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Richiesta di preghiere

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Per la Richiesta di Preghiere è possibile da oggi utilizzare il MODULO che si trova qui a sinistra.

Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

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domenica 8 ottobre 2017

Omelia della santa Messa serale Medjugorje, 2 ottobre 2017 presieduta da fra Danko Perutina


Dal Vangelo secondo Matteo
In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: “Chi dunque è più grande nel Regno dei Cieli?””
Allora chiamò a Sè un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: “In verità Io vi dico: se non vi convertirete e diventerete come i bambini non entrerete nel Regno dei Cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino costui è il più grande nel Regno dei Cieli. Chi accoglie un solo bambino come questo nel Mio Nome accoglie Me. Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perchè Io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la Faccia del Padre Mio che è nei cieli”.

Parola del Signore


Fratelli e sorelle, nel brano del Vangelo che abbiamo appena sentito viene descritta la quotidianità di Gesù. Al mattino presto Gesù si alza e prega, parla con i discepoli e con i bambini. Sta in loro compagnia e approfitta di ogni occasione per darci un insegnamento.
Questa sera parla ai discepoli, perchè sa che stanno pensando chi è il primo o chi sarà alla sinistra o alla destra di Gesù nel Regno dei Cieli. Già qui sulla terra volevano ottenere posti d’onore. Vogliono essere grandi.
In qualche modo in ogni uomo esiste questo desiderio di essere più grande degli altri.
Gesù, invece, non segue questa strada. Per questo motivo prende un bambino, lo mette tra Sé e loro e da loro una lezione chiarissima. Dice: “In verità vi dico: se non vi convertite e diventate come i bambini non entrerete nel Regno dei Cieli”.
Quando ha iniziato a parlare le prime parole di Gesù erano: “Convertitevi e credete al Vangelo”.
Questa è la chiave per la salvezza. Ciascuno di noi vuole essere felice. Non esiste un uomo che voglia essere triste e infelice.
Esiste una sola possibilità di essere felici e cioè che ci convertiamo e crediamo al Vangelo.
Convertirsi significa fare un cambiamento già adesso, oggi. Non rimandiamo il cambiamento all’anno prossimo o alla fine della vita.
Si tratta di una chiamata urgente, di un invito che Dio ci fa adesso.
Nella conversione sono importanti la volontà e il cuore. Dobbiamo rinunciare ai nostri piccoli dei che adoriamo ogni giorno.
Altre realtà occupano il nostro cuore e ci creano dipendenze: i mezzi di comunicazione, il caffè, il lavoro, le opinioni degli altri. Questi sono piccoli dei che stanno al primo posto nel nostro cuore. Invece non dovrebbero esserci.
L’unico che deve stare su quel trono è Dio.
Dopo che abbiamo preso questa decisione dobbiamo perseverare. Questo è ancora più difficile. Tante volte abbiamo preso le decisioni giuste, ma poi le abbiamo accantonate.
Senza la rinuncia non c’è la conversione. La rinuncia riguarda le piccole cose, perchè i piccoli passi portano in cielo.
Ogni giorno dobbiamo rinunciare a ciò che ci appesantisce, anche se non è facile. Anche se ci duole.
Se la conversione non duole non è una vera conversione.
Con una vera conversione l’uomo sente la pace nel profondo del cuore, perchè sa di aver preso la decisione giusta.
Purtroppo a noi succede che ciò che abbiamo non lo vogliamo lasciare: onore, soldi, potere. Teniamo fortemente a queste cose. Invece spesso ci capita di essere presi nella trappola del maligno.
