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Richiesta di preghiere

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Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

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martedì 30 ottobre 2018

Omelia della santa Messa serale Medjugorje, 24 ottobre 2018


Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora viene il ladro, non si lascerebbe scassinare la casa. Anche voi tenetevi pronti perché, nell'ora che non immaginate, viene il Figlio dell'uomo».
Allora Pietro disse: «Signore, questa parabola la dici per noi o anche per tutti?».
Il Signore rispose: «Chi è dunque l'amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi.
Ma se quel servo dicesse in cuor suo: "Il mio padrone tarda a venire", e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l'aspetta e a un'ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli.
Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche.
A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».
Parola del Signore.


Cari fedeli, parrocchiani, pellegrini, ascoltatori di Radio Mir, da noi si dice: “L’uomo sogna; Dio decide”. In questa frase viene raccontata l’esperienza che nella nostra vita molte cose non sono sotto il nostro controllo e noi non possiamo fare nulla. Qualche volta speriamo qualcosa di bello e di buono, invece ci capita una disgrazia. La vita cambia completamente e non torna più come era prima.
Qualche volta, invece, abbiamo paura di qualcosa o di qualcuno, ma poi riesce bene tutto. Non dipende tutto dal Signore; diverse cose dipendono da altre persone e altre circostanze.
La Chiesa crede nelle Parole di Gesù che in questo mondo tanto influisce anche satana.
Fatte tutte queste considerazioni possiamo anche aggiungere che in ogni vita ordinata servono anche dei progetti. L’organizzazione fa parte della serietà e della responsabilità.
Già al mattino quando ci alziamo dobbiamo tenere conto di tutti gli impegni che abbiamo in quella giornata.
Se abbiamo famiglia i nostri piani riguardano il futuro: la casa, i figli, i risparmi. Tutto questo fa parte di una vita normale.
Ma il Vangelo che abbiamo letto ci pone un’altra domanda: sappiamo vedere oltre? Sappiamo guardare ciò che è al di là delle cose che sono di passaggio?
Qualche volta si sente dire che l’uomo continua a vivere nei propri figli. In verità non è così. Ciascuno è una persona a sé creata in modo unico. Ciascuno di noi torna al Creatore responsabile della propria vita.
I figli sono doni del Signore e possono arricchire la nostra vita, portare gioia e farci sentire importanti. Ma essi hanno la propria vita, perchè la nostra vita non continua in loro.
Nella Sacra Scrittura sta scritto che nella nostra vita non ci devono essere idoli. Nulla deve prendere il posto del Signore. Questo posto non deve appartenere neppure ai nostri figli. Ogni persona, anche quella più cara, fa parte di questo mondo di passaggio.
Per questa ragione è molto saggio innalzare lo sguardo verso una prospettiva eterna.
Come sta scritto: “La fede è l’attesa di quelle realtà che non vediamo, ma in cui speriamo”.
Spesso si sente dire: “Si vive una sola volta”. La fede, invece, ci insegna un’altra cosa. Ci insegna che in realtà si vive due volte: prima e dopo la morte.
La risposta alla domanda di quante volte si vive è la risposta più importante della nostra vita. Da essa si decide come guardare questo mondo e come comportarsi.
Per colui che pensa che si viva una sola volta è logico che i suoi obiettivi siano legati alla terra.
Colui che crede alla seconda vita è logico che ritenga che il suo futuro sia in cielo. Tenendo lo sguardo verso il Regno di Dio tale uomo modella la sua vita sulla base della legge del Signore. Ma appena si comincia a perdere la fede nell’Unico Dio nella nostra vita appaiono diversi dei. Attirano la nostra attenzione; imprigionano il nostro cuore; ci costringono a servirli.
