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Richiesta di preghiere

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Per la Richiesta di Preghiere è possibile da oggi utilizzare il MODULO che si trova qui a sinistra.

Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

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giovedì 30 agosto 2018

Approfondimenti della fede – Video – Omelia: "Guai a voi, scribi e farisei ipocriti"

Omelia di don Renzo Lavatori a Medjugorje il 28 agosto 2018 nella parrocchia di Padre Petar Ljubicic

+ Dal Vangelo secondo Matteo (Mt 23,23-26)

In quel tempo, Gesù parlò dicendo:

«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pagate la decima sulla menta, sull’aneto e sul cumino, e trasgredite le prescrizioni più gravi della Legge: la giustizia, la misericordia e la fedeltà. Queste invece erano le cose da fare, senza tralasciare quelle. Guide cieche, che filtrate il moscerino e ingoiate il cammello!

Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che pulite l’esterno del bicchiere e del piatto, ma all’interno sono pieni di avidità e d’intemperanza. Fariseo cieco, pulisci prima l’interno del bicchiere, perché anche l’esterno diventi pulito!».

Parola del Signore

lunedì 27 agosto 2018

La veggente Marija Pavlovic Lunetti in diretta con P. Livio a Radio Maria per il messaggio del 25 agosto 2018

Cari figli! Questo è tempo di grazia. Figlioli, pregate di più, parlate di meno e lasciate che Dio vi guidi sulla via della conversione. Io sono con voi e vi amo con il mio amore materno. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

P. Livio: Un messaggio molto breve. Sembra che la Madonna ci voglia ammonire perchè preghiamo poco.

Marija: La Madonna vuole che preghiamo di più, che stiamo di più con Dio, perché Dio è la nostra gioia e il nostro futuro. Infatti Lei ci disse: “Senza Dio non avete né futuro, né vita eterna”.  Perciò ci dice: “State con Dio e così avrete la gioia, avrete la pienezza in Dio”. L’invito “pregate” è una cosa profonda, perché una persona che prega, cambia vita in modo radicale, comincia una conversione. Questo l’abbiamo sperimentato anche durante questa estate, specie al festival dei giovani, in tanti incontri. Alcuni mi dicono: “Io con la Madonna ho cambiato la mia vita, ho cominciato un cammino nuovo”. Oggi un uomo mi ha detto: “Sai, Marija, mi piace pregare; io ero un pagano, un lontano, ma adesso, anche se siamo arrivati a Medjugorje a mezzanotte, non avendo potuto dire il Rosario prima, lo abbiamo detto perchè ci mancava”. E’ bello vedere questa armonia tra marito e moglie... Questo lo vediamo ogni giorno sempre di più e ringraziamo Dio.

P. Livio:  Per un cristiano normale, per un papà che va a lavorare, una mamma di famiglia, quale suggerimento daresti perchè nella loro giornata ci sia la preghiera?

Marija: Quello che ci ha detto la Madonna fin dall’inizio: che ogni momento diventi preghiera. Poi ha cominciato a guidare la parrocchia di Medjugorje dando un messaggio ogni giovedì e ha detto di mettere la Sacra Scrittura in un posto visibile nelle nostre case e di leggerla ogni giorno. E’ nato un piccolo altare, un angolo per la preghiera, dove la famiglia si univa e pregava. Qui penso stia il segreto. Oggi invece siamo tanto attivi, anche i sacerdoti. Oggi ho parlato con un sacerdote che mi ha detto: “io ero un sacerdote che non pregava. Sono venuto a Medjugorje ed ho cominciato a pregare. Adesso trovo il tempo non solo per le attività parrocchiali, ma anche tempo per me stesso, per la preghiera. Venire a Medjugorje anche per pochi giorni per me è un ritiro... Ho cominciato a cambiare la mia vita. Prima pensavo che tutte le attività erano per la maggior gloria di Dio; invece adesso, con la preghiera, sento che sono in Dio e che sono più testimone con la mia vita che con la parola”.

P. Livio: Le nostre giornate sono piene di impegni per cui dobbiamo trovare al mattino o alla sera dei momenti per la preghiera...

Marija: Grazie a Dio qui a Medjugorje diventa facile. Al mattino puoi salire per esempio sulla Collina... Oggi poi che è il 25 del mese, c’è la notte intera per l’adorazione; la Chiesa rimane aperta tutta la notte e c’è sempre un via vai di gente che va a pregare... Se ci sono delle persone con buona volontà, col cuore aperto, si può fare questo anche nelle vostre parrocchie. Grazie al Cielo vedo persone che, dopo l’esperienza di Medjugorje, cambiano vita e, tornati a casa, diventano pilastri importanti nelle parrocchie. Questa è una grazia della Madonna per le parrocchie.

P. Livio:  La Madonna fin dai primi tempi non ha chiesto solo la preghiera personale, ma anche in famiglia.

Marija: Sì, fin dai primi giorni ha chiesto la preghiera in famiglia e la preghiera nella parrocchia. Lei ha chiesto che il primo gruppo di preghiera sia nella famiglia, poi anche in parrocchia. Poi ha cominciato a chiedere di più, specie a noi giovani: un gruppo di preghiera e anche delle decisioni, come alcune rinunce, digiuni, più preghiere. Se c’è amore, tutto è facile. Ma se non c’è amore, tutto diventa difficile.

P. Livio: Diciamo due parole sull’invito della Madonna a pregare col cuore. Cosa vuol dire?

Marija: Vuol dire una sensibilità del cuore che diventa più aperto a Dio. I pellegrini mi riferiscono che Vicka dice che è importante pregare anche solo un’Ave Maria, ma col cuore. Io rispondo ai pellegrini che, per dire un’Ave Maria col cuore dobbiamo dirne mille di Ave Maria, perchè siamo tante volte distratti o preghiamo in modo automatico... E’ pregando che si impara a pregare... Nei primi tempi col comunismo pregavamo anche a rischio della nostra vita. Oggi invece nessuno ci proibisce di pregare. Possiamo sacrificare un po’ del nostro sonno al mattino per pregare. Capisco che qui a Medjugorje è più semplice, ma potete farlo anche nelle vostre case: punto la sveglia, preparo la Sacra Scrittura, il Rosario, la candela, faccio un momento di meditazione, mi metto in ginocchio in un angolo dove posso pregare. Mi ricordo che nei primi anni nelle nostre camere c’era un angolo dove mettere la Madonna, un fiorellino, un Rosario, una pietra della Collina delle apparizioni, una pietra della Collina della Croce. Ricordo una giovane coppia venuta a Medjugorje: tornando a casa hanno sentito il bisogno di portare una pietra bella liscia da usare come inginocchiatoio nella loro camera. Hanno messo una croce e si inginocchiavano su quella pietra presa nel luogo dove era apparsa la Madonna per sentirsi come a Medjugorje. Si sentivano contenti, si tenevano per mano e pregavano col cuore. Ognuno di noi può creare un ambiente... Si può fare marito e moglie o con tutta la famiglia, come anche con un gruppo. Ma anche una persona sola, un anziano, che non ha nessuno; può invitare l’angelo custode e tutti i santi, può invitare Gesù, Maria e Giuseppe e pregare con loro. Un cristiano non è mai solo, perchè ha Dio e possiamo dire con la gioia nel cuore che pregando non siamo mai soli, c’è la comunione dei santi... Una volta per Natale la Madonna ha detto: “Preparate nel vostro cuore quella culla per far nascere Gesù”. Volere è potere. Se noi abbiamo questa volontà, cominciamo a pregare. Come hanno fatto in Polonia: hanno cominciato una corona del Rosario lungo tutti i confini della Polonia perchè hanno voluto che la terra di Polonia fosse benedetta con questo Rosario vivo. Noi possiamo essere questi fuochi che si allargano con la nostra preghiera, il nostro amore, con la nostra testimonianza. Così hanno fatto quelli che sono venuti qui all’inizio, una volta sperimentata la presenza di Dio e della Madonna, hanno testimoniato... In questo messaggio dice: “Pregate di più e parlate di meno” e alla fine dice: “Io sono con  voi e vi amo con il mio amore materno”. Lei, la nostra Madre, è con noi. È la nostra Regina, l’abbiamo appena festeggiata come Regina. Noi abbiamo davanti la nostra Regina, perciò dobbiamo solo seguirla... La Madonna ha detto: “Chi prega non ha paura del futuro”. Noi siamo un popolo che prega, un popolo che crede... Non ci interessa altro. Anche il diavolo non ci tocca, come diceva Don Amorth: “noi siamo di Dio, col diavolo non abbiamo niente... siamo con Dio e Dio ci aiuta; non abbiamo paura”.

P. Livio:  Abbiamo celebrato il 37° anniversario, un lungo tempo di grazia, di conversione e di preghiera.

Marija: Sì, come dice la Madonna: “Questo è tempo di grazia”. Lei ci vuole aiutare, dobbiamo lasciarci guidare a suo Figlio Gesù. E Gesù vuole convertirci. Il nostro cuore non è in pace se non abbiamo Dio... Tante volte abbiamo materialmente tutto, ma non abbiamo la gioia nel cuore, la pace del cuore. Per questo la Madonna ci ripete che abbiamo bisogno di conversione, di un cammino di conversione. Uno viene a Medjugorje e dice: “Mi sono convertito!” In realtà ha solo cominciato il cammino della conversione, perchè la conversione dura tutta la vita...

Ora arrivano tanti italiani che erano diminuiti, tanti polacchi, cechi, slovacchi e anche una marea di lingua spagnola. Dopo il festival dei giovani, i pellegrinaggi hanno continuato... Poi c’è la presenza di Mons. Henryk Hoser che si è insediato, è diventato il nostro Vescovo. E’ una gioia perchè siamo con la Chiesa, col Santo Padre che ci ha regalato questo uomo polacco che assomiglia al santo Giovanni Paolo II e che è una persona molto disponibile, un uomo di Dio. Per noi è una grazia. Poi il Nunzio Apostolico Mons. Luigi Pezzuto che è venuto al festival dei giovani. Mi hanno detto che era al settimo cielo perchè i giovani andavano a ringraziarlo per la sua presenza. E’ un dono. Viviamo una Pentecoste. Mons. Hoser ha detto che Medjugorje ha girato pagina perchè la Chiesa è con noi. E’ un dono che ci commuove e con grande gioia ringraziamo Dio. Nessuno di noi poteva immaginare che Medjugorje potesse vivere un momento di così grande gioia e gratitudine per il dono di questo Arcivescovo... Il 22 luglio, giorno del suo insediamento, Medjugorje ha cominciato a cambiare: il Nunzio Apostolico ci ha portato Mons. Hoser. Un tempo nuovo, non più un po’ nascosti, ma aperti: siamo con la Chiesa, siamo nella Chiesa. Questa è una grazia! Molti dicevano: “Ah! Finchè la Chiesa non si pronuncia...” Adesso possiamo dire: “No, la Chiesa è qua!” Cosa si fa a Medjugorje? Si prega, ci si converte, si vive il Vangelo. Perchè la Madonna ci porta a Dio...