Gesù è chiaro: “Chiunque voglia seguirmi rinunci a se stesso. Ogni giorno prenda la sua croce e Mi segua”.
La conversione è un lavoro quotidiano.
Essa è costituita da due passi. Il primo si può chiamare “nascita”.
Come un bambino nasce così anche noi dobbiamo nascere alla nostra vita quotidiana.
Ma non basta nascere. Bisogna anche crescere. Questo è già il secondo passo.
Secondo l’esame di coscienza dobbiamo rinunciare al peccato e dopo possiamo addormentarci nella benedizione del Signore.
Il Signore è sempre il primo che prende l’iniziativa. Lui ci chiama e attende la nostra risposta.
Egli dice: “Vi darò un cuore nuovo e uno spirito nuovo. Toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne”.
Nella Bibbia abbiamo diversi esempi di conversione. Così è anche per alcuni santi.
Il figliol prodigo torna al Padre. Lui lo abbraccia senza chiedere nulla. Lo accetta. Il motivo principale per cui il figlio è tornato è perchè sapeva che il Padre è buono.
La conversione di Zaccheo al quale è bastato uno sguardo di Gesù. Egli risponde: “Rendo quattro volte ciò che ho preso”.
Zaccheo che era andato per la strada sbagliata ritorna tra le braccia del Signore.
Ricordiamo anche san Paolo, sant’Agostino e san Francesco di cui festeggiamo il ricordo tra poco.
Questi sono risposte agli interventi del Signore. Dio entra nella vita di ciascuno.
E noi?
Credo che voi ed io qualche volta abbiamo risposto e qualche altra no. Ma alla chiamata del Signore non dobbiamo rimanere sordi. Dobbiamo aprire i nostri cuori alla grazia che ci da.
Prima di tutto dobbiamo conoscere Gesù.
La strada migliore per conoscerLo è nella preghiera in ginocchio.
Per prima cosa dobbiamo rinunciare al peccato e poi dobbiamo rivolgere i nostri sentimenti, pensieri, cuore, anima verso di Lui.
Non dobbiamo dimenticare che Dio non manda nessuno all’inferno. Gesù non è venuto sulla terra per mandarci all’inferno, ma affinché il Suo Amore immenso ci porti nel Regno dei Cieli. Noi, con i nostri comportamenti quotidiani, decidiamo se vogliamo andare in quel Regno o in un altro regno.
La conversione è la vita secondo la Volontà del Signore. Ogni giorno preghiamo “sia fatta la Tua Volontà”.
E qual è la Volontà del Signore per noi? La nostra salvezza.
Un episodio particolare è accaduto ad Emile Zola, fondatore di una loggia massonica.
Un giorno ha visitato una chiesa non per pregare, ma per deridere “il popolo stolto” che la frequentava.
Quella stessa sera Zola è caduto e ha riportato la triplice frattura dell’osso della gamba. L’arto si è gonfiato e due mesi dopo la situazione era peggiorata al punto che i medici hanno pensato di amputare la gamba.
Egli passava il tempo sdraiato a letto. Una notte ha fatto un sogno particolare: si è visto nella stessa chiesa in cui era entrato per deridere e ha visto che c’era una folla che gioiva. Tutti potevano camminare agevolmente, mentre lui si doveva muovere con le stampelle. Ad un certo momento ha visto una Signora con un Bambino in braccio andare verso l’altare. Questa Signora si è rivolta verso di lui e ha detto: “Ma non hai nessun desiderio che Io possa realizzare per te? Getta le stampelle e cammina!”
La Signora gli è sembrata gentile e gli pareva una Madre. Egli ha cominciato a cantare quel canto che aveva sentito quando era entrato in chiesa “Dominus vobiscum”.
Il giorno dopo sua moglie gli ha chiesto cosa fosse successo, perchè di notte lo aveva sentito cantare quel canto di chiesa. La risposta da parte di Zolà è stata di accendere una candela davanti all’immagine della Madonna. Subito ha sentito la gamba tremare. Si è alzato in piedi e non ha sentito più alcun dolore e nessun gonfiore.
