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Richiesta di preghiere

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Per la Richiesta di Preghiere è possibile da oggi utilizzare il MODULO che si trova qui a sinistra.

Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

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lunedì 8 aprile 2019

Omelia della santa Messa prefestiva Medjugorje, 30 marzo 2019


Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: "Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta". Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: "Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati". Si alzò e tornò da suo padre.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: "Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio". Ma il padre disse ai servi: "Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l'anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato". E cominciarono a far festa.
Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: "Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo". Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: "Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso". Gli rispose il padre: "Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato"».
Parola del Signore.


Prima di pronunciare questa omelia desidero salutare gli ammalati, coloro che sono soli, emarginati, inchiodati a letto, coloro che hanno dubbi, coloro che sono ai piedi della croce o sulla croce.
Vorrei invitarli ad essere partecipi a questa celebrazione.
Vorrei che foste partecipi ai piani della Madonna. Dal letto in cui siete inchiodati Dio desidera sentire la vostra preghiera per il mondo e per la Chiesa. So che non è facile per voi, ma so anche che Dio non vi lascerà mai soli nei vostri bisogni.
Care madri, avete un bel titolo. La madre è una come Dio è uno solo. Siate buone, perchè questo mondo dipende dalla bontà, dall’onestà e dalla vita delle madri.
Cari padri, siamo nel mese di marzo, mese di san Giuseppe, protettore della Sacra Famiglia. Siate protettori della vostra casa, della vostra famiglia, dei vostri figli.
Lo scorso anno sono state distribuite 1600000 Comunioni a Medjugorje. Vorrei che tutti ritornassimo nella Chiesa. Vorrei che tutti tornassimo alla preghiera. Vorrei che la preghiera tornasse nelle famiglie.
Oggi le basi della famiglia vengono distrutte in nome della libertà. Noi vogliamo opporci con la preghiera, con le opere di carità e con una vita cristiana autentica.
Cari giovani, è bello essere giovani, ma è difficile esserlo.
Adesso state gettando le fondamenta della vostra vita. Non costruite quell’edificio senza Gesù Cristo e senza la Madonna purissima.
Non costruire l’edificio della tua casa senza l’impegno che aveva Maria per la Sua Famiglia e per il Suo Bambino.
E voi che forse ci ascoltate per caso vi invito tutti: venite in questo luogo santo. Cercate la vostra strada se volete abbandonare le vie sbagliate. Ricordatevi: la Chiesa è la nostra lanterna per trovare Dio.
Adesso ritorniamo alle letture di questa sera.
Vorrei iniziare con un esempio che avete sentito tante volte, ma che ci fa fare sempre una riflessione nuova.
Una mattina un vecchietto stava andando a Messa e si è accorto che c’era il fango. Pensava di non riuscire ad andare a Messa. Voltandosi si è accorto di un ragazzo che camminava portando un mazzo di rose rosse. Gli ha chiesto: “Cosa fai?” “Io sono il tuo angelo custode. Ogni giorno che vai a Messa raccolgo le rose dietro di te. Ad ogni tuo passo cresce una rosa. Con queste rose sarà decorato il tuo cammino verso l’eternità. Non rinunciare alla Messa quotidiana. Anche quando è difficile. Anche quando c’è vento, neve e fango. Il tuo premio ti aspetta”. Detto questo se ne è andato.
Fratelli e sorelle, siamo venuti ad ascoltare la Parola di Dio, ad accostarci alla Sua mensa nonostante i nostri peccati, sapendo che Dio è oceano di Misericordia. L’Amore dimora in Dio. Dio ha un Nome: Amore.
L’amore è cura per l’altro. Come dice il Catechismo “amare significa uscire da se stessi”.
Il Vangelo di questa sera ci parla di un amore umano che è copia di quello celeste.
Un uomo aveva due figli. Uno gli ha detto: “Dammi la parte di patrimonio che mi spetta. Voglio vivere come voglio io”. La Sacra Scrittura dice che il padre taceva mentre il figlio parlava. Il silenzio del padre è segno del rispetto della libertà che dimostra verso il figlio. Non vuole intromettersi nei suoi progetti.
Il figlio prende la sua parte, và nel mondo e sperpera il suo patrimonio. Una cosa è certa: il padre lo accompagnava lungo la via anche se era quella sbagliata. L’amore è come l’ombra: ti accompagna. Anche se cammini velocemente l’ombra ti segue.
Forse qualcuno penserà che questo figlio che è andato nel mondo sia rimasto senza casa. Non è così. Dove è il figlio si trova anche il cuore del padre.
In cosa consiste il peccato di quel ragazzo? Secondo la legge dell’epoca lui aveva diritto ad un terzo. Ma lui non l’ha rispettata, perchè non ha rispettato l’età del padre. Non ne era grato. Ha peccato perchè non ha rispettato il comandamento dell’amore verso il padre.
Abbiamo sentito che ha sperperato il suo patrimonio. Questo è un peccato. Ha sprecato il tempo che Dio gli ha dato e il denaro che aveva guadagnato suo padre. Ha rotto le relazioni col padre e con tutti e si è recato in un luogo lontano dove non era visto da nessuno. In luoghi nascosti non succedono cose buone. Lo sappiamo tutti.
