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Richiesta di preghiere

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Per la Richiesta di Preghiere è possibile da oggi utilizzare il MODULO che si trova qui a sinistra.

Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

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venerdì 17 maggio 2019

Omelia della santa Messa Medjugorje, 5 maggio 2019


Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù si manifestò di nuovo ai discepoli sul mare di Tiberìade. E si manifestò così: si trovavano insieme Simon Pietro, Tommaso detto Dìdimo, Natanaèle di Cana di Galilea, i figli di Zebedèo e altri due discepoli. Disse loro Simon Pietro: «Io vado a pescare». Gli dissero: «Veniamo anche noi con te». Allora uscirono e salirono sulla barca; ma quella notte non presero nulla.
Quando già era l'alba, Gesù stette sulla riva, ma i discepoli non si erano accorti che era Gesù. Gesù disse loro: «Figlioli, non avete nulla da mangiare?». Gli risposero: «No». Allora egli disse loro: «Gettate la rete dalla parte destra della barca e troverete». La gettarono e non riuscivano più a tirarla su per la grande quantità di pesci. Allora quel discepolo che Gesù amava disse a Pietro: «È il Signore!». Simon Pietro, appena udì che era il Signore, si strinse la veste attorno ai fianchi, perché era svestito, e si gettò in mare. Gli altri discepoli invece vennero con la barca, trascinando la rete piena di pesci: non erano infatti lontani da terra se non un centinaio di metri.
Appena scesi a terra, videro un fuoco di brace con del pesce sopra, e del pane. Disse loro Gesù: «Portate un po' del pesce che avete preso ora». Allora Simon Pietro salì nella barca e trasse a terra la rete piena di centocinquantatré grossi pesci. E benché fossero tanti, la rete non si squarciò. Gesù disse loro: «Venite a mangiare». E nessuno dei discepoli osava domandargli: «Chi sei?», perché sapevano bene che era il Signore. Gesù si avvicinò, prese il pane e lo diede loro, e così pure il pesce. Era la terza volta che Gesù si manifestava ai discepoli, dopo essere risorto dai morti.
Quand'ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami più di costoro?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pasci i miei agnelli». Gli disse di nuovo, per la seconda volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi ami?». Gli rispose: «Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene». Gli disse: «Pascola le mie pecore». Gli disse per la terza volta: «Simone, figlio di Giovanni, mi vuoi bene?». Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli domandasse: «Mi vuoi bene?», e gli disse: «Signore, tu conosci tutto; tu sai che ti voglio bene». Gli rispose Gesù: «Pasci le mie pecore. In verità, in verità io ti dico: quando eri più giovane ti vestivi da solo e andavi dove volevi; ma quando sarai vecchio tenderai le tue mani, e un altro ti vestirà e ti porterà dove tu non vuoi». Questo disse per indicare con quale morte egli avrebbe glorificato Dio. E, detto questo, aggiunse: «Seguimi».
Parola del Signore.