Si è recato dal suo parroco e lo ha messo al corrente della sua conversione. Ha rinunciato alla massoneria e poi si è recato dal Santo Padre Leone XIII a chiedere il perdono.
Fratelli e sorelle, ogni volta che permettiamo che nella nostra vita entri Dio avviene un cambiamento. Dio può entrare in tanti modi: attraverso la visione come a Zola, attraverso le apparizioni che avvengono qui e in tanti altri posti del mondo…
Ma c’è qualcosa in noi che si può opporre alla chiamata del Signore. Questa è la paura di convertirsi e di dover lasciare tutte le cose a cui siamo legati: persone, potere, soldi. Bisogna rinunciare a tutto ciò che ci pare importante per deciderci veramente per Dio.
Non abbiamo paura di non salvarci, ma abbiamo paura di lasciare il peccato. Non c’è un’altra via.
Perciò Gesù prende quel bambino piccolo, puro, innocente che magari era sporco, ma aveva gli occhi e il cuore puro. Il bambino ha lo sguardo limpido. Il bambino è per noi un punto di riferimento.
Gesù ci fa quella catechesi già citata. Il bambino non può difendersi. Aspetta tutto dagli altri.
Nella cultura greco romana il bambino non aveva nessun ruolo.
Un adulto non aveva nulla da imparare da un bambino e non lo prendeva nemmeno in considerazione.
Se noi guardiamo il nostro tempo nei bambini si spegne il loro spirito infantile, perchè devono avere tutto e diventano i più grandi consumatori, ancor più dei loro genitori. Devono avere tutto e adesso. Se non succede si mettono a piangere.
Come conseguenza i bambini crescono troppo veloci. Diventano veri tiranni e invecchiano velocemente. Nei loro volti si vede già un’oscurità dovuta alla preoccupazione. Più avanti non c’è altro rimedio di cercare aiuto da qualche psicologo o psichiatra per cercare di portare la situazione alla normalità.
Fratelli e sorelle, meditiamo su questo bambino che Gesù ci ha messo davanti. Egli ci ammonisce che chi lo scandalizza sarà buttato nel mare con una pietra di mulino al collo.
In questo giorno degli angeli custodi vogliamo pregare il Signore di darci quel cuore e quell’anima per diventare piccoli, semplici e umili.
In questo ci può aiutare il nostro angelo custode, perchè lui è un essere spirituale che continuamente guarda il Volto del Signore.
Gli angeli intercedono tra l’Onnipotente e gli uomini.
Credo che tutti noi conosciamo la preghiera all’angelo custode che le nostre madri ci hanno insegnato .
Gli angeli portano nelle loro mani le nostre preghiere a Dio. Ogni anima ha il suo angelo custode.
Il papa Pio IX raccontava spesso un evento che aveva vissuto da bambino e che mostrava l’aiuto del suo angelo custode.
Ogni giorno da ragazzo serviva la Santa Messa nella cappella di casa. Mentre un giorno stava facendo il chierichetto ha sentito nel cuore un’angoscia e una paura forte. Non ne sapeva il motivo. Ha sentito il suo cuore battere forte nel petto.
Ha voltato lo sguardo verso l’altare come se cercasse qualcuno. Ha visto un bellissimo ragazzo che lo chiamava. Confuso da questa visione non si è mosso, mentre questo ragazzo continuava a chiamarlo. Ad un certo momento è andato verso l’angelo. In quell’istante una statua è caduta proprio dove un momento prima stava lui.
Da Vescovo prima e da Papa poi ha spesso raccontato questo episodio lodando il suo angelo custode per averlo protetto.
Cari amici, ringraziamo il Signore perchè ha dato a ciascuno di noi un angelo custode.
Signore, vogliamo risponderti per fare come tanti santi e martiri nella Chiesa Cattolica un’alleanza nella Verità e nell’Amore per poter essere coloro che divulgano il Vangelo fino alla fine del mondo.
Amen.
Sia lodato Gesù Cristo.


Registrazione di Flavio Deagostini – Trascrizione A. Bianco

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