Cari giovani, continuiamo con il nostro programma.
Adesso invitiamo a parlare un testimone. Voi forse vi domandate chi è questo uomo. Avete avuto possibilità in questi giorni di vederlo e di sentirlo. Senz’altro vi domandate: “Ma da dove viene questo uomo?”
Non voglio parlare tanto di lui. Lascio che sia lui stesso a presentarsi. Posso dire soltanto che lui è una di quelle persone affianco al quale l’uomo matura. Lui da la possibilità agli altri di maturare, di essere responsabili e coscienti.
Lo invito a condividere con noi la sua testimonianza.
Si tratta del parroco di Medjugorje: padre Marinko Sakota.
P. Marinko:
Cari giovani,
qualche giorno fa abbiamo discusso… Una persona doveva venire dall’Austria. A causa di una malattia non è potuta venire. I miei collaboratori - Stanko e Lidija - mi hanno detto: “Parla tu”. Così, se ci sarà un altro vuoto, dirò io loro: “Vai tu a parlare”.
Adesso hanno incaricato me a farlo.
Cari amici,
padre Ante poco fa ci ha detto come dobbiamo venire da Gesù. Qualsiasi problema abbiamo veniamo da Gesù. Lui ti invita: “Vieni da Me. Se hai qualche difficoltà o problema vieni da Me e vedrai come si risolverà”.
Pensate di dover prendere una decisione importante per la vita. Per voi non è chiaro quale sia la via giusta o se questa decisione sia per voi o meno. Questa è la via per voi o no? E’ una grande pena.
Avete avuto forse qualche volta questa difficoltà? Avete avuto qualche volta questi problemi? Sei davanti ad una decisione e non sai se è giusta e veritiera. Io ho avuto questa difficoltà. Si è presentata alla fine del mio studio di teologia a Fulda, in Germania.
Dovevo decidermi. Dovevo essere ordinato diacono. Avevo davanti un muro. “Questo cammino è per me o no?”
Ero in una nebbia fittissima. Era una pena difficilissima.
E lì, a Fulda in Germania, mi telefonò padre Slavko Barbaric. Pensate che shock per me. Mi chiama al telefono padre Slavko.
Conoscevo padre Slavko, ma non lo conoscevo personalmente.
Sono nato vicino a Medjugorje, ma non lo conoscevo bene.
Lo avevo incontrato qualche volta, ma non mi ricordo neanche se ci eravamo salutati. Forse qualche volta, ma non ci siamo mai parlati. Non siamo mai entrati in un rapporto di vicinanza.
Allora mi ha chiamato e mi ha detto: “Come stai?” Lui sapeva che crisi avevo. Conosceva la mia situazione. Ecco perché mi ha chiamato. Mi ha detto: “Come stai? Cosa c’è?” Con quella sua voce…
Io ero pieno del desiderio di trovare una soluzione. Supplicavo Dio per trovare aiuto. Volevo dirlo a padre Slavko, ma non potevo. Non potevo aprirmi. Non riuscivo a farlo. Desideravo tanto aprirmi con lui.
Una cosa interessante - dopo ho ripensato su questo fatto - è che padre Slavko non mi disse nulla. Non mi ha detto: “Non preoccuparti. Andrà tutto bene”. Così mi dicevano gli altri frati. Mi hanno detto: “Anche noi abbiamo avuto questi problemi. Prendi l’ordine sacerdotale e tutto si metterà a posto”.
Padre Slavko non ha fatto così. Ascoltava le parole che dicevo, ma erano pensieri non collegati. Ha solamente ascoltato e basta. Mi ha salutato e finito il discorso. Da ciò concludo che lui non voleva farmi pressione. Non voleva offrire soluzioni a poco prezzo; soluzioni dei problemi veloci e semplici. Lasciava me maturare. Dovevo maturare da solo. Lui non poteva terminare questo processo al posto mio. Dovevo concluderlo da solo.
Pensiamo a quell’uomo che guardava il grano del suo vicino. Quello del vicino maturava, mentre il suo no. Egli, allora, tirava il grano per farlo crescere. Così ha distrutto tutto il suo campo.
Non si fa così. Non si può fare tutto in fretta. Padre Slavko lo sapeva. Come uomo che conosceva benissimo l’anima umana non voleva premere.
