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sabato 6 agosto 2011

Leggere la Bibbia

 

La Madonna ci ha più volte invitato a leggere o ri-leggere la Sacra Bibbia:

Messaggio, 18 ottobre 1984

"Cari figli, oggi vi invito a leggere ogni giorno la Bibbia nelle vostre case: collocatela in un luogo ben visibile, in modo che sempre vi stimoli a leggerla e a pregare. Grazie per aver risposto alla mia chiamata! "

Anche Papa Benedetto XVI ci ha rivolto quest’invito!
Di seguito un commento che ho trovato su quest’argomento.

Benedetto XVI come San Girolamo: "Ignorare le Scritture è ignorare Cristo"

Le vacanze sono arrivate per tutti o quasi. E, Benedetto XVI, suggerisce ai cattolici che sono in partenza di mettere dentro la valigia il libro della Bibbia, la fonte principale del Cristianesimo. Il libro che ha permeato la società occidentale e che ci parla dei fatti storici avvenuti prima e dopo la nascita di Cristo. Una biblioteca di 73 libri di cui 46 del Vecchio Testamento e 27 del Nuovo Testamento.
Bibbia deriva dal greco biblia e significa libri. E', dunque, una raccolta di libri scritti in tre diverse lingue: ebraico, aramaico, e greco. Poi tradotte in latino e in tutte le lingue del mondo.
La Bibbia è il libro più letto nel mondo ed è Parola di Dio.
Il Concilio nella Dei Verbum afferma che gli autori della Bibbia (agiografi) furono ispirati divinamente nella stesura dei testi dallo Spirito Santo e l'autore ne consegue che è Dio. Che l'autore sia Dio lo sappiamo anche dagli Apostoli fedeli trasmettitori del messaggio di Gesù. Nel dogma della SS Trinità Dio è una Sostanza ma in tre Persone distinte: il Padre, il Figlio, e lo Spirito Santo.
Su questo punto Benedetto XVI precisa: " un’interpretazione dei Sacri scritti che trascura o dimentica la loro ispirazione non tiene conto della loro più importante e preziosa caratteristica”, ovvero la loro “provenienza da Dio”. Ecco che una tale riduttiva interpretazione “non accede e non fa accedere alla Parola di Dio nelle parole umane e perde quindi l'inestimabile tesoro che contiene per noi la Sacra Scrittura.
Questo genere di approccio – sottolinea il Papa – si occupa di parole meramente umane, benché possano essere … parole di una straordinaria profondità e bellezza”. Dio, ricorda ancora il Pontefice, rivolge a noi la sua parola per “rivelare se stesso e far conoscere il mistero della sua volontà” nonché il “suo progetto di salvezza per l'umanità.
L'impegno di scoprire sempre di più la verità dei Sacri libri equivale dunque a cercare di conoscere sempre meglio Dio e il mistero della sua volontà salvifica”.
“La riflessione teologica – afferma poi – ha sempre considerato ispirazione e verità come due concetti chiave per un'ermeneutica ecclesiale delle Sacre Scritture. Tuttavia si deve riconoscere l'odierna necessità di un approfondimento adeguato di queste realtà, così da poter rispondere meglio alle esigenze riguardanti l'interpretazione dei testi sacri secondo la loro natura”.
“In una buona ermeneutica – conclude infine – non è possibile applicare in modo meccanico il criterio dell’ispirazione, come pure della verità assoluta, estrapolando una singola frase o espressione”.
Un libro, quello della Bibbia, come scrive monsignor Giovanni Giavini, dottore in scienze bibliche, nel suo famoso testo: Verso la Bibbia, editrice Ancora, che ci parla di diversi argomenti: Dio, l'uomo e la donna, Gesù Cristo, la Chiesa, il peccato, il matrimonio, il divorsio, l'odio e l'amore, la vita e la morte, ecc. Gli autori umani secondo mons. Giavini sono: re e profeti, letterati eminenti, semplici pastori come Amos, pescatori come Pietro e Giovanni, un colto medico ellenista come Luca e un rabbino di grande genio come Paolo.
Un libro interessantissimo composto dal XIII sec. a.C. al 1 sec. d.C. di cui però non possediamo le copie originali. Tuttavia possediamo un tale numero di papiri, di pergamene e di codici antichida essere certi di possedere il testo corrispondente, almeno in generale, a quello originale. Un libro dalla molteplicità della forma letteraria: prosa, poesia, lirica, didattica, parabola, novella, ecc. E i cui luoghi sono: Gerusalemme, Babilonia, Roma, Corinto, ecc.
