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Richiesta di preghiere

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Per la Richiesta di Preghiere è possibile da oggi utilizzare il MODULO che si trova qui a sinistra.

Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

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venerdì 24 maggio 2019

Omelia della santa Messa Medjugorje, 21 maggio 2019


Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, disse Gesù ai suoi discepoli:
«Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi.
Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: "Vado e tornerò da voi". Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l'ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate.
Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il prìncipe del mondo; contro di me non può nulla, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre, e come il Padre mi ha comandato, così io agisco».
Parola del Signore.

  
Cari fedeli, se dovessimo scegliere 5 parole che sono interpretate male sicuramente tre di esse sono: Dio, Amore e pace.
Nel Vangelo che abbiamo ascoltato Gesù parla della pace che Lui lascia. Sono le parole dell’Ultima Cena. Proprio quelle parole precedono l’inquietudine più grande avvenuta sia nella Sua Vita che in quella degli apostoli.
Dopo quelle parole segue il tradimento di Giuda, il rinnegamento di Pietro, paure, arresto, condanna, giudizio, passione e morte.
Nel mondo d’oggi si cerca di raggiungere la pace con falsi compromessi, con armi, violenza, giochi politici.
Con il termine “pace” gli stati potenti intendono il fatto di obbedire ai loro voleri e interessi. Se non si ubbidisce si usa la scusa della democrazia per fare guerre, creare caos, omicidi e ingiustizie che non saranno mai punite.
La pace di Cristo non è quella delle conferenze. Non è neppure quella che sostiene i dittatori. E’ la pace che scaturisce dalla fiducia del credente che Dio è scudo e protezione.
Una scrittrice inglese racconta una storia di un re che aveva due artisti nel suo castello. Essi erano sempre in conflitto tra di loro. Vedendo quella situazione insostenibile il re ha deciso di commissionare ad entrambi un quadro sullo stesso tema. Il pittore più bravo sarebbe rimasto nel castello. Il tema era la pace. Dopo una settimana entrambi hanno portato la loro opera.
Il primo ha portato un quadro bellissimo rappresentante colline verdi, un lago sulla cui superficie si vedeva il sole tramontare. Il re ha detto all’artista: “Il quadro è molto bello, ma mi fa addormentare”.
Il secondo artista ha rappresentato una cascata. Era tanto reale che quasi si sentiva il rumore dell’acqua cadere e risuonare sulle rocce. Il re ha risposto: “Questo quadro non descrive la pace, come avevo chiesto”. L’artista ha detto al re di continuare ad osservare il quadro.
Dopo un pò di tempo il re ha notato un dettaglio che gli era sfuggito prima: tra le rocce sotto la cascata c’era un cespuglio con un nido. Guardando meglio ha visto dentro un uccello con gli occhi mezzi chiusi che attendeva la nascita dei suoi piccoli. Era come se tutta l’acqua che cadeva vicino a lui non gli importasse assolutamente.
Il re era molto contento dell’opera e ha detto all’artista: “Hai trasmesso un grande messaggio: si può mantenere la pace anche durante le grandi tempeste della vita”.
Fratelli e sorelle, san Paolo dice nella lettera agli Efesini: “Cristo è la nostra pace”.
Da venti secoli Gesù ci ripete: “Vi lascio la pace. Vi do la Mia pace”. Lo dice a ciascuno di noi, affinchè con la nostra vita possiamo diffondere questo messaggio a tutto il mondo. Il dovere di ogni cristiano è portare la pace e la felicità nei vari luoghi della terra.
Il comportamento dei primi cristiani ha aiutato tanti a trovare il senso della vita. Essi portavano la pace nelle famiglie, nella società.
Il saluto di quell’epoca era un’invocazione alla pace.
La pace di Dio sarà sulla terrà finchè ci saranno sulla stessa i Suoi prediletti.
Cari fedeli, una grande parte del nostro apostolato consiste nel portare la pace a coloro che ci circondano.
Vorrei concludere con alcuni pensieri sulla pace che ci dona Cristo. Perchè l’uomo possa avere la vera pace deve essere in pace con Dio.
Sant’Agostino dice: “il nostro cuore è in quieto, Signore, finchè non riposa in Te”.
E’ veramente così. L’anima non ha la pace se non è in pace con la propria Sorgente.
Le ossa più dure del nostro corpo sono i denti. Se vengono trascurati, però, i batteri invisibili li distruggono, per quanto possano essere forti e sani. Simile è ciò che accade alla nostra anima. Essa è ciò che più nobile sia stato creato. Ma se si permette che il turbamento si radichi nell’anima essa sarà distrutta dal peccato. Se permettiamo che il peccato superi la forza della grazia quest’ultima non potrà agire.
L’inquietudine può andare oltre la vita terrena. Perciò preghiamo per i defunti, perchè trovino la pace in Dio.
L’uomo che non ha la pace in se stesso farà fatica ad averla con gli altri.
La sorgente della pace esterna è dentro di me. Se nel mio cuore ci sono rancore, amarezza, odio e invidia non posso avere la pace con gli altri. Anche se do la colpa agli altri la sorgente di questa inquietudine è in me.
L’invidia è lo stato in cui la felicità degli altri mi rende triste. Chi non può sopportare la felicità degli altri non troverà mai la propria.
E’ triste se cerco di portare la pace ovunque e non nella mia casa. E’ triste se cerco di non essere duro con gli altri e poi tutta la frustrazione la porto a casa mia.
Desiderando la pace nel nostro cuore evitiamo tutto ciò che provoca inquietudine: giudizi sbagliati, critiche…
Rivolgiamoci alla Beata Vergine Maria, Regina della Pace, e preghiamoLa per non perdere mai la gioia e la felicità, anche nei momenti in cui la prova colpisce la nostra famiglia e i nostri cari.
Preghiamo con il cuore: Regina della Pace, prega per noi.
Amen.

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