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Marija e Padre Livio hanno quindi pregato il “Magnificat” ed il Gloria

... e Padre Livio ha concluso con la benedizione.

Marija e P. Livio

Fonte: Medjugorje Oggi

Apparizione straordinaria a Ivan del 24 agosto 2018 alla Croce Blu alle ore 22:00

Carissimi,
ecco quanto Ivan ci ha riferito sull’apparizione da lui avuta stasera, venerdì 24 agosto 2018, alle ore 22:00 presso la Croce blu:


«Anche stasera, come dopo ogni incontro con la Madonna, vorrei avvicinarvi e descrivervi un po’ l’incontro di stasera.
Anche oggi la Madonna è venuta a noi molto gioiosa e felice, e ci ha salutato tutti col suo materno saluto:
“Sia lodato Gesù, cari figli miei!”.

Poi ha pregato qui su tutti noi con le mani distese per un tempo prolungato.
Ha pregato in particolare qui su voi malati presenti. Poi oggi ha pregato particolarmente per la famiglia, la santità nella famiglia e per i giovani.
Poi la Madonna ci ha benedetto tutti con la sua benedizione materna ed ha benedetto tutto quello che avete portato perché fosse benedetto.

Ho raccomandato tutti voi, le vostre necessità, le vostre intenzioni e le vostre famiglie e in particolare ho raccomandato alla Madonna voi malati presenti.

Poi la Madonna ha continuato a pregare per un periodo di tempo qui su tutti voi, ed in questa preghiera se n’è andata nel segno della luce e della croce, col saluto:

”Andate in pace, cari figli miei!”.


Vorrei sottolineare ancora una volta che stasera la Madonna ha pregato in particolare per la famiglia, la santità nella famiglia e per i giovani..
Grazie.

Preghiere serali a Medjugorje dal 23 al 25 agosto 2018

Adorazione Eucaristica del 23 Agosto 2018

presieduta da fra Zvonimir Pavičić

Signore, si innalzi la mia preghiera davanti al Tuo Volto come questo incenso..

Mentre Ti adoriamo, osserviamo il Tuo Mistero nascosto in un pezzettino di Pane..

Signore, fa’ che i nostri occhi siano sempre rivolti a Te...

Canto: Oh, oh, oh! Adoramus Te, Domine...   

- Signore, si innalzi la mia preghiera davanti al Tuo Volto. Come questo incenso si innalza a Te, Signore, si innalza il mio sguardo, il mio cuore, il mio essere: si innalzano verso questo altare. Ti adoro nel Santissimo Sacramento dell’altare. Attira a Te, Signore, tutta la nostra attenzione, penetraci tutti, perché possiamo adorarti con tutto il cuore, pregarti con tutto il cuore. Benedici, Signore, questi momenti, nei quali noi staremo con Te. Purifica i nostri pensieri da tutto ciò che è inutile e innalzali verso di Te. Benedici questo tempo, benedici noi, noi che Ti adoriamo.

Canto: Emanuel, Emanuel! Il Suo Nome è Emanuel! Alleluia...

- Signore, mentre Ti adoriamo, osserviamo il Tuo Mistero nascosto in un pezzettino di Pane. Quando siamo alla Tua Presenza, abbiamo sempre davanti ai nostri occhi lo scopo della nostra vita, le ultime cose, belle, il Regno di Dio, Regno che è già presente qui sulla terra, presente nella Tua Chiesa, per mezzo di tutti quei ricchi incontri nei Sacramenti per coloro che si nutrono della Tua Parola e del Tuo Corpo. Signore, fa’ che guardiamo sempre a questo fine del nostro viaggio, in quelle cose e nell’Eternità nella quale Tu dimori. Guardando così fa’ che possiamo vivere questa vita nella Verità, nell’Amore davanti a Te, nell’Amore verso il prossimo e nell’Amore verso tutto il creato.

Canto: Veni, Sancte Spiritus...

- Grazie, Signore, per questi momenti di Tua Presenza, nei quali noi esprimiamo la nostra fede con l’Adorazione. Signore, fa’ che i nostri occhi siano sempre rivolti a Te, che sei il Fine della nostra vita, il suo senso, la pienezza. Benedici, Signore, tutti noi e fa’ che noi diffondiamo la Tua Benedizione in questo mondo, vivendo la nostra fede, vivendola nelle nostre famiglie e con i nostri amici, e diffondendo così il Tuo Regno in tutto il mondo. Incoraggiaci, Signore, per la Missione per la quale ci hai scelto

Tantum ergo...Orazione. Kyrie, eleison...  Benedizione eucaristica. Dio sia benedetto.

Canto finale: Gospa, Maika moia, Kralica mira...

Fonte: (Registrazione di Flavio Deagostini)

(Trascrizione a cura di P. Armando Favero)

Venerazione alla Santa Croce del 24 agosto 2018

guidata da fra Marinko Šakota



Gesù sospeso sulla Croce,... che la mia preghiera sia vissuta con il cuore...

Ti presento tutte le mie sofferenze... e prego per la guarigione del mio cuore...

Gesù, grazie per il Tuo Amore che ci mostri sulla Croce!..

Canto: Gesù (X8)...

- Gesù, sospeso sulla Croce, eccomi davanti a Te. Maria, nostra Madre, ci invita a pregare davanti alla Croce e a guardare verso di Te. O Gesù, sveglia il mio cuore, affinché questa preghiera, questo Incontro con Te, non avvenga solamente nei pensieri e nelle parole ma sia vissuta con il cuore, un cuore aperto e attento.

Canto: Insegnaci, Signore, a perdonare come anche Tu ci hai perdonato!

           Insegnaci, Signore, ad amare come anche Tu ci hai amato!

           Signor Gesù (X3), pietà di me! (bis)

- O Gesù, Ti presento tutte le mie sofferenze, che vengono dalla malattia, o dal rifiuto della Croce, le sofferenze quando amo e le sofferenze quando non amo, quando il mio cuore è preso dal peccato e da sentimenti negativi. Porto davanti a Te tutto questo e prego per la guarigione del mio cuore.

Canto: Sacro Cuore di Gesù, noi Ti amiamo!

           Sacro Cuore di Gesù, confidiamo solo in Te!

- Gesù, grazie per il Tuo Amore che ci mostri sulla Croce!

Kyrie, eleison...

Vi benedica Dio Onnipotente: Padre + e Figlio e Spirito Santo.

Amen.

Andate in pace...

Canto finale: Ave, Maria, Ave! Ave, Maria, Ave!

                            Ave, Regina della Pace, Ave! Ave, Madre nostra, Ave!

                     Ave, Maria, Ave! Ave, Maria, Ave!

Fonte:  (Registrazione di Flavio Deagostini)

(Trascrizione a cura di P. Armando Favero)


Adorazione Eucaristica del 25 agosto 2018

presieduta da Fra Marinko Šakota



Gesù, lavoriamo tanto e parliamo tanto. Siamo venuti da Te, per e ascoltare Te
.

Spesso non sappiamo che cosa è essenziale e che cosa non lo è...

Spesso portiamo dei pesi inutili, e li portiamo da un giorno all’altro...

Canto: Vive Jesus, el Senor... 

- Gesù, noi Ti adoriamo! Lavoriamo tanto e parliamo tanto. Per questo siamo venuti da Te, o Gesù: per guardare e ascoltare Te.

Canto: Tu sei Pace... Alleluia...

- Spesso non sappiamo che cosa è essenziale e che cosa non lo è, che cosa è la verità e che cosa è la menzogna, che cosa è il bene e che cosa è il male, che cosa ci guida alla vera pace e che cosa dà la falsa pace. Per questo siamo venuti da Te, Gesù.

Canto: Veni, Sancte Spiritus...

- Spesso portiamo dei pesi inutili, e li portiamo da una giornata all’altra. Tu vuoi la nostra fiducia e vuoi toglierci questi pesi. Per questa ragione il mio cuore Ti dice adesso con fiducia: “Gesù, confido in Te.”

Canto: Confitemini Domino, quoniam bonus!

           Confitemini Domino, alleluia!

Tantum ergo...Orazione.

Canto: O Christe, Domine Jesu...

Kyrie, eleison...  Benedizione eucaristica. Dio sia benedetto.

Canto finale: Adoramus, Te, Domine...

(L’adorazione silenziosa continua in Chiesa per tutta la notte, fino alle ore 7.00 di domani mattina).

Fonte:  (Registrazione di Flavio Deagostini)

(Trascrizione a cura di P. Armando Favero)


Preghiera di guarigione 25 Agosto 2018

guidata da Fra Perica Ostojić



Alleluia, alleluia, alleluia...

Signore Gesù, dopo averti incontrato nella Santissima Eucaristia, il mio cuore vuole ancora di più rimanere alla Tua Presenza. Perciò Ti prego, Signore: allontana da me adesso tutto ciò che mi ostacola per passare questo tempo solo con Te, entra nei miei pensieri, entra  nel mio cuore. Vieni, Signore, nella mia vita, ché quando Tu sei presente, tutto il resto perde la sua forza, qua do Tu sei presente, Signore, sento la forza che è consolazione. Solo con Te posso vincere tutto. Signore, eccomi per Te. Ti presento tutto quello che è mio in questo tempo. Voglio stare solo con Te e voglio incontrare solo Te, e rimanere un attimo con Te in silenzio, parlare con Te. Eccomi, Signore!

