Drop Down MenusCSS Drop Down MenuPure CSS Dropdown Menu

Richiesta di preghiere

* * * * *

Per la Richiesta di Preghiere è possibile da oggi utilizzare il MODULO che si trova qui a sinistra.

Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

* * * * *

mercoledì 20 dicembre 2017

Međugorje, Domenica 17 dicembre 2017, omelia della Santa Messa vespertina della III Domenica di Avvento (B), presieduta da fra Karlo Lovrić.


Dal Vangelo secondo Giovanni
Venne un uomo mandato da Dio:
il suo nome era Giovanni.
Egli venne come testimone
per dare testimonianza alla luce,
perché tutti credessero per mezzo di lui.
Non era lui la luce,
ma doveva dare testimonianza alla luce.
Questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e levìti a interrogarlo: «Tu, chi sei?». Egli confessò e non negò. Confessò: «Io non sono il Cristo». Allora gli chiesero: «Chi sei, dunque? Sei tu Elia?». «Non lo sono», disse. «Sei tu il profeta?». «No», rispose. Gli dissero allora: «Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?». Rispose: «Io sono voce di uno che grida nel deserto: Rendete diritta la via del Signore, come disse il profeta Isaìa».
Quelli che erano stati inviati venivano dai farisei. Essi lo interrogarono e gli dissero: «Perché dunque tu battezzi, se non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?». Giovanni rispose loro: «Io battezzo nell'acqua. In mezzo a voi sta uno che voi non conoscete, colui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandalo».
Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

Parola del Signore.


