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Richiesta di preghiere

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Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

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sabato 2 marzo 2019

Omelia della santa Messa Medjugorje, 26 febbraio 2019

  
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell’uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti».
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».
Parola del Signore.


La Parola che la Chiesa ci offre oggi ha un insegnamento profondo per ciascuno di noi.
Nella prima lettura il libro del Siracide dice: “Se ti presenti per servire il Signore resta saldo nella giustizia e nel timore. Preparati alla tentazione”.
Stare con Dio non significa essere libero dalle tentazioni, ma prepararsi per esse. Spesso questo non è fisso nella nostra mente.
“Abbi un cuore retto e sii costante Non ti smarrire nel tempo della prova. Sta unito a Lui senza separartene, perchè tu sia esaltato negli ultimi giorni”.
Nei momenti di prova che verranno se segui Dio preparati e appoggiati a Lui e non alle tue forze e sarai esaltato. Accetta quanto ti capita e sii paziente nelle vicende dolorose. E’ come se non lo avessimo capito e ce lo ripete: sii coraggioso e paziente.
“L’oro si prova con il fuoco e gli uomini ben accetti nel crogiuolo del dolore”. Per vedere la purezza dell’oro ci vuole il fuoco. Così è anche nella nostra vita. Per essere forti ed avere certe virtù dobbiamo passare per le difficoltà e per le prove. Per questa ragione è importante leggere spesso una Parola come questa quando ci sono le prove.
Ripete nuovamente: “Affidati a Lui ed Egli ti aiuterà. Raddrizza le tue vie e spera in Lui”. Continuamente ripete: “Spera in Lui, affidati a Lui; non temere”.
Adesso riflettiamo sul Vangelo di oggi.
Gesù ha terminato la Sua opera pubblica. Adesso si prepara per il momento più difficile: il momento della prova che sta per venire. E’ sulla via verso Gerusalemme dove sarebbe stato crocifisso. Utilizza questi momenti per dare insegnamenti agli apostoli. Congedata la folla si dedica ai Suoi discepoli. Desidera fortificare i discepoli nella prova che avverrà.
Parla di ciò e dice: “Il Figlio dell’Uomo verrà consegnato nelle mani degli uomini e Lo uccideranno, ma una volta ucciso dopo tre giorni risorgerà”. Ma essi non capivano queste parole.
Così succede anche con noi. Quando sentiamo discorsi di sofferenza, prova e tribolazione diciamo: “Ma questo non succederà a noi”. Difficilmente discorsi di questo genere entrano dentro di noi.
La cosa peggiore è che avevano timore di interrogarLo.
Anche noi spesso non vogliamo ascoltare quando qualcuno ci parla della propria sofferenza e pena. Non abbiamo coraggio. Ma se non vogliamo prepararci ai momenti di tribolazione cominciamo a parlare di altre realtà che non sono essenziali.
Giunti a casa a Cafarnao Gesù chiede loro: “Di che cosa stavate discutendo per la strada?” Ed essi non rispondono. Per la strada, infatti, avevano discusso chi fosse il più grande.
Gesù desidera insegnare loro l’umiltà, la virtù più grande. Prende un bambino, lo abbraccia, lo mette in mezzo a loro e dice: “Chi accoglie uno solo di questi bambini nel Mio Nome accoglie Me e chi accoglie Me non accoglie Me, ma Colui che Mi ha mandato”.
Gesù desidera dire loro che il modo per essere primi è quello di assumere l’ultimo posto, quello più umile. Bisogna vivere per gli altri e non per se stessi. Il bambino ha bisogno di cure, di essere seguito. Vediamo quanta attenzione e cura devono avere i genitori verso i bambini. Li portano all’asilo, a scuola, danno loro da mangiare, li fanno dormire. Si tratta di una cura continua ed intensa.
Vorrei sottolineare un modello di umiltà sul quale dovremmo riflettere: san Francesco d’Assisi.
San Francesco, dopo la sua conversione, continua a leggere il Vangelo con perseveranza e ammira l’umiltà di Cristo, in modo particolare la Sua Incarnazione e la Sua Passione. Cristo ci fa comprendere che l’umiltà è la virtù fondamentale per la vita cristiana.
