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Richiesta di preghiere

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Per la Richiesta di Preghiere è possibile da oggi utilizzare il MODULO che si trova qui a sinistra.

Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

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mercoledì 27 marzo 2019

Omelia della santa Messa prefestiva Medjugorje, 23 marzo 2019


Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo si presentarono alcuni a riferire a Gesù il fatto di quei Galilei, il cui sangue Pilato aveva fatto scorrere insieme a quello dei loro sacrifici. Prendendo la parola, Gesù disse loro: «Credete che quei Galilei fossero più peccatori di tutti i Galilei, per aver subito tale sorte? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo. O quelle diciotto persone, sulle quali crollò la torre di Sìloe e le uccise, credete che fossero più colpevoli di tutti gli abitanti di Gerusalemme? No, io vi dico, ma se non vi convertite, perirete tutti allo stesso modo».
Diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: "Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest'albero, ma non ne trovo. Tàglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?". Ma quello gli rispose: "Padrone, lascialo ancora quest'anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l'avvenire; se no, lo taglierai"».
Parola del Signore.

Carissimi fratelli e sorelle, ci avviciniamo alla metà del tempo di Quaresima. In questo tempo siamo invitati a verificare la nostra vita, a rinunciare a certe cose, a ritirarci in preghiera e a compiere opere di carità.
Ogni volta le letture domenicali ci sorprendono e sentiamo una scossa dentro. Con queste letture si desidera penetrare nell’interiorità dell’uomo per stimolarlo a riflettere sul senso della propria vita.
Se vi ricordate nella prima domenica di Quaresima abbiamo ascoltato il Vangelo in cui Gesù è andato nel deserto ed è stato tentato. Nella seconda domenica Gesù è andato verso Gerusalemme, cioè verso la Sua morte. Su quel cammino si ferma per sentirsi unito al Padre e si trasfigura sul monte.
In questa domenica si racconta di come dei galilei sono stati uccisi e c’è l’esempio di un fico che per tre anni non ha dato frutto.
“Credete che quei galilei fossero più peccatori di tutti i galilei per aver subito tale sorte? No, Io vi dico”. Da questa frase possiamo trarre tanti insegnamenti per la nostra fede, come aiuto per la vita e per avere un’immagine giusta di Dio.
Ascoltando le persone sentiamo che hanno un’immagine di Dio distorta che ha piacere a punire i peccatori. Ma il nostro Dio è veramente un vecchietto con la barba e il bastone che non vede l’ora di vederci fare un peccato per darci uno schiaffo e per poterci punire?
Sentiamo spesso dire: “Ti è arrivato il castigo di Dio!” Come se fosse una maledizione.
Abbiamo due modi tra i fedeli di comprendere Dio. Si tratta di due modi opposti. Il primo modo è quello di vedere “Dio giusto”. Secondo questa visione Dio deve punire ogni nostro peccato.
Dall’altra parte abbiamo coloro che credono in Dio di Misericordia. Un Dio ingenuo, davanti al Quale possiamo compiere qualsiasi peccato, perchè tanto ci perdonerà tutto alla fine della vita.
Cari fratelli e sorelle, nessuno dei due modi è corretto. Dio porta in Sé Stesso sia la Giustizia che la Misericordia. Una caratteristica non esclude l’altra. Dio è veramente Misericordia. La Sua Misericordia supera ogni nostro peccato. Ma questa Misericordia non è soltanto un privilegio, perchè davanti a Lui abbiamo anche una responsabilità. La misura che sarà presa sarà quella della grazia che ci è stata donata nella vita. Più ci è stato donato e più ci sarà chiesto. Più abbiamo sperimentato il perdono e la Misericordia e più sarà chiesto anche a noi di vivere la Misericordia nei confronti degli altri.
San Francesco ha scritto: “Se Dio avesse dato ad un peccatore o ad un miserabile la grazia che ha dato a me questo sarebbe diventato santo cento volte più di me”.
Tante cose succedono nella nostra vita e attorno a noi e noi le osserviamo come se fossero cose logiche o dovute. Dio ci dona tanti segni e noi non li notiamo.
Dio ci ha creati per il cielo. Ci ha creati per Amore e in Nome di questo Amore desidera salvarci. Non è un Dio che ci ha creati per prendersi gioco di noi o per un Suo bisogno.. Se Dio ci ama significa che non ci lascerà facilmente. Fa di tutto per attirarci a Lui. Se non scopriamo queste cose nella nostra quotidianità siamo tentati di vedere solo le cose negative. Allora l’uomo pone la domanda: “Perchè questa cosa doveva succedere proprio a me?” E il passo seguente è: “Dio mi ha punito per qualche peccato che ho compiuto in passato”.
Caro fratello e cara sorella, Dio non è presente solo in qualche episodio della tua vita. Egli è presente sin dall’inizio e ti parla continuamente. Esistono anche momenti in cui desidera parlare di più e gridare per spezzare le catene della tua indifferenza. Sta a noi decidere se ascoltare la Sua Voce o abbandonarci alle tentazioni quotidiane.
Gesù non vede la disgrazia avvenuta ai galilei come una punizione di Dio, ma la interpreta come un segno per dire che tutti periremo allo stesso modo se non ci convertiamo.
Nella seconda parte del Vangelo Gesù parla di un albero di fichi che non da frutto. Il primo anno non può dare frutto; il secondo sì; ma se il terzo non da frutto vuol dire che questo albero non va bene. C’erano tutti i motivi per tagliare questo albero, ma viene offerta una nuova possibilità.
Se relazioniamo questa situazione con la nostra fede possiamo vederla in due modi diversi. Il primo punto di vista è quello di Dio. Dio può andare sempre al di là della nostra logica umana. Anche se questi tre anni significavano che quell’albero era sterile bisogna ricordare che Dio è il Padrone della vita. Lui ha la possibilità di rendere tutto nuovo.
L’altro punto di vista è quello umano. Questi tre anni sono quelli passati da Gesù in Israele, ma le persone non hanno imparato niente.
Se paragoniamo questo fatto con la nostra vita spirituale facilmente ci riconosciamo. Dio ci da tanta grazia, ci da tutti i mezzi per la salvezza e noi non li usiamo.
Quando arrivano momenti difficili o muore una persona cara pensiamo: “Se potessi far tornare indietro il tempo mi comporterei in modo diverso”. Ma Dio è tanto paziente con noi e aspetta fino all’ultimo momento affinché l’uomo dica il suo “Sì”. Attraverso questo “sì” entra nella nostra vita e ci guida sulla via della salvezza.
Noi non siamo santi per i nostri meriti, ma lo siamo nella misura in cui Cristo dimora in noi.
Caro fratello e cara sorella, proprio adesso che hai la sofferenza e vivi la croce puoi essere trasformato e vivere la gioia pasquale.
Nessuno di noi è qui per caso. Dio ci ha voluti in questo tempo in questo luogo, perchè con noi - così come siamo - desidera operare in questo mondo.
Questa Quaresima sia per tutti noi un periodo di ascolto della Voce di Dio e di lettura della Sua Parola.
Questo sarà il miglior modo per camminare sulla via della salvezza.
Auguro a tutti voi tanto coraggio per prendere decisioni sul cammino quaresimale.
Sia lodato Gesù Cristo.
fra Perica Ostojić

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