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Richiesta di preghiere

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Le intenzioni saranno oggetto della preghiera comunitaria durante l'incontro del
Gruppo di Preghiera Regina della Pace ogni Giovedì.

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giovedì 14 aprile 2011

La Madonna di Caravaggio

Questa sera all'usuale incontro di ogni Giovedì del Gruppo di Preghiera Regina della Pace, al termine del S.Rosario e della S.Messa, la capogruppo Giuliana ha voluto dare testimonianza del pellegrinaggio che ha fatto la scorsa domenica al Santuario della Madonna di Caravaggio.

Trascrivo qui di seguito la storia di questa bellissima apparizione, rammaricandomi, come ha giustamente detto Giuliana, che tali eventi siano così poco ricordati in un'Italia che ne è al contrario ricchissima.



Penso di fare cosa gradita sopratutto per chi non era presente, ma anche per chi volesse approfondire e tenere a mente, la conoscenza di quest'apparizione e del suo bellissimo messaggio 

L'Apparizione e il suo messaggio

L’anno 1432 dalla nascita del Signore, il giorno 26 maggio alle ore cinque della sera, avvenne che una donna di nome Giannetta oriunda del borgo di Caravaggio, di 32 anni d’età, figlia di un certo Pietro Vacchie sposa di Francesco Varoli, conosciuta da tutti per i suoi virtuosissimi costumi, la sua cristiana pietà, la sua vita sinceramente onesta, si trovava fuori dall’abitato lungo la strada verso Misano, ed era tutta presa dal pensiero di come avrebbe potuto portare a casa i fasci d’erba che lì era venuta a falciare per i suoi animali.
Quand’ecco vide venire dall’alto e sostare proprio vicino a lei, Giannetta, una Signora bellissima e ammirevole, di maestosa statura, di viso leggiadro, di veneranda apparenza e di bellezza indicibile e non mai immaginata, vestita di un abito azzurro e il capo coperto di un velo bianco.

Colpita dall’aspetto così venerando della nobile Signora, stupefatta Giannetta esclamò: Maria Vergine!
E la Signora subito a lei: Non temere, figlia, perché sono davvero io. Fermati e inginocchiati in preghiera.

Giannetta ripose: Signora, adesso non ho tempo. I miei giumenti aspettano questa erba.
Allora la beatissima Vergine le parlò di nuovo: Adesso fa quello che voglio da te...
E così dicendo posò la mano sulla spalla di Giannetta e la fece stare in ginocchio.
Riprese: Ascolta bene e tieni a mente, perché voglio che tu riferisca ovunque ti sarà possibile con la tua bocca o faccia dire questo...

E con le lacrime agli occhi, che secondo la testimonianza di Giannetta erano, e a lei parvero come oro luccicante, soggiunse:

L’altissimo onnipotente mio Figlio intendeva annientare questa terra a causa dell’iniquità degli uomini, perché essi fanno ciò che è male ogni giorno di più, e cadono di peccato in peccato. Ma io per sette anni ho implorato dal mio Figlio misericordia per le loro colpe. Perciò voglio che tu dica a tutti e a ciascuno che digiunino a pane ed acqua ogni venerdì in onore del mio Figlio, e che, dopo il vespro, per devozione a me festeggino ogni sabato. 
Quella metà giornata devono dedicarla a me per riconoscenza per i molti e grandi favori ottenuti dal Figlio mio per la mia intercessione.

La Vergine Signora diceva tutte quelle parole a mani aperte e come afflitta.

Giannetta disse: La gente non crederà a me.

La clementissima Vergine rispose: Alzati, non temere. Tu riferisci quanto ti ho ordinato. Io confermerò le tue parole con segni così grandi che nessuno dubiterà che tu hai detto la verità.

Detto questo, e fatto il segno di croce su Giannetta, scomparve ai suoi occhi.

Tornata immediatamente a Caravaggio, Giannetta riferì tutto quanto aveva visto ed udito. Perciò molti – credendo a lei – cominciarono a visitare quel luogo, e vi trovarono una fonte mai veduta prima da nessuno.
A quella fonte si recarono allora alcuni malati, e successivamente in numero sempre crescente, confidando nella potenza di Dio. E si diffuse la notizia che gli ammalati se ne tornavano liberati dalle infermità di cui soffrivano, per l’intercessione e i meriti della gloriosissima Vergine Madre di Dio e Signore nostro Gesù Cristo.
A Lui, al Padre e allo Spirito Santo sia sempre lode e gloria per la salvezza dei fedeli. Amen.


