«Fratelli e sorelle,
abbiamo sentito: "Con la misura con cui misurate sarà misurato a voi in cambio". Perciò poniamoci la domanda: quali sono e come sono le misure con cui misuriamo? Abbiamo due misure diverse, dei criteri di cui spesso non siamo coscienti. Osserviamo alcuni di questi criteri nel campo del perdono. All'inizio della Messa noi preghiamo nei confronti di noi stessi: "Perdonami, Signore! Sii misericordioso verso di me!". E dopo la Messa verso gli altri? Cosa avviene quando, dopo la Messa, incontro una persona che mi ha ferito, che mi risulta pesante, che non mi piace? Non riconosciamo forse due misure diverse? Noi diciamo: "Non posso perdonare: è difficile!". Scopriamo, dunque, un criterio che usiamo verso il corpo ed un altro che usiamo verso l'anima: cosa fai quando hai una ferita nel corpo o una malattia, o devi andare dal medico o in ospedale, o fare una operazione? E' forse semplice? Ma ci vai, vai dal dottore, vai a fare l'operazione! Perché? Perché è utile, perché è un bene per te. Non è facile, ma ci vai.
Qual è, invece, la tua relazione verso le ferite dell'anima? Tu dici: "Non posso perdonare", cioè: "Non posso curare la ferita!". Tu dici: "Come posso perdonare? Mi è stata fatta una ingiustizia, mi è stato procurato un dolore! Come posso perdonare?". Qui vediamo le due diverse misure: come mi comporto verso il corpo quando, per esempio, un coltello mi fa un taglio? Non dico: "Tu, coltello, tu mi hai fatto una ingiustizia! Non telo perdonerò mai!". No, noi non diciamo questo. Noi dimentichiamo il coltello e pensiamo solo alla ferita, che subito fasciamo e curiamo. E' diverso quando mi offende una persona: allora dimentico la ferita, dimentico che io sto soffrendo, e mi rivolgo alla persona che mi ha offeso, penso solamente a lei e, naturalmente, in modo negativo. Dico: "Non posso perdonare, perdonare è doloroso!". E' vero, il perdono è un processo doloroso, ma ricorda alcune situazioni di dolore fisico, ad esempio una iniezione: è dolorosa, ma immette la medicina nel tuo organismo! Così è anche per il perdono!
Guardiamo alcune nostre misure nel campo del nostro modo di vedere. Come guardo? Gli occhi dell'uomo sono interessanti: siamo di corte vedute per ciò che riguarda le nostre debolezze, mentre abbiamo occhi a lunga gittata per quanto concerne gli errori degli altri! Quando dobbiamo vedere i pregi negli altri diveniamo ciechi, ma ricominciamo a vedere quando sono in questione i loro lati oscuri! Capita ad ognuno di noi di conoscere meglio i peccati e gli errori altrui che i propri. E mentre spesso non sappiamo cosa confessare, continuiamo facilmente a parlare dei peccati degli altri. Dov'è il problema: nei nostri occhi o negli altri? Significa forse che gli altri sono dei demoni mentre noi siamo angeli? Il problema sta in noi, perché ognuno di noi vede ciò che gli altri avrebbero dovuto fare, ciò che hanno omesso, dove hanno sbagliato, mentre spesso noi non compiamo i nostri doveri fondamentali e ci giustifichiamo dicendo che non sappiamo ciò che dobbiamo fare! Non vediamo neppure il flagello che abbiamo in mano e col quale flagelliamo gli altri! Non vediamo neppure la ferita sul corpo dell'altro e che è causata dal nostro flagello! Giustifichiamo o non riconosciamo i nostri atteggiamenti, ma condanniamo il grido degli altri! Come vediamo facilmente la pagliuzza negli occhi degli altri e non facciamo caso alla trave nel nostro occhio! E' strano: una persona si può guardare allo specchio per giorni e non vedere se stessa. E' interessante il fatto che sappiamo sempre cosa gli altri devono fare per noi e come è per noi stare con gli altri, ma comprendiamo così difficilmente come è per gli altri stare con noi! Il segno più sicuro della nostra conversione o del nostro risveglio dal sonno del peccato è quando cominciamo a capire come è per gli altri stare con noi. Si sente raramente la frase: "E' difficile per gli altri stare con me", mentre sentiamo dire spesso: "Mi è difficile a causa degli altri!". Noi giustifichiamo il nostro comportamento perché sono responsabili sempre gli altri. Quale deve essere la nostra misura? Dev'essere quella misura con cui misura Dio e l'abbiamo sentita: "Siate misericordiosi come è misericordioso il Padre vostro". Questa è la misura di Dio: la misericordia, L'amore misericordioso ed incondizionato di Dio! Questa è la misura di Dio ed anche noi siamo chiamati a fare di essa la nostra misura. L'amore misericordioso di Dio è come il sole che splende per i buoni e per i cattivi; come la pioggia che cade per i buoni e per i cattivi; come una rosa che semplicemente fiorisce e profuma, senza preoccuparsi di come siano coloro per i quali profuma. L'amore di Dio è come il Pane Eucaristico che si spezza per tutti e si dona incondizionatamente. Il fondamento del nostro amore non deve essere la bontà degli altri, ma il fatto che l'uomo esiste. E questo ci parla dell'amore di Dio perché noi esistiamo e tutto il resto esiste perché Dio ci ama! L'amore incondizionato è come il respiro per la vita corporale: io non smetto di respirare nel caso in cui qualcuno non mi risponde o non ricambia la mia gentilezza! Io non ho smesso di respirare, io non posso decidere se voglio o no respirare perché ciò è necessario per la vita, altrimenti soffocherei. Così deve essere il nostro amore nei rapporti con le persone: deve essere tale da non dipendere dal fatto se essi sono o no buoni verso di me. Non dobbiamo smettere di amare, né fermarci di fronte alle barriere che gli altri pongono! Colui che perdona, ama, è misericordioso, non giudica l'altro e che, quando sbaglia, chiede perdono all'altro può essere in pace con Dio e con se stesso. Quando ha, condivide con l'altro e quando non ha non ha timore di chiedere all'altro. Volere la pace da Gesù e non voler amare e perdonare, non voler sacrificarsi per l'altro e non voler sopportare pazientemente le debolezze degli altri, non significherebbe altro che chiedere a Gesù di servire la nostra superbia e il nostro egoismo, chiedergli che Egli continui a sacrificarsi per noi, mentre noi non facciamo nulla per gli altri. Com'è misericordioso il nostro amore? (.) Il bene non è mai così buono come quando non siete coscienti che lo state facendo, che state facendo del bene. Non siete mai così buoni come quando non avete la sensazione di esserlo. Un Santo è Santo fino al momento in cui non lo viene a sapere.
Ed infine: cos'è per te la Messa, cos'è la Confessione, cos'è la preghiera? E' un occasione per rafforzare le tue posizioni e i tuoi pensieri, come quel fariseo al tempio, di più:per chiamare Dio in tua difesa? O è una occasione per verificare davanti a Gesù, unica misura, le tue posizioni, le tue misure, il tuo modo di vedere e di pensare? Noi andiamo a Messa,preghiamo ed andiamo all'Adorazione per "tarare le nostre misure" davanti a Gesù, per verificarci, per verificare le nostre misure ed il nostro modo di vedere e di pensare. Per ricordare le misure di Gesù e correggerci (.)».
Fonte: IdM (Stralci dell'omelia della Messa serale del 5.3.'12 a Medjugorje. Ascolto di Radio "Mir" Medjugorje,traduzione dal croato personale. (apostolo21)
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