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mercoledì 15 marzo 2017

Saverio Gaeta dissipa la confusione su Medjugorje

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Dal punto di vista ecclesiastico ciò che ha scritto Star Monsignor Ratko Peric non ha alcuna autorevolezza formale, ma ha il semplice valore di un parere personale come quello di ciascuno di noi. Non lo affermo io, ma l’allora segretario della Congregazione per la Dottrina della fede, Tarcisio Bertone, che nel 1998 mise per iscritto che «in quanto ordinario locale, ha sempre il diritto di esprimere quella che è e che rimane la sua personale opinione».
Sin dal 1991, infatti, il vescovo di Mostar venne esautorato dal compito di giudicare sulle apparizioni della Regina della Pace, affidato invece alla Conferenza episcopale della allora Iugoslavia. Successivamente la questione è stata presa in carico dalla Santa Sede, attraverso la Congregazione per la Dottrina della fede e la Commissione internazionale di inchiesta presieduta dal cardinale Camillo Ruini.
Il vero motivo di una reazione così scomposta da parte di monsignor Peric è che l’arcivescovo polacco Henryk Hoser è stato nominato inviato speciale della Santa Sede con la precisa missione «di acquisire più approfondite conoscenze della situazione pastorale di quella realtà e, soprattutto, delle esigenze dei fedeli che vi giungono in pellegrinaggio e, in base ad esse, suggerire eventuali iniziative pastorali per il futuro. Avrà, pertanto, un carattere esclusivamente pastorale».
Invece di mettere in luce la propria eventuale attività pastorale in favore dei parrocchiani di Medjugorje e dei pellegrini che a milioni vi sono giunti (forse perché non ve n’è traccia?), nel suo testo del 26 febbraio 2017 il vescovo Peric torna a proporre argomenti che continua a ripetere immutati da decenni. La consueta litania di contestazioni a frasi, pronunciate dai giovanissimi veggenti trentasei anni fa, che vengono estrapolate dal contesto e rivestite di una impropria rilevanza.
Ma, almeno, ci si limitasse a questo. Se uno non crede nelle apparizioni della Regina della Pace, liberissimo di affermarlo. Però correttezza vuole che, vere o presunte che siano, bisogna citare le parole della Vergine che i veggenti le attribuiscono, non quelle inventate da chissà chi. Mi limito a un esempio.
Scrive il vescovo Peric, sotto il titolo Anniversario fasullo: «Le presunte apparizioni sono iniziate il 24 giugno 1981. Tuttavia i registi del “fenomeno di Medjugorje” hanno deciso che l’anniversario non si celebrasse il 24 bensì il 25 giugno. La ragione della scelta è che il 25 giugno 1981 sarebbero stati insieme all’apparizione tutti e sei i veggenti scelti fra coloro che vantavano in quei giorni di avere “apparizioni”. A dire la verità, a smentire questa versione dei fatti, formulata da Vicka Ivankovic, è lo stesso Ivan Dragicevic il quale testimonia: “La prima sera sono stato con loro, la seconda non ci sono stato”. Fra i sei “veggenti” abituali, oltre a Marija Pavlovic, anche Jakov Colo ha presenziato per la prima volta all’”apparizione” il secondo giorno. Quindi la data dell’anniversario è arbitraria, inesatta, falsificata».
Peccato per lui che monsignor Peric, così accurato nel porre ben 35 note in calce al suo documento, non indichi la fonte della sua affermazione: semplicemente perché non esiste! Le cronache parrocchiali di San Giacomo fotografano infatti una realtà completamente diversa: in data 2 febbraio 1982, rispondendo alla domanda dei ragazzi: «Quando si deve celebrare la festa della Regina della pace?», le parole della Vergine sono citate così: «Vorrei che fosse celebrata il 25 giugno. I fedeli sono venuti per la prima volta sulla collina proprio quel giorno». L’assenza di Ivan nel gruppo dei veggenti di quel 25 giugno 1981, ben nota a tutti noi studiosi da sempre, non ha dunque nulla a che fare!
Si potrebbe continuare così a lungo. Ma un’altra affermazione del vescovo di Mostar è così grave da richiedere un’ulteriore considerazione. Scrive Peric, sotto il vergognoso titolo Toccamenti scandalosi: «L’apparsa permette che tocchino il suo corpo. Vicka la tocca già il secondo giorno e lo stesso ripete Ivanka. Tali storie sui toccamenti del corpo della Madonna creano in noi una sensazione e convinzione che si tratti di qualcosa indegno, inautentico e scandaloso. Qui non c’entra la Madonna cattolica!».
Purtroppo per lui, una volta ancora, la storia delle apparizioni mariane lo contraddice. Anche qui un esempio per tutti. Nel 1830 a Rue du Bac, con l’apparizione della Vergine della Medaglia miracolosa, che centinaia di milioni di devoti custodiscono nel portafoglio o nella borsetta, hanno avuto inizio le manifestazioni mariane dei tempi moderni. Con la semplicità che la contraddistinse, la veggente suor Catherine Labouré narrò: «Alzai, allora, gli occhi in volto alla Vergine e, senza più esitare, feci un balzo verso di lei e mi gettai sui gradini dell’altare poggiando le mani sulle ginocchia della santissima Vergine».

Saverio Gaeta


Fonte: newsletter by vannalvisepg@gmail.com

Star NdR : questa precisazione prende spunto da un articolo  pubblicato  il 26 febbraio 2017 dal Vescovo Monsignor Ratko Peric sul sito della Diocesi di Biskupije Mostar-Duvno e Trebinje-Mrkan, nel momento in cui è venuto a conoscenza che Papa Francesco ha inviato il vescovo polacco Hoser “allo scopo di acquisire più approfondite conoscenze della situazione pastorale di quella realtà e, soprattutto, delle esigenze dei fedeli che vi giungono in pellegrinaggio”.

Saverio Gaeta  è un giornalista e scrittore italiano, vaticanista di Famiglia Cristiana.  Ha scritto numerosi libri fra i quali L'ultima profezia. La vera storia di Medjugorje, Milano, Rizzoli, 2011 nel quale ha affrontato in maniera sistematica ed approfondita le Apparizioni di Medjugorje.

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