Analisi del testo – Il vocabolario del messaggio
Quando ci occupiamo del vocabolario dei messaggi e della analisi linguistica, ci si pone la domanda se si tratti del vocabolario della Madonna, della veggente oppure di una terza persona. Ovvero: quale processo si trova di mezzo tra l’esperienza dell’estasi della veggente e la parola trascritta, che a noi viene presentata come messaggio?
Ci rivolgiamo anzitutto alla stessa veggente. Alla mia domanda sul modo in cui riceve il messaggio, lei mi ha risposto: “Ascolto, io vedo e io percepisco la Gospa. Questo non è come dettato, che si riceve da qualcuno, ma è un’esperienza, che vive con tutto l’essere. Le parole sono anche un’esperienza. Quando la Gospa dice: “lo sono vostra madre, io vi amo”, sento che Ella dice così fortemente, che io non sarò mai in grado esprimere completamente con le mie parole l’esperienza del amore. Alla fine dell’apparizione ho bisogno di rimanere qualche tempo in silenzio, per poter ricordare esattamente questa esperienza ed il messaggio.” Alla mia domanda, se la veggente è contenta in generale del testo dei messaggi, ella mi ha risposto: “Dipende. Posso solo che non ho potuto mai comunicare la mia esperienza con totale precisione.” La mia domanda seguente riguardava il ruolo sacerdoti, in concreto quello di padre Slavko Barbaric, un padre francescano, psicologo e psicoterapeuta, al quale in genere Marija comunica il messaggio per primo. Lei mi ha risposto: “Padre Slavko legge il messaggio e chiede spiegazioni, se c’è qualche cosa che gli sembra non chiaro, inoltre corregge anche eventuali errori grammaticali. A volte mi aiuta a trovare la parola giusta per qualcosa, ma non cambia mai nulla senza chiedermelo prima ogni volta.( INTERVISTA con Marija Pavlovic del 20 luglio 1996)
Quando ci occupiamo del vocabolario dei messaggi e della analisi linguistica, ci si pone la domanda se si tratti del vocabolario della Madonna, della veggente oppure di una terza persona. Ovvero: quale processo si trova di mezzo tra l’esperienza dell’estasi della veggente e la parola trascritta, che a noi viene presentata come messaggio?
Ci rivolgiamo anzitutto alla stessa veggente. Alla mia domanda sul modo in cui riceve il messaggio, lei mi ha risposto: “Ascolto, io vedo e io percepisco la Gospa. Questo non è come dettato, che si riceve da qualcuno, ma è un’esperienza, che vive con tutto l’essere. Le parole sono anche un’esperienza. Quando la Gospa dice: “lo sono vostra madre, io vi amo”, sento che Ella dice così fortemente, che io non sarò mai in grado esprimere completamente con le mie parole l’esperienza del amore. Alla fine dell’apparizione ho bisogno di rimanere qualche tempo in silenzio, per poter ricordare esattamente questa esperienza ed il messaggio.” Alla mia domanda, se la veggente è contenta in generale del testo dei messaggi, ella mi ha risposto: “Dipende. Posso solo che non ho potuto mai comunicare la mia esperienza con totale precisione.” La mia domanda seguente riguardava il ruolo sacerdoti, in concreto quello di padre Slavko Barbaric, un padre francescano, psicologo e psicoterapeuta, al quale in genere Marija comunica il messaggio per primo. Lei mi ha risposto: “Padre Slavko legge il messaggio e chiede spiegazioni, se c’è qualche cosa che gli sembra non chiaro, inoltre corregge anche eventuali errori grammaticali. A volte mi aiuta a trovare la parola giusta per qualcosa, ma non cambia mai nulla senza chiedermelo prima ogni volta.( INTERVISTA con Marija Pavlovic del 20 luglio 1996)
A questo punto ci interessa, in particolare, quello che la veggente sottolinea espressamente, cioè che lei udrebbe la parola. Dunque comunica a parole con la ‘Donna’ che vede. Anche ora, dopo che la veggente vive già da alcuni anni in Italia e conosce molto bene l’italiano, sente la Madonna parlarle in lingua croata, come lei stessa ha dichiarato. Il Concilio Vaticano Secondo descrive il processo dell’ispirazione della Bibbia con queste parole: “Per la composizione dei Libri Sacri, Dio scelse e si servì di uomini nel possesso delle loro facoltà e capacità, affinché, agendo Egli in essi e per loro mezzo, scrivessero, come veri autori, tutte e soltanto quelle cose che Egli voleva fossero scritte (DV 11). Nell’articolo successivo si precisa: “Per comprendere infatti nel loro giusto valore ciò che l’autore sacro vuole asserire nello scrivere, si deve far debita attenzione sia agli abituali e originari modi di intendere, di esprimersi e di raccontare, vigenti ai tempi dell ‘agiografo, sia a quelli che allora erano in uso nei rapporti umani” (DV 12).
