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Richiesta di preghiere

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Per la Richiesta di Preghiere è possibile da oggi utilizzare il MODULO che si trova qui a sinistra.

Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

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mercoledì 26 dicembre 2018

Omelia della santa Messa Medjugorje, 16 dicembre 2018


Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, le folle interrogavano Giovanni, dicendo: «Che cosa dobbiamo fare?». Rispondeva loro: «Chi ha due tuniche, ne dia a chi non ne ha, e chi ha da mangiare, faccia altrettanto».
Vennero anche dei pubblicani a farsi battezzare e gli chiesero: «Maestro, che cosa dobbiamo fare?». Ed egli disse loro: «Non esigete nulla di più di quanto vi è stato fissato».
Lo interrogavano anche alcuni soldati: «E noi, che cosa dobbiamo fare?». Rispose loro: «Non maltrattate e non estorcete niente a nessuno; accontentatevi delle vostre paghe».
Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».
Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.
Parola del Signore.


Cari fratelli e sorelle, la tematica della preghiera fino a questa domenica è stata concentrata sulla seconda venuta di Gesù. Adesso si cambia.
L’argomento delle prime due domeniche potrebbe essere riassunto nelle parole di san Cirillo di Alessandria che si trovano nelle sue catechesi: “Noi annunciamo che Cristo verrà”. Quindi non è solo una venuta, ma ne attendiamo un’altra che sarà più gloriosa della prima. La prima venuta aveva il timbro della sofferenza; la seconda porterà la corona del Regno di Dio. Perciò non limitiamoci a pensare alla prima venuta, ma rimaniamo in attesa della seconda.
Nella terza domenica la Chiesa rivolge lo sguardo su Giovanni Battista. E’ lui che ci mostra Cristo che è già in mezzo a noi.
Dobbiamo concentrarci sul presente, sulla piccola e grande storia di ogni giorno. Nella storia quotidiana il Signore si fa vedere e cerca noi.
Celebrare il Natale significa celebrare Cristo. Lui è il Signore che viene.
Perchè avere paura? E’ il tempo di superare le paure e le confusioni, perchè nasce il Salvatore. Il Signore è vicino. Il profeta Sofonia preannuncia: “Il Re di Israele è in mezzo a te”. E san Paolo esulta: “Il Signore è vicino”. Proprio per questa certezza dovremmo esultare di gioia. Lui viene per vivere con noi ogni giorno e trasformare la nostra vita in una danza di gioia. Viene per rinnovare in noi la Sua Immagine che è stata deviata dal tempo e dal peccato.
Sofonia parla del Signore come di Colui che danza di gioia. Egli Lo presenta con lo Spirito colmo di gioia. Secondo il profeta Dio dice all’uomo: “Tu Mi fai felice”. L’uomo è diventato la gioia del Signore.
L’uomo è nella gioia per la mitezza del suo Dio e l’apice della gioia è Gesù Stesso.
Quindi se un cristiano vuole essere gioioso c’è un’unica strada: innalzare lo sguardo verso Gesù.
In Gesù tutto ci parla di gioia. Lui stesso è il Vangelo della gioia. La gioia è data dalla certezza che Dio è qui, che ci ama e che il Suo Regno verrà.
Ma la gioia scompare se non la si condivide.
Fratelli e sorelle, ciascuno di noi dovrebbe cominciare oggi questa condivisione di gioia e di amore. Basta una piccola scintilla per causare un grande incendio. E’ più sacro donare che ricevere.
Mancare di gioia vuol dire tradire la fede. Nessun problema sfugge alla potenza divina. Con Lui e in Lui posso fare tutto.
Esiste una vera felicità? Dove la si trova?
Una cosa è certa: la felicità sta in me piuttosto che nelle cose che mi circondano. Il nostro errore più grande è credere che manchi sempre qualcosa per avere la felicità. In realtà ci manca Dio. E non è Lui che manca a noi, ma siamo noi a mancare a Lui. Dio non si scoraggia. Semplicemente ci ama.
Dio ha messo la felicità nelle nostre mani e noi ne siamo responsabili.
Un peccato che compiono i cristiani è quello contro la gioia. Chi tradisce la gioia tradisce l’amore.
Dopo il dono della pace il più importante è quello della gioia.
Queste sono due parole che spesso si incontrano tra i primi cristiani.
Gli ebrei si auguravano reciprocamente la pace. I greci, invece, la gioia. I cristiani hanno unito queste due cose e ne è nata una benedizione. La mancanza di gioia è un peccato contro la vita spirituale.
Il mondo è pieno dei doni di Dio. Il pessimista, invece, è sempre scontento, perchè non è felice, non è gioioso e non riconosce la presenza e l’opera del Signore.
La mancanza di gioia è il tradimento della testimonianza cristiana.
Colui che ha trovato Gesù ha trovato tutto.
Il compito di questa domenica della gioia è quello di inalzare sempre lo sguardo verso Gesù. All’inizio c’era la gioia e la gioia era presso Dio e la gioia era Dio.
Gesù è la via per la gioia. Rivolgiamoci a Lui.
Nel Vangelo si parla di Giovanni Battista che indica Gesù. Giovanni prepara la via alla luce, ma non ruba la scena a Cristo. Egli è la salvezza.
Il profeta Sofonia pone una domanda importante quando chiede “Chi dobbiamo incontrare?”
Cari fratelli e sorelle, la risposta a questa domanda è il Natale. Noi saremo felici e il nostro sguardo sarà rivolto a Gesù e al Suo Grande Cuore che ci dona la gioia.
Amen.
fra Dragan Ružić

Registrazione: F. Deagostini Trascrizione A. Bianco

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