Drop Down MenusCSS Drop Down MenuPure CSS Dropdown Menu

Richiesta di preghiere

* * * * *

Per la Richiesta di Preghiere è possibile da oggi utilizzare il MODULO che si trova qui a sinistra.

Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

* * * * *

venerdì 10 maggio 2013

BEATA VERGINE DI SAN LUCA PATRONA DELLA CITTÀ E DIOCESI DI BOLOGNA

image

 

La Beata Vergine di San Luca è venerata a Bologna fin dal 1194 sul colle della Guardia. La devozione dei Bolognesi ricevette maggiore impulso per la grazia della serenità, dopo piogge diluviali, ottenuta il 5 luglio 1433 per le pubbliche preghiere indette quando per la prima volta la venerata Immagine fu portata in città. Dal 1476 inizia la visita annuale della Sacra Immagine alla città di Bologna nei giorni antecedenti l'Ascensione. Esposta alla venerazione dei fedeli nella Chiesa Cattedrale, è riaccompagnata dal popolo alla sua basilica nel Vespro dell'Ascensione. Pio IX il 10 giugno 1857 incoronò l'immagine della Madonna di San Luca, che Leone XIII nel 1890 ha dichiarato patrona della città e della Diocesi.

                                     
                                   
INNO

Scendi dal trono fulgido,
bella del ciel Regina,
scendi al diletto Popolo
che innanzi a Te s'inchina,
e ti saluta Vergine
Madre del tuo Signor.


Dall'Oriente, mistica,
lieta, serena aurora,
nella città dì Felsina
giúngesti, alma Signora,
ai Padri che T'accolsero
pegno di pace e amor.


Sacro sul monte vigile,
il Tempio, a Te, solenne,
qual fonte indefettibile
d'una virtù perenne
sorse, decor, presidio
faro di luce ognor.


Arridi a noi propizia,
dolce, benigna Stella;
di Te nel cielo empireo
il Serafin si abbella;
Madre Ti acclama un Popolo,
T'offre gl'incensi, i fior.

Maria, Maria, a Te nei secoli
gloria dai figli e amor.

                        

                           INNO


«Vergine madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d'eterno consiglio,


tu se' colei che l'umana natura
nobilitasti sì, che 'l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.


Nel ventre tuo si raccese l'amore
per lo cui caldo ne l'eterna pace
così è germinato questo fiore.


Qui se' a noi meridiana face
di caritate, e giuso, intra i mortali,
se' di speranza fontana vivace.


Donna, se' tanto grande e tanto vali,
che qual vuol grazia ed a te non ricorre,
sua disïanza vuol volar sanz'ali.


La tua benignità non pur soccorre
a chi domanda, ma molte fiate
liberamente al dimandar precorre.


In te misericordia, in te pietate,
in te magnificenza, in te s'aduna
quantunque in creatura è di bontate».

Dal libro dell'Apocalisse di san Giovanni, apostolo 11, 19 - 12. 17

Il segno grandioso della donna nel cielo

Si aprì il santuario di Dio nel cielo e apparve nel santuario l'arca dell'alleanza. Ne seguirono folgori, voci, scoppi di tuono, terremoto e una tempesta di grandine. Nel cielo apparve poi un segno grandioso: una donna vestita di sole, con la luna sotto i suoi piedi e sul suo capo una corona di dodici stelle. Era incinta e gridava per le doglie e il travaglio del parto. Allora apparve un altro segno nel cielo: un enorme drago rosso, con sette teste e dieci corna e sulle teste sette diademi; la sua coda trascinava giù un terzo delle stelle del cielo e le precipitava sulla terra. Il drago si pose davanti alla donna che stava per partorire per divorare il bambino appena nato. Essa partorì un figlio ma­schio, destinato a governare tutte le nazioni con scet­tro di ferro (Sal 2, 9), e il figlio fu subito rapito verso Dio e verso il suo trono. La donna invece fuggì nel deserto, ove Dio le aveva preparato un rifugio perché vi fosse nutrita per milleduecentosessanta giorni.