Per me è una cosa importantissima quando guardo gli altri…Non guardare l’uomo. Cosa è importante? Lui mi ha chiamato. Questo è importante. Lui mi ha chiamato e mi ha detto: “Io penso a te. Ti sono vicino, ma tu devi terminare questo processo”.
Questo è accaduto durante la Quaresima del 1995. Poi sono venuto a casa. Avevo preso un anno di silenzio e attesa. Ho rimandato la mia ordinazione. Ho continuato a studiare e avevo trovato un lavoro e ho cercato… Ho cercato ancora più profondamente. Un amico - che non vuole che si dica il nome - mi ha detto quando gli ho esposto il problema: “Vai da padre Slavko”.
State attenti a queste parole: “Vai da padre Slavko”. Queste 4 parole erano fortissime per me.
Ricordate la meditazione di ieri sera? C’era una tenebra fitta. Io ero in una tenebra fitta, ma le parole di questo amico hanno portato la luce dentro di me. Vedete come la parola può portare la luce ad una persona?
Ho cominciato a guardare padre Slavko in un modo diverso. Queste parole hanno cambiato il mio punto di vista su di lui.
Una cosa è interessante: non avrei mai cercato la soluzione in padre Slavko. Non avevo nessunissima comunicazione con lui. A volte era antipatico. Duro. Addirittura non mi piaceva.
Questo amico mi indirizzava proprio a lui. Mi domandavo: “Ma da chi posso andare?” E lui mi ha detto: “Vai da padre Slavko”.
Sono andato subito quella sera, ma non da padre Slavko, bensì a Medjugorje al programma serale. Sono entrato in chiesa e sono andato sulla parte destra affianco ai confessionali. Mi sono appoggiato ai confessionali. Iniziava la preghiera del Rosario.
In quel momento entra in chiesa padre Slavko. Lo seguivano dieci o quindici persone di varie lingue per confessarsi da lui. Appena mi ha visto… Cari amici, immaginate quel momento… Lui sapeva che ero in quella difficoltà, che ho deciso di fermarmi per un attimo. Non era una situazione piacevole.
Mentre mi guardava riflettevo a cosa stesse pensando di me. Come avrebbe reagito quando ci saremmo incontrati? Queste erano le domande che nascevano dentro di me. Quando mi ha visto - è stato un momento importantissimo per me - ha allargato le braccia e ha detto: “Ehhh. Come stai?” Questo è stato l’incontro che ha sciolto il ghiaccio dentro di me. Mi ha dato calore. La pace nel mio cuore e il sentimento di essere accettato. Ho sentito che l’uomo mi accettava.
Padre Slavko non mi ha posto le domande: “Che problema hai? Ma che cosa succede? Cosa hai fatto?” Ma dimostra la gioia di avermi visto e che cosa fa? Ciò che padre Ante Vuckovic ha detto prima: padre Slavko non ti indirizzava mai verso di lui e non voleva essere la risposta definitiva alle nostre domande, bensì una Sta sera inizia il seminario di preghiera e digiuno nella casa di preghiera Domus Pacis”. Tutto qui. Non mi ha detto nient’altro.
Ha detto: “Andiamo”. E’ andato in confessionale e la gente ha cominciato ad entrare. Mi ha detto soltanto questo: “Sta sera inizia il seminario di preghiera e digiuno nella casa di preghiera”. Tutto qui.
Cosa pensate? Sono andato o no? Sì, sono andato al seminario di digiuno e preghiera.
Lui diceva sempre: “Io ho buttato una piccola bomba; quando esploderà non lo so”. Padre Slavko ha buttato una piccola bomba. Non mi ha detto: “Vai”. Mi ha detto soltanto: “Sta sera inizia il seminario di digiuno e preghiera”.
Lui mi ha guardato e mi ha detto: “Via”.
Usava raccontare delle storie. Attraverso di esse operava il Signore. Non sapeva quando avrebbero portato i frutti queste storie.
Questa piccola bomba è esplosa dentro di me e sono andato al ritiro e lì ho trovato la soluzione. Non in padre Slavko, ma nel seminario di digiuno e preghiera che è durato una settimana.
In quei giorni si è chiarito e purificato tutto dentro di me. Alla fine del seminario ho detto a padre Slavko: Ti devo dire che con te in questi giorni sono guarito”. Ha sorriso. Ho notato che era contento. Ha sorriso con quel suo sorriso caratteristico e se n’è andato. Non ha detto nulla.
