Sono immagini emozionanti di una Medjugorje nel passato: le sue case che recano i segni della guerra, le strade sterrate, gli abitanti semplici contadini e pastori.
Quale emozione nel vedere il Podbrdo senza alcuna “formella”, solo i sassi ed una semplice croce sul luogo dell’apparizione. Lo stesso anche per la salita sul Kricevac.
Si vede una Vicka giovanissima e grassottella, ben diversa dalla Vicka magra ed emaciata che siamo abituati a vedere oggi, ma sempre con quello sguardo “acceso” quando parla della Gospa.
Un padre Joso giovanissimo.
E poi la Chiesa di S. Giacomo, enorme in quel paesino minuscolo che era Medjugorje.
La statua della Gospa che tende le mani ai pellegrini e a cui i pellegrini tendono le mani.
I confessionali – in legno e non in muratura come sono oggi – a lato della Chiesa.
E infine la voce narrante di una Suor Emmanuel molto giovane.
Il paese era molto diverso dall'attuale: senza chiasso, senza bancarelle e bar, senza illuminazione pubblica. Chi lo ha visto allora ne conserva un ricordo indimenticabile: vi regnava una semplicità meravigliosa, una pace soave, gente povera e dignitosa. Lo sviluppo successivo era inevitabile, ma rimane la nostalgia dei primi tempi.
Mi ha colpito tantissimo la compostezza, il raccoglimento e la pace che regna fra i pellegrini che salgono il Podbrdo e il Kricevac, o che semplicemente attendono il loro turno presso i confessionali.
Oggi purtroppo tutto questo manca molto, mi manca molto.
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