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Richiesta di preghiere

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Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

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giovedì 28 giugno 2018

Omelia della santa Messa Medjugorje, 24 giugno 2018 officiata da fra Marinko Sakota



Dal Vangelo secondo Luca
Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio.. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei.
Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c'è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome».
Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All'istante si aprirono la sua bocca e la sua lingua, e parlava benedicendo Dio.
Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.
Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.
Parola del Signore.

Cari fratelli e sorelle, perchè la Madonna è apparsa per la prima volta sul Podbrdo il 24 giugno 1981, nella solennità di san Giovanni Battista? E’ stato un caso oppure la Madonna ha scelto proprio quel giorno per visitare questa regione montuosa?
Visto dalla prospettiva attuale tutto ci dice che non è stato un caso. Quel giorno è stato il punto da cui tutto ha avuto origine.
Perchè Giovanni? Chi era Giovanni? Uno spartiacque posto tra l’antico e il nuovo Testamento. Con lui si è concluso un periodo della storia e ne è iniziato un altro. La Madonna ha iniziato con Giovanni e questo significa che ha voluto iniziare qualcosa di molto serio, qualcosa della cui importanza non siamo coscienti.
Ella ci ha posto davanti un esempio per capire quando parla di conversione. Per capire il digiuno dobbiamo guardare Giovanni che preparava la via per Gesù. Giovanni ci sia d’esempio.
Ci sono molte similitudini tra Giovanni e Maria.
Nella festa di san Giovanni Battista la Madonna ci ha portato Suo Figlio Gesù che teneva tra le braccia. Cosa ha voluto dirci? Quello che diceva Giovanni: “Ecco il Messia. Ecco l’Agnello di Dio. Ecco Colui in cui trovare pace”.
Giovanni era una voce nel deserto. Non lo è forse anche Maria da 37 anni? Nel deserto presente nei cuori degli uomini.
Chi ha percepito per primo la venuta di Maria ed ha esultato di Gioia? Giovanni nel grembo di sua madre Elisabetta. Avete mai pensato a questo? Un bambino non ancora nato ha riconosciuto ed ha annunciato il Messia. Un bambino non ancora nato! Che messaggio per i nostri tempi!
In quel periodo Maria portava nel Suo Grembo un Bambino appena concepito. Nella festa di san Giovanni Battista ha portato tra le Sue braccia il Bambino Gesù. Molti cuori hanno percepito la Sua venuta. Per primi quelli dei veggenti, poi quelli dei parrocchiani e dei fedeli delle parrocchie vicine e alla fine quelli dei fedeli di tutto il mondo. Sì, del mondo intero.
Matteo scrive: “Da tutta Gerusalemme, tutta la Giudea e la zona lungo il Giordano accorrevano a lui e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano confessando i loro peccati”. Sì, confessando i loro peccati. Qui a Medjugorje ne siamo testimoni.
Maria ha scelto la solennità di Giovanni Battista, ma anche questa parrocchia, due colline - il Podbrdo e il Krizevac - e ciascun individuo.
Le due colline sono come le due braccia in cui Nostra Madre ci accoglie. Quei monti sono più di due semplici colline. Uno, infatti, è Betlemme, il luogo in cui Maria ha portato il Bambino Gesù e l’altro è il Golgota, dove la Stessa Madre prega ai piedi della croce di Suo Figlio.
Una collina ci porta a far nascere Gesù in noi e l’altra ci conduce alla Resurrezione. Nella vallata troviamo la chiesa presso la quale ci confessiamo e nella quale ci nutriamo.
Questi tre luoghi sono un triangolo? No. Direi piuttosto che sono un cuore.
Ecco che allora ci diventa chiaro il messaggio di Maria. Ella desidera che La seguiamo e La imitiamo. Lei è andata sui monti e nel Tempio. Tutto ciò che faceva lo faceva col Cuore.