Quando è stata scritta e da chi questa pagina che ci tramanda in modo tanto suggestivo e con la sobrietà di un Vangelo il racconto del dialogo tra la Comparsa e Giannetta la veggente, e ne raccoglie il messaggio, facendo risuonare l’eco di quell’esplosione di grazie che – come il fonte trovato dai primi pellegrini là dove si era posata la Vergine Maria – da allora fa risplendere questo luogo sacro? Non sappiamo.
Sappiamo che per secoli la pergamena è stata esposta in chiesa, nella sagrestia maggiore e che il vescovo di Cremona Cesare Speciano, in visita al Santuario il 27 aprile 1599, l’ha fatta trascrivere come “documento ufficiale” dell’Apparizione stessa e di quanto avvenne in seguito, le guarigioni straordinarie.


Appello evangelico alla conversione

Se sono state da sempre variamente illustrate, la storia e le tradizioni, le devozioni e l'arte che hanno reso celebre il Santuario di Caravaggio nei secoli per quanto sorprendente possa sembrare, il messaggio dell'Apparizione è quasi del tutto ignorato e per di più ha continuato a rimanere senza commento.

E’ vero che ci è stato trasmesso in una forma e in un genere letterario che non sono più della nostra cultura, anche teologica. Ma il fatto strano è che pure nei secoli passati l'attenzione e la devozione suscitata dall'evento del 26 maggio 1432 sembra essersi polarizzata più sulla "fontana dei miracoli" che sulle pa­role della Madonna a Giannetta.

Quali parole?
Riascoltiamole in una traduzione la più fedele possibile al testo dell'antico racconto "autorizzato" tramandatoci dagli atti della visita pastorale del vescovo Speciano:
"Ascolta bene e ricorda. Voglio che tu riferisca ovunque potrai, o faccia dire, questo: l'altissimo onnipotente mio Figlio intendeva annientare questa terra a causa dell'iniquità degli uomini. Essi fanno ciò che è male ogni giorno più, e cadono di peccato in peccato. Ma io per sette anni ho implorato dal mio Figlio misericordia per le loro colpe. Perciò voglio che tu dica a tutti e a ognuno che digiunino a pane e acqua ogni venerìi in onore del mio Figlio…"
Al di la del rivestimento verbale e delle espressioni usate, il messaggio nella sua essenzialità è lo stesso - del resto non potrebbe essere altro - che risuona dall'Antico al Nuovo Testamento, dall'una all'altra testimonianza profetica concentrata nell'appello di Gesù: "Convertitevi e credete al Vangelo... Il tempo della salvezza è venuto... Il Regno di Dio si realizza".

Al di là del rivestimento culturale e letterario, l'analisi obiettiva delle parole dell'Apparizione di Caravaggio nella loro sostanza e sobrietà ci porta dunque ad un unico messaggio: "Convertitevi e credete al Vangelo", quasi che la Madre del Redentore abbia voluto apparire qui per ripetere in quel tempo e per ogni tempo le ultime sue parole riferite dall'evangelista Giovanni: "Fate quello che vi dirà".

E anche se accompagnato da premonizioni e dalla minaccia di castighi - lo stesso Figlio di Dio quando venne tra gli uomini non tacque la contestazione profetica della “durezza del cuore” e il giudizio incombente per chi non si converte - è pur sempre un appello alla conversione allietato con la promessa di una misericordia già accordata al peccatore che si pente.

Né deve ritenersi inattuale il richiamo al digiuno e a pratiche devozionali. La vita cristiana, oltre che conversione continua, è anche penitenza mortificatrice; e la fede, fatta salva la sua purezza essenziale, non rifugge dall'esprimersi nella religiosità che si riveste di forme variabili nella diversificazione di culture e tempi.

Qualcuno teme che l’importanza attribuita ai messaggi dell'Apparizione della Madonna e alla stessa Vergine Maria come messaggera, oppure ai suoi fortunati veggenti, rischi di snaturare e oscurare il ruolo centrale di Gesù Cristo e della Chiesa, di sminuire la necessità di credere al Vangelo nella sua integrità radicale orientando piuttosto gli animi a verità e rivelazioni che non sono necessarie alla salvezza.

Ma è proprio questa la discriminante tra le vere apparizioni e quelle presunte: le apparizioni autentiche fanno rivivere il Vangelo; Maria e i santi conducono a Dio e al suo inviato Gesù Cristo, unico salvatore degli uomini.

Non solo nel tempo di Gesù, ma anche nel tempo della Chiesa - per noi è questo nostro tempo - alla madre di Cristo continua ad essere affidata la missione di predisporre gli uomini all'avvento del Signore. Maria, figura tipica della stessa comunità cristiana "profeta dei tempi nuovi", è madre con la Chiesa e nella Chiesa anche della seconda venuta di Gesù in gloria. Con la Chiesa e nella Chiesa "pellegrina sulla terra" Maria è dentro il popolo di Dio in cammino per condurre tutta l'umanità incontro al Cristo.


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