Messaggio a Marija del 25 aprile 2019
“Cari figli! Questo è tempo di grazia, tempo di misericordia per ciascuno di voi. Figlioli, non permettete che il vento dell’odio e dell’inquietudine regni in voi e attorno a voi. Voi, figlioli, siete invitati ad essere amore e preghiera. Il diavolo vuole l’inquietudine e il disordine ma voi, figlioli, siate la gioia di Gesù Risorto il quale è morto e risorto per ciascuno di voi. Lui ha vinto la morte per donarvi la vita, la vita eterna. Perciò, figlioli, testimoniate e siate fieri di essere risorti in Lui. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”
Commento teologico
Il messaggio assume una colorazione molto vivace, attuale e incisiva. Parte da un dato di fatto, che costituisce una specie di introduzione, affermando che il tempo che viviamo è un tempo di grazia. Poi si dispiega in due parti centrali: l’una unisce tre caratteristiche del cristiano: essere – amore – preghiera; l’altra parte pone sotto la nostra attenzione la presenza operosa del diavolo. Infine, come conclusione, appare l’invito a testimoniare la risurrezione di Gesù.
Introduzione. Ancora una volta la Vergine richiama a considerare come il tempo che stiamo vivendo, a livello liturgico con la Pasqua di Gesù, si fa un evento di grande rilievo spirituale, perché offre a ciascuno di noi la possibilità, da non trascurare, di accogliere in abbondanza la divina misericordia: “Cari figli! Questo è tempo di grazia, tempo di misericordia per ciascuno di voi”. Queste parole evidenziano due aspetti: il primo riguarda l’azione di Dio, in quanto il Signore ci offre il dono incommensurabile della grazia per una rinascita e rinnovamento spirituale, in conformità all’opera redentrice di Cristo, che risorge vittorioso sulla morte, inaugurando una nuova epoca di pienezza di vita terrena e anche eterna. Il secondo aspetto riguarda l’azione dell’uomo, in quanto l’azione divina si rivolge singolarmente a ciascun soggetto umano; non si disperde anonimamente sulla massa ammucchiata di persone, intese come un gruppo generico e impersonale.
L’avvertimento della Vergine dunque si riferisce individualmente a ognuno dei suoi figli, presi nella loro concreta singolarità. Per questa ragione dobbiamo prestare tutta la nostra attenzione individuale e interiore, senza distrazioni o pensieri vani e dissipazioni. Occorre perciò silenzio, raccoglimento e tanta concentrazione. Da qui l’importanza di non lasciare cadere neanche una briciola di quanto Ella ci dice, anzi farlo calare dentro il nostro animo, in modo che diventi nutrimento spirituale e linfatico per la nostra esistenza quotidiana.
1. Essere – amore – preghiera. La Vergine entra nel sodo del suo messaggio. Da una parte ci invita, sempre con la sua dolcezza e forza materna, chiamandoci figlioli, a far sì che lo spirito nefasto dell’odio si allontani da noi. Con l’odio in effetti noi veniamo trascinati verso sentimenti e atteggiamenti di avversione e conflittualità nei confronti dei nostri simili, causando divisioni, incomprensioni, accuse e calunnie, invidia e gelosia: “Figlioli, non permettete che il vento dell’odio e dell’inquietudine regni in voi e attorno a voi”. Da notare che questo vento impetuoso va allontanato sia dal nostro intimo quale fuoco incendiario sia dall’ambiente in cui viviamo, come la casa, l’ufficio, l’associazione, in modo che non si espanda e provochi malessere e tensioni fra i nostri amici e familiari. Dobbiamo essere persone che sappiano superare ogni rivalità e diventare strumenti di comunione e di intesa fra tutti i membri che compongono i nostri contatti quotidiani.