Benedetto XVI ci ha insegnato nel suo magistero che "Come insegna il Concilio Vaticano II nella Costituzione Dei Verbum (n. 12), una buona esegesi biblica esige sia il metodo storico-critico sia quello teologico, perché la Sacra Scrittura è Parola di Dio in parole umane". "Questo comporta che ogni testo debba essere letto e interpretato tenendo presenti l'unità di tutta la Scrittura, la viva tradizione della Chiesa e la luce della fede". Se è vero che la Bibbia "è anche un'opera letteraria, anzi, il grande codice della cultura universale", ha riconosciuto il Pontefice, è anche vero che "essa non va spogliata dell'elemento divino, ma deve essere letta nello stesso Spirito in cui è stata composta".
"Esegesi scientifica e lectio divina sono dunque entrambe necessarie e complementari per ricercare, attraverso il significato letterale, quello spirituale, che Dio vuole comunicare a noi oggi".
Già il 14 ottobre scorso, prendendo la parola in un intervento non programmato, il Papa aveva detto che separando i due momenti di comprensione della Scrittura, quello scientifico - metodo storico-critico - e quello teologico - che aiuta a leggere la Bibbia con gli occhi della fede -, si corre il rischio di creare degli squilibri che influiscono negativamente sulla stessa predicazione cristiana. In questo modo, ha osservato in quell'occasione, tra le conseguenze c'è il fatto che la Bibbia diventi un libro del passato: "l'esegesi diventa storiografia", la Scrittura non può essere "l'anima della teologia" e quest'ultima smette di essere interpretazione della Scrittura nella Chiesa.
Al riguardo, il Concilio Vaticano II indica tre criteri sempre validi per una interpretazione della Sacra Scrittura conforme allo Spirito che l'ha ispirata. Anzitutto occorre prestare grande attenzione al contenuto e all'unità di tutta la Scrittura: solo nella sua unità è Scrittura. Infatti, per quanto siano differenti i libri che la compongono, la Sacra Scrittura è una in forza dell'unità del disegno di Dio, del quale Cristo Gesù è il centro e il cuore (cfr. Lc 24, 25-27; Lc 24, 44-46).
In secondo luogo occorre leggere la Scrittura nel contesto della tradizione vivente di tutta la Chiesa. Secondo un detto di Origene, «la Sacra Scrittura è scritta nel cuore della Chiesa prima che su strumenti materiali». Infatti la Chiesa porta nella sua Tradizione la memoria viva della Parola di Dio ed è lo Spirito Santo che le dona l'interpretazione di essa secondo il senso spirituale (cfr. Origene, Homiliae in Leviticum, 5, 5).
Come terzo criterio è necessario prestare attenzione all'analogia della fede, ossia alla coesione delle singole verità di fede tra di loro e con il piano complessivo della Rivelazione e la pienezza della divina economia in esso racchiusa. In altre occasioni papa Benedetto XVI ha formulato di cuore l’auspicio che ciò aiuti a riscoprire l’importanza della Parola di Dio nella vita di ogni cristiano, di ogni comunità ecclesiale ed anche civile a riscoprire anche il dinamismo missionario che è insito nella Parola di Dio”. “Essa, come ricorda la Lettera agli Ebrei, è viva ed efficace (cfr 4,12), ed illumina il nostro cammino nel pellegrinaggio terreno verso il pieno compimento del Regno di Dio”. Ecco perchè Egli consiglia i cristiani di leggere qualche pagina durante le loro vacanze. Benedetto XVI la pensa esattamente come san Girolamo (sacerdote e dottore della Chiesa): "Ignorare le Scritture è ignorare Cristo".
Il Pontefice in un'Udienza aveva ricordato che per Girolamo “un fondamentale criterio di metodo nell'interpretazione delle Scritture era la sintonia con il magistero della Chiesa”. “Non possiamo mai da soli leggere la Scrittura. Troviamo troppe porte chiuse e scivoliamo facilmente nell’errore”, aveva spiegato. “La Bibbia è stata scritta dal Popolo di Dio e per il Popolo di Dio, sotto l’ispirazione dello Spirito Santo. Solo in questa comunione col Popolo di Dio possiamo realmente entrare con il ‘noi’ nel nucleo della verità che Dio stesso ci vuol dire”.
Per il grande biblista Girolamo, aveva aggiunto, “un'autentica interpretazione della Bibbia doveva essere sempre in armonica concordanza con la fede della Chiesa cattolica”. “In particolare, dato che Gesù Cristo ha fondato la sua Chiesa su Pietro, ogni cristiano – egli concludeva – deve essere in comunione ‘con la Cattedra di san Pietro. Io so che su questa pietra è edificata la Chiesa’”. E dichiarava: “Io sono con chiunque sia unito alla Cattedra di san Pietro”. Questa lettura della Bibbia, ha indicato, deve portare ad aiutare gli altri.
