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Richiesta di preghiere

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Per la Richiesta di Preghiere è possibile da oggi utilizzare il MODULO che si trova qui a sinistra.

Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

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lunedì 8 aprile 2019

Omelia della santa Messa Medjugorje, 1 aprile 2019


Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù partì [dalla Samarìa] per la Galilea. Gesù stesso infatti aveva dichiarato che un profeta non riceve onore nella propria patria. Quando dunque giunse in Galilea, i Galilei lo accolsero, perché avevano visto tutto quello che aveva fatto a Gerusalemme, durante la festa; anch'essi infatti erano andati alla festa.
Andò dunque di nuovo a Cana di Galilea, dove aveva cambiato l'acqua in vino. Vi era un funzionario del re, che aveva un figlio malato a Cafàrnao. Costui, udito che Gesù era venuto dalla Giudea in Galilea, si recò da lui e gli chiedeva di scendere a guarire suo figlio, perché stava per morire.
Gesù gli disse: «Se non vedete segni e prodigi, voi non credete». Il funzionario del re gli disse: «Signore, scendi prima che il mio bambino muoia». Gesù gli rispose: «Va', tuo figlio vive». Quell'uomo credette alla parola che Gesù gli aveva detto e si mise in cammino.
Proprio mentre scendeva, gli vennero incontro i suoi servi a dirgli: «Tuo figlio vive!». Volle sapere da loro a che ora avesse cominciato a star meglio. Gli dissero: «Ieri, un'ora dopo mezzogiorno, la febbre lo ha lasciato». Il padre riconobbe che proprio a quell'ora Gesù gli aveva detto: «Tuo figlio vive», e credette lui con tutta la sua famiglia.
Questo fu il secondo segno, che Gesù fece quando tornò dalla Giudea in Galilea.
Parola del Signore.