Sono convinto che nessuno possa mettere in pratica la fede se non è convinto che questa vita conduce alla vita eterna e che a seconda di come avrà vissuto avrà la ricompensa eterna o la punizione eterna.
Non per niente la maggior parte delle parabole di Gesù parla della vita eterna.
Gesù era consapevole che tutte le Sue Parole, la Sua Vita, la Sua Passione sarebbero state senza senso se non ci fosse stata la Resurrezione e la Vita eterna.
Il salmista dice: “Signore, Tu sai tutto. Guarda se vado sulla via sbagliata e portami sulla via dell’eternità”. Proprio questa via che percorriamo ogni giorno dimostra se noi amiamo il Signore e se stiamo correndo verso l’eternità. O siamo con Lui oppure vogliamo dimenticare che un giorno tornerà a giudicare i vivi e i morti, come diciamo nel Credo.
Possiamo paragonare il giudizio all’operato del proprietario di una ditta. Se avrà lavorato bene e onestamente a fine anno non avrà paura di fare il bilancio. Anzi: sarà contento di poter mostrare come ha lavorato. Se è saggio ricompenserà anche i suoi collaboratori.
Se, invece, durante l’anno non ha lavorato bene è logico che avrà paura di una verifica. Magari qualche volta riuscirà anche ad ingannare quelli che vengono a controllare, ma prima o poi tutto verrà alla luce.
Il monito di Gesù a rendere conto non è un motivo di paura, ma è un invito alla fedeltà. Se saremo fedeli avremo la pace interiore che non potrà essere messa in discussione dalle inquietudini di questo mondo.
In una famiglia, quando la tv e internet non avevano ancora il ruolo principale, il nonno, il figlio e i nipoti giocavano a carte la sera. Il nipote più giovane ha chiesto al nonno: “Nonno, se sapessi che questa sera dovessi morire cosa faresti?” “Avrei fatto tutto ciò che faccio sempre: finito la partita, pregato il Signore e sarei andato a letto. Da tutta la vita so che prima o poi arriverà questo momento e ho cercato di prepararmi”. Poi il nonno ha chiesto al nipote: “E se tu avessi saputo che sta sera dovessi morire cosa avresti fatto? Si dice che nessuno è talmente giovane da non poter morire oggi e nessuno è talmente vecchio da non poter vivere domani”.
Nelle parole di questo vecchio c’è tutta la saggezza di una persona che vede oltre a questa vita.
In ogni santa Messa diciamo che siamo in attesa della gloriosa venuta del Signore. Con la Passione e Resurrezione del Signore siamo già in attesa della Sua Venuta. Questo è un elemento fondamentale della nostra fede. Se scompare avviene una morte spirituale.
Alla fine il bene e il male non avranno lo stesso peso. Chi avrà fatto il bene verrà ricompensato e chi il male verrà punito.
Se avremo vissuto in maniera degna e cristiana saremo consci che la morte è un passaggio dalla vita terrena all’eternità, dove non ci sarà più dolore e lacrime, come è scritto nel libro dell’Apocalisse. Se, invece, l’attesa dell’incontro con Cristo provoca angoscia dobbiamo pensare al modo in cui viviamo la vita quotidiana. Magari dobbiamo fare dei cambiamenti necessari. L’inganno più grande in cui possiamo cadere è l’idea di aver tempo, cioè che ci convertiremo magari più tardi.
Potrebbe capitarci di riuscire a proteggere il nostro cuore dall’inganno che Dio e la vita eterna non esistono, ma se pensiamo che davanti a noi c’è ancora tanto tempo saremo persi. Rimanderemo una cosa buona di giorno in giorno e i giorni finiranno prima di quanto potessimo immaginare.
Dobbiamo ricordarci che il Signore ci ha detto: “Siate sempre pronti”.
Se non ci convertiamo oggi è quasi sicuro che non lo faremo nemmeno domani.
Signore, aiutaci a comportarci come veri amministratori della vita quotidiana per essere degni della vita eterna.
Amen.

Registrazione: F. Deagostini Trascrizione: A. Bianco

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