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Richiesta di preghiere

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Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

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lunedì 20 novembre 2017

Međugorje, martedì 14 Novembre 2017, memoria di San Nicola Tavelic e compagni martiri, omelia della santa Messa vespertina presieduta da fra Goran Azinović.


Dal Vangelo secondo Luca
Gesù disse ai Suoi discepoli: “Se qualcuno vuol venire dietro a Me rinneghi se stesso, prenda la sua croce ogni giorno e Mi segua. Chi vuole salvare la propria vita la perderà, ma chi perderà la propria vita per causa Mia la salverà.
Infatti quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero ma perde se stesso?
Chi si vergognerà di Me e delle Mie Parole di lui si vergognerà il Figlio dell’uomo quando verrà nella gloria Sua e del Padre e degli angeli santi”.
Parola del Signore


Cari pellegrini, cari parrocchiani, oggi la Chiesa ricorda san Nicola Tavelic.
Quando sono andato in seminario ho sognato di essere santo. Ho detto dentro di me: “Voglio essere santo”.
Adesso la penso già diversamente. Adesso vorrei essere un po' sacerdote, un pò medico, costruttore, ingegnere. Tutto questo ma non santo. E’ come se avessi perso la voglia della santità.
Quando a scuola domandate ai bambini cosa vogliono diventare da grandi si sentono elencare varie professioni: infermiera, commercialista, parrucchiera…
Nessun bambino ha mai risposto: “Voglio essere santo”.
Non tutti riescono ad iscriversi all’università di medicina o di economia e commercio, perchè c’è il numero chiuso. Per queste facoltà ci sono troppi giovani mentre l’ingresso del seminario è vuoto.
Il nostro Vescovo Ratko ha detto: “E’ possibile che tutti questi giovani vogliano aiutare gli altri attraverso la medicina o attraverso l’economia e non ci siano giovani che vogliano aiutare gli uomini a badare alla propria anima?”
E poi aggiunge: “Ad essere medico o commercialista si guadagna”.
Così ci accorgiamo che i nostri bambini non sono tanto umani. Non pensano ad aiutare gli altri, ma ad assicurarsi il proprio futuro.
Chi ha spinto i nostri figli a pensare in questa maniera a fare i calcoli? Noi genitori.
“Figlio, stai attento a cosa farai all’università. Pensaci bene. Studia qualcosa che ti farà guadagnare tanto e lavorare poco. Non sudare troppo. Gira il mondo. I tuoi figli possano vestirsi bene, mangiare bene e bere bene”.
Cari genitori, come la mettiamo con la santità?
Avete mai detto ai figli: “Desidero che ti iscrivi all’università per diventare santo? Desidero che un giorno ricevi la laurea della Chiesa quando ti dichiarerà santo”.
Avete mai detto ciò?
Una persona ha detto: “E difficile riconoscere un santo durante la vita e lo è anche dopo la morte”. Noi in Croazia vogliamo canonizzare il beato Stepinac e questo costa.
Non bisogna soltanto diventare santi, ma bisogna anche pagare tanto. Bisogna pagare ogni avvocato che guarda la pratica di canonizzazione.
Nella Chiesa si paga tutto, perfino la santità.
Personalmente avevo problemi con san Nicola Tavelic. In seminario mi hanno detto che era andato in Medio Oriente a predicare. Perchè è andato dove lo hanno ucciso? E’ colpa sua. Poteva rimanere in Bosnia dove era prima. Non sarebbe stato ucciso.
Caro Nicola, se fossi rimasto a casa non saresti santo, ma avresti avuto una vita più lunga.
Il Vangelo di oggi dice: “Chi cercherà di salvare la propria vita la perderà”.
I nostri frati uccisi durante la guerra mondiale potevano togliere la veste e consegnarla ai partigiani. I partigiani avrebbero chiesto: “Vi serve la vostra veste?” Se essi avessero risposto “non ci serve” non li avrebbero uccisi. Avrebbero ringraziato per la vita risparmiata. In futuro si sarebbero confessati l’uno dall’altro e avrebbero continuato a vivere.
Ma nessuno di loro ha fatto ciò. Nessuno ha consegnato la propria veste. L’hanno tenuta indossata, affinché i soldati li avrebbero potuti riconoscere. Sapevano benissimo qual era il prezzo di indossare la veste: perdere la vita.
San Massimiliano Kolbe aveva nel suo convento 800 religiosi. La nostra Provincia ne ha 250.
Cosa ha fatto lui? Ha creato una tipografia e ha stampato milioni di libri ogni mese. Era geniale.
Se tutti noi in questa chiesa potessimo adesso unire i nostri cervelli saremmo ancora la metà del cervello di Massimiliano Kolbe.
Era il religioso più bravo del ventesimo secolo ed è andato a finire ad Auschwitz.