Questa è stata la soluzione. La nebbia non c’era più. E’ apparsa la luce.
Dopo questo ritiro per me era chiarissimo dove andare. Dopo il seminario di digiuno e preghiera sapevo qual era la mia via.
Questa è la mia via. Devo percorrere questo cammino. Nessuno mi ha detto nulla.
Ho detto a padre Slavko: “In questi giorni era bellissimo. Ho letto la Bibbia in un modo diverso. Comprendevo le cose in modo diverso. Dentro di me c’era la gioia. Non so cos’è questo. Se avessi avuto esperienza dei seminari di digiuno e preghiera all’inizio dei miei studi di teologia avrei avuto uno studio diverso”.
Sapete cosa mi ha detto? “Inizia adesso. Lascia stare il passato. Lascia stare cosa è successo. Qualsiasi cosa fosse successa nella tua vita lasciala stare. Impara dalle tue esperienze, ma inizia adesso. Lascia stare il passato”.
Cari giovani: iniziate adesso. Adesso avete la possibilità.
Cari amici, queste esperienze con padre Slavko sono importanti per me.
Durante un seminario internazionale in più lingue - padre Slavko usava la lingua francese - un uomo francese ha detto: “Padre Slavko, ho un problema. Quando digiuno nella mia famiglia c’è disordine. Litighiamo; io sono nervoso. Tu dici che il digiuno porta alla pace. Sarebbe forse meglio che io non digiunassi e così non fossi più nervoso e non ci sarebbe più inquietudine a casa mia”.
Padre Slavko gli ha risposto: “La cosa migliore è che tu digiuni e che tu non sia nervoso”. “
Come si fa?”, ha detto questo uomo.
Padre Slavko gli ha risposto: “Se nel mondo fossero nervosi solo quelli che digiunano ci sarebbero pochissime persone nervose”. Non è il digiuno che provoca il nervoso, ma il digiuno scopre il tuo stato d’animo e ti invita a cercare le cause del tuo nervoso.
Desidero raccontarvi ancora altri momenti con padre Slavko.
Questo è successo nel 96 in un santuario mariano vicino a Makarska. Padre Slavko era invitato a presiedere la santa Messa e a predicare nel giorno dell’Immacolata, l’8 dicembre.
Ero in macchina con lui quella sera. Cercavo di sfruttare ogni possibilità per stare con lui. Ho esperimentato qualcosa di importante con lui. Era importante, perché imparavo sempre qualcosa.
Adesso mi sono ricordato… Voglio ritornare un attimo a quel seminario di preghiera e digiuno. Ho detto al termine: “Ho sperimentato quanto sono buoni digiuno e preghiera; come mi hanno liberato. Ma se mi succederà qualcosa di simile ancora nella vita, qualcosa di nebbioso, di oscuro, cosa devo fare?”
Lui mi ha risposto: “Hai fatto l’esperienza. Hai visto che c’è la soluzione”. E lì si è fermato. Come se avesse aspettato che io tirassi le conclusioni.
Ho detto: “Allora significa che devo digiunare e pregare”. Lui ha soltanto allargato le sue braccia come se avesse voluto dire: “Sì, è proprio questo. Hai fatto l’esperienza. Sai che c’è la soluzione. Ecco il modo. Ritorna sempre a questo modo di vivere e lì troverai la soluzione. Si allontanerà la nebbia e ogni tenebra in cui ti troverai”.
Ritorniamo al santuario vicino a Makarska. La sera, dopo la santa Messa, siamo ritornati qui in canonica. Ci siamo seduti in una stanza dove i padri si radunavano. Era sera tarda. Verso mezzanotte padre Slavko si è alzato ed è andato a dormire nella sua camera in un’altra casa qui nel santuario. Dormiva poco, perché era sempre in movimento.
Si è alzato da quella sala per andare a dormire. Mi alzo anch’io, perché anch'io dormivo nella stessa casa. Usciamo e lui va verso la macchina e non verso la casa. Gli ho detto: “Dove vai?” Lui mi ha risposto: “Oggi non ero su nessun monte con la Madonna. Vado adesso. Sto un po' con lei. Tu vai a dormire. Vado sulla collina a pregare un poco la Madonna”.
