Sua parola dovrebbe risvegliarci e farci coscenti della nostra missione nel mondo e ciò che riguarda la nostra salvezza.
Nel discorso di Gesù a Nicodemo si trova la domanda “come e con che cosa si diventa un vero cristiano”. Nicodemo non era una persona qualsiasi. Era un maestro della legge, un membro del sinedrio, un fariseo. Egli và da Gesù di notte per informarsi sul Suo messaggio. La domanda che pone è: “Cosa è necessario per la salvezza?”. La risposta è: “Nascere dall’alto. Questa è la condizione per entrare nel Regno dei Cieli”.
La vita è posta su fondamenta completamente nuove. Non basta aggiustare leggermente il comportamento. Bisogna fare nuove fondamenta. Come nel caso di san Tommaso: “Non crederò finchè non metterò il dito al posto dei chiodi”. Quando Gesù gli ha comandato di toccare le piaghe Tommaso dice: “Mio Signore e mio Dio”. E’ una condizione completamente diversa da quella precedente. E’ un cammino difficile, ma l’unico possibile.
L’allontanamento dalla comunità cristiana di solito ha un unico motivo: non siamo disposti a soffrire e ad accettare gli esami di fede più difficili o soffrire qualcosa di più pesante per procedere nel cammino cristiano. Ci ritiriamo e siamo tristi se ci viene chiesto qualcosa.
L’immagine del mondo cristiano attuale è l’immagine migliore. I cristiani nel mondo asiatico, arabo e africano sono disponibilissimi a morire nel Nome di Gesù, come testimoni della resurrezione. Noi, invece, in Europa siamo entrati in un sistema di negoziazione con Dio e di conseguenza non sappiamo più chi è Dio e chi siamo noi.
La decisione dei martiri ha fatto procedere loro stessi sul loro cammino e la Chiesa intera. La comodità è l’inizio del rinnegamento e l’uomo si allontana da Dio.
Dobbiamo guarire dalle divisioni da Dio e dai momenti in cui diciamo “no” alla Sua Volontà e al Suo Amore che desidera salvarci.
Amen.
fra Ivan Landeka