I monti sono un invito ad un esodo, ad uscire dal modo quotidiano di pensare, di vedere le cose. Saliamo i monti per uscire da noi stessi e sperimentare un modo diverso di vedere e di pensare per mezzo della meditazione dei misteri del Rosario sul Podbrdo e della Via Crucis sul Krizevac. Saliamo sui monti per conoscere noi stessi alla luce di Gesù e per permetterGli di cambiare i nostri cuori. Ma i nostri monti non sono la meta finale del nostro cammino.
Luca scrive: “In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa in una città di Giuda”. E poi Luca scrive ancora: “Entrata nella casa di Zaccaria salutò Elisabetta”. Maria desidera che andiamo più spesso sui monti Podbrdo e Krizevac per staccarci da amici e nemici, dal lavoro, dalle ricchezze e dalla povertà, dalle gioie e dalle preoccupazioni per poterci avvicinare a Gesù.
Tutto questo per poi dirigerci verso una città della Giudea ed entrare nella casa di Zaccaria, cioè per dirigerci verso gli altri, ma come persone diverse e con Gesù nel cuore.
Quando entriamo nella casa, come ha fatto Maria da Elisabetta, i cuori delle persone che incontriamo devono sussultare di gioia.
Quando abbiamo preoccupazioni rechiamoci sui monti così il nostro passo diventerà più sereno e il nostro cuore cambierà.
Ricordiamo le parole di fra Slavko Barbaric. Egli diceva: “Le arrabbiature, i nervosismi, le bestemmie, le ubriachezze, i litigi, le dipendenze da droghe, le insoddisfazioni, le mormorazioni, le insicurezze, le paure sono solo alcuni dei segni che ci indicano che abbiamo perso quel ritmo che ci rende felici e ci da la possibilità di incontrare noi stessi, gli altri, la natura e Dio.
La droga, l’alcol, la musica molto alta, le urla, i consumi smodati di cibi e bevande sono solamente disperati tentativi di arrivare ad un ritmo nuovo.
Fra Slavko continua: “Per poter tornare al ritmo originario di pace oggi è necessario prendere molto più tempo per pregare, per stare in silenzio, per leggere la Parola di Dio rispetto ai tempi passati, perchè ci sono sempre più situazioni che ci distolgono da quel ritmo.. Perciò i molti cristiani che pregano e celebrano la Messa velocemente e si confessano distrattamente non entrano nel ritmo nuovo e non hanno la forza di cambiare nulla nella loro vita.
La salvezza sta nella preghiera, nel stare con Dio e nel tornare a noi stessi”.
La Madonna ci mostra la via per trasformarci da Marta, con una vita di stress e inquietudine per tante cose che sembrano molto importanti, in Maria che è cosciente che una sola cosa è necessaria: andare sulla montagna e nel Tempio, ascoltare la Sua Parola e rimanere in ginocchio davanti al Santissimo Sacramento o recarsi nel Confessionale o pregare con il Rosario in mano, leggere la Sacra Scrittura o mangiare pane e acqua nel giorno di digiuno.
Maria ha scelto la solennità di san Giovanni Battista, perchè Giovanni è molto attuale anche oggi.
Oggi molti singoli e molti stati non conoscono la propria identità. Non sanno chi sono.
Giovanni è per noi l’esempio dell’uomo che sa chi è e chi non è. Egli dice di non essere il Verbo, il Messia, Elia, nè il profeta. Lui sa chi è: “Io sono la voce di uno che grida nel deserto”. Giovanni è completamente appagato di ciò che è. Non è infelice per quello che non è e che non può essere.
Gesù dice di Giovanni che è un profeta. E’ più di un profeta: è l’ambasciatore e precursore del Messia. Queste dichiarazioni di Gesù riguardo a Giovanni sono chiare, ma la seguente ci confonde: “Tra i nati da donna non è sorto uno più grande di Giovanni Battista”, tuttavia il più piccolo nel Regno dei Cieli è più grande di lui”. Nessuno è più grande di Giovanni, ma allo stesso tempo ciascuno è più grande di lui. Come si può comprendere ciò?
