Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù disse:
«Guai a te, Corazìn, guai a te, Betsàida! Perché, se a Tiro e a Sidòne fossero avvenuti i prodigi che avvennero in mezzo a voi, già da tempo, vestite di sacco e cosparse di cenere, si sarebbero convertite. Ebbene, nel giudizio, Tiro e Sidòne saranno trattate meno duramente di voi.
E tu, Cafàrnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai!
Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me, disprezza colui che mi ha mandato».
Parola del Signore.
Cari fratelli e sorelle, cari pellegrini, oggi è la memoria di san Girolamo.
E’ nato nel 340 a Stridone in Dalmazia. Proviene da una famiglia patrizia e cristiana. Giovane di natura irrequieta giunse a Roma per approfondire gli studi. I genitori ricchi lo hanno mandato a studiare a Roma dove ha studiato filosofia con maestri eccellenti. Essendo molto intelligente imparava molto velocemente. Sopratutto conosceva bene il latino e il greco.
Vivendo in una città in cui la società era malvagia anche Girolamo è caduto. Ha vissuto la sua giovinezza nel peccato. Secondo le usanze dell’epoca non era ancora battezzato. Un gran desiderio interiore lo attirava alle tombe dei santi Pietro e Paolo e alle tombe dei martiri nelle catacombe per riflettere sulla fede e vita cristiana.
Dopo l’influsso negativo dei maestri pagani e della vita malvagia è arrivata la malattia che lo ha richiamato sulla via giusta. A 18 anni è stato battezzato e ha cominciato a vivere una vita piena di virtù.
Per un ragazzo vivace, intelligente e ricco era difficile vivere le virtù. Per questa ragione san Girolamo fugge dalle occasioni peccaminose e va in Francia. Lì perfeziona i suoi studi. Ha incontrato dei religiosi. Gli è talmente piaciuto il loro stile di vita che ha deciso di diventare religioso anche lui.
In questa decisione ha perseverato fino alla fine della sua vita.
Ritorna in Italia, poi va in Grecia, a Costantinopoli e ad Antiochia. Lì ha approfondito gli studi biblici e perfezionato la lingua ebraica. Dopodiché va nel deserto, dove tanti monaci vivevano da soli.
Qui ha imparato ciò che non potevano dargli le scuole filosofiche. Ha imparato la rinuncia, ad amare Dio, la perfezione cristiana. Ha imparato la vita spirituale da altri padri monaci.
Ha vissuto da solo nel deserto. Ha fatto penitenza e ha subito tante prove.
E’ rimasto nel deserto per 5 anni e ha studiato la Sacra Scrittura imparando l’ebraico. La sua preoccupazione più grande era la conversione spirituale.
Cercava di espiare i propri peccati. Tutti i giorni piangeva per i suoi peccati. Nonostante tutta la penitenza e la preghiera spesso sentiva le voci del mondo che aveva lasciato. Nemmeno nel deserto i peccati di prima lo lasciavano in pace. Davanti ai suoi occhi aveva le immagini terribili degli eventi precedenti. Vedeva davanti a sé le immagini di orge.
Girolamo soffriva davanti a queste prove. Prendeva una pietra, si batteva il petto e diceva: “Vattene satana. Abbi pietà di me, Signore. Abbi pietà di me!”
Quando non poteva trovare aiuto si buttava in ginocchio davanti a Gesù e con le proprie lacrime bagnava i Suoi piedi.
Dalla sua cella andava nella valle a pregare e a fare penitenza corporale finché le prove non cessavano.
Passati gli anni di sofferenze spirituali e di inquietudini Girolamo è stato ordinato sacerdote.
Quando è arrivato il momento di consacrare al Signore la sua vita ha preso in mano la matita per scrivere l’autenticità della fede cristiana.
Il papa Damasco lo apprezzava tantissimo e lo ha voluto come proprio segretario.
Quando il papa è morto Girolamo ha abbandonato Roma e con gli amici è andato in Terra Santa, dove ha visitato tutti i luoghi santi per poter comprendere meglio la Sacra Scrittura. Girolamo è rimasto in Terra Santa fino alla sua morte.
Si è ritirato in una grotta vicino a quella della nascita di Gesù. Questa è stata la sua ultima dimora. Per trent’anni ha vissuto nella preghiera e nel lavoro silenzioso sulla traduzione della Sacra Scrittura in latino. Egli ha lavorato 15 anni su quest’opera. Come conoscitore della Bibbia ha fatto un grande favore alla Chiesa. Ha contribuito tanto alla spiegazione della Sacra Scrittura.
Girolamo era l’uomo più colto della sua epoca.
Gli chiedevano consigli papi, vescovi, sacerdoti e fedeli.
Egli ha dovuto soffrire tanto anche da parte di coloro ai quali ha fatto tanto bene. I suoi nemici lo hanno perseguitato con calunnie, ma lui ha lottato come un leone per la gloria di Dio.
L’amore di Girolamo verso la Sacra Scrittura e verso la Chiesa meritano un gran rispetto.
Nella vecchiaia la sua salute non è stata buona. Era debole di vista e sofferente.
E’ morto nel Signore nel 419 quando aveva 80 anni.
La Chiesa lo ricorda come uno dei 4 più grandi padri occidentali.
Cari fratelli e sorelle, cari pellegrini, abbiamo analizzato un pò la persona di san Girolamo, il quale si è dedicato alla Sacra Scrittura, cioè alla Parola di Dio.
Il messaggio è questo: per noi cristiani è importante anche oggi, dopo tanti secoli, vivere di questa Parola di Dio. E’ il nutrimento per la nostra vita spirituale e il farmaco per la nostra anima.
Mettiamo nel cuore queste Parole di Gesù riportate nel Vangelo di Luca: “Guai a te Corazin, guai a te Betsaida, perchè non hai risposto alla Voce di Dio”.
Questa parola “guai”, parola pesante, è forse anche per noi, ma non riguarda san Girolamo, perchè lui ha risposto alla Voce di Dio e ha vissuto una vita di conversione.
Anche a noi viene rivolto l’invito di vivere la via della conversione, la via nella quale potremo ascoltare la Voce del Signore per rispondere alla Sua chiamata. Se faremo così saremo autentici fedeli.
Così potremo portare il Signore a tutti gli altri.
Amen.
Fonte: IdM (registrazione audio di Flavio Deagostini – trascrizione A cura di Andrea Bianco )
Nessun commento:
Posta un commento