Međugorje, mercoledì 13 settembre 2017, memoria di San Giovanni Crisostomo Vescovo e dottore della Chiesa, omelia della Santa Messa vespertina.
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù, alzàti gli occhi verso i suoi discepoli, diceva:
«Beati voi, poveri,
perché vostro è il regno di Dio.
Beati voi, che ora avete fame,
perché sarete saziati.
Beati voi, che ora piangete,
perché riderete.
Beati voi, quando gli uomini vi odieranno e quando vi metteranno al bando e vi insulteranno e disprezzeranno il vostro nome come infame, a causa del Figlio dell'uomo. Rallegratevi in quel giorno ed esultate perché, ecco, la vostra ricompensa è grande nel cielo. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i profeti.
Ma guai a voi, ricchi,
perché avete già ricevuto la vostra consolazione.
Guai a voi, che ora siete sazi,
perché avrete fame.
Guai a voi, che ora ridete,
perché sarete nel dolore e piangerete.
Guai, quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti agivano i loro padri con i falsi profeti».
Parola del Signore.
Fratelli e sorelle, abbiamo sentito le letture di oggi.
Nel brano del Vangelo secondo Luca vediamo 4 situazioni positive e 4 negative. 4 Beatitudini e 4 maledizioni.
Ciò che Gesù vuole dai Suoi discepoli, cioè da tutti noi che ci diciamo Cristiani, è una continua decisione per Lui.
Non si tratta di compiere solo i precetti di carità, ma una vera continua decisione. Essere beato significa incontrare Dio.
Dio ha scelto e ha chiamato gli uomini.
La Bibbia dice quali sono le condizioni della beatitudine.
L’Antico Testamento proclama l’uomo beato quando ascolta, riflette e vive la legge. Sempre nell’Antico Testamento sono beati gli uomini e le donne che hanno tanti figli e che Dio benedice dando loro beni materiali.
Gesù annuncia un cambiamento di valori e dice ai Suoi discepoli: “Beati voi poveri, voi che avete fame e voi che piangete. Il Regno di Dio appartiene a voi”.
Queste Beatitudini sono sorgente di speranza. I poveri e gli esclusi sono privilegiati dal Padre. A loro è aperto l’ingresso al Regno. Questo Regno è per coloro che cercano Gesù e hanno sete di giustizia.
Il discepolo è mite, povero e ha fame di giustizia.
Le Beatitudini descrivono il Volto di Gesù.
Se guardiamo Gesù vediamo che le Beatitudini escono dai limiti umani che ce le fanno vedere impossibili. Ciò che è impossibile a noi è possibile a Dio. Tutto questo è possibile all’uomo e alla donna invitati alla santità. Tutti siamo invitati alla santità.
Perchè le Beatitudini siano realizzabili è importante riconoscere il primo posto di Dio nella nostra vita, affidarci al Padre e mettere la nostra esistenza nelle Sue Mani.
Guardando con i nostri occhi umani queste Beatitudini di Gesù sono assurde, un fallimento.
Chi di noi vuole essere povero, aver fame, piangere, non accettato? Nessuno.
Tutti noi vorremmo essere ricchi, sazi, sorridenti, accettati.
Sicuramente Gesù accetta gli uni e gli altri. Non ha nulla riguardo ai vari stati di vita.
La domanda principale è come noi affrontiamo le situazioni della nostra vita. Da queste decisioni dipende se siamo beati o se ci viene detto “guai”.
Non è un peccato avere fame, ma neanche essere sazi. Non è un peccato piangere, ma nemmeno sorridere. Non è un peccato essere accettati, ma neppure essere rifiutati.
Il peccato sta nel modo in cui sono arrivato ad una certa situazione di vita. Il mio cuore può essere aperto o chiuso per Dio e per il prossimo.
Possiamo riassumere queste Beatitudini in un comandamento: Ama il prossimo tuo come te stesso.
Se noi vivessimo questo comandamento molto presto saremmo liberi dal nostro ego. Non possiamo amare il prossimo come noi stessi finchè serviamo soltanto i nostri bisogni. Bisogni per sopravvivere, per la sicurezza, per l’onore, il potere...
Gesù ci invita a realizzare il Regno di Dio in noi e non il frutto della nostra immaginazione. Questa è l’apertura che permette a Dio di intervenire in ogni momento nella nostra vita. Questo richiede da parte nostra di saper rinunciare ai nostri progetti a favore del prossimo.