Io andavo verso casa per andare a dormire e pensavo: “Dio mio, Ma lui in questo momento va sulla collina!” Era inverno. Dicembre. Tirava la bora.
Riflettevo dentro di me: “Se lui può, perché io non vado? Io vado a dormire e lui va a pregare…” Ritorno la. Lui aveva già girato la macchina. L’ho fermato e ho detto: “Vengo anch'io”. Ho visto che aveva piacere. A nessuno diceva “vai qua o vai là”, ma aveva piacere quando qualcuno aveva l’iniziativa di fare qualcosa.
E’ ciò che padre Stanko fa con i giovani: non vi opprime, non vi sforza. Cerca la vostra responsabilità. E’ ciò che padre Slavko faceva sempre. Tu non solo devi fare qualcosa, ma devi desiderarlo. Devi dire: “Sì, io voglio farlo, perché questo è buono. Nessuno mi deve spingere. io lo voglio”.
Con la macchina siamo andati verso la collina. Abbiamo parlato un po'. Siamo scesi e abbiamo cominciato a salire sulla collina. Gli ho domandato qualcosa. Appena iniziato il cammino di preghiera mi ha detto: “Stop! Non si parla più”. Inizia la propria preghiera. Il proprio tempo che nessuno può togliere.
Questo è il messaggio, cari amici, per tutti noi.
C’è il tempo per Dio, per la preghiera. Non devi permettere a nessuno di rubarti questo tempo. In tanti desiderano rubarcelo: televisione, computer, cellulare… Cose che ti rubano il tempo destinato a Dio.
Questa è la cosa più importante. E tu dici: “No!”
Questo è ciò che è importante, come ha detto padre Ante prima: mi ritiro e do lo spazio a Dio. Questa è la preghiera. Qui comprendo le cose. Mi oriento di nuovo. Trovo la chiarezza nei miei rapporti.
Mi ricordo che padre Slavko aveva messo il cappuccio della veste sulla testa, perché faceva freddo. In silenzio abbiamo pregato; siamo saliti e siamo ritornati. Nel silenzio.
In quei momenti ho sentito il suo amore fortissimo e profondissimo per Maria. Di notte lui andava lassù. Perché? Per pregare per qualcuno; per ringraziare. Non lo so. Ma quell’amore fortissimo, profondissimo lo desidero.
Quando noi, cari amici, arriviamo al livello che nessuno ci deve spingere o invitare alla preghiera, ma lo faccio quando io voglio, io desidero, allora la preghiera comincia a svilupparsi. Quando l’amore appare nella preghiera. Vado a Messa per amore verso Gesù. Per amore verso Gesù voglio leggere la Bibbia e andare all’adorazione. Per amore verso Gesù vado sul Krizevac. Per amore verso i genitori faccio questo e quello. Per amore verso gli amici faccio questo e quello. Per amore.
Vi racconto un altro momento con padre Slavko legato al Villaggio della Madre. Siamo andati insieme al Villaggio che allora stava costruendo e ha detto ai bambini che erano lì: “Figli cari, adesso abbiamo costruito questo ambulatorio dove ci sarà lo studio dentistico. Qui si mettono a posto i denti, ma cari figli, in questo studio governano leggi particolari”.
“Quali leggi?”, hanno chiesto i bambini.
Padre Slavko ha risposto: “Qui, prima di tutto, si ripara la vostra lingua e non i vostri denti. Perché se la lingua è danneggiata essa rovina i denti. Prima di tutto bisogna curare la lingua”.
I bambini hanno capito il messaggio e hanno iniziato a ridere.
Cari amici, ci sarebbero tanti momenti importanti, ma desidero concludere con un pensiero di padre Slavko. Questo pensiero è: “Qualsiasi cosa tu faccia non farla perché gli uomini ti apprezzino, perché ti ringrazino, perché ti rispettino. Perché gli uomini sono capaci di non ringraziare, non apprezzare e non amare e tu sarai deluso. Ma tutto ciò che fai fallo per amore verso gli uomini”.
Che libertà ti porta questo modo di pensare. Ringrazia e non cercare ringraziamento. Apprezza e non cercare apprezzamento. Che libertà in tutto questo.
Cari amici, grazie per la vostra attenzione.
fonte: Idm (Andrea Bianco)
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