“Quando Dio si rivolge agli uomini, essi riescono a percepire la Sua parola solo nella loro lingua umanamente limitata; di conseguenza essi possono trasmetterla anche agli altri solo nelle parole storicamente condizionate e passibili sempre di nuove traduzioni ... Perfino le parole di Gesù, il Figlio di Dio, sono come parole di Colui che si fece uomo, soggette’ alle regole ed ai limiti del linguaggio umano’.
“Se questo vale per l’ispirazione ‘profetica’ della Bibbia, varrà ancor più per le ‘Rivelazioni private’, e proprio di tali si tratta a Medjugorje. Pertanto, si può ‘a priori’ escludere che i ‘veggenti’ odano i ‘messaggi’ parola per parola come al telefono. In ogni parlare profetico la persona è coinvolta nella sua totalità.
Che cosa dice Padre Slavko in merito al suo ‘ruolo’ per la ‘trascrizione’ dei messaggi? “Il mio ruolo é quello di padre spirituale di un ‘veggente’, vale a dire di una persona, che ritiene di avere una particolare esperienza mistica. La funzione del Sacerdote consiste nel porre il messaggio nella luce biblica e della tradizione della Chiesa e nel correggere eventuali errori grammaticali. Per il resto, non v’è qui alcun ruolo speciale. A volte ho dovuto chiedere alla veggente che cosa significasse questo o quel termine oppure se un altro termine non andasse meglio. Ho sempre fatto una correzione del genere in stretto accordo con la veggente. Da quando Marija vive in Italia, io ricevo ogni 25 del mese il messaggio per telefono. Talora succede che debbo telefonarle alcune volte per chiederle se ho capito bene il messaggio e se posso divulgarlo. lo curo anche la traduzione del messaggio in diverse lingue.”
Che cosa dice Padre Slavko in merito al modo in cui i veggenti ricevono i messaggi: “Sono spesso in contatto con i veggenti e posso solo confermare ciò che loro asseriscono, ovvero che non si tratta di un dettato e neanche di una ‘telefonata’. Loro sentono per così dire nel cuore. Marija mi ha detto che dopo l’apparizione deve sempre rimanere alcuni istanti in silenzio, affinché possa ricordarsi del messaggio. Qualche volta i veggenti ci hanno detto che possono ricordarsi del messaggio una volta sola. Quando devono scrivere il messaggio per la seconda volta, devono riguardare il primo testo. Questo mi ha portato a supporre che probabilmente si tratti di un ‘impressus’, una impressione che si imprime profondamente in loro e sparisce non appena viene tradotta in parole. Con questo ritengo che la lingua croata, e in generale qualsiasi altra lingua, sia del tutto relativa come mezzo di comunicazione durante le Apparizioni. Con questa mia tesi volevo alludere all’imperfezione della lingua come mezzo di comunicazione ed esprimere che la Madonna non deve incondizionatamente adoperare una data lingua. A questo riguardo ho ricevuto da tutti i veggenti una reazione unanime:
essi sono sicuri che la Madonna parla in croato e che loro odono la sua voce. Per questo non ho voluto sviluppare ulteriormente la mia ipotesi. Ho avuto modo di sperimentare, qualche volta, quanta fatica prova Marija nel dare il messaggio, proprio perché non si tratta semplicemente di parole udite, ma di una profonda esperienza interiore. Posso anche affermare, in base alla mia esperienza, che i veggenti nel trasmettere lo stesso contenuto, per esempio una risposta alla stessa domanda, lo formulano diversamente, in conformità ad una teoria della ispirazione della Filosofia Scolastica, ciòè che ognuno percepisce a modo proprio, - ‘modo recipientis ‘ (INTERVISTA con Padre Slavko Barbarié del 28.7.1996)
Questo corrisponde alle dichiarazioni del Concilio Vaticano Secondo, nelle quali a proposito della riflessione su un testo ispirato si afferma che si devono tenere in considerazione anche le capacità del veggente e gli influssi del suo ambiente.
“Quando Dio si rivolge agli uomini, essi riescono a percepire la Sua parola solo nella loro lingua umanamente limitata; di conseguenza essi possono trasmetterla anche agli altri solo nelle parole storicamente condizionate e passibili sempre di nuove traduzioni ... Perfino le parole di Gesù, il Figlio di Dio, sono come parole di Colui che si fece uomo, soggette’ alle regole ed ai limiti del linguaggio umano’.
“Se questo vale per l’ispirazione ‘profetica’ della Bibbia, varrà ancor più per le ‘Rivelazioni private’, e proprio di tali si tratta a Medjugorje. Pertanto, si può ‘a priori’ escludere che i ‘veggenti’ odano i ‘messaggi’ parola per parola come al telefono. In ogni parlare profetico la persona è coinvolta nella sua totalità.