Agli occhi degli uomini nessuno era più grande di Giovanni che con la sua vita virtuosa superava tutti gli altri. Da un punto di vista naturale Giovanni aveva raggiunto la vetta. Era molto stimato. Le persone lo cercavano. Addirittura circolava la voce che fosse lui il Messia.
Noi come avremmo reagito se fossimo stati al posto di Giovanni? Quelle voci non ci avrebbero fatto piacere? Noi avremmo cercato di far sì che tutto ruotasse attorno al nostro ego e che fossimo più grandi degli altri..
Noi vorremmo essere qualcuno agli occhi degli altri. Giovanni non è rimasto solo “un nato da donna”. Non si è fermato ad un livello naturale, ma è nato nuovamente. Giovanni ha superato lo stadio in cui si vuole essere importanti davanti agli altri. Giovanni misura se stesso a partire da Gesù. Giovanni cresce in sapienza e comprende che Gesù deve crescere ed egli deve diminuire.
In altri brani del Vangelo Giovanni dice: “Colui che viene dopo di me è più grande di me”. “Io non sono degno di di sciogliere i lacci dei Suoi sandali”.
Giovanni ci insegna che la cosa principale è imparare a conoscere la propria missione conoscendo e accettando se stessi. Dobbiamo essere felici per come siamo, essendo consapevoli di avere grandi possibilità di fare del bene.
Noi ci troviamo ancora al livello di “nati da donna”, al livello naturale in cui cresciamo fisicamente e psichicamente, aumenta la nostra cultura e sviluppiamo i nostri talenti. Vogliamo diventare qualcuno agli occhi degli altri uomini. Vogliamo possedere una casa, una ditta, un hotel e avere titoli per essere apprezzati. Questo è il livello naturale. L’importante è non pensare che questo sia il culmine dello sviluppo del nostro essere.
Il nostro sviluppo deve proseguire. Seguendo l’esempio di Giovanni dobbiamo scendere nel nostro cuore al livello in cui si svolge l’azione del Regno di Dio in noi, là dove nasciamo di nuovo dall’alto.
Questo è ciò che la Regina della Pace ci insegna qui da tanti anni.
Ricordiamo le critiche che Gesù rivolgeva ai Suoi contemporanei: “E’ venuto a voi Giovanni nella via della giustizia e voi non gli avete creduto. I pubblicani e le prostitute gli hanno creduto. Voi, invece, pur avendo veduto queste cose non vi siete pentiti per credergli”.
La Madonna ha scelto san Giovanni perchè ci pone di fronte ad un bivio: possiamo rimanere al livello di quegli scribi venuti da Gerusalemme per interrogare Giovanni - “Sei tu il Messia?” - e poi sono rimasti tali e quali. Oppure possiamo scegliere di ascoltare Giovanni e il suo invito rivolto a noi, a me personalmente: “Convertiti!”
Possiamo rimanere al livello di chi si interessa di Medjugorje e vuole sapere perchè le apparizioni durino così a lungo e perchè siano stati scelti quei veggenti oppure possiamo ascoltare l’invito di nostra Madre che dice: “Convertiti. Impara a pregare col cuore. Lascia che Dio cambi il tuo cuore”.
Se ascoltiamo questi inviti ci dobbiamo domandare: forse io ho bisogno di conversione. Forse nella mia vita c’è qualcosa che devo cambiare.
Noi cosa facciamo? Ci interessiamo di Medjugorje e continuiamo a contare i pellegrini oppure cerchiamo di ascoltare quello che la Regina della Pace ci dice?
Alcuni parlano di ospiti, turisti, stagioni… E’ diverso parlare di turista o di pellegrino. Il primo non mi mette in discussione, ma il pellegrino sì. Se quella persona venuta da lontano è un pellegrino allora anch’io sono spinto a domandarmi “Chi sono io?” “Cosa faccio?”
E’ diverso parlare di “stagione turistica” o di “tempo di grazia”.
Il concetto di stagione non mi provoca, mentre il secondo mi mette di fronte ad alcune domande: Io come vivo questo tempo di grazia? Forse trascuro questo tempo dato alla mia generazione fra mille?
