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Richiesta di preghiere

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Per la Richiesta di Preghiere è possibile da oggi utilizzare il MODULO che si trova qui a sinistra.

Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

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venerdì 24 agosto 2018

Omelia della santa Messa Medjugorje, 20 agosto 2018



Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, un tale si avvicinò e gli disse: «Maestro, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?». Gli rispose: «Perché mi interroghi su ciò che è buono? Buono è uno solo. Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti». Gli chiese: «Quali?».
Gesù rispose: «Non ucciderai, non commetterai adulterio, non ruberai, non testimonierai il falso, onora il padre e la madre e amerai il prossimo tuo come te stesso». Il giovane gli disse: «Tutte queste cose le ho osservate; che altro mi manca?». Gli disse Gesù: «Se vuoi essere perfetto, va', vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e avrai un tesoro nel cielo; e vieni! Seguimi!».
Udita questa parola, il giovane se ne andò, triste; possedeva infatti molte ricchezze.
Parola del Signore.

Ognuno di noi si è trovato nella vita indeciso su cosa dovesse fare. In alcune cose l’uomo sceglie la via giusta, in altre comprende che avrebbe potuto sceglierne una migliore, ma in ogni caso si domanda sempre cosa debba fare.
Questa domanda se la pongono fedeli e non fedeli, credenti e non credenti.
Questa sera siamo qui in un’atmosfera spirituale e ascoltiamo il Vangelo secondo Matteo.
Vediamo che un ragazzo viene da Gesù, si inginocchia e chiede: “Maestro, che cosa devo fare di buono per avere la vita eterna?” Perchè va da Gesù? Egli sapeva che Gesù è diverso dagli altri. Marco dice che lo chiama “Maestro buono”.
Gesù lo ha guardato e Gli è piaciuto. Noi sappiamo che anche Gesù è piaciuto al giovane.
Gesù gli dice di osservare i Comandamenti e il giovane risponde: “Tutti questi li ho osservati sin da piccolo”. Ma da Gesù si aspetta ancora un’altra risposta. Se gli avesse dato un nuovo Comandamento probabilmente lo avrebbe seguito con gioia. Ma Gesù dice: “C’è qualcosa che ti manca: se vuoi essere perfetto và, vendi quello che possiedi, dallo ai poveri e poi seguiMi”.
Nel ragazzo è cambiato qualcosa. Si è voltato e se ne è andato.
L’evangelista conclude: “Perchè aveva tanti beni”. Questo era un motivo valido per voltare le spalle a Gesù.
Di colpo l’entusiasmo e l’opinione buona verso Gesù svaniscono. Il ragazzo è deluso.
Non sappiamo se anche Gesù sia rimasto deluso, ma sappiamo che ha detto: “Come è difficile che un ricco entri nel Regno dei Cieli. E’ più facile che un cammello passi per la cruna di un ago che un ricco entri nel Regno dei Cieli”.
Perchè? Gesù odia la ricchezza?
In questo brano del Vangelo sta scritto: “Va, vendi quello che hai, dallo ai poveri”. Se la ricchezza fosse un veleno Gesù non avrebbe detto di darla agli altri. Egli sottolinea il pericolo della ricchezza. In cosa consiste? Dio crea l’uomo e gli dona il desiderio di cercare Dio Stesso. Spesso, però, la ricchezza si mette tra Dio e l’uomo.
Questo ragazzo osserva i Comandamenti, ma non riesce a rinunciare alla ricchezza.
Gli ebrei consideravano la ricchezza una benevolenza di Dio verso l’uomo buono.
Quando Giobbe si è ammalato e ha perso i suoi beni gli amici hanno pensato che fosse un grande peccatore perchè gli potesse capitare ciò.
Ma Gesù ammonisce che la ricchezza appesantisce l’anima.
L’uomo benestante comincia a pensare di essere lui l’artefice della sua situazione e non ha bisogno più di niente, neanche di Dio. Al posto di essere colui che utilizza i suoi beni ne diventa schiavo. Non c’è più posto per Dio.
Non si parla della ricchezza accumulata con onestà, ma di quella desiderata spasmodicamente al punto da diventare una divinità. Comincia ad adorarla.
