Drop Down MenusCSS Drop Down MenuPure CSS Dropdown Menu

Richiesta di preghiere

* * * * *

Per la Richiesta di Preghiere è possibile da oggi utilizzare il MODULO che si trova qui a sinistra.

Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

* * * * *

venerdì 8 giugno 2018

Omelia della santa Messa serale Medjugorje, 5 giugno 2018


Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, mandarono da Gesù alcuni farisei ed erodiani, per coglierlo in fallo nel discorso.
Vennero e gli dissero: «Maestro, sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno, perché non guardi in faccia a nessuno, ma insegni la via di Dio secondo verità. È lecito o no pagare il tributo a Cesare? Lo dobbiamo dare, o no?».
Ma egli, conoscendo la loro ipocrisia, disse loro: «Perché volete mettermi alla prova? Portatemi un denaro: voglio vederlo». Ed essi glielo portarono.
Allora disse loro: «Questa immagine e l'iscrizione, di chi sono?». Gli risposero: «Di Cesare». Gesù disse loro: «Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare, e quello che è di Dio, a Dio».
E rimasero ammirati di lui.
Parola del Signore.


I farisei e gli erodiani volevano cogliere Gesù in fallo nel Suo discorso. Avevano già iniziato a costruire l’accusa contro di Lui. Il punto centrale era che vietava di dare le tasse a Cesare anche se loro stessi non sopportavano Cesare e l’impero romano. Ma questo bastava per accusare Gesù. Così hanno mandato i loro discepoli assieme agli erodiani da Gesù.
I discepoli dei farisei erano zeloti e consideravano il fatto di pagare le tasse a Cesare un tradimento verso gli antenati. Gli erodiani, invece, collaboravano con i romani. Sono completamente diversi, ma in questo caso sono uniti contro il nemico comune.
Si sono avvicinati a Gesù con astuzia chiamandoLo Maestro. Lo hanno onorato e Gli hanno detto: “Sappiamo che sei veritiero e non hai soggezione di alcuno”.
E poi Gli domandano: “E’ lecito o no pagare il tributo a Cesare?”
La domanda sembra addirittura buona, ma è assolutamente delicata in quella situazione. Qualsiasi risposta umana data da Gesù Lo avrebbe messo in una posizione difficile. O davanti agli erodiani o davanti ai farisei. Cercano di spingerlo su un piano politico che è un terreno molto scivoloso. Essi sapevano che tutte le rivolte in Israele erano basate sul pagamento del tributo a Cesare. Chi si rivoltava pensava che pagare il tributo ad un imperatore straniero significasse rinunciare al proprio Dio, riconoscere qualcun altro come re e tradire il proprio popolo e la propria religione..
Il Signore Gesù conosce il loro inganno e dice loro che sono ipocriti e compie un gesto interessante. Gesù non ha denaro, ma loro si. Chiede loro un denaro e pone loro una controdomanda: “Questa immagine e l’iscrizione di chi sono?” “Di Cesare”. Allora Gesù, con la Sua saggezza, ha detto: “Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare. Quello che è di Dio a Dio”.
Gesù, con la Sua risposta, da una colpa ai Suoi avversari. Lui riconosce il potere politico e sa che esso dovrebbe custodire i diritti del popolo.. Lui non vuole spodestare Cesare dal trono. I politici dovrebbero essere collaboratori di Dio ed essere garanzia di pace e di ordine.
Gesù và più in profondità. “Di chi è questa immagine?” Ogni uomo, anche Cesare, è stato creato ad immagine di Dio. Ogni potere politico è limitato e non può travalicare la dignità umana. A Dio bisogna rendere ciò che è di Dio. Nessuno si può proclamare padrone dell’uomo.
Gesù ci da una risposta che è attuale ancora oggi. Ci si chiede come deve essere il rapporto tra Chiesa e stato.
La Chiesa deve essere apolitica oppure andare oltre la politica oppure ancora deve essere indifferente verso le situazioni sociali?
Tanti dicono che bisogna lasciare a Dio il potere in cielo e all’uomo il potere sulla terra.
La risposta è chiara. La Chiesa non deve rimanere isolata. Non deve essere solo spirituale, ma deve alzare la propria voce quando è minacciato ciò che è di Dio. Quando l’uomo è minacciato Essa deve lottare per la gioia, per la pace. La Chiesa deve lottare contro la civiltà della morte e per la civiltà dell’amore. La Chiesa deve essere nel mondo, ma non come una forza, perchè non lo è. Essa non ha limiti o territori in senso politico. Non ha esercito, ma ha noi, suoi membri, fedeli impegnati e lievito evangelico. Lievito che trasforma il mondo in luogo cristiano, buono e ricco di amore. Questo è il nostro compito.
Ciascuno di noi ha una parte che non appartiene ai politici. Si tratta delle questioni della propria coscienza. Questo non è permesso a Cesare e riguarda la mia coscienza. E’ ciò che è più sacro. Ma questo deve manifestarsi anche al di fuori: nelle parole, nelle opere, nella nostra vita cristiana.
La fede, fratelli e sorelle, non deve essere qualcosa di interiore o, come alcuni dicono, una cosa privata. La fede non può e non deve essere privata. Deve essere personale, ma non privata. La fede si deve dimostrare nelle opere d’amore e nella lotta per la dignità dell’uomo, di ogni uomo. La fede deve essere visibile nella mia vita.
La Chiesa deve alzare la propria voce quando la bugia e l’odio regnano nel mondo. La Chiesa deve sottolineare i valori come pace, giustizia e amore. Deve lottare per la verità e la libertà.
“Quello che è di Cesare rendetelo a Cesare. Quello che è di Dio a Dio”. Questa non è la separazione tra politica e Chiesa, ma si tratta di livelli diversi nei quali si svolge la vita umana.
Il vero cristiano deve essere anche il cittadino migliore, perchè questo chiede da noi il nostro Dio e la nostra coscienza. Il cristiano farà i suoi compiti nei confronti della società molto meglio degli altri. Un vero cristiano non vuole dannegiare la società con inganni e frodi. Al contrario deve arricchire la comunità con il proprio sudore, con il suo lavoro. Non perchè ha paura della polizia o del tribunale, ma di Dio e del Suo giudizio. In quel giorno il potere e i beni terreni non significheranno nulla. Date a Dio e agli uomini tutto ciò che deve essere dato loro. Si tratta di un messaggio importante per l’uomo che tiene tutto per sè e cerca di prendere anche ciò che appartiene agli altri.
La nostra fede deve essere visibile nelle nostre vite, altrimenti abbiamo fallito e non siamo cristiani come ci voleva il Signore. La nostra fede deve essere operosa nel tempo in cui viviamo.
Un esempio ci viene dato dal santo di oggi, san Bonifacio, che ha consumato la propria vita vivendo la fede e il Vangelo. Ha testimoniato versando il sangue per questo ideale.
Ci sia da modello e sia lui il nostro intercessore.
Signore, non permettere che Ti mettiamo alla prova come i farisei di oggi, ma fa che possiamo sentire nel cuore cosa è bene per il nostro bene. Illumina coloro che governano i popoli perchè assicurino la pace.
Sia fatto così.
Amen.

Registrazione: F.DeAgostini Trascrizione: A. Bianco

Nessun commento: