"Cari figli, in questo tempo di grazia vi invito ad essere preghiera. Tutti avete problemi, tribolazioni, pene e inquietudini. I santi vi siano modello ed esortazione alla santità. Dio vi sarà vicino e voi sarete rinnovati con la ricerca e la conversione personale. La fede sarà per voi speranza e la gioia regnerà nei vostri cuori. Grazie per aver risposto alla mia chiamata".
Commento di Padre Livio di Radio Maria al messaggio del 25 ottobre
Questo messaggio ci apre lo scenario della Gerusalemme Celeste, cioè il Cielo a cui dobbiamo tendere, che è abitato dalla moltitudine degli angeli e dei Santi e ci aiuta ad impostare la vita come cammino di conversione, come cammino di santità, come cammino verso l'Eternità.
Questo sguardo di fede sul futuro diventa speranza, cioè certezza, come ci ha spiegato il Santo Padre che il termine della vita, per chi vive nella fede, per chi vive con il cuore aperto a Dio è l’abbraccio con Gesù, che ci porta nel cuore stesso della Santissima Trinità.
Possiamo sperimentare il Paradiso già in questa vita attraverso “la gioia che regnerà nei vostri cuori”, la gioia che Dio mette nei nostri cuori.
Nei messaggi di ottobre sempre la Madonna ha fatto riferimento al Cielo e ai Santi, indicando a noi la meta, il fine per il quale Dio ci ha creati: per conoscerLo, amarLo e servirLo e goderLo per sempre in Paradiso.
Vediamo dunque il messaggio: “Cari figli,” già questa espressione dovrebbe riempirci il cuore di gioia per questo sguardo materno di Maria.
Questo “Cari figli” non è rivolto solo ai medjugorjani, ma è rivolto agli oltre sette miliardi di abitanti della terra.
La Madonna parla a tutti, a Lei tutti gli uomini sono stati affidati e la Madonna ha specificato: ”mio Figlio mi ha detto che debbo essere Madre di tutti gli uomini”.
“In questo tempo di grazia”, è il tempo di grazia della redenzione che stiamo vivendo dopo la Resurrezione di Cristo, ma da quasi 37 anni la presenza quotidiana di Maria in mezzo a noi è tempo di speciale grazia.
Perché è qui da così tanto tempo?
Perché questo è il tempo in cui satana, sciolto dalle catene, sta cercando di annientare, distruggere la presenza di Cristo sulla terra, tempo di apostasia, tempo anticristico che è iniziato dalla rivoluzione francese fino a oggi.
Perciò la prima cosa è essere uniti a Cristo attraverso la preghiera: “vi invito ad essere preghiera”, non solo pregando, ma essendo noi preghiera viva. Mediante le preghiere diventiamo preghiera, mediante la testimonianza, mediante le buone azioni, mediante tutte le cose che facciamo per amore di Dio, siamo preghiera. Essendo preghiera siamo in comunione con Dio e siamo intercessori presso il Padre perché scenda la Grazia, la misericordia e la luce su questa povera umanità.
“Tutti avete problemi, tribolazioni, pene e inquietudini”. La Madonna ci fa capire che Lei come Madre vede benissimo la nostra situazione esistenziale, conosce tutti i nostri problemi, tutte le nostre tribolazioni, tutte le nostre pene, tutte le nostre inquietudini, sa benissimo che siamo tribolati, sa benissimo che siamo nella “valle di lacrime”.
Però ci dice di non ubriacarci di effimero, non maledire annegando nel peccato, non arrenderci alla strapotenza e alla strafottenza del male, ma guardare in alto, guardare i santi: “I santi vi siano modello ed esortazione alla santità”. I santi erano come noi, con i problemi quotidiani, le tribolazioni, le pene e le inquietudini, ma erano uomini di preghiera, uomini di fede, uomini di speranza, che hanno combattuto la buona battaglia. E perciò i santi ci siano di modello, ben piantati per terra nel pellegrinaggio quotidiano, lungo la via stretta che porta al Cielo.
Non si va in Paradiso in carrozza, ma con gli occhi fissi verso l’Eternità, facendo sì che la Grazia e l’Amore di Dio conquistino giorno dopo giorno tutta la nostra vita, in modo che anche noi siamo riflesso della santità.
In questo sforzo di camminare, portando la croce dei problemi, delle tribolazioni, delle pene e delle inquietudini, non siamo soli: “Dio vi sarà vicino” e con l’aiuto della sua Grazia, “voi sarete rinnovati”, giorno per giorno, “con la ricerca e la conversione personale”, la conversione è un cammino che dura tutta la vita. La conversione va desiderata, va ricercata, va riconquistata ogni giorno, non va mai abbandonata.
“La fede sarà per voi speranza e la gioia regnerà nei vostri cuori”, e così la vostra fede diventerà speranza. La fede è lo sguardo soprannaturale, è la luce di Dio con cui guardiamo la verità.
La fede che guarda avanti si chiama speranza.
La virtù della speranza è la certezza che Gesù non solo ci accompagna, ma che al momento del passaggio da questo mondo al Padre, ci aspetta, ci prende per mano e ci porta nel cuore stesso della Santissima Trinità.
Come diceva Sant’Agostino i due ladroni che erano al fianco di Gesù rappresentano due schiere di uomini: tutti sono peccatori, ma per quelli che si pentono e credono e si affidano, per loro c’è la speranza della salvezza, il Paradiso, e per quelli che non credono, non sperano, che chiudono il cuore, che bestemmiano, che muoiono senza fede e senza speranza, col rancore e l’odio nel cuore, per quelli non c’è il Paradiso, ma quello che Gesù chiama il “fuoco eterno”.
La riflessione cristiana, anche sulla scia della fede ebraica, (gli ebrei credono nel Purgatorio e vediamo nel libro dei Macabei, scritto 150 anni prima di Cristo, come già allora si facevano sacrifici e preghiere per i defunti), si è arricchita in un approfondimento del Purgatorio: per quelli che non sono perfetti per l’Amore di Dio c’è un tempo di purificazione.
Questa è la mappa dell’Eternità: la gioia del Paradiso, la gioia con la sofferenza del Purgatorio e poi la desolazione di coloro che volontariamente hanno rifiutato Dio nella loro vita.
L’esistenza del Paradiso, del Purgatorio e dell’Inferno è insegnamento infallibile della Chiesa, dei Concili Ecumenici e non può essere cambiato.
Come dice il Catechismo della Chiesa Cattolica: “nell’istante in cui l’anima si separa dal corpo, viene sottoposta al giudizio e immediatamente inviata o al Paradiso o al Purgatorio o all’Inferno”.
Per salvarsi basta dire “Sì” a Gesù, “sono un povero peccatore, abbi pietà di me” e la Madonna ha detto che anche quelli che hanno commesso peccati gravi per tutta la vita, se al termine della vita si pentono, si confessano e si comunicano, possono andare direttamente in Paradiso.
Non si può parlare della morte senza parlare dei Sacramenti che sono necessari, non tanto e non solo l’Estrema Unzione, quanto la Confessione, con il pentimento dei peccati e la Comunione che sono un lasciapassare per il Paradiso.
Aiutiamo i nostri defunti con i Sacramenti, la S. Messa, la Coroncina della Divina Misericordia, come ci ha insegnato Santa Faustina.
“ Trascrizione dall’originale audio ricavata dal sito: www.medjugorjeliguria.it
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