Questo è il rischio da cui Gesù vuole metterci in guardia. L’uomo può rinunciare alla ricchezza. Non è impossibile.
I discepoli hanno chiesto: “Allora chi può salvarsi?” Gesù risponde: “Questo è impossibile per gli uomini, ma è possibile a Dio”.
Dio può far rinascere l’uomo. Gli può donare un nuovo sguardo verso la vita e verso le cose.
Se ricordiamo nel Vangelo Gesù incontra un pubblicano ben retribuito. Gli ha detto “vieni e seguimi” e lui si è alzato subito. Vuol dire che non era così legato ai beni al punto di metterli davanti a Dio.
Ci ricordiamo anche di Zaccheo, capo dei pubblicani. Incontrando Gesù prende una decisione: “Metà di quello che ho lo do ai poveri e se ho ingannato qualcuno restituisco 4 volte tanto”. Zaccheo aveva accumulato i beni in modo disonesto, ma ora capisce che bisogna servire solo Dio.
Questi sono esempi in cui gli uomini si aprono completamente al proprio Signore e vogliono iniziare una vita nuova di servizio a Dio.
L’uomo deve avere il necessario per vivere, ma in nessun caso deve essere schiavo dei propri beni.
Nei giornali leggiamo di tante persone che per accumulare grandi beni hanno frodato. Leggiamo di processi per queste ragioni. E’ chiaro che in tali situazioni non c’è posto per Dio. Dove la ricchezza è nel cuore non c’è posto per Dio.
Per quanto potessimo avere grande ammirazione per il giovane del Vangelo per la sua osservanza ai Comandamenti è possibile capire che uno di essi non veniva osservato: “Ascolta Israele: il Signore è il tuo Dio. Ama il Signore con tutto il tuo cuore, con tutta l’anima e con tutta la tua mente”.
Può l’uomo amare Dio con tutto il cuore se è innamorato di ciò che tiene nelle mani, nel portafoglio e in tasca? No, non può. Per questa ragione Gesù mette Dio e la ricchezza in contrapposizione. Se ciò che l’uomo ha lo ha guadagnato onestamente diventa un valore, ma se i suoi beni diventano il suo dio ha tradito il Dio vero.
Queste parole del Vangelo descrivono la realtà. Noi lo vediamo.
Vorrei sottolineare un’altra cosa. Gesù chiama quel giovane e gli dice: “Se vuoi”. Anche oggi Gesù dice molte volte “se vuoi seguiMi”.
So che tante persone vorrebbero seguire Gesù nella vita sacerdotale, da consacrato o al servizio del prossimo, ma sono frenate dal possesso dei beni. Se scelgono certe strade non potranno più avere certi agi. Spesso i genitori non possono accettare il pensiero che il loro figlio possa seguire Cristo.
Mi ricordo bene di un fatto avvenuto nella parrocchia dove ero prima. Il cappellano stava facendo catechismo ai bambini e i genitori attendevano i figli per portarli a casa. Una donna mi ha detto: “Caro frate, saremmo stati veramente poveri se non avessimo avuto dei sacerdoti”. Le ho risposto: “Ringraziamo il Signore. Tu hai 4 figli. Se uno lo chiama il Signore fallo andare”. “No, non lo potrei accettare!” Quella donna aveva un’idea propria della vita e di ciò che il figlio avrebbe dovuto fare. Forse se le cose previste non fossero andate nel giusto modo si sarebbe potuto ripensare a quest’ipotesi. L’idea che prevale è che a Dio non bisogna dare troppo, ma solo fino ad un certo punto.
Molte volte si sente dire: “Se è un peccato mortale lo abbandono, ma se è veniale posso anche tenermelo”. Questo è certamente uno sbaglio, perchè Gesù invita all’amore verso Dio.
Gesù chiede risposte decise quando chiama qualcuno. Al primo posto c’è Dio, ciò che è di Dio e donarGli il cuore. Se lo si dona a qualcuno o qualcosa di sbagliato allora non c’è posto per Dio.
Perciò, fratelli e sorelle, il Vangelo di oggi non vuole dirci di vivere da sofferenti o da poveri, ma di vivere come uomini di Dio.
Quando Gesù parla delle Beatitudini parla dei poveri in spirito. Questi sono coloro che hanno il cuore aperto verso Dio e verso il prossimo. Essi hanno messo al primo posto Dio e tutto ciò che Lo riguarda e tutto il resto viene dopo.
Mai voltare le spalle al Signore.
Amen.

Fonte: Registrazione F. Deagostini Trascrizione A. Bianco

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