Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse a Nicodèmo: «Non meravigliarti se ti ho detto: dovete nascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai da dove viene né dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito».
Gli replicò Nicodèmo: «Come può accadere questo?». Gli rispose Gesù: «Tu sei maestro di Israele e non conosci queste cose? In verità, in verità io ti dico: noi parliamo di ciò che sappiamo e testimoniamo ciò che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna».
Parola del Signore.
Nella liturgia del periodo dopo Pasqua leggeremo il libro degli Atti degli apostoli, perchè nel nostro cuore e nella nostra mente rimanga impressa la comunità della prima Chiesa. Essa ha affrontato tutte le tribolazioni possibili: persecuzioni, dubbi, perplessità, carcere, punizioni.
Paolo è entrato nella comunità cautamente e in seguito ha iniziato a predicare senza freni e inizia la sua opera.
I giovani cristiani - oppressi e senza possibilità di sopravvivere - a costo di perdere tutto, averi e la vita stessa, annunciano e testimoniano Gesù Cristo crocifisso e risorto.
Sulle spalle di questa piccola comunità sta il futuro del Regno di Dio nel mondo. Quei cristiani sono instancabili e non hanno paura nella loro missione.
Il Signore risorto è entrato nella loro vita.
”In Verità, in Verità Io vi dico: chi crede in Me farà le opere che faccio Io e ne farà ancora più grandi, perchè Io vado al Padre”. Così dice Gesù nel Vangelo secondo Giovanni.
Gesù Cristo incarnato nella Chiesa, nel comportamento e nella predicazione.
Molto probabilmente gli apostoli erano meravigliati per ciò che avveniva per mezzo delle loro mani. Hanno cacciato i demoni, hanno guarito.
Questi segni esteriori dovevano avere la Sorgente altrove. Il libro degli Atti degli apostoli indica questa Sorgente. Dice che loro rispettavano l’insegnamento di Gesù, la vita comune, lo spezzare il pane e la preghiera. Erano un cuore solo e un’anima sola. Ciò che apparteneva ad uno apparteneva a tutti. Nessuno considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era in comune. A nessuno mancava nulla. Testimoniavano la resurrezione di Gesù.
Tutto ciò non significa che essi non pensassero in modo diverso l’uno dall’altro e che non ci fossero diverbi. C’erano e lo dicono anche gli Atti degli apostoli. Si parla di divisioni, mancanza di chiarezza. Ma la comunità di Gesù era fondata sulla certezza che nonostante tutte le difficoltà sarebbe resistita e si sarebbe diffusa.
Prima di tutto dobbiamo sottolineare che rispettavano l’insegnamento ricevuto. Significa che testimoniavano la resurrezione di Gesù come fondamento della loro fede. Quando non erano d’accordo su certe questioni non veniva mai messa in dubbio la morte e resurrezione di Gesù. Se così non fosse stato la comunità non sarebbe resistita e cresciuta. Davanti ai loro occhi l’immagine del Risorto era chiara e non vi erano incertezze: “Mio Signore e mio Dio”.
Rispettavano la vita comune sia nei beni materiali che in quelli spirituali. La comunione dei beni materiali non era una norma o un precetto per diventare cristiani, ma con il Battesimo, con il quale si erano incamminati sulla stessa via di Gesù che aveva esortato a rinunciare al diritto legittimo a possedere beni materiali, hanno messo tutto ciò che apparteneva loro al servizio della comunità. Non si cancella la proprietà privata, ma si investe nel bene di tutti.
Gesù diceva: “I poveri li avrete sempre con voi”. Riflettere così e fare così era un bene comune. Tra di loro nessuno mancava di nulla.
Essi rispettavano la Celebrazione Eucaristica, cioè lo spezzare il pane e rispettavano la preghiera. Questo tiene in buona salute la comunità e il rispetto gli uni per gli altri e la responsabilità reciproca.
Senza l’energia spirituale che si riceve dalla preghiera il cristiano rimane senza fiato e senza spirito.
Senza la preghiera la vita religiosa diventa tiepida e si può solamente sopravvivere.
L’Eucaristia era ed è il bene di tutti i battezzati. Senza di Essa sparisce la vita dei fedeli.
Un forte punto di riferimento per la piccola comunità cristiana era la Madre di Gesù: Maria. Il libro degli Atti degli apostoli nel primo capitolo dice: “Tutti erano uniti in preghiera assieme ad alcune donne, sopratutto con Maria, la Madre di Gesù, e con i Suoi fratelli”. Con questa frase Maria sparisce dalla scena, ma riappare tutte le volte che la Chiesa si trova nella paura, nelle angosce, nelle incertezze. Lei è un aiuto per i cristiani per tornare alla preghiera, all’Eucaristia, alla comunione dei beni.
La Madonna lo fa anche qui a Medjugorje. Lei ha le parole per aiutare la comunità della Chiesa a guarire dalle incertezze, dai dubbi.
Ci dona la Sua parola sia quando la chiediamo che quando riteniamo di non avere bisogno di alcun insegnamento, nè dall’alto nè dalla terra. La Sua parola dovrebbe risvegliarci e farci coscenti della nostra missione nel mondo e ciò che riguarda la nostra salvezza.
Nel discorso di Gesù a Nicodemo si trova la domanda “come e con che cosa si diventa un vero cristiano”. Nicodemo non era una persona qualsiasi. Era un maestro della legge, un membro del sinedrio, un fariseo. Egli và da Gesù di notte per informarsi sul Suo messaggio. La domanda che pone è: “Cosa è necessario per la salvezza?”. La risposta è: “Nascere dall’alto. Questa è la condizione per entrare nel Regno dei Cieli”.
La vita è posta su fondamenta completamente nuove. Non basta aggiustare leggermente il comportamento. Bisogna fare nuove fondamenta. Come nel caso di san Tommaso: “Non crederò finchè non metterò il dito al posto dei chiodi”. Quando Gesù gli ha comandato di toccare le piaghe Tommaso dice: “Mio Signore e mio Dio”. E’ una condizione completamente diversa da quella precedente. E’ un cammino difficile, ma l’unico possibile.
L’allontanamento dalla comunità cristiana di solito ha un unico motivo: non siamo disposti a soffrire e ad accettare gli esami di fede più difficili o soffrire qualcosa di più pesante per procedere nel cammino cristiano. Ci ritiriamo e siamo tristi se ci viene chiesto qualcosa.
L’immagine del mondo cristiano attuale è l’immagine migliore. I cristiani nel mondo asiatico, arabo e africano sono disponibilissimi a morire nel Nome di Gesù, come testimoni della resurrezione. Noi, invece, in Europa siamo entrati in un sistema di negoziazione con Dio e di conseguenza non sappiamo più chi è Dio e chi siamo noi.
La decisione dei martiri ha fatto procedere loro stessi sul loro cammino e la Chiesa intera. La comodità è l’inizio del rinnegamento e l’uomo si allontana da Dio.
Dobbiamo guarire dalle divisioni da Dio e dai momenti in cui diciamo “no” alla Sua Volontà e al Suo Amore che desidera salvarci.
Amen.
fra Ivan Landeka
venerdì 17 maggio 2019
Omelia della santa Messa Medjugorje, 30 aprile 2019
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