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Richiesta di preghiere

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Per la Richiesta di Preghiere è possibile da oggi utilizzare il MODULO che si trova qui a sinistra.

Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

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domenica 6 maggio 2018

Međugorje, martedì 1 Maggio 2018, San di San Giuseppe Lavoratore, omelia della Santa Messa vespertina presieduta da fra Danko Perutina



Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo Gesù, venuto nella sua patria, insegnava nella loro sinagoga e la gente rimaneva stupita e diceva: «Da dove gli vengono questa sapienza e i prodigi? Non è costui il figlio del falegname? E sua madre, non si chiama Maria? E i suoi fratelli, Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle, non stanno tutte da noi? Da dove gli vengono allora tutte queste cose?». Ed era per loro motivo di scandalo.
Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria e in casa sua». E lì, a causa della loro incredulità, non fece molti prodigi.
Parola del Signore.


Una storia racconta che una ragazza stava aspettando l’aereo nella sala dell’aeroporto. Siccome doveva attendere a lungo ha deciso di comprare un libro. Ha comprato un libro e una scatola di biscotti. E’ andata in una sala vip per non essere disturbata. Ha messo sulla sedia affianco i biscotti e vicino si trovava un signore che leggeva il giornale. Ad un certo momento lei ha preso un biscotto e anche quel signore ha preso un biscotto dalla confezione della ragazza. Lei si è stupita molto, ma non ha detto nulla e ha continuato a leggere. Fra sé e sé ha pensato: “Ma guarda un po' questo tipo. Se avessi un po' di coraggio gli avrei dato uno schiaffo!”
Tutte le volte che lei prendeva un biscotto l’uomo anche lo prendeva.
Così è andata avanti finchè non è rimasto che un solo biscotto nella scatola. La ragazza ha pensato: “Adesso voglio vedere cosa farà!”
Quel signore ha preso l’ultimo biscotto e lo ha diviso in due.
“Questo è troppo!” , ha pensato la ragazza. Ha preso le sue cose e il suo libro ed è andata verso l’uscita della sala. Passata la rabbia si è seduta in un luogo isolato per evitare altri incontri spiacevoli. Ha preso il libro e lo ha infilato nella borsa. In quel momento ci ha visto dentro la scatola di biscotti ancora integra. Si è vergognata come un ladro, perchè ha capito che quella scatola di biscotti era uguale alla sua. Lei aveva mangiato dalla scatola dell’uomo e lui, senza essere arrabbiato e perplesso, aveva condiviso con lei anche l’ultimo biscotto. Aveva fatto esattamente il contrario di lei che si era sentita addirittura offesa.
Fratelli e sorelle, quante volte nella nostra vita abbiamo mangiato i biscotti degli altri, abbiamo preso le cose degli altri o abbiamo offeso qualcuno senza averlo mai saputo? Questo è il messaggio di questa storia. Dobbiamo guardare con più attenzione gli uomini e il mondo attorno a noi. Dobbiamo guardare gli eventi con gli Occhi di Gesù.
Proprio con gli Occhi di Gesù san Giuseppe ha guardato questo mondo dal momento in cui è stato scelto per essere protettore della Santa Famiglia fino alla sua morte. Ha sempre adempiuto la volontà di Dio. Anche quando non era facile. Anche quando la sua mente gli diceva una cosa diversa, ma il suo cuore diceva “ascolta” e lui ha ascoltato.
La Chiesa oggi si ricorda nella liturgia di san Giuseppe lavoratore e dice che Gesù è il figlio di Giuseppe, il falegname. Giuseppe è stato scelto da Dio per essere protettore di Gesù.
La vita di Giuseppe è molto simile alla nostra. Era un lavoratore e con la sua attività mostrava il suo amore verso Gesù e verso Maria.
Anche se nei Vangeli non si trova neanche una sua parola Giuseppe ha mostrato chi era con una vita modesta e semplice. La Sacra Scrittura dice che san Giuseppe era un giusto. All’epoca questa era una delle cose più importanti: essere giusti davanti a Dio.
Essere giusto significa essere onesto, santo, fino in fondo abbandonato a Dio.
Giuseppe era un lavoratore, un operaio. Lavorava con le sue mani e guadagnava per la Sacra Famiglia. Dio Creatore quando ha creato il mondo lo ha affidato a noi, affinchè con le nostre mani e capacità partecipiamo al Suo progetto di creazione e costruzione di questo mondo.
