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Richiesta di preghiere

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Per la Richiesta di Preghiere è possibile da oggi utilizzare il MODULO che si trova qui a sinistra.

Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

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venerdì 17 maggio 2019

Omelia della santa Messa Medjugorje, 12 maggio 2019


Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono.
Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano.
Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».
Parola del Signore.


Fratelli e sorelle, il pastore è l’immagine della vita. Ai tempi di Gesù era un’immagine normale, mentre oggi è inusuale.
Per capire bene questa immagine dobbiamo andare con la nostra mente nell’epoca di Gesù. La sera i pastori chiudevano le pecore nell’ovile per proteggerle dai lupi. Al mattino il pastore chiamava le pecore. Le chiamava tutte per nome. Esse lo seguivano, perchè lo conoscevano a causa della sua voce.
Questa immagine fa esclamare a Gesù: “Io sono il Buon Pastore. Le Mie pecore conoscono la Mia Voce e Mi seguono”.
E’ importante sottolineare che Gesù prende questa immagine del pastore per spiegare la Sua missione. Il pastore era una classe sociale inferiore e disprezzata. Ma davanti a Dio non ci sono classi sociali inferiori. Dio ama tutti senza eccezioni. Siamo tutti uguali.
“Io sono il Buon Pastore”. Ci sono anche dei cattivi pastori, dei mercenari, coloro che vendono bugie, violenza e immoralità.
A volte ci poniamo la domanda: In che modo possiamo conoscere la Voce di Gesù? Chi di noi segue Gesù? Chi si mette al Suo seguito? Gesù risponde dicendo: “Io sono il Buon Pastore. Do la Mia Vita per le Mie pecore. Non come il mercenario che scappa quando il pericolo arriva”, perchè in realtà le pecore non gli appartengono.
Buon Pastore può essere solo Colui che da la Sua Vita e la Cui Voce è riconosciuta da coloro che sono più forti del proprio egoismo e sono capaci di dare la propria vita per gli altri.
Colui che pensa soltanto a se stesso non è in grado di riconoscere la Voce di Dio.
Colui che a cumula ricchezze non riconoscerà Dio, perchè Egli si dona interamente e non da mai solo le briciole dalla Sua tavola.
Non c’è nulla in comune tra Dio e l’egoismo, tra Dio e l’avarizia, tra Dio e l’orgoglio. L’orgoglio è una forma di avarizia intellettuale.
Il problema delle vocazioni sacerdotali e religiose è senza dubbio legato al comportamento della comunità cristiana. Il Pastore può chiamare quanto vuole, ma la comunità egoista non Lo sente. La società che riduce la vita al piacere diventa allergica a Dio e Lo rifiuta. Per Dio la vita vuol dire “dare”, invece gli egoisti prendono soltanto.
In occidente ci sono poche vocazioni. Le chiese, i monasteri e i conventi vengono venduti.
Qui noi siamo ad un passo dall’occidente. Ci sono sempre meno vocazioni. Di chi è la colpa? Principalmente c’è un desiderio di ricchezza. La famiglia è diventata una comunità di 4 elementi. prima la famiglia era composta da 10 persone. In molte famiglie non c’è più la preghiera serale. Le conseguenze sono: omicidi, aborti, suicidi, droga, divorzi.
Si tratta di conseguenze che sono causate dall’infelicità. L’uomo è solo ed infelice. Non si sente capito. E’ nervoso. Non viene neppure capito da coloro per i quali accumula ricchezze.
Dominique La Pierre nel libro “La città della gioia” scrive le sue esperienze a Calcutta nei quartieri più poveri. Nei confronti dei più poveri venivano in aiuto delle anime generose. Ha potuto vedere la gioia, cosa che non vedeva da tanto tempo nei paesi ricchi. In quei quartieri poveri le persone si conoscono e si aiutano a vicenda.
Il grande amico dei poveri francese Abè Pierre ha detto: “L’uomo è stato ingannato”. Siamo stati ingannati e lo siamo ancora da coloro che dicono che tenere per sè la ricchezza rende felici. Non è vero. La ricchezza non rende felici. Ciò che rende felici è fare il bene.
Un missionario che era in mezzo agli indios in Perù ha creato un movimento che si chiama “Movimento dei servitori dei poveri del terzo mondo”. Lo scopo è quello di proporre ai giovani del nostro tempo la possibilità di fare un’esperienza di gioia al servizio dei poveri e attraverso questo servizio trovare il senso della propria vita. E’ qualcosa di magnifico. E’ secondo la logica del Vangelo.
Non molto tempo fa è stata pubblicata una lettera di una suora della Carità di Madre Teresa. Ella scriveva: “Cara mamma, sono stata mandata all’ospedale per i lebbrosi. Dovevo pulire per terra. Non so se si può chiamare pavimento quello che stavo pulendo. Dovevo pulire anche i letti dei malati. Mamma, grazie per avermi dato la vita, perchè oggi posso darla agli altri”.
Fratelli e sorelle, Quando qualcuno vive donandosi la sua vita ha un altro gusto. E’ felice ovunque si trovi. Questa è la vera ricchezza.
Le vocazioni nascono tra coloro che sentono la Voce del Pastore e sono pronti a donare la propria vita.
L’immagine del pastore evoca l’idea della vita come un cammino. Tutti siamo in cammino e guai a noi se ci dimentichiamo di questa realtà.
Tomas Merton ha scritto: “Se avete paura dell’amore non siate sacerdoti. Se avete paura delle persone non celebrate la Messa, perchè quando cominciate a celebrare lo Spirito di Dio si sveglia in voi come un gigante; apre la porta del vostro santuario privato e invita tutti ad entrare nel vostro cuore”.
Ci saranno vocazioni sacerdotali e religiose quando i nostri padri, le nostre madri e noi stessi capiremo che il bene è fondato sull’amore e l’amore non esclude nessuno. Per questa ragione la Vergine nel messaggio del 25 aprile 1983 dice: “Oggi vi invito tutti a svegliare i vostri cuori all’amore. Io vorrei che voi svegliaste l’amore nelle vostre famiglie. Là dove c’è turbamento e odio regni l’amore, perchè quando c’è l’amore nel vostro cuore c’è la preghiera”.
Fratelli e sorelle, quando c’è la preghiera nella famiglia e si partecipa alla Mensa Eucaristica domenicale la famiglia è aperta alla vita e non si limita a pochi figli e così diventa suolo fertile per le vocazioni.
Per l’ingtercessione della nostra Madre Maria il Signore mandi santi operai nella Sua messe e accordi alla Chiesa una moltitudine di vocazioni religiose e sacerdotali.
Amen.
fra Karlo Lovrić

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