Ella espone anche lo stato di angoscia e amarezza, che spesso alberga nel nostro cuore, come fossimo prigionieri dell’insoddisfazione e del disordine interno ed esterno. Tante volte restiamo chiusi nelle nostre depressioni o ansie, senza più ragionare né ascoltare le parole di verità e di vita di Gesù, che ci donano forza e luce, coraggio e nuova energia. Ci lasciamo travolgere dall’ondata di paura e di insicurezza, perdendo di vista l’amore di Dio e la sua grazia. Sbandiamo da soli come foglie al vento, senza una meta o un progetto preciso. Si tratta in fondo di uno spirito di negatività che alberga in noi, a discapito dell’affidamento filiale e fiducioso all’amore paterno di Dio e a quello materno di Maria, che ci riconducono al senso vero e benefico dell’esistenza e di tutto ciò che ci viene dato dalla divina provvidenza e benevolenza, anche in mezzo alle difficoltà e prove faticose di ogni giorno. Il bene, con l’aiuto della potenza divina, deve sempre vincere sul male, dal quale altrimenti rimaniamo schiacciati.
All’opposto la Vergine presenta la nostra vera configurazione per essere e chiamarci figli suoi: “Voi, figlioli, siete invitati ad essere amore e preghiera”. Sono tre parole chiave del nostro impegno cristiano: essere – amore – preghiera. Anzitutto Maria volge lo sguardo sul nostro modo di esistere e di comportarci quotidianamente quali persone che nella loro struttura e costituzione propria sono libere e coscienti, generose e impegnate su tutti i fronti, senza escludere alcune parti o elementi più scomodi e penosi. Il nostro essere, nella sua totalità, deve esprimere quanto di buono, di vero e di bello possiede, attraverso due finestre che si accoppiano inseparabilmente: una è l’amore e l’altra è la preghiera. L’amore rivela la nostra attitudine a donare e a donarci anzitutto alla divina Volontà e poi di riflesso ai nostri fratelli più bisognosi. L’amore è una soave forza interiore che sospinge ogni nostro pensiero e ogni nostro gesto al di fuori di noi per chinarsi e donarsi verso ogni persona con cui viviamo o che incontriamo sul cammino quotidiano. L’amore perciò non può rimanere chiuso in sé stesso in modo egoistico e avaro, ma aprirsi al di fuori verso gli altri con serenità e coraggio, con dedizione e pazienza. La persona che ama a questo livello profondo si manifesta nel suo splendore e diffonde attorno a sé la comunione fraterna e la reciproca accoglienza e compartecipazione ai successi e alle sofferenze di ciascuno.
Per vivere un tale generoso amore non è possibile senza l’aiuto della preghiera che ci immette alla fonte di ogni amore, cioè a Dio che per sua natura è pienezza di carità quale comunione eterna tra Padre e Figlio e Spirito Santo. Da qui la necessità della preghiera, che ci mantiene in costante collegamento o connessione con quella sorgente da cui scaturisce l’amore vero puro e duraturo. Senza l’aggancio al Divino Amore, non possiamo fare alcun gesto di vera carità e se lo facciamo, esso corrisponde ad una superficiale formalità, non ad una donazione del cuore. Purtroppo spesso quello, che chiamiamo gesto di amore, si riduce a un livello banale e freddo, distaccato e presuntuoso. Per tale ragione solo la preghiera rende l’amore umano simile all’Amore divino, costruendo un legame così intimo tra i due tanto che l’Amore dello Spirito Santo diventa l’anima della nostra anima, determinando il nostro modo di essere e di operare. In tal modo operiamo una nostra trasfigurazione, attraverso la quale Dio stesso si manifesta e agisce donando il suo Divino Amore a quanti incontriamo e ai quali trasmettiamo quel medesimo amore, lasciandolo travasare per nostro mezzo dalla fonte originaria alla creatura umana bisognosa. Dunque la Vergine, con le sue parole, giunge a una altezza incommensurabile del suo pensare e amare da Madre di Dio e Madre nostra, quale meravigliosa intermediaria tra cielo e terra.