Ma anche tu, stimato pellegrino, puoi vivere Medjugorje in due modi: cercando di fare di tutto perchè la tua permanenza in hotel sia confortevole chiedendo la tv in camera, il climatizzatore e l’ascensore. Oppure puoi scegliere la strada che ti porta a crescere. Nei giorni di pellegrinaggio puoi scegliere di esercitarti a vivere alla scuola della Madonna. Puoi scegliere di pregare col cuore in silenzio, di digiunare col cuore, di fare adorazione col cuore, di partecipare col cuore all’Eucaristia, di incontrare il Padre Misericordioso nella Confessione, di leggere col cuore la Sacra Scrittura, di pregare il Rosario sul Podbrdo o la Via Crucis sul Krizevac.
Giovanni apriva gli occhi alle persone che andavano a lui. Anche la Madonna lo fa. Ascoltiamo alcune delle Sue parole.
“Voi, cari figli, volete ricevere grazie, ma non pregate”.
“io non posso aiutarvi, perchè voi non volete mettervi in cammino”.
“Voi parlate, ma non pregate”.
“Correte, lavorate, accumulate ma senza benedizione”.
“Voi non pregate”.
“Figlioli, non sapete vivere in grazia di Dio”.
“Figlioli, vivete in un tempo in cui Dio vi da grandi grazie, ma voi non sapete metterle a frutto”.
“Vi preoccupate di tutto, ma dell’anima e della vita spirituale il meno possibile”.
“Risvegliatevi dal sonno della vostra anima”.
“Dite di sì a Dio con tutte le forze”.
“Figlioli, voi amate poco e pregate ancora meno”.
“Siete smarriti e non sapete quale sia la vostra meta”.
“Prendete la croce. Guardate Gesù e seguiteLo”.
Giovanni e Maria non si fermano alla critica, ma ci mostrano una via d’uscita. La conversione.
Il digiuno a pane e acqua il mercoledì e il venerdì unito alla preghiera ha un profondo legame con la conversione.
A volte noi ci addormentiamo o vacilliamo e pensiamo che sia tutto a posto. Soltanto quando iniziamo a digiunare comprendiamo quante cose in realtà trascuriamo.
Il digiuno ci scuote e invita ad uscire da varie forme di schiavitù e cecità. Ci invita a lasciare le cose che vogliono convincerci di essere molto importanti, ma che in realtà ci rendono schiavi.
Il digiuno ci indirizza all’unica cosa necessaria, a quel tesoro in cielo che è incorruttibile. Quando iniziamo a digiunare ci ricordiamo di quella frase: “Uomo, ricordati che sei polvere”. E anche all’altra: “L’uomo non vive solo di pane, ma di ogni Parola che esce dalla Bocca di Dio”.
Ricordiamo la domanda che Giovanni rivolse a Gesù dalla prigione: “Sei Tu il Messia?” Gesù come risponde a Giovanni? “Dite a Giovanni: i sordi odono, gli storpi camminano, i ciechi vedono”. Gesù rimanda ai frutti presenti nelle persone.
Anche qui alcuni si chiedono: Sarà vero che la Madonna appare? Cosa risponderebbe Gesù? “Guardate i frutti”.
Vedendo tanta gente venire qui ci domandiamo cosa spinga tanta gente a mettersi in viaggio verso Medjugorje da ogni angolo del globo terrestre. Cosa spinge le persone a fare un viaggio lungo alcuni giorni per venire a digiunare 6 giorni alla Domus Pacis? Osservando i loro volti si vede, però, che sono il ritratto della felicità vera.
Quelle persone sono venute qui, perchè qui il cielo è vicino. Sono venute per soddisfare le necessità dell’anima, Sono venute a conoscere l’Amore più grande e a conoscere il Cuore del Padre Misericordioso. Sono venute per trovare la pace del cuore che nessuna inquietudine può rubare.
