In occasione del soggiorno dell’Arci-vescovo di Vienna Cardinal Christoph Schönborn a Medjugorje, Max Domej della Gebetsaktion Wien ha parlato con lui.
Riguardo a Lourdes ed a Fatima la Chiesa ha espresso il suo giudizio, il suo giudizio definitivo, solo dopo che gli avvenimenti erano terminati. A ciò si arriverà anche in questo caso prima o poi, ma anche qui lasciamo le mani libere alla Madre di Dio… Penso che Medjugorje possa pacificamente continuare ad andare per la sua strada, con la fiducia che la Chiesa, Madre e Maestra, qui seguirà davvero bene la strada per cui si sta andando.
Eminentissimo Signor Cardinale Christoph Schönborn, è un grande onore per noi incontrarLa qui a Medjugorje. Ci può dire cosa l’ha spinta a venire?
Non potrei descrivere precisamente come si è arrivati a ciò. So di Medjugorje già da molti anni, non personalmente perché non ero ancora mai stato qui, ma nella nostra Diocesi e molto al di là di essa sperimento i frutti di Medjugorje. Ho sempre detto una sola ed identica cosa, ciò che Gesù dice nel Vangelo: l’albero si riconosce dai frutti. Quando da noi vedo i frutti di Medjugorje, posso dire che sicuramente l’albero è buono. Porterò solo due piccoli esempi. All’aeroporto di Vienna, durante il controllo di sicurezza, un custode ha visto sul mio biglietto che stavo volando a Zagabria. Mi ha riconosciuto e mi ha domandato: “Vola a Zagabria?”. “Sì e poi per Spalato e poi a Medjugorje”. Il suo volto brillava e mi ha risposto: “Io sono già stato a Medjugorje!” e ha cominciato a parlarmi di questo con entusiasmo. Uno dei custodi nel controllo di sicurezza racconta come le persone salgono sul Križevac e di quale atmosfera regni là… Secondo esempio: Ero di buon mattino nella stazione ferroviaria della città. Il direttore della stazione mi ha riconosciuto. Abbiamo iniziato a parlare e lui mi ha confidato la sua grande disgrazia: sua moglie era morta di tumore. Ed ha aggiunto subito: “ma degli amici mi hanno portato a Medjugorje”. E questo lo ha rafforzato nella fede. Emanava una tale gioia…
Questi sono solo due piccoli esempi tra le molte, molte esperienze che ho legate a Medjugorje.
Ripeterò ciò che ho detto molti anni fa in una intervista: se Medjugorje non fosse a posto, dovremmo respingere metà dei nostri seminaristi, poiché così tante nostre vocazioni sacerdotali sono legate direttamente o indirettamente a Medjugorje.
Come si è arrivati a questo, come mi sono deciso a venire a Medjugorje? Ho sempre indugiato, poiché, in qualità di Cardinale, sono una persona molto esposta nella Chiesa, poiché esistono molte controversie e io non desidero dare occasione a discussioni, ma si sa ciò che penso su Medjugorje. Tuttavia, quest’estate sono stato a Saluzzo presso la Comunità Cenacolo. Conosco Suor Elvira già da alcuni anni, le voglio bene e la stimo come una straordinaria testimone del Signore Risorto e so quanto profondamente il Cenacolo sia legato a Medjugorje. A Saluzzo ho sperimentato una sicurezza interiore molto forte: è venuto il momento che io vada a Medjugorje. Direi che è stata una spinta interiore. Ho espresso il desiderio che la mia visita restasse riservata, volevo semplicemente trascorrere del tempo in silenzio ed in preghiera. Non volevo nascondere la mia venuta, ma volevo che non se ne parlasse molto. Volevo semplicemente venire nel luogo in cui la Madonna dà così tante grazie.
Oltre a questo, l’anno scorso Ivan Dragićević è stato a Vienna, ho parlato con lui, e quest’anno anche Marija Pavlović-Lunetti, entrambi nella Cattedrale di Santo Stefano, cosa per la quale ho anche dato il mio permesso. Entrambi gli incontri mi hanno profondamente impressionato per la modestia, la chiarezza, la cordialità e la semplicità di questi due veggenti. Ciò mi ha rafforzato nella decisione di venire qui in modo del tutto semplice e silenzioso.
Lei è un Domenicano ed i Domenicani sono famosi nella storia della diffusione del Rosario. Qui viene la Madre di Dio e ci chiede di pregare il Rosario. Lei come guarda al Rosario?