Hvala, Criste... Thankyou, Jesus... Grazie, Gesù... Alleluia...

Grazie, Signore! Grazie perché Tu non Ti stanchi con me, perché mi prendi proprio così come sono, voglio vivere nel Tuo progetto di salvezza. Signore, grazie per il Tuo Amore che non si stanca mai. Signore, grazie per la Tua Misericordia, che sempre mi attira, mi purifica, mi libera per poter partire da capo. Perciò, Signore, in questo momento, voglio lasciare Te tutto quello che è di peccato e il mio passato. Signore, purifica il mio passato, purificalo da ogni peso e aiutami perché io, libero da questo, in un momento di oggi io possa vivere nella gioia e nella pace. Signore, voglio sentire adesso e di nuovo il Tuo invito alla Santità e voglio camminare per questa strada, Signore. Tu sai che sono peccatore e che sono debole, ma donami Tu la forza. Grazie perché solo con l’aiuto della Tua Grazia posso innalzarmi sopra le mie debolezze. Signore, mi abbandono completamente nelle Tue mani. Guidami, Signore!

Shuk’raian, Jajasu...Dzenki, Jesu... Alleluia...

Signore Gesù, come è bello quando nella vita tutto va come vogliamo noi. È bello pregare, ringraziare. Signore, come è difficile in certi momenti quando diverse croci schiacciano le nostre spalle, quando diverse malattie sono di peso nel nostro quotidiano. Perciò, Signore, Ti voglio pregare per la salute. Ti prego, Signore: guarisci in me quello che mi ostacola per potermi rivolgere a Te e per poter pregare. Signore, aiutami ad accettare quello che viene da Te: il Tuo progetto non è sempre identico a quello che io immagino per il mio futuro. Aiutami, Signore,  a leggere i Tuoi segni: se è la croce, aiutami a portare questa croce, e dammi la forza di non spaventarmi di essa, ma di accettarla nella mia vita e, indipendentemente dalla croce, io sempre Ti invoco e sempre Ti cerco con il mio sguardo. Signore, Tu hai portato una croce più pesante, e questo avviene quando altri non rispondono all’amore con l’Amore: questa è la Croce di abbandono nei momenti più difficili della vita, ma Tu sei rimasto fedele e hai pregato per i Tuoi nemici. Signore, quanto dolore e quante ferite che altri mettono nella nostra vita. Sono tante le persone che non rispondono con l’Amore che noi viviamo. Perciò Ti prego, Signore: insegnami ad amare quando l’amore non è reciproco, insegnami a perdonare anche quando subisco gli oltraggi più forti. Perciò Ti prego: Signore, rendi il mio cuore secondo al Tuo.

Kyrie eleison...

Tutti voi presenti qui, le vostre famiglie e tutti coloro per i quali avete pregato stasera, benedica Dio Onnipotente: Padre + e Figlio e Spirito Santo.  Amen.

Fonte: (Registrazione di Flavio Deagostini)

(Trascrizione e revisione a cura di P. Armando Favero)

sabato 25 agosto 2018

Messaggio a Marija del 25 agosto 2018

“Cari figli! Questo è tempo di grazia. Figlioli, pregate di più, parlate di meno e lasciate che Dio vi guidi sulla via della conversione. Io sono con voi e vi amo con il mio amore materno. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.”



Marija Pavlovic comunica il Messaggio del 25 Agosto 2018 a R. Maria

venerdì 24 agosto 2018

Omelia della santa Messa Medjugorje, 20 agosto 2018



Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, un tale si avvicinò e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?». Gli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Buono è uno solo. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». Gli chiese: «Quali?».
Gesù rispose: «Non ucciderai, non commetterai adulterio, non ruberai, non testimonierai il falso, onora il padre e la madre e amerai il prossimo tuo come te stesso». Il giovane gli disse: «Tutte queste cose le ho osservate; che altro mi manca?». Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va', vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!».
Udita questa parola, il giovane se ne andò, triste; possedeva infatti molte ricchezze.
Parola del Signore.

Ognuno di noi si è trovato nella vita indeciso su cosa dovesse fare. In alcune cose l’uomo sceglie la via giusta, in altre comprende che avrebbe potuto sceglierne una migliore, ma in ogni caso si domanda sempre cosa debba fare.
Questa domanda se la pongono fedeli e non fedeli, credenti e non credenti.
Questa sera siamo qui in un’atmosfera spirituale e ascoltiamo il Vangelo secondo Matteo.
Vediamo che un ragazzo viene da Gesù, si inginocchia e chiede: “Maestro, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?” Perchè va da Gesù? Egli sapeva che Gesù è diverso dagli altri. Marco dice che lo chiama “Maestro buono”.
Gesù lo ha guardato e Gli è piaciuto. Noi sappiamo che anche Gesù è piaciuto al giovane.
Gesù gli dice di osservare i Comandamenti e il giovane risponde: “Tutti questi li ho osservati sin da piccolo”. Ma da Gesù si aspetta ancora un’altra risposta. Se gli avesse dato un nuovo Comandamento probabilmente lo avrebbe seguito con gioia. Ma Gesù dice: “C’è qualcosa che ti manca: se vuoi essere perfetto và, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e poi seguiMi”.
Nel ragazzo è cambiato qualcosa. Si è voltato e se ne è andato.
L’evangelista conclude: “Perchè aveva tanti beni”. Questo era un motivo valido per voltare le spalle a Gesù.
Di colpo l’entusiasmo e l’opinione buona verso Gesù svaniscono. Il ragazzo è deluso.
Non sappiamo se anche Gesù sia rimasto deluso, ma sappiamo che ha detto: “Come è difficile che un ricco entri nel Regno dei Cieli. E’ più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel Regno dei Cieli”.
Perchè? Gesù odia la ricchezza?
In questo brano del Vangelo sta scritto: “Va, vendi quello che hai, dallo ai poveri”. Se la ricchezza fosse un veleno Gesù non avrebbe detto di darla agli altri. Egli sottolinea il pericolo della ricchezza. In cosa consiste? Dio crea l’uomo e gli dona il desiderio di cercare Dio Stesso. Spesso, però, la ricchezza si mette tra Dio e l’uomo.
Questo ragazzo osserva i Comandamenti, ma non riesce a rinunciare alla ricchezza.
Gli ebrei consideravano la ricchezza una benevolenza di Dio verso l’uomo buono.
Quando Giobbe si è ammalato e ha perso i suoi beni gli amici hanno pensato che fosse un grande peccatore perchè gli potesse capitare ciò.
Ma Gesù ammonisce che la ricchezza appesantisce l’anima.
L’uomo benestante comincia a pensare di essere lui l’artefice della sua situazione e non ha bisogno più di niente, neanche di Dio. Al posto di essere colui che utilizza i suoi beni ne diventa schiavo. Non c’è più posto per Dio.
Non si parla della ricchezza accumulata con onestà, ma di quella desiderata spasmodicamente al punto da diventare una divinità. Comincia ad adorarla.
Questo è il rischio da cui Gesù vuole metterci in guardia. L’uomo può rinunciare alla ricchezza. Non è impossibile.
I discepoli hanno chiesto: “Allora chi può salvarsi?” Gesù risponde: “Questo è impossibile per gli uomini, ma è possibile a Dio”.
Dio può far rinascere l’uomo. Gli può donare un nuovo sguardo verso la vita e verso le cose.
Se ricordiamo nel Vangelo Gesù incontra un pubblicano ben retribuito. Gli ha detto “vieni e seguimi” e lui si è alzato subito. Vuol dire che non era così legato ai beni al punto di metterli davanti a Dio.
Ci ricordiamo anche di Zaccheo, capo dei pubblicani. Incontrando Gesù prende una decisione: “Metà di quello che ho lo do ai poveri e se ho ingannato qualcuno restituisco 4 volte tanto”. Zaccheo aveva accumulato i beni in modo disonesto, ma ora capisce che bisogna servire solo Dio.
Questi sono esempi in cui gli uomini si aprono completamente al proprio Signore e vogliono iniziare una vita nuova di servizio a Dio.
L’uomo deve avere il necessario per vivere, ma in nessun caso deve essere schiavo dei propri beni.
Nei giornali leggiamo di tante persone che per accumulare grandi beni hanno frodato. Leggiamo di processi per queste ragioni. E’ chiaro che in tali situazioni non c’è posto per Dio. Dove la ricchezza è nel cuore non c’è posto per Dio.
Per quanto potessimo avere grande ammirazione per il giovane del Vangelo per la sua osservanza ai Comandamenti è possibile capire che uno di essi non veniva osservato: “Ascolta Israele: il Signore è il tuo Dio. Ama il Signore con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima e con tutta la tua mente”.
Può l’uomo amare Dio con tutto il cuore se è innamorato di ciò che tiene nelle mani, nel portafoglio e in tasca? No, non può. Per questa ragione Gesù mette Dio e la ricchezza in contrapposizione. Se ciò che l’uomo ha lo ha guadagnato onestamente diventa un valore, ma se i suoi beni diventano il suo dio ha tradito il Dio vero.
Queste parole del Vangelo descrivono la realtà. Noi lo vediamo.
Vorrei sottolineare un’altra cosa. Gesù chiama quel giovane e gli dice: “Se vuoi”. Anche oggi Gesù dice molte volte “se vuoi seguiMi”.
So che tante persone vorrebbero seguire Gesù nella vita sacerdotale, da consacrato o al servizio del prossimo, ma sono frenate dal possesso dei beni. Se scelgono certe strade non potranno più avere certi agi. Spesso i genitori non possono accettare il pensiero che il loro figlio possa seguire Cristo.
Mi ricordo bene di un fatto avvenuto nella parrocchia dove ero prima. Il cappellano stava facendo catechismo ai bambini e i genitori attendevano i figli per portarli a casa. Una donna mi ha detto: “Caro frate, saremmo stati veramente poveri se non avessimo avuto dei sacerdoti”. Le ho risposto: “Ringraziamo il Signore. Tu hai 4 figli. Se uno lo chiama il Signore fallo andare”. “No, non lo potrei accettare!” Quella donna aveva un’idea propria della vita e di ciò che il figlio avrebbe dovuto fare. Forse se le cose previste non fossero andate nel giusto modo si sarebbe potuto ripensare a quest’ipotesi. L’idea che prevale è che a Dio non bisogna dare troppo, ma solo fino ad un certo punto.
Molte volte si sente dire: “Se è un peccato mortale lo abbandono, ma se è veniale posso anche tenermelo”. Questo è certamente uno sbaglio, perchè Gesù invita all’amore verso Dio.
Gesù chiede risposte decise quando chiama qualcuno. Al primo posto c’è Dio, ciò che è di Dio e donarGli il cuore. Se lo si dona a qualcuno o qualcosa di sbagliato allora non c’è posto per Dio.
Perciò, fratelli e sorelle, il Vangelo di oggi non vuole dirci di vivere da sofferenti o da poveri, ma di vivere come uomini di Dio.
Quando Gesù parla delle Beatitudini parla dei poveri in spirito. Questi sono coloro che hanno il cuore aperto verso Dio e verso il prossimo. Essi hanno messo al primo posto Dio e tutto ciò che Lo riguarda e tutto il resto viene dopo.
Mai voltare le spalle al Signore.
Amen.