2. Il diavolo e l’inquietudine. Davanti alla bellezza nella unione tra essere – amare – pregare, la Vergine non perde di vista l’elemento avverso che vuole dividere quell’armonico legame e dissolverlo nella banalità e bruttezza di un essere colmo di odio e di angoscia: “Il diavolo vuole l’inquietudine e il disordine ma voi, figlioli, siate la gioia di Gesù Risorto il quale è morto e risorto per ciascuno di voi”. Ella afferma senza tanti preamboli l’azione malvagia di Satana, sottolineando due effetti nefasti: uno è l’inquietudine dell’animo, che consiste nella perdita della serenità interiore, cadendo in agitazione e scontentezza, con atteggiamenti di nervosismo e di aggressività, fino a diventare una persona pessimista su ogni fronte e arrabbiata contro tutti e sempre critica di quanto succede nel mondo e nella Chiesa. L’altro effetto deleterio è il disordine, nel senso che il diavolo causa confusione, confondendo la verità con la menzogna, il male con il bene. Il suo scopo è rovesciare ogni cosa vedendola al suo contrario, cioè nell’aspetto negativo come fosse invece positivo. Il disordine comporta anche l’incomprensione tra le persone e i malintesi, le accuse. Nascono così le tensioni e le inimicizie, soprattutto nell’ambito familiare, ma anche sociale e religioso. Di fatto si creano delle situazioni insopportabili e caotiche, da capogiro e del tutto sconvolgenti. Da qui l’avvertimento di Maria di non cadere in tale trappola diabolica, ma conservare la pace dell’animo, la fiducia in Cristo nostro Salvatore, che con la sua crocifissione e risurrezione ha sconfitto la morte e Satana che della morte è il dominatore, per donarci la vita e la speranza che il bene vince sul male, l’amore sull’odio. Per avere e conservare tale stato di serenità e lucentezza, occorre rimanere avvinti a Cristo, aderendo al suo insegnamento con la nostra fede forte e totale. Da tali capisaldi non dobbiamo mai allontanarci. Se ci accorgiamo di abbassare l’attenzione e la vigilanza, è necessario ricuperare la comunione con Gesù e con i fratelli.
D’altronde Ella dice che se Gesù ha sconfitto la morte, da Lui non può venire altro che la vita in senso pieno sia terrena che eterna. Ciò significa che la certezza della risurrezione di Cristo costituisce un faro fondamentale che deve far luce su tutto l’orizzonte della nostra esistenza, in modo che con Lui, per Lui e in Lui, possiamo attraversare le vicissitudini di qualsiasi tipo senza essere coinvolti nella schiavitù della morte spirituale che è il peccato. Ascoltiamo le sue parole e fissiamole nel nostro cuore: “Lui ha vinto la morte per donarvi la vita, la vita eterna”.
Conclusione. Alla fine la Vergine ci sprona nuovamente e con tutta la sua amorevolezza materna a essere credibili testimoni, forti nella fede e coraggiosi nel proclamare la verità di Gesù agli altri, non solo a parole ma mostrando la nostra fierezza di essere partecipi della risurrezione di Gesù e vivere gioiosamente del suo amore: “Perciò, figlioli, testimoniate e siate fieri di essere risorti con Lui”.
O Vergine Madre, il nostro animo si scioglie in un cantico di gratitudine e di amore filiale verso di te, che ogni volta ci apri gli occhi per saper vedere la strada giusta da percorrere piuttosto che smarrirci nella nebulosità e oscurità del principe di questo mondo. Come sono preziose le tue parole, che scavano e toccano la verità del nostro intimo! Purtroppo spesso noi siamo distratti davanti ai tuoi suggerimenti e attratti verso la mondanità e le faccende terrene, perdendo il senso vero e cristiano delle vicende umane. Solo lasciandoci illuminare dalle tue sagge considerazioni noi, tuoi figli, possiamo vivere su questa terra con serenità e sicurezza di non essere travolti dal male, ma, sorretti dal tuo amore dolcissimo, raggiungerti in paradiso dove ci aspetti tutti a braccia aperte. Grazie, o Madre, del bene che vuoi a noi, tuoi deboli e ingrati figli, che ci chiami ad essere testimoni del tuo amore tra gli uomini. A te la nostra filiale adesione e devozione. Assieme a te la nostra esistenza quotidiana si fa più bella e fruttuosa. Resta con noi, Madre buona, soprattutto quando si fa sera! Amen! Alleluia.