Come Domenicano veramente dovrei ogni giorno pregare il Rosario, ed è un po’ spiacevole per me il fatto che devo riconoscere che in questo senso non sono un buon Domenicano, perché non riesco a pregare il Rosario ogni giorno. Ma posso dire una cosa: per me il Rosario è sempre stato la preghiera dei poveri per quel che riguarda me personalmente, ci sono sempre periodi di più grandi ansie o di difficoltà temporanee, allora il Rosario salva come una fune. Come sulle montagne abbiamo bisogno della fune, così abbiamo bisogno anche del Rosario. Il sacerdote attraverso cui ho conosciuto i Domenicani era un grande insegnante della Scolastica, un vero tomista di antico conio, un neoscolastico che mi ha affascinato come intellettuale, come teologo, ma nello stesso tempo anche come ardente devoto e promotore del Rosario. Questo mi ha attirato verso i Domenicani. Ciò mi toccò quando ero ancora un ragazzino di quattordici anni. Da una parte l’intelligenza dell’intellettuale che si interessa di filosofia e teologia, e dall’altra questa semplice devozione. Per me questa è la principale caratteristica dei Domenicani, di San Domenico: San Tommaso, la sua Summa e il Rosario.
Nell’Ufficio Parrocchiale, dove i frati ieri l’hanno accolta in modo veramente cordiale e gioioso, ha detto di voler conoscere questa pastorale della Madre di Dio. Ci può spiegare questo brevemente?
Mi ha sempre affascinato che la Madre di Dio ha un metodo pastorale del tutto singolare, che in qualche modo non bada ai manuali o alle conferenze teologico-pastorali. Fin dalla giovinezza ho amato Lourdes e la amo ancora. Ecco come io immagino gli avvenimenti: il Vescovo della città di Tarbes sicuramente aveva i suoi piani pastorali e le sue riflessioni, e viene la Madre di Dio non chiedendo né al Vescovo, né al parroco del luogo, appare in un luogo completamente impossibile, in una cavità di una pietra presso un fiume al quale le persone in genere non si recavano e ad una ragazzina che era analfabeta, che non poteva spiegare cosa fosse la Santissima Trinità perché non era riuscita a studiarlo al catechismo. Solo appare a lei, solo così… E ancora dà indicazioni estremamente precise su ciò che bisogna fare, ciò che bisogna dire ai sacerdoti: che bisogna venire in processione, che bisogna costruire una cappella. E poi le ordina di scavare la terra - e sgorga l’acqua… Il piano pastorale della Madre di Dio era molto preciso. Lei sapeva perfettamente. Ciò non era previsto nel piano pastorale della Chiesa, ma ha determinato la pastorale di tutta la Francia e del mondo. Anche in Vaticano c’è la grotta di Lourdes davanti alla quale prega il Papa. In tutto il mondo esistono grotte di Lourdes e da tutto il mondo le persone vengono e fanno ciò che la Madre di Dio ha loro proposto là. E tutto questo attraverso una ragazzina, Bernadette veggente, e la Chiesa lo ha riconosciuto.
Ho pensato: Desidero davvero vedere come ciò assomigli a Medjugorje oggi, come Maria ci guidi passo passo, come le persone qui hanno vissuto questo, quegli inizi nel 1981. Che cosa la Madre di Dio ha in mente per apparire su questa collina veramente impossibile a un gruppo di bambini non colti e per cominciare a dare loro direttive pratiche di vita, e questo per così tanti anni? Ciò mi sembra davvero fantastico. Bisogna riflettere anche sulla pastorale, perché posso molto semplicemente affermare che in tutto il mondo la Madre di Dio è evidentemente la migliore teologa pastorale. In America Latina ha organizzato una intera missione attraverso Guadalupe, dove è apparsa ad un Indios e gli ha detto cosa dire al Vescovo. Non lo ha detto al Vescovo, ma a quell’Indios. In ogni terra esistono esperienze del genere e su questo i teologi dovrebbero riflettere molto seriamente.
Molti fedeli sono scoraggiati a causa dell'atteggiamento di rifiuto del Vescovo locale ed usano ciò come giustificazione, così sono tagliati fuori da questa pastorale. Come tutto il Sud America è contrassegnato dalle apparizioni di Guadalupe, credo che questo luogo emani la stessa forza. In qualche modo fedeli devoti devono essere protetti da qualsiasi tipo di presa in giro ...
