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Richiesta di preghiere

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Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

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venerdì 17 maggio 2019

Omelia della santa Messa Medjugorje, 11 maggio 2019


Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono.
Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano.
Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».
Parola del Signore.

  
Il decimo capitolo di Giovanni apre il tema della bontà del “Buon Pastore”. Non si tratta di un tema sconosciuto o particolarmente nuovo nel Nuovo Testamento.
Non è sconosciuto perchè si trova già nell’Antico Testamento.
Il termine “Buon Pastore” è presente in tutta la storia della salvezza.
Per capire questo breve testo di Giovanni che la liturgia ci offre questa sera possiamo lasciarci aiutare dal profeta Ezechiele al capitolo 34. Gran parte di questo testo riguarda Dio come Buon Pastore.
Come inizia Ezechiele? Dio come gli rivela questo argomento? Egli dice che i pastori di Israele, che Dio ha messo affinchè si occupino del Suo popolo, non fanno ciò per cui Egli li ha chiamati. “Voi non vi curate dei poveri. Non li fortificate. Non li nutrite. Non curate i malati. Non aiutate coloro che si sono smarriti a ritornare. Non andate verso di loro e non li riportate sul cammino diritto”.
Il profeta Ezechiele continua con le parole divine: “Io Stesso Mi occuperò delle Mie pecore, poichè voi non lo fate. Io stesso verrò e mi occuperò della pecora ferita. La curerò. Quella che si era smarrita la riporterò all’ovile”.
Leggendo questo Vangelo di Giovanni in cui si parla del Buon Pastore vediamo come questa profezia di Ezechiele si realizza. Questo libro era stato scritto molto prima della venuta di Gesù. Adesso vediamo queste parole profetiche realizzate. Noi cristiani capiamo la Parola di Dio attraverso Gesù Cristo. Egli è la Chiave e il Centro di tutta la Santa Scrittura. E’ con questa Chiave che noi possiamo CapirLa. Egli è questo Pastore. In Ezechiele è stato profetizzato: “Io Stesso verrò”. Le Parole di Dio si sono davvero realizzate. Dio è venuto davvero. Dio è l’Emmanuele, il Dio con noi. Egli è il Pastore.
Nel Vangelo possiamo vedere in ogni episodio che Gesù è il Buon Pastore. Se, per esempio, prendiamo il brano dell’adultera vediamo che nessuno si occupava di lei. I capi dei sacerdoti la giudicavano. Era maledetta. Improvvisamente lei incontra la bontà di Dio. Lei era una piccola pecorella perduta, ferita e offesa. Gesù la riporta alla vita. Lei incontra il Suo Amore e improvvisamente risorge. E’ una donna nuova.
Matteo il pubblicano era un uomo che tra i giudei era visto come un peccatore. A nessuno interessavano le sue problematiche interiori. Nei suoi confronti c’era solo giudizio. Incontra una Persona buona; incontra la Bontà di Dio che gli dice: “Vieni, seguiMi”. Improvvisamente la vita di quest’uomo risorge. Era una vita sbagliata. Anch’egli è una piccola pecorella smarrita, ferita, giudicata, condannata, rifiutata. Egli viene liberato, guarito e torna alla vita.
Se noi leggiamo anche i brani della guarigione del paralitico o della resurrezione di Lazzaro ci è rivelata la Bontà di Dio come Buon Pastore.
In quest’istante ci troviamo duemila anni più tardi e la Stessa Bontà di Dio giunge fino a noi. Arriva fino al nostro essere qui a Medjugorje. Il cielo è aperto. Si tratta della Stessa Voce del Pastore. Egli è buono. L’eternità giunge fino a noi.
La Chiesa, attraverso la liturgia, apre uno spazio in cui noi possiamo incontrare la Bontà di Dio. Nella Sua Bontà noi possiamo essere resuscitati.
La parte centrale di questo testo di Giovanni è la frase: “Le Mie pecore ascoltano la Mia Voce”. La Voce del Buon Pastore.
Perchè è così? Sappiamo che attraverso le parole e la voce entrano in gioco diversi elementi. Adesso io sto parlando e voi sentite il tono e il ritmo della mia voce. Sentite il mio modo di parlare. Attraverso questi elementi ci sono molte cose che io non ho detto, ma che giungeranno fino a voi. La voce umana è qualcosa di originale, ma al tempo stesso è qualcosa di universale.
Se vediamo le cose in questo modo sarà molto più chiaro come la Voce di Gesù trasformava le vite umane.
L’Amore di Gesù ci raggiunge anche ora nelle nostre vite dolorose e sofferenti. Lì troviamo la vera Vita.
Nella celebrazione dell’Eucaristia anche se noi non sentiamo con le nostre orecchie la Sua Voce la sentiamo con le orecchie del nostro cuore. E’ quella Voce che guarisce e libera.
San Giovanni sottolinea che il Signore conosce le Sue pecore. Ciò significa che conosce tutto quello che mi causa sofferenza interiore: i miei rimorsi, le mie cadute, le mie tiepidezze. Il Signore ci dona il Suo Amore come il sole ci dona la sua luce. Il Vangelo arriva fino a noi e ci pone una domanda severa: Chi sono le pecorelle che mi sono state affidate? Mi occupo di loro, delle loro sofferenze, problematiche oppure mi occupo del mio cibo? Chi è al centro? Sono io o le pecorelle che il Signore mi ha affidato?
Coloro che Dio mi ha affidato cosa sentono nella mia voce? C’è collera in essa? C’è rifiuto, mancanza di accettazione, giudizio? Oppure nella mia voce c’è qualcosa che assomiglia alle caratteristiche di Gesù? Cosa ricevono gli altri dalla mia voce? E’ una domanda molto importante.
Questo semplice Vangelo ci chiede anche se abbiamo la capacità di ascoltare. In modo particolare ascoltare ciò che c’è nella pecorella affidataci. Ascoltare il suo dolore, percepire il suo smarrimento. Ho questa capacità di ascolto?
La quarta domenica di Pasqua, la domenica del Buon Pastore, ci invita a sperimentare qualcosa della bontà di Dio. Qualcosa che si riversa in noi in modo abbondante. Possiamo fare l’esperienza di ascoltare questa Voce da cui ci sentiamo accettati ed amati. Possiamo fare esperienza dell’Amore che è dato a me, piccola pecorella, affinchè io a mia volta possa trasferirlo alle altre piccole pecorelle che mi sono state affidate.
Dio realizzi tutto questo.

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