Messaggio a Mirjana del 2 maggio 2019
“Cari figli, con materno amore vi invito affinché con cuore puro ed aperto, con totale fiducia, rispondiate al grande amore di mio Figlio. Io conosco la grandezza del suo amore, io ho portato lui dentro di me, l’Ostia in cuore, la Luce e l’Amore del mondo. Figli miei, anche il mio rivolgermi a voi è un segno dell’amore e della tenerezza del Padre Celeste, un grande sorriso ricolmo dell’amore di mio Figlio, una chiamata alla vita eterna. Il Sangue di mio Figlio è stato versato per voi per amore. Quel Sangue prezioso è per la vostra salvezza, per la vita eterna. Il Padre Celeste ha creato l’uomo per la felicità eterna. Non è possibile che moriate, voi che conoscete l’amore di mio Figlio, voi che lo seguite. La vita ha vinto: mio Figlio è vivo! Perciò, figli miei, apostoli del mio amore, la preghiera vi mostri la strada, il modo di diffondere l’amore di mio Figlio nella forma più eccelsa. Figli miei, anche quando cercate di vivere le parole di mio Figlio, voi pregate. Quando amate le persone che incontrate, diffondete l’amore di mio Figlio. L’amore è quello che apre le porte del Paradiso. Figli miei, sin dall’inizio ho pregato per la Chiesa. Perciò invito anche voi, apostoli del mio amore, a pregare per la Chiesa ed i suoi ministri, per coloro che mio Figlio ha chiamato. Vi ringrazio!”
Commento teologico
Come al solito, il messaggio inizia con un breve saluto, in cui la Vergine invita tutti noi a corrispondere all’amore di Gesù. Seguono tre argomenti: il primo descrive le ricchezze dell’amore del Figlio; il secondo sottolinea che con la risurrezione di Cristo la vita ha vinto sulla morte; il terzo espone la via o il mezzo per diffondere quello stesso amore. Infine, come conclusione, ci sollecita a pregare per la Chiesa. Analizziamo ogni punto.
Invito iniziale. Dalle brevi parole introduttive appare subito che il centro e il perno di questo messaggio sta precisamente nell’amore di Maria, di suo Figlio e nostro: “Cari figli, con materno amore vi invito affinché con cuore puro ed aperto, con totale fiducia, rispondiate al grande amore di mio Figlio”. Ella parte dal suo amore materno per sollecitarci ad avere un cuore aperto all’amore come il suo, per accogliere e corrispondere all’amore immenso di suo Figlio. Queste parole costituiscono un luminoso cantico all’amore che unisce mirabilmente il Cuore di Maria con il nostro cuore per essere colmi dell’amore che sgorga dal Cuore di Cristo. Tre cuori che, uniti insieme, rendono ragione dell’amore autenticamente cristiano, per indicare che non esiste altro amore che non abbia questa triplice configurazione: da Maria a noi e da noi a Gesù, per poi diffondersi tra di noi e verso l’umanità dolente, assetata di questo vitale e vibrante amore.
1. La ricchezza dell’amore del Figlio. L’amore, che nasce dal Cuore di Cristo squarciato sulla croce, forma la sorgente unica e vitale, a cui occorre attingere per avere e vivere un amore intenso, puro e generoso. A tale scopo la Vergine elenca le qualità sublimi dell’amore del Figlio, che Ella ha portato e nutrito dentro il suo grembo immacolato: “Io conosco la grandezza del suo amore; io ho portato Lui dentro di me, l’Ostia in cuore, la Luce e l’Amore del mondo”. Come si vede sono indicate tre caratteristiche di quell’amore infinito di Gesù: la prima è la sua grandezza, nel senso della sua immensità e infinitezza, un amore che non ha misura ma va al di là di ogni misura umanamente calcolabile, che non si esaurisce mai né si affievolisce, ma disseta ogni nostra esigenza di vero amore e poi se ne gusta il sapore e la freschezza, per averne ancora sete senza che quell’acqua oceanica si dissecchi. La seconda caratteristica fa vedere che quell’amore è intessuto di sacrificio, dolore e donazione totale fino all’immolazione sulla croce quale Ostia santa, immacolata e gradita al Padre. E non vi può essere un amore più grande e intenso di questo, che possiamo accogliere in noi e colmarci di esso in ogni celebrazione eucaristica, per tenerlo nel nostro intimo, come ha fatto Lei, sua Madre santissima. La terza caratteristica sta nella luminosità di questo amore, il quale effonde su tutta la faccia della terra la vitalità, l’energia, la salute per il bene delle creature umane, facendo risplendere ogni cosa quale dono concreto e meraviglioso dell’amore divino.