Fonte: Registrazione F. Deagostini Trascrizione A. Bianco

lunedì 20 agosto 2018

Omelia della santa Messa a Medjugorje, 19 agosto 2018



Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse alla folla: «Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me.
Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Parola del Signore.


Fratelli e sorelle, nella 20. domenica la Chiesa ci propone l’invito di Gesù rivolto prima ai giudei e poi a noi: “Mangiate la Mia Carne e bevete il Mio Sangue per avere la vita eterna”.
Nella prima lettura tratta dal libro dei proverbi si parla della Saggezza Divina. che si presenta a noi con Volto di Persona e presenta le Sue virtù. Ci invita ad incontrarLa e ad accettare i Suoi doni. La Sapienza parla della Sua nascita dall’eternità. Quando Dio ha creato i Cieli Lei era presente.
La tradizione vede in Essa il preannuncio della Seconda Persona della Santissima Trinità: Gesù Cristo.
La Sapienza invita alla mensa preparata e dice: “Venite. Mangiate il Mio pane e bevete il vino che Io ho preparato. Abbandonate il peccato e vivrete. Andate dritti per la via dell’intelligenza”.
Solo alla luce di Gesù e dell’Eucaristia questo testo assume la sua importanza.
Il brano del Vangelo di Giovanni di oggi comincia con l’ultima frase che abbiamo sentito domenica scorsa: “Io sono il Pane Vivo disceso dal cielo. Se uno mangia di questo Pane vivrà in eterno. Il Pane che Io darò è la Mia Carne per la vita del mondo”.
Donando il Suo Corpo Lui dona Se Stesso. In questa frase l’evangelista riassume tutto ciò che Gesù ha fatto scoprire piano piano ai Suoi ascoltatori. Prima di tutto ha rivelato che Egli è il Pane disceso dal cielo e poi che è il Pane con cui ci assicura la vita, ma non quella terrena, bensì quella eterna. La terza rivelazione è che questo Pane è il Suo Corpo.
In questo brano Gesù spiega che darà il Suo Corpo da mangiare e il Suo Sangue da bere. Questo ha creato grande confusione nei Suoi ascoltatori. Per questo motivo le persone hanno cominciato a mormorare chiedendosi: “Come può Costui dare la Sua Carne in cibo?” Questa domanda è comprensibile. Anche noi l’avremmo posta se non avessimo conosciuto l’Ultima Cena dove Gesù ha adempiuto tutto ciò che aveva preannunciato.
Perciò questa domanda non ci sorprende. Diciamo che loro hanno preso letteralmente queste parole senza che Gesù le spiegasse.
Gesù ha ripetuto questa frase in maniera ancora più forte: “La Mia Carne è vero cibo e il Mio Sangue è vera bevanda. In Verità vi dico: se non mangiate la Carne del Figlio di Dio e non bevete il Suo Sangue non avrete la vita in voi”.
Il termine “in Verità” comprende una grandissima forza con la quale si vuole sottolineare qualcosa in cui non ci può essere alcun dubbio.
Non si tratta di un’immagine, ma della realtà. Mangiare è veramente mangiare e bere è veramente bere. Il Suo Corpo è veramente cibo e il Suo Sangue è veramente bevanda.
Questa cosa era veramente difficile da comprendere, perchè ai giudei era proibito mangiare il sangue di qualsiasi animale, perchè per essi nel sangue c’era il principio di ogni essere vivente.
Senza questo cibo non è possibile la vita spirituale come senza cibo terreno non è possibile la vita materiale.
Colui che mangia il cibo di Gesù ha la vita eterna. Già da questo momento ha la vita che Gesù ci darà al momento della resurrezione dei corpi.
Lo scopo di questo dono è l’unione con Lui e poi con il Padre. Nel ricevere l’Eucaristia Gesù si lega con il fedele e quest’unione diviene radice di vita eterna e possibilità di resurrezione eterna. Gesù rimane nel credente e questo in Gesù.
Il legame sacramentale porta ad un legame personale con Gesù. Gesù vive nel Padre. Per questo Egli è il ponte verso Dio.
Gesù ha sottolineato che bisogna mangiare il Suo Corpo e il Suo Sangue. Corpo e Sangue rappresentano l’Uomo intero. Queste espressioni parlano anche dell’Incarnazione e della Croce di Gesù. Il Figlio di Dio si è incarnato e sulla Croce, come Figlio dell’Uomo, è stato glorificato.
Chi Lo mangia nella Comunione si unisce a Lui in modo sacramentale e riceve la vita eterna. Riceve la vita di Gesù e, di conseguenza, si unisce a Dio.
Il mistero dell’Eucaristia è unire il fedele alla Santissima Trinità attraverso il dono del Pane Eucaristico e della croce di Gesù.
Nella seconda lettura san Paolo invita gli efesini e tutti noi ad essere saggi per capire la Volontà del Padre.
Coloro che ascoltano Gesù e Lo seguono faranno la Volontà del Padre e faranno esperienza della bontà del Signore.
Chi ascolta Gesù e Lo riceve nell’Eucaristia non vivrà in modo stolto in questo mondo, ma lavorerà e riposerà lodando il Signore e glorificandoLo.
La santa Messa di oggi ci unisce a Dio Trino e a tutti coloro che hanno raggiunto la salvezza.
Ringraziamo il Signore che è rimasto con noi nella Santissima Eucaristia fino alla fine del mondo.
Sua Madre, Regina della Pace, interceda per tutti noi.
Amen.

Fonte: Registrazione F. Deagostini Trascrizione A. Bianco

domenica 19 agosto 2018

Assunzione della B.V. Maria - Medjugorje 15 agosto 2018

Preghiere serali dal 16 al 18 agosto 2018 a Medjugorje

Adorazione Eucaristica del 16 Agosto 2018

presieduta da fra Zvonimir Pavičić


Signore Gesù,... adesso, sei in mezzo a noi... e noi Ti adoriamo...

Di Te sono state scritte le parole più belle,... ma sei sempre vicino a noi...

Tu incontri persone sofferenti, ma noi sappiamo che gli incontri con Te ci cambiano..

Canto: Adoramus Te, Domine...  

- Ti adoriamo, Signore Gesù, nel Santissimo Sacramento dell’altare. Ti adoriamo, Gesù Eucaristico, Tu, che Ti doni sempre a noi come nutrimento, come cibo che nutre ogni nostra fame, Tu, che riempi ogni nostro vuoto e doni il senso a tutto, Tu, che sei pienezza di tutto.

- Adesso, Tu, Signore, sei in mezzo a noi e noi Ti adoriamo. Fa’ che, con tutto il cuore e con tutta l’anima, sentiamo la Tua Presenza, la Tua Vicinanza, per poterci abbandonare completamente a Te, affinché Tu possa nutrirci con questo incontro, affinché possiamo uscire da questo incontro nutriti, incoraggiati, consolati e guariti.

- Ti adoriamo, Signore Gesù, e riconosciamo che solo Tu sei il nostro Dio.

Canto: Jubilate Deo, omnis terra, servite Domino in laetitia!

           Alleluia, alleluia! In laetitia!...

- Tu, Signore, sei Santo, Tu sei tanto sublime, onnipotente, immenso. Di Te sono state scritte le parole più belle, di Te sono state composte le melodie più belle, a Te hanno raggiunto i pensieri più sublimi della mente umana, eppure tutto questo sono le briciole piccole della Tua bellezza, della Tua Onnipotenza , della Tua Luce e della Tua Santità.

- Nella Tua generosità, Signore, sei venuto in mezzo a noi, sei diventato simile a noi, vicino, affinché anche noi potessimo ricevere dalla Tua bellezza, e sei rimasto con noi, presente nei Sacramenti. Non hai Tu hai promesso: “Io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo.”?

- Signore, fa’ che anche noi possiamo stare con Te: fa’ che Tu sia sempre nella nostra vicinanza, fa’ che ci nutriamo della Tua Presenza, fa’ che impariamo dalla Tua Parola a essere i Tuoi discepoli santi.

- Guardaci, Signore, mentre siamo inginocchiati intorno a Te, e fa’ che possiamo riconoscerti nella Tua bellezza, amarti con tutto il nostro cuore, e fa’ che possiamo imitarti.

Canto: Tu sei Pace... Alleluia...

- Signore, questi incontri con Te non sono certo incontri isolati e perfetti, ma Tu in questi momenti incontri noi, entri nella nostra quotidianità, entri nella semplicità delle nostre vite, incontri delle persone che hanno forse un cuore ferito, sono tristi a causa di certe perdite, persone infelici o disperate.

- Signore, noi sappiamo che gli incontri con Te cambiano. Noi crediamo che Tu sei con noi, affinché noi possiamo star meglio. Noi crediamo che Tu ci accompagni tutti con il Tuo sguardo misericordioso. Crediamo che Tu ci proteggi con la Tua mano destra, con la Tua mano potente. Signore, ridona la gioia ai cuori tristi, ridona la speranza agli afflitti e moltiplica la fede a tutti, affinché nella vita possiamo portare Te e la Tua Buona Notizia, e affinché sempre, con la vita santa, possiamo camminare incontro a Te!

- Grazie, Signore, per questi momenti, momenti donati, attraverso i quali diventiamo persone migliori e cristiani più fedeli.