Credo che non dovremmo preoccuparci in questo senso. La Madre di Dio è la miglior diplomatica anche qui. Già a Cana di Galilea, aveva organizzato tutto nel modo migliore, sa come affrontare le difficoltà, e lo fa bellissimo già da secoli. Lei ci dice: "Fate quello che vi dirà!" E' ovvio che ci consigli di ascoltare la Chiesa. L’istanza suprema nella Chiesa è la Santa Sede, il Santo Padre e la sua Congregazione per la Dottrina della Fede, che è davvero l’istanza più alta in tutte le questioni di fede e di morale. La Suprema Autorità della Chiesa ci ha dato direttive chiare, non da parte del Papa stesso, ma da parte della Congregazione per la Dottrina della Fede che ha chiaramente confermato ciò che a suo tempo hanno detto i Vescovi della Jugoslavia e che indubbiamente vale come norma per Medjugorje. Ho sempre ripetuto questo, questi testi sono conosciuti, esistono tre elementi che valgono anche oggi e vedo anche la mia visita a Medjugorje nel contesto di tali direttive. In questo senso, la mia visita non è qualcosa di insolito. La Santa Sede, in accordo con la dichiarazione dei Vescovi Iugoslavi del 1991, dice:
Primo: Non constat de supernaturalitatae. Questa è una espressione che si utilizza raramente e significa che la soprannaturalità degli eventi non è accertata, ma questa è una formulazione classica della Dottrina Ecclesiastica. Non si dice che la soprannaturalità è esclusa, ma non è, o non è ancora, definitivamente confermata e ciò per una ragione molto semplice che io sostengo completamente. Io sono membro della Congregazione per la Dottrina della Fede ed è comprensibile che io sostenga questo, se dovessimo discutere di questo, cioè: finché i fenomeni continuano, sicuramente non si arriverà ad un giudizio definitivo della Chiesa, perché qualcosa del genere non è ancora stato mai fatto. A Lourdes e a Fatima gli avvenimenti erano terminati, e solo allora la Chiesa ha dato il suo giudizio. Il giudizio definitivo. Anche in questo caso si arriverà a questo prima o poi, ma anche qui lasciamo le mani libere alla Madre di Dio.
Secondo: Non si possono organizzare pellegrinaggi ufficiali, dunque io non posso organizzare un pellegrinaggio episcopale a Medjugorje. Ciò è in logica connessione con quello che è stato detto nel primo punto. Dunque, non c’è ancora un riconoscimento ufficiale, ma con quella formulazione è detto molto chiaramente che la soprannaturalità non è esclusa. La Chiesa ha detto chiaramente: non è escluso. Non è accertato, ma non è neppure escluso.
La terza cosa che la dottrina della Chiesa dice chiaramente, allo stesso modo in accordo con i Vescovi Iugoslavi, è che qui bisogna accompagnare spiritualmente i pellegrini. Ciò significa che davvero deve esistere una pastorale dei pellegrini e molti si adoperano per questo, tra gli altri anche la “Gebetsaktion Wien” che si prende cura dei pellegrini, che li accompagna, che li segue anche dopo il pellegrinaggio ecc. Penso che in questo modo Medjugorje può continuare bene ad andare per la sua strada, con la fiducia che la Chiesa, Madre e Maestra, qui seguirà davvero bene la strada per la quale si va. Consiglierei la pazienza. La Madre di Dio con noi ha così tanta pazienza che già da quasi 29 anni qui in un modo molto diretto mostra la sua vicinanza e cura per la parrocchia di Medjugorje e per così tanti pellegrini. Tranquillamente possiamo avere pazienza! 29 anni sono un periodo lungo, ma davanti a Dio non è poi così lungo!”.
È davvero incredibile che i veggenti continueranno ad avere un'apparizione all'anno per tutta la vita.
Credo che Nostra Signora – non per niente la chiamiamo Regina - sia semplicemente sovrana. Sta venendo direttamente dal Cuore di Dio, le sue intenzioni ed i desideri sono certamente in accordo con la Santa Trinità. Se vuole esprimere la sua vicinanza in questo modo, anche per il corso della vita, deve avere i suoi buoni motivi. Già ora possiamo dire che durante questi 29 anni Medjugorje non si è indebolito, non ha avuto soste. Potremmo persino dire, come hanno detto i frati ieri che, anche se ci non fossero più apparizioni, anche se i fenomeni soprannaturali di questo genere si arrestassero, la gente verrebbe ancora perché qui sperimentano la vicinanza di Cristo e della Madre di Dio in modo forte. Come a Lourdes dove le apparizioni sono finite 150 anni fa, ma la presenza della Madre di Dio non è finita. Quanta gente a Lourdes avverte la vicinanza della Madre di Dio che porta loro tanta consolazione! Recentemente l’ho di nuovo sperimentato: quando un uomo va alla grotta di notte e prega nel luogo dove Bernadette ha avuto le apparizioni, può dire semplicemente: È qui! E sarà sicuramente sempre così! È una vera consolazione vedere cosa irradia questo luogo attraverso le Sue mani benedicenti ed il Suo Cuore.
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