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Richiesta di preghiere

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Per la Richiesta di Preghiere è possibile da oggi utilizzare il MODULO che si trova qui a sinistra.

Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

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domenica 3 giugno 2018

Omelia della santa Messa serale Medjugorje, 29 maggio 2018



Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Pietro prese a dire a Gesù: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito».
Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c'è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà. Molti dei primi saranno ultimi e gli ultimi saranno primi».
Parola del Signore.


Cari fratelli e sorelle in Cristo, cari pellegrini, un amico mio stava ponendo tutto il giorno i gradini di pietra nel suo giardino. Arrivata sua figlia di 5 anni voleva aiutarlo. Il papà ha detto che lei avrebbe dato il suo contributo cantando o raccontando qualche storia. La bambina si è rifiutata, perchè voleva proprio lavorare con lui. Amando la figlia il papà le ha dato il consenso. Ha cercato una pietra solida e stabile e le ha dato la possibilità di toccarla. Certamente avrebbe finito il lavoro molto più velocemente se fosse stato da solo, ma alla fine della giornata non solo i gradini erano posati, ma la figlia era anche fiera di come avevano lavorato e durante la cena ha dichiarato solennemente: “Io e papà abbiamo fatto i gradini”.
Vorrei prendere questa immagine per parlare di Dio che ci accetta come collaboratori nel Suo Regno. Come quella piccola bambina al termine della giornata o della vita potrò dire che io con il Signore avrò fatto tanto per l’annuncio del Regno dei cieli. Le Scritture ci dicono che senza di Lui non possiamo fare nulla e non siamo nulla. Noi possiamo fare soltanto quanto poteva fare quella bambina.
Senza lo Spirito di Dio non possiamo fare nulla, ma Dio usa noi servi inutili per continuare l’opera che Gesù ha iniziato: l’annuncio della Buona Notizia.
Quando Gesù ha pregato presso il lago Egli ha scelto solamente 4 apostoli tra i presenti e in tutta la Galilea ne ha scelti solo altri 8.
Gesù si rivolge a tanta gente per invitarli alla conversione, ma sul lago invita solo 4 a seguirLo in mezzo alla folla. Li invita a lasciare tutto: lavoro, casa, beni, famiglia per seguirLo. Egli desidera che non tornino mai più ai loro beni fino alla fine della vita. Essi non sanno dove andranno, cosa faranno; non conoscono la Sua legge, la Sua Vita. Non sanno proprio niente, neppure cosa aspetta loro. Hanno solamente sentito alcune parole dalla Sua bocca e lasciano tutto e Lo seguono. Hanno lasciato tutto e si sono incamminati con uno sconosciuto.
Non sono stati scelti perchè cercavano la verità o avevano la verità. La Verità arriverà dopo. All’inizio bastava la loro fiducia. La loro disponibilità a lasciare tutto era la condizione..
Lasciare tutto e seguirLo. Questa è la condizione per comprendere la Verità.
A noi non viene chiesto, quindi, di essere buoni o santi, ma di avere la fiducia completa in Gesù e di essere capaci a lasciare tutto a causa Sua.. Nulla deve essere d’ostacolo quando Gesù mi chiama.
La fiducia è legata alla fede. Quelle 4 persone non sapevano chi fosse Gesù e cosa volesse. Lui non aveva dove poggiare il Capo e tanto meno poteva assicurarlo a loro. Essi lo seguono perchè avevano fiducia.
E’ terribile vedere un bambino al terzo piano di una casa immersa nel fuoco e nel fumo. Il papà tiene la rete sotto assieme ai pompieri e urla al figlio di gettarsi. Il bambino non vede niente a causa del fumo, ma sente la voce dii suo padre. Se dovesse sbagliare cadrebbe sul cemento e sarebbe sicuramente la morte. Ma si butta, perchè ha fiducia in suo padre. Si tuffa nell’ignoto. Non sa cosa lo aspetta, ma ha fiducia in quella voce che lo ama.
I teologi dicono che la fede è un salto verso l’ignoto. Non c’è certezza.
Tra tutte le persone della Giudea e della Galilea Gesù ne ha scelti solo 12. Poi incontra un altro giovane e chiede a lui di lasciare tutto e di seguirLo, ma il giovane rifiuta e se ne và triste. Il suo cuore inquieto, toccato dallo Spirito Santo, voleva avvicinarsi a Gesù per seguirlo, ma questo cuore era pieno e il ragazzo non ha avuto il coraggio di svuotarlo. Ha scelto il denaro. Bisogna dire che non era un ladro; non aveva fatto nulla di male. Non aveva rubato; aveva vissuto secondo i Comandamenti di Dio, ma il suo cuore era prigioniero del denaro.