Tantum ergo...Orazione. Kyrie, eleison...  Benedizione eucaristica.

Canto finale: Gospa, Maika moia, Kralica mira...

Fonte: (Registrazione di Flavio Deagostini)

(Trascrizione a cura di P. Armando Favero)



Venerazione alla Santa Croce del 17 Agosto 2018

guidata da fra Perica Ostojić




Signore Gesù, eccomi ai piedi della Tua Croce... aiutami  a morire a me stesso...

Adesso Ti prego per tutti coloro che soffrono...

Grazie perché, col Tuo Sacrificio, ci mostri che la Croce è il luogo dell’Amore...

Canto: Santo è il Signor! Santo è il Signor!

  Santo è il Signore Iddio! Santo è il Signor!...  

- Signore Gesù, eccomi ai piedi della Tua Croce con la Tua Madre e con il Tuo discepolo amato. Eccomi ai piedi della Tua Croce perché vorrei sentire la grandezza del Tuo Amore che si dona per me. Aiutami, Gesù, a morire a me stesso per servire gli altri.

Canto: Gesù, Gesù! Eccomi io son davanti a Te!

           Gesù, Gesù! Io mi dono a te, mio Signor! (X3).

-  Signore Gesù, adesso prego per coloro che soffrono, che cadono perché non riescono a portare la croce della loro vita, per coloro che si sentono abbandonati. Signore, con la Tua grazia, fortifica la loro fede, e, con il Tuo Amore, ridona loro la speranza.

Canto: Veni, Sancte Spiritus...

- Signore Gesù, grazie perché, con il Tuo sacrificio, Tu ci mostri che la Croce non è solamente un luogo di dolore e di sofferenza, ma è prima di tutto il luogo dell’Amore che si dona e che dà un nuovo significato al dolore, l’Amore che è vittorioso sulla morte e che dona una vita nuova.

Kyrie, eleison...

Vi benedica Dio Onnipotente: Padre + e Figlio e Spirito Santo.

Amen.

Canto finale: Ave, Maria, gratia plena! Dominus tecum, Benedicta Tu!

Fonte:  (Registrazione di Flavio Deagostini)

(Trascrizione a cura di P. Armando Favero)



Preghiera di guarigione del 18 agosto 2018

guidata da fra Svonomir Pavičić



Alleluia, alleluia, alleluia...

Signore Gesù, Tu hai preso un corpo e sei nato dalla Vergine Maria in una semplice famiglia di Nazareth. Tu che eri in tutto uguale a Dio, hai umiliato Te stesso prendendo il volto di servo dell’uomo, diventando simile a noi in tutto eccetto il peccato. Grazie per questo.

Hvala, Criste... Dzennky, Jesu... Merci, Jesu... 

Signore Gesù, Tu sei entrato nella nostra storia umana. Non hai avuto paura di diventare uno di noi, nascendo nel tempo. Tu stesso hai provato il peso della vita ed eri simile agli uomini. Hai gioito con chi gioiva, hai pianto con gli afflitti. Hai consolato gli afflitti, hai ridato la speranza agli scoraggiati, hai ridonato la pace, hai guarito i malati e liberato i posseduti. Con la Tua Presenza hai portato agli uomini la Tua Bontà e la Pace che riempie ogni cuore che si apre a Te nell’Amore.

Grazie, Gesù... Thaankyou, Jesus... Shuk’ran, Jajasu...

Diventando simile agli uomini, o Gesù, Tu hai conosciuto molto bene che cosa significhi la sofferenza, che cosa significhi l’afflizione e quanto dolga la separazione dalle persone care, ma soprattutto sei stato triste per coloro che non hanno accettato la salvezza offerta da Te. O Cristo, anche oggi sei vicino a noi nei Sacramenti. Ci tocchi col Tuo Amore e con la Tua Misericordia e adesso, col Tuo sguardo su di noi, doni la salute del corpo e dell’anima, perché possiamo seguirti ancora di più, per seguire Te, nostro Salvatore. Signore, guariscici!                                                                             

Kyrie eleison...

Voi, le vostre famiglie e tutti coloro per i quali abbiamo pregato stasera, benedica Dio Onnipotente: Padre + e Figlio e Spirito Santo.

Amen.

Fonte: (Registrazione di Flavio Deagostini)

(Trascrizione a cura di P. Armando Favero)

Adorazione Eucaristica del 18 agosto 2018

presieduta da Fra Marinko Šakota


Gesù, In ogni cuore umano c’è il desiderio di Dio...

Gesù, Tu sai che io ho bisogno del nutrimento per la mia anima...

Gesù,.. Tu vuoi che io diventi Tuo Corpo e cibo per gli altri...

O Gesù, lasciami vivere di Te, per gli altri.

Canto: Vive Jesus, el Senor...

- Gesù, noi Ti adoriamo! In ogni cuore umano c’è il desiderio di Dio. O Gesù, sveglia adesso dentro di noi questo desiderio.

Canto: Risveglia in me il desiderio di Te, o mio Signor!

           Con la Tua grazia rinnovami: sii la mia vita, Gesù Salvator!

- Gesù, Tu sai che io ho bisogno del nutrimento per la mia anima. Vorresti che io mangi la Tua Parola e il Tuo Corpo, perché Tu vuoi che viva di Te. Adesso, Gesù, io scelgo Te, scelgo la Tua Parola, scelgo il Tuo Corpo come mio cibo.

Canto: Domine Jesu (X4), Jesu...

- Gesù, Tu non vuoi solamente che io prenda il Tuo Corpo per cibo, ma che io diventi il Tuo Corpo e cibo per gli altri.

Canto: Signore, aiutaci ad amarti sempre più!

           Signore, aiutaci ad amarci sempre più!

- O Gesù, lasciami vivere di Te, per gli altri!

Tantum ergo...Orazione. Kyrie, eleison...

Canto: O Christe, Domine Jesu...

Kyrie, eleison...  Benedizione eucaristica. Dio sia benedetto.

Canto finale: Magnificat (X3) anima mea Dominum.

                     Magnificat (X3) anima mea...

Fonte: (Registrazione di Flavio Deagostini)

(Trascrizione a cura di P. Armando Favero)

Omelia Messa - Međugorje - Giovedì 16 Agosto 2018

Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?».
E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette.
Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: "Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa". Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito.
Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: "Restituisci quello che devi!". Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: "Abbi pazienza con me e ti restituirò". Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito.
Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l'accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell'uomo e gli disse: "Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?". Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto.
Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».
Terminati questi discorsi, Gesù lasciò la Galilea e andò nella regione della Giudea, al di là del Giordano.
Parola del Signore.