Quando i genitori lavorano per i figli o quando un uomo lavora in una ditta riceve il salario. Questa è solo una dimensione del lavoro. La questione materiale è importante, ma quella spirituale lo è ancora di più. Quando i genitori vanno tutte le mattine a lavorare per i loro figli si sacrificano .
In certi Paesi, come nella Germania est prima dell’unificazione, l’etica del lavoro era quasi annullata. Dopo che le Germanie si sono unite la questione è diventata chiara: l’etica del lavoro non è importante per i giovani. Adesso l’attenzione dei giovani è attratta dai cellulari, da Facebook e dai social. Il giovane non è ancora capace di distinguere ciò che è essenziale da ciò che non lo è e spende tanto tempo per le cose inutili.
Come il cervello è creato per pensare l’uomo è creato per il lavoro. Anche se il lavoro non ci salverà Il lavoro è il mezzo per potersi santificare. Dio ha dato all’uomo la possibilità di lavorare nell’Eden, ma quando l’uomo è caduto il lavoro è diventato una sofferenza, una pena.
La dignità dell’uomo è sempre stata legata alla possibilità di poter lavorare. Perciò l’uomo è felice se và a dormire stanco la sera, perchè ha vissuto la giornata lavorando e alla fine desidera ringraziare Dio di poterlo fare.
Sembra che alcuni si vergognino della parola “lavoro”. Invece di usare i termini “lavoro” e “lavoratore” nel nostro linguaggio ci sono altre espressioni: operante, attivista oppure parole inglesi come business o deal. Tutto per evitare le parole “lavoro” e “lavoratore” come se fossero umilianti. Queste non sono umilianti, ma sublimi, perchè questo è nella natura umana. Dio è lavoratore. Dio è attivo. L’uomo è attivo e solo lui può dire: “Io ho lavorato”.
Sappiamo che anche gli animali sono attivi, ma non possono fare qualcosa di ragionevole. Solo all’uomo è stata data questa dignità da parte di Dio.
In questo tempo siamo testimoni che regna una grande paura. Gli uomini hanno paura gli uni degli altri. Questa paura si trasmette poi a livello degli stati.
Gesù dice: “Io sono la vostra pace. Vi lascio la Mia pace. Vi do la Mia pace. Beati coloro che costruiscono la pace. Verranno chiamati ‘figli di Dio’”. Ogni giorno sui giornali, in tv o alla radio si parla di pace. I temi dei politici, dell’Onu e delle varie conferenze convergono sempre su come giungere alla pace. Ma di questo si parla solamente.
Vediamo le statistiche del ventesimo secolo. Ci sono state 70 guerre più o meno grandi. Se contiamo anche le vittime della seconda guerra mondiale e di quella in Croazia si arriva al numero di 200 milioni di morti. E noi facciamo dichiarazioni e convenzioni di pace. Si firmano documenti e la pace non c’è.
La vera pace può arrivare soltanto quando è fondata in Gesù Cristo. Perchè? Perchè tale pace è collegata alla Verità e alla Giustizia.
Quando le armi tacciono e gli Stati non sono in guerra tale tempo viene utilizzato per accumulare altre armi per le prossime guerre. Tutte le attività possono essere in crisi, ma l’industria delle armi non lo è mai.
Perciò la Madonna si presenta come Regina della Pace. Gesù è il Principe della Pace.
Quando l’uomo ha la pace nel cuore la diffonde nella propria famiglia, dove è difficile essere testimoni. Diffonde la pace sul posto di lavoro, nella città in cui vive. Ovunque si trovi diffonde la pace.
Questa è la nostra chiamata: essere portatori di pace. Essere testimoni.
Spesso, però, capita che le guerre vengono trasferite in altri luoghi. Ad esempio nel ventre materno. Mi riferisco all’aborto. Quasi in tutti i Paesi del mondo l’aborto è legalizzato.
Siamo arrivati a conclusioni assurde. I cuccioli di animali sono protetti e chi non li protegge paga una multa, mentre se si uccide il proprio figlio nel ventre nessuno ne risponde. Addirittura si paga per ucciderlo.
Le statistiche dicono che nel mondo ogni anno ci sono tra 40 e 56 milioni di aborti. Queste sono quelle ufficiali. Di solito per avere il numero reale bisogna moltiplicarle per tre.
Circa 150 mila aborti al giorno e 6000 all’ora, 107 aborti al minuto.
Bambini piccoli che vengono uccisi. Questi bambini sono esseri viventi e non numeri da statistica.
Mentre abbiamo parlato di questo già 65 di essi sono stati uccisi, in poco più di mezzo minuto.
Noi partecipiamo alla cultura della morte.
Uccidiamo Dio tutti i giorni. Non i Giudei hanno ucciso Gesù, ma noi. Lo uccidiamo tutti i giorni negli uomini.
Togliamo Gesù dai muri delle nostre scuole e dagli ospedali. Lo togliamo dalle catenine per non offendere qualcuno. Gesù non è fuggito dalla croce. Gesù non si è nascosto, ma ha dato la Vita per noi.
Perciò anche noi abbiamo il compito di difendere Gesù in questo mondo che Lo attacca. Se noi non difendiamo Gesù chi Lo difenderà? Se noi non siamo testimoni chi lo sarà?
Perciò, fratelli e sorelle, approfittate di questo pellegrinaggio, perchè questo tempo è prezioso. Questo è tempo di grazia.
La Regina della Pace ci invita alla conversione, alla preghiera, all’adorazione, sopratutto alla santa Messa, alla rinuncia, al digiuno. Noi abbiamo tutti i mezzi che la Chiesa ci offre, sopratutto i Sacramenti, per poterci difendere dal male e per poter giungere al Regno dei Cieli.
La preghiera in famiglia è importantissima. La famiglia dove si prega il Rosario rimarrà forte e solida. La preghiera viene incanalata verso Dio e Dio ci riversa la grazia nei nostri cuori, nelle nostre famiglie e nel mondo intero.
Il tempo trascorso con Dio nella preghiera è sempre tempo ben investito. Non perdiamo nulla. Se ci decidiamo per Dio perderemo una cosa sola: il peccato e guadagneremo il cielo.
Perciò approfittate di questi giorni e di questo tempo. E’ tempo di un nuovo inizio. Siamo nel tempo pasquale e all’inizio del mese di maggio, il mese della Madonna.
Il nostro Rosario deve essere il ringraziamento per tutto ciò che Lei ha fatto per noi.
Il 13 maggio si ricordano le apparizioni a Fatima, il 24 Maria Ausiliatrice, l’8 Maria Avvocata nostra. Maria è l’esempio di preghiera e di amore.
Vorrei terminare questa predica con un aneddoto.
Una sera, attorno a mezzanotte, alla porta della canonica ha suonato il campanello. Il sacerdote che stava dormendo dopo una dura giornata di lavoro si è alzato ed è andato alla finestra. Un uomo di mezza età ha detto: “Padre, salvi la mia anima!” Il sacerdote gli ha aperto la porta. L’uomo tremava. Sembrava un mendicante. L’uomo ha detto: “Prima non ero così. Ero una persona devota e fedele. Spesso pregavo il Rosario. Lo devo a mia madre che mi ha fatto crescere così. Mi ha sempre detto di rimanere buono. Glielo ho promesso più volte, ma non ho mantenuto la promessa. Ho cominciato a bere e ho perso il lavoro. Sono diventato ladro. Non ho voglia di lavorare. Alcuni minuti fa ho aspettato dietro ad un edificio un operaio. Sapevo che aveva ricevuto il salario. Lo assalito e gli ho rubato il portafoglio, ma assieme gli ho rubato anche il Rosario. Quando ho visto il Rosario in mano gli ho ridato il portafoglio e gli ho chiesto di lasciarmi il Rosario. L’operaio era molto sorpreso. Mi sono allontanato. Mi sono seduto e ho guardato il Rosario. E’ successo qualcosa di meraviglioso. Ho avuto una visione. Ho visto mia madre che pregava il Rosario e ho sentito le sue parole: ‘Figlio mio, prego sempre il Rosario per te. Convertiti’. Questo è il motivo perchè sono venuto subito da lei. Mi aiuti padre. Salvi la mia anima. Mia madre mi ha detto di confessarmi subito”.
Il sacerdote lo ha confessato. Da quel momento l’uomo ha cominciato a vivere in un modo nuovo.
Fratelli e sorelle, Dio ci offre ogni giorno una nuova possibilità.
Questo pellegrinaggio e questa santa Messa sono nuove opportunità.
Non perdere questa opportunità. Gesù non ti domanda cosa è successo.
Nel dialogo tra Gesù e Pietro il Signore non ha mai ricordato il fatto che Pietro Lo abbia rinnegato, ma gli ha chiesto: “Mi ami?” Gli domanda tre volte: “Mi ami?” E Pietro ha sempre risposto: “Tu sai Signore che io ti amo”.
Questo Gesù domanda a me e a te: “Mi ami?” Perciò nel tuo cuore rispondiGli: “Signore, Tu sai che io Ti amo. Anche se sono debole, cado, fuggo da Te il mio cuore desidera appartenere a Te. Oggi e tutta la mia vita”.
Amen.
fra Danko Perutina

Registrazione di Flavio Deagostini – Trascrizione A. Bianco

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