“Il padre riconobbe che proprio a quell’ora Gesù gli aveva detto ‘tuo figlio vive’ e credette lui con tutta la sua famiglia”.
Fratelli e sorelle, i miracoli sono possibili o no? Che significato hanno i miracoli per la mia fede?
Oggi è il 1. aprile. In questo giorno cerchiamo di farci scherzi. Pubblichiamo false informazioni e ridiamo se qualcuno ci crede.
Il Vangelo di oggi si può catalogare come barzelletta o scherzo? Cosa collega i miracoli, i segni e i prodigi con la mia fede?
Come vediamo nei Vangeli la gente cercava sempre da Gesù dei segni. Dobbiamo riconoscere che anche noi cerchiamo segni e siamo arrabbiati se non riceviamo i miracoli.
Quando si sente parlare di un fenomeno o di un miracolo subito una folla corre per vedere. Noi pensiamo: “Se lo vediamo con i nostri occhi potremo crederlo”.
Il Vangelo di oggi ci pone una domanda importante: questa è la vera fede? E’ quella che Gesù vuole da noi?
“Se non vedete i miracoli e i prodigi non credete”. E’ il rimprovero che Gesù rivolge al funzionario del re che Gli chiede la guarigione per il figlio malato.
Ciascuno di noi chiederebbe il miracolo per il proprio figlio. Sembra che Gesù abbia perso la pazienza. Non è contento che il popolo Gli chieda sempre prodigi.
Fratelli e sorelle, Gesù vuole correggere gli uomini e indirizzarli sulla via giusta per mostrare la vera fede. Mette alla prova il funzionario del re. Suo figlio sta morendo. Il funzionario chiede la guarigione. Gesù gli risponde: “Và. Tuo figlio vive”. Gli risponde ciò dopo la sua supplica. Il figlio dista circa 30 chilometri. Il padre non può verificare subito. Non esistevano i telefoni. Nessuno poteva assicurargli che il figlio fosse veramente guarito. In quel momento nasce la vera fede. Quella è la fede che Gesù vuole dagli uomini. Non la fede a causa dei miracoli, ma quella che provviene dalla Parola di Dio.
Il funzionario ha creduto nel suo cuore alle parole di Gesù e proprio questa sua fede ha permesso il miracolo. Si tratta di un miracolo che nasce nella fede della parola di Gesù.
L’evangelista conferma per tre volte che suo figlio è vivo. La prima volta lo dice Gesù: “Và. Tuo figlio vive”. Poi i servi: “Tuo figlio vive”. Alla fine il funzionario si è ricordato delle parole di Gesù: “tuo figlio vive”.
Questa è una fede viva.
Dov’è la mia fede? Vedere un miracolo e dire “Tu hai la potenza, Tu sei Dio” è un segno di fede. Lo ha detto il Papa. In quell’istante inizia la fede, ma deve andare oltre. Bisogna domandarsi dov’è il nostro desiderio di Dio.
Fratelli e sorelle, avere una fede autentica significa desiderare di incontrare Dio ed essere felici con Lui. Questo è un miracolo. E’ il miracolo più grande. Incontrare Dio ed essere felici con Lui.
Cosa ci dicono le letture d’oggi? Qual’è il miracolo grande che il Signore ha fatto?
La prima lettura ci dice che il miracolo più grande sono “i nuovi cieli e una nuova terra”. Il Signore ci dice di gioire per tutto quello che Lui ha creato.
Quando Dio passa nella nostra vita Dio compie miracoli e ciascuno di noi li conosce. Questo è un invito ad andare avanti e a camminare come dice il salmo. Cerchiamo il Volto di Dio e la gioia vera. Questo è anche l’invito del Vangelo di oggi.
Fratelli e sorelle, il miracolo è soltanto un inizio. Molti cristiani, invece, si fermano lì. Il Papa, in modo scherzoso, ha detto che si comportano come coloro che vanno al ristorante e mangiano solamente l’antipasto senza sapere che il primo piatto e il secondo sono molto più saporiti. Questi sono cristiani in gabbia che non sanno volare verso le cose belle a cui ci invita il Signore.
Dio ci ha creati liberi. Non ci ha creati in una gabbia, ma per volare.
Perciò ciascuno di noi deve domandarsi: “ Cerco il Signore con tutto il cuore oppure sono tiepido e cerco solo l’antipasto?”. Riconosciamo che anche noi che amiamo Gesù spesso non cerchiamo il primo e il secondo piatto, spesso non crediamo e non ci abbandoniamo al Signore.
Ricordiamo il brano del Vangelo quando i discepoli hanno chiesto a Gesù perchè non potevano compiere un miracolo e liberare quel bambino. Gesù ha risposto che quella specie di spiriti impuri si può allontanare solamente con la preghiera. In noi abbiamo un pò di incredulità. Ci vuole preghiera umile e fervorosa per permettere a Gesù di compiere miracoli. Ci vuole preghiera coraggiosa e non quella per abitudine o tradizione.
Qual’è la preghiera che fa i miracoli?
Ce lo dice il nostro serafico padre san Francesco nell’episodio dell’Averna. San Tommaso da Celano dice che san Francesco portava Gesù sulle labbra, nelle orecchie, sugli occhi, nelle mani, in tutte le sue membra. Con una tale presenza di Cristo è avvenuto l’incendio d’Amore e san Francesco riceve le sacre stigmate. Le stigmate non sono la condizione per la santità. Dio le dona a chi vuole. Ma le stigmate di san Francesco sono in conformità con il suo desiderio di donare tutto il suo essere a Dio e ai suoi fratelli. Le sue stigmate si possono considerare il sigillo di Dio sui desideri ardenti di Francesco e del suo cuore.
Tale desiderio è espresso nella preghiera di san Francesco che dice: “Signore, la mia anima si allontani da tutto ciò che è sotto il cielo. Possa avvolgermi la forza e il fuoco del Tuo Amore per morire dell’amore per Te che sei morto per amare me”.
Un convertito per mezzo di san Francesco ha scritto: “L’Averna viene chiamata la Golgota francescana, perchè lì è avvenuta la crocifissione, ma si potrebbe anche chiamare Tabor, perchè san Francesco non si è mai avvicinato al cielo come quella volta”.
A noi è più facile imitare san Francesco sul Tabor che sul Golgota.
Fratelli e sorelle, sia il Tabor che il Golgota, sia la trasfigurazione che la passione fanno parte della nostra vita. Su questi due monti avvengono i miracoli soltanto se crediamo con tutta l’anima, con tutto il cuore e se preghiamo con tutta la nostra mente.
Amen.
fra Hrvoje Miletić

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