Cari parrocchiani, da 37 anni voi vi trovate tra prove e grazie. La Madonna vi chiama ad essere come Maria, ma le vostre necessità vi invitano ad essere come Marta. Certamente dobbiamo anche essere come Marta e preoccuparci di alcune cose, altrimenti dove troverebbero alloggio tanti pellegrini. Non dobbiamo, però, rimanere soltanto a livello delle preoccupazioni esteriori. C’è una grande tentazione. Quella di giustificare la propria assenza alla santa Messa o alla preghiera con le varie incombenze..
Quando siamo fisicamente vicini, ma ci siamo allontanati interiormente allora anche la Messa e la preghiera diventano incombenze. Mentre quando ci avviciniamo interiormente allora la preghiera e la Messa diventano una necessità dell’anima.
Come possiamo risvegliarci da questo sonno e non dimenticare l’unica cosa importante?
Come si può trascorrere durante la giornata dei momenti ai piedi dell’Amico della nostra anima?
Non dobbiamo mai abituarci a ciò che sta accadendo qui. Per noi è una grande prova essere così vicini fisicamente, ma poter essere spiritualmente tanto lontani.
Si può essere così vicini alla sorgente e tuttavia rimanere assetati e privi di una crescita spirituale.
Ricordiamo il figlio maggiore della parabola del Padre Misericordioso. Egli era fisicamente vicino al padre e non era una persona cattiva. Era rimasto accanto a suo padre e lavorava con diligenza, ma tuttavia sbagliava, perchè il suo cuore non si era sviluppato. Non era cresciuto spiritualmente e il suo cuore non era simile a quello del padre in cui regnava l’amore. Perchè non era diventato simile? Perchè non lo conosceva.
Anche per noi stare qui può essere una prova. Possiamo essere fisicamente vicini, ma non conoscere ciò che nostra Madre ci dice. Non possiamo permetterci di essere lontani dal Suo Cuore.
Nostra Madre ci ha scelti e ci ha affidato un ruolo particolare. Non possiamo permetterci che non si sviluppi il nostro cuore, come vuole Lei. Non possiamo permettere che i nostri figli abbiano tutto ciò che offre il mondo senza che crescano spiritualmente.
Non possiamo permetterci di sapere col telefonino tutti i dettagli di ciò che capita nel mondo e non sapere cosa capita nel nostro cuore.
Ci sono parrocchiani consapevoli che lottano e vanno controcorrente. Nonostante tutti gli impegni lasciano ogni cosa e vengono a Messa al mattino o alla sera. Vanno sulla collina delle apparizioni o sul Krizevac. Pregano in famiglia o creano gruppi di preghiera.
Io sono testimone di questo. Essi accolgono gratuitamente nelle loro case veramente tante persone invalide o sacerdoti durante i loro ritiri.
Fanno tante altre cose senza essere visti.
In questi giorni si è svolto il settimo pellegrinaggio internazionale per persone con invalidità. C’è davvero del buono in moltissime persone della nostra parrocchia.
Le persone con invalidità hanno risvegliato questo sentimento e così è nato il movimento di amore e di bontà. Questo è proprio ciò che la Madonna vuole che avvenga qui. Lei vuole tirare fuori la bontà del nostro essere, quella bontà che è presente in noi.
Infine ricordiamo le parole di Gesù su Giovanni Battista: “Egli è una lampada che arde e risplende, ma voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce”.
Come i Giudei anche noi siamo stati ispirati dalla figura di Giovanni il Battista. Anche noi abbiamo voluto rallegrarci alla sua luce solo per un attimo per poi continuare a vivere come se nulla di particolare fosse avvenuto.
Ricordiamo che nella solennità di san Giovanni Battista 37 anni fa anche i cuori dei nostri nonni e delle nostre nonne, dei nostri padri e delle nostre mamme hanno sussultato di gioia così come il cuore di Elisabetta.
Questa solennità è un’occasione per far sì che il nostro cuore torni a smuoversi e che la gioia si risvegli in noi stessi. E’ un’occasione per rialzarci e decidere di ricominciare da capo.
C’è una ragione per farlo: la Madre Celeste è venuta a noi.
Amen.
fra Marinko Sakota

Registrazione: F: Deagostini Trascrizione A. Bianco

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