Cari fedeli, parrocchiani, pellegrini, ascoltatori della radio, tante volte sentiamo il termine “perdono”, sopratutto in chiesa. “Perdona perchè ti sia perdonato”. Devi perdonare.
Il Cristianesimo è una religione in cui il perdono ha un ruolo importante. Chi non è pronto a perdonare gli altri non può aspettarsi che Dio lo perdoni.
Chi pensa che Dio non abbia nulla da perdonargli sta ingannando se stesso.
Queste sembrano espressioni di un predicatore. Nessuno si oppone ad esse. Ma sono parzialmente giuste.
Per prima cosa bisogna mettere il perdono nel posto giusto.
Credo che un uomo non dovrebbe dire ad un altro uomo “devi perdonare”. Noi uomini non abbiamo diritto di dire ciò. Lo può dire soltanto Dio con la Sua autorità.
L’espressione “devi perdonare” porta in sé il pericolo di ferire la vittima un’altra volta e colui che ha commesso l’ingiustizia viene, in un certo senso, liberato dalla critica. In questo caso colui che ha subito l’ingiustizia ha una duplice sofferenza: per l’ingiustizia e perchè si sente colpevole di non poter perdonare.
Il messaggio di Dio sul perdono non porta ad un’ulteriore schiavitù, ma alla liberazione. Questo messaggio non aiuta colui che ha commesso l’ingiustizia, bensì la vittima.
Perciò la frase “devi perdonare” è una frase con cui bisogna stare molto attenti. Colui che ha subito l’ingiustizia dovrebbe perdonare, anche se umanamente ha diritto di non farlo. Perchè dovrebbe perdonare? Principalmente per se stesso. Per non avvelenare il cuore con l’odio e con i pensieri di vendetta. Per essere libero e poter lavorare e vivere in modo normale.
Finché coltivo l’odio e il desiderio di vendetta nei confronti di qualcuno quel tale in un certo modo controlla la mia vita. E’ presente nei miei pensieri, nei miei progetti, nel mio cuore e non mi permette di essere veramente felice finchè non avrò realizzato la mia vendetta. Ma quando ci sarò riuscito non sarò neanche allora felice.
Spesso una persona che ci ha commesso un torto è presente nei nostri racconti per decenni a causa dell’amarezza e per riflessioni e rimproveri. Nessuno sulla terra, tranne i nostri cari, deve segnare la nostra vita in una maniera così profonda. Per questa ragione è giusto perdonare.
Davanti al giudizio di Dio l’uomo sarà completamente nudo, così com’è, senza avvocati, senza scuse. Sarà abbandonato soltanto alla Misericordia e alla Giustizia di Dio. Chi può sperare di ottenere misericordia se non coloro che sono misericordiosi? Nelle Beatitudini sentiamo “beati i misericordiosi perchè otterranno Misericordia; beati i portatori di pace perchè saranno chiamati figli di Dio; beati i perseguitati a causa dell’ingiustizia perchè a loro appartiene il Regno dei cieli”. Tutte queste categorie che le Beatitudini elencano si trovano tra le persone che perdonano. Il perdono cristiano proviene da questo modo di vedere. La chiamata al perdono è l’aiuto affinchè la vittima del sopruso possa liberarsi e vivere in libertà senza sottostare a ciò che può avvelenare l’anima e lo spirito.
Se capiamo tutto questo possiamo comprendere bene la parabola che è riportata nel Vangelo di oggi.
“Quante volte dovrò perdonare il mio fratello che commette colpe contro di me?” Pietro collega la risposta al numero 7. La tradizione ebraica diceva che bisogna perdonare 3 volte. Dopo le 3 volte il perdono non ha più senso. Pietro raddoppia il numero delle volte più una. Forse pensava di essere fin troppo generoso. Ma Gesù con la Sua parabola annienta la domanda di Pietro e fa entrare un nuovo elemento. Non è difficile riconoscere che quel padrone che condona un debito impossibile da restituire è Dio stesso. Gli uomini discutono tra di loro di cose molto piccole.
Nella domanda di Pietro e nel suo modo di pensare sono presenti due elementi: io e colui a cui devo perdonare. Questo, però, non è solamente un rapporto fra di noi. C’è anche Dio, al quale noi tutti dobbiamo tanto. Bisogna vedere quanto ne siamo coscienti.
Chi crede in Dio ha una misericordia e una giustizia diversa da colui che non crede. Se nella vita ci comportiamo come coloro che non hanno fede come possiamo dire di essere diversi? Come si può riconoscere che apparteniamo a Dio?
Sant’Agostino diceva: “Chi non è pronto a perdonare non deve pregare il Padre Nostro”. In quella preghiera è contenuta la frase “perdona a noi come noi perdoniamo i nostri debitori”.
Riflettiamo: se io non sono pronto a perdonare prego, infatti, che Dio non perdoni neanche me. Questo è molto più facile capirlo nella teoria che viverlo nella vita pratica.
Nei Paesi Bassi esisteva una signora di nome Kornelia. Quando nel maggio del 42 i tedeschi avevano invaso il suo paese una donna ebraica si era presentata alla porta della casa di Kornelia chiedendo aiuto. Probabilmente sarebbbe stata uccisa se fosse stata trovata dai nazisti. Lei e la sua famiglia sono stati accolti e aiutati a lasciare il paese. Quando gli altri ebrei hanno saputo la cosa si sono presentati a chiedere aiuto. Così i nazisti se ne sono accorti. Un giorno hanno fatto un controllo. Mentre i tedeschi erano al pian terreno gli ebrei si nascondevano dietro una parete e trovavano la via di fuga. Questo è capitato per quasi due anni. A nessun controllo sono state trovate le persone. Ma nel febbraio del 44 gli agenti hanno trovato un orologio che uno degli ebrei aveva dimenticato per la fretta. Kornelia, un fratello e due sorelle sono stati arrestati, mentre un fratello e una sorella sono stati lasciati. Kornelia e la sorella sono stati mandati nel campo di concentramento. Nel dicembre di quell’anno la sorella è morta lasciando scritto: “Non esiste burrone così grande da non essere raggiunto dall’Amore di Dio”. Due settimane dopo Kornelia è stata liberata.
Nel 45, al termine della guerra, ha aiutato le vittime dei soprusi a riprendersi. Nella sua autobiografia ha scritto: “Coloro che erano capaci di perdonare erano in grado di iniziare una vita nuova nonostante le ferite fisiche. Coloro che hanno perseverato nell’amarezza sono rimasti invalidi”.
Kornelia nel 47 ha fatto una catechesi sul perdono in una chiesa. Al termine della stessa, dopo che la chiesa si era svuotata, un uomo sorridente si è avvicinato a lei. In esso ha riconosciuto uno dei guardiani del campo di concentramento. Egli ha detto: “Sono felice, perchè Dio ha cancellato la mia colpa per ciò che ho fatto, ma vorrei sentire dalla tua bocca le parole del perdono”. Le ha dato la mano, ma lei che aveva aiutato tante persone a superare i loro traumi è rimasta bloccata. Davanti agli occhi le passavano le scene terribili del campo di concentramento e sua sorella morta. Non riusciva a muovere la mano. Ha pregato Gesù di poterle dare la forza per poterlo fare e ci è riuscita. In uno dei suoi testi ha scritto: “Allora ho sentito il calore passare dal braccio verso la mano e verso il guardiano del campo di concentramento”.
Davanti a noi rimane la domanda: è possibile perdonare? Bisogna perdonare?
Se colui che merita il castigo non chiede il perdono non importa. Il perdono non significa rinunciare ai propri diritti oppure giustificare l’ingiustizia. Questo lo vediamo nella parabola quando il padrone non rinuncia ai suoi diritti vedendo come si comportava il servo malvagio.
Gesù inserisce la terza Persona nel perdono: Dio. Purtroppo non contiamo su di Lui quando siamo in lite con qualcuno.
Il perdono è per la vittima. Colui che ci ha offeso non deve guidare la nostra vita. Non deve farlo neppure la sua disponibilità o meno di chiedere il perdono. Osservandoci attorno possiamo vedere che questo succede rare volte.
Gli uomini sono crudeli: fanno fatica a perdonare e fanno fatica a chiedere perdono, perchè ogni loro atto ha una giustificazione. La colpa è sempre di un altro: il collega di lavoro, i genitori, la moglie, il marito, i figli, gli amici, i confratelli.
Per le persone cattive l’universo intero è colpevole. Solo loro sono innocenti.
Il cristiano sincero non può entrare in questa dinamica se vuole custodire la propria anima. Perciò dobbiamo essere pronti a perdonare e a chiedere perdono.
Alla fine ci dobbiamo porre due domande. Quando è stata l’ultima volta che ho detto a Dio “perdonami; so che questo è sbagliato; lo farò in modo diverso”?
Seconda domanda. Quando è stata l’ultima volta che ho detto ad una persona sinceramente “perdonami, ho sbagliato”?
Un nostro cantante dice: “Potrebbe essere più facile morire che dire ‘perdonami’”.
Se non ci ricordiamo quando abbiamo chiesto perdono non significa che siamo senza peccato. E’ un gran pericolo. O non abbiamo la forza o non abbiamo la capacità di guardare come siamo veramente.
E’ molto pericoloso se veniamo a Messa e chiediamo a Dio di perdonare i nostri peccati e poi rimangono solo le parole mentre il nostro cuore non ha mai sentito il pentimento. E’ diventata solo una frase che pronunciamo spesso e invece non sappiamo girarci verso qualcuno e dire “perdonami”.
Il Signore ci doni la grazia di poter vedere i nostri errori e di saper essere misericordiosi affinchè anche Lui possa essere misericordioso con noi.
Amen.

Fonte: Registrazione F.Deagostini – Trascrizione A. Bianco

Omelia Messa - Međugorje - Mercoledì 15 Agosto 2018 - Assunzione B.V. Maria - Mons. Henryk Hoser

Dal Vangelo secondo Luca
In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda.
Entrata nella casa di Zaccarìa, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo.
Elisabetta fu colmata di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
Allora Maria disse:
«L'anima mia magnifica il Signore
e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
Grandi cose ha fatto per me l'Onnipotente
e Santo è il suo nome;
di generazione in generazione la sua misericordia
per quelli che lo temono.
Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote.
Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
come aveva detto ai nostri padri,
per Abramo e la sua discendenza, per sempre».
Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
Parola del Signore.

Eccellenti Vescovi dal Gabon in Africa e dall’Italia, cari sacerdoti e consacrati, cari fratelli e sorelle, pellegrini e parrocchiani, l’odierna solennità dell’Assunzione chiude un ciclo escatologico, cioè il nostro sguardo verso il fine della vita umana.
Dopo la Resurrezione e l’Ascensione del Signore si realizza l’opera salvifica con la partecipazione della Madre di Dio. Ella diviene inseparabile da Suo Figlio, immagine del Dio Misericordioso.
Maria dice di Se Stessa: “D’ora in poi tutte le generazioni Mi chiameranno Beata. Grandi cose ha fatto per Me l’Onnipotente e santo è il Suo Nome. Di generazione in generazione la Sua Misericordia”.
Davvero l’Assunzione è un’effusione di Misericordia operata anche per mezzo della Madre di Misericordia, Rifugio dei peccatori, Avvocata nostra.
All’orizzonte della nostra vita terrena e alla soglia dell’eternità appare nel cielo il segno grandioso della Donna. Come si presenta? Cosa dice il Suo aspetto? La Donna vestita di sole. La luce viene dal sole. Chi è dunque questo Sole? Il Sole è Suo Figlio.
“Ci visiterà un Sole che sorge dall’alto” dice il cantico di Zaccaria che la Chiesa recita ogni mattina.
Maria ha rivestito il Figlio di Dio della natura umana e di un corpo umano. Invece Cristo ha rivestito Sua Madre di Sole. Maria splende della luce di Cristo.
Nelle apparizioni private la Madonna si presenta luminosa, bellissima, sulla strada della luce.
A Fatima veniva sempre da oriente e si allontanava verso oriente: la direzione del sole che sorge.
La vediamo con la luna sotto i Suoi piedi. La luna non è fonte di luce. La luna riflette la luce ricevuta dal sole. Tuttavia la luna brilla nelle tenebre ed orienta i viaggiatori.
Essere la luna, essere il riflesso della luce del sole è la nostra missione di credenti sempre illuminati dal Sole che sorge.
Sul capo una corona di 12 stelle. Un simbolo tanto cosmico quanto biblico. Maria, Regina del cielo e della terra, è ornata da una corona dal duplice significato. Creata come l’Opera più perfetta uscita dalle Mani del Creatore, la Stella chiarissima. Dall’altra parte Ella si iscrive nella storia umana, la storia della salvezza. Appartiene alle 12 tribù del popolo eletto dell’Antico Testamento come Regina dei patriarchi e dei profeti. Diviene allora la Regina degli apostoli, di quelli che sono i fondamenti della Chiesa.
“Era incinta e gridava per le doglie e il travaglio del parto”.
Dall’alto della croce Gesù ha riconosciuto Sua Madre come Madre universale, di tutti gli uomini, di tutti coloro che devono nascere dall’alto, dall’acqua e dallo Spirito come il Salvatore ha detto due volte a Nicodemo. Gesù ha risposto: “In Verità, in Verità Io ti dico: se uno non nasce dall’alto non può vedere il Regno di Cristo”.
Di nuovo Gesù ha ripetuto: “In Verità, in Verità Io ti dico: se uno non nasce da acqua e Spirito non può entrare nel Regno di Dio”.
Nel modo più eccellente della Sua Maternità Maria ci genera per il Regno di Dio. A volte un parto tanto difficile.
Prima di arrivare alla gloria dell’Assunzione Maria è implicata nella vita terrena come tutti i mortali. E’ nata dai genitori che la tradizione chiama Gioachino e Anna. E’ nata in una famiglia semplice e modesta, non in un palazzo reale. Ragazza di Nazareth a poco a poco scopriva del Suo essere incomparabile. Non aveva esperienza del peccato personale.
Durante l’Annunziazione l’angelo del Signore Le ha portato l’annuncio dicendo: “Rallegrati piena di grazia, il Signore è con Te”. Maria è libera dal peccato tanto primordiale che personale.
A Lourdes Maria conferma questa verità dicendo: “Io sono l’Immacolata Concezione”.
Con l’Annunziazione, dopo le parole di Maria che dice “Ecco la Serva del Signore; avvenga per Me secondo la Tua Parola”, comincia la Sua peregrinazione nella fede, nella quale la Beata Vergine avanzò serbando fedelmente la Sua unione con Cristo.
La peregrinazione è un legame che unisce la Madre di Dio a Cristo e alla Chiesa.
A noi Maria appare come Maris Stella, la Stella del mare. Per tutti coloro che compiono il cammino della fede.
Davvero la fede di Maria è eroica. Prima percorre tutti i misteri del Rosario: quelli gioiosi, luminosi e gloriosi, ma anche quelli dolorosi. Tutti conosciamo i sette dolori e la profezia di Simeone. Simeone ha detto: “Egli è qui per la rovina e la resurrezione di molti in Israele. Segno di contraddizione perchè siano svelati i pensieri di molti cuori e anche a Te una spada trafiggerà l’anima”.
San Giovanni Paolo II diceva: “La Beata Vergine Maria continua a precedere il popolo di Dio. La Sua eccezionale peregrinazione nella fede rappresenta un costante punto di riferimento per la Chiesa, per i singoli, per le comunità, per i popoli, per le nazioni e in un certo senso per l’umanità intera”.
Il santo Papa Giovanni Paolo II diceva ancora: “Maria non cessa di essere la Stella del mare, cioè la stella che indica la direzione. per tutti coloro che percorrono il cammino della fede”.
Se essi alzano gli occhi nei diversi luoghi dell’esistenza terrena lo fanno perchè Ella diede alla luce il Figlio che Dio ha posto come Primogenito tra molti fratelli e anche perchè alla rigenerazione e formazione di questi fratelli coopera con Amore di Madre.
Non è soltanto Stella Maris, ma anche Stella Mattutina. Cosa significa il secondo appellativo Stella del mattino? Come questa stella assieme all’aurora precede il sorgere del sole, così Maria, fin dalla Sua Immacolata Concezione, ha preceduto la venuta del Salvatore, il sorgere del Sole di giustizia nella storia del genere umano.
Allora carissimi, stiamo saldi andiamo per la Sua strada della fede che diventa la più sicura, la più corta e la più illuminata per arrivare a Dio Trino ed Uno, alla felicità eterna.
Amen.
Mons. Henryk Hoser

