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Richiesta di preghiere

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Per la Richiesta di Preghiere è possibile da oggi utilizzare il MODULO che si trova qui a sinistra.

Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

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sabato 1 dicembre 2018

Omelia della santa Messa Medjugorje, 26 novembre 2018


Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio.
Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere».
Parola del Signore.

Fratelli e sorelle, l’evangelista Luca parla della vedova povera. Anche Marco parla di lei e di questo episodio.
Gesù era nel Tempio. Prima di questo evento parlava alla folla, la ammaestrava e ammoniva.
San Marco racconta che Gesù diceva: “State attenti agli scribi a cui piace avere lunghe vesti, i primi posti nelle sinagoghe; divorano le case delle vedove con la scusa di lunghe preghiere”.
Gli evangelisti Luca e Marco raccontano che Gesù stava seduto di fronte al tesoro del Tempio e guardava le persone gettare le loro offerte. Molti ricchi gettavano tanti soldi. Questo è comprensibile, perchè avevano tanti averi. Una povera vedova ha gettato solo due monetine. Era tutto ciò che aveva.
Gesù ha osservato tutta la scena assieme agli apostoli e poi ha esclamato: “In verità vi dico: questa vedova così povera ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella, invece, nella sua miseria ha gettato tutto quello che aveva per vivere”. Ha dato agli altri tutto ciò che le serviva per vivere. Lo ha dato al Tempio e al popolo di Dio.
Con questo esempio Gesù ha voluto dire che Dio ha misure diverse rispetto a quelle degli uomini. Dio guarda l’intenzione e il cuore umano e non ciò che vedono gli uomini. Non importa quanto viene dato, ma l’apertura del cuore.
Questa donna così povera ha dato molto di più di tutti gli altri. Lei da il cuore a Dio, mentre gli altri danno solo il superfluo. Lei ha dato tutto: ciò che è materiale e la sua intera vita. Lei amava Dio con tutto il suo cuore e con tutta la sua forza. Lo temeva e credeva nella vita eterna. In un attimo ha donato tutto. Tutti i suoi beni materiali erano quelle due monetine che ha gettato nel tesoro.
Tanti non ci mettono il cuore quando donano, ma fanno il calcolo di ciò che possono ricevere in cambio. Pensano al loro interesse e misurano il valore dei doni fatti o ricevuti. In questo modo non si dona tutto, come invece fa la vedova del Vangelo.
Fratelli e sorelle, Gesù ci ha insegnato di non credere agli altri per ciò che dicono, ma di guardare il loro cuore e le loro opere.
Una fede sana esce da un cuore che ama le creature e perdona tutto. Una fede del genere è umile, non è superba o presuntuosa. una persona del genere non pensa di essere migliore degli altri, prega e aiuta volentieri.
Una devozione superba impone il proprio parere agli altri e desidera che gli altri siano come me e che pensino come me.
Cerchiamo di essere umili davanti a Dio e davanti agli uomini. Facciamo ciò che desideriamo fare con tutto il cuore come ha fatto la povera vedova. Operiamo con amore verso Dio e verso gli uomini.
A Dio piacciono donatori gioiosi.
Dio dona a noi cristiani il Suo Amore in abbondanza. Perciò anche noi dobbiamo donare con amore, sopratutto quando si tratta dei poveri.
Se abbiamo amore nel cuore vedremo i bisogni degli anziani, degli invalidi e di coloro che ci circondano.
Un giorno un mendicante ha chiesto l’elemosina a santa Caterina da Siena. Lei ha risposto che non aveva nulla da donargli. Lui ha detto con arroganza: “Mi puoi dare il mantello”. Lei si è tolta il mantello e glielo ha donato senza pronunciare una parola. Dopo alcuni le hanno chiesto spiegazioni e lei ha risposto: “Preferisco essere senza mantello che senza amore”.
Noi cristiani facciamo ogni cosa con amore e doniamo ogni cosa con amore. Anche se si dovesse trattare di un regalo piccolissimo.
San Basilio ha parlato di come deve essere il rapporto tra i ricchi e i poveri.
Il pane che ci avanza è il pane dei poveri. Il vestito che è appeso nell’armadio o le scarpe che non usiamo sono di coloro che sono nudi e scalzi. I soldi che accumuliamo sono i soldi dei poveri. Alla fine san Basilio aggiunge: “Le opere d’amore che non fate sono opere di ingiustizia che commettete”.
Queste parole sono rivolte a tutti. Tutto ciò che è superfluo non è nostro, ma appartiene ai poveri.
Vale la pena aiutare i poveri, sopratutto nei Paesi più arretrati. Quanto è povera la consolazione che i ricchi trovano nei loro beni.
Tutto questo ci fa comprendere la parabola di Lazzaro e del ricco. Dopo aver vissuto sulla terra il ricco è finito all’inferno. Non si dice il suo nome, mentre il povero ha un nome vero e proprio. Il ricco che pensava solamente a godere è finito nella perdizione eterna. Non ha meritato neppure di essere ricordato con il suo nome. Questo ricco ci ricorda il monito di Gesù che ci dice di stare attenti alle ricchezze materiali. Molto difficilmente un ricco entrerà nel Regno dei Cieli. Questo è riportato nel Vangelo di san Luca.
Anche se le implorazioni di aiuto di Lazzaro non arrivavano al cuore del ricco egli non era dimenticato da Dio. Gesù non ha detto che il ricco ha imbrogliato o rubato. Gesù andava anche dai ricchi che Lo conoscevano e mangiava con loro.
Allora domandiamoci: qual è il peccato di questo ricco? Il suo peccato è che ha disprezzato il povero. Non ha avuto compassione per la sua miseria. Egli invitava alla sua mensa solamente coloro che potevano contraccambiare con doni. Il ricco non ha ascoltato la Voce di Gesù che ha detto: “Quando prepari un banchetto invita poveri, zoppi, sordi. Beato te, perchè essi non potranno contraccambiarti. Riceverai il premio nella resurrezione dei giusti”.
Nelle nostre chiese e nelle nostre comunità dovremmo stare attenti quando facciamo le feste. Chi invitiamo alla nostra mensa? Possiamo creare o sostenere tante associazioni per i poveri, ma quanti poveri ci sono alla nostra mensa? Gesù dice: “Invita ciechi, sordi, zoppi, poveri. Beato te, perchè non hanno nulla con cui contraccambiarti”.
Invitiamo alla nostra tavola coloro che donano alla Chiesa il loro superfluo oppure coloro che non hanno nulla con cui contraccambiare? Al tempo d’oggi tra noi cristiani non si vedono alle nostre tavole persone che non hanno da contraccambiare.
Se non invitiamo coloro che non possono contraccambiare sarebbe giusto non invitare neppure coloro che ci donano il loro superfluo.
Madre Teresa di Calcutta diceva che non è un peccato essere ricco, ma esserlo senza aiutare chi è povero.
La vita passa velocemente, perciò vale la pena essere come la vedova povera del Vangelo per essere ricchi nell’eternità.
Amen.


Registrazione: F. Deagostini   Trascrizione : A. Bianco

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