Ricordo con particolare gratitudine le salite al Podbrdo ed al Križevac
Nel passaggio dall’anno 2009 al 2010 l’Arcivescovo di Vienna, Cardinal Christoph Schönborn, ha visitato privatamente per la prima volta Medjugorje e la Comunità Cenacolo che vi opera da anni. Il Cardinale desiderava visitare il luogo da cui sono venuti “numerosi frutti buoni”. Medjugorje è per lui una “scuola di normale vita cristiana in cui si impara a credere in Cristo, a pregare, a vivere dell’Eucaristia, a praticare l’amore verso il prossimo, a rafforzare ciò che è essenziale nella vita cristiana di ogni giorno”, ha sottolineato il Cardinale in una intervista immediatamente successiva al suo ritorno a Vienna.
A cura di Christian Stelzer e Krešo Šego
La decisione del Cardinale di visitare Medjugorje risale all’estate del 2009, in occasione della sua presenza al tradizionale incontro annuale “Festa della vita” nella Comunità Cenacolo di Saluzzo. Poiché sapeva del profondo legame tra il Cenacolo e Medjugorje, egli ha sentito il bisogno di visitare il luogo da cui tale Comunità si è diffusa nel mondo intero ed in cui la forza della Risurrezione del Signore opera così visibilmente. Come innumerevoli pellegrini, anch’egli ha voluto pregare in questo luogo e prendere del tempo per il silenzio e la riflessione. In occasione del trentesimo anniversario delle apparizioni della Regina della Pace, abbiamo chiesto una intervista all’Eminentissimo Cardinale.
Eminenza, Eminentissimo Signor Cardinale, grazie per aver accettato una intervista per Radio “Mir” Medjugorje e per il mensile “Glasnik mira”. Radio “Mir” è stata fondata sedici anni fa ed oggi “copre” con le sue onde la Bosnia Erzegovina, la Croazia e, attraverso il satellite ed internet, il mondo intero. Il mensile “Glasnik mira” esce per il sesto anno consecutivo. La cerchia dei suoi lettori è continuamente in crescita, sia nel popolo croato che tra i pellegrini che vengono a Medjugorje.
Un po’ più di un anno fa Lei ha visitato Medjugorje, tra l’altro per incontrare pellegrini da tutto il mondo che vi festeggiavano in preghiera il Capodanno, il passaggio dal vecchio al nuovo anno. Per me è stata una grande gioia seguirla nel pellegrinaggio e sperimentare di quale gioia sono stati pieni quei giorni a Medjugorje. Se oggi ritorna col pensiero a quei giorni trascorsi a Medjugorje, ci può dire che cosa volentieri ed in modo particolare?
Mi ricordo molto volentieri ed in modo vivo di tutto, ma in modo particolare ricordo la Celebrazione Eucaristica di Mezzanotte nella Chiesa parrocchiale di Medjugorje con circa diecimila pellegrini. La veglia di Capodanno, organizzata in quel modo con pellegrini da tutto il mondo, è stato sicuramente qualcosa di particolare.
Ricordo con grande gratitudine l’incontro coi Padri Francescani, col Signor Parroco ed i suoi confratelli. Come Domenicano mi sento particolarmente legato ai Francescani.
Con particolare gratitudine ricordo le salite al Podbrdo ed al Križevac. Su quei due monti – davvero difficilmente accessibili -, sul secondo, sul Križevac, sono salito insieme a suor Elvira della Comunità Cenacolo – quelle sono state per me esperienze particolarmente forti. La Comunità Cenacolo, che conosco già da molto tempo, mi ha colpito ancora di più sperimentandola a Medjugorje. Anche il Villaggio della Madre è rimasto vivo nel mio ricordo. Gli incontri con Marija Pavlović, Mirjana Soldo, Ivanka Elez e Vicka Mijatović si sono incisi profondamente nel mio cuore e ricordo con molta gratitudine la straordinaria ospitalità sperimentata nelle loro case. In modo particolare e con grande gratitudine ricordo il tempo, anche se breve, che ho trascorso come confessore in uno dei confessionali.
Ma più di tutto e al di sopra di tutto ricordo ciò che mi è molto difficile descrivere, cioè il mistero di Medjugorje: perché e per quale ragione le persone vengono lì. Questo è ciò che ho sperimentato tante volte anche a Lourdes: Lei è qui, la Madonna è qui. Lei è così vicina agli uomini per mezzo della sua maternità, per mezzo della sua bontà. Credo che proprio questa sua vicinanza, che si può sentire dappertutto, sia ciò che lega tutti questi ricordi.