Fonte: Registrazione F. Deagostini – Trascrizione A. Bianco

sabato 18 agosto 2018

Approfondimenti della fede – Video – Omelia: "Omelia nella vigilia della Assunzione di Maria"

Omelia di don Renzo Lavatori nella vigilia della Assunzione di Maria alla Stacciola il 14 agosto 2018



Vangelo Lc 11,27-28
Beato il grembo che ti ha portato!
Dal vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre Gesù parlava alle folle, una donna dalla folla alzò la voce e gli disse: «Beato il grembo che ti ha portato e il seno che ti ha allattato!».
Ma egli disse: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la osservano!».

Approfondimenti della fede – Video – "Medjugorje - Santa Messa di Pentecoste 2018 - Omelia di don Renzo Lavatori”

lunedì 13 agosto 2018

Angolo teologico – Riflessione sui Messaggi di Medjugorje di Don Renzo Lavatori (44) – Messaggi a Marija del 25 luglio 2018 ed a Mirjana del 2 agosto 2018

Messaggio a Marija del 25 luglio 2018

"Cari figli! Dio mi ha chiamata per condurvi a Lui, perché Lui è la vostra forza. Perciò vi invito a pregarLo e a fidarvi di Lui, perché Lui è il vostro rifugio da ogni male che sta in agguato e porta le anime lontano dalla grazia e dalla gioia alla quale siete chiamati. Figlioli vivete il Paradiso qui sulla terra affinché stiate bene e i comandamenti di Dio siano la luce sul vostro cammino. Io sono con voi e vi amo tutti con il mio amore materno. Grazie per aver risposto alla mia chiamata”.

Commento teologico

Il messaggio pone dinanzi alla nostra mente e al nostro cuore due aspetti, di cui il primo riguarda la fede in Dio quale unico valido riferimento per un’autentica vita cristiana; il secondo ci ricorda che il paradiso va vissuto già su questa terra. Vediamo l’uno e l’altro aspetto.

1. Dio unico valido riferimento. La Vergine sottolinea che la sua missione non è stata una sua iniziativa personale, ma più precisamente essa è una vera e propria vocazione da parte di Dio per essere inviata a ricuperare i suoi figli per condurli a l’unico vero ed efficace sostegno, che è lo stesso nostro Dio Signore e Padre: “Cari figli! Dio mi ha chiamata per condurvi a Lui, perché Lui è la vostra forza”. Queste parole indicano chiaramente che nel cammino che dobbiamo fare ogni giorno vi è un faro luminoso che ci indica il giusto sentiero e che non dobbiamo mai perdere di vista. Questa luce o fonte di energia vitale è propriamente Lui, il Signore nostro Dio e non vi è altro valore o persona più importante di Lui. Questa verità assoluta deve albergare costantemente nel nostro animo ed essa si fa la bussola di orientamento per poter vivere ogni giorno un’esistenza giusta, buona, fruttuosa, santa.

Questo primato del volto divino del Padre purtroppo non sta al suo posto e spesso, nelle nostre giornate, esso non solo viene messo in disparte, ma anche può essere perso di vista. Ne segue che noi, suoi figli, restiamo impigliati nelle tenebre, nell’angoscia, nell’inquietudine e insoddisfazione. Il richiamo della Vergine perciò assume un valore primario a cui non possiamo rinunciare. Se lo trascuriamo, tutto ricade su di noi come un peso insopportabile rendendoci eternamente scontenti, nervosi, stressati. Accogliamo dunque con grande apertura di animo il richiamo della Vergine. Altrimenti, Ella lo ripete, restiamo schiavi del malessere e dell’insoddisfazione e perdiamo la gioia di vivere e di amare.

Infatti: “perciò vi invito a pregarlo e a fidarvi di Lui, perché Lui è il vostro rifugio da ogni male”. Devono risuonare fortemente in noi queste sagge parole della Vergine. Credo che tutti noi sperimentiamo il disordine e la malvagità con cui il male si diffonde nel mondo e fa strage dei cuori e delle famiglie, causando ovunque malessere, tensioni, avversità di ogni genere. Perché siamo così stolti da lasciarci sedurre dal maligno e dalle sue seduzioni da cui siamo ingannati miseramente? Ciò viene detto: “il male sta in agguato e porta le anime lontano dalla grazia e dalla gioia alla quale siete chiamati”.

2. Vivere il paradiso sulla terra. Anche questo aspetto assume un valore fondamentale, perché noi ci dimentichiamo facilmente di essere sulla terra non in modo stabile e imperituro, ma soltanto di passaggio verso la nostra vera patria che è la felicità eterna del paradiso. Ciò non significa che dobbiamo trascurare le vicende e gli affari di questo mondo, piuttosto è un invito a saperli affrontare nella luce divina e secondo il suo santo volere, con la gioia del suo amore infinito: “Figlioli, vivete il paradiso qui sulla terra affinché stiate bene”. È certo che non si tratta di una impresa facile e di comodo, ma di un impegno serio e sereno di vivere sulla terra con gli occhi sempre rivolti al cielo, in modo che non ci lasciamo sopraffare e schiavizzare dalle realtà terrene. In tal modo ogni nostra azione, pensiero, desiderio, affetto non sono circoscritti al solo orizzonte di questo mondo, ma si aprono giustamente verso la meta del nostro pellegrinaggio che sta unicamente là, in paradiso, dove troveremo per sempre quella pace, quella comunione e quella ricchezza di beni che non si lasciano contaminare dalla tignola e dalla ruggine. La terra stessa diventa un trampolino per slanciarci alla conquista della beatitudine eterna, in cui consiste lo scopo del nostro vivere adesso quaggiù con la speranza di raggiungere lassù la vita senza fine.

Per fare tutto ciò il Signore ci ha lasciato dei segnali sulla strada, al fine di non smarrirci, ma seguire il giusto sentiero: “I comandamenti di Dio siano la luce sul vostro cammino”. Se seguiamo tali indicazioni, che sono espressione della divina volontà, noi veramente e felicemente potremmo godere per sempre la felicità, a cui aneliamo profondamente. Perciò non possiamo sbagliarci o essere abbagliati dalle seduzioni del male, se gli occhi restano puntati verso i fari sparsi sul sentiero di ogni giorno, che sono i divini comandamenti. Come si vede, siamo bene equipaggiati per non andare fuori strada. L’importante è che ci impegniamo a mettere al primo posto il Signore nostro Dio e seguire le sue sagge indicazioni. Questo è il segreto di una vita fruttuosa già su questa terra e una anticipazione di quello che sarà il mondo futuro.

In ultimo la Vergine aggiunge, come suo solito, parole di dolce tenerezza per sostenere i nostri intenti e lasciarci condurre da Lei, nostra madre e maestra: “Io sono con voi e vi amo tutti con il mio amore materno”. Che questi suggerimenti materni di Maria ci donino quella pace interiore, quella quiete rasserenante dello Spirito, che ci consentono di riscoprire ogni volta lo slancio di un cammino cristiano luminoso e portatore di vita sulla terra e nei cieli. Niente di più consolante e confortevole.