San Luca dice nel Vangelo “beati voi poveri”. San Matteo aggiunge “poveri in spirito”.
I poveri in spirito sono le persone che una certa cultura disprezza. Sono ritenute senza significato e onore. Non ci si riferisce solamente alla povertà materiale, anche se questa può essere motivo di disprezzo da parte dei ricchi. Qui si parla della povertà evangelica.
Il termine “poveri in spirito” fa capire che non basta essere povero, ma bisogna accettare le circostanze della vita per quanto possano essere dolorose.
Poveri in spirito sono tutti coloro che sono pronti ad accettare qualsiasi sofferenza a causa del Signore.
Conosciamo persone che attraverso la sofferenza vogliono attirare l’attenzione su di sè. Spesso è l’unica occasione per attirare l’attenzione. Oso dire che si tratta di una specie di manipolazione del prossimo.
Nelle Beatitudini si parla dei perseguitati a causa della giustizia e della verità. Non ci perseguitano a causa delle nostre opere, ma perchè cerchiamo di cambiare sistemi sbagliati. Da questo è comprensibile che i poveri di spirito non sono le persone che sono passive davanti alle situazioni, ma che cercano di agire in conformità con Dio.
I poveri in spirito sono coloro che accettano la sofferenza in modo attivo e non passivo. Accettano la situazione così com’è e poi si impegnano per migliorarla.
San Paolo ammonisce la comunità dei cristiani dicendo di far morire in loro ciò che appartiene alla terra: impurità, immoralità, passioni, desideri cattivi e cupidigia.
Queste cose causano quel “guai” di cui san Luca scrive nel Vangelo. Bisogna cambiare il cammino e queste cose devono appartenere al passato.
La stessa ammonizione è rivolta a noi oggi.
Tra di noi ci sono tante impurità, immoralità, passioni, desideri cattivi, inganni, desideri, cupidigia, idolatria, furti. Per tali comportamenti non c’è giustificazione. Non esistono motivi che possano autorizzarli.
San Paolo è molto chiaro quando dice: “Vi siete svestiti dell’uomo vecchio con le sue azioni e avete vestito l’uomo nuovo”. Vuol dire che ci siamo decisi per Cristo e per una vita nuova.
Quando si prende una decisione del genere non si può tornare in dietro.
Domandiamoci: quanti Cristiani oggi manifestano il proprio Cristianesimo? Oppure forse siamo Cristiani soltanto sulla carta? Oppure prendiamo solamente le parti che ci convengono del Cristianesimo?
San Giovanni Crisostomo, la cui memoria ricorre oggi, ha giudicato i vizi e ha ammonito coloro che vivevano nel peccato, nella lussuria, nel benessere, non volendo condannarli, ma aiutandoli a scegliere il bene, ridonando la vita alla loro fede e esortandoli alla misericordia.
Diceva: “Dare ai poveri significa dare a Dio”. Oppure diceva: “Liberate Cristo dalla fame, dalla prigione, dalla nudità”.
A tutto ciò siamo invitati noi oggi. Siamo invitati a fare del bene per gli altri e non per noi stessi. A fare del bene a causa di Dio e del Suo Amore. Purtroppo spesso facciamo del bene, perchè gli altri lo vedano.
Facciamo le foto di ogni cosa buona che abbiamo fatto e le pubblichiamo sui social network.
Da questo tipo di bene ne ricavo vantaggio per la mia o la tua salvezza? Non basta che io abbia riempito lo stomaco ad una persona affamata e che tutti abbiano messo il loro “mi piace”.
Qui non c’è il pensiero evangelico “non sappia la tua sinistra cosa ha fatto la tua destra”. Questo non è stato fatto per aiutare l’altro, ma a proprio vantaggio.
Con un tale comportamento non è possibile trovare la Parola di Gesù “beati voi”.
Oso dire che questo mio atteggiamento si trasforma in quel “guai” che Gesù ha rivolto ai ricchi.
“Guai a voi quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo agivano i loro padri con i falsi profeti”.
Non pensiamo che Gesù abbia qualcosa contro i ricchi. No! Ma critica il loro rapporto verso il prossimo.
Questa frase è molto attuale oggi. Dico bene di te, perchè ti conosco. Dico bene di te, perchè ne traggo interesse. Dico bene di te, perchè mi aspetto che tu contraccambierai con la stessa misura.
Fratelli e sorelle, da me oggi dipende il mio “beato” oppure “guai”.
Sono io che scelgo.
Amen.
Fonte: INFO trascrizione A. Bianco
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