Esistono luoghi particolari in cui questa sua vicinanza si fa sperimentare anche in modo particolare. Io credo che il mistero di Medjugorje sia davvero la Madonna stessa.
Spesso in interviste Lei ha detto che proprio i gruppi di preghiera nati in Austria attraverso Medjugorje hanno attirato per primi la sua attenzione su questo luogo, glie l’hanno - per così dire - fatto conoscere. Che impressione aveva all’inizio quando veniva citato Medjugorje?
Il mio primo incontro con Medjugorje è avvenuto già agli inizi degli anni Ottanta, quando nella nostra chiesa conventuale al centro di Vienna nacque un gruppo di preghiera di Medjugorje. Anch’io sono un religioso, un Domenicano, ma fino ad allora non avevo sentito nulla su Medjugorje. Vedevo che là le persone pregavano in modo particolarmente vivo per delle ore, ogni settimana, instancabilmente. Tra le altre cose si pregava il Rosario mariano, si cantava col cuore, si celebrava l’Eucaristia, si adorava il Santissimo Sacramento dell’Altare. Avevo l’impressione che per quelle persone la preghiera non fosse mai troppa, che non li annoiasse, essi vanno fedelmente di settimana in settimana, fino ad oggi. Questo è proprio un segno che parla di autenticità. Poiché, se fosse stato solo un fuoco di paglia, si sarebbe già spento da tempo.
Intanto abbiamo gruppi di preghiera nati attraverso Medjugorje in tutta l’Austria. Comune a tutti loro è il fatto che in essi le persone si impegnano a vivere con Maria una approfondita vita cristiana, permeata dall’Eucaristia. Spesso sentiamo anche testimonianze di guarigioni ricevute da alcune persone. Dodici anni fa, Lei ha riconosciuto dal punto di vista ecclesiastico l’Associazione „Oase des Friedens“, che segue e sostiene i gruppi di preghiera di Medjugorje in Austria. Cosa può dire di questi frutti nella sua terra?
I frutti, per così dire, la cesta piena dei frutti di Medjugorje la conosce solo Dio stesso. Ma è stato dato anche a me di conoscerne e sperimentarne alcuni, ad esempio le fedeli e forti vocazioni sacerdotali che sono arrivate proprio tramite Medjugorje.
Ho vissuto testimonianze di conversioni: potrei enumerare esempi di famiglie che non solo là hanno rafforzato la fede, ma hanno anche superato alcune loro crisi in modo toccante con l’aiuto di Medjugorje.
Mi ricordo di una famiglia – lo testimoniano i coniugi stessi – che, senza il pellegrinaggio a Medjugorje quando i figli erano ancora relativamente piccoli, non avrebbero sopportato insieme una prova della vita. Oggi tutti i loro figli sono sposati, credenti praticanti e fedeli alla Chiesa. In un occasione, non molto tempo fa, sono andati tutti in pellegrinaggio a Medjugorje a ringraziare la Madonna.
Potrei enumerare esempi di guarigione dalla dipendenza da droga. Già molti anni fa ho conosciuto un ragazzo che era andato in autobus a Medjugorje e da quel momento non ha mai più assunto droga nella sua vita. Potrei raccontare molte esperienze personali. Ne ricordo una delle molte. Mentre aspettavo il treno in un piccolo luogo, il custode della stazione mi ha riconosciuto ed ha cominciato a raccontarmi la storia della sua vita: sua moglie era morta di tumore, lui non era credente, era profondamente disperato. Degli amici lo hanno invitato ad andare con loro a Medjugorje. Non ha potuto resistere e non raccontarmi con giubilo che la sua vita era molto cambiata, che proprio la fede che ha ritrovato lo sostiene nella vita.
I messaggi provenienti da Medjugorje non ci dicono nulla di nuovo – preghiera, digiuno, conversione, riconciliazione, pace. Molte persone vedono in essi una attualizzazione del messaggio neotestamentario per il nostro tempo. Condivide anche Lei questo pensiero, che oggi – cioè nel nostro tempo – il Cielo si occupa di noi in modo particolare?
Credo che in questo tempo particolare riceviamo anche un aiuto particolare. Quando penso concretamente all’Austria ed a quanto la fede solo negli ultimi anni si sia indebolita, con ragione siamo rimandati ad un forte aiuto dal Cielo.