Messaggio a Mirjana del 2 agosto 2018

Cari figli con materno amore vi invito ad aprire i cuori alla pace, ad aprire i cuori a mio Figlio, affinché nei vostri cuori canti l’amore verso mio Figlio. Solo da quell’amore, infatti, nell’anima giunge la pace. Figli miei, so che avete la bontà, so che avete l’amore, un amore misericordioso. Molti miei figli, però, hanno ancora il cuore chiuso. Pensano di poter agire senza rivolgere i loro pensieri verso il Padre Celeste che illumina, verso mio Figlio, che è sempre nuovamente con voi nell’Eucaristia e desidera ascoltarvi. Figli miei, perché non gli parlate? La vita di ognuno di voi è importante e preziosa, perché è un dono del Padre Celeste per l’eternità. Perciò non dimenticate mai di ringraziarlo. Parlategli! So, figli miei, che vi è sconosciuto ciò che verrà dopo ma, quando verrà il vostro dopo, riceverete tutte le risposte. Il mio amore materno desidera che siate pronti. Figli miei, con la vostra vita mettete nel cuore delle persone che incontrate dei buoni sentimenti: sentimenti di pace, di bontà, d’amore e di perdono. Attraverso la preghiera, ascoltate quello che vi dice mio Figlio ed agite in quel modo. Vi invito nuovamente alla preghiera per i vostri pastori, per coloro che mio Figlio ha chiamato. Ricordate che hanno bisogno di preghiera e d’amore. Vi ringrazio”.

Commento teologico

Questo messaggio, con rinnovato vigore e approfondimento, ripropone la centralità di Gesù, Figlio di Dio e Figlio di Maria, nostro redentore e salvatore, nostro pastore e Signore, affinché ne facciamo il fulcro essenziale del nostro essere cristiani, cioè suoi discepoli chiamati alla sua sequela. L’argomento può essere diviso in tre momenti: il primo pone l’accento nei canti di amore per Gesù; il secondo sottolinea il colloquio con Gesù; il terzo indica l’attesa e l’ascolto di Gesù. Ci soffermiamo su ciascuno in silenziosa e intima meditazione.

1. Canti di amore per Gesù. La Vergine ci sprona ad aprire i cuori al Figlio suo, per essere irrorati, vivificati, rasserenati dal suo amore infinito. Per questo ci invita a cantare con tutto il trasporto il nostro amore verso di lui, quale risposta generosa e cordiale: “Cari figli, con materno amore vi invito ad aprire i cuori alla pace, ad aprire i cuori a mio Figlio, affinché nei vostri cuori canti l’amore verso mio Figlio”. Non si tratta solo di un atteggiamento di cortesia e di gratitudine, ma, più profondamente, viene indicato uno slancio di amore che si fa canto e giubilo e nasce da un cuore infiammato e innamorato. Si stabilisce così tra noi e Gesù un rapporto intimo di effusione e di amore, come fossimo due soggetti uniti in un unico abbraccio di reciproca donazione nell’amore. Sono espressioni che non possono considerarsi esagerazioni o fanatismi, quanto piuttosto indicazioni di autentica effusione tra lui, che ci ha redenti, e noi, piccole creature da lui salvate, rigenerate e trasfigurate a sua immagine. Come non sentire in noi un palpito di vera sintonia tra Lui e noi, noi e Lui, come due esseri, pur sempre distinti, che si comunicano la reciproca effusione. Da questo stato sorge il canto di amore come una sinfonia di due voci, che si sintonizzano e si effondono in un unico cantico di armonia e di gioia.

La Vergine aggiunge, come sigillo indelebile, che quell’effusione diventa la sorgente della vera pace del cuore, della sua beatitudine: “Solo da quell’amore, infatti, nell’animo giunge la pace”. Come sono vere queste parole! Come dovremmo farle nostre, se vogliamo vivere con la interiore serenità di un amore che ci rende fiduciosi, pur in mezzo alle tempeste della vita. Quest’amore è più forte di ogni dolore, che viene trasformato in un atto di rafforzamento e stabilità dello stesso unico amore che Cristo dona a noi e da noi ritorna a Cristo. Ella ci fa capire che per questa sorgente di amore noi possediamo la bontà e la misericordia non solo verso noi stessi, ma anche verso i nostri fratelli. Per cui quel flusso di amore si espande, come l’acqua zampillante che scroscia dall’alto verso il basso e si espande sulla faccia della terra, affinché dalla terra si innalzi questo canto dolcissimo e ineffabile di unione tra cielo e terra, in una unica sinfonia: “Figli miei, so che avete la bontà, so che avete l’amore, un amore misericordioso”.

2. Colloquio con Gesù. La concezione si illumina con ulteriori approfondimenti che accentuano il rapporto di unione fra noi e Gesù. La Vergine si lamenta, da buona madre, che non tutti i suoi figli sono avvolti da questo amore e purtroppo hanno ancora il cuore diviso e restano aridi e rattristati in sé stessi; sono incapaci di stabilire un colloquio con Gesù: “Molti miei figli, però, hanno ancora il cuore chiuso, pensano di poter agire senza rivolgere i loro pensieri verso il Padre celeste che illumina, verso mio Figlio che è sempre nuovamente con voi nell’Eucaristia e desidera ascoltarvi. Figli miei, perché non gli parlate?”. Queste parole ci dovrebbero far riflettere per vedere se noi stessi siamo tra questi figli, che pur si dicono cristiani, ma sono privi dell’amore di Cristo. In particolare nostra Madre rivela come questi figli si illudano di poter vivere e agire senza tale forza di amore. Ma ciò costituisce un inganno e una illusione. Di fatto essi restano prigionieri del proprio egoismo e si racchiudono come una lumaca nel proprio guscio, senza la possibilità di colloquiare con il Padre e con il Figlio. Essi così diventano orfani, cioè privi dell’amore paterno, isolati e separati dall’abbraccio fraterno. Tanto più che Gesù è presente nell’Eucaristia ed è lì che lo possiamo incontrare personalmente ed essere avvolti dalla sua grazia. Quando egli entra in noi come cibo di vita eterna, noi possiamo ospitarlo con vera gioia e lì, nel nostro intimo, possiamo intavolare con lui un sincero discorso, dove noi gli parliamo e insieme lo ascoltiamo in uno scambio di reciproca comprensione. È lì che Lui ci trasforma in Lui e noi veniamo avvolti dal suo amore per essere ogni volta sempre più simili a Lui e con Lui congiunti. Per questo Ella ci rimprovera: perché non gli parlate? È un richiamo ad essere discepoli di suo Figlio, per diventare anche noi come Lui, ricolmati dell’amore materno di Maria. Ella non desidera altro che ciascuno di noi divenga sempre più simile a Gesù, così che in noi possa vedere l’immagine del suo Figlio amatissimo. Per questo ci invita a parlargli in modo da condividere con Lui tutto il nostro modo di essere e di vivere.

3. Attesa e ascolto di Gesù. Questo è l’ultimo aspetto, anch’esso di grande importanza. Ella apre uno squarcio sul mondo futuro, dicendo che non possiamo conoscere le sue caratteristiche, ma che esso esiste ed è il luogo dove ci troveremo per sempre. Esso resta sconosciuto, tuttavia ci attrae, perché là vedremo le cose così come sono e potremo conoscere il mistero infinito dell’essere di Dio, il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo: “So, figli miei, che vi è sconosciuto ciò che verrà dopo, ma, quando verrà il vostro dopo, riceverete tutte le risposte”. Là devono dirigersi i nostri pensieri e intenti, le nostre più intime aspirazioni, in modo da essere pronti al momento della venuta ultima del Signore. Ella ci vuole tutti là, in paradiso; desidera che tutti i suoi figli giungano alla meta della beatitudine senza fine: “La vita di ognuno di voi è importante e preziosa, perché è un dono del Padre celeste per l’eternità. Perciò non dimenticate di ringraziarlo”.

Da qui nasce la preoccupazione di Maria, affinché noi siamo pronti nell’ultima ora della nostra esistenza che ci apre alla vita celeste: “Il mio amore materno desidera che siate pronti”. Ella ha ragione, perché quella è la realtà che supera tutte le altre; anzi le altre realtà diventano del tutto secondarie e motivo per cui possono aiutarci ad arrivare lassù dove ella ci attende.

Se così facciamo, diventiamo strumenti sulla terra affinché il suo amore si diffonda ovunque e ogni creatura umana possa trovare la via che conduce alla salvezza eterna: “Figli miei, con la vostra vita mettete nel cuore delle persone che incontrate dei buoni sentimenti: sentimenti di pace, di bontà, d’amore e di perdono”. A tale scopo intende inculcare e rafforzare l’animo dei suoi figli per Gesù, affinché questo amore possa risanare e guarire tante ferite dell’essere umano e condurlo alla pienezza della vita. Veramente, quale madre, Maria non si stanca di richiamare tutti i suoi figli ad essere avvolti dal suo manto materno e condotti, sotto la sua protezione alla patria eterna.

Cara Madre, grazie della tua squisita tenerezza e premura materne, che ci sollecitano ad alzare il nostro volto, immerso nelle cose terrene e materiali, verso le altezze del cielo, dove vivono in perfetto amore il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo. Come tu stessa ci avverti, noi siamo tardi a credere e ad essere pronti e vigilanti. Siamo discepoli di tuo Figlio, ma ciò che ci interessa sta piuttosto nelle faccende terrene e nei travagli del mondo. Abbi pietà di noi, che ti ringraziamo dei tuoi pensieri e richiami alla vita cristiana autentica e alle aspirazioni più salutari ed elevate verso Dio. O Vergine Madre, accoglici sotto il tuo manto e facci sentire la tua dolcissima presenza, che ci dona vigoria, tanta serenità e soprattutto ci apre il cuore all’amore pieno e beatificante, quello verso tuo Figlio Gesù. Amen.

Don Renzo Lavatori


don_renzo_lavatoriDon RENZO LAVATORI, laureato in teologia e filosofia, membro della Pontificia Accademia di Teologia, docente di Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università Urbaniana e altre Università ecclesiastiche di Roma. Conosciuto per numerose pubblicazioni sui temi fondamentali della fede e per le sue trasmissioni mensili a Radio Maria. Tra le sue opere in particolare: Gli angeli. Storia e pensiero, Marietti, Genova 1991; Milano 2000.2003; Satana un caso serio. Saggio di demonologia cristiana, EDB, Bologna 1996; Gli Angeli, Newton-Compton, Roma 1996; Il diavolo tra fede e ragione, EDB, Bologna 2001; Antologia diabolica, UTET, Torino, 2008.