Che cosa dice Padre Slavko in merito al suo ‘ruolo’ per la ‘trascrizione’ dei messaggi? “Il mio ruolo é quello di padre spirituale di un ‘veggente’, vale a dire di una persona, che ritiene di avere una particolare esperienza mistica. La funzione del Sacerdote consiste nel porre il messaggio nella luce biblica e della tradizione della Chiesa e nel correggere eventuali errori grammaticali. Per il resto, non v’è qui alcun ruolo speciale. A volte ho dovuto chiedere alla veggente che cosa significasse questo o quel termine oppure se un altro termine non andasse meglio. Ho sempre fatto una correzione del genere in stretto accordo con la veggente. Da quando Marija vive in Italia, io ricevo ogni 25 del mese il messaggio per telefono. Talora succede che debbo telefonarle alcune volte per chiederle se ho capito bene il messaggio e se posso divulgarlo. lo curo anche la traduzione del messaggio in diverse lingue.”
Che cosa dice Padre Slavko in merito al modo in cui i veggenti ricevono i messaggi: “Sono spesso in contatto con i veggenti e posso solo confermare ciò che loro asseriscono, ovvero che non si tratta di un dettato e neanche di una ‘telefonata’. Loro sentono per così dire nel cuore. Marija mi ha detto che dopo l’apparizione deve sempre rimanere alcuni istanti in silenzio, affinché possa ricordarsi del messaggio. Qualche volta i veggenti ci hanno detto che possono ricordarsi del messaggio una volta sola. Quando devono scrivere il messaggio per la seconda volta, devono riguardare il primo testo. Questo mi ha portato a supporre che probabilmente si tratti di un ‘impressus’, una impressione che si imprime profondamente in loro e sparisce non appena viene tradotta in parole. Con questo ritengo che la lingua croata, e in generale qualsiasi altra lingua, sia del tutto relativa come mezzo di comunicazione durante le Apparizioni. Con questa mia tesi volevo alludere all’imperfezione della lingua come mezzo di comunicazione ed esprimere che la Madonna non deve incondizionatamente adoperare una data lingua. A questo riguardo ho ricevuto da tutti i veggenti una reazione unanime:
essi sono sicuri che la Madonna parla in croato e che loro odono la sua voce. Per questo non ho voluto sviluppare ulteriormente la mia ipotesi. Ho avuto modo di sperimentare, qualche volta, quanta fatica prova Marija nel dare il messaggio, proprio perché non si tratta semplicemente di parole udite, ma di una profonda esperienza interiore. Posso anche affermare, in base alla mia esperienza, che i veggenti nel trasmettere lo stesso contenuto, per esempio una risposta alla stessa domanda, lo formulano diversamente, in conformità ad una teoria della ispirazione della Filosofia Scolastica, ciòè che ognuno percepisce a modo proprio, - ‘modo recipientis ‘ (INTERVISTA con Padre Slavko Barbarié del 28.7.1996)
Questo corrisponde alle dichiarazioni del Concilio Vaticano Secondo, nelle quali a proposito della riflessione su un testo ispirato si afferma che si devono tenere in considerazione anche le capacità del veggente e gli influssi del suo ambiente.
Dopo che la domanda se si trattasse di un dettato ha avuto una tale risposta, e che il ruolo del sacerdote sia stato esattamente limitato, si può concludere che il testo del messaggio in questione è un frutto dell’ispirazione, di una esperienza interiore, dell’umana collaborazione e della trascrizione della veggente. Si tratta pertanto di un vocabolario e di un’analisi del testo dei messaggi, e non già di un vocabolario della Madonna.
Nota personale
Un esempio di correzioni del testo si è visto recentemente nel caso del Messaggi a Marija del 25/9/2010.
Il testo che era stato pubblicato in un primo momento era questo:
Messaggio di Medjugorje, 25 settembre 2010
"Cari figli, oggi sono con voi e vi benedico tutti con la mia benedizione materna di pace e vi esorto a vivere ancora di più la vostra vita religiosa perchè siete ancora deboli e non siete umili. Vi esorto figlioli, a parlare di meno e a lavorare di più sulla vostra conversione personale affinchè il vostro testimoniare sia fruttuoso. E la vostra vita sia una preghiera incessante. Grazie per aver risposto alla mia chiamata. "
Il testo modificato e definitivo è stato poi questo:
Messaggio di Medjugorje, 25 settembre 2010
"Cari figli, oggi sono con voi e vi benedico tutti con la mia benedizione materna di pace e vi esorto a vivere ancora di più la vostra vita di fede perchè siete ancora deboli e non siete umili. Vi esorto figlioli, a parlare di meno e a lavorare di più sulla vostra conversione personale affinchè il vostro testimoniare sia fruttuoso. E la vostra vita sia una preghiera incessante. Grazie per aver risposto alla mia chiamata. "
Ho evidenziato il testo in carattere grassetto e rosso per meglio valutare la differenza prima e dopo la correzione. E’ evidente come il termine usato nella stesura finale sia più appropriato, anche se la sostanza ed il significato non cambia, viene solo espresso meglio.
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