I messaggi di Medjugorje, grazie a Dio, non sono originali. Se qui si trattasse di un qualche sensazionalismo, sicuramente sarebbe già tutto morto, perché è impossibile dare messaggi sensazionali ogni settimana, ogni mese, ogni anno. Per me è interessante il fatto che i messaggi, per quanto io li conosco e li ho letti, sono molto semplici, essi sono – per così dire – l’abc del vivere la fede cristiana: una continua chiamata alla preghiera, alla conversione, al digiuno, alla riconciliazione, alla pace. Ed ogni volta quel “Grazie per aver risposto alla mia chiamata”. Penso che, indipendentemente da quale sarà il giudizio definitivo della Chiesa, una cosa è sicura: milioni di persone in tutto il mondo leggono questi messaggi e vedono in essi una chiamata della Madre di Dio rivolta a loro, alla loro vita. E se ogni mese essi ricordano alle persone di pregare, di convertirsi, di riconciliarsi e di amare la Madonna, cosa ci potrebbe accadere di meglio? Sicuramente questo non ci può nuocere. Perciò in questi messaggi vedo un tipo di scuola di imitazione quotidiana di Gesù. Maria ci prega proprio di guardare a suo Figlio, di ascoltarlo, di imitarlo. La prima parola di Maria rivolta agli uomini è “Fate ciò che Lui vi dirà”. “Fate ciò che Lui vi dirà” è il nocciolo dei messaggi di Medjugorje.
Per molti pellegrini gli abitanti di Medjugorje sono diventati testimoni di fede. La loro preghiera famigliare a cui, soprattutto all’inizio, anche i pellegrini potevano partecipare, è divenuta anche l’inizio del loro cammino di fede. Può rivolgere uno speciale messaggio ai parrocchiani di Medjugorje e, più ampiamente, ai cittadini della Bosnia Erzegovina e della Croazia?
Per me è impressionante il fatto che, all’inizio, i messaggi si riferivano proprio alla parrocchia. Mi sembra come se il Cielo abbia voluto che la sua “arma” fosse – per così dire – pronta. Poiché se questo luogo emana qualcosa di speciale, allora anche i suoi abitanti devono collaborare in questo. Così è stato anche con il Santo Curato d’Ars. Egli ha innanzitutto vissuto la grazia della conversione della parrocchia di Ars. “Ars non è più Ars”, diceva il Curato d’Ars dopo alcuni anni. Ars non è più Ars, Ars è cambiata. Anche a Medjugorje, a quanto ho sentito, c’erano abbastanza persone che litigavano. Ma come si può diffondere la pace che la Madre di Dio, Regina della Pace, ci mette nel cuore, se gli abitanti non la vivono? Perciò mi sembra che questa è davvero una meravigliosa pedagogia della Madonna, per la quale Ella ha preparato innanzitutto il villaggio stesso, la parrocchia, ad essere al suo servizio. Ora gli abitanti di Medjugorje, svolgendo la loro missione, vengono indirizzati al mondo. E per questo dobbiamo ringraziarli di cuore, per essersi messi a disposizione ed essere diventati “l’arma” della Regina della Pace.
Nel Novembre di quest’anno abbiamo in programma nella nostra Cattedrale di Vienna il nostro quarto incontro di preghiera per la pace, a cui parteciperà anche qualcuno dei veggenti di Medjugorje. La ringraziamo a nome di tutti gli amici di Medjugorje per aver permesso questo incontro. Per Lei esiste una qualche particolare ragione per cui ci ha aperto le porte le porte della Cattedrale?
La Cattedrale è, si può dire, il cuore dell’Austria, essa è, insieme a Mariazell, la “chiesa – cuore”. Anche questo grande movimento di preghiera, che ha portato a molte persone nella nostra terra così tante benedizioni, deve aver posto in Cattedrale. Perciò è per me, come anche per la nostra parrocchia e per il Capitolo della Cattedrale, veramente un privilegio se questo movimento di preghiera si riunisce una volta l’anno proprio lì in preghiera di ringraziamento, di lode e di supplica. Noi dobbiamo essere veramente grati per il fatto che questo incontro avvenga proprio in Cattedrale. Grazie a tutti voi che lavorate a questa opera, grazie alla parrocchia di Medjugorje ed a tutti i fedeli e grazie ai Francescani di Medjugorje. Penso a voi con grande gioia e gratitudine e sono con voi molto spesso nel mio cuore e nella mia preghiera.
Fonte: data: 06.05.2011 – Sito Ufficiale Parrocchia Medjugorje
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