Quanti giovani sentono nel cuore di avvicinarsi a Gesù… Sono entusiasti e non si vergognano di inginocchiarsi davanti a Lui e di testimoniare pubblicamente la loro fede. Ma siccome il loro cuore è pieno di altre cose e non hanno il coraggio di svuotarlo ritornano indietro e la gioia diventa tristezza.
Anche oggi ci sono tanti giovani che hanno la vocazione, ma c’è sempre qualcosa che li frena. Dobbiamo pregare affinchè i cuori di questi giovani si svuotino da altri interessi e altri legami e il loro cuore possa essere libero.
La chiamata di lasciare tutto non è stata rivolta a tutti, ma solo a poche persone. C’erano tanti ragazzi che ascoltavano la Sua Parola, ma l’invito “Vendi tutto e seguiMi” Gesù l’ha rivolta solo a questo ragazzo. Quella chiamata di Gesù era molto chiara e l’ha seguito per tutta la vita. Sarà sorgente di tanta tristezza. Dire a Gesù “no” significa dire “sì” alla tristezza.
Gesù ha detto al giovane e agli apostoli di lasciare tutto non per provare povertà, fame e freddo, ma perchè ha assicurato loro tutto se si mettono a disposizione del Regno di Dio con una fiducia totale nel Signore. Questa è la fede.
Ogni tipo di fede si basa sulla fiducia.
Nel loro cammino avranno tutto; anzi: avranno molto di più. Cento volte di più, come dice il Vangelo di oggi.
Nel Vangelo di oggi si possono vedere due cose.
La prima è che Gesù invita a lasciare tutto. Non solo le cose esterne, ma lasciare quello che è nel nostro cuore. Lasciare tutto per mettere il Signore al centro dei nostri pensieri, sentimenti e delle intenzioni. Così comincerà a realizzarsi la promessa che avremo cento volte di più.
Ma il segno che abbiamo lasciato tutto per Gesù è la persecuzione.. é impossibile seguire Gesù senza essere perseguitati da questo mondo.
Sant’Agostino dice: “Se fino ad ora non hai sofferto a causa di Cristo domandati se hai iniziato a vivere secondo la Sua Parola”.
Se non abbiamo vissuto persecuzioni questo è il segno che non abbiamo lasciato tutto.
Soltanto Dio può chiedere all’uomo di lasciare tutto e l’uomo lo può fare soltanto per amore di Dio.
Il padre e la madre l’uomo li può lasciare solamente per un valore ancora più grande. Riceverà in cambio tutto assieme alle persecuzioni. La felicità promessa non è senza persecuzioni. Non c’è amore senza dolore.
Nell’Imitazione di Cristo sta scritto che se siamo colpiti da varie prove, da discriminazione sul posto di lavoro, derisione e sofferenze dobbiamo saper trasformare tutto in bene. Il Signore permette che prendiamo parte alla Sua croce per unirci a Lui sempre di più.
A questo ha pensato san Paolo quando ha detto che noi nel mondo siamo coloro che non hanno nulla, ma possiedono tutto.
Nella vita di sant’Antonio vediamo cosa significa lasciare tutto.
Colui che rinuncia tutto lascia campi, casa, moglie, ma rinuncia anche alla propria vita. Sant’Antonio voleva morire per il suo Signore. Non ha lasciato solo ciò che era attorno a sè, ma ha rinunciato alla propria vita per il suo Maestro. In cambio Dio l’ha amato tanto e gli ha dato tante grazie. Ha compiuto tanti miracoli e quando predicava tutti lo ammiravano, perfino i pesci e gli uccelli. Le sue parole compivano miracoli.
Oggi abbiamo conservata la raccolta delle sue prediche. Se io pronunciassi le sue parole non avrebbero lo stesso effetto. Le stesse parole, ma con effetti completamente diversi.
Se pronunciassi le parole di sant’Antonio nessuno sarebbe entusiasta come nella sua epoca. Non sono quindi importanti le parole, ma lo Spirito di Dio che dimora in noi.
Le parole non hanno la forza di salvare. E’ Gesù Cristo che salva. Le parole sono soltanto il vestito che riveste lo Spirito di Dio, il fuoco dell’Amore di Dio. E’ lo Spirito che da la vita alle parole.
Quando lascio tutto e svuoto il mio cuore per il Signore lo Spirito parlerà, entusiasmerà e muoverà le persone. Opererà attraverso di me.
Termino con una storia interessante.
Il filosofo Diogene mangiava pane e ceci. Il suo collega Aristipo, che aveva una bella vita e mangiava nel palazzo del re, lo ha visto e gli ha detto: “Diogene, impara ad essere sottomesso al re. Non vivrai più di ceci e pane”.Diogene gli ha risposto:”Aristipo, impara a vivere solo di ceci e di pane e non dovrai sottometterti al re”.
Fratelli e sorelle, finchè siamo legati alle persone e alle cose dovremo sempre essere sottomessi a qualcosa e avremo sempre paura di perderla.
Quando diventeremo interiormente liberi, quando lasceremo tutto per Lui, potremo vivere il Regno dei Cieli e la vita liberamente anche se saremo perseguitati e se mangeremo solamente pane e ceci.
Amen.
Sia lodato Gesù Cristo.

Registrazione: F. DeAgostini – Trascrizione : A. Bianco

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