“Quando ebbe speso tutto sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube, ma nessuno gli dava nulla”. Pascolare i porci era la professione più brutta dell’epoca. Le carrube sono dure.
A quel punto il giovane è ritornato in sè. Quindi ha cominciato a pensare ai peccati. Da quell’istante è nata la sua ammissione: “Padre, ho peccato davanti al cielo e davanti a te”. Quando riconosce il peccato inizia a cercare Dio.
La preghiera è il discorso da fare con Dio in ginocchio per poter camminare.
L’amore fraterno deve essere puro. Non come nel caso del figlio maggiore che si è opposto al padre perchè ha accolto il figliol prodigo. Al posto di essere gioioso, perchè il fratello era perduto ed è stato ritrovato, comincia ad essere pieno di amarezza ed invidioso. Non comprende questo momento di grazia. Odia il fratello e elenca i peccati commessi.
Il disprezzo scava i burroni nei quali cadiamo noi stessi.
L’immagine del padre che bacia e abbraccia il figlio, ordina ai servi di vestirlo bene, è l’espressione di una gioia profonda.
Questa è l’immagine del nostro Padre Celeste che ci aspetta dopo che abbiamo percorso vie errate. Egli desidera che ci riconciliamo con Lui e con i fratelli.
Nella seconda lettura l’apostolo Paolo ci dice: “Nel Nome di Cristo riconciliatevi con Dio”.
Il Vangelo di questa sera che parla del Padre Misericordioso è immagine del Sacramento della Penitenza, perchè dice: “Questo tuo fratello era perduto ed è stato ritrovato, era morto ed è rinato”.
Questo Vangelo non ci fa riflettere solo sul Padre Misericordioso, ma dobbiamo riflettere anche sul Sacramento della Riconciliazione.
I peccati d’oggi sono relativizzati. Si dice di confessarsi con Dio senza sacerdote. In questo modo diminuiamo il peso del peccato e abbiamo la distruzione della società.
San Giacomo dice: “Confessate i peccati gli uni agli altri e pregate gli uni per gli altri, affinchè possiate guarire”.
Gesù ci pone tutti i giorni la domanda “vuoi guarire?” L’esame di coscienza parte da questa domanda.
Io voglio veramente guarire dal peccato? Sono pronto a lasciarmi guarire dal Signore?
Fratelli e sorelle, non dobbiamo avere paura di entrare nella nostra interiorità per riconciliarci con Dio ed iniziare una vita nuova.
Quando ci confessiamo diventiamo persone nuove. Mentre ci pentiamo il sacerdote prega su di noi e pronuncia la preghiera di assoluzione imponendo la mano.
La Chiesa, il Padre Celeste e lo Spirito Santo sono i protagonisti della riconciliazione. Il Padre Misericordioso ci aspetta tutti.
Il padre della parabola ordina di portare al figlio i sandali. In quell’epoca i servi erano scalzi e i padroni avevano i sandali. Gli fa mettere l’anello che è anche un simbolo del fatto che è tornato padrone.
In tre posti del Vangelo di questa sera si dice “ebbe compassione”. Il padre è corso verso il figlio per abbracciarlo e perdonarlo.
Non siamo senza speranza. Dio ci aspetta. Il peccato è l’impotenza che solo Dio può guarire. Il peccatore è peso per se stesso e quando si converte è colmo di gioia.
Il pentimento non diminuisce la nostra dignità, perciò pentiti e convertiti.
Fratelli e sorelle, viviamo in tempi in cui ci sono tante guerre e lotte fra di noi, fra paesi. Gesù non pone la domanda da dove viene il male, ma si oppone ad esso. Le tre tentazioni avute da Gesù nel deserto rappresentano la lotta tra il bene e il male.
La vita è una barca e su di essa ci siamo noi. Gli oceani sono immensi e con ogni onda può arrivare la morte.
Ricordiamo la parabola del Vangelo sul lago di Tiberiade. Gesù si è addormentato e arriva una grande tempesta. I discepoli cominciano ad urlare “Signore, salvaci!” Gesù calma i venti e dice loro: “Gente di poca fede”.
Se vogliamo salvarci la nostra ancora è Gesù Cristo.
Siamo venuti a Medjugorje. Che cosa è Medjugorje? Tante volte ho chiesto ai pellegrini: “Cos’è Medjugorje per voi?” La risposta è stata: “Qui sento tanta pace. E’ un luogo particolare. Ritornerò, perchè qui sto bene”.
Medjugorje è bella, perchè ritorniamo come il figliol prodigo tra le braccia del nostro Padre e della nostra Madre.
Senz’altro avrete visto come dormono i bambini tra le braccia del padre o della madre.
Questo è il momento dell’incontro tra me e il Padre. Devo confessarmi e diventare uomo nuovo.
La parabola del padre misericordioso termina con una situazione spiacevole: il figlio maggiore che aiutava il padre si trasforma in una persona invidiosa e infelice. Tutto il bene che aveva compiuto lo ha dimenticato e cancellato. Lui stesso è diventato un disgraziato perchè l’invidia, la rabbia e la gelosia distruggono. Ha fatto un danno maggiore del fratello che aveva sperperato tutti i suoi beni. Questo fratello maggiore non ha sentimenti buoni verso il fratello che si era perso. Quando i cuori si allontanano muoiono. Quando fratelli e sorelle si allontanano la vita non ha senso.
Il figlio che era rimasto con il padre era amato come quello che si era allontanato. Lo afferma il padre stesso. Il padre dice: “Figlio mio, tutto ciò che è mio è tuo. Tu sei sempre con me. Sta attento a non perdere tuo fratello”.
Nostro Padre ci aspetta nel Confessionale e sull’altare. Voi che cercate la pace e l’amore pregate per la vostra conversione e per quella del mondo intero.

Amen

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