Dal Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo, Gesù disse alla folla:
«Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».
Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?».
Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell'uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell'ultimo giorno. Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda.
Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».
Parola del Signore.
La presenza di Dio nel mondo e tra di noi è invisibile. Nessuno di noi può indicare con il dito: “Questo è Dio”. Ma la Sua Presenza è reale e viva.
Quando guardiamo la lunga storia di Dio con l’umanità vediamo elementi e tracce che si ripetono anche tra di noi.
La Chiesa oggi ci offre poche letture per risvegliarci e prendere coscienza che Dio è tra di noi.
Oggi che è la festa della Sua Presenza in Corpo e Sangue guardiamo più profondamente per comprendere la Presenza continua di Dio tra di noi.
Ci viene donato il breve brano del Deuteronomio in cui viene ricordato un momento della vita di Mosè e del popolo prescelto. Sono usciti dall’Egitto, hanno avuto l’esperienza di 40 anni trascorsi in un deserto terribile e sono arrivati davanti al Giordano, all’ingresso della Terra Promessa.
Mosè sa che non avrebbe attraversato il Giordano e non vi sarebbe entrato e che sarebbe andato su un monte per sparire, al punto che nessuno sa dove sia la sua tomba. Ma prima che il popolo entri vuole che si ricordi e dice: “Ricordati!”
Il ricordo è importante per un popolo intero e anche per il singolo. Chi perde il ricordo non sa chi è, a chi appartiene, cos’è importante, cosa è successo e dove va.
Chi perde il ricordo di ciò che Dio fa nella sua vita è un uomo perso.
Questa ammonizione di Mosè arriva a noi dopo secoli. Noi sappiamo che abbiamo un buon rapporto con Dio se ci ricordiamo ciò che ha fatto per noi. Mosè dice al suo popolo di ricordarsi di tutto ciò che è accaduto in quei 40 anni, di tutte le esperienze difficili vissute. Tutto questo è servito per cambiare il loro cuore. Si sono ricordati della fame, del digiuno, della debolezza. In questo tempo l’uomo impara a vedere cosa c’è nel suo cuore. Durante il digiuno, tempo in cui ci si stanca di essere saziati, molto presto si scopre cosa c’è nel cuore.
In questo breve brano c’è una frase importante che dice: “Dio ti ha condotto in questo deserto grande e spaventoso per comprendere, una volta entrati nella Terra Promessa, che l’uomo non vive di solo pane, ma di ogni Parola che esce dalla Bocca del Signore”.
Ecco perchè Mosè dice: “Ricordati quando sei nella Terra Promessa. Non dimenticare perchè tu vivi”.
Secoli dopo nel deserto di Giudea vediamo un’altra persona che veniva creduto un altro Mosè, perchè avevano caratteristiche in comune: Gesù. In 40 giorni Egli vive 40 anni di esperienza del Suo popolo, 40 anni di fame, 40 anni nel deserto. Alla fine del digiuno nel deserto arriva la tentazione: “Trasforma le pietre in pane”. Il tentatore sa che Lui lo poteva fare e che nelle Sue Mani c’è la capacità di sfamare le persone.
Gesù ha rifiutato il tentatore con le parole di Mosè: “L’uomo non vive di solo pane, ma di ciò che esce dalla Bocca del Signore”.
Gesù non ha colto questa tentazione per creare pane. Egli è rimasto affamato. Egli non è venuto per nutrire Se Stesso, non è venuto per Se Stesso. La cosa più importante non è il Suo Cuore, non è la Sua Vita. E’ venuto per gli altri e lo ha mostrato molto presto.
Alcuni mesi dopo Lo troviamo sul lago di Tiberiade. La Pasqua è vicina. E’ primavera. L’erba è cresciuta. Profumo di fiori di campo ovunque. Il panorama bellissimo del lago.
Giovanni dice che la moltitudine della gente va verso Gesù perchè vuole sentire la Sua Parola, perchè vive di essa.
Questo è collegato con il popolo prescelto che all’uscita dal deserto deve ricordare che non si vive soltanto di pane, ma di quanto esce dalla Bocca del Signore.
Quel popolo ha fame della Parola. Gesù ha insegnato a lungo e dopo ha moltiplicato il pane sui prati del lago di Tiberiade. L’atmosfera era magnifica.
Come è possibile che uno tanto buono e tanto semplice abbia dato da mangiare a tante migliaia di persone?
Lui ha prestato attenzione ai bisogni delle persone. Ma quando la gente ha voluto farLo re per essere nutrita sempre lui è fuggito.