Cari fratelli e sorelle, siamo nel tempo pasquale. E’ un periodo di grande gioia, perchè il Signore è risorto ed è presente vivo in mezzo a noi.
La Chiesa vive della fede in Gesù risorto. Non è soltanto la comunità di coloro che condividono l’insegnamento dottrinale o etico di Gesù o ammirano il Suo insegnamento; la Chiesa crede che Dio ha resuscitato Gesù, facendo di Lui il Signore e il Capo.
Noi come possiamo riconoscerLo? Come possiamo sentire la Sua presenza? Come possiamo sentire la forza del Suo Spirito nella nostra vita? Come possiamo testimoniare?
A queste domande cerca di rispondere il Vangelo d’oggi con l’affermazione del discepolo che Gesù amava: “E’ il Signore!”
Da dove viene questa sua esclamazione? Quale esperienza ci porta a fare un’esclamazione del genere?
Il Vangelo ci mostra 7 discepoli. Assieme vanno a pescare sul lago di Tiberiade, come avevano fatto tante volte prima di incontrare il Signore. Stanno compiendo un atto che per loro era ordinario. Avevano tanta esperienza in questo ambito. Tante volte avevano esperimentato la gioia di pescare bene, ma questa volta sono delusi. Le loro aspettative sono svanite. Ma proprio in questa situazione riconoscono il Signore. I discepoli avevano pescato tutta la notte, ma il loro impegno non aveva portato frutto.
Al culmine della stanchezza e della delusione arriva la Parola che invita loro a tentare nuovamente e a risvegliare la fiducia. I discepoli sarebbero potuti crollare davanti alla stanchezza e alla delusione, ma obbediscono. Si fidano della Parola di Gesù e gettano di nuovo le reti.
Possiamo ricordare l’episodio che ci racconta l’evangelista Luca in cui Pietro risponde al Signore: “Getterò le reti sulla Tua Parola”. Anche qui il Signore chiede a Pietro di gettare nuovamente le reti dopo aver pescato tutta la notte senza aver preso nulla. Pietro abbandona i suoi calcoli, controlla i suoi sentimenti e mette tutto in gioco. I discepoli si abbandonano alla Parola del Signore e succede il miracolo. Nel miracolo sentono la presenza di Gesù Risorto che non abbandona i Suoi discepoli, ma li accompagna sempre sul loro cammino di fede e di vita. Le reti sono piene ma non si sono rotte.
I cuori sono di nuovo pieni di gioia e di meraviglia.
Succede un incontro inatteso. Questo incontro avviene in modo eucaristico, nello spezzare il pane e nel condividerlo da parte di Gesù ai discepoli.
Il Vangelo di oggi nuovamente descrive la dinamica di fede in cui prevale l’iniziativa del Signore sulla debolezza umana. L’iniziativa prende il sopravvento se l’uomo lascia spazio all’opera dello Spirito e se non si scoraggia e continua a credere al Signore e al Suo Vangelo.
Cari fratelli e sorelle, è bello pensare che questa dinamica ci riporti la Verità sulla Celebrazione domenicale dell’Eucaristia. Veniamo alla Messa stanchi ed oppressi per la vita di fretta nel desiderio di trovare nella Parola di Gesù e nel Pane spezzato la Verità in tutta la Sua forza e splendore. E’ la dinamica della fede dei discepoli che vivono sempre di un dono. A loro viene richiesto di rimanere sempre perseveranti nella fiducia nonostante il fatto che i risultati della loro missione non siano sempre splendidi.
I discepoli sono segnati dalla fiducia nelle promesse del Signore e dalla fiducia che sa guardare in faccia le difficoltà e rimanere fedeli nella testimonianza.
Essi sanno e sperimentano ogni giorno che bisogna obbedire a Dio piuttosto che agli uomini. Questa è l’esperienza della benedizione di Dio sulla nostra vita che si rinnova sempre e rinnova tutti noi, donandoci sempre la libertà e il coraggio che fa di noi uomini poveri veri testimoni del Vangelo.
Nel brano di oggi Gesù Risorto desidera dirci anche: “Spesso non mi riconoscete. Non mi vedete nel fratello, nell’amico, nello straniero, nel povero, nel tossicodipendente, nell’ammalato. State attenti: Io sono anche in loro e non solo nel tabernacolo. Se dite di amare Me amate anche loro”.
Un monaco antico viveva da solo nel deserto dove non c’era nemmeno una casa o un albero. Un giorno si è inginocchiato a pregare con le braccia levate al cielo e le mani giunte. Alcuni uccelli, stanchi dal volo, si sono messi a saltellare sulle sue mani, sulle braccia e sul suo capo. Alla fine si sono fermati sulle mani giunte in preghiera. Era il posto ideale. Qui hanno fatto un nido. Poco dopo sono arrivati anche i cuccioli. Il monaco pregava il Signore di riuscire a rimanere in questa posizione scomoda per essere utile agli uccelli. Pregava così: “Il destino di queste piccole creature è nelle mie mani come il mio destino è nelle Tue mani. Aiutami Signore”.
Cari fratelli e sorelle, questo monaco nel deserto si è preso cura di questi uccelli. Il Signore lo ha esaudito nella sua preghiera. E noi?
Il Vangelo di oggi esorta a non riconoscere solamente Gesù nella Sua Parola o nello spezzare il Pane, ma a riconoscerLo anche nelle persone che ci sono vicine e che chiedono da noi aiuto, amicizia e compagnia.
Preghiamo il Signore affinchè ci illumini nella fede per poterLo sempre riconoscere. Lui Risorto. Lui che ha vinto la morte, il peccato e ogni male. Lui che ci libera e desidera averci nella gloria eterna.
Amen.
fra Dragan Ružić

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