Girolamo diceva: bisogna “vestire Cristo nei poveri, visitarlo nei sofferenti, nutrirlo negli affamati, alloggiarlo nei senza tetto”. “L'amore per Cristo, alimentato con lo studio e la meditazione, ci fa superare ogni difficoltà: ‘Amiamo anche noi Gesù Cristo, ricerchiamo sempre l'unione con lui: allora ci sembrerà facile anche ciò che è difficile’”, aveva detto il Papa.
La Parola di Dio, aveva concluso Benedetto XVI, “indica all'uomo i sentieri della vita, e gli rivela i segreti della santità”.
“Quando abbiamo un momento di pausa nelle nostre attività, in modo speciale durante le vacanze, spesso prendiamo in mano un libro, che desideriamo leggere. Ed è proprio questo il primo aspetto, su cui oggi vorrei soffermarmi”, ha detto Benedetto XVI a Castelgandolfo. “Ognuno di noi ha bisogno di tempi e spazi di raccoglimento, di meditazione, di calma… Grazie a Dio che è così! Infatti, questa esigenza – ha osservato il Santo Padre - ci dice che non siamo fatti solo per lavorare, ma anche per pensare, riflettere, oppure semplicemente per seguire con la mente e con il cuore un racconto, una storia in cui immedesimarci, in un certo senso ‘perderci’ per poi ritrovarci arricchiti”.
“Naturalmente molti di questi libri di lettura che prendiamo in mano nelle vacanze sono per lo più di evasione, e questo è normale – ha affermato Benedetto XVI -. Tuttavia, varie persone, particolarmente se possono avere spazi di pausa e di relax più prolungati, si dedicano a leggere qualcosa di più impegnativo”. Di qui una proposta: “Perché non scoprire alcuni libri della Bibbia, che normalmente non sono conosciuti? O di cui forse abbiamo ascoltato qualche brano durante la Liturgia, ma che non abbiamo mai letto per intero? In effetti, molti cristiani non leggono mai la Bibbia, e hanno di essa una conoscenza molto limitata e superficiale”. La Bibbia, ha proseguito il Santo Padre, “come dice il nome, è una raccolta di libri, una piccola ‘biblioteca’, nata nel corso di un millennio.
Alcuni di questi ‘libretti’ che la compongono rimangono quasi sconosciuti alla maggior parte delle persone, anche buone cristiane. Alcuni sono molto brevi, come il Libro di Tobia, un racconto che contiene un senso molto alto della famiglia e del matrimonio; o il Libro di Ester, in cui la Regina ebrea, con la fede e la preghiera, salva il suo popolo dallo sterminio; o, ancora più breve, il Libro di Rut, una straniera che conosce Dio e sperimenta la sua provvidenza”.
Questi piccoli libri “si possono leggere per intero in un’ora”, mentre “più impegnativi, e autentici capolavori, sono il Libro di Giobbe, che affronta il grande problema del dolore innocente; il Qoèlet, che colpisce per la sconcertante modernità con cui mette in discussione il senso della vita e del mondo; il Cantico dei Cantici, stupendo poema simbolico dell’amore umano. Come vedete, questi sono tutti libri dell’Antico Testamento”.
E il Nuovo? “Certo – ha ammesso il Papa -, il Nuovo Testamento è più conosciuto, e i generi letterari sono meno diversificati. Però, la bellezza di leggere un Vangelo tutto di seguito è da scoprire, come pure raccomando gli Atti degli Apostoli, o una delle Lettere”.
Il Pontefice quindi, ha suggerito “di tenere a portata di mano, durante il periodo estivo o nei momenti di pausa, la santa Bibbia, per gustarla in modo nuovo, leggendo di seguito alcuni suoi Libri, quelli meno conosciuti e anche quelli più noti, come i Vangeli, ma in una lettura continuata”.
“Così facendo – ha spiegato - i momenti di distensione possono diventare, oltre che arricchimento culturale, anche nutrimento dello spirito, capace di alimentare la conoscenza di Dio e il dialogo con Lui, la preghiera”. Secondo Benedetto XVI, “sarebbe una bella occupazione per le ferie, prendere un libro della Bibbia, avendo così un po’ di distensione e, nello stesso tempo, entrare nel grande spazio della Parola di Dio e approfondire il nostro contatto con l’Eterno, proprio come scopo del tempo libero che il Signore ci dà”.
Alberto Giannino
*Presidente Ass. culturale docenti cattolici (Adc)

Fonte: La voce di Venezia del 6.8.2011

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