Giovanni dice che dopo le persone Lo trovano dall’altra parte del lago, a Cafarnao. Gesù comincia un lungo discorso, del quale una parte abbiamo sentito questa sera, in cui parla di Se come del nutrimento. Vediamo come comprende la fame umana e desidera nutrire la gente, ma non è venuto soltanto a nutrirci con il pane e con i pesci, ma con Se Stesso.
Questa è la chiave per comprendere la frase di Mosè, quando dice: “L’uomo non vive soltanto di pane, ma di quanto esce dalla Bocca del Signore”.
Quando incontriamo Lui, che è veramente la Parola incarnata, scopriamo che desidera nutrirci con Se Stesso. Noi vediamo quanto ciò sia importante. Viviamo della presenza umana. Notiamo se qualcuno ci è vicino e ci dona la propria presenza.
Capiamo che in Gesù questo è molto più forte. Noi viviamo perchè Lui è nella nostra presenza.
Cerchiamo di ascoltare bene ciò che ci dice in questo testo.
“Chi mangia la Mia Carne e beve il Mio Sangue rimane in Me e Io in lui”. Gesù parla di un rimanere reciproco: l’Uno nell’altro. Quando mangiamo la Sua Carne entriamo nella Sua Vita e lasciamo che Lui entri nella nostra. Questo significa che nel Suo Cuore e nella Sua Vita c’è posto per noi. Questo è anche un invito a fare lo spazio per Lui nella mia vita e nel mio cuore. Mi invita a svuotarmi da me stesso, dalla preoccupazione di me stesso per lasciarGli spazio per entrare, perchè possiamo vivere l’Uno nell’altro.
Sappiamo cosa vuol dire vivere in una casa o in un appartamento. E’ uno spazio in cui siamo protetti dal freddo, dal caldo, dalle persone. Ma Lui desidera insegnarci che possiamo entrare e vivere nella Sua Parola, essere protetti dalla mancanza di senso, dal peccato, dalla morte.
Gesù dice in questo stesso testo: “Chi mangia la Mia Carne e beve il Mio Sangue avrà la vita eterna”. Noi vediamo in questi brevi testi la Presenza di Dio.
Forse ci si meraviglia che a Medjugorje si senta sempre che dobbiamo digiunare per poter vivere della Sua Parola.
E’ da meravigliarsi che abbiamo ancora bisogno di sentire questa lezione sul digiuno per poter vivere della Sua Parola.
Da Mosè e dall’Esodo abbiamo imparato che la fame e il digiuno ci aprono alla Parola di Dio. Questo lo abbiamo coltivato in 2000 anni e lo abbiamo quasi dimenticato. Lo abbiamo trasformato in un simbolo. Ci siamo trovati nelle società benestanti nelle quali abbiamo dimenticato il digiuno.
In questo luogo all’improvviso la Madonna dice che bisogna digiunare per scoprire che non si vive soltanto di pane. Il pane è importante, ma la Parola di Dio è più importante. Bisogna entrare in questa Parola e nutrirsi di essa. Bisogna lasciarla entrare nel nostro interiore, lasciarla entrare come entra il cibo che ci nutre. Quando prendo il pane la forza del pane stesso diventa mia e io ne vivo. Allo stesso modo viviamo della Parola di Dio. Vediamo il mondo in modo diverso. Ci nutriamo della Sua forza. Lui dimora dentro di noi e ci insegna cosa è importante e cosa no.
Perciò questa festa della Presenza di Gesù nel pane e nel vino è molto importante per noi. Impariamo che non siamo soli. Dio vuole essere con noi. Lui è con noi.
Quando andiamo alla Comunione, quando andiamo all’adorazione Eucaristica vediamo il pane con i nostri occhi e non vediamo il Dio invisibile. Nella Comunione sentiamo il pane, ma non tocchiamo Gesù in modo fisico. Sappiamo che Dio è più grande di noi. Lui desidera stare con noi nel modo più vicino possibile: nel cibo, nella bevanda, nella Parola.
Avete notato che questi modi con cui vuole stare con noi sono legati a questa parte del nostro corpo, cioè le labbra? La bocca e le labbra sono la parte più meravigliosa del corpo. E’ il posto più intimo dove la materia si trasforma in spirito e lo spirito si trasforma in materia. Il mondo entra dentro di noi e esce per il mondo da noi. Qui è rimasto come Pane vivo di cui viviamo, come Parola viva che entra nel nostro corpo e nel nostro spirito e tramite noi entra nel mondo.
Dio ci aiuti, affinchè l’incontro di questa sera possa farci approfondire la realtà che Lui è presente nei nostri cuori.
Dio ci aiuti ad avere la forza di fare posto tra di noi e in noi.
Amen.
Fonte: IdM (registrazione audio di Flavio Deagostini – trascrizione INFO a cura di Andrea Bianco )
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