Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, [Gesù apparve agli Undici] e disse loro:
«Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato.
Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno».
Parola del Signore.
Fratelli e sorelle, abbiamo sentito nella prima lettura che l’apostolo Paolo, che prima della conversione si chiamava Saulo, era un persecutore dei cristiani. E’ stato gettato a terra da Cristo Risorto per mezzo di una forte luce mentre era sulla via verso Damasco dove avrebbe dovuto prelevare dei cristiani. In quel momento è diventato cieco e ha sentito le parole “Saulo, Saulo, perchè Mi perseguiti?” Ha domandato: “Chi sei, o Signore?” “Io sono Gesù che tu perseguiti”.
A Damasco Anania gli ha ridato la vista con l’imposizione delle mani e poi è stato battezzato. Saulo, uno dei più grandi persecutori, è diventato Paolo, uno dei più grandi predicatori del Vangelo di Cristo. Ha scritto diverse lettere alle Chiese ed è diventato maestro, dottore e apostolo delle genti.
Ha percorso l’Asia ed è giunto a Roma predicando la Buona Novella. E’ rimasto fedele a Cristo fino a morire come martire sotto Nerone attorno al 65 dopo Cristo.
Se guardiamo la vita di Paolo possiamo vedere che era zelante nel seguire Gesù. E’ venuto dall’odierna Turchia fino a Gerusalemme come ebreo per poter frequentare le migliori scuole dal migliore rabbino dell’epoca che era Gamaliele. Come tutti i giovani era pieno di fervore e lui pensava che la sua missione fosse quella di distruggere la bestemmia che un semplice falegname di Nazaret si presentasse come Figlio di Dio. Per questa ragione catturava e uccideva i cristiani.
Quando guardiamo la sua conversione capiamo che non siamo stati salvati dalla Legge di Mosè, ma dalla Grazia di Cristo.
Noi siamo salvati da Cristo e non ci salviamo con le nostre opere.
Nella lettera ai Galati Paolo scrive: “Non vivo più io, ma in me vive Cristo. Quello che vivo nel corpo lo vivo nella fede. Fede nel Figlio di Dio che mi ha amato e ha consegnato Se Stesso per me”.
La conversione cristiana deve essere un’azione continua, un legame con Cristo. Lui cerca di modellarci sempre più con il nostro permesso.
Nella vita di san Paolo vediamo che non si è trattato solamente di un incontro con Cristo Risorto, ma egli ha continuato a crescere nel Vangelo che ha annunciato con grande coraggio.
La conversione di san Paolo ci induce a meditare sulla nostra conversione. Tanti di noi sono ferventi, vanno regolarmente alla santa Messa e non hanno bisogno di una conversione dalla vita malvagia. Spesso, però, c’è bisogno della conversione dall’opinione errata della vita cristiana.
Per esempio molti pensano che non si debba pregare molto, ma solo quando si ha tempo. Non bisogna essere fanatici e adempiere tutti i comandamenti. Non ci si impegna al massimo per fare ciò che ci chiede Cristo. Facciamo il minimo necessario.
Questo sicuramente è sbagliato.
D’altra parte tanti di noi sono legalisti: “Se andiamo alla santa Messa, diamo l’elemosina vuol dire che non pecchiamo e meritiamo il cielo”.
Cerchiamo di vivere la vita cristiana senza la croce con i soldi, i piaceri, il potere, senza alcun sacrificio per noi stessi o per cose che si fanno per Dio e per il prossimo.
Queste sono opinioni errate che dobbiamo cambiare.
Alcuni pensano di potersi salvare con le proprie opere senza la grazia. Dio non serve nemmeno.
Alcuni credono di poter vivere la propria fede da soli, senza incontrare il prossimo e senza fare opere di carità verso il prossimo.
Alcuni pensano che Dio voglia da noi una devozione personale senza cercare di trasmettere il Vangelo al prossimo: “Non devi parlare, testimoniare, annunciare…”
Si possono sicuramente citare anche altri esempi di opinioni errate riguardo alla fede cristiana. Tutto questo porta a non vivere secondo la fede.
Noi assomigliamo sempre più al mondo e non ci sforziamo di ricevere la grazia del Signore.
Tanti di noi che si dicono cristiani hanno bisogno della conversione dalla vita spirituale errataa e dall’idea di ciò che vuole il Signore da noi.
Il papa Benedetto XVI ad un’udienza del mercoledì ha detto: “Noi ci chiediamo che cosa significhi essere cristiano. Per noi il Cristianesimo non è una filosofia o una nuova morale. Siamo cristiani solo se incontriamo Cristo”.
Sicuramente Lui non si fa vedere come ha fatto con san Paolo con una luce forte per farlo diventare apostolo delle genti. Ma anche noi possiamo incontrare Cristo: nella Sacra Scrittura, nella preghiera, nella vita liturgica della Chiesa. Possiamo toccare il Cuore di Cristo e sentire che Lui sta toccando il nostro cuore. Solo nel rapporto personale con Lui noi diventiamo veri cristiani. Così attingiamo alla Sua Saggezza e alla Verità.
Preghiamo il Signore di illuminarci e di donarci l’incontro con la Sua presenza per darci la vera fede, il grande amore e il cuore aperto verso tutti. L’amore può cambiare tutto il mondo.
Così dice il Santo Padre.
Fratelli e sorelle, oggi in questa festa possiamo pregare per la conversione di tante persone che perseguitano Cristo in diversi modi.
Lo scorso anno ci sono state tante persecuzioni verso i cristiani; forse le più numerose dalla venuta di Cristo. Tanti pensano di perseguitare gli infedeli, mentre loro hanno scoperto la verità, come faceva san Paolo. Così pensano di dover perseguitare e cacciare i cristiani.
Preghiamo che conoscano Cristo che è la Verità e il Salvatore.
Preghiamo anche per la conversione di coloro che vivono nel peccato. A causa del peccato Cristo è stato crocifisso.
Oggi dobbiamo pregare anche per la nostra conversione e per la grazia di poter annunciare il Vangelo al prossimo. San Paolo ha scritto: “Povero me se non annuncio il Vangelo”.
San Paolo riceveva la forza di annunciare il Vangelo non solo dall’incontro con Cristo sulla via di Damasco, ma anche dalla celebrazione dell’Eucaristia assieme ai primi cristiani. Faceva quello che Gesù ha comandato di fare. Ha preso il pane e dopo aver ringraziato e averlo spezzato ha detto: “Questo è il Mio Corpo per voi. Fate questo in memoria di Me”.
Lo stesso Gesù che ha incontrato Paolo è qui questa sera per incontrare noi attraverso la Sua Parola e il Suo Corpo e il Suo Sangue che dona per noi.
Preghiamo per questo incontro, affinché anche noi possiamo vivere con coraggio la nostra fede. Cristo ci doni forza e grazia per cambiare la nostra vita e quella degli altri.
Amen
Fonte: IdM (registrazione audio di Flavio Deagostini – trascrizione A cura di Andrea Bianco )
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