Con questa luce noi possiamo contemplare le persone, gli esseri svariati, gli avvenimenti, la storia personale e sociale, ogni realtà che fa parte del nostro cammino quotidiano in modo chiaro e benevolo, senza lasciarci ingannare o annebbiare, ma ponderando e discernendo tutto secondo il suo amore veritiero e non secondo le nostre meschine vedute o i giudizi molto superficiali. Che meraviglia! Veramente il mondo e l’umanità acquisterebbero una visione più bella e avvincente.
La cosa sorprendente sta nel fatto che Maria assicura che quanto dice corrisponde alla realtà, perché Lei ha portato suo Figlio dentro di sé quale sua genitrice e perciò ha sentito tutti i battiti del suo grande Cuore e li ha maternamente condivisi, non solo durante i novi mesi di gestazione ma fino alla consumazione della sua missione salvatrice. E anche ora, nella gloria del paradiso, Lei è sempre al suo fianco e si fa partecipe dei suoi sentimenti nei nostri confronti.
Aggiunge poi due parole, e qui sta la novità del messaggio, svelando un segreto del suo animo: “Figli miei, anche il mio rivolgermi a voi è un segno dell’amore e della tenerezza dell’amore del Padre Celeste, un grande sorriso ricolmo di amore di mio Figlio, una chiamata alla vita eterna”. Ella confessa candidamente e profondamente che la sua presenza in mezzo a noi e i suoi interventi sono il dono dell’amore tenerissimo dl Padre, che si riflette nel Figlio incarnato, come fosse un sorriso di gioia e di compassione per tutti noi, che deve condurci alla vita vera, quella eterna. Qui si nota la sostanza di tale amore, che non corrisponde a quello umano così debole, incostante, superficiale e frivolo, ma un amore che possiede un valore immortale e imperituro, che ci rende felici già su questa terra e che avrà la pienezza nella beatitudine in cielo.
2. La risurrezione di Cristo ha vinto la morte per sempre. Maria fa una bellissima catechesi sull’opera redentrice compiuta dal Figlio: “Il Sangue di mio Figlio è stato versato per voi per amore. Quel Sangue prezioso è per la vostra salvezza, per la vita eterna. Il Padre Celeste ha creato l’uomo per la felicità eterna”. Con queste parole Ella afferma due cose importantissime: anzitutto dichiara che l’amore del Figlio è costato l’effusione del suo Sangue, che, quale sacrificio di espiazione e purificazione dei nostri peccati, ci dona la salvezza eterna, a cui siamo chiamati dal Padre Celeste, il quale ci ha creati appositamente per farci godere la sua stessa felicità, rendendoci partecipi della natura divina. Nulla di più eclatante e affascinante! Per questa ragione la morte non ha più alcun potere su di noi, in quanto portiamo il seme dell’immortalità divina. Con ciò stesso la morte, e con essa ogni cattiveria e sofferenza, è stata distrutta. La vita, che Gesù ci ha donato, è più forte della morte in quanto è intrisa di amore: “Non è possibile che moriate, voi che conoscete l’amore di mio Figlio, voi che lo seguite. La vita ha vinto: mio Figlio è vivo!”.
Sono parole di altissimo valore umano e spirituale. Dobbiamo farle nostre e possederle come un tesoro prezioso che non possiamo perdere o privarci di esso con il peccato. Se ci lasciamo dominare dal nostro egoismo e dalla mondanità delle cose, come schiavi del male, allora la morte vince sulla vita e in questo caso estremo si tratta della seconda morte, quella eterna.