Volendo imitare l’umiltà del Salvatore san Francesco cominciò a sentire il bisogno di diventare l’ultimo. In queste Parole di Gesù trova la risposta: “Chi vuol essere essere il primo sia l’ultimo di tutti e il servitore di tutti”.
Gesù dice: “Io sono tra voi come Colui che serve. Il Figlio dell’Uomo non è venuto per essere servito, ma per dare la propria Vita in riscatto per gli altri”. Toccato da queste Parole e dalla lavanda dei piedi san Francesco desidera imitarLo. Più volte lo dice e lo ripete nei suoi scritti. I superiori siano orgogliosi del loro servizio come se avessero ricevuto il compito di fare la lavanda dei piedi dei confratelli.
Uno dei pensieri fissi di san Francesco è Gesù che si umilia nell’Eucaristia. Egli dice: “Gesù si umilia tutti i giorni; come un giorno è sceso nel Grembo della Vergine così viene tra noi e si dona a noi nell’Eucaristia”.
San Bonaventura scrive di san Francesco: “Ha cercato di costruire se stesso sull’umiltà. Aveva come fondamento della sua vita questo pensiero: Il Figlio di Dio è sceso nella nostra miseria affinchè Lui, Signore e Maestro, con l’esempio e con la Parola, potesse insegnare a tutti noi l’umiltà”.
Inoltre san Bonaventura aggiunge: “San Francesco è il modello dell’umiltà e voleva che i suoi confratelli si chiamassero ‘fratelli minori’ e il superiore ‘ministro’ che significa ‘servitore’”.
Voleva che i suoi discepoli comprendessero subito di essere alla scuola di Cristo e della Sua umiltà. Per questo li ha chiamati “frati minori”.
San Francesco dice: “Esorto i miei fratelli a vivere l’umiltà del nostro Signore come abbiamo promesso”.
Le Fonti Francescane sono ricche di esempi dell’umiltà di san Francesco. In esse sta scritto: “L’umiltà è la virtù che custodisce tutte le altre”.
Si dice di san Francesco che fosse umile nel parlare, nell’atteggiarsi e nel giudicare se stesso. Non era un uomo che si distingueva per essere superiore agli altri, ma per avere una perla preziosa: essere il più piccolo dei piccoli. Si è impegnato ad essere il più piccolo per aiutare tutti nello Spirito di Cristo.
Di se stesso dice: “Piccolo, fragile, insignificante, ma servo di tutti”.
Il fatto di essere piccoli è attraente ancora oggi anche se nell’era in cui viviamo la gente non se ne rende conto.
Noi credenti dovremmo avere gli occhi spirituali aperti e vedere l’umiltà di Gesù. Egli, dal Suo Trono regale, è sceso sulla terra per servire noi, salvarci e rimanere con noi.
San Francesco non si vergognava di mostrare le sue debolezze davanti al popolo. Aveva dimenticato i suoi meriti e teneva davanti agli occhi solo i suoi difetti. Vedeva che gli mancavano tante virtù.
Un confratello gli ha chiesto cosa pensasse di se stesso ed egli così ha risposto: “Sono un grande peccatore. Anche la persona peggiore è dieci volte migliore di me”.
Ha cercato di allontanare da se stesso ogni applauso degli uomini e cercava motivi per essere rimproverato.
Noi abbiamo grande stima di noi stessi. Per noi è difficile confessarci, pentirci. Nella Confessione è difficile riconoscere come siamo e spesso rimaniamo lebbrosi.
La Confessione è molto importante per noi, perchè in Essa possiamo vedere quanto siamo umili.
Le Parole di Gesù “chi sarà umiliato sarà esaltato” sono vere. Quando ci pentiamo della nostra miseria potremo essere esaltati dal Signore.
Fratelli e sorelle, anche noi dobbiamo sempre avere davanti agli occhi Gesù, nostro modello. Dobbiamo fare sempre paragone con Gesù e non con gli altri.
Se comprendiamo di dover crescere nell’umiltà Dio potrà lavorare tanto nella nostra vita.
Chiediamo a Dio il dono dell’umiltà. Per questo qualche volta abbiamo bisogno anche delle prove per poter maturare.
Per l’intercessione di san Francesco e della Beata Vergine Maria che era particolarmente umile, il Signore ci doni la grazia dell’umiltà, della semplicità, del servizio agli altri.
Amen.

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