Il comandante ha detto: “Ogni decima persona va a morire”. Ha contato e Kolbe era nono. Frank, un amministratore, marito e padre, era il decimo.
Kolbe poteva dire dentro di sé: “Dio mi ama, perchè mi ha messo al nono posto. Quindi Dio vuole che io viva. Quando uscirò continuerò a fare quello che ho fatto fino ad ora. Grazie a Te, o Dio, che mi hai messo al nono posto e oggi non sono morto”.
Poteva pensare così. La maggior parte di noi lo avrebbe fatto, ma lui no.
Kolbe ha chiesto: “Posso sostituire quell’uomo?”
Lui lascia tutto: i talenti, la tipografia, i religiosi.
Un uomo di grande talento lascia tutto.
Guardiamoci.
Guardiamo la nostra Bosnia - Erzegovina. Che cosa lasciamo noi? Niente.
Lottiamo sempre per avere un posto di lavoro, potere, soldi. Lottiamo con tutte le nostre forze.
L’uomo non prega più “donaci oggi il nostro pane quotidiano”, ma “donaci il pane per i miei figli, per i loro figli e per i figli dei loro figli”.
Questo è ciò che facciamo nei nostri Paesi occidentali.
Don Filippo della Comunità Cenacolo ha detto: “Sono stato in Svizzera. Sono stato bene. Hanno tutto, ma non hanno niente. Hanno fatto tutto così bene che non hanno più bisogno di Dio. Essi stessi possono assicurarsi tutto: la vita, l’educazione dei figli, lo studio delle lingue, la manodopera a basso prezzo”. Pregano: “Signore, puoi andare a fare le ferie. Non abbiamo bisogno di Te”.
In Bosnia - Erzegovina non siamo come in Svizzera, ma non siamo tanto lontano. Non siamo simili secondo lo standard, ma secondo la mentalità e lo spirito.
Questo non riguarda solo la Svizzera, ma il mondo occidentale in genere. Da tanto tempo l’Europa ha mandato in ferie Dio. “Dio, riposati. Non abbiamo bisogno di Te”.
Guardate il libro dei battesimi e capirete com’è la nostra fede.
Prima i re avevano un santo protettore. Si lottava per un santo. Perugia ed Assisi hanno lottato per avere san Francesco nella propria città.
Oggi viene portato un santo croato a Zagabria, san Leopoldo, e viene deriso. Si dice che viene portato un cadavere e non un santo. Così scrivono i giornalisti.
Ogni vocazione religiosa aveva il proprio santo protettore.
Ora non vengono più dati nomi come Pietro, Andrea, ai propri figli. Ora si chiamano Ronaldo, Messi…
Mamme, non so quale nome diate ai vostri figli, ma so che non sono i nomi dei santi.
Cari fratelli e sorelle, ecco cosa può dirci san Nicola Tavelic.
San Giovanni Maria Vianne dice: “La tiepidezza è lo stato della maledizione”. Non siamo buoni, ma non siamo nemmeno cattivi. Siamo tiepidi.
Allora guardiamo le stelle. Tales guardava le stelle e diceva fra sé: “Io sono buono”. Camminando guardando le stelle è caduto in un buco. Una ragazza che passava di là lo ha deriso: “Guarda piuttosto davanti a te e non guardare le stelle”.
Il nostro stato è come quello di Tales. Siamo uomini che guardano stelle e stelline e non vediamo i buchi che sono davanti a noi e ci cadiamo dentro.
Questo popolo ha abbandonato i santi. Non solo nelle preghiere, ma sopratutto nella vocazione.
Il mio consiglio è quello di pregare per sacerdoti santi e figli santi.
Gesù dice: “E’ tutto inutile se conquisti il mondo intero e perdi la tua anima”.
Ecco perchè Papa Benedetto ha detto: “Satana offre il falso bene per allontanarti da Dio”. Satana offre il male che è un bene falso.
Ci sono tanti beni falsi nelle nostre famiglie, nella nostra società, ma anche nella nostra Chiesa.
In questa santa Messa pregheremo perchè Dio doni santi alle nostre famiglie, al nostro popolo.
Il nostro popolo ha atteso per tanto tempo dei santi. San Nicola era il primo. Ora ne attendiamo un altro.
Il Papa ha canonizzato poco fa 35 santi. Cosa sono 35 santi in tutta la Chiesa? Noi siamo miliardi di persone.
Perciò il mio ultimo pensiero è quello di Gesù che oggi dice nel Vangelo: “Quale vantaggio ha un uomo che guadagna il mondo intero, ma perde se stesso?”
Passerà tutto. Passerà la tua carriera, la tua gioia, la tua falsa sicurezza, la tua vecchiaia e poi vedrai come hai fallito. Sarà tardi.
Gesù ti invita ad ogni Messa a non tardare.
La prima santa canonizzata nel nostro secolo è stata santa Faustina Kowalska. Non è un caso. E’ la santa della Misericordia.
Il Papa e la Chiesa hanno voluto dire: “Entriamo in questo millennio con questo santo. Solo la Misericordia ci può salvare”.
Perciò, fratelli e sorelle, procediamo con la Misericordia di Dio sul cammino della santità. Se non lo facciamo sarà tardi.
Amen


Registrazione di Flavio Deagostini – Trascrizione A. Bianco

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