3. La strada o il mezzo per diffondere l’amore del Figlio. A questo punto la Vergine scende nel concreto per dirci come dobbiamo fare per essere apostoli del suo amore e di rimando a quello del Figlio, al fine di espanderlo nel mondo intero: “Perciò, figli miei, apostoli del mio amore, la preghiera vi mostri la strada, il modo di diffondere l’amore di mio Figlio nella forma più eccelsa”. Per ottenere l’amore ed essere apostoli e testimoni vi è una via maestra che è la preghiera. Lo sappiamo già che la preghiera costituisce una finestra del nostro cuore aperta su Dio e nel suo mistero di amore, verità e vita. Solo se rimaniamo avvinti a Gesù con la preghiera costante e sentita, possiamo essere di conseguenza trasmettitori di quell’amore che abbiamo attinto da Lui e disseminarlo ovunque andiamo e operiamo, soprattutto là nell’ambiente dove viviamo. Questo è il segreto fondamentale che non dobbiamo mai trascurare o dimenticare. Se la preghiera perde quota e si arena, purtroppo perdiamo il contatto con la fonte perenne dell’amore e il nostro cuore si inaridisce, si indebolisce, si pietrifica, svuotandosi di ogni slancio interiore e di ogni buon sentimento. Diventiamo come cadaveri traballanti e disorientati, privi di ogni impulso vitale ed espansivo. Dunque la preghiera ci rigenera e ci rimette in forza per poter vivere di amore e operare con amore, soffrire nell’amore e donarsi amorevolmente.
Da qui l’esortazione pressante e convincente: “Figli miei, anche quando cercate di vivere le parole di mio Figlio, voi pregate. Quando amate le persone che incontrate, diffondete l’amore di mio Figlio. L’amore è quello che apre le porte del Paradiso”. Davanti a queste vibranti parole non possiamo fare altro che meditarle a fondo, farle nostre e viverle ogni momento. In tal modo l’amore di Gesù, attraverso l’amore materno di Maria, si fa anima della nostra anima, motore primario per muovere ogni nostro pensiero, atteggiamento, ogni emozione e passione sotto la potenza vivificante di quell’amore. Lasciamoci avvolgere, coinvolgere e travolgere da esso per essere anche noi piccole fonti che lo trasmettono ai cuori che ne sono assetati e così aprire ad essi le porte del Paradiso, dove si entra soltanto se si è immersi nell’amore divino e fraterno.
Conclusione. Alla fine, come fa spesso, la Vergine chiede di pregare per la Chiesa e in particolare per i pastori: “Figli miei, sin dall’inizio ho pregato per la Chiesa. Perciò invito anche voi, apostoli del mio amore, a pregare per la Chiesa e i suoi ministri, per coloro che mio Figlio ha chiamato”. In effetti tutti costatiamo la vasta crisi in cui versa la Chiesa santa di Dio e soprattutto nei riguardi dei ministri sacri. La crisi non si riferisce solo agli scandali morali ma anche a quella sottile e perfida apostasia che tocca gli aspetti dottrinali e santificanti, cioè ad una perdita di fede. Per essi si deve elevare una preghiera confidente e insistente al Cuore Immacolato di Maria e a quello di Gesù, dove i sacerdoti sono accolti, amati, purificati, benedetti e salvati.
Dopo aver ascoltato e meditato le tue profonde e luminose parole sul Divino Amore, che sono scese nel nostro animo, o Madre cara, siamo qui per chiederti umilmente che tu possa comunicarci un po’ del tuo slancio di amore che porti nel tuo Cuore Immacolato, affinché si riversi nel nostro piccolo cuore e lo renda puro, forte e ardente del medesimo fuoco di amore inestinguibile. Intercedi per noi per ottenerci un cuore nuovo, libero e generoso, non più ripiegato miseramente su sé stesso ed inquieto, ma pronto a donarsi e trasfondere attorno a sé la letizia e la fiducia che risanano le ferite più profonde del cuore umano. Tu, o Vergine clemente, prendici per mano e portaci sempre più vicini a tuo Figlio, per percepire con te i dolcissimi battiti del suo Cuore ed esserne innamorati, ora e sempre. Amen
Don RENZO LAVATORI, laureato in teologia e filosofia, membro della Pontificia Accademia di Teologia, docente di Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università Urbaniana e altre Università ecclesiastiche di Roma. Conosciuto per numerose pubblicazioni sui temi fondamentali della fede e per le sue trasmissioni mensili a Radio Maria. Tra le sue opere in particolare: Gli angeli. Storia e pensiero, Marietti, Genova 1991; Milano 2000.2003; Satana un caso serio. Saggio di demonologia cristiana, EDB, Bologna 1996; Gli Angeli, Newton-Compton, Roma 1996; Il diavolo tra fede e ragione, EDB, Bologna 2001; Antologia diabolica, UTET, Torino, 2008.
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