Scoppiò quindi una guerra nel cielo: Michele e i suoi angeli combattevano contro il drago. ll drago combatteva insieme ai suoi angeli, ma non prevalsero e non ci fu più posto per essi in cielo. Il grande drago, il serpente antico, colui che chiamiamo il diavolo e satana e che seduce tutta la terra, fu precipitato sulla terra e con lui furono precipitati anche i suoi angeli. Allora udii una gran voce nel cielo che diceva:

«Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio, la potenza del suo Cristo, poiché è stato precipitato l'accusatore dei nostri fratelli, colui che li accusava davanti al nostro Dio giorno e notte. Ma essi lo hanno vinto per mezzo del sangue dell'Agnello, grazie alla testimonianza del loro martirio, poiché hanno disprezzato la vita fino a morire. Esultate, dunque o cieli, voi che abitate in essi. Ma guai a voi terra e mare, perché il diavolo è precipitato sopra di voi pieno di grande furore, sapendo che gli resta poco tempo».

Or quando il drago si vide precipitato sulla terra, si avventò contro la donna che aveva partorito il figlio maschio. Ma furono date alla donna le due ali della grande aquila, per volare nel deserto verso il rifugio preparato per lei per esservi nutrita per un tempo, due tempi e la metà di un tempo lontano dal serpente. Allora il serpente vomitò dalla sua bocca come un fiume d'acqua dietro alla donna, per farla travolgere dalle sue acque. Ma la terra venne in soccorso alla donna. aprendo una voragine e inghiottendo il fiume che il drago aveva vomitato dalla propria bocca.

Allora il drago si infuriò contro la donna e se ne andò a far la guerra contro il resto della sua discendenza, contro quelli che osservano i comandamenti di Dio e sono in possesso della testimonianza di Gesù.

Dal «Discorso per l'incoronazione della B.V. di San Luca»
di Pio IX, papa

(testo originale custodito nel Santuario della B.V. di San Luca)

Maria ci incoroni in cielo

La tenera e sublime circostanza che riempie il vostro e il mio cuore di tanta allegrezza in sì bel giorno, m'ispira, o miei cari Bolognesi, íl desiderio di dirigervi alcune poche ma sostanziali parole. Ascoltate dunque con quella pietà e religione che è tutta propria di voi, o figli miei dilettissimi, e siate grati alla vostra amorosa Madre Chiesa santa, che procura sempre delle nuove consolazioni ai figli suoi.

Voi apprenderete subito accennarsi ora da me alla Incoronazione, che abbiamo fatta, io con le mie mani e voi con i vostri desideri e affetti, di questa augusta Immagine di Maria, che vi ricorda la Figlia dell'Eterno Padre, la Madre del Divin Figlio, la Sposa purissima dello Spirito Santo, la nostra Regina, la Madre nostra dolcissima.

Ma eccovi la gravità ed importanza delle parole, che m'interessa d'imprimere nel vostro cuore, ed in quello dei vostri figli e nipoti. Non sono semplici e sterili cerimonie i sacri riti della Chiesa, bensì sono essi fecondi e ripieni di grandi e utili significazioni; e queste tutte dirette al ravvicinamento della fede, ed al miglioramento del cristiano costume. Con un tal rito voglio dirvi, noi abbiamo stipulato con l'Immacolata gran Vergine un contratto! E cioè io, per me e per voi, ho pregato Maria, che siccome noi la incoroniamo qui in terra, così Ella voglia incoronarci poi tutti nel-l'eterna gloria del cielo.

Io ho una speranza fidente dolcissima, che questa Madre amorosa abbia accettata la mia preghiera; perché se Essa è la prescelta «ab aeterno» a inghirlandarsi delle corone che le tessono, tanto più vorrà Ella gradire una tal corona da voi, che siete di Lei veramente divoti, e riverenti e fedeli alla Chiesa del suo divin Figliuolo.

Sì, o Bolognesi amatissimi, vi è molta fede fra voi, ed io me ne compiaccio grandemente, e ringrazio il Signore. Ma riflettete che, specialmente ai giorni nostri, viene essa insidiata per ogni verso, e che dei nemici vi sono, i quali si adoperano con ogni sforzo, ed anzi raddoppiate ìl coraggio e la virtù per conservarla sempre più viva, e per difenderla ad ogni costo.

La Benedizione nostra apostolica vi conservi nei vostri cristiani propositi, vi difenda e conforti in tutti gli incontri di questa misera vita, e specialmente vi aiuti, difenda, e salvi quando consegnerete l'anima vostra al divin Giudice, cui sia onore e gloria ovunque per sempre ed in eterno.

Nessun commento: