Dal Vangelo secondo Luca
Lungo il cammino verso Gerusalemme, Gesù attraversava la Samarìa e la Galilea.
Entrando in un villaggio, gli vennero incontro dieci lebbrosi, che si fermarono a distanza e dissero ad alta voce: «Gesù, maestro, abbi pietà di noi!». Appena li vide, Gesù disse loro: «Andate a presentarvi ai sacerdoti». E mentre essi andavano, furono purificati.
Uno di loro, vedendosi guarito, tornò indietro lodando Dio a gran voce, e si prostrò davanti a Gesù, ai suoi piedi, per ringraziarlo. Era un Samaritano.
Ma Gesù osservò: «Non ne sono stati purificati dieci? E gli altri nove dove sono? Non si è trovato nessuno che tornasse indietro a rendere gloria a Dio, all’infuori di questo straniero?». E gli disse: «Àlzati e va’; la tua fede ti ha salvato!».
Parola del Signore.
Cari fratelli e sorelle, tutti noi che siamo venuti questa sera alla santa Messa e coloro che ci seguono attraverso la radio siamo d’accordo che oggi non è facile educare i figli. Non è facile essere educatore e genitore, ma è bello ed è utile.
Tanti genitori ed educatori si chiedono: “Cosa serve per educare bene i figli?” Si potrà rispondere che servono tanti soldi per il nutrimento, la scuola, i vestiti…
Questa sera, però, tutti saremo d’accordo che prima di tutto serve l’amore, l’attenzione, la tenerezza, il rispetto. Senza questo il bambino non è completo.
L’uomo non è solo di questa terra. Non vive di solo pane, ma vive della Parola di Dio e dell’Amore che Dio gli dona attraverso le altre persone.
Con che cosa si alimenta l’amore? Con altro amore.
Con che cosa si rafforza l’amicizia? Con altra amicizia.
Quando ci piace fare del bene? Quando veniamo ringraziati per ciò.
Oggi in alcuni matrimoni e in alcune famiglie il clima è terribile. E’ freddo e grigio.
Se non c’è una buona parola, non c’è gratitudine, non c’è mitezza le persone vivono insieme, ma sono così lontane fra di loro.
Per l’uomo è importante essere amati. E’ importante scambiare i sentimenti.
Nel Vangelo di oggi si parla dell’amore che viene espresso attraverso la gratitudine.
Abbiamo sentito nel Vangelo che abbiamo appena letto che mentre Gesù camminava dieci lebbrosi gridavano chiedendo il Suo aiuto. La loro situazione era disperata, perchè non esisteva alcuna medicina. Il corpo moriva lentamente.
Siccome la lebbra era una malattia che infettava gli altri i lebbrosi erano esclusi dalla società e dalle proprie famiglie.
Non potevano aver alcun contatto con le persone sane. I lebbrosi abitavano fuori dai villaggi e dovevano solo aspettare la morte.
Erano persone senza speranza, senza famiglia, senza amici. Erano quasi dei sepolti vivi.
Questi lebbrosi hanno sentito che passava Gesù e che era un Uomo di Dio che compiva miracoli. Per loro era l’ultima occasione di guarigione.
Siccome non potevano avvicinarsi alle persone sane i dieci lebbrosi hanno iniziato a gridare da lontano: “Gesù, Maestro, abbi pietà di noi!”
Gesù non poteva non sentire questo grido. I lebbrosi, esclusi dalla società, erano i più poveri di tutti.
Egli li manda dai sacerdoti, perchè, secondo la legge, solamente loro potevano affermare che erano guariti e solo loro potevano permettere loro di tornare nella società.
Gesù non voleva esporsi all’attenzione pubblica.
Mentre si allontanavano tutti e dieci i lebbrosi sono stati purificati, ma solo un samaritano è tornato per ringraziare Gesù. Era samaritano e non giudeo. Era uno straniero. Gli altri hanno dimenticato così velocemente la benevolenza donata loro.
E’ evidente che Gesù era triste per questo.
Ci fa male quando qualcuno non ringrazia.
Gesù ha chiesto: “Non sono stati purificati dieci? Dove sono gli altri nove?”
Ha detto questo per far notare che i lebbrosi sono andati via sani, ma con il cuore chiuso, stretto nei propri interessi egoistici. Sono andati via sani nel corpo, ma malati nell’anima.
Quando Gesù compie il miracolo lo fa sulla base della fede del malato o di chi prega per lui.
In altri casi il miracolo serve per la conversione.
In questo caso, però, per gli altri nove il miracolo è rimasto soltanto sul corpo e la fede è continuata a mancare.
Gesù ha fatto il miracolo per uno solo. Il samaritano è guarito nel corpo e nell’anima. Per salvare uno solo Gesù ha aiutato anche gli altri nove.
L’amore ha una potenza così grande.
Cari fratelli e sorelle, nel brano del Vangelo di questa sera si riconosce ognuno di noi.
Tante volte nella nostra vita ci siamo trovati in situazioni difficili abbandonati da tutti. Siamo affetti dalla lebbra moderna che è il peccato.
Quante volte ci siamo rivolti a Gesù come hanno fatto quei lebbrosi. Quante volte Gesù ci ha purificati dai peccati. Noi ce ne siamo dimenticati subito. Non ci siamo abbandonati a Lui. Non abbiamo fatto un passo in avanti per seguirLo. Siamo tornati al nostro vecchio modo di vivere dimenticando di dire un semplice “grazie”. “Grazie per l’Amore che ci doni”.
Si tratta dell’Amore che proviamo ogni volta nella santa Confessione.
Mentre questa sera ascoltiamo le Parole di Gesù nella nostra testa ci sono le parole di questo mondo. Diventiamo dipendenti da queste parole. Diventiamo malati dalla lebbra moderna che si presenta sotto la forma dell’odio, dell’invidia, della superbia, della gelosia e dell’avarizia.
Gesù da noi vuole qualcos’altro. Vuole che ci abbandoniamo alla Sua Parola e che la meditiamo cercando in Essa la base per la nostra vita. Chiede a noi di abbandonarci alla Sua guida permettendo a Lui di cambiarci, trasformarci e purificarci.
Nel Vangelo abbiamo sentito Gesù che risponde al samaritano: “La tua fede ti ha salvato”. Ha salvato il corpo e l’anima.
Gesù vuole che anche noi ci salviamo. Sani nel corpo quanto ci viene dato dalla Sua Misericordia, ma sopratutto sani nello spirito.
Questa sera ci viene ricordato di ringraziare.
L’Eucaristia che questa sera celebriamo significa ringraziamento.
Se noi impariamo ad essere grati agli uomini saremo in grado di ringraziare anche Dio.
Dobbiamo sopratutto essere grati verso i nostri più prossimi. E’ importante saper ringraziare per ogni piccolo gesto d’amore.
Ringraziamo il figlio, il genitore, il vicino di casa, chi lavora con noi, la scuola, un passante. Dobbiamo saper sorridere alla commessa.
L’uomo generoso e grato merita l’attenzione della gente.
Con la sua gratitudine porta la tenerezza alle persone.
Questo cristiano è l’immagine del Signore Misericordioso, perchè lo Spirito Santo dimora in lui.
Questa sera abbiamo un bel compito.
Salutiamo i vicini di casa.
Facciamo un bel sorriso.
Ringraziamo i membri della nostra famiglia per l’attenzione che hanno ogni giorno nei nostri confronti.
Ringraziamo anche la nostra Madre Celeste che con grande Amore ha cura dei Suoi figli, Colei che porta tutte le nostre preghiere a Suo Figlio Gesù.
Sopratutto ringraziamo Dio, perchè ci ha dato un cuore simile al Suo. Lui ci ha creati a Sua Immagine.
Risvegliamo la nostra gratitudine a Dio per ogni cosa, anche per le più piccole.
RingraziamoLo ogni giorno per qualsiasi cosa.
Al termine di questa meditazione chiediamo al Signore di purificarci dalla lebbra moderna che ci distacca da Lui e dal nostro prossimo.
Una volta guariti e purificati veniamo davanti a Lui e diciamo il nostro “grazie”.
Amen.
Sia lodato Gesù Cristo.
Registrazione di Flavio Deagostini – Trascrizione A. Bianco
lunedì 20 novembre 2017
Omelia della santa Messa serale Medjugorje, 15 novembre 2017
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