Fratelli e sorelle, le letture di oggi sono piene di speranza e consolazione. Tutti hanno bisogno di speranza e consolazione.
Un canto dice: “Trova tempo per ridere, perchè il riso è la musica dell’anima”.
E’ vero che l’uomo è creato per la felicità, ma c’è un problema: quale speranza è valida? Quale speranza non è un’illusione? Bisogna constatare che piano piano le illusioni scompaiono.
Tanti sono scontenti della tv: sia dell’offerta dei programmi che della posizione che ha in casa. Non si vuole che la tv diventi l’altare della famiglia.
Tanti non sono neppure contenti del modo in cui si vive oggi.
Molti scoprono la bellezza dell’unione familiare, della preghiera serale e del servizio ai poveri, ai malati e ai rifiutati e a coloro che si trovano relegati ai margini della società.
Si dice che i giovani abbiano perso o non abbiano mai conosciuto i valori cristiani. In realtà ancora oggi possiamo trovare ragazzi e ragazze che terminano gli studi, non pensano solo alla macchina, non fumano, non si ubriacano, non si drogano, non giocano d’azzardo. Vivono la purezza giovanile e provano la gioia della rinuncia. e non credono che devono prendere tutto ciò che la vita ti offre.
Non è raro incontrare giovani appena sposati dedicarsi all’apertura della vita. Ci sono associazioni di famiglie con più di 4 figli.
Fratelli e sorelle, ci sono segnali positivi della speranza umana, ma ci chiediamo cosa dice la Sacra Scrittura della speranza.
Nella prima Lettura abbiamo sentito il profeta Isaia gioire nel Signore. La vera gioia è Dio. Solo Lui è immenso e il cuore umano tende all’eternità. Per questa ragione nessuna cosa materiale o nessuna esperienza può soddisfare l’uomo fino in fondo.
“Il nostro cuore è inquieto finchè non si riposa in Te, Signore”. Così diceva sant’Agostino.
Ne consegue che nessuna felicità che non proviene da Dio è una felicità permanente.
Se Dio è al centro della vita umana non esiste dolore insopportabile. Dio dona sempre.
Noi dobbiamo capire che il comandamento “Ama il tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutto il tuo essere” non è un comandamento che và a favore di Dio, ma a favore dell’uomo. Non è un comandamento che chiede, ma che dona sempre di più.
Fratelli e sorelle, veramente l’uomo è chiamato ad amare Dio con tutto il cuore. Solamente così sarà libero, felice e aperto al dono della vita.
L’inquietudine, l’avidità e la tristezza sono la prova della mancata presenza di Dio nella nostra vita.
Nella seconda lettura Paolo riprende il tema della speranza. Paolo ha trovato la sua speranza in Gesù Cristo. Perciò non era difficile per lui scrivere che considerava tutto fango da quando aveva conosciuto Cristo.
San Paolo vuole portare anche noi a Cristo.
Fino a che punto Gesù è la nostra speranza? Come possiamo riceverLo?
La risposta la possiamo trovare nel Vangelo di oggi nelle parole di Giovanni Battista. Il Vangelo ci dice come dovrebbe essere il comportamento per testimoniare Dio e per riconoscerLo in Gesù Cristo..
Giovanni è l’uomo mandato da Dio per testimoniare Cristo, come dovrebbe fare ciascuno di noi.
A Giovanni è stato chiesto: “Chi sei tu?” Anche gli uomini di oggi si chiedono: “Chi sei tu?”
In questa domanda ci sono tante cose. Spesso è il riflesso del nostro comportamento. Sono domande di quello che gli altri vedono dentro di me? E’ una domanda dettata da ciò che capiscono di quello che dico?
Giovanni risponde: “Io non sono Cristo”.
In questa risposta c’è la grandezza dell’uomo. Giovanni è consapevole che lui è soltanto un uomo che è stato toccato dalla speranza, ma non la usa per vantarsi.
Giovanni vede la luce e la fa vedere agli altri. Lui rimane umile per non perderla.
Giovanni è stato abbandonato dai discepoli che sono andati da Gesù. Questo sarebbe dovuto essere un grande shock per lui, ma supera questa prova senza invidia. Si può perfino dire che sia felice, perchè i discepoli vanno da Gesù.
Giovanni è forte nella fede, ma anche nell’umiltà. La fede e l’umiltà camminano sempre assieme.
Egli è forte quando parla di Dio, ma umile quando parla di se stesso.
E noi come siamo?
Giovanni ci insegna che solo l’umile può ricevere la salvezza e parlare di Cristo senza oscurare Cristo con il proprio orgoglio.
Le sconfitte nel portare la Buona Novella dipendono anche dal fatto che Cristo non è al primo posto.
Questo non riguarda solamente i sacerdoti, ma anche gli insegnanti e i genitori.
Se Cristo non è al primo posto i cristiani sono tristi e non Lo possono annunciare.
Fratelli e sorelle, spesso si vede che non c’è più la gioia nei cristiani, perchè essa è affogata dalla ricchezza o dal desiderio della ricchezza. Per questo desiderio dei beni sono arrivate le catene dell’odio. Per non sentire l’eco di questo odio le persone si evitano.
Il fatto di evitare il prossimo è conseguenza della mancanza della gioia.
E’ difficile fare il primo passo, quello della riconciliazione, per liberarsi dalle catene dell’odio. Solo chi si umilia può trovare la gioia in Dio.
Chi non vuole riconciliarsi con il prossimo non può essere in pace con Dio.
Il tempo dell’Avvento è il tempo della preghiera, il tempo in cui bisogna sciogliere le catene dell’odio.
Per questa ragione la Madonna ha detto nel 1991: “Desidero avvicinarvi sempre più a Gesù e al Suo Cuore, affinchè possiate comprendere il Suo Amore immenso che Lo ha spinto a donarsi per ciascuno di voi. Perciò, cari figli, pregate, affinchè dai vostri cuori sgorghi l’amore per ogni uomo e per colui che vi disprezza”.
Fratelli e sorelle, queste parole della nostra Madre celeste siano una via di luce verso la gioia e la speranza che si presenterà al momento della nascita di Gesù a Betlemme.
Amen.

fra Karlo


Fonte: registrazione di Flavio Deagostini – trascrizione A. Bianco

Nessun commento: