Dal Vangelo secondo Giovanni
[Dopo che ebbe lavato i piedi ai discepoli, Gesù] disse loro:
«In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica.
Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: "Colui che mangia il mio pane ha alzato contro di me il suo calcagno". Ve lo dico fin d'ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io sono.
In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».
Parola del Signore.
Cari pellegrini, per spiegare il Suo rapporto con il Padre e con noi Gesù usa tante immagini. Nel Vangelo di oggi usa l’immagine del servo e del padrone. Il rapporto tra servo e padrone è il tema dell’Ultima Cena.
Anche se siamo nel tempo pasquale ritorniamo nel cenacolo. Gesù è con i Suoi discepoli a tavola. Ha ancora qualcosa da dire loro. Lava i piedi agli apostoli e li invita a servire. Parla loro dell’umiltà.
Gesù conosce bene i loro pensieri e il loro desiderio di mostrarsi più grandi e più degni di onori degli altri. Gli apostoli pensano ai primi posti, mentre Gesù insegna l’umiltà e la semplicità.
L’uomo spesso è tentato a voler essere il primo. Ha paura a riconoscere le doti degli altri per paura che le proprie perdano importanza.
I monaci del deserto dicevano che l’umiltà è la virtù più grande.
Adesso ritorniamo a noi. Guardiamo la nostra interiorità. Domandiamoci: come è il mio servizio? Come sta la mia umiltà? Chi servo? Il mio servizio è nello spirito dell’umiltà o voglio mostrare qualcosa?
Nella società in cui viviamo non è di moda servire ed essere umili. Come si può entusiasmare i giovani al servizio se in tv ogni giorno vengono invitati ad essere i primi? Perfino vengono spinti a calpestare gli altri per realizzare i propri interessi egoistici.
Oggi bisogna sapere tutto, fotografare tutto, scrivere tutto, pubblicare tutto. Purtroppo non c’è più privacy.
Se facciamo tutto per interesse o per renderlo pubblico che premio avremo?
Siamo venuti qui alla scuola di Gesù. Come gli apostoli dobbiamo imparare e ripetere tutti i giorni le materie dell’umiltà e del servizio agli altri.
Gli apostoli non hanno capito subito le Parole di Gesù. Avevano bisogno di tempo.
Dopo la Resurrezione hanno capito e hanno testimoniato la Sua Vita con le loro vite.
Grazie a Dio anche oggi ci sono cristiani che con umiltà e fedeltà servono i loro cari nelle famiglie e le persone che sono nel bisogno. Non vogliono nessuna pubblicità e non si aspettano gratitudine. Sono guidati dall’amore di Dio. Nell’Amore di Dio e nei Sacramenti trovano la forza per la propria vita.
Giuda, invece, pensa in modo diverso dagli apostoli. Egli pensa come tradire Gesù. Molto presto si alza da tavola, abbandona la comunità e se ne và per la sua strada. Questa via l’ha portato alla perdizione.
Tale via non è buona e non porta alla vita. Dobbiamo stare attenti e dobbiamo evitarla. Oggi, purtroppo, tanti vivono nella cecità spirituale e camminano sulle vie di Giuda pensando che questa sia la vera via.
Perciò Gesù desidera ammonire i discepoli dicendo che la vicenda di Giuda non deve scoraggiarli. Ammonisce anche tutti noi, perchè desidera che nella nostra libertà accettiamo il ruolo del discepolo. Bisogna decidersi con coscienza di accostarsi a Gesù.
Sappiamo dalla storia che molti hanno giurato fedeltà a Gesù e poi si sono allontanati. Sembravano i più fedeli.
In passato e anche oggi ci sono colpe grandi da parte dei cristiani, ma questo non ci deve sorprendere e scoraggiare nella nostra vita di fede. Dobbiamo rimanere affianco a Gesù fino alla fine della nostra vita nonostante le sfide e le difficoltà.
Cari fratelli e sorelle, eccoci qui alla Mensa del Signore. Siamo seduti come i Suoi apostoli.
Si rivolge a noi, discepoli di oggi. Desidera insegnarci, incoraggiarci e mostrarci la via.
Cosa abbiamo in testa in questi istanti? Cosa pensiamo in questo momento? Pensiamo alla Parola di Dio oppure siamo occupati in altri pensieri?
Queste Parole di Gesù forse ci sembrano troppo esigenti. Forse qualcuno di noi pensa di alzarsi da questa Mensa Eucaristica per andare per la propria via. Forse qualcuno di noi è scoraggiato e non trova più supporto presso gli uomini e a volte gli sembra che Dio ci abbia abbandonati.
Per noi fedeli non esistono altre vie. Vale la pena camminare per le vie di Gesù. Si tratta della strada più sicura per giungere alla vera vita.
Ci saranno difficoltà e cadute, ma su questo cammino possiamo rialzarci e proseguire. L’amore, l’umiltà e la semplicità caratterizzano questo cammino.
Il Vangelo ci dice che quando molti si sono allontanati da Gesù Egli ha chiesto ai 12: “Forse anche voi volete andar via?” Ma Pietro ha risposto: “Signore, da chi andremo? Solo Tu hai Parole di vita eterna e noi sappiamo e crediamo che Tu sei il Santo di Dio!” Ripetiamolo anche noi assieme a san Pietro.
Questo brano del Vangelo che abbiamo sentito termina con la missione donata ai discepoli. Gesù li rende uguali a Sé: chi accoglie colui che è mandato da Gesù accoglie Gesù Stesso. Chi accoglie Gesù accoglie il Padre Celeste.
Come Gesù ha mandato i Suoi discepoli oggi manda anche noi a coloro che non Lo hanno ancora conosciuto o si sono allontanati da Lui o dalla Chiesa. Ci manda a testimoniare l’Amore di Dio.
Su questo cammino ci aiuti l’intercessione potente della Vergine Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, che è rimasta fedele a questo cammino testimoniando l’Amore di Dio.
Amen.
Sia lodato Gesù Cristo.
venerdì 24 maggio 2019
Omelia della santa